26 Rubriche Idee © Edizioni Casagrande Imparare a proteggere i dati Non sono stati tempi facili per i corsi di formazione. Le limitazioni imposte dalle misure sanitarie hanno inevitabilmente influito sull’andamento dei corsi nel 2020. Il programma Helias 2021, che si può consultare online, potrà subire dei cambiamenti in base all’evoluzione della situazione pandemica. I corsi in presenza si terranno nel pieno rispetto delle norme igieniche in vigore. Qualora non fosse più possibile garantire queste ultime e partecipare in presenza, per alcuni corsi (che nel programma sono contrassegnati da un asterisco), sarà possibile partecipare online. Informazioni più aggiornate verranno comunicate su Helias.ch, tramite newsletter e sui canali social. Tuttavia, il massiccio ricorso all’informatica durante il periodo del lockdown ha fatto sì che venissero richieste nuove competenze ai professionisti della comunicazione. Perciò, dal 2021 i corsi Helias propongono una novità: in due serate (8 e 10 febbraio) si parlerà di sicurezza informatica e sistemi di backup one offline, per evitare problemi relativi alla sicurezza dei propri dati e quelli dei clienti. Oggi, siamo sempre più vittime di malintenzionati che vogliono mettere le mani sui dati in nostro possesso, sia per venderli che per utilizzarli. Con questo corso vediamo sia le basi della sicurezza informatica, ma anche alcune tecniche per proteggere i propri dati, utilizzando anche semplici strumenti come le varie tipologie di backup. Il docente è Andrea Tedeschi, che dopo una carriera negli Stati Uniti presso Telespazio, collaborando con la NASA per i progetti di vele solari e la missione marziana Pathfinder/ Sojourner, ora si occupa principalmente di sistemi e sicurezza informatici presso istituti bancari. Giovanni Valerio Informazioni aggiornate sui corsi Helias al sito www.helias.ch Un intellettuale militante Il lavoro, la fabbrica, la città è un libro complesso, interessante e affascinante sia per chi ha vissuto i tempi della militanza nello stesso movimento con Sergio Agustoni, sia per chi lo ha conosciuto come collega di lavoro nel giornalismo. E, non da ultimo, per chi si interessa, con passione, a un pezzo di storia svizzera e ticinese di cui non si è più parlato da troppo tempo. Alla stesura del volume ha lavorato con passione e professionalità lo storico Mattia Pelli che ha potuto contare sulla collaborazione di molte persone che hanno conosciuto e condiviso con Agustoni le lotte degli Anni Sessanta e Settanta, fino alla sua prematura morte nel 2012. Come scrive l’economista Christian Marazzi nella prefazione, «per chi ha vissuto intensamente e collettivamente il tempo storico dei movimenti di lotta, il tempo non si arresta, continua a lavorare, a sedimentare saperi, a trasformare. Sergio ne era talmente convinto che, prima di lasciarci, ha predisposto le cose per non lasciarci mai, per continuare quel viaggio intrapreso alla fine degli anni Sessanta e tuttora in corso». Il saggio introduttivo, in due parti, dapprima si occupa della vita di militante e intellettuale di Agustoni, prima a Ginevra poi a Zurigo, sempre in contatto e collaborazione con i compagni del Movimento Giovanile Progressista poi Lotta di Classe, espressione della corrente operaista prima in Ticino poi in Svizzera. La seconda parte racconta la sua attività di giornalista (alla Rsi) e ricercatore capace di analisi approfondite che vanno dall’evoluzione delle città fino alla lotta delle Officine di Bellinzona. A completare l’opera una corposa antologia degli scritti di Sergio Agustoni. Enzo Ritter Il libro si può scaricare gratuitamente dal sito www.edizionicasagrande.com © Vincenzo Vicari, Archivio storico Città di Lugano Il Ticino che cambia «Un fondo che documenta il Ticino del Novecento… mutamenti… scelte… contrasti… contraddizioni… una realtà che cambia… ma anche il mondo rurale e paesaggistico apparentemente immobile». Il curatore Damiano Robbiani presenta così il fondo fotografico di Vincenzo Vicari nella sua varietà anche dispersiva e la sua congruenza con la realtà ticinese, mutevole, volubile e al contempo attanagliata a componenti pregresse. Abbiamo così, lungo il corso degli anni, le immagini della vendemmia; abbiamo la fiera, l’industria che si vuole accreditare presso la Confederazione, l’impegno della Radio Televisione nell’educare la popolazione attingendo alla ricchezza culturale italiana. Il modo migliore per definire questo materiale la cui eccezionalità risiede proprio nella complessità (cito ancora Damiano Robbiani) è di sottolinearne l’aspetto commerciale: Vicari vuole vendere, al proprio committente oppure a un pubblico al quale ambisce, una celebrazione. La banca viene rappresentata nella qualità di monumento; del mondo del lavoro il fotografo vuole estetizzare l’immagine nella qualità di documento; il paesaggio è una cartolina. Poi la realtà non sempre si presta e così abbiamo il supermercato. L’innovazione nel disordine urbano e il passaggio dei ladri nella casa di Molino Nuovo, le scrivanie degli uffici zeppe di scartoffie, il cimitero di automobili. Anche le immagini sono spesso complesse, non ben composte; le macchine lavatrici esuberano dall’immagine, i piedi della analista chimica si perdono dietro un banco. Se la modella davanti al lago è in controluce, la telefonista delle poste almeno sorride: forse apprezza la pace sociale. Vito Calabretta Mostra fotografica di Vincenzo Vicari, MASI, Lugano, www.masilugano.ch
1000 parole La matita di Ruedi Widmer 27