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Tecnologie Alimentari - N°6 Novembre/Dicembre 2020

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Conservanti naturali per la sicurezza<br />

e la qualità del formaggio<br />

RIVISTA DELLE<br />

L’energia del solare termico<br />

nei processi alimentari<br />

Gli impianti per la<br />

lavorazione del pesce<br />

SISTEMI PER PRODURRE<br />

ANNOXXXI N.6 NOVEMBRE/DICEMBRE <strong>2020</strong><br />

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ITALY<br />

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sommario<br />

pag. 6<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 NOVEMBRE/DICEMBRE <strong>2020</strong><br />

2<br />

6 In primo piano<br />

Le materie prime dell’eccellenza<br />

Organizzazione ottimale, marketing innovativo, capacità di penetrazione<br />

in diversi segmenti consentono a Faravelli di continuare a crescere e di<br />

mantenere il contatto stretto con clienti e partner della filiera alimentare,<br />

anche in una fase incerta come l’attuale.<br />

22 Conservanti naturali per la sicurezza<br />

e la qualità del formaggio<br />

Una rassegna del centro ricerca CREA dimostra che è possibile mantenere<br />

inalterate le proprietà dei formaggi facendo ricorso esclusivamente<br />

all’uso di conservanti naturali di origine vegetale. Con effetti benefici<br />

per la salute del consumatore.<br />

26 Aria compressa che garantisce la qualità<br />

e la purezza dell’acqua imbottigliata<br />

Architettura modulare, gestione smart e compressori oil-free con tecnologia<br />

VSD caratterizzano il progetto realizzato da Atlas Copco nello stabilimento<br />

di SIAM a Modica.<br />

30 I benefici del calore solare nei processi alimentari<br />

Il potenziale del solare termico a servizio dei processi industriali è elevato,<br />

soprattutto se le temperature non superano i 150°C. Il settore alimentare si<br />

presta meglio all’utilizzo di questa fonte energetica, estendendone i benefici<br />

alla produzione dei cibi made in Italy.<br />

40 In lieve crescita gli impianti per la lavorazione del pesce<br />

L’andamento delle tecnologie e apparecchiature per la lavorazione<br />

dei prodotti ittici segue l’aumento della domanda di pesce trasformato.<br />

Nei prossimi anni gli investimenti maggiori saranno ancora in Asia,<br />

mentre crescerà il ruolo dell’Africa.<br />

EDITORIALE<br />

Ripartire dall’uomo (A. Bignami) 4<br />

IN COPERTINA<br />

Le materie prime dell’eccellenza (A. Bignami) 6<br />

ATTUALITÀ E APPUNTAMENTI<br />

Un asset strategico che ha bisogno di investimenti green 10<br />

Notizie attualità 14<br />

Notizie appuntamenti 20<br />

INGREDIENTI<br />

Conservanti naturali per la sicurezza e la qualità del formaggio (C. Tamiro) 22<br />

Notizie ingredienti 25<br />

MACCHINE<br />

Aria compressa che garantisce la qualità e la purezza<br />

dell’acqua imbottigliata 26<br />

Notizie macchine 28<br />

pag. 22<br />

pag. 30<br />

pag. 26<br />

pag. 40<br />

ENERGIA<br />

I benefici del calore solare nei processi alimentari (R. Battisti) 30<br />

Notizie energia 33<br />

COMPONENTI. AUTOMAZIONE E STRUMENTAZIONE<br />

Notizie componenti 34<br />

Notizie automazione e strumentazione 35<br />

MATERIALI<br />

Facilitare il riciclo degli imballaggi cellulosici (E. De Vecchis) 36<br />

INDAGINE DI MERCATO<br />

In lieve crescita gli impianti per la lavorazione del pesce (G. Tamburini) 40<br />

PACKAGING<br />

Notizie packaging 47<br />

RUBRICHE<br />

Elenco inserzionisti 48<br />

I<br />

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editoriale<br />

Eeditoriale<br />

|di Alessandro Bignami<br />

Nella seconda metà del <strong>2020</strong> l’economia italiana non ha subito un blocco totale, come è accaduto per i mesi del primo<br />

lockdown. Tuttavia le restrizioni, pur meno drastiche, si sono prolungate nel tempo sfiancando il nostro tessuto produttivo<br />

e rischiando di creare danni sistemici che potrebbero richiedere anni per il loro superamento. Al primo impatto con la tremenda<br />

prova della pandemia, la filiera alimentare era parsa più resiliente di altri settori, che avevano dovuto chiudere<br />

quasi completamente i battenti. L’intensa domanda proveniente dalla GDO, con alcuni prodotti addirittura in forte crescita,<br />

sembrava ribadire la centralità di una filiera essenziale, già abituata a convivere più facilmente con i cicli del mercato. In<br />

questi ultimi mesi è emerso però in modo evidente che anche il food italiano va considerato pienamente dentro la tempesta<br />

economica scatenata dal virus. Non solo per la generale compressione dei consumi, ma soprattutto per l’esposizione di<br />

tutto il mondo horeca, fuori casa, ristorazione, eventi, fiere, mense, agli effetti delle chiusure e del coprifuoco decisi dal<br />

governo, oltre a quelli dello smart working adottato da molte imprese. Il consumo esterno alle mura domestiche è uno<br />

RIPARTIRE<br />

DALL’UOMO<br />

sbocco distributivo che assorbe circa un terzo della produzione dell’industria alimentare, e in buona parte ad elevato valore<br />

aggiunto. La sofferenza profonda e prolungata di questo canale pone l’intera catena del food in uno stato di incertezza<br />

e difficoltà ad avanzare previsioni sulla ricostruzione.<br />

Del resto, il destino del cibo segue da vicino quello dell’uomo, il quale è un essere preminentemente sociale. L’assenza di<br />

situazioni conviviali colpisce inevitabilmente anche la cultura e la produzione alimentare. Ma ciò ci rende anche consapevoli<br />

che è ripartendo dall’uomo, dalle sue esigenze radicali, che si può far ripartire l’economia, una volta messo sotto controllo<br />

il virus. La digitalizzazione, certo fondamentale ad alzare il livello di efficienza e sicurezza produttive, non potrà essere<br />

la sola chiave dello sviluppo nei prossimi anni. È dal contatto umano, anche dal semplice sedersi attorno alla stessa tavola<br />

per condividere un pasto o un caffè, che fermenta tutto ciò che non può venire delegato a robot e intelligenza artificiale:<br />

come le idee, i progetti, il desiderio di ricerca, la volontà di costruire e vivere una nuova normalità.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

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in copertina<br />

Organizzazione ottimale,<br />

marketing innovativo,<br />

capacità di penetrazione<br />

in diversi segmenti<br />

consentono a Faravelli<br />

di continuare a crescere<br />

e di mantenere<br />

il contatto stretto<br />

con clienti e partner<br />

della filiera alimentare,<br />

anche in una fase<br />

incerta come l’attuale.<br />

a cura di<br />

| Alessandro<br />

Bignami<br />

LE MATERIE PRIME<br />

DELL’ECCELLENZA<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

Guido Rovati,<br />

Sales & Marketing<br />

Director di Giusto<br />

Faravelli Spa<br />

Anche per La filiera alimentare l’emergenza sanitaria ha<br />

rappresentato una sfida molto complessa da affrontare,<br />

capace di scuotere equilibri e certezze. In particolare, la<br />

crisi del canale horeca, ristorazione ed eventi, ha ridisegnato<br />

le dinamiche della domanda. In questo scenario,<br />

un protagonista della distribuzione di ingredienti e materie<br />

prime come Faravelli ha risposto mettendo a frutto<br />

la sua lunga esperienza e la presenza consolidata in<br />

diversi settori. Di questo e altri temi<br />

abbiamo parlato con Guido Rovati,<br />

Sales & Marketing Director di Giusto<br />

Faravelli Spa.<br />

Qual è l’umore in azienda in questa fase?<br />

Cosa è cambiato per il mondo della produzione<br />

rispetto alla prima ondata dei<br />

contagi da Covid-19?<br />

Siamo in allerta! Perché temiamo che la<br />

nostra economia ne possa risentire più<br />

che per la paura di contagi in azienda.<br />

Il nostro board ha infatti implementato molte misure<br />

volte a proteggere tutti i dipendenti. Cosa sia realmente<br />

cambiato a livello produttivo in questa seconda ondata,<br />

è ancora presto dirlo. Non penso ci saranno più blocchi<br />

di interi settori, ma credo che un rallentamento sull’economia<br />

ci sarà.<br />

Qual è la situazione della filiera alimentare dal vostro punto<br />

di osservazione?<br />

Pur essendo un settore essenziale, sembra<br />

che una parte dell’industria abbia<br />

sofferto, soprattutto per le limitazioni<br />

del canale ristorazione ed eventi.<br />

Nonostante i consumi di alcuni generi<br />

alimentari siano addirittura aumentati<br />

(tutti sanno come la GDO abbia lavorato<br />

a pieno ritmo durante il primo<br />

lockdown e che ci sia stato un aumento<br />

di consumi di diversi alimenti, legati<br />

anche al fatto che si è cucinato di più in<br />

6<br />

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06_09_STORIA COVER FARAVELLI.indd 6 25/01/21 15:45


casa), la filiera è stata fortemente<br />

danneggiata. Oltre all’export, che<br />

ancora è in sofferenza, i canali<br />

Horeca e Vending hanno subito un<br />

forte rallentamento. Lo stesso smart<br />

working, che continua ad essere<br />

giustamente visto come uno strumento<br />

di prevenzione anche durante<br />

questa seconda ondata, ha determinato<br />

un blocco delle vendite dei<br />

prodotti dai distributori e anche del<br />

business di bar e ristoranti che vivevano<br />

grazie alle pause pranzo dei<br />

lavoratori.<br />

Come sono andati gli ultimi mesi e<br />

quali sono le previsioni per la conclusione<br />

di questo complesso <strong>2020</strong>?<br />

Le nostre vendite sono articolate su<br />

diversi settori, il che ci permette di<br />

superare meglio anche momenti<br />

come questo. Non ci possiamo lamentare<br />

per i risultati del <strong>2020</strong>.<br />

“Il premio di Deloitte è un riconoscimento<br />

importante per la famiglia Faravelli,<br />

ma anche per i dipendenti<br />

che hanno avuto una conferma<br />

della validità del loro lavoro”<br />

Quali sono gli strumenti di marketing<br />

che avete privilegiato in questo periodo,<br />

alla luce anche dello slittamento<br />

di molte fiere internazionali a cui avete<br />

sempre partecipato con grande<br />

visibilità?<br />

Abbiamo cercato di essere presenti<br />

sia con i nostri clienti che con i fornitori,<br />

con telefonate, videoconferenze<br />

e anche attraverso i social media.<br />

La collega Silvia Di Tommaso ha sviluppato<br />

una serie di campagne di<br />

comunicazione molto simpatiche,<br />

come per esempio #CosaFarai? in<br />

cui abbiamo raccontato come i<br />

Faravelliani stessero vivendo il<br />

lockdown e cosa avrebbero fatto<br />

immediatamente dopo. In fin dei<br />

conti a tutti è mancato un po’ il contatto<br />

umano e abbiamo cercato di<br />

renderci più tangibili anche con queste<br />

iniziative.<br />

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Premiata fra le aziende meglio gestite<br />

Giusto Faravelli Spa è tra le vincitrici della terza<br />

edizione del “Best Managed Companies”, iniziativa<br />

promossa da Deloitte per supportare e premiare le<br />

aziende italiane eccellenti per capacità organizzativa,<br />

strategia e performance. Valutati da Deloitte sono<br />

stati 6 pillar: strategia, competenze e innovazione,<br />

corporate social responsibility, impegno e cultura<br />

aziendale, governance e misurazione delle performance,<br />

internazionalizzazione.<br />

“La soddisfazione è grande. Essere tra le 59 realtà<br />

premiate a livello nazionale è un risultato a cui<br />

ambivamo, ma che sapevamo non essere facile da<br />

raggiungere: sono davvero tante le aziende che in<br />

Italia lavorano sotto il segno dell’eccellenza e la<br />

‘concorrenza’ è stata agguerrita”, ha dichiarato<br />

Luca Benati, CEO di Faravelli. “Il processo di valutazione<br />

è stato lungo, impegnativo, anche particolare<br />

date le circostanze dettate dalla pandemia, ma<br />

avvincente. Ci ha permesso di mettere ancora più a fuoco le caratteristiche<br />

che rendono Faravelli un’azienda di eccellenza, ma anche i punti su<br />

cui occorrerà impegnarsi maggiormente in futuro per migliorare ancora.<br />

Il merito di questo riconoscimento va a tutti i nostri collaboratori e al<br />

lavoro svolto sempre con grande impegno e dedizione. Credo possiamo<br />

essere tutti orgogliosi”.<br />

“Le aziende premiate in questa terza edizione hanno dimostrato non solo<br />

eccellenza, ma anche grande capacità e resilienza nell’affrontare la crisi<br />

determinata dalla pandemia da Covid-19 in atto”, hanno commentato<br />

Ernesto Lanzillo, Private Leader per l’Italia, Grecia e Malta, e Andrea<br />

Restelli, Partner Deloitte e responsabile BMC. “La valutazione delle candidate<br />

si è infatti protratta più a lungo del previsto proprio per permetterci<br />

di approfondire le modalità di gestione dell’emergenza da parte delle<br />

candidate. Le 59 Best Managed Companies di questa edizione sono<br />

quindi lo specchio di un’Italia fatta di eccellenze che, facendo leva sui<br />

propri punti di forza e attraverso una gestione oculata, sta superando con<br />

successo un periodo di incertezza senza precedenti”.<br />

Cosa significa per voi essere fra le 59<br />

“Best managed companies” premiate<br />

da Deloitte?<br />

Per la nostra azienda, nata nel 1926<br />

come un “one man show”, è un riconoscimento<br />

importante, non solo per<br />

la famiglia Faravelli che ancora dirige<br />

l’azienda, ma anche per tutti i dipendenti<br />

che, a diversi livelli, hanno contribuito<br />

alla crescita e che con questo<br />

riconoscimento vedono riconosciuta<br />

la validità del lavoro fatto. Anche per i<br />

clienti e i fornitori è un segnale importante:<br />

sanno ancora una volta di più<br />

che collaborano con un’azienda solida<br />

e compatta. La nostra forza è il piacere<br />

di lavorare insieme e di essere valorizzati<br />

come risorse umane.<br />

Qual è la vostra attività nel settore<br />

della nutraceutica? State lavorando a<br />

nuove iniziative e prodotti per questo<br />

mercato?<br />

Il settore nutraceutico è nato come<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

7<br />

06_09_STORIA COVER FARAVELLI.indd 7 25/01/21 15:45


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“Per il settore<br />

nutraceutico<br />

forniamo un<br />

portfolio vasto<br />

di prodotti, che<br />

include eccipienti<br />

ma anche materie<br />

prime funzionali,<br />

che necessitano<br />

di un adeguato<br />

supporto<br />

scientifico”<br />

costola del nostro settore farmaceutico<br />

ed ha seguito lo sviluppo del mercato,<br />

al momento per fortuna molto<br />

vivace. Per questo abbiamo un team<br />

molto valido e completamente dedicato,<br />

sempre alla ricerca di nuove<br />

opportunità. Al momento forniamo<br />

un portfolio vasto di prodotti, che<br />

include eccipienti ma anche materie<br />

Visual campagna<br />

di comunicazione<br />

#cosafarai<br />

prime funzionali, che necessitano un<br />

adeguato supporto scientifico. Sono<br />

felice di poter menzionare il nostro<br />

ultimo successo, ovvero la collaborazione<br />

per la promozione dei prodotti<br />

Rousselot (collagene e gelatine).<br />

Su quali obiettivi vi concentrerete nei<br />

prossimi mesi?<br />

Direi che ci focalizzeremo innanzitutto<br />

su quelle materie prime che riguardano<br />

il sistema immunitario, visti i<br />

tempi. Continueremo a proporre, in<br />

considerazione degli ottimi risultati,<br />

anche la vitamina K2 e faremo una<br />

campagna promozionale specifica sul<br />

collagene, vista la nostra recente<br />

nuova collaborazione.<br />

In partnership con Rousselot<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

A partire dallo scorso primo ottobre, Rousselot BV (Darling Ingredients)<br />

e Giusto Faravelli Spa hanno avviato una nuova partnership.<br />

Faravelli è un punto di riferimento internazionale nella distribuzione di<br />

materie prime e ingredienti per i settori nutraceutico, farmaceutico, alimentare,<br />

chimico e cosmetico.<br />

Rousselot è leader globale nelle soluzioni a base di collagene, offrendo<br />

un ampio portafoglio di prodotti che comprende tre segmenti strategici:<br />

gelatine alimentari e farmaceutiche (Rousselot Functional<br />

Ingredients), collagene idrolizzato (Rousselot Health & Nutrition) e gelatine<br />

e collageni ad uso biomedicale (Rousselot Biomedical).<br />

Rousselot affida quindi a Faravelli la distribuzione delle gelatine dedicate<br />

al settore food e pharma prodotte da Rousselot Functional Ingredients<br />

e dei peptidi di collagene Peptan.<br />

Peptan sono ingredienti bioattivi sviluppati appositamente per offrire<br />

molteplici benefici e proprietà funzionali per la salute. Numerosi studi<br />

scientifici hanno dimostrato la capacità di Peptan di favorire un sano<br />

stile di vita sano. In particolare, Peptan 1 sono peptidi di collagene idrolizzato<br />

di tipo I, di origine bovina, porcina e da pesce, altamente digeribili,<br />

in grado di sostenere la mobilità complessiva e la bellezza della<br />

pelle. Peptan IIm è invece collagene idrolizzato di tipo II e glicoaminoglicani<br />

(GAG), specifico per la salute delle articolazioni.<br />

Rousselot diventa quindi fornitore di Faravelli per i settori nutra, food e<br />

pharma. L’azienda si avvale della collaborazione con produttori di fama<br />

internazionale e conta su un team di professionisti in grado di supportare<br />

il cliente sia dal punto di vista prettamente commerciale che squisitamente<br />

tecnico e scientifico.<br />

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attualità<br />

Il valore aggiunto<br />

prodotto da agricoltura<br />

e industria alimentare<br />

si avvicina ai 59 miliardi<br />

di euro, secondo il focus<br />

presentato al Forum<br />

delle Economie, promosso<br />

da UniCredit, Slow Food<br />

e Nomisma. Il Covid-19<br />

ha messo però in luce<br />

alcune fragilità della<br />

filiera, che deve affrontare<br />

l’urgente sfida della<br />

transizione ecologica.<br />

Foto Daria Yakovleva, Pixabay<br />

UN ASSET STRATEGICO CHE HA<br />

BISOGNO DI INVESTIMENTI GREEN<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

10<br />

La filiera agroalimentare italiana rappresenta un asset<br />

strategico per il nostro Paese anche per la sua elevata rilevanza<br />

socioeconomica: considerando solo la fase produttiva<br />

(agricoltura e industria alimentare), il valore aggiunto<br />

prodotto si avvicina ai 59 miliardi di euro,<br />

posizionando l’Italia al terzo posto in Europa dopo Francia<br />

(78 miliardi) e Germania (61 miliardi). Tuttavia, questo<br />

dato aggregato nasconde le “differenti” velocità alle quali<br />

corrono le singole filiere agroalimentari e inoltre questo<br />

“patrimonio” non è risultato immune dai colpi inferti<br />

dalla pandemia da Covid-19. Questi sono alcuni dati<br />

emersi dall’approfondimento realizzato da Nomisma<br />

(estratto del focus su www.nomisma.it) sul settore agroalimentare<br />

italiano e presentati da Denis Pantini,<br />

Responsabile Agricoltura e Industria Alimentare di<br />

Nomisma, durante il Forum delle Economie sulla filiera<br />

Agrifood promosso da UniCredit, Slow Food e Nomisma.<br />

Un confronto nato per discutere sui principali trend che<br />

influenzano il percorso evolutivo del settore agroalimentare<br />

e che ha visto protagonisti: Remo Taricani, Co-Ceo<br />

Commercial Banking Italy UniCredit; Paolo De Castro,<br />

della Commissione Agricoltura Parlamento Europeo;<br />

Giancarlo Licitra, Founder e Managing Director LBG;<br />

Maria Teresa Mascarello, Cantina Bartolo Mascarello;<br />

Francesco Sottile di Slow Food Italia; Costantino Vaia,<br />

direttore generale del Consorzio Casalasco del Pomodoro;<br />

Davide Vernocchi, presidente di Apo Conerpo. La giornata<br />

è stata moderata da Antonio Puzzi, giornalista e antropologo.<br />

Le conclusioni sono state affidate a Stefano Gallo,<br />

Responsabile Territorial Development & Relations<br />

UniCredit.<br />

“Il Green Deal pone sfide non più procrastinabili al nostro<br />

settore agroalimentare e se da un lato potremo contare<br />

sulle importanti risorse di Next Generation UE, dall’altro<br />

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10_12_art_forum economie.indd 10 26/01/21 16:44


attualità<br />

siamo tutti chiamati ad una attenta<br />

opera di pianificazione e condivisione<br />

degli interventi strategici”, ha dichiarato<br />

Remo Taricani, Co-Ceo<br />

Commercial Banking Italy di<br />

UniCredit. “Partendo da questa consapevolezza,<br />

abbiamo avviato una<br />

partnership con Nomisma che cercherà<br />

di identificare le principali aree<br />

d’intervento e i migliori percorsi operativi<br />

utili alle nostre filiere integrate<br />

per vincere la sfida e crescere secondo<br />

una logica di sviluppo sostenibile.<br />

Grazie anche al posizionamento paneuropeo<br />

di UniCredit, ci confronteremo<br />

anche con le migliori best practice<br />

internazionali per cogliere spunti<br />

di miglioramento da condividere con<br />

tutti i principali stakeholder del settore<br />

e dei nostri territori”.<br />

“Questo annus horribilis ci sta restituendo<br />

una visione della produzione<br />

agricola estremamente fragile soprattutto<br />

nelle filiere locali del cibo”, ha<br />

sottolineato Francesco Sottile, di<br />

Slow Food Italia. “Da qui bisogna<br />

partire per capire come rafforzare un<br />

sistema di produzione che non può<br />

rimanere ai margini dell’interesse politico,<br />

ma deve conquistare sempre<br />

maggiore spazio e dare valore al proprio<br />

contributo a favore di una reale<br />

transizione ecologica. Abbiamo bisogno<br />

di politiche che volgano lo sguardo<br />

al mondo della piccola scala che<br />

non è chiamata così perché rappresenta<br />

una minoranza, ma solo perché<br />

è costituita dalle migliaia e migliaia di<br />

piccole aziende agricole che insieme<br />

rappresentano tessere di un mosaico<br />

di valore inestimabile per il ruolo che<br />

giocano dal punto di vista, oltre che<br />

economico, anche agronomico, ecologico<br />

e culturale. Non si può condividere<br />

alcuna politica che dia maggiore<br />

forza al mondo agricolo industriale<br />

creando substrato fertile per un modello<br />

di produzione che non riesce a<br />

tenere in considerazione il valore della<br />

biodiversità, dell’uso delle risorse<br />

naturali. Se il settore agroalimentare<br />

in Italia e in Europa viaggiasse con<br />

regole e opportunità uguali per tutti<br />

Nel primo trimestre<br />

del <strong>2020</strong>, il calo<br />

delle vendite<br />

alimentari in Italia<br />

nel canale on-trade<br />

è risultato del 23%<br />

rispetto allo stesso<br />

periodo dell’anno<br />

precedente; nel<br />

secondo trimestre<br />

(complice il<br />

lockdown) il calo<br />

è stato del 64%<br />

(Foto EFA)<br />

allora si comincerebbe a parlare di<br />

mercato realmente libero e condizionato<br />

solo dalle capacità e dal saper<br />

fare”.<br />

“Per quanto resiliente, anche il sistema<br />

agroalimentare italiano sta soffrendo<br />

a causa di uno scenario di mercato<br />

dominato dall’incertezza a livello<br />

globale, dove la pandemia genera di<br />

continuo nuove sfide a cui sono chiamate<br />

le nostre imprese”, ha dichiarato<br />

Denis Pantini, Responsabile<br />

Agricoltura e Industria Alimentare di<br />

Nomisma. “È in questo scenario così<br />

complicato che si inserisce la collaborazione<br />

tra Nomisma e Unicredit: attraverso<br />

un’analisi innovativa e una<br />

condivisione strategica degli obiettivi<br />

tra gli stakeholder delle filiere agroalimentari,<br />

potrà essere raggiunta una<br />

migliore combinazione tra risorse private<br />

e pubbliche in grado di permettere<br />

una completa riuscita dei progetti<br />

di sviluppo necessari a garantire una<br />

competitività sostenibile al sistema<br />

agroalimentare italiano”.<br />

UN COMPARTO PROVATO<br />

DALLA CHIUSURA DI RISTORAZIONE<br />

E FUORI CASA<br />

Secondo i dati Nomisma il settore<br />

agroalimentare ha accusato i colpi<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

