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Tecnologie Alimentari - N°6 Novembre/Dicembre 2020

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editoriale<br />

Eeditoriale<br />

|di Alessandro Bignami<br />

Nella seconda metà del <strong>2020</strong> l’economia italiana non ha subito un blocco totale, come è accaduto per i mesi del primo<br />

lockdown. Tuttavia le restrizioni, pur meno drastiche, si sono prolungate nel tempo sfiancando il nostro tessuto produttivo<br />

e rischiando di creare danni sistemici che potrebbero richiedere anni per il loro superamento. Al primo impatto con la tremenda<br />

prova della pandemia, la filiera alimentare era parsa più resiliente di altri settori, che avevano dovuto chiudere<br />

quasi completamente i battenti. L’intensa domanda proveniente dalla GDO, con alcuni prodotti addirittura in forte crescita,<br />

sembrava ribadire la centralità di una filiera essenziale, già abituata a convivere più facilmente con i cicli del mercato. In<br />

questi ultimi mesi è emerso però in modo evidente che anche il food italiano va considerato pienamente dentro la tempesta<br />

economica scatenata dal virus. Non solo per la generale compressione dei consumi, ma soprattutto per l’esposizione di<br />

tutto il mondo horeca, fuori casa, ristorazione, eventi, fiere, mense, agli effetti delle chiusure e del coprifuoco decisi dal<br />

governo, oltre a quelli dello smart working adottato da molte imprese. Il consumo esterno alle mura domestiche è uno<br />

RIPARTIRE<br />

DALL’UOMO<br />

sbocco distributivo che assorbe circa un terzo della produzione dell’industria alimentare, e in buona parte ad elevato valore<br />

aggiunto. La sofferenza profonda e prolungata di questo canale pone l’intera catena del food in uno stato di incertezza<br />

e difficoltà ad avanzare previsioni sulla ricostruzione.<br />

Del resto, il destino del cibo segue da vicino quello dell’uomo, il quale è un essere preminentemente sociale. L’assenza di<br />

situazioni conviviali colpisce inevitabilmente anche la cultura e la produzione alimentare. Ma ciò ci rende anche consapevoli<br />

che è ripartendo dall’uomo, dalle sue esigenze radicali, che si può far ripartire l’economia, una volta messo sotto controllo<br />

il virus. La digitalizzazione, certo fondamentale ad alzare il livello di efficienza e sicurezza produttive, non potrà essere<br />

la sola chiave dello sviluppo nei prossimi anni. È dal contatto umano, anche dal semplice sedersi attorno alla stessa tavola<br />

per condividere un pasto o un caffè, che fermenta tutto ciò che non può venire delegato a robot e intelligenza artificiale:<br />

come le idee, i progetti, il desiderio di ricerca, la volontà di costruire e vivere una nuova normalità.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

4<br />

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04_05_EDITORIALE.indd 4 26/01/21 16:45<br />

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