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attualità<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

inferti dalla pandemia da Covid-19.<br />

Sebbene nei primi mesi dell’anno (e<br />

quindi anche durante il lockdown) le<br />

vendite al dettaglio sul mercato nazionale<br />

nonché l’export di prodotti<br />

alimentari siano cresciuti a fronte di<br />

un settore manifatturiero in forte<br />

crisi, a partire dall’estate anche le<br />

performances del settore agroalimentare<br />

sono passate in territorio<br />

negativo.<br />

La chiusura della ristorazione e di tutto<br />

il fuori casa (che in Italia incide per<br />

circa un terzo sul valore dei consumi<br />

alimentari ma in paesi come gli Stati<br />

Uniti arriva a pesare fino al 45%) e il<br />

crollo degli arrivi di turisti dall’estero<br />

(nel 2019, la spesa presso i ristoranti<br />

italiani dei turisti stranieri era stata di<br />

10 miliardi di euro) rappresentano i<br />

principali motivi di questa riduzione<br />

delle performance per il settore e, in<br />

particolare, di alcuni comparti. Nel<br />

primo trimestre di quest’anno, il calo<br />

delle vendite alimentari in Italia nel<br />

canale on-trade è risultato del 23%<br />

rispetto allo stesso periodo dell’anno<br />

precedente; nel secondo trimestre<br />

(complice il lockdown) il calo è stato<br />

del 64%.<br />

Tra chi è stato maggiormente colpito<br />

dalla crisi figura il vino, una delle eccellenze<br />

del Made in Italy, che nei<br />

primi sette mesi del <strong>2020</strong> ha visto<br />

calare l’export a valori di oltre il 3%.<br />

E all’interno del settore, i vini a denominazione<br />

(DOP) sono quelli ad<br />

aver sofferto di più (si pensi ai rossi<br />

Dop della Toscana che hanno perso<br />

quasi il 7% di valore all’export o a<br />

quelli veneti, -6%). Al contrario, ci<br />

sono stati altri prodotti che proprio<br />

grazie al lockdown hanno registrato<br />

aumenti nell’export a doppia cifra. È<br />

il caso della pasta, cresciuta del 23%<br />

o della passata di pomodoro<br />

(+10%).<br />

Le sfide poste dal Covid-19 sono<br />

tante. Dalla forte riduzione del Pil<br />

prevista per l’anno in corso che porterà<br />

a minori redditi per le famiglie,<br />

alle evoluzioni nelle modalità distributive<br />

e nell’approccio al consumo,<br />

Alcuni prodotti,<br />

proprio grazie al<br />

lockdown, hanno<br />

registrato aumenti<br />

nell’export a<br />

doppia cifra. È il<br />

caso della pasta,<br />

cresciuta del 23%<br />

o della passata di<br />

pomodoro (+10%)<br />

(Foto Pixabay)<br />

dove lo sviluppo dell’e-commerce e<br />

la diffusione della digitalizzazione ne<br />

rappresentano forse l’emblema.<br />

Come rilevato da Nielsen, se nei 12<br />

mesi terminanti a febbraio <strong>2020</strong> le<br />

vendite on-line di prodotti grocery<br />

erano aumentate del 63% rispetto<br />

all’anno precedente, nel periodo del<br />

lockdown (febbraio-maggio <strong>2020</strong>) e<br />

nei 4 mesi successivi (maggio-agosto),<br />

la variazione è stata rispettivamente<br />

del +185% e +172%, a dimostrazione<br />

di come lo sviluppo<br />

dell’e-commerce si sia ormai consolidato<br />

a prescindere dal<br />

Coronavirus.<br />

Ma la pandemia ci lascia in<br />

eredità altri mutamenti, i cui<br />

effetti si consolideranno anche<br />

nei prossimi anni. La<br />

maggior attenzione da parte<br />

dei consumatori all’italianità<br />

delle produzioni porterà ad<br />

un rafforzamento delle relazioni<br />

tra gli operatori lungo<br />

la filiera, gli obiettivi di sostenibilità<br />

ricercati dai consumatori<br />

ma anche imposti<br />

dalle politiche comunitarie<br />

(Green Deal) favoriranno gli<br />

investimenti green nelle imprese.<br />

Senza dimenticare le altre sfide di<br />

mercato che attendono le nostre<br />

aziende agroalimentari: dalla Brexit<br />

all’evoluzione dei rapporti commerciali<br />

con gli Stati Uniti dopo il cambio<br />

della presidenza fino alla necessità di<br />

una maggior diversificazione dei mercati<br />

di sbocco, i cui limiti sono divenuti<br />

evidenti con la pandemia, e per i<br />

quali il grado di concentrazione<br />

sull’export alimentare italiano risulta<br />

pari al 52%, contro il 47% di quello<br />

francese o il 44% di quello tedesco.<br />

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news [fatti, persone, aziende]<br />

LA PASTA SGAMBARO RESTA AL 100% ITALIANA<br />

In controtendenza a molte operazioni degli<br />

ultimi anni, lo storico pastificio veneto<br />

Sgambaro non si fa lusingare dai grandi<br />

gruppi stranieri e rimane italiano al 100%,<br />

come la sua pasta, e in mano alla famiglia che<br />

lo ha fondato nel 1947. I fratelli Pierantonio,<br />

Roberto e Sandra Sgambaro hanno raggiunto<br />

il controllo dell’azienda decidendo di acquisire,<br />

tramite il veicolo societario GEN4 Srl,<br />

l’intero pacchetto di azioni sociali in mano ai<br />

cugini Flavio, Valentina e Maria Antonietta<br />

Sgambaro. L’accordo favorisce l’ingresso<br />

della quarta generazione della famiglia e<br />

conferma la volontà di restare indipendenti.<br />

Il presidente<br />

Pierantonio<br />

Sgambaro<br />

“Sono molto soddisfatto di aver raggiunto<br />

questo importante accordo”, ha commentato<br />

Pierantonio Sgambaro, presidente del<br />

pastificio. “L’interesse ricevuto in questi<br />

ultimi mesi anche da parte di multinazionali<br />

straniere evidenzia le potenzialità di<br />

sviluppo della nostra azienda: Sgambaro<br />

rimane però italiana e non potrebbe essere<br />

altrimenti per una realtà che da vent’anni<br />

produce la sua pasta con solo grano duro<br />

italiano. Il nostro obiettivo è accelerare la<br />

crescita del brand sia a livello nazionale sia<br />

internazionale, dove riscontriamo sempre<br />

maggiore attenzione verso la pasta di alta<br />

qualità Made in Italy”.<br />

Sono due le direttrici di sviluppo lungo le<br />

quali si muove l’azienda. Da un lato sta lavorando<br />

per ampliare la presenza nei canali<br />

distributivi tradizionali, come supermercati e<br />

negozi al dettaglio, e in quelli online, incluso<br />

il lancio di un proprio e-commerce entro fine<br />

anno. Dall’altro sta rafforzando le attività sul<br />

fronte marketing e comunicazione per consolidare<br />

la riconoscibilità del marchio e dei<br />

suoi valori. In quest’ottica, è stata confermata<br />

la collaborazione per il 2021 con lo chef<br />

Bruno Barbieri, volto della campagna tv che<br />

ha debuttato in primavera sulle reti nazionali<br />

italiane. Dopo aver registrato lo scorso<br />

anno un giro d’affari di circa venti milioni di<br />

euro, Sgambaro prevede di chiudere il <strong>2020</strong><br />

con un aumento di fatturato attorno al 5%.<br />

Questo trend positivo è stato trainato anche<br />

dalle vendite estere che, al netto dell’effetto<br />

“svuotamento dei supermercati” legato<br />

a Covid-19, hanno visto un incremento di<br />

oltre il 10%, con l’ingresso in nuovi mercati<br />

in Europa e nel sud-est asiatico.<br />

La sensibilità verso il benessere dei consumatori<br />

ha spinto Sgambaro a usare solo grano<br />

duro italiano e puntare alla filiera corta per<br />

eliminare i pesticidi dalla propria pasta già<br />

vent’anni fa. L’attenzione verso l’ambiente<br />

si è concretizzata nel <strong>2020</strong> con l’avvio del<br />

percorso green che porterà Sgambaro a<br />

diventare entro dieci anni “organizzazione<br />

climate positive”, capace di sottrarre all’atmosfera<br />

più anidride carbonica di quanta ne<br />

rilascia con la propria attività.<br />

AGRIFORM E PARMAREGGIO CREANO IL POLO DEI FORMAGGI DOP<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

È stata formalizzata ai primi di dicembre<br />

con la notifica dell’Agcm l’acquisizione<br />

da parte di Parmareggio<br />

del controllo esclusivo del ramo<br />

d’azienda di Agriform Sca di<br />

Sommacampagna (Verona), operativa<br />

a partire dal primo gennaio 2021.<br />

Agriform Sca è attiva nella produzione,<br />

stagionatura e confezionamento<br />

di formaggi a indicazione geografica<br />

tipica ed è la prima realtà veneta<br />

dei formaggi DOP (tra cui Grana<br />

Padano, Asiago, Piave). L’accordo<br />

tra questa realtà e il produttore di<br />

Parmigiano Reggiano, capeggiato<br />

dal gruppo Bonterre, dà quindi il via<br />

alla più grande a azienda italiana<br />

nel mondo dei formaggi DOP. Sarà<br />

un polo caseario di specialità certificate<br />

con un giro d’affari di 550<br />

milioni di euro, di cui 200 garantiti<br />

alle esportazioni. Il piano triennale<br />

prevede una crescita significativa<br />

del fatturato già nel triennio 2021-<br />

2024 con un conseguente miglioramento<br />

delle marginalità. A questa<br />

nuova realtà territoriale fanno capo<br />

oltre 2.000 allevatori e 20 caseifici,<br />

numeri che sembrano confermare il<br />

trend positivo evidenziato dall’ultimo<br />

rapporto Ismea-Qualivita secondo<br />

cui i formaggi rappresentano il primo<br />

segmento delle IG italiane, con<br />

un valore di 4,5 miliardi di euro alla<br />

produzione (+10%) e 7,5 miliardi al<br />

consumo (+5%), a fronte di volumi<br />

pari 549.000 tonnellate (+1%).<br />

Come se non bastasse, l’export 2019<br />

ha subito una crescita del 13% e ha<br />

superato per la prima volta i 2 miliardi<br />

di euro.<br />

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news [fatti, persone, aziende]<br />

IL GRUPPO FERRERO ACQUISISCE EAT NATURAL<br />

Il Gruppo Ferrero intende mantenere<br />

e rafforzare ulteriormente la<br />

forte autenticità del marchio Eat<br />

Natural, supportando l’azienda<br />

nella distribuzione e nell’espansione<br />

verso nuovi mercati e segmenti.<br />

Nell’ambito dell’operazione,<br />

il Gruppo Ferrero rileverà gli<br />

impianti produttivi di Halstead,<br />

nel Regno Unito, e prevede di<br />

mantenere sia il management<br />

che i dipendenti della società.<br />

“Eat Natural rappresenta un’ottima<br />

scelta strategica per il<br />

Gruppo, in quanto continuiamo<br />

ad espandere la nostra impronta<br />

complessiva e l’offerta di prodotti<br />

nel segmento di mercato degli<br />

snack salutari”, ha dichiarato il<br />

presidente esecutivo Giovanni<br />

Ferrero. “Eat Natural è un’azienda<br />

a conduzione familiare<br />

che condivide diversi dei nostri<br />

valori e che, come noi, ha a cuore<br />

i consumatori, l’ambiente e le<br />

comunità in cui operiamo”.<br />

“Ferrero è un’azienda eccellente<br />

e siamo orgogliosi di entrare<br />

a far parte della loro famiglia”,<br />

ha dichiarato il co-fondatore<br />

di Eat Natural, Praveen Vijh.<br />

“Condividiamo buona parte<br />

della stessa etica ed entrambi<br />

vogliamo rendere disponibile<br />

a tutti uno snack più salutare.<br />

Come noi, anche loro sono orgogliosi<br />

del proprio impegno<br />

verso gli ingredienti, il gusto e<br />

lo storytelling”.<br />

“Stiamo portando all’interno<br />

del nostro business un portafoglio<br />

di prodotti molto amato<br />

ed autentico, con una posizione<br />

di mercato molto forte nel segmento<br />

degli snack salutari”, ha<br />

commentato Lapo Civiletti, CEO<br />

del Gruppo Ferrero. “Questo<br />

ci permetterà di entrare in un<br />

segmento di mercato rilevante,<br />

rispondendo ad esigenze e<br />

tendenze dei consumatori in<br />

evoluzione. Non vediamo l’ora<br />

di lavorare con il team di Eat<br />

Natural per costruire insieme il<br />

nostro percorso di crescita”.<br />

La transazione, soggetta alle<br />

consuete condizioni di closing<br />

e alle approvazioni normative,<br />

dovrebbe concludersi nei prossimi<br />

mesi.<br />

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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

15<br />

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news [fatti, persone, aziende]<br />

INDUSTRIA DOLCIARIA: AKSÌA RILEVA NAPPI<br />

Aksìa Capital V, fondo gestito da<br />

Aksìa Group Sgr, ha annunciato<br />

l’acquisizione di Nappi 1911, storica<br />

azienda italiana attiva nella<br />

produzione e vendita di ingredienti<br />

e semilavorati per gelaterie, pasticcerie,<br />

industria dolciaria in generale,<br />

Ho.Re.Ca., amarene, frutta candita<br />

e secca. L’acquisizione di Nappi è la<br />

quarta operazione per il fondo Aksìa<br />

Capital V, lanciato nel 2019, dopo le<br />

operazioni Primo Group, Valpizza e<br />

VOMM Impianti & Processi.<br />

Nappi 1911 è stata fondata nel<br />

1911 a San Gennaro Vesuviano<br />

(Napoli) dalla famiglia Nappi che<br />

ne è rimasta alla guida per oltre un<br />

secolo, portando avanti le tradizionali<br />

lavorazioni della frutta candita<br />

e secca coniugate con lo sviluppo di<br />

una gamma completa di ingredienti<br />

e semilavorati per la gelateria e la<br />

pasticceria in generale.<br />

Sulla base di una consolidata relazione<br />

con clienti blu-chip dell’industria<br />

dolciaria mondiale, l’azienda<br />

ha sviluppato una presenza in oltre<br />

70 Paesi su scala globale, servendo<br />

clienti retail e catene della grande<br />

distribuzione organizzata.<br />

Fiore all’occhiello della produzione<br />

è il sito industriale oggetto di recenti<br />

investimenti e all’avanguardia<br />

nelle tecnologie di trasformazione<br />

delle materie prime naturali che garantisce<br />

a Nappi l’intero controllo<br />

della filiera produttiva, dalla materia<br />

prima al prodotto finito, con<br />

i migliori standard di qualità per il<br />

cliente in conformità alle più restrittive<br />

certificazioni del settore.<br />

Michele Nappi resterà alla guida<br />

della società come amministratore<br />

delegato; Giancarlo Monetti ne<br />

sarà presidente.<br />

“Questa acquisizione permette ad<br />

Aksìa di acquisire una storica realtà<br />

italiana della produzione di semilavorati<br />

per gelati e frutta candita,<br />

segmento di eccellenza del mercato<br />

alimentare italiano”, ha dichiarato<br />

Nicola Emanuele, managing partner<br />

di Aksìa Group.<br />

La famiglia Nappi rimarrà attivamente<br />

coinvolta nella gestione aziendale<br />

nelle figure dell’attuale amministratore<br />

delegato Michele Nappi e di suo<br />

fratello Domenico, responsabile della<br />

qualità, oltre a conservare un’importante<br />

quota di minoranza.<br />

“Si tratta di un’opportunità significativa<br />

per la nostra storia”,<br />

ha commentato Michele Nappi,<br />

amministratore delegato di Nappi<br />

1911. “L’apporto che Aksìa Group<br />

potrà dare alla società in termini di<br />

contributo alla crescita manageriale<br />

e del team, così come il network<br />

di relazioni industriali, sarà fondamentale<br />

per proseguire il progetto<br />

di sviluppo che stiamo portando<br />

avanti da diversi anni permettendoci<br />

di consolidare e sviluppare una<br />

presenza sempre più solida in Italia<br />

e all’estero”.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

16<br />

ICE E ALIBABA PROMUOVONO LE PMI<br />

Il nuovo accordo tra Agenzia ICE e<br />

Alibaba.com (che si inserisce nell’ambito<br />

del Piano Straordinario per la Promozione<br />

del Made in Italy per ampliare il numero<br />

di imprese operanti nel mercato globale<br />

tramite canali distributivi online) consente<br />

alle piccole e medie imprese italiane di<br />

accedere alla piattaforma B2B Alibaba.<br />

com, con una sezione dedicata interamente<br />

al Made in Italy. Alibaba.com è il<br />

portale di export digitale rivolto ai buyer<br />

internazionali che rappresenta la maggiore<br />

piattaforma mondiale di commercio<br />

B2B, con ben 150 milioni di utenti<br />

registrati di cui 26 milioni buyer attivi,<br />

40 settori produttivi e 5.900 categorie<br />

merceologiche. Negli ultimi tre anni,<br />

Alibaba.com ha visto una forte espansione<br />

della sua attività al di fuori dell’Estremo<br />

Oriente, con tassi di crescita fino<br />

al 380% in mercati come USA, Canada,<br />

Germania, UK.<br />

Inoltre, gli operatori attivi sulla piattaforma<br />

coprono un ampio ventaglio di<br />

settori merceologici, in modo da offrire<br />

opportunità dai settori tradizionali<br />

dell’e-commerce come, ad esempio,<br />

Food & Beverage e Beauty & Personal<br />

Care, Health & Medical e Minerals &<br />

Metallurgy.<br />

La partecipazione all’iniziativa non prevede<br />

alcun costo di accesso per i primi 24<br />

mesi da parte delle aziende in possesso<br />

dei requisiti minimi e l’agenzia ICE finanzierà<br />

una campagna pubblicitaria della<br />

durata di 12 mesi per intensificare la<br />

promozione delle aziende aderenti. Per<br />

le aziende del settore agroalimentare e<br />

vini, l’adesione al progetto è limitata a un<br />

massimo di 300 imprese con una riserva<br />

fino a 100 posti. Le aziende che sono<br />

già in possesso di un account su Alibaba.<br />

com potranno ugualmente far richiesta<br />

per entrare a far parte del progetto, beneficiando<br />

senza costi aggiuntivi del piano<br />

di comunicazione generale del Made<br />

in Italy Pavilion.<br />

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news [fatti, persone, aziende]<br />

UNA FILIALE AMERICANA<br />

PER OLEIFICIO ZUCCHI<br />

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Oleificio Zucchi guarda con<br />

fiducia al futuro e scommette<br />

sul mercato statunitense,<br />

primo mercato estero per<br />

l’export in crescita dell’azienda,<br />

annunciando l’apertura di<br />

una propria filiale a New York:<br />

Zucchi 1810. In un momento<br />

storico così complesso e in costante<br />

evoluzione, l’azienda<br />

cremonese decide di consolidare<br />

la propria presenza negli<br />

Stati Uniti, dando avvio ad un<br />

ambizioso progetto di crescita<br />

sul vasto territorio americano.<br />

Affidando il progetto statunitense<br />

alla guida di Franco<br />

Denari, manager di grande<br />

esperienza nello sviluppo del<br />

made in Italy, in particolare<br />

food, all’estero, Zucchi intende<br />

partire dalla nuova filiale<br />

per dare avvio a una articolata strategia di sviluppo<br />

con l’obiettivo di aumentare la presenza e il posizionamento<br />

del marchio negli Stati Uniti, incoraggiando<br />

nel contempo una più diffusa e approfondita cultura<br />

gastronomica e nutrizionale, caratterizzata da quei<br />

valori che costituiscono il successo dell’azienda anche<br />

in Italia: qualità, trasparenza e sostenibilità. La strategia<br />

riguarderà i canali tradizionali quali ristorazione e<br />

retail con una progressiva estensione dell’offerta sui<br />

canali digitali.<br />

Circa il canale retail, in particolare, gli obiettivi della<br />

filiale si fonderanno su quattro punti cardine: ampliamento<br />

della distribuzione su scala nazionale, consolidando<br />

i rapporti esistenti con importanti partner retail;<br />

presidio progressivo di ogni singolo Stato americano,<br />

creando relazioni e collaborazioni con i distributori locali;<br />

costruzione di sinergie e partnership con i retailers<br />

“premium”, specializzati in particolare nei prodotti di<br />

alta qualità e made in Italy; investimenti nella digitalizzazione<br />

e vendita online per creare un vero contesto<br />

omnichannel, che metta i consumatori al centro e offra<br />

loro diversi punti di contatto con il brand.<br />

Per quanto riguarda la ristorazione, è il canale che, in<br />

particolare negli Stati Uniti, ha sofferto più di tutti, e<br />

che in questa fase di graduale ripartenza si trova ad<br />

affrontare un profondo ripensamento della propria<br />

offerta.<br />

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news [fatti, persone, aziende]<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

18<br />

ABB CONSOLIDA L’OFFERTA<br />

DI ROBOT CON CODIAN<br />

ABB ha acquisito Codian Robotics B.V., protagonista nella fornitura<br />

di robot a cinematica parallela (delta), impiegati principalmente in<br />

applicazioni pick-and-place ad alta precisione. L’offerta di Codian<br />

Robotics comprende una famiglia di robot per ambienti sterili, ideali<br />

per i settori con condizioni igieniche critiche come l’industria<br />

alimentare e farmaceutica. Con questa operazione ABB imprime<br />

un’accelerazione al suo impegno nel settore dei robot delta.<br />

Codian Robotics ha sede a Ede, nei Paesi Bassi. L’azienda continuerà<br />

a seguire direttamente i propri clienti.<br />

“L’operazione sottolinea la nostra attenzione verso tecnologie innovative<br />

che possano aiutare i nostri clienti a realizzare pienamente<br />

il potenziale dell’automazione e ad aumentare la loro flessibilità in<br />

un contesto in rapida evoluzione”, ha dichiarato Sami Atiya, presidente<br />

di ABB Robotics & Discrete Automation. “Le tecnologie e le<br />

competenze specifiche di Codian Robotics si integrano benissimo<br />

con la nostra offerta di soluzioni per l’industria alimentare, il settore<br />

farmaceutico, la robotica di servizio e la logistica, oltre a potenziare<br />

l’offerta di robot ABB per l’asservimento di macchine”.<br />

“Negli anni abbiamo sviluppato un portafoglio di prodotti amplissimo.<br />

Grazie alla rete globale e alle competenze settoriali di ABB, la<br />

nostra gamma sarà disponibile in tutto il mondo. Non vedo l’ora di<br />

cominciare a lavorare insieme per scrivere il prossimo capitolo della<br />

nostra storia di successo”, ha detto Freek Hartman, fondatore di<br />

Codian Robotics.<br />

Attualmente la maggior parte dei robot nell’industria alimentare e<br />

delle bevande non è progettata per entrare a contatto con gli alimenti,<br />

mentre la gamma di Codian Robotics offre caratteristiche di<br />

progettazione igienica che consentono la lavorazione sicura dei cibi.<br />

“C’è una forte richiesta di robot pick-and-place che rispettino le<br />

normative igienico-sanitarie, ulteriormente accelerata dalla pandemia<br />

di Covid-19. I nostri clienti nei settori alimentare, farmaceutico<br />

e logistico sono particolarmente interessati alle potenzialità<br />

dell’automazione, grazie alla quale le supply chain continuano a<br />

funzionare, tutelando al tempo stesso il benessere dei dipendenti”,<br />

ha aggiunto Atiya.<br />

ANTARES VISION<br />

SI RAFFORZA IN USA<br />

Il Gruppo Antares Vision – attraverso<br />

la controllata Antares<br />

Vision Inc. – espande la propria<br />

offerta tramite il perfezionamento<br />

dell’acquisizione<br />

strategica di Applied Vision<br />

Corporation (Akron, OH, USA),<br />

esperta nei sistemi di ispezione<br />

ad alta velocità per contenitori<br />

in vetro e metallo nell’ambito<br />

food & beverage.<br />

Applied Vision, fondata da Amir<br />

e Manijeh Novini nel 1997 negli<br />

Stati Uniti ad Akron, Ohio, opera<br />

da oltre 20 anni nella progettazione<br />

e sviluppo di soluzioni di<br />

visione artificiale, basate su solide<br />

competenze ottiche, tecniche<br />

di illuminazione innovative,<br />

dispositivi elettronici di acquisizione<br />

immagini combinati con<br />

processi di elaborazione digitale<br />

e algoritmi di intelligenza artificiale.<br />

La società ha sede in Nord<br />

America ed impiega oltre 100<br />

figure specializzate, incluso un<br />

forte management team. Oltre<br />

a vendere negli USA, Applied<br />

Vision esporta in Sud America,<br />

Asia, Europa, Australia, Medio<br />

Oriente ed Africa. La tecnologia<br />

proprietaria di imaging alla<br />

base dei sistemi di ispezione,<br />

unitamente all’elevato know<br />

how tecnologico, ha permesso<br />

ad Applied Vision di diventare<br />

un riferimento internazionale<br />

nell’ispezione dei contenitori<br />

in metallo nel segmento Food<br />

& Beverage, definendo i nuovi<br />

standard qualitativi del mercato.<br />

“Grazie all’acquisizione strategica<br />

di Applied Vision e di<br />

FT System, il Gruppo Antares<br />

Vision diventa un partner tecnologico<br />

primario per l’intera<br />

filiera del Food & Beverage: sia<br />

nel definire e garantire i più elevati<br />

standard qualitativi sia per<br />

supportare gli sviluppi tecnologici<br />

volti alla tracciabilità dei<br />

prodotti e all’ottimizzazione dei<br />

processi produttivi”, ha commentato<br />

Emidio Zorzella, presidente<br />

e CEO di Antares Vision.<br />

“Questa acquisizione consente<br />

di rafforzare la nostra presenza<br />

negli USA e di integrarci ulteriormente<br />

a monte nell’ispezione<br />

dei contenitori vuoti per<br />

il mondo Food & Beverage,<br />

garantendo, così, un’offerta<br />

completa dalla produzione dei<br />

contenitori fino a confezionamento<br />

del contenuto. Applied<br />

Vision potrà, inoltre, avvalersi<br />

della nostra presenza geografica<br />

capillare per espandere ulteriormente<br />

la propria offerta<br />

sul mercato asiatico, atteso in<br />

forte crescita, e per garantire<br />

un livello di customer service<br />

sempre maggiore”.<br />

“La filosofia e le sinergie condivise<br />

da Antares Vision hanno<br />

creato una preziosa occasione<br />

per Applied Vision di continuare<br />

la crescita ed il successo sotto<br />

la leadership del management<br />

team dell’azienda italiana”, ha<br />

dichiarato Amir Novini, presidente<br />

e CEO di Applied Vision.<br />

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14_19_NEWS ATTUALITA.indd 18 26/01/21 16:43


IN EUROPA MERCATO BIO<br />

OLTRE I 40 MILIARDI DI EURO<br />

Continua a crescere la richiesta di prodotti bio, mercato<br />

che è uscito rinforzato dell’emergenza sanitaria. Da ricerche<br />

internazionali è emerso come il settore raggiungerà i<br />

272,18 miliardi di dollari entro il 2027 in America, con un<br />

tasso di aumento annuo del 12,2%. Dato positivo anche<br />

in Europa dove il bio vale ben 40,7 miliardi di euro.<br />

L’emergenza sanitaria non sembra aver intaccato il mercato<br />

dei prodotti bio, sempre più richiesti dai consumatori in<br />

tutto il mondo per via delle numerose proprietà nutritive.<br />

Basti pensare che secondo una recente ricerca americana<br />

di Allied Market Research pubblicata su Globenews Wire,<br />

il settore rag-giungerà i 272,18 miliardi di dollari a valore<br />

in USA entro il 2027, con un tasso di crescita annua del<br />

12,2%. E ancora, secondo un rapporto di Focus Bio Bank,<br />

soltanto in Europa il mercato attuale vale ben 40,7 miliardi<br />

di euro. Scenario altamente positivo anche per quanto<br />

concerne l’Italia, dove i con-sumi domestici di alimenti<br />

biologici hanno raggiunto la cifra di 3,3 miliardi di euro,<br />

secondo i dati comunicati da Ismea e Coldiretti. Ma non<br />

è tutto, perché secondo una recente ricerca di Mintel,<br />

il 28% dei consumatori italiani preferisce i prodotti bio<br />

anche per via dei prezzi maggiormente accessibili. Una<br />

vera e propria rivincita del biologico che dimostra come i<br />

consumatori, soprattutto durante il lock-down, abbiano<br />

deciso di prestare maggiore attenzione al cibo che mettono<br />

sulla propria tavola, predili-gendo qualità e salute.<br />

“La crescita del settore bio testimonia la ricerca sempre<br />

più incessante da parte delle persone di un’alimentazione<br />

sana che combini salute, benessere e sostenibilità”, ha<br />

spiegato Marco Roveda, il pioniere del biologico. “Per<br />

questo motivo, ho scelto di dare il mio contributo realizzando<br />

una linea di zuppe pronte confezionate in pack<br />

realizzati con carta dotata di certificazione PEFC e proveniente<br />

da filiera sostenibile”.<br />

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14_19_NEWS ATTUALITA.indd 19 25/01/21 17:04


appuntamenti<br />

MARCABYBOLOGNAFIERE SI RIPOSIZIONA A MARZO<br />

La 17esima edizione di<br />

MarcabyBolognaFiere, la<br />

manifestazione organizzata<br />

da BolognaFiere in collaborazione<br />

con ADM, Associazione<br />

Distribuzione Moderna, leader<br />

per il settore della MDD (marca<br />

del distributore) in cui la GDO è<br />

protagonista, aggiorna le date di<br />

svolgimento.<br />

La diffusione del Covid-19 e il<br />

susseguirsi delle disposizioni<br />

governative, finalizzate al contenimento<br />

della pandemia,<br />

sono alla base della decisione<br />

di BolognaFiere e ADM di posticipare<br />

la data di svolgimento<br />

dell’evento fisico (che era previsto<br />

il 13 e il 14 gennaio 2021) al<br />

24 e 25 marzo 2021 con l’obiettivo<br />

di creare le migliori condizioni<br />

per la programmazione e lo<br />

svolgimento dell’evento.<br />

Nuove date che consentiranno<br />

una riflessione ancora più puntuale<br />

sulle dinamiche di mercato<br />

e sulle problematiche che hanno<br />

caratterizzato il <strong>2020</strong>, determinando<br />

il veloce adattamento<br />

alle mutate situazioni e il lancio<br />

di nuovi servizi e format. Un<br />

periodo che ha visto la Grande<br />

Distribuzione e la filiera agroalimentare<br />

protagoniste, anche in<br />

termini di flessibilità e reattività,<br />

per far fronte a un’emergenza<br />

inedita e alle mutate esigenze di<br />

consumatori. In questo scenario<br />

anche MarcabyBolognaFiere<br />

ha assunto un ruolo ancora più<br />

incisivo in termini di formazione<br />

e informazione attraverso una<br />

serie di webinar, particolarmente<br />

apprezzati dagli operatori,<br />

rispondendo alle esigenze di approfondimento<br />

del mercato.<br />

“È una decisione ponderata – dichiara<br />

Gianpiero Calzolari, presidente<br />

di BolognaFiere – guidata<br />

dalla volontà di individuare una<br />

finestra temporale che consentisse<br />

migliori condizioni di incontro<br />

per le migliaia di operatori<br />

che ogni anno concentrano su<br />

MarcabyBolognaFiere un’importante<br />

quota delle loro attività<br />

commerciali ma, anche, perché<br />

siamo consapevoli che uno slittamento<br />

della fiera consentirà,<br />

agli espositori, di pianificare e promuovere<br />

meglio la loro partecipazione<br />

vista l’attuale situazione”.<br />

“Condividiamo il percorso individuato<br />

dagli organizzatori di<br />

MarcabyBolognaFiere – dichiara<br />

Marco Pedroni, presidente<br />

di ADM – e auspichiamo che<br />

lo spostamento della data ci<br />

permetta di vivere l’edizione di<br />

Marca 2021 nel modo migliore<br />

possibile. La forza della manifestazione<br />

è data dagli incontri e<br />

dagli approfondimenti sui temi.<br />

Ci auguriamo che a marzo ciò<br />

sia possibile fisicamente, ma in<br />

ogni caso sarà cura degli organizzatori<br />

predisporre soluzioni<br />

alternative”.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

20<br />

RINVIATE ISM E PROSWEETS COLOGNE<br />

Il perdurare della pandemia ha<br />

costretto Koelnmesse Gmbh<br />

ad annullare la prossima edizione<br />

di ProSweets Cologne e<br />

ISM, le due fiere che – insieme<br />

– offrono la più grande vetrina<br />

mondiale per i prodotti dolciari<br />

e gli snack e delle forniture<br />

per le industrie del settore.<br />

L’appuntamento, che era previsto<br />

per gennaio 2021, è dunque<br />

rimandato dal 30 gennaio<br />

al 2 febbraio del 2022.<br />

“È stata una decisione sofferta,<br />

perché molti fra gli espositori<br />

avrebbero voluto essere<br />

a Colonia”, ha commentato<br />

Thomas Rosolia, amministratore<br />

delegato di Koelnmesse<br />

Italia.<br />

“Avevamo definito per tempo<br />

una serie di interventi e<br />

di misure di sicurezza sotto il<br />

titolo #B-SAFE4business con<br />

le quali garantire la massima<br />

tranquillità a espositori e<br />

visitatori italiani, da sempre<br />

grandi protagonisti dei due<br />

appuntamenti. La piattaforma<br />

digitale “Matchmaking 365+”<br />

avrebbe permesso di coinvolgere<br />

anche quanti non fossero<br />

venuti in fiera ma purtroppo,<br />

a due mesi dalla apertura dei<br />

cancelli, permangono molte<br />

preoccupazioni e troppi punti<br />

interrogativi, per cui abbiamo<br />

deciso di dare appuntamento<br />

a tutto il settore per il 2022<br />

con maggiore energia e voglia<br />

di incontrarci”.<br />

La scelta di annullare i due<br />

eventi programmati per il<br />

prossimo gennaio ha visto il<br />

coinvolgimento di associazioni<br />

e realtà della filiera, le<br />

stesse che all’indomani del<br />

rinvio si sono già dette assolutamente<br />

pronte a collaborare<br />

a 360 gradi per fare in<br />

modo che ISM e ProSweets<br />

2022 diano ancora una volta<br />

il loro insostituibile contributo<br />

ai successi della filiera mondiale<br />

dell’industria dolciaria e<br />

degli snack.<br />

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20_21_NEWS_APPUNTAMENTI.indd 20 25/01/21 16:50


appuntamenti<br />

ANUGA FOODTEC SI TERRÀ<br />

NELL’APRILE 2022<br />

Alla luce dell’emergenza<br />

sanitaria internazionale,<br />

Koelnmesse ha deciso di posticipare<br />

la prossima edizione<br />

di Anuga FoodTec, che era in<br />

calendario nel prossimo mese<br />

di marzo, al 2022, dal 26 al<br />

29 aprile, una collocazione<br />

“obbligata” nell’affollato calendario<br />

del quartiere fieristico<br />

tedesco. Una scelta inevitabile,<br />

per quanto sofferta – sottolineano<br />

gli organizzatori<br />

– adottata dopo una serie di<br />

consultazioni con gli espositori<br />

e con tutte le associazioni di<br />

categoria e le istituzioni coinvolte<br />

nella grande fiera internazionale<br />

delle tecnologie per<br />

l’industria alimentare.<br />

“Purtroppo abbiamo dovuto<br />

prendere un’amara decisione<br />

anche per i settori delle tecnologie<br />

alimentari”, ha commentato<br />

Thomas Rosolia,<br />

amministratore delegato della<br />

filiale italiana di Koelnmesse.<br />

“Abbiamo lavorato a ogni<br />

livello per garantire un quartiere<br />

fieristico che rispettasse<br />

le più stringenti norme di sicurezza,<br />

ma è indubbio che i<br />

regolamenti emanati da governi<br />

e autorità, la difficoltà<br />

di viaggiare e il perdurare di<br />

un alto livello di contagio siano<br />

dei deterrenti troppo forti.<br />

Un clima che ha certamente<br />

pesato anche sulla scelta delle<br />

moltissime aziende italiane<br />

che avrebbero dovuto essere<br />

a Colonia fra pochi mesi: dai<br />

nostri contatti quotidiani è<br />

emersa quella preoccupazione<br />

crescente che ci ha spinto a<br />

decidere, di comune accordo,<br />

di posticipare Anuga FoodTec<br />

al 2022”.<br />

Koelnmesse Italia ha ideato<br />

una nuova piattaforma digitale:<br />

Kite FoodTec. Si tratta di<br />

una vetrina che permetterà<br />

agli espositori di presentare<br />

i propri prodotti e le proprie<br />

innovazioni – a partire da<br />

gennaio 2021 – agli operatori<br />

qualificati del settore<br />

Food&FoodTec.<br />

L’agenda<br />

Biofach (digitale)<br />

17-20 febbraio 2021<br />

www.biofach.de<br />

Sigep<br />

15-17 marzo 2021<br />

Rimini<br />

www.sigep.it<br />

Marcabybolognafiere<br />

24-25 marzo 2021<br />

Bologna<br />

www.marca.bolognafiere.it<br />

Anufood China<br />

21-23 aprile 2021<br />

Shenzen, Cina<br />

www.koelnmesse.it<br />

Meat-Tech<br />

17-20 maggio 2021<br />

Milano<br />

www.meat-tech.it<br />

Tuttofood<br />

22-26 ottobre 2021<br />

Milano<br />

www.tuttofood.it<br />

Packaging Première<br />

25-27 maggio 2021<br />

Milano<br />

www.packagingpremiere.it<br />

Thaifex Anuga Asia<br />

25-29 maggio 2021<br />

Bankok, Thailandia<br />

thaifex-anuga.com<br />

Propak Asia<br />

16-19 giugno 2021<br />

Bankok, Thailandia<br />

www.propakasia.com<br />

H20 - Accadueo<br />

23-25 giugno 2021<br />

Bologna<br />

www.accadueo.com<br />

SPS Italia<br />

6-8 luglio 2021<br />

Parma<br />

www.spsitalia.it<br />

SIC - Salone Industria Casearia<br />

e Conserviera<br />

22-24 ottobre 2021<br />

San Marco Evangelista (CE)<br />

www.saloneindustriacasearia.it<br />

FI Europe<br />

30 novembre - 2 dicembre<br />

2021<br />

Francoforte, Germania<br />

www.figlobal.com<br />

IPPE<br />

25-27 gennaio 2022<br />

Atlanta, Usa<br />

www.ippexpo.org<br />

ISM e Prosweets<br />

30 gennaio - 2 febbraio 2022<br />

Colonia, Germania<br />

www.prosweets.com<br />

www.ism-cologne.com<br />

Anuga FoodTec<br />

26-29 aprile 2022<br />

Colonia, Germania<br />

www.anugafoodtec.com<br />

Ipack-Ima<br />

3-6 maggio 2022<br />

Milano<br />

www.ipackima.com<br />

IFFA<br />

14-19 maggio 2022<br />

Monaco di Baviera, Germania<br />

www.iffa.de<br />

Cibus Tec<br />

25-28 ottobre 2022<br />

Parma<br />

www.cibustec.it<br />

Interpack<br />

4-10 maggio 2023<br />

Düsseldorf, Germania<br />

www.interpack.de<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

www.interprogettied.com<br />

21<br />

20_21_NEWS_APPUNTAMENTI.indd 21 27/01/21 11:04


ingredienti<br />

Una rassegna del<br />

Centro di ricerca CREA<br />

dimostra che è possibile<br />

mantenere inalterate<br />

le proprietà dei<br />

formaggi facendo<br />

ricorso esclusivamente<br />

all’uso di conservanti<br />

naturali di origine<br />

vegetale. Con effetti<br />

benefici per la salute<br />

del consumatore.<br />

Foto Anthony<br />

Arnaud, Pixabay<br />

di Claudia<br />

Tamiro<br />

CONSERVANTI NATURALI<br />

PER LA SICUREZZA E LA QUALITÀ<br />

DEL FORMAGGIO<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

22<br />

Da quando il consumatore è venuto a conoscenza dell’uso<br />

dei conservanti alimentari il mercato ha registrato un<br />

incremento della domanda di prodotti cosiddetti “bio”.<br />

Prima dell’introduzione di prodotti chimici negli alimenti,<br />

gli unici conservanti a cui le nonne avevano fatto ricorso<br />

erano il sale, il freddo, l’olio. Ma una rassegna condotta<br />

dalle ricercatrici Pamela Manzi e Mena Ritota del CREA -<br />

Centro di Ricerca Alimenti e Nutrizione di Roma dimostra<br />

come sia possibile fare ricorso anche alle piante per conservare<br />

ad esempio il formaggio e ottenerne addirittura<br />

dei benefici per la salute.<br />

Il formaggio, infatti, come noto, è un alimento suscettibile<br />

alla contaminazione da parte di microrganismi che<br />

possono comportare una ridotta durata di conservazione<br />

del prodotto, oltre che rischi per la salute dei consumatori.<br />

“Il regolamento UE n.1129/2011 permette l’utilizzo di<br />

conservanti nel processo di produzione, ma allo stesso<br />

tempo i consumatori chiedono sempre più cibo sano e<br />

soprattutto privo di conservanti sintetici”, spiega Pamela<br />

Manzi. “Proprio per questo gli ingredienti naturali stanno<br />

ricevendo sempre più attenzione come sostituti degli additivi<br />

chimici, anche perché hanno composti bioattivi, che<br />

potrebbero apportare benefici alla salute nella prevenzione<br />

di diverse malattie”.<br />

Inoltre, secondo lo studio, presentato in anteprima durante<br />

la special edition di Fiere Zootecniche Internazionali<br />

di Cremona dal 3 al 5 dicembre <strong>2020</strong>, la maggior parte<br />

degli ingredienti naturali ha mostrato diverse attività, tra<br />

cui quella antimicrobica, che potrebbe ritardare o inibire<br />

la crescita di microrganismi patogeni negli alimenti, oltre<br />

ad avere un effetto positivo sulle caratteristiche nutrizionali<br />

e sensoriali del prodotto finito.<br />

A seguito della rapida globalizzazione della produzione e<br />

del commercio alimentare, c’è stato un marcato aumen-<br />

www.interprogettied.com<br />

22_24_ART_FORMAGGI.indd 22 25/01/21 15:54


ingredienti<br />

to della probabilità di incidenti internazionali<br />

che coinvolgono alimenti<br />

contaminati: basta ricordare l’incidente<br />

della melamina in Cina nel<br />

2008, l’epidemia tedesca di<br />

Escherichia coli. L’urgente necessità<br />

di affrontare la sicurezza alimentare<br />

su scala globale ha portato alla creazione<br />

nel 2004 di un programma<br />

congiunto delle Nazioni Unite, della<br />

Fao, dell’Oms e della International<br />

Food Safety Authorities Network,<br />

una rete globale di 190 autorità nazionali<br />

per la sicurezza alimentare,<br />

che mira a prevenire la diffusione internazionale<br />

di alimenti contaminati<br />

e malattie di origine alimentare e rafforzare<br />

i sistemi di sicurezza alimentare<br />

a livello globale.<br />

L’obiettivo generale di queste norme<br />

igieniche è garantire un elevato livello<br />

di protezione dei consumatori per<br />

quanto riguarda la sicurezza alimentare,<br />

adottando un approccio integrato,<br />

in cui ogni operatore della catena<br />

alimentare deve garantire che la<br />

sicurezza alimentare non sia compro-<br />

messa lungo l’intera filiera. I prodotti<br />

lattiero-caseari, in particolare, sono<br />

generalmente suscettibili alla contaminazione<br />

e il trattamento delle croste<br />

con conservanti può diventare<br />

quindi un passaggio nella produzione,<br />

soprattutto durante i lunghi tempi<br />

di stagionatura.<br />

I CONSERVANTI CHIMICI<br />

Sebbene i conservanti siano sicuri per<br />

la salute umana nel dosaggio consentito<br />

(secondo il regolamento europeo<br />

1129/2011), e ampiamente utilizzati<br />

nell’industria alimentare, il consumo<br />

di una grande quantità di questi additivi<br />

può dare origine a determinati<br />

problemi di salute. Pertanto, le preoccupazioni<br />

per la sicurezza di alcuni<br />

conservanti chimici e la percezione<br />

negativa dei consumatori nei confronti<br />

degli additivi sintetici hanno<br />

portato a un crescente interesse per<br />

alternative più naturali, tra cui i composti<br />

a base vegetale.<br />

I CONSERVANTI NATURALI<br />

L’uso di erbe e spezie nella produzione<br />

del formaggio è una pratica diffusa<br />

fin dall’antichità.<br />

Numerosi sono i formaggi già trattati<br />

con erbe naturali, in particolare in Italia<br />

(Casoperuto, Marzolino, Romano pe-<br />

Nello studio del<br />

CREA, la maggior<br />

parte degli<br />

ingredienti naturali<br />

ha mostrato<br />

diverse attività,<br />

tra cui quella<br />

antimicrobica,<br />

che potrebbero<br />

ritardare o inibire<br />

la crescita di<br />

microrganismi<br />

patogeni negli<br />

alimenti<br />

pato, Piacentinu Ennese DOP, ecc.),<br />

dove la tradizione casearia è antichissima,<br />

pertanto la ricerca scientifica è<br />

attualmente concentrata sullo sviluppo<br />

di nuovi metodi per utilizzare<br />

estratti naturali come conservanti. I<br />

composti naturali che esercitano attività<br />

antimicrobica e che si trovano in<br />

concentrazioni più elevate nelle piante<br />

sono composti fenolici, terpeni<br />

(monoterpeni, sesquiterpeni), aldeidi<br />

e chetoni, composti contenenti zolfo.<br />

Antibatterici. L’attività antibatterica<br />

dei composti naturali viene generalmente<br />

valutata contro i principali microrganismi<br />

patogeni comunemente<br />

riportati nei formaggi, come Listeria<br />

monocytogenes, Staphylococcus aureus,<br />

Escherichia coli e Salmonella.<br />

Tra le piante più efficaci, l’olio di semi<br />

di cumino nero integrato con un formaggio<br />

a pasta molle ha mostrato<br />

un’attività antibatterica generale<br />

contro tutti i principali batteri patogeni<br />

del formaggio. Caienna e pepe<br />

verde sono stati in grado di ridurre la<br />

popolazione di S. aureus nel formaggio<br />

egiziano Kareish, mentre estratti<br />

di cannella, aglio, citronella, crescione,<br />

rosmarino, salvia e origano hanno<br />

inibito individualmente la popolazione<br />

di L. monocytogenes nei formaggi<br />

lavorati. Gli oli essenziali di origano e<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

www.interprogettied.com<br />

23<br />

22_24_ART_FORMAGGI.indd 23 25/01/21 15:54


ingredienti<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

timo hanno dimostrato di esercitare<br />

attività antimicrobica contro L. monocytogenes<br />

nella feta, mentre nel<br />

formaggio bianco iraniano, salvia e<br />

oli essenziali di basilico hanno mostrato<br />

attività antimicrobica contro L.<br />

monocytogenes.<br />

Recentemente anche gli estratti acquosi<br />

sono stati valutati come potenziali<br />

conservanti naturali, ad esempio<br />

gli estratti acquosi di aghi di pino.<br />

Antimicotici. Alcuni composti di origine<br />

vegetale hanno anche mostrato<br />

risultati promettenti nell’inibire la crescita<br />

di funghi patogeni. I funghi<br />

sono microrganismi che alterano in<br />

modo significativo gli alimenti durante<br />

la conservazione, determinando la<br />

non idoneità al consumo umano, riducendo<br />

il loro valore nutritivo e talvolta<br />

producendo micotossine.<br />

Diversi olii essenziali (cannella, basilico,<br />

zenzero, limone, menta piperita,<br />

ago di pino e menta verde) hanno<br />

mostrato in vitro una attività antifungina<br />

contro Penicillium spp. e, tra<br />

questi oli essenziali, quelli di foglie e<br />

cortecce di cannella sono stati testati<br />

come antimicrobici durante la stagionatura<br />

del formaggio. La conferma<br />

dell’efficacia di questo olio essenziale<br />

è stata ottenuta anche da altri studi<br />

che hanno rivelato come l’olio essenziale<br />

di cannella, utilizzato in un film<br />

per il confezionamento di un formaggio<br />

spalmabile, ha ritardato la crescita<br />

di Apergillus niger e Penicillium<br />

expansum.<br />

Erbe e spezie hanno numerosi composti<br />

bioattivi che forniscono potenziali<br />

benefici per la salute. Gli studi<br />

hanno dimostrato che la maggior<br />

parte degli effetti sulla salute di erbe<br />

e spezie su diverse malattie, come<br />

cancro, malattie cardiovascolari, artrite<br />

e protezione della salute mentale,<br />

possono essere mediati dai loro<br />

forti effetti antiossidanti. L’azione<br />

antiossidante dei composti di origine<br />

vegetale è dovuta principalmente<br />

all’elevata concentrazione di composti<br />

fenolici, mentre il formaggio, di<br />

per sé, contiene una bassa quantità<br />

Numerosi sono<br />

i formaggi già<br />

trattati con erbe<br />

naturali. Ora la<br />

ricerca scientifica<br />

sta sviluppando<br />

nuovi metodi per<br />

utilizzare estratti<br />

naturali come<br />

conservanti (Foto<br />

PIxabay)<br />

di questi composti, pertanto l’aggiunta<br />

di estratti vegetali nei formaggi<br />

può avere un effetto positivo. Ad<br />

esempio, l’aggiunta di estratti di Inula<br />

britannica in un formaggio di tipo<br />

cheddar ha fatto riscontrare un aumento<br />

dell’attività antiossidante.<br />

Tuttavia, i composti di origine vegetale<br />

hanno generalmente un sapore<br />

forte, anche se presenti in piccole<br />

quantità, il che potrebbe comportare<br />

un possibile rifiuto dei consumatori.<br />

Fortunatamente la ricerca scientifica<br />

è attualmente in grado di effettuare<br />

studi analitici sulle proprietà sensoriali<br />

dei formaggi, per ottimizzare l’utilizzo<br />

di composti naturali e migliorare<br />

le caratteristiche sensoriali del formaggio.<br />

Un altro vantaggio per la ricerca<br />

scientifica odierna è che le apparecchiature<br />

analitiche sono anche<br />

in grado di valutare il profilo aromatico<br />

del formaggio, al fine di determinare<br />

il contributo reale di ciascun<br />

composto naturale all’aroma del formaggio.<br />

“Un altro aspetto su cui è necessario<br />

riporre molta attenzione e che, a nostro<br />

avviso, non è stato ancora preso<br />

in considerazione, è il potenziale utilizzo<br />

di conservanti naturali per migliorare<br />

ulteriormente il valore nutrizionale<br />

del formaggio”, concludono<br />

le ricercatrici. “Erbe e spezie, infatti,<br />

possono essere utilizzate in diverse<br />

ricette per sostituire parzialmente o<br />

totalmente ingredienti meno salutari<br />

come sale e grassi saturi”.<br />

Foto Pixabay<br />

24<br />

22_24_ART_FORMAGGI.indd 24 25/01/21 15:54


ingredienti<br />

160 TIPOLOGIE DI PASTE ACIDE<br />

Ernst Böcker GmbH & Co. fu fondata<br />

nel 1920 e fin da subito si impose<br />

nel mercato come un’azienda all’avanguardia<br />

nello sviluppo di nuovi<br />

metodi di fermentazione per la creazione<br />

di paste acide e lieviti naturali,<br />

attraverso processi sicuri ed efficaci,<br />

che vengono utilizzati nell’industria<br />

ancora oggi.<br />

Oggi Böcker è guidata dalla quarta<br />

generazione: lungimiranza, innovazione<br />

e uno sguardo proiettato al<br />

futuro l’hanno portata ad essere un<br />

protagonista internazionale nelle paste<br />

acide, avvalendosi di professionisti<br />

specializzati a supporto del cliente<br />

nella consulenza e assistenza tecnica e<br />

nello sviluppo di ricette personalizzate.<br />

La gamma dei prodotti comprende<br />

più di 160 differenti tipologie tra paste<br />

acide, starter e mix, per le più svariate<br />

possibilità di impiego: dal pane,<br />

pizza e lievitati in genere, ai grissini,<br />

biscotti e pastry.<br />

L’utilizzo delle paste acide Böcker<br />

nelle ricette apporta notevoli vantaggi,<br />

tra i quali l’azienda segnala:<br />

• il miglioramento dell’elasticità e<br />

della lavorabilità dell’impasto, e della<br />

successiva lievitazione;<br />

• il mantenimento di fragranza,<br />

consistenza e profumo; il processo<br />

di fermentazione crea i precursori<br />

aromatici;<br />

• una shelf-life maggiore, con un livello<br />

inalterato di proprietà e gusto;<br />

• una migliore digeribilità.<br />

Negli ultimi anni Böcker si è dedicata<br />

con molta attenzione alle varianti gluten<br />

free, per incontrare le richieste in<br />

forte crescita dei consumatori che soffrono<br />

di allergie o intolleranze; si stima<br />

che nel 2050 sulla Terra 9 miliardi di<br />

persone avranno necessità di nutrirsi<br />

e l’1% sarà intollerante al glutine, ovvero<br />

90 milioni di consumatori.<br />

Böcker ha deciso di sviluppare diverse<br />

matrici alternative di paste acide<br />

gluten free: riso, mais, grano saraceno,<br />

quinoa.<br />

Dal 1999 le paste acide e i lieviti naturali<br />

di Ernst Böcker GMBH sono<br />

distribuite in Italia da ABS Food.<br />

Con più di cento anni di esperienza,<br />

Böcker sviluppa e produce ingredienti<br />

naturali per migliorare<br />

l’aroma e la struttura dei prodotti<br />

da forno. Nel laboratorio Böcker<br />

vengono sviluppati prodotti su specifiche<br />

richieste dei clienti e vengono<br />

testati processi di fermentazione<br />

che portano spesso a risultati sorprendenti,<br />

fornendo nuove caratterizzazioni<br />

aromatiche per le più<br />

diverse possibilità d’impiego.<br />

> estrusori > dosatori > componenti > trasporto pneumatico > sistemi completi<br />

ZSK Mv PLUS DI COPERION.<br />

LA MIGLIORE TECNOLOGIA PER<br />

L’ESTRUSIONE ALIMENTARE.<br />

+ Trattamento molto delicato dei prodotti per la massima qualità<br />

+ Design igienico: telaio di sostegno aperto<br />

+ Tempi di fermo macchina ridotti dovuti alla<br />

pulizia rapida ed efficiente<br />

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+ Velocità viti fino a 1800 giri al minuto<br />

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per la sua capacità di trattare delicatamente i prodotti alle massime prestazioni produttive. Ulteriori<br />

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25<br />

25_25_news ingredienti.indd 25 25/01/21 16:53


macchine<br />

Architettura modulare,<br />

gestione smart<br />

e compressori<br />

oil-free con tecnologia<br />

VSD caratterizzano<br />

il progetto realizzato<br />

da Atlas Copco<br />

nello stabilimento<br />

di SIAM a Modica.<br />

ARIA COMPRESSA CHE GARANTISCE<br />

LA QUALITÀ E LA PUREZZA<br />

DELL’ACQUA IMBOTTIGLIATA<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

26<br />

L’acqua oligominerale Santa Maria, che sgorga da una<br />

sorgente all’estremità sud-orientale della Sicilia, è imbottigliata<br />

con cura e precisione nello stabilimento di Modica<br />

(RG) che ha recentemente rinnovato il suo impianto di<br />

aria compressa.<br />

Il nuovo impianto, basato su tecnologia e progetto Atlas<br />

Copco, garantisce la purezza dell’aria e l’ottimizzazione<br />

dei consumi energetici grazie all’architettura modulare<br />

del sistema di aria compressa, alla tecnologia Oil-free dei<br />

compressori ed al programma di gestione e automazione<br />

della sala che garantisce in ogni momento un utilizzo<br />

efficiente di tutti i macchinari installati.<br />

Lo stabilimento di SIAM produce circa un milione di bottiglie<br />

al giorno di acqua minerale naturale, frizzante o leggermente<br />

frizzante destinate a utilizzi diversi: per l’utente singolo,<br />

per la famiglia, per i ristoranti e per le mense. Si tratta di due<br />

le linee produttive: una è dedicata esclusivamente a bottiglie<br />

di acqua naturale di due litri, mentre l’altra è dedicata ai<br />

formati dal mezzo litro ai due litri sia di acqua naturale che<br />

di acqua addizionata di anidride carbonica. La richiesta di<br />

aria compressa per la realizzazione di questi prodotti varia da<br />

un minimo di 300 m 3 /h a un massimo di 2.000 m 3 /h a pressione<br />

operativa di 29 bar(g).<br />

OTTIMIZZARE IL FLUSSO DELL’ARIA<br />

RISPARMIANDO ENERGIA<br />

La sfida di Atlas Copco, di fronte a una così elevata fluttuazione<br />

della richiesta, è stata quella di progettare un impianto<br />

in grado di adeguare in ogni momento il flusso dell’aria alle<br />

effettive necessità del cliente, con conseguente ottimizzazione<br />

dei consumi energetici. È stato pertanto implementato<br />

per SIAM un programma di automazione e gestione realizzato<br />

su specifiche di progetto Atlas Copco che legge in<br />

ogni momento dagli apparati di misura installati nell’impian-<br />

www.interprogettied.com<br />

26_27_ART ATLAS COPCO.indd 26 25/01/21 15:56


macchine<br />

Soluzioni smart per aria compressa e gas industriali<br />

Fondata nel 1873, Atlas Copco ha sede a Stoccolma, in Svezia, e ha clienti<br />

in più di 180 paesi e 37.000 dipendenti. La Divisione Compressori collabora<br />

con i clienti per trasformare le idee industriali in soluzioni smart all’avanguardia<br />

per aria compressa e gas industriali.<br />

to i dati di pressione, di portata dell’aria<br />

e di consumo energetico, attivando<br />

quindi le macchine più idonee in funzione<br />

del flusso d’aria richiesto.<br />

Grazie al sistema ZD Flex di<br />

Atlas Copco, in base al quale una serie<br />

di serbatoi di bassa pressione disaccoppia<br />

le due sezioni di compressione<br />

rendendo le singole macchine indipendenti<br />

fra loro, sono state garantite<br />

la flessibilità di esercizio e la possibilità<br />

di fornire aria di bassa pressione per i<br />

servizi ausiliari dello stabilimento.<br />

Nello specifico, sono stati installati due<br />

compressori bistadio a vite oil-free raffreddati<br />

ad acqua con essiccatore ad<br />

assorbimento integrato, e due booster<br />

oil-free a pistoni orizzontali e contrapposti.<br />

Per seguire al meglio le variazioni<br />

della produzione, sono stati inoltre<br />

previsti un booster con tecnologia<br />

VSD (Variable Speed Drive) e il nuovo<br />

compressore ZR 160 VSD+, insignito<br />

del premio “miglior prodotto dell’anno<br />

2019” dalla rivista Plant<br />

Engineering. Questo compressore,<br />

grazie al suo motore a magneti permanenti<br />

in classe energetica IE5 (efficienza<br />

del 97%) ed al suo innovativo<br />

stadio di compressione, consente di<br />

raggiungere una efficienza di circa il<br />

12% maggiore rispetto ai modelli precedenti,<br />

assicurando un minor impatto<br />

ambientale.<br />

L’architettura modulare del progetto<br />

si è dimostrata vincente anche durante<br />

il lock-down, verificatosi nel passaggio<br />

dal vecchio impianto al nuovo.<br />

L’installazione era già infatti prevista in<br />

due fasi: la prima fase prevedeva l’inserimento<br />

di due dei sei compressori<br />

acquistati in una nuova area appositamente<br />

costruita per l’ampliamento<br />

dell’impianto, mentre durante la seconda<br />

fase sarebbero stati sostituiti gli<br />

ultimi compressori Atlas Copco con i<br />

nuovi modelli. Seguendo quindi questo<br />

processo anche durante il lockdown,<br />

scattato fra la prima e la seconda<br />

fase del progetto e coinciso con un<br />

La richiesta di<br />

aria compressa<br />

di SIAM per la<br />

produzione delle<br />

sue acque minerali<br />

in bottiglia varia<br />

da un minimo<br />

di 300 m 3 /h<br />

a un massimo<br />

di 2.000 m 3 /h<br />

a pressione<br />

operativa<br />

di 29 bar(g)<br />

aumento della richiesta di acqua minerale,<br />

è stata garantita la continuità<br />

di produzione nonostante l’emergenza<br />

sanitaria.<br />

“Lavoriamo con Atlas Copco da circa<br />

vent’anni, quando abbiamo acquisito i<br />

nostri primi due compressori, e siamo<br />

sempre rimasti soddisfatti sia per l’affidabilità<br />

della tecnologia impiegata che<br />

dal grande spirito di collaborazione che<br />

abbiamo riscontrato in ogni occasione”,<br />

afferma Ottavio Dimartino,<br />

Responsabile Produzione di SIAM.<br />

“Anche per l’installazione ed il collaudo<br />

del nuovo impianto siamo stati seguiti<br />

con professionalità e siamo stati supportati<br />

inoltre nella redazione della dichiarazione<br />

DM 329 necessaria per la<br />

messa in servizio in sicurezza delle attrezzature<br />

in pressione. Aggiungo che<br />

la silenziosità dell’impianto e la riduzione<br />

di vibrazioni sono state determinanti<br />

per migliorare l’ambiente di lavoro<br />

nella nostra sala compressori”.<br />

“I dati per il monitoraggio forniti da<br />

Energy Team, la Energy Service<br />

Company che ci ha affiancato nel progetto<br />

ed ha fornito la strumentazione<br />

di misura di portata e di potenza, hanno<br />

evidenziato dei consumi specifici<br />

delle macchine migliori delle aspettative,<br />

con incremento complessivo dell’efficienza<br />

dell’impianto di circa il 25%<br />

che conseguentemente comporta un<br />

risparmio economico per il cliente”,<br />

afferma Giorgio Ceron, Project<br />

Engineer di Atlas Copco che ha progettato<br />

l’impianto e seguito tutto il suo<br />

processo di implementazione. “Ciò è<br />

stato merito sicuramente del nostro<br />

progetto combinato con una tecnologia<br />

innovativa, ma anche del programma<br />

di automazione e controllo che<br />

gestisce tutto l’impianto e che attiva i<br />

diversi compressori per ottimizzare il<br />

flusso di aria compressa in maniera costante.<br />

Inoltre, la sala compressori è<br />

monitorabile da remoto attraverso i più<br />

comuni device (smartphone, tablet,<br />

ecc.). Possiamo pertanto dire che le<br />

prestazioni della nuova sala compressori<br />

ci stanno dando grandi soddisfazioni.<br />

Ne siamo molto orgogliosi”.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

27<br />

26_27_ART ATLAS COPCO.indd 27 25/01/21 15:57


INTER<br />

macchine<br />

LE MACCHINE PER IL PACKAGING IN LEGGERO CALO<br />

Secondo i pre-consuntivi di Mecs - Centro<br />

Studi Ucima, il settore delle tecnologie per il<br />

confezionamento rallenta la sua corsa. In leggero<br />

calo sia il mercato nazionale (-6,8%), sia<br />

l’export (-4,5%).<br />

Una piccola battuta d’arresto nella corsa che<br />

pareva inarrestabile dei costruttori italiani di<br />

macchine per packaging: nel <strong>2020</strong>, secondo<br />

i dati pre-consuntivi di Mecs - Centro Studi di<br />

Ucima (Unione Costruttori Italiani Macchine<br />

Automatiche per il confezionamento e l’imballaggio),<br />

il fatturato complessivo del settore<br />

si attesta a 7.639 milioni di euro, in calo del<br />

5% rispetto al risultato registrato nel 2019.<br />

Un dato che di certo non sorprende, alla<br />

luce dell’annus horribilis che si è da poco<br />

concluso: in aggiunta all’emergenza sanitaria,<br />

il <strong>2020</strong> ha visto infatti un globale e generalizzato<br />

rallentamento dell’economia. Le<br />

performance positive di alcuni importanti<br />

settori clienti (quali Food & Beverage,<br />

Pharma, Home & Personal Care) hanno<br />

quindi soltanto mitigato il dato di fine anno.<br />

Matteo Gentili, presidente di Ucima<br />

In particolare, il mercato dei costruttori italiani<br />

di macchine per il packaging è calato<br />

del 6,8% in Italia, per un valore assoluto di<br />

1.574 milioni di euro. L’export, storico punto<br />

di forza del settore, ha contribuito complessivamente<br />

per 6.065 milioni di euro,<br />

flettendo comunque del 4,5% rispetto all’esercizio<br />

precedente.<br />

“Ci aspettavamo questo rallentamento ma<br />

il nostro settore resta robusto e guarda al<br />

futuro con fiducia”, ha commentato Matteo<br />

Gentili, presidente di Ucima. “L’emergenza<br />

Covid non ci ha colto impreparati: abbiamo<br />

anzi dimostrato la nostra forza anche nelle<br />

difficoltà. Grazie alle nostre tecnologie 4.0,<br />

che consentono il controllo in remoto degli<br />

impianti, il collaudo e l’assistenza a distanza,<br />

siamo sempre rimasti vicini ai nostri clienti in<br />

tutto il mondo. Nel 2021 contiamo di tornare<br />

a crescere, ma occorre prudenza.<br />

Siamo consapevoli che i nostri competitor<br />

sono quantomai agguerriti e che, a causa<br />

della pandemia, l’incertezza in molti mercati<br />

regna ancora sovrana”.<br />

A proposito di investimenti in nuove tecnologie,<br />

sarà importante l’avvio del Piano<br />

Nazionale Transizione 4.0, un investimento<br />

del Governo italiano di circa 24 miliardi di<br />

euro. Ucima giudica con favore una misura<br />

che vede il potenziamento di tutte le aliquote<br />

di detrazione e un importante anticipo<br />

dei tempi di fruizione.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

PORZIONATRICE A PESO FISSO<br />

La porzionatrice a peso fisso<br />

Portio di Marelec, distribuita in<br />

Italia da Lazzari Equipment, è<br />

una taglierina che porziona a<br />

peso fisso tagli di carne bovina,<br />

divide in porzioni a peso fisso<br />

carne suina e salumi, taglia in<br />

porzioni dello stesso peso carne<br />

di pollo e tacchino, porziona<br />

con alta precisione filetti di pesce<br />

e divide in tranci dal peso<br />

uguale ogni tipo di pesce intero<br />

eviscerato.<br />

Portio scansiona il taglio di carne<br />

e di salume utilizzando 3 telecamere<br />

con tecnologia laser<br />

che rilevano la forma tridimensionale<br />

del prodotto da tagliare<br />

in porzioni dello stesso peso: il<br />

computer del porzionatore calcola<br />

dove effettuare il taglio del<br />

prodotto per ottenere porzioni<br />

dal peso uguale.<br />

Una pesatrice ottica può ottimizzare<br />

la precisione di porzionatura<br />

a peso fisso calcolando<br />

le differenti caratteristiche dei<br />

diversi prodotti da tagliare.<br />

Sono disponibili diversi tipi di<br />

lame di taglio, di gripper e di<br />

sistemi di tenuta del prodotto,<br />

per adattarsi ad ogni esigenza<br />

di taglio a peso fisso. La porzionatrice<br />

è completamente apribile<br />

e lavabile velocemente con<br />

lance ad alta pressione per costi<br />

di sanificazione bassi. I motori,<br />

l’elettronica e gli encoders sono<br />

protetti dall’umidità assicurando<br />

estrema affidabilità.<br />

Ecco le sue principali caratteristiche:<br />

• Dimensioni prodotto: Portio1,<br />

1000 x 240 x 150 mm; Portio3,<br />

800 x 240 x 150 mm.<br />

• Larghezza del nastro prodotto:<br />

254 mm.<br />

• Velocità del nastro regolabile<br />

sino a 60 cm/secondo.<br />

• Capacità produttiva: sino a<br />

17,5 tagli/secondo.<br />

• Possibile porzionare il prodotto<br />

a peso fisso con tagli obliqui.<br />

• Costruita in acciaio inox AISI<br />

304 e plastica approvata FDA.<br />

• Nastro modulare per manutenzione<br />

veloce ed economica.<br />

• Pannello comandi IP 67 con<br />

elettronica integrata.<br />

• Sanificazione tramite sistema<br />

integrato CIP.<br />

• Controllo remoto con connessione<br />

ethernet per assistenza<br />

rapida.<br />

• Optional: check-weigher per<br />

ottimizzare la precisione dei tagli<br />

a peso fisso.<br />

• Optional: grader all’uscita del<br />

taglio per la precisa selezione<br />

delle porzioni da inviare alla<br />

confezionatrice per vassoietti a<br />

peso fisso.<br />

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Pag. 30<br />

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e Farmaceutica è la nuova rivista di<br />

Interprogetti che, oltre ad offrire un quadro<br />

esaustivo sullo stato dell'arte dei due<br />

settori di riferimento, rappresenta uno<br />

strumento di lavoro qualificato, attraverso<br />

una presentazione completa dell'innovazione<br />

tecnologica ad essi dedicata.<br />

<strong>Tecnologie</strong> <strong>Alimentari</strong>, la rivista<br />

tecnico-scientifica di riferimento per<br />

i tecnologi alimentari, illustra le reali<br />

innovazioni, con i contributi dei massimi<br />

esperti dei diversi comparti del<br />

settore. Ingredienti macchine e attrezzature<br />

per ottenere l'eccellenza<br />

del prodotto alimentare.<br />

La Subfornitura, la rivista che presenta<br />

l'attuale realtà della lavorazione<br />

per conto terzi, i cui protagonisti<br />

hanno acquisito una maggiore specializzazione<br />

e collaborano con il<br />

committente per la messa a punto<br />

del prodotto finito.<br />

La Plastica Oggi e Domani rivista<br />

dedicata al settore materie plastiche<br />

che fornisce, un’informazione esaustiva<br />

sulle nuove tecnologie, i materiali<br />

e le applicazioni.<br />

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Italia: ❏ spedizione ordinaria 40,00 €<br />

❏ contrassegno 43,00 €<br />

Estero: ❏ spedizione ordinaria 58,50 €<br />

❏ spedizione prioritaria Europa 65,00 €<br />

❏ spedizione prioritaria Africa, America, Asia 92,00 €<br />

❏ spedizione prioritaria Oceania 140,00 €<br />

Italia: ❏ spedizione ordinaria 61,00 €<br />

❏ contrassegno 65,00 €<br />

Estero: ❏ spedizione ordinaria 89,50 €<br />

❏ spedizione prioritaria Europa 101,00 €<br />

❏ spedizione prioritaria Africa, America, Asia 125,00 €<br />

❏ spedizione prioritaria Oceania 140,00 €<br />

Italia: ❏ spedizione ordinaria 61,00 €<br />

❏ contrassegno 65,00 €<br />

Estero: ❏ spedizione ordinaria 89,50 €<br />

❏ spedizione prioritaria Europa 101,00 €<br />

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❏ spedizione prioritaria Oceania 140,00 €<br />

Indirizzo a cui vanno effettuate le spedizioni:<br />

Nome ..............................................................................................<br />

Cognome........................................................................................<br />

Ditta/ente ........................................................................................<br />

Via...................................................................................................<br />

Città ...............................................................................................<br />

Prov .................Cap ..........................Naz .......................................<br />

Tel. ..................................................................................................<br />

e-mail .............................................................................................<br />

Informativa a richiesta di consenso - d.lgs 196/2003. Ai sensi dell’art.11 della Legge 675/96<br />

ed in relazione all’informativa che avete fornito sui dati richiesti, si esprime il consenso al trattamento<br />

ed alla comunicazione degli stessi.<br />

Firma ...............................................................................................<br />

Modalità di pagamento:<br />

❏<br />

Assegno bancario allegato alla presente in busta chiusa<br />

❏ Bonifico bancario IBAN IT10 T031 0422 9030 0000 0820 424<br />

❏<br />

Carta di credito:<br />

❏<br />

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Scadenza ..................................................................................<br />

Italia: ❏ spedizione ordinaria 45,00 €<br />

❏ contrassegno 48,00 €<br />

Estero: ❏ spedizione ordinaria 60,00 €<br />

❏ spedizione prioritaria Europa 70,00 €<br />

❏ spedizione prioritaria Africa, America, Asia 85,00 €<br />

❏ spedizione prioritaria Oceania 100,00 €<br />

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28_29_news macchine.indd 29 25/01/21 16:31


energia<br />

Il potenziale del solare<br />

termico a servizio<br />

dei processi industriali<br />

è elevato, soprattutto<br />

se le temperature<br />

non superano 150°C.<br />

Il settore alimentare<br />

si presta meglio di altri<br />

all’utilizzo di questa fonte<br />

energetica, estendendone<br />

i benefici alla<br />

produzione dei cibi<br />

‘made in Italy’.<br />

I BENEFICI DEL CALORE SOLARE<br />

NEI PROCESSI ALIMENTARI<br />

di Riccardo<br />

Battisti*<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

*Ingegnere meccanico<br />

e Senior Project<br />

Manager per Ambiente<br />

Italia Srl<br />

I dati lo confermano: esiste un forte potenziale di utilizzo per<br />

il solare termico a servizio dei processi industriali, soprattutto<br />

se le temperature richieste rientrano in valori inferiori ai 150°C,<br />

dove i collettori solari convenzionali possono operare in maniera<br />

efficiente. Guardando ai diversi settori industriali emerge<br />

come, per alcuni di essi, l’utilizzo del solare termico sia più<br />

conveniente, soprattutto nel comparto alimentare, ma anche<br />

meccanico e tessile. Il motivo principale risiede nel<br />

fatto che in settori come questi sono numerosi i<br />

processi che necessitano di acqua calda a temperature<br />

contenute come la bollitura, la pastorizzazione,<br />

il lavaggio, l’essicazione, la cottura, lo sbiancamento,<br />

ecc. Un caso interessante, preso in analisi, è il<br />

sotto-settore della birra. Bevanda amata in tutto il<br />

mondo che permette di sfruttare gli impianti solari<br />

termici per ottimizzare la produzione di birrifici su<br />

scala familiare o industriale. Un esempio è quello<br />

dell’Australia, ma anche l’Italia vanta diversi casi di impianti<br />

solari termici utilizzati nel processo produttivo di latte, ortofrutta,<br />

vino ma anche carne e insaccati.<br />

PIÙ CALORE CHE ELETTRICITÀ<br />

Quando si parla di processi industriali e dei consumi energetici<br />

a essi associati, subito si pensa alle bollette elettriche e alla<br />

recente ampia diffusione di impianti fotovoltaici sui<br />

capannoni, dimenticando così la voce che, invece,<br />

si dimostra più rilevante nelle spese energetiche delle<br />

industrie: i consumi associati agli utilizzi termici.<br />

Secondo un recente studio realizzato nell’ambito<br />

del progetto Solar Payback (www.solar-payback.<br />

com), infatti, il fabbisogno termico nel solo settore<br />

industriale a livello mondiale supera il consumo elettrico<br />

complessivo di tutti i settori messi assieme.<br />

Il consumo energetico totale dell’industria ammon-<br />

30<br />

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energia<br />

Collettori Fresnel per l’impianto<br />

solare di Noto (foto CSP-F)<br />

BIRRA SOLARE<br />

Il settore industriale di produzione e<br />

imbottigliamento delle bevande include<br />

diversi processi la cui richiesta di calore<br />

avviene a una temperatura comta<br />

al 32% del valore complessivo di tutti<br />

i settori e, di questo 32%, i 3/4 circa<br />

sono imputabili al fabbisogno termico<br />

mentre solo 1/3 è legato ai consumi elettrici.<br />

Se si esplode questo dato a un livello<br />

di dettaglio ancora superiore, si vede<br />

che più del 50% di tale fabbisogno termico<br />

è associato a processi industriali<br />

che operano a basse o medie temperature,<br />

vale a dire fino a 400°C. Il dato del<br />

50% è ancora suddivisibile in un 30%<br />

circa a bassa temperatura, cioè fino a<br />

150°C, e un 20% nel campo delle medie<br />

temperature, da 150°C a 400°C.<br />

tenendo a mente questi requisiti preliminari,<br />

appare subito evidente che esistono<br />

alcune applicazioni più promettenti,<br />

soprattutto nell’industria<br />

alimentare, in quella meccanica e in<br />

quella tessile. In questi settori, infatti,<br />

sono numerosi i processi che richiedono<br />

acqua calda a temperature contenute,<br />

come la bollitura, la pastorizzazione,<br />

il lavaggio, l’essicazione, la<br />

cottura, lo sbiancamento, ecc.<br />

COME INTEGRARE<br />

IL SOLARE TERMICO<br />

Come già sopra accennato, per molti<br />

processi industriali può essere sufficiente<br />

l’impiego di tecnologie convenzionali,<br />

come i collettori solari piani vetrati di<br />

buona qualità.<br />

Qualora, invece, le temperature salgano,<br />

superando anche i 150°C, si renderà<br />

probabilmente necessario l’utilizzo<br />

di tecnologie più performanti come,<br />

ad esempio, i collettori parabolici lineari<br />

o la tipologia Fresnel. Si tratta, in<br />

ambedue i casi, di sistemi a concentrazione<br />

in grado di operare con buona<br />

efficienza anche a temperature di fornitura<br />

più elevate.<br />

Un punto chiave, poi, è quello dell’integrazione<br />

dell’impianto solare termico<br />

all’interno del sistema di produzione e<br />

distribuzione dell’energia termica già<br />

preesistente nell’impianto industriale in<br />

L’impianto solare<br />

a servizio<br />

del birrificio Flecks<br />

Brauhaus<br />

a Frohnleiten,<br />

in Austria<br />

(foto Savosolar)<br />

esame. Bisogna ricordare innanzitutto<br />

il principio generale alla base di un corretto<br />

ed efficiente funzionamento di<br />

qualsiasi impianto solare termico: più è<br />

bassa la temperatura operativa alla<br />

quale si riescono a far funzionare i collettori,<br />

migliore sarà il loro rendimento.<br />

La ricerca del punto più adatto per l’integrazione<br />

sarà allora la ricerca delle<br />

zone dove esiste la possibilità di fornire<br />

calore a bassa temperatura.<br />

Questo è il motivo per cui, in molti degli<br />

impianti a oggi realizzati, il solare termico<br />

opera in pre-riscaldamento dell’acqua<br />

di alimento della caldaia convenzionale,<br />

normalmente attraverso un<br />

serbatoio di accumulo che consenta di<br />

bilanciare eventuali sfasamenti tra domanda<br />

e offerta di calore.<br />

Esiste anche la possibilità, però, di una<br />

generazione diretta di vapore tramite<br />

solare. La produzione del vapore può<br />

essere anche di tipo indiretto, vale a<br />

dire non prodotta all’interno del collettore<br />

ma attraverso uno scambiatore di<br />

calore. Nel circuito del collettore, allora,<br />

è presente acqua pressurizzata ad alta<br />

temperatura o un olio diatermico.<br />

I PROCESSI INDUSTRIALI PIÙ ADATTI<br />

Dai dati ora esposti è chiaro, perciò, che<br />

esiste un notevole potenziale di utilizzo<br />

per il solare termico a servizio dei processi<br />

industriali, soprattutto dove le<br />

temperature richieste dai processi stessi<br />

sono limitate a valori inferiori ai<br />

150°C, dove collettori solari convenzionali,<br />

seppur di ottima qualità, possono<br />

operare con un’efficienza soddisfacente.<br />

In un campo di valori superiori, ad<br />

esempio tra 150°C e 400°C, invece, si<br />

rende necessario l’impiego di collettori<br />

solari speciali.<br />

Se si guarda ai diversi settori industriali<br />

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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

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30_32_ARTICOLO BATTISTI.indd 31 26/01/21 09:56


energia<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

patibile con quella dei collettori solari<br />

termici: lavaggio delle bottiglie, sterilizzazione<br />

dei contenitori e riscaldamento<br />

e cottura degli ingredienti.<br />

Particolarmente interessante è il sottosettore<br />

di produzione della birra. In<br />

Austria, ad esempio, sono stati realizzati<br />

diversi impianti solari termici a servizio<br />

di birrifici su scala familiare o industriale.<br />

Una installazione risalente al<br />

2014 è quella della Flecks Brauhaus a<br />

Frohnleiten dove 24 collettori solari piani<br />

vetrati, per una superficie totale di 48<br />

m 2 , forniscono calore a supporto dei<br />

processi di birrificazione. Per garantire<br />

un utilizzo del calore solare in fase con<br />

la domanda termica dei processi produttivi,<br />

l’energia termica prodotta dai<br />

collettori viene immagazzinata in quattro<br />

serbatoi di accumulo con un volume<br />

di 3.000 litri ciascuno.<br />

Un altro esempio nel settore della birra<br />

è l’impianto realizzato nell’azienda sudafricana<br />

Cape Brewing Company: il<br />

sistema solare termico, con una superficie<br />

lorda di 120 m 2 , riscalda acqua di<br />

processo tra i 70°C e i 90°C e il relativo<br />

investimento presenta un tempo di ritorno<br />

economico di circa 6 anni.<br />

L’output solare consente di coprire il<br />

30% dei consumi termici complessivi,<br />

Impianto a<br />

concentrazione<br />

a San Nicolò<br />

d’Arcidano<br />

(foto CSP-F)<br />

Impianto<br />

per un’industria<br />

di lavorazione<br />

insaccati in Austria<br />

(foto Solid)<br />

con un risparmio di circa 20.000 litri di<br />

cherosene all’anno. Un altro aspetto<br />

particolarmente interessante è che l’integrazione<br />

del nuovo sistema nell’impianto<br />

esistente ha richiesto solo una<br />

giornata di lavoro con la conseguenza<br />

di un tempo di interruzione della produzione<br />

davvero minimo.<br />

E IN ITALIA?<br />

Anche l’Italia può vantare diversi casi di<br />

impianti solari termici impiegati per utilizzi<br />

industriali. Un impianto di 57 m 2 ,<br />

ad esempio, pre-riscalda l’acqua di lavaggio<br />

del Centro Latte Stasi di Bari,<br />

mentre un sistema di 68 m 2 con collettori<br />

sottovuoto fornisce calore per il<br />

lavaggio di cassette ortofrutticole riutilizzabili<br />

in provincia di Ferrara.<br />

Un altro caso interessante è quello<br />

dell’azienda vinicola Fratelli Rizzi nel<br />

veronese, dove il solare viene applicato<br />

a servizio dell’industria enologica, con<br />

l’impiego di circa 60 m 2 di collettori solari<br />

installati sulle falde est e ovest della<br />

copertura dello stabilimento.<br />

Anche il settore della produzione di<br />

carne e insaccati può offrire interessanti<br />

opportunità: il salumificio Pedrazzoli,<br />

in provincia di Mantova, si è dotato già<br />

nel 2007 di un impianto solare termico<br />

da 242 m 2 con i collettori installati verticalmente<br />

sulla facciata dell’edificio<br />

industriale.<br />

Come già descritto, poi, il solare termico<br />

può essere anche impiegato per la produzione<br />

diretta di vapore. A San Nicolò<br />

d’Arcidano, in provincia di Oristano, la<br />

CSP-F Srl ha realizzato nel 2015 un impianto<br />

con 1.000 m 2 di collettori Fresnel<br />

a concentrazione per la fornitura di vapore<br />

di processo a un’industria casearia.<br />

Il sistema, con una potenza di targa pari<br />

a 460 kW, fornisce energia termica a<br />

180°C e a una pressione di 12 bar.<br />

Nel 2016, poi, la stessa CSP-F ha installato<br />

un impianto più grande a Noto, in<br />

provincia di Siracusa, sempre a servizio<br />

di un processo industriale: in questo<br />

caso il campo solare presenta una superficie<br />

di 2.250 m 2 di collettori Fresnel<br />

e una potenza nominale pari a 1.100<br />

kW. Anche in questo sistema si produce<br />

direttamente vapore a 212°C e a<br />

una pressione di 20 bar.<br />

Non bisogna dimenticare, infine, che<br />

l’incentivo nazionale del Conto<br />

Termico permette di coprire una notevole<br />

percentuale, solitamente tra il<br />

40% e il 65%, del costo di investimento<br />

in un impianto solare termico a uso<br />

industriale.<br />

32<br />

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energia<br />

TRIGENERAZIONE NEL SITO CHE PRODUCE COCA-COLA<br />

La sfida del presente, per il futuro della società<br />

e del pianeta, è stata lanciata ed è chiara:<br />

conciliare la crescita economica con l’efficienza<br />

energetica e la sostenibilità ambientale.<br />

Nell’ambito della produzione di energia elettrica<br />

e termica per le grandi aziende del settore<br />

food & beverage, e non solo, la soluzione<br />

tecnologica è già presente sul mercato,<br />

e la AB di Orzinuovi (BS) ne rappresenta il<br />

punto di riferimento a livello internazionale:<br />

la cogenerazione.<br />

Lo ha sicuramente compreso, tanto da farne<br />

un fiore all’occhiello della sua green policy, la<br />

Sibeg che dal 1960 produce e sviluppa tutti i<br />

prodotti a marchio The Coca-Cola Company<br />

in Sicilia, dando lavoro a 350 dipendenti e a<br />

circa 1000 persone legate all’indotto, la quale<br />

già porta avanti progetti legati alla responsabilità<br />

sociale e sostenibilità ambientale quali,<br />

ad esempio, la gestione dell’acqua<br />

responsabile, il riciclo dei prodotti e il Green<br />

Mobility Project. La volontà di razionalizzare<br />

ulteriormente i consumi di energia, di ridimensionare<br />

l’impatto ambientale e risparmiare<br />

sensibilmente a livello economico, unita<br />

alla necessità di impiegare energia in una triplice<br />

forma, hanno spinto l’azienda a optare<br />

per la soluzione tecnologicamente avanzata<br />

proposta da AB. Grazie all’installazione<br />

dell’impianto di trigenerazione nello stabilimento<br />

di Catania, l’azienda oggi è in grado<br />

di produrre in maniera autonoma energia<br />

elettrica, vapore ed acqua refrigerata. Con<br />

questo impianto in un anno il consumo dell’energia<br />

elettrica è stato ridotto del 45%, evitando<br />

così l’emissione di 1.084 tonnellate<br />

CO 2<br />

in atmosfera, una cifra equivalente alla<br />

quantità di anidride carbonica assorbita da<br />

81.300 alberi (in media) in un anno, pari ad<br />

un bosco grande come 101 campi da calcio.<br />

Dal punto di vista economico l’azienda ha<br />

calcolato che, a partire dal secondo anno di<br />

vita del sistema di trigenerazione di AB, andrà<br />

a risparmiare 390 mila euro all’anno, cifra che<br />

conferma quanto questa tecnologia, ormai<br />

matura e adottata sempre più da grandi player<br />

internazionali in tutto il mondo, non sia<br />

solo ideale dal punto di vista ambientale ma<br />

anche economico. Le aziende di questo settore<br />

sono grandi consumatrici di energia termica<br />

ed elettrica all’interno della loro filiera,<br />

con importanti ricadute sia sulla loro bolletta<br />

sia sull’ambiente e la cogenerazione può essere<br />

quindi una soluzione ideale per far fronte<br />

alle esigenze di queste realtà.<br />

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33<br />

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componenti<br />

PIASTRE PASSACAVO CONFORMI FDA<br />

Il KEL-DPZ-HD è stato sviluppato da icotek appositamente per l’uso<br />

nell’industria alimentare e farmaceutica. Considerando le linee guida<br />

Hygienic Design (EHEDG), l’azienda ha prestato molta attenzione a<br />

rendere la superficie molto liscia in modo che non vi siano rugosità di<br />

deposito dello sporco sul lato esposto. Il raggio di curvatura esterno<br />

di 6 mm, invece dei 3 mm richiesti, supera le specifiche EHEDG. Il<br />

KEL-DPZ-HD è realizzato con materiale approvato FDA in conformità<br />

con l’approvazione alimentare 1935/2004 / EG e (UE) 10/2011. Un<br />

chiaro riconoscimento visivo è dato dal colore blu di segnalazione.<br />

Cavi e tubi con un diametro compreso tra 3,2 mm e 22,2 mm<br />

sono instradati e sigillati secondo gli standard IP65/66/67/68. A<br />

seconda della versione, è possibile instradare fino a 35 cavi.<br />

L’area di serraggio ha una flessibilità fino a 7 mm e offre molta<br />

flessibilità anche durante l’assemblaggio. Le piastre sono disponibili<br />

con una filettatura metrica nelle dimensioni M32, M40,<br />

M50 e M63.<br />

Uno dei principali vantaggi rispetto ai pressacavi convenzionali è<br />

la densità di passaggio significativamente maggiore. Il fissaggio<br />

della placca di ingresso cavi con un controdado è semplice e sicuro.<br />

Inoltre, per completare il suo sistema di progettazione igienica,<br />

icotek ha sviluppato fascette per cavi KB-HDD e supporti per fascette<br />

KBH-HDD entrambi rilevabili. Icotek offre anche tappi del<br />

tipo ST-B-HD in versione rilevabile - ST-B-HDD, al fine di sigillare<br />

eventuali passaggi non più in uso nelle membrane. Campioni gratuiti<br />

e certificati possono essere richiesti direttamente al produttore.<br />

I nuovi prodotti sono privi di alogeni e silicone.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

CUSCINETTI RADIALI IN PANIFICIO<br />

Vista in sezione dei supporti ritti NSK con<br />

cuscinetti radiali orientabili a rulli ad alta<br />

capacità di carico e tenute a labirinto<br />

Un panificio nel Regno Unito lamentava<br />

frequenti fermi imprevisti dovuti al cedimento<br />

precoce dei supporti ritti con cuscinetti a<br />

sfere montati sulla ventola di un forno ad<br />

alta temperatura. Adottando i supporti ritti<br />

di NSK con cuscinetti radiali orientabili a rulli<br />

ad alta capacità di carico e tenute a labirinto,<br />

la durata utile è aumentata di 4,5<br />

volte, con un risparmio annuale di 34.907<br />

euro. I cedimenti dei supporti ritti causavano<br />

lunghe interruzioni alla linea di produzione<br />

dei panini, con costi elevati per i fermi impianto<br />

e gli sprechi di prodotto. Davanti al<br />

La ventola del forno con<br />

azionamento a cinghia<br />

verificarsi dei cedimenti ogni sei<br />

settimane, i responsabili dell’azienda<br />

si sono rivolti al team di esperti di<br />

NSK per analizzare il problema nell’ambito<br />

del Programma a Valore Aggiunto AIP.<br />

Dopo una revisione approfondita dell’applicazione<br />

e un’analisi dei cuscinetti guasti, i tecnici<br />

di NSK hanno constatato che i cuscinetti si grippavano<br />

a causa dell’eccessivo precarico e dell’utilizzo<br />

di un lubrificante inadatto. I cuscinetti<br />

precedenti erano inadeguati per le condizioni<br />

operative della ventola del forno, azionata da<br />

una cinghia con disposizione verticale, e l’affidabilità<br />

sarebbe aumentata con una progettazione<br />

e una conseguente scelta più attenta dei<br />

cuscinetti. NSK ha proposto l’adozione dei<br />

supporti ritti Serie SNN con cuscinetti radiali<br />

orientabili a rulli ad alte prestazioni (HPS) e tenute<br />

a labirinto e ha indicato la posizione del<br />

cuscinetto, il gioco interno radiale e la lubrificazione<br />

corretti. Questa soluzione offre una capacità<br />

di carico assiale e radiale superiore, grazie<br />

a una disposizione “flottante” per compensare<br />

la dilatazione termica dell’albero ed eventuali<br />

sbilanciamenti della ventola (disallineamento<br />

dinamico). In seguito a un test, la soluzione<br />

individuata ha dimostrato di portare un miglioramento<br />

immediato, con un prolungamento<br />

della durata dei cuscinetti da 6 a 27<br />

settimane e una conseguente riduzione dei<br />

tempi morti e dei costi di manutenzione.<br />

I supporti ritti modulari Serie SNN sono stati<br />

sviluppati per condizioni applicative sfavorevoli.<br />

La manutenzione risulta semplice<br />

grazie all’alloggiamento diviso in due metà<br />

e lavorato con grande precisione, che consente<br />

una facile sostituzione del cuscinetto.<br />

La rilubrificazione può essere effettuata tramite<br />

due fori, mentre un foro di scarico evita<br />

l’eccessivo accumulo di lubrificante.<br />

Altri vantaggi dei supporti ritti Serie SNN<br />

sono l’alta rigidità (che riduce al minimo la<br />

deformazione della sede del cuscinetto) e<br />

un’efficiente dissipazione del calore. I supporti<br />

possono essere forniti per alberi con<br />

diametro da 20 a 140 mm.<br />

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automazione/strumentazione<br />

ACCELERARE LA CONVERGENZA IT/OT<br />

Con FactoryTalk ® Edge Gateway,<br />

Rockwell Automation dà il via alla<br />

propria strategia edge, finalizzata a<br />

semplificare e accelerare la convergenza<br />

IT/OT. Le aziende produttive<br />

hanno difficoltà, a livello IT, ad aggregare<br />

dati operativi provenienti da<br />

fonti eterogenee e arricchirli di contesti<br />

inerenti alla fonte, come condizioni<br />

di processo, orari, stati delle<br />

macchine e altri stati di produzione.<br />

Ciò impedisce loro di ottenere quel<br />

livello di approfondimento che potrebbe<br />

rappresentare una chiave di<br />

volta a livello aziendale. Rispetto alle<br />

tradizionali soluzioni gateway, che<br />

non riescono a far fronte a queste<br />

sfide importanti, FactoryTalk Edge<br />

Gateway è più avanzata poiché oltre<br />

ad arricchire i dati OT contestualizzandoli<br />

con le informazioni più<br />

essenziali, li trasferisce alle applicazioni<br />

IT in un modello comune e flessibile.<br />

Ciò permette alle aziende produttive<br />

di disporre di un livello di<br />

dettaglio che genera di per sé vantaggio<br />

competitivo.<br />

FactoryTalk Edge Gateway rappresenta<br />

un importante tassello di<br />

un’offerta più completa, una piattaforma<br />

edge che includerà elementi<br />

di modelli pre-definiti per<br />

l’analisi dei dati, machine learning,<br />

applicazioni personalizzate e calcolo<br />

scalabile. Si tratta del più recente<br />

arricchimento della suite FactoryTalk<br />

Analytics, riconosciuta e ampiamente<br />

adottata per supportare diversi<br />

settori industriali e casi d’uso<br />

dell’Industrial IoT (IIoT). FactoryTalk<br />

Edge Gateway è anche un pilastro<br />

fondamentale della strategia di<br />

Rockwell Automation finalizzata ad<br />

accelerare l’agilità digitale con dispositivi<br />

industriali verso lo spettro<br />

del cloud, grazie a una serie di partnership<br />

tra cui quelle con PTC e<br />

Microsoft.<br />

Le esclusive capacità di gestione dei<br />

dati di FactoryTalk Edge Gateway<br />

consentono di ridurre fino al 70% il<br />

lavoro di preparazione dei dati analitici<br />

per gli scientist o gli analisti, fornendo<br />

al contempo dati OT di qualità<br />

superiore. Il modello di base dei<br />

dati informativi comuni è orchestrato<br />

dall’esclusiva funzionalità<br />

FactoryTalk Smart Object di<br />

Rockwell Automation e può essere<br />

mappato in modo efficiente su applicazioni<br />

on-premise o cloud per<br />

generare analisi predittive in tutta<br />

l’azienda. FactoryTalk Edge<br />

Gateway è progettato per integrarsi<br />

con le migliori soluzioni ecosistemiche<br />

della categoria, come<br />

Microsoft Azure e FactoryTalk<br />

InnovationSuite, powered by<br />

PTC, e una varietà di applicazioni<br />

per big data, IIoT e cloud.<br />

“I clienti che procedono nell’integrazione<br />

IT/OT e continuano a<br />

sfruttare i dati operativi per guidare<br />

le analisi si stanno rendendo conto<br />

che è fondamentale disporre del<br />

corretto contesto dei dati OT per far<br />

evolvere le proprie iniziative di trasformazione<br />

digitale”, ha dichiarato<br />

Arvind Rao, direttore, Product<br />

Management for Information<br />

Systems di Rockwell Automation.<br />

“Con FactoryTalk Edge Gateway,<br />

stiamo riducendo il tempo e gli<br />

sforzi necessari per costruire, mantenere<br />

e arricchire questo importante<br />

contesto OT”.<br />

INTERRUTTORE DI LIVELLO IN VESTE DIGITALE<br />

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A gennaio 2021, lo storico interruttore di livello<br />

a ultrasuoni ASL di Terranova ® si presenterà<br />

in una nuova veste interamente digitale.<br />

L’ultra-collaudato principio tecnico<br />

di misura a ultrasuoni, sul mercato<br />

ormai da oltre 20 anni con<br />

decine di migliaia di installazioni<br />

nei vari settori industriali, viene<br />

integrato ad una elettronica completamente<br />

digitale. I vantaggi che<br />

ne derivano sono un miglioramento<br />

della flessibilità di calibrazione, una<br />

semplice e aumentata gestione delle<br />

uscite di corrente e/o relay e una<br />

diagnostica estremamente rafforzata.<br />

Questo nuovo sviluppo permetterà<br />

all’interruttore di livello di affacciarsi<br />

verso nuove possibili applicazioni con limiti<br />

estremi di pressione e temperatura, che vanno<br />

al di là delle consolidate applicazioni industriali.<br />

La serie ASL si presenterà sul mercato forte<br />

delle certificazioni CE, ATEX, IEC-Ex, PED, SIL<br />

nonché Type Approvals per applicazioni navali<br />

e Offshore oltre a RINA e DNV. Il continuo<br />

impegno nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni<br />

innovative accompagnati da quasi 100<br />

anni di esperienza (dei brand proprietari<br />

Spriano ® , Valcom ® & Mec-Rela ® ) fanno di<br />

Terranova il partner ideale nella fornitura di<br />

strumentazione per la misura e il controllo di<br />

livello, pressione, temperatura, portata, peso<br />

specifico e presenza di liquidi nei processi industriali.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

35<br />

35_35_automazione/strumentazione.indd 35 26/01/21 16:37


materiali<br />

Nel processo di riciclo del<br />

packaging a prevalenza<br />

cellulosica sono molti<br />

i fattori che le aziende<br />

devono tenere in<br />

considerazione.<br />

Le linee guida del<br />

Conai suggeriscono di<br />

incrementare la presenza<br />

di cellulosa al 60% della<br />

confezione, per ridurre le<br />

possibili interferenze da<br />

parte degli altri materiali.<br />

a cura di<br />

di Eva Eva De Vecchis<br />

De Vecchis<br />

FACILITARE IL RICICLO DEGLI<br />

IMBALLAGGI CELLULOSICI<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

36<br />

Tutto è partito da un’iniziativa del CONAI, il Consorzio<br />

Nazionale Imballaggi che opera a stretto contatto con le<br />

imprese per sostenerle durante il processo di riciclo e recupero<br />

dei rifiuti di packaging. Nel documento “Linee<br />

guida per la facilitazione delle attività di riciclo degli imballaggi<br />

a prevalenza cellulosica”, i suggerimenti per le aziende<br />

partono dall’importanza generica del riciclo fino a<br />

un’analisi dettagliata di quelle che sono le possibili complicazioni<br />

e interferenze da parte di materiali “altri” presenti<br />

all’interno del packaging a prevalenza cellulosica. La<br />

fase di riciclo, infatti, che di solito è in grado di garantire<br />

al prodotto altre 7 vite, si sta riducendo ad un numero di<br />

possibilità di recupero sempre più esiguo (3,6 o 2,4 volte).<br />

Per scongiurare un danno simile, il suggerimento del<br />

CONAI è quello di incrementare il più possibile la presenza<br />

di cellulosa all’interno dell’imballaggio (superando la soglia<br />

del 60%), e ridurre al minimo la presenza di altri materiali,<br />

specialmente quelli plastici. Non solo dunque si consigliano<br />

metodi per un facile discernimento tra i materiali,<br />

ma anche una suddivisione delle parti plastiche in frammenti<br />

di dimensioni inferiori a 0,10 - 0,15 mm: consigli<br />

importanti per le aziende ma anche per i consumatori, che<br />

non devono scordare il loro ruolo fondamentale all’interno<br />

della filiera del riciclo.<br />

UNA CULTURA AMBIENTALE<br />

Il riciclo fa ormai parte della nostra vita quotidiana, o<br />

almeno così dovrebbe essere. Tutti noi siamo abituati, chi<br />

più chi meno, a consumare un prodotto e gettare la confezione<br />

nel contenitore corretto. Anche le aziende devono<br />

portare avanti, con numeri notevolmente più elevati<br />

di scarti, un processo simile, che proprio a causa della<br />

loro massa, devono essere disciplinati nel miglior modo<br />

possibile.<br />

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materiali<br />

Pensare Futuro è un progetto che<br />

racchiude una serie di iniziative sulla<br />

prevenzione dell’impatto ambientale<br />

degli imballaggi sviluppate da<br />

CONAI: il Consorzio Nazionale<br />

Imballaggi che opera con le imprese<br />

consorziate per il raggiungimento<br />

degli obiettivi di riciclo e recupero dei<br />

rifiuti di imballaggio.<br />

Tra gli obiettivi del Consorzio c’è anche<br />

quello di diffondere tra le aziende<br />

una cultura orientata al rispetto<br />

dell’ambiente attraverso interventi in<br />

grado di rendere gli imballaggi sempre<br />

più sostenibili, attraverso interventi<br />

di eco-design volti a ridurre a<br />

monte l’impatto ambientale degli<br />

imballaggi: risparmio di materia prima;<br />

utilizzo di materiale riciclato/recuperato;<br />

riutilizzo; facilitazione delle<br />

attività di riciclo; ottimizzazione della<br />

logistica; semplificazione del sistema<br />

di imballo; ottimizzazione dei processi<br />

produttivi.<br />

“Facilitare le attività di riciclo” è quindi<br />

l’espressione esatta per descrivere<br />

il documento “Linee guida per la facilitazione<br />

delle attività di riciclo degli<br />

imballaggi a prevalenza cellulosica”,<br />

diffuso dal CONAI e destinato a tutto<br />

il territorio italiano. Come si può dedurre<br />

dal titolo, la ricerca riguarda il<br />

packaging a prevalenza cellulosica, e<br />

vuole essere uno strumento per i progettisti<br />

che intendono sviluppare, a<br />

monte, degli imballaggi che rendano<br />

possibile la trasformazione del rifiuto<br />

generato a fine vita, in risorsa.<br />

scritti nel dettaglio all’interno del sistema<br />

di valutazione Aticelca<br />

501:2019, che definisce un materiale<br />

a prevalenza cellulosica quel materiale<br />

“costituito da oltre il 50% in peso<br />

da materiali a prevalenza cellulosica”.<br />

LA FILIERA DEL RICICLO<br />

Progettare è un termine capace di<br />

coinvolgere una moltitudine di significati.<br />

Il primo di questi è porre la dovuta<br />

attenzione ad ogni fase del processo<br />

che porta alla realizzazione del<br />

prodotto finito e dunque consiste non<br />

solo nel dettagliare forma, funzionalità,<br />

modo d’uso e comunicazione<br />

all’utente o il rispetto di normative<br />

vigenti, ma anche nell’avere consapevolezza<br />

dell’intero ciclo di vita del prodotto:<br />

dalla sua nascita fino al momento<br />

in cui termina la sua funzione<br />

e viene riciclato per generare nuovo<br />

materiale.<br />

La filiera del riciclo dei materiali a prevalenza<br />

cellulosica si suddivide in tre<br />

macro-processi: raccolta, selezione e<br />

riciclo.<br />

A differenza della raccolta urbana va<br />

ricordato che il materiale raccolto dal<br />

settore industriale può arrivare dalle<br />

attività più disparate, che abbiano in<br />

almeno una fase delle sue operazioni,<br />

Il CONAI ha<br />

pubblicato un<br />

documento che<br />

contiene le “Linee<br />

guida per la<br />

facilitazione delle<br />

attività di riciclo<br />

degli imballaggi<br />

a prevalenza<br />

cellulosica”<br />

l’uso di packaging a prevalenza cellulosica.<br />

In questa fase, sia essa di prodotti<br />

post-consumo o di prodotti di scarto<br />

industriale, l’aspetto principale è sempre<br />

quello di informare l’utente affinché<br />

conosca le buone pratiche legate<br />

al corretto conferimento in raccolta<br />

differenziata degli imballaggi con cui<br />

entrano in contatto.<br />

Se infatti il settore industriale genera<br />

materiale di scarto omogeneo<br />

in qualità, quello del circuito cittadino<br />

vede l’accumulo di diverse tipologie<br />

di prodotti. L’utente finale<br />

ha quindi un ruolo chiave all’interno<br />

dell’intera filiera e può contare,<br />

in questa fase, sul felice supporto<br />

del CONAI che ha formulato<br />

l’“Etichetta per il cittadino -<br />

Vademecum per una etichetta volontaria<br />

ambientale che guidi il<br />

cittadino alla raccolta differenziata<br />

degli imballaggi”. Si tratta di una<br />

linea guida per le aziende che intendono<br />

integrare l’etichetta ambientale<br />

dei loro imballaggi per informare<br />

al meglio il consumatore<br />

su come conferire lo scarto e su<br />

molto altro ancora (separazione di<br />

componenti, svuotamento e appiattimento<br />

dell’imballaggio, smi-<br />

SE ANCHE IL PACKAGING<br />

DIVENTA SMART<br />

Se fino a poco tempo fa il packaging<br />

era utilizzato quasi sempre in funzione<br />

di protezione per il contenuto,<br />

adesso, grazie all’ingresso delle nuove<br />

tecnologie è possibile parlare di smart<br />

packaging. Il cui appellativo di intelligente<br />

è dovuto al fatto che un materiale,<br />

un trattamento superficiale o<br />

una tecnologia permettono l’aggiunta<br />

di funzionalità all’imballaggio. Gli<br />

imballaggi a prevalenza cellulosica<br />

(che possono essere smart) sono de-<br />

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37<br />

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materiali<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

nuzzamento dei prodotti e informazioni<br />

relative alla sostenibilità<br />

dei materiali impiegati).<br />

La presenza di<br />

altri materiali<br />

tende a ridurre<br />

“le sette vite” di<br />

solito consentite<br />

dal recupero<br />

degli imballaggi<br />

cellulosici<br />

Foto Ranpack<br />

DALLA RACCOLTA DIFFERENZIATA<br />

AI PROCESSI DI SELEZIONE<br />

Nonostante i prodotti in carta e cartone,<br />

o meglio, nonostante il packaging<br />

a prevalenza cellulosica possieda<br />

fino a 7 “vite” (diventando dunque<br />

ogni volta parte di un nuovo prodotto<br />

inserito all’interno del processo chiuso,<br />

da cartiera a cartiera) ad oggi<br />

la media europea di “vite” vissute<br />

dalla fibra si aggira intorno a 3,6<br />

cifra che, se consideriamo il panorama<br />

mondiale, può scendere anche a<br />

2,4. Visti questi dati risulta ancora più<br />

importante “cercare di valorizzare il<br />

materiale utilizzato prolungando il più<br />

possibile la permanenza delle fibre<br />

cellulosiche all’interno della filiera prima<br />

di procedere al loro definitivo<br />

smaltimento”, suggerisce il documento<br />

redatto dal CONAI che dunque<br />

mette in guardia le aziende e i<br />

cittadini sull’importanza della fase finale<br />

di vita di un prodotto: il riciclo.<br />

Certo, i fattori che influiscono sulla<br />

riciclabilità dei packaging a prevalenza<br />

cellulosica sono diversi e riconducibili<br />

a pratiche quali una corretta<br />

raccolta differenziata da parte del<br />

consumatore, fino ad arrivare ai processi<br />

di selezione e riciclo condizionati<br />

da possibili limitazioni tecnologicotecniche.<br />

Parlando di aziende, i requisiti di sicurezza<br />

e di durabilità dei propri prodotti<br />

devono trovarsi sempre al primo<br />

posto, così come l’interesse da<br />

parte del progettista e dell’azienda<br />

trasformatrice verso i possibili effetti<br />

che il prodotto potrebbe avere sul<br />

processo di riciclo. Un’ottica a tutto<br />

tondo che possa sempre guardare<br />

all’impatto ultimo della soluzione<br />

scelta sulla shelf-life del prodotto<br />

stesso. Inoltre, aggiunge il CONAI,<br />

“queste stime dovranno essere<br />

condotte in maniera ancor più accurata<br />

in proporzione al volume<br />

che il packaging occuperà una volta<br />

sul mercato, in quanto maggiori<br />

quote di mercato<br />

implicano maggiori<br />

frazioni di rifiuto da<br />

dover gestire”.<br />

GESTIRE I MATERIALI<br />

IMPERMEABILI<br />

Tra le difficoltà possibili che intaccano<br />

la fase di riciclo e differenziazione degli<br />

imballaggi a prevalenza cellulosica<br />

c’è anche la loro suddivisione per tipologia,<br />

forma e funzione e, a seconda<br />

della natura del loro contenuto, il<br />

fatto di dover assicurare differenti<br />

caratteristiche meccaniche o chimicofisiche.<br />

Altro aspetto rilevante è il processo<br />

di lavorazione, che definisce i<br />

parametri tecnologici.<br />

Nello specifico, la carta è per definizione<br />

un materiale poroso che assorbe<br />

facilmente l’umidità grazie<br />

anche alle caratteristiche idrofiche<br />

delle fibre che la compongono. Ma<br />

il fatto di essere anche un materiale<br />

traspirabile può rivelarsi uno svantaggio<br />

se il contenuto del packaging<br />

è un alimento, per esempio, umido<br />

o grasso: limite che può essere superato<br />

con degli effetti barriera grazie<br />

ai quali si evitano le interazioni<br />

con l’esterno al fine di prolungare la<br />

shelf-life dell’imballaggio. La soluzione<br />

smart, appunto, per migliorare<br />

queste proprietà è quella di accoppiare<br />

e rivestire il materiale<br />

cellulosico con altri materiali dalle<br />

proprietà differenti quali plastica e<br />

alluminio, ma è possibile incontrare<br />

anche materiali compositi a prevalenza<br />

cellulosica rivestiti da cera o<br />

silicone.<br />

Vista la qualità impermeabile di<br />

questi prodotti, e dato che il primo<br />

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materiali<br />

step della fase di riciclo in cartiera<br />

prevede l’utilizzo di acqua all’interno<br />

di un pulper, è bene che gli imballaggi<br />

a prevalenza cellulosica non<br />

siano rivestite/laminate/accoppiate<br />

su entrambi i lati e questo è un primo<br />

importante avvertimento che le<br />

aziende devono tenere in considerazione.<br />

Risulta inoltre buona pratica<br />

utilizzare nell’accoppiamento tra<br />

i diversi materiali che compongono<br />

il packaging, adesivi che facilitino la<br />

separazione del substrato cellulosico<br />

durante la fase di pulperizzazione,<br />

minimizzando le fibre trattenute<br />

a sé dall’adesivo.<br />

Per essere definito a prevalenza cellulosica,<br />

è bene ricordare che il materiale<br />

deve essere costituito da almeno il<br />

51% in peso di fibre di cellulosa.<br />

Eppure, restare a percentuali di fibra<br />

minime solo per appartenere a questa<br />

categoria – e dunque al 50-60 % –<br />

significherebbe ridurre al minimo il<br />

rendimento del processo di riciclo.<br />

Massimizzare è la parola d’ordine e<br />

dunque incrementare il contenuto in<br />

fibra all’interno di prodotti riducendo<br />

il quantitativo di materiali non cellulosici<br />

usati come rivestimento.<br />

RIDURRE LE FRAZIONI<br />

DI MATERIALE PLASTICO<br />

La già citata plastica è il principale materiale<br />

impiegato in fase di accoppiamento<br />

di imballaggi cellulosici e di<br />

loro lavorazione, per questo è anche<br />

il materiale più presente come scarto<br />

di una cartiera.<br />

Altro utilizzo specifico del materiale<br />

plastico è quello di permettere all’utente<br />

di vedere il contenuto interno al<br />

packaging e di assicurare prestazioni<br />

aggiuntive all’imballaggio. Inoltre la<br />

plastica utilizzata all’interno di uno<br />

stesso imballaggio in cartone a prevalenza<br />

cellulosica può essere di vari tipi<br />

e questo può complicare il processo<br />

Progettare il riciclo<br />

significa avere<br />

consapevolezza<br />

dell’intero ciclo di<br />

vita del prodotto:<br />

dalla sua nascita<br />

fino al momento<br />

in cui termina la<br />

sua funzione e deve<br />

essere riciclato per<br />

generare nuovo<br />

materiale<br />

di selezione da una parte, e quello di<br />

produzione di carta a partire da macero<br />

dall’altro, poiché riconoscono<br />

questi materiali come non desiderati<br />

e quindi come scarto a prescindere<br />

dal tipo di plastica utilizzata.<br />

Un altro ostacolo riguarda il comportamento<br />

del materiale plastico da<br />

tenere sotto controllo: le plastiche<br />

impiegate non si dovrebbero, infatti,<br />

frammentare in parti di dimensioni<br />

inferiori a 0,10-0,15 mm perché eluderebbero<br />

i sistemi di filtrazione.<br />

Questo porta a preferire una frazione<br />

di materiale plastico che sia il più possibile<br />

ridotta optando invece per un<br />

contenuto cellulosico che rappresenti<br />

la quasi totalità.<br />

Queste interferenze plastiche come<br />

anche la presenza di inchiostri sul<br />

packaging in carta e cartone – che<br />

soprattutto in caso di imballaggi per<br />

prodotti alimentari devono rispettare<br />

stringenti normative relative alla migrazione<br />

di contaminanti dal supporto<br />

al contenuto – sono fattori che<br />

ogni azienda deve tenere in considerazione<br />

nella fase di riciclo, attraverso<br />

alcune attenzioni quali: adottare soluzioni<br />

mono-materiali di cellulosa;<br />

minimizzare le componenti di materiali<br />

differenti (a partire dalla plastica);<br />

se necessario utilizzare componenti o<br />

strati in plastica, considerando che tali<br />

componenti andranno a costituire<br />

scarti da gestire poi a loro volta a recupero<br />

energetico o smaltimento, e<br />

dunque evitare il PVC, che presenta<br />

problematiche a recupero energetico;<br />

favorire l’omogeneizzazione di<br />

polimeri plastici per poter riuscire a<br />

valorizzare lo scarto; laddove sia necessaria<br />

adottare componenti aggiuntive<br />

in materiali differenti, renderle<br />

pelabili/separabili manualmente<br />

dall’utente al momento dell’utilizzo o<br />

del conferimento, fornendo indicazioni<br />

chiare e, infine, se proprio sono<br />

necessarie componenti plastiche aggiuntive<br />

bisogna fare in modo che<br />

avvenga la separazione della fibra di<br />

carta dalle componenti in plastica nel<br />

pulper.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

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indagine di mercato<br />

L’andamento<br />

delle tecnologie e<br />

apparecchiature per la<br />

lavorazione dei prodotti<br />

ittici segue l’aumento<br />

della domanda di<br />

pesce trasformato.<br />

Nei prossimi anni gli<br />

investimenti maggiori<br />

saranno ancora in Asia,<br />

mentre crescerà il ruolo<br />

dell’Africa.<br />

di Giuseppe<br />

Tamburini<br />

IN LIEVE CRESCITA GLI IMPIANTI<br />

PER LA LAVORAZIONE DEL PESCE<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

40<br />

Il mercato mondiale dell’impiantistica per la lavorazione<br />

e trasformazione del pesce ha raggiunto nel<br />

2019 il valore di 3,22 miliardi di dollari, in crescita ad<br />

un tasso medio annuo del 3,7% nell’arco dell’ultimo<br />

decennio (figura 1), leggermente superiore al tasso di<br />

crescita dei consumi mondiali di pesce nello stesso<br />

periodo. Ciò si può spiegare col fatto che, nonostante<br />

il pesce fresco rappresenti ancora la fetta più consistente<br />

dei consumi totali di pesce, è però aumentata<br />

a ritmi più sostenuti la domanda di pesce<br />

trasformato (pesce in scatola, pesce in busta, pesce<br />

affumicato ecc).<br />

Il dato si riferisce a quelle apparecchiature che servono<br />

nei processi utilizzati dopo la cattura del pesce<br />

(pescato o coltivato mediante acquacultura) per trasformarlo<br />

in prodotto finito: sono quindi escluse le<br />

strutture relative alla pesca e all’acquacultura.<br />

I PROCESSI LUNGO LA FILIERA DEL PESCE<br />

Gli impianti di lavorazione del pesce realizzano una serie<br />

di numerosi e diversificati processi che costituiscono la<br />

filiera del pesce. Si citano di seguito alcune delle lavorazioni<br />

più significative:<br />

• processi relativi alla lavorazione su pesce fresco, ossia<br />

pesce non trasformato che poi subisce il solo trattamento<br />

di frigoconservazione: tali processi comprendono operazioni<br />

di:<br />

- desquamazione (o decalcificazione): il pesce viene inviato<br />

ad un tamburo che, ruotando, raschia e rimuove le<br />

scaglie; queste vengono rimosse con getti d’acqua e inviate<br />

a un piano di raccolta;<br />

- eviscerazione e sventratura: consiste nella eliminazione<br />

dei visceri del pesce mediante taglio con lame circolari ad<br />

elevata produttività (misurata in numero di pesci / minuto),<br />

ed asportazione dei visceri stessi mediante aspiraziowww.interprogettied.com<br />

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indagine di mercato<br />

Figura 1 - Domanda mondiale di impianti per la lavorazione del pesce:<br />

2009 - 2019<br />

Tabella 1 - Mercato mondiale degli impianti<br />

per la lavorazione e trasformazione del pesce<br />

per principali tipologie di impianti: anno 2019<br />

Fonte: analisi produttori di impianti - statistiche sui consumi di pesce IMA%<br />

(Incremento medio annuo percentuale) 2009 - 2019: + 3,7%<br />

Tipo di impianto Milioni $<br />

Impianti di desquamazione del pesce 430<br />

Impianti di sventramento del pesce 205<br />

Impianti di macellazione e decapitazione 185<br />

Impianti di filettatura 370<br />

Impianti di surgelazione di pesce,<br />

esclusi molluschi e crostacei 550<br />

Impianti di surgelazione di crostacei e molluschi 70<br />

Impianti di affumicatura 350<br />

Impianti per pesce in scatola 300<br />

Impianti di asciugatura / essiccatura 280<br />

Altri vari 480<br />

Totale 3.220<br />

Fonte: analisi produttori di impianti - statistiche<br />

sui consumi di pesce<br />

ne sotto vuoto. Nelle moderne evisceratrici<br />

il taglio è facilmente<br />

regolabile in funzione delle diverse<br />

taglie di pesce, e tutto il processo di<br />

taglio e rimozione delle viscere è regolato<br />

da un supervisore computerizzato;<br />

- macellazione: i metodi di macellazione<br />

del pesce variano a seconda<br />

della tipologia di pesce. Tra i più diffusi:<br />

asfissia nel ghiaccio, particolarmente<br />

usata per orate e spigole,<br />

congelamento con CO 2<br />

, che consiste<br />

nella saturazione di acqua ghiacciata<br />

con anidride carbonica, metodo particolarmente<br />

utilizzato per salmoni;<br />

decapitazione (non segue le linee<br />

guida OIE), usata soprattutto per<br />

carpe e può essere effettuata con<br />

decapitatrici a pressione pneumatica,<br />

senza uso di corrente elettrica; percussione<br />

mediante stordimento elettrico<br />

(raccomandato da OIE) ancora<br />

poco diffuso in Europa.<br />

Il Regolamento UE in materia di macellazione<br />

del pesce (1999 - 2009)<br />

richiede che i pesci non provino troppe<br />

sofferenze in fase di abbattimento,<br />

secondo le Linee Guida dell’Organizzazione<br />

Mondiale della Salute<br />

Animale (OIE); tali Linee Guida sono<br />

state sottoscritte da tutti i paesi<br />

membri, ma non tutti gli operatori le<br />

osservano in maniera rigorosa;<br />

- filettatura: il pesce decapitato viene<br />

inserito in una canala di alimentazione<br />

e trasportato automaticamente a<br />

delle lame rotanti mediante una cinghia.<br />

La filettatura viene effettuata<br />

regolando opportunamente lo spessore<br />

del taglio in maniera tale da avere<br />

il minimo spreco di polpa del pesce;<br />

eventuali lische laterali possono<br />

essere tolte con sistemi automatici.<br />

Tutte le parti della filettatrice, comprese<br />

lame e cinghia trasportatrice,<br />

vengono mantenute sempre pulite<br />

mediante opportuni getti di acqua.<br />

Il pesce fresco così modificato da un<br />

punto di vista della sua integrità anatomica,<br />

può subire poi una serie di:<br />

• processi di trasformazione:<br />

- asciugatura: viene realizzata mediante<br />

unità di trattamento dell’aria,<br />

costituita da una sezione di riscaldamento<br />

aria e una unità frigorifera, e<br />

sistema di ventilazione. I moderni<br />

impianti di asciugatura sono dotati,<br />

oltre che di un sistema di recupero<br />

del calore di condensazione durante<br />

il funzionamento del compressore<br />

frigorifero, anche di sistemi di controllo<br />

elettronico che consentono di<br />

monitorare in continuo temperatura<br />

In Europa<br />

Occidentale,<br />

Spagna, Francia<br />

e Regno Unito<br />

rappresentano<br />

circa il 50% degli<br />

investimenti in<br />

impianti per la<br />

trasformazione<br />

del pesce. L’Italia<br />

eccelle per la<br />

lavorazione del<br />

tonno, di cui<br />

importa quasi tutta<br />

la materia prima<br />

e umidità dell’aria, registrarne graficamente<br />

l’andamento nel tempo, e<br />

gestire una serie di altre funzioni (per<br />

esempio tempi di ricambi dell’aria);<br />

- salatura: viene effettuata a secco o<br />

in salamoia, a seconda sia delle dimensioni<br />

del filetto, sia degli eventuali<br />

trattamenti successivi;<br />

- affumicatura: può essere realizzata<br />

sia a caldo che a freddo in cella a<br />

temperatura regolata. Il fumo esplica<br />

una funzione di conservazione antimicrobica<br />

nei confronti del pesce,<br />

tramite deposizione di opportune<br />

sostanze a caratteristiche antimicrobiche<br />

(per esempio carbonili, fenoli);<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

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indagine di mercato<br />

Figura 2 - Mercato mondiale degli impianti per la lavorazione e<br />

trasformazione del pesce per principali tipologie di impianti (in %): anno 2019<br />

Tabella 2 - Mercato mondiale degli<br />

impianti di lavorazione e trasformazione<br />

del pesce per area geografica: anno 2019<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

- eventuale cottura;<br />

- marinatura: è una tecnica di trasformazione<br />

che consente, tramite<br />

immersione in soluzioni opportune<br />

(per esempio a base di succo di limone<br />

o di aceto), di ridurre il pH sotto il<br />

limite critico di 4,5;<br />

- pastorizzazione, trattamento termico<br />

che serve a distruggere forme vegetative<br />

patogene e tossine, mantenendo<br />

però inalterati i valori<br />

nutrizionali del pesce;<br />

- sterilizzazione, trattamento termico<br />

che permette la distruzione di tutti i<br />

microrganismi e la inattivazione enzimatica;<br />

- inscatolamento: tonno in scalota,<br />

salmone in scatola, filetti di sgombro<br />

in scatola, ecc. L’inscatolamento può<br />

avvenire con introduzione di olio, o<br />

di liquido conservante (per esempio<br />

tonno o salmone al naturale). Oltre<br />

che in scatola il pesce può essere confezionato<br />

in vasetti (caso tipico è<br />

quello del tonno in vasetti di vetro);<br />

- imbustatura con sistemi che garantiscano<br />

una chiusura ermetica, sterilizzata,<br />

ridotto ingombro allo scopo<br />

di ottimizzare i costi di trasporto, con<br />

macchine opportunamente progettate<br />

per il corretto dosaggio del pesce<br />

senza perdita di prodotto in fase<br />

di riempimento della confezione.<br />

Sono disponibili macchine rotative<br />

particolarmente veloci e flessibili nel<br />

garantire cambi di formato;<br />

- congelamento e surgelazione, ecc.<br />

Il pesce che ha subito processi di trasformazione,<br />

a sua volta può essere<br />

classificato in due categorie:<br />

• ready to eat, stabile a temperatura<br />

ambiente (per esempio tonno in vasetti,<br />

pesce in scatola): in questo caso<br />

viene classificato come “conserve”;<br />

• qualora necessiti della catena del<br />

freddo viene classificato come “semiconserve”.<br />

Delle numerosissime tipologie di impianti<br />

quelli per il processo di surgelazione<br />

rappresentano la quota maggiore<br />

del mercato totale (tabella 1).<br />

Attualmente l’Asia-Pacifico rappresenta<br />

di gran lunga la quota più consistente<br />

del mercato globale dell’impiantistica<br />

per la lavorazione e<br />

trasformazione del pesce (tabella 2),<br />

seguita da Europa e Nord America.<br />

Negli USA esiste una fiorente industria<br />

di lavorazione e trasformazione<br />

del pesce: il paese figura come sesto<br />

produttore di pesce pescato al mondo<br />

e tra quelli a consumo pro capite<br />

più alti.<br />

Anche in Canada esiste una solida<br />

industria ittica, anche se ovviamente<br />

di dimensioni più ridotte rispetto<br />

agli USA.<br />

In America Latina i due mercati di<br />

Area geografica Milioni $<br />

Nord America, di cui: 520<br />

. USA 470<br />

. Canada 50<br />

America Latina 195<br />

Europa Occidentale 760<br />

Europa dell’ Est 90<br />

CSI, di cui: 120<br />

. Russia 90<br />

. altri paesi 30<br />

Asia - Pacifico 1.355<br />

Africa 60<br />

Medio Oriente, di cui: 120<br />

. Turchia 30<br />

. Paesi Arabi del Golfo 10<br />

. Iran 70<br />

. altri 10<br />

Totale mondo 3.220<br />

Fonte: analisi produttori di impianti - statistiche<br />

sui consumi di pesce<br />

maggiori dimensioni sono Brasile e<br />

Messico. In Brasile circa l’80% del<br />

pesce lavorato e trasformato viene<br />

consumato dal mercato interno. Le<br />

importazioni di impianti dai paesi<br />

esteri a tecnologia più avanzata sono<br />

favorite dalla riduzione dei dazi introdotta<br />

dal governo brasiliano nel<br />

2017, che ha avuto come conseguenza<br />

una riduzione dei costi di investimento<br />

per le aziende, il che ha<br />

in parte contribuito a sostenere gli<br />

investimenti in capitale anche nel settore<br />

ittico nella difficile situazione<br />

economico - finanziaria in cui versa il<br />

paese. L’adozione di nuove tecnologie<br />

è mirata soprattutto a ridurre gli<br />

impatti ambientali in fase di produzione<br />

e risparmiare acqua ed energia.<br />

Anche il Messico offre interessanti<br />

opportunità per i produttori esteri di<br />

impianti e fornitori di tecnologie per<br />

la lavorazione e trasformazione del<br />

pesce: in particolare non esistono<br />

barriere doganali che limitino le importazioni<br />

di macchinari di provenienza<br />

europea.<br />

Tra i paesi minori latino-americani si<br />

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indagine di mercato<br />

Tabella 3 - Mercato degli impianti di lavorazione e<br />

trasformazione del pesce in Asia - Pacifico: anno 2019<br />

Figura 3 - Mercato mondiale degli impianti di lavorazione e trasformazione<br />

del pesce per area geografica (in %): anno 2019<br />

Paese Milioni $<br />

Cina 845<br />

India 92<br />

Giappone 108<br />

Corea del Sud 45<br />

Malaysia 23<br />

Indonesia 80<br />

Vietnam 42<br />

Filippine 48<br />

Thailandia 25<br />

Australia - Nuova Zelanda 15<br />

Taiwan 12<br />

Altri paesi 20<br />

Totale Asia – Pacifico 1.355<br />

Fonte: analisi produttori di impianti - statistiche sui consumi di pesce<br />

distingue il Perù, terzo o quarto produttore<br />

al mondo di pesce pescato,<br />

dopo Cina e Indonesia, e in concorrenza<br />

con l’India per il terzo posto; il<br />

Perù inoltre è il paese latino-americano<br />

con il più alto consumo pro capite<br />

di pesce. L’industria ittica peruviana<br />

è concentrata soprattutto presso i<br />

porti di Callao, Chimbote, Huacho,<br />

Ilo, Chancay e Huarmey.<br />

Anche in Cile la lavorazione del pesce<br />

ricopre una notevole importanza<br />

nell’industria alimentare del<br />

paese: in particolare l’industria del<br />

L’industria<br />

ittica cinese è<br />

la maggiore per<br />

dimensioni a livello<br />

mondiale, ma oltre<br />

il 50% delle acque<br />

interne cinesi è<br />

troppo inquinato.<br />

Per questo sia<br />

la UE che il<br />

Giappone e gli USA<br />

hanno più volte<br />

temporaneamente<br />

posto veti alle<br />

importazioni di<br />

pesce e prodotti<br />

ittici dalla Cina<br />

pesce salato o affumicato, e del pesce<br />

congelato.<br />

In Europa Occidentale Spagna,<br />

Francia e Regno Unito rappresentano<br />

circa il 50% degli investimenti in impianti<br />

per industria della lavorazione<br />

e trasformazione del pesce. L’Italia<br />

eccelle a livello mondiale per la lavorazione<br />

del tonno, di cui importa<br />

quasi tutta la materia prima. Nei paesi<br />

del Nord un ruolo importante ha<br />

la Norvegia: il paese è il secondo<br />

esportatore al mondo di pesce dopo<br />

la Cina: i principali impianti di lavorazione<br />

e trasformazione del pesce<br />

sono ubicati a Bergen, Stavanger e<br />

Trondheim. Negli anni si è registrata<br />

una progressiva chiusura delle aziende<br />

europee di trasformazione più<br />

piccole e non adeguatamente attrezzate,<br />

o la fusione con aziende più<br />

grandi. Inoltre la delocalizzazione<br />

verso paesi a basso costo di manodopera<br />

e le difficoltà di approvvigionamento<br />

delle materie prime, soprattutto<br />

per le piccole imprese, ha in<br />

parte sfavorito gli investimenti in<br />

nuove unità produttive in Europa. Per<br />

contro il fattore di traino è derivato<br />

da una crescente domanda di prodotti<br />

ittici innovativi e di qualità, con<br />

elevate caratteristiche nutrizionali e<br />

salutistiche; in altri termini una domanda<br />

di prodotti maggiormente<br />

lavorati e con un elevato contenuto<br />

di servizi. È stata pertanto favorita<br />

una richiesta di impianti per produzioni<br />

di grande scala e, al contempo,<br />

rispondente alle rigide norme in<br />

tema ambientale e di qualità imposte<br />

dalla GDO, principale canale di distribuzione<br />

del pesce lavorato e trasformato.<br />

Ciò ha favorito le società di<br />

lavorazione e trasformazione del<br />

pesce integrate con approvvigionamento<br />

interno della materia prima<br />

pesce, o che producono direttamente<br />

la materia prima (pesca, acquacultura),<br />

mentre sono state sfavorite le<br />

aziende di piccole dimensioni.<br />

Il consumo di pesce sta aumentando<br />

in tutti i paesi europei anche grazie al<br />

cambiamento delle abitudini dei consumatori.<br />

La domanda è aumentata<br />

soprattutto per quanto concerne<br />

prodotti trasformati o ready to eat<br />

anche per ragioni connesse a cambiamenti<br />

sociali.<br />

La crescita dei consumi però è moderata,<br />

e variabile negli anni da paese a<br />

paese. Per esempio in Italia si registra<br />

nell’arco degli ultimi due anni un sostanziale,<br />

seppur leggero, calo dei<br />

consumi di pesce, in particolare per<br />

quanto riguarda il pesce trasformato<br />

(pesce affumicato, pesce essiccato,<br />

pesce marinato o salato).<br />

Nell’Europa dell’Est la Polonia è il pa-<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

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indagine di mercato<br />

Figura 4 - Mercato degli impianti di lavorazione<br />

e trasformazione del pesce in Asia - Pacifico (in %): anno 2019<br />

Tabella 4 - Previsioni di sviluppo del mercato<br />

mondiale degli impianti di lavorazione e trasformazione<br />

del pesce per area geografica: 2019 - 2023 (1)<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

ese con un’industria di lavorazione e<br />

trasformazione del pesce più sviluppata,<br />

mentre nella CSI la Russia rappresenta<br />

il mercato di gran lunga<br />

dominante: si tenga presente che la<br />

Russia è il quinto produttore al mondo<br />

di pesce pescato. In Russia l’industria<br />

ittica, nel suo insieme, ha avuto<br />

a disposizione un budget di 1,6 miliardi<br />

di dollari, di cui hanno beneficiato<br />

anche le industrie di lavorazione<br />

e trasformazione, per investire in<br />

nuove tecnologie di processo, in prevalenza<br />

importate dall’Occidente,<br />

finalizzate ad aumentare l’efficienza<br />

produttiva e a migliorare la qualità<br />

del prodotto finito. Inoltre la generale<br />

tendenza della filiera ittica russa a<br />

ridurre progressivamente la dipendenza<br />

dall’estero (per esempio dalla<br />

Cina per quanto riguarda il merluzzo,<br />

o dal Cile per quanto riguarda il salmone)<br />

ha ovviamente favorito lo sviluppo<br />

di un’industria locale di lavorazione<br />

e trasformazione. Tale sviluppo<br />

si è concentrato soprattutto nell’area<br />

industriale intorno a San Pietroburgo,<br />

dove fino a pochi anni fa si è registrato<br />

un notevole incremento di aziende<br />

operanti nella filiera ittica. Esistono<br />

comunque allo stato attuale alcuni<br />

vincoli che fungono da freno agli investimenti,<br />

legati in particolare allo<br />

stallo generale dell’economia del pa-<br />

ese. Un altro aspetto riguarda una<br />

carenza di strutture dedicate all’acquacultura,<br />

che sta per contro assumendo<br />

un ruolo sempre più significativo<br />

nel contesto mondiale<br />

dell’industria ittica.<br />

In Asia-Pacifico il mercato di maggiori<br />

dimensioni è quello cinese<br />

(tabella 3).<br />

L’industria ittica cinese è la maggiore<br />

per dimensioni a livello mondiale, ma<br />

oltre il 50% delle acque interne cinesi<br />

è troppo inquinato. Per questo sia<br />

la UE che il Giappone e gli USA hanno<br />

più volte temporaneamente posto<br />

veti alle importazioni di pesce e<br />

prodotti ittici dalla Cina. Pertanto<br />

anche l’industria a valle della lavorazione<br />

e trasformazione del pesce è<br />

soggetta a problemi di sicurezza del<br />

pesce lavorato.<br />

Ciononostante la Cina, oltre ad essere<br />

il primo produttore al mondo di<br />

pesce materia prima (sia pesce pescato<br />

che di allevamento), è anche il<br />

maggior esportatore sia di pesce fresco<br />

che trasformato; gran parte delle<br />

esportazioni comunque sono dirette<br />

verso paesi poco o non regolamentati<br />

(Russia, Africa, Medio Oriente).<br />

L’impiantistica relativa è in fase di<br />

progressivo miglioramento sotto l’aspetto<br />

tecnologico, in particolare per<br />

quanto riguarda l’automazione di<br />

Area geografica Milioni $ IMA% (2)<br />

2019 2023<br />

Nord America 520 613 + 4,2<br />

America Latina 195 216 + 2,6<br />

Europa Occidentale 760 831 + 2,3<br />

Europa dell’ Est 90 101 + 2,9<br />

CSI 120 131 + 2,2<br />

Asia – Pacifico, di cui: 1.355 1.604 + 4,3<br />

. Cina 845 1015 + 4,7<br />

. Giappone 108 118 + 2,2<br />

. India 92 109 + 4,3<br />

. altri paesi 310 362 + 4,0<br />

Africa 60 71 + 4,3<br />

Medio Oriente 120 133 + 2,6<br />

Totale mondo 3.220 3.700 + 3,5<br />

(1)<br />

Tutti i dati sono a $ costante 2019<br />

(2)<br />

IMA% = Incremento medio annuo percentuale 2019 - 2023<br />

Fonte: consensus industrie alimentari - società produttrici<br />

di impianti<br />

processo, ma necessita di ulteriori<br />

miglioramenti, per esempio in termini<br />

di sicurezza del processo, rappresentando,<br />

almeno potenzialmente,<br />

una grossa opportunità per i produttori<br />

occidentali di impianti.<br />

Altri paesi asiatici che negli ultimi<br />

anni hanno registrato sostanziosi incrementi<br />

dell’industria ittica sono<br />

stati Giappone, Singapore, India.<br />

Nell’area asiatica, Indonesia e<br />

Vietnam sono soprattutto produttori<br />

ed esportatori di pesce materia prima:<br />

il Vietnam è il terzo esportatore<br />

mondiale di pesce con un valore che<br />

attualmente arriva quali a 9 miliardi<br />

di dollari. In Vietnam comunque l’industria<br />

della lavorazione del pesce<br />

negli ultimi 10-15 anni ha registrato<br />

un notevole sviluppo: attualmente<br />

esistono nel paese oltre 1.000 impianti<br />

per la lavorazione del pesce,<br />

più altri 400-500 circa impianti di<br />

congelamento. Le tecnologie di lavorazione<br />

più utilizzate sono per lo più<br />

quelle locali, ma i produttori di pesce<br />

lavorato e trasformato di grosse dimensioni<br />

importano i macchinari da<br />

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indagine di mercato<br />

Giappone, per lavorazioni più complesse,<br />

o dalla Cina; in misura minore<br />

da USA ed Europa Occidentale (in<br />

particolare Germania). L’industria ittica<br />

vietnamita presente buone opportunità<br />

future, in considerazione<br />

del fatto che per la filiera ittica il<br />

Governo vietnamita intende ottenere<br />

la Certificazione Ambientale secondo<br />

gli standard HACPP, GMP,<br />

SSOP, proprio in considerazione<br />

dell’elevata quota di export.<br />

L’Indonesia è un grosso consumatore<br />

di pesce, ma per la maggior parte si<br />

tratta di pesce crudo, oppure essiccato<br />

o grigliato; c’è una richiesta di<br />

macchinari di piatti pronti a base di<br />

pesce (stufati, zuppe). In Giappone<br />

l’industria ittica ha una lunga tradizione<br />

nella lavorazione e trasformazione<br />

del pesce, dovuta al fatto che<br />

in Giappone si consuma più pesce<br />

che carne, dato che quest’ultima costa<br />

di più del pesce; il pesce rappresenta<br />

ben l’80% del consumo proteico<br />

dei giapponesi. Le tecniche di<br />

lavorazione e trasformazione sono<br />

tra le più avanzate al mondo: i più<br />

grandi e moderni impianti per la lavorazione<br />

del pesce si trovano a<br />

Fukuoka, Nagasaki, Tokyo, Kyushu,<br />

Ishinomaki, Hachinoe, Kushiro e<br />

Wakkanai; impianti specializzati nella<br />

lavorazione delle sardine e acciughe<br />

si trovano a Shimonoseki; a<br />

Shiogama (Honshu) e Hakodata<br />

(Hokkaido) sono ubicati impianti specializzati<br />

nella lavorazione del pesce<br />

congelato. In India il Piano di recente<br />

annunciato dal Ministero Interno delle<br />

Finanze ha istituito un fondo speciale<br />

per lo sviluppo delle strutture di<br />

pesca e acquacultura (FIDF), che punta<br />

ad una produzione di prodotti ittici<br />

di circa 20 milioni di tonnellate<br />

entro il 2023. Ne risentirà ovviamente<br />

positivamente l’industria a valle<br />

della lavorazione e trasformazione,<br />

che è comunque attualmente ancora<br />

troppo frammentata e per la maggior<br />

parte scarsamente adeguata in<br />

termini di tecnologie usate.<br />

Nell’area medio-orientale il mercato<br />

di maggiori dimensioni è quello iraniano:<br />

l’Iran produce circa 330.000<br />

tonnellate/anno di pesce, ed è il maggior<br />

produttore di pesce in Medio<br />

Oriente. Recentemente la Cina ha<br />

annunciato di investire circa 3 miliardi<br />

di dollari nell’itticoltura iraniana<br />

(nell’isola di Qesh e nel porto di<br />

Bandar Abbas): altri paesi asiatici<br />

(quali Thailandia e Sud Corea) ed europei<br />

avevano già mostrato interesse<br />

A livello globale<br />

il mercato degli<br />

impianti per la<br />

lavorazione e<br />

conservazione del<br />

pesce è previsto<br />

crescere ad un<br />

ritmo del 3,5%<br />

medio annuo,<br />

per arrivare ad<br />

attestarsi a 3,7<br />

miliardi di dollari<br />

nel 2023<br />

ad investire in strutture per la filiera<br />

ittica iraniana. L’Iran è anche un grosso<br />

esportatore di pesce, per un totale<br />

di quasi 390 milioni dollari prima<br />

dell’avvento di dazi. Uno dei prodotti<br />

più pregiati esportati dall’Iran è il<br />

“Royal Caviar”, confezionato in scatole<br />

d’oro di 24 carati.<br />

La Turchia si distingue in particolare<br />

per la lavorazione delle acciughe trattate<br />

sott’olio: circa i due terzi del valore<br />

del pescato turco è costituito<br />

dalle acciughe. Le principali industrie<br />

di trasformazione sono ubicate prevalentemente<br />

nelle zone prospicienti<br />

il mare di Marmara. La presenza di<br />

materia prima a basso costo, unita ad<br />

una buona capacità sul piano sia tecnico<br />

che finanziario degli imprenditori<br />

turchi, hanno permesso negli<br />

anni una considerevole esportazione<br />

di prodotti ittici verso l’Europa. La<br />

produzione di pescato ha comunque<br />

raggiunto ormai una certa stabilità,<br />

e ora l’industria ittica turca punta<br />

molto sull’acquacultura. Il settore<br />

dell’impiantistica per la lavorazione<br />

del pesce in Turchia si presenta potenzialmente<br />

molto interessante in<br />

una prospettiva futura di medio-lungo<br />

periodo, anche in considerazione<br />

del fatto che i consumi pro capite di<br />

pesce in Turchia sono ancora molto<br />

bassi; attualmente però il settore è<br />

fortemente penalizzato dalla nota<br />

situazione di instabilità geopolitica,<br />

Nei Paesi Arabi del Golfo l’esaurimento<br />

delle risorse ittiche ha portato<br />

come conseguenza che i cons<br />

u m i i n t e r n i d i p e s c e s o n o<br />

dipendenti per circa il 70% dalle<br />

importazioni, il che ha sfavorito investimenti<br />

in attività locali di lavorazione<br />

e trasformazione.<br />

In Africa il mercato più importante<br />

è quello sud-africano: l’industria<br />

ittica, sia per quanto concerne i<br />

consumi interni che le esportazioni<br />

(soprattutto di acciughe, sardine,<br />

filetti di sgombro, merluzzi) ha un<br />

ruolo di rilievo nell’economia del<br />

paese. L’industria ittica sudafricana<br />

è tra quelle a più alto livello per<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

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indagine di mercato<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

quanto concerne le tecnologie di<br />

processo adottate per la lavorazione<br />

e trasformazione del pesce. Esistono<br />

comunque in Africa altri paesi con<br />

la presenza di un’industria locale di<br />

lavorazione del pesce, più o meno<br />

attrezzati sotto il profilo tecnologico:<br />

per esempio l’Uganda è specializzata<br />

nell’esportazione di filetti<br />

freschi, il Kenya e la Tanzania nell’esportazione<br />

di pesce congelato.<br />

L’Egitto è più che altro un grosso<br />

produttore e consumatore di pesce<br />

fresco, tanto che alcune aziende italiane<br />

hanno di recente stipulato accordi<br />

per il rifornimento di pesce<br />

fresco dall’Egitto. Esiste comunque<br />

anche in Egitto un mercato della lavorazione<br />

del pesce, più limitato rispetto<br />

al pesce fresco.<br />

COME EVOLVERÀ IL MERCATO<br />

Nel delineare quale possa essere l’evoluzione<br />

del mercato dell’impiantistica<br />

per la lavorazione e trasformazione<br />

del pesce nei prossimi anni<br />

vanno tenute presenti alcune considerazioni:<br />

• negli anni il consumo mondiale di<br />

pesce è aumentato in maniera considerevole,<br />

in quanto è stato apprezzato<br />

il valore nutrizionale e di contenuto<br />

proteico di questo alimento. Non<br />

solo, ma in molte diete il pesce è divenuto<br />

un sostituto della carne in<br />

considerazione delle sue proprietà<br />

dietetiche (meno grasso). Tra il 2005<br />

e il 2011 la produzione mondiale di<br />

pesce (tra pescato e di allevamento)<br />

è aumentata da 130 a 154 milioni di<br />

tonnellate (+2,9% medio annuo); nel<br />

2015 è arrivata a 170 milioni di tonnellate<br />

(+2,5% medio annuo rispetto<br />

al 2011), per poi arrivare a circa 182<br />

milioni di tonnellate nel 2019 (+1,7%<br />

medio annuo rispetto al 2015). Si<br />

nota quindi un progressivo rallentamento<br />

della produzione (e quindi<br />

anche dei consumi) negli anni, rallentamento<br />

che si prevede continuerà<br />

anche nei prossimi anni. In sostanza i<br />

consumi continueranno ad aumentare,<br />

ma più lentamente rispetto al<br />

passato: si prevede che nel 2030 il<br />

consumo mondiale di pesce arrivi a<br />

circa 205 milioni di tonnellate, che<br />

rappresenterebbe un incremento<br />

dell’1,1% medio annuo rispetto al<br />

2019;<br />

• un ruolo di rilievo nello sviluppo del<br />

settore ittico nel suo insieme sarà<br />

svolto dall’acquacultura; nel 2011 il<br />

peso del pescato sulla produzione<br />

mondiale di pesce era del 58,7%, il<br />

peso dell’acquacultura del 41,3%;<br />

nel 2018 l’acquacultura rappresentava<br />

il 54,3% e il pescato il restante<br />

45,7%. Si prevede che nel 2030 l’acquacultura<br />

arrivi a pesare per il 60%<br />

sul totale;<br />

• il mercato degli impianti continuerà<br />

però a crescere a ritmi moderati anche<br />

nei prossimi anni. La crescita del<br />

mercato dell’impiantistica sarà motivata<br />

da una serie di fattori:<br />

- una crescente domanda di prodotti<br />

sempre più diversificati: prodotti già<br />

pronti per essere cotti o addirittura<br />

direttamente consumati: bastoncini<br />

di pesce, pesci marinati, uova di pesce,<br />

filetti di pesce, ecc;<br />

- un continuo aggiornamento delle<br />

tecnologie di processo: apparecchiature<br />

che garantiscano un’ottimale<br />

conservazione del pesce e delle<br />

sue ricche proprietà nutrizionali<br />

(non si dimentichi che il pesce è un<br />

alimento altamente deperibile); apparecchiature<br />

sofisticate per un miglior<br />

controllo delle proprietà chimico-fisiche<br />

e di carico microbico del<br />

pesce; apparecchiature per una lavorazione<br />

più rapida ed efficiente<br />

mediante adozione di innovativi<br />

software e automazione degli impianti;<br />

sistemi sempre più flessibili<br />

per poter soddisfare la crescente<br />

diversificazione dei prodotti richiesti<br />

dal mercato;<br />

- la stessa Normativa impone standard<br />

sempre più rigorosi in termini di<br />

sicurezza dei macchinari utilizzati nelle<br />

diverse fasi della filiera ittica. I vari<br />

governi definiscono standard, regole<br />

e certificazioni ben precise, cui debbono<br />

attenersi i produttori di impianti.<br />

E ciò ha un suo costo.<br />

A livello globale il mercato degli impianti<br />

per la lavorazione e conservazione<br />

del pesce è previsto crescere<br />

ad un ritmo del 3,5% medio annuo,<br />

non dissimile da quello registrato<br />

nell’arco dell’ultimo decennio, per<br />

arrivare ad attestarsi a 3,7 miliardi di<br />

dollari nel 2023.<br />

L’area geografica a maggior tasso<br />

di crescita sarà l’area asiatica (tabella<br />

4); tra le altre aree “emergenti”<br />

si distinguerà l’Africa: nonostante il<br />

consumo pro capite di pesce in<br />

Africa è previsto restare costante, se<br />

non leggermente diminuire nei<br />

prossimi anni, la crescita prevista<br />

della popolazione sarà tale da compensare<br />

abbondantemente il consumo<br />

pro capite di pesce; e, con<br />

l’aumento dei consumi di pesce,<br />

aumenterà anche la domanda di<br />

impianti per la relativa lavorazione.<br />

Tra i paesi ad economia avanzata<br />

sarà il Nord America a trainare la<br />

crescita degli investimenti.<br />

Tra le varie tipologie di macchinari<br />

quelli per lo sventramento ed eviscerazione<br />

del pesce sono quelli previsti<br />

registrare il tasso di crescita più elevato<br />

nei prossimi anni.<br />

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packaging<br />

LINEA DI SNACK CON CARTA 100% RICICLABILE<br />

La sostenibilità ambientale deve<br />

essere una priorità: se in principio<br />

sono state le proteste degli attivisti<br />

di Fridays For Future a sensibilizzare<br />

governi e multinazionali<br />

sull’importanza di mantenere in<br />

salute il Pianeta, oggi è l’opinione<br />

pubblica a rispondere concretamente<br />

al problema. Basti pensare<br />

che secondo un recente sondaggio<br />

pubblicato da Environmental<br />

Leader ben il 74% dei consumatori<br />

sarebbe disposto a pagare di<br />

più per un prodotto dal packaging<br />

sostenibile. Ma se molto è<br />

stato detto, poco è stato fatto:<br />

secondo uno studio effettuato<br />

dall’Osservatorio Immagino di<br />

GS1 Italy infatti, soltanto il 25,4%<br />

dei prodotti alimentari nella GDO<br />

riporta in etichetta le informazioni<br />

necessarie su come smaltirne<br />

correttamente la confezione e<br />

solo il 6,2% dei prodotti ha un<br />

packaging completamente riciclabile.<br />

Questo significa che il 74,6%<br />

dei prodotti non riporta alcuna<br />

informazione. Il peso del packaging<br />

determinato dagli acquisti di<br />

prodotti di largo consumo degli<br />

italiani nel 2019 ammonta infatti<br />

a quasi 3 milioni di tonnellate. Il<br />

futuro però appare più roseo:<br />

un’indagine di Markets and<br />

Markets pubblicata su Food<br />

Packaging Forum stima che il<br />

mercato globale dei packaging<br />

eco-friendly passerà dagli attuali<br />

174,7 miliardi ai 249,5 miliardi di<br />

valore entro il 2025 (+42,8%),<br />

registrando un tasso annuo di crescita<br />

composto del 7,4%. Sono<br />

sempre di più infatti le aziende<br />

che investono sulla sostenibilità,<br />

come l’italiana Vitavigor, pronta a<br />

lanciare una nuova linea di snack<br />

con carta 100% riciclabile.<br />

Ma quali sono le aree merceologiche<br />

che comunicano maggiormente<br />

la riciclabilità dei packaging<br />

sulle etichette? Secondo lo<br />

studio di Osservatorio Immagino<br />

di GS1 Italy, ai primi posti possiamo<br />

trovare l’ortofrutta (43,7%),<br />

il freddo (41,5%) e la drogheria<br />

alimentare (31,8%), seguiti dal<br />

fresco (26,5%), il cura casa<br />

(24,3%) e le carni (14,6%).<br />

Le percentuali dei prodotti che<br />

indicano la possibilità di riciclo restano<br />

basse invece per quanto<br />

riguarda le bevande (14,6%), il<br />

pet care (13,1%) e la cura persona<br />

(11,5%). Per quanto riguarda<br />

invece i prodotti all’interno delle<br />

singole categorie merceologiche,<br />

l’acqua minerale trionfa con il<br />

100% delle referenze dichiarate<br />

totalmente o largamente riciclabili<br />

sull’etichetta. Poco più in basso,<br />

con oltre il 90% delle referenze,<br />

c’è il cura casa, con prodotti<br />

per detergenza bucato e stoviglie,<br />

le bevande piatte e gassate, le<br />

carni e l’ortofrutta, mentre intorno<br />

all’80% ci sono i prodotti di<br />

drogheria alimentare, del fresco,<br />

del freddo e del petcare.<br />

Infine, fra i prodotti con il minor<br />

grado di riciclabilità del packaging<br />

ci sono i preparati e i piatti pronti<br />

(41,2%), i prodotti da ricorrenza<br />

(30,7%) e i condimenti freschi<br />

(25,3%).<br />

KKR INVESTE IN CMC MACHINERY<br />

L’investimento che KKR aveva già anticipato è stato confermato:<br />

CMC Machinery, principale produttore di soluzioni di packaging<br />

automatizzate in Italia è stata acquisita in via definitiva.<br />

Nell’operazione CMC è affiancata da Alantra con un team<br />

guidato dal partner Marcello Rizzo insieme a Luca Barone, Niko<br />

Mobili e Luca Caldarola.<br />

A seguito dell’investimento di KKR, la famiglia Ponti, che gestisce<br />

CMC Machinery, continuerà a guidare l’azienda che<br />

manterrà la sede a Città di Castello. Francesco e Lorenzo Ponti,<br />

figli del fondatore Giuseppe Ponti, ricopriranno rispettivamente<br />

i ruoli di CEO e COO.<br />

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CMC opera nel mercato packaging on-demand che ha subito<br />

una forte crescita negli ultimi anni in risposta all’impennata del<br />

settore e-commerce legata all’aumento del numero di persone<br />

che acquistano articoli online da ogni parte del mondo, con<br />

un ulteriore aumento dovuto al periodo di chiusura portato<br />

dal Covid-19.<br />

3D di CMC Machinery, offre una serie di vantaggi in termini<br />

di sostenibilità grazie alla produzione on-demand di imballaggi<br />

su misura che sanno adattarsi al contenuto del<br />

pacco, con una conseguente riduzione delle materie prime<br />

e dei filler utilizzati.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

47<br />

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Tornare a crescere,<br />

oltre le incertezze<br />

RIVISTA<br />

DELL’ INDUSTRIA<br />

CHIMICA E<br />

FARMACEUTICA<br />

RIVISTA DELLE<br />

INDUSTRIA<br />

FARMACEUTICA<br />

Il mercato italiano<br />

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N.6 - NOVEMBRE/DICEMBRE <strong>2020</strong><br />

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ANNOXXXI N.6 NOVEMBRE/DICEMBRE <strong>2020</strong><br />

Conservanti naturali per la sicurezza<br />

e la qualità del formaggio<br />

RIVISTA DELLE<br />

L’energia del solare termico<br />

nei processi alimentari<br />

#Faravellithebestingredient<br />

Gli impianti per la<br />

lavorazione del pesce<br />

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In questo numero abbiamo parlato di...<br />

In nero sono indicate le inserzioni pubblicitarie<br />

AB 33<br />

ABB 18<br />

ABS FOOD 19, 25<br />

AGRIFOOD 10<br />

AGRIFORM 14<br />

ALIBABA 16<br />

AMBIENTE ITALIA 30<br />

ANTARES VISION 18<br />

ANUGA FOODTEC 21<br />

AKSÌA 16<br />

ATLAS COPCO 26<br />

BÖCKER 25<br />

BUHLER 3<br />

CHIMAB 13<br />

CMC MACHINERY 47<br />

COCA COLA 33<br />

CONAI 36<br />

CREA 22<br />

DELOITTE 7<br />

E.ON 5<br />

EAT NATURAL 15<br />

ELLAB 9<br />

FARAVELLI 1A COP., 6<br />

FERRERO 15<br />

FLUORTECNO<br />

2A COP.<br />

GS1 ITALY 47<br />

ICE 16<br />

ICOTEK 17, 34<br />

INTERPROGETTI EDITORI<br />

29, 3A COP.<br />

ISM 20<br />

KKR 47<br />

LAZZARI EQUIPMENT 28<br />

LEHVOSS 33<br />

LR INDUSTRIES 15<br />

MARCABYBOLOGNAFIERE 20<br />

MARELEC 28<br />

MONTENEGRO 25<br />

NAPPI 16<br />

NOMISMA 10<br />

NSK 34<br />

OLEIFICIO ZUCCHI 17<br />

PARMAREGGIO 14<br />

PROSWEET 20<br />

PULITORI E AFFINI 1<br />

ROCKWELL AUTOMATION 35<br />

SGAMBARO 14<br />

SIAM 26<br />

SLOW FOOD 10<br />

TERRANOVA 35<br />

UCIMA 28<br />

UNICREDIT 10<br />

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DIRETTORE RESPONSABILE: Simone Ghioldi<br />

REDAZIONE: Alessandro Bignami (a.bignami@interprogettied.com),<br />

Eva De Vecchis (e.devecchis@interprogettied.com)<br />

HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Riccardo Battisti, Giuseppe Tamburini, Claudia Tamiro<br />

IMPAGINAZIONE: Studio Grafico Page - Vincenzo De Rosa, Simona Viapiana (www.studiograficopage.it)<br />

INTERPROGETTI EDITORI S.R.L.<br />

Via Statale 39 - 23888 La Valletta Brianza (LC)<br />

Redazione, vendite e abbonamenti<br />

Tel/fax +39 039 5153705<br />

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Tel. +39 039 5153705 - e-mail vendite@interprogettied.com<br />

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VENDITE: Simone Ghioldi (vendite@interprogettied.com)<br />

© Copyright Interprogetti Editori Srl<br />

Le rubriche e le notizie sono a cura della redazione. É vietata la riproduzione, anche parziale, di articoli,<br />

fotografie e disegni senza autorizzazione scritta.<br />

TARIFFE ABBONAMENTI<br />

Italia: spedizione ordinaria € 61,00, contrassegno € 65,00<br />

Estero: spedizione ordinaria € 89,50, spedizione prioritaria Europa € 101,00<br />

spedizione prioritaria Africa, America, Asia € 125,00 spedizione prioritaria Oceania € 140,00<br />

Una copia € 8,00<br />

L’Iva sugli abbonamenti possono essere sottoscritti, nonché sulla vendita dei fascicoli separati, è assolta<br />

dall’editore ai sensi dell’art. 74 primo comma lettera C del 26/10/72 n.633 e successive modificazioni e<br />

integrazioni. Pertanto non può essere rilasciata fattura.<br />

Registrazione Tribunale di Milano n. 30 in data 23/01/1987<br />

Direttore responsabile: Simone Ghioldi<br />

Finito di stampare il 30/12/<strong>2020</strong> presso Aziende Grafiche Printing S.r.l.<br />

Via Milano, 5 - 20068 Peschiera Borromeo (MI)<br />

Informativa ai sensi dell’art. 13 d. lgs. 196/2003. I dati sono trattati, con modalità anche informatiche, per l’invio<br />

della rivista e per svolgere le attività a ciò connesse. Titolare del trattamento è Interprogetti Editori S.r.l. - via<br />

Statale 39 - 23888 La Valletta Brianza (LC). Le categorie di soggetti incaricati del trattamento dei dati per le<br />

finalità suddette sono gli addetti alla registrazione, modifica, elaborazione dati e loro stampa, al confezionamento e<br />

spedizione delle riviste, al call center, alla gestione amministrativa e contabile. Ai sensi dell’art. 7 d. lgs. 196/2003<br />

è possibile esercitare i relativi diritti tra cui consultare, modificare, aggiornare e controllare i dati, nonché richiedere<br />

elenco completo ed aggiornato, rivolgendosi al titolare al succitato indirizzo.<br />

Informativa dell’editore al pubblico ai sensi del decreto legislativo 30 giugno 2003, n° 196 e dell’art. 2 comma 2<br />

del Codice deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica. Interprogetti<br />

Editori - titolare del trattamento - rende noto che presso i propri locali siti in La Valletta Brianza (LC), Via Statale<br />

39, vengono conservati gli archivi personali e di immagini fotografiche cui i giornalisti, praticanti, pubblicisti e altri<br />

soggetti (che occasionalmente redigono articoli o saggi) che collaborano con il predetto titolare attingono nello<br />

svolgimento della propria attività giornalistica per le finalità di informazione connesse allo svolgimento della stessa.<br />

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ai sensi dell’art. 7, comma 2, lettera a), d. lgs 196/2003, in virtù delle norme sul segreto professionale, limitatamente<br />

alla fonte della notizia.<br />

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ANNOXXX N.4 MAGGIO 2019<br />

ANNOX NUMERO3 GIUGNO/LUGLIO2019<br />

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RIVISTA DELLE<br />

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