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Tecnologie Alimentari - N°6 Novembre/Dicembre 2020

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materiali<br />

step della fase di riciclo in cartiera<br />

prevede l’utilizzo di acqua all’interno<br />

di un pulper, è bene che gli imballaggi<br />

a prevalenza cellulosica non<br />

siano rivestite/laminate/accoppiate<br />

su entrambi i lati e questo è un primo<br />

importante avvertimento che le<br />

aziende devono tenere in considerazione.<br />

Risulta inoltre buona pratica<br />

utilizzare nell’accoppiamento tra<br />

i diversi materiali che compongono<br />

il packaging, adesivi che facilitino la<br />

separazione del substrato cellulosico<br />

durante la fase di pulperizzazione,<br />

minimizzando le fibre trattenute<br />

a sé dall’adesivo.<br />

Per essere definito a prevalenza cellulosica,<br />

è bene ricordare che il materiale<br />

deve essere costituito da almeno il<br />

51% in peso di fibre di cellulosa.<br />

Eppure, restare a percentuali di fibra<br />

minime solo per appartenere a questa<br />

categoria – e dunque al 50-60 % –<br />

significherebbe ridurre al minimo il<br />

rendimento del processo di riciclo.<br />

Massimizzare è la parola d’ordine e<br />

dunque incrementare il contenuto in<br />

fibra all’interno di prodotti riducendo<br />

il quantitativo di materiali non cellulosici<br />

usati come rivestimento.<br />

RIDURRE LE FRAZIONI<br />

DI MATERIALE PLASTICO<br />

La già citata plastica è il principale materiale<br />

impiegato in fase di accoppiamento<br />

di imballaggi cellulosici e di<br />

loro lavorazione, per questo è anche<br />

il materiale più presente come scarto<br />

di una cartiera.<br />

Altro utilizzo specifico del materiale<br />

plastico è quello di permettere all’utente<br />

di vedere il contenuto interno al<br />

packaging e di assicurare prestazioni<br />

aggiuntive all’imballaggio. Inoltre la<br />

plastica utilizzata all’interno di uno<br />

stesso imballaggio in cartone a prevalenza<br />

cellulosica può essere di vari tipi<br />

e questo può complicare il processo<br />

Progettare il riciclo<br />

significa avere<br />

consapevolezza<br />

dell’intero ciclo di<br />

vita del prodotto:<br />

dalla sua nascita<br />

fino al momento<br />

in cui termina la<br />

sua funzione e deve<br />

essere riciclato per<br />

generare nuovo<br />

materiale<br />

di selezione da una parte, e quello di<br />

produzione di carta a partire da macero<br />

dall’altro, poiché riconoscono<br />

questi materiali come non desiderati<br />

e quindi come scarto a prescindere<br />

dal tipo di plastica utilizzata.<br />

Un altro ostacolo riguarda il comportamento<br />

del materiale plastico da<br />

tenere sotto controllo: le plastiche<br />

impiegate non si dovrebbero, infatti,<br />

frammentare in parti di dimensioni<br />

inferiori a 0,10-0,15 mm perché eluderebbero<br />

i sistemi di filtrazione.<br />

Questo porta a preferire una frazione<br />

di materiale plastico che sia il più possibile<br />

ridotta optando invece per un<br />

contenuto cellulosico che rappresenti<br />

la quasi totalità.<br />

Queste interferenze plastiche come<br />

anche la presenza di inchiostri sul<br />

packaging in carta e cartone – che<br />

soprattutto in caso di imballaggi per<br />

prodotti alimentari devono rispettare<br />

stringenti normative relative alla migrazione<br />

di contaminanti dal supporto<br />

al contenuto – sono fattori che<br />

ogni azienda deve tenere in considerazione<br />

nella fase di riciclo, attraverso<br />

alcune attenzioni quali: adottare soluzioni<br />

mono-materiali di cellulosa;<br />

minimizzare le componenti di materiali<br />

differenti (a partire dalla plastica);<br />

se necessario utilizzare componenti o<br />

strati in plastica, considerando che tali<br />

componenti andranno a costituire<br />

scarti da gestire poi a loro volta a recupero<br />

energetico o smaltimento, e<br />

dunque evitare il PVC, che presenta<br />

problematiche a recupero energetico;<br />

favorire l’omogeneizzazione di<br />

polimeri plastici per poter riuscire a<br />

valorizzare lo scarto; laddove sia necessaria<br />

adottare componenti aggiuntive<br />

in materiali differenti, renderle<br />

pelabili/separabili manualmente<br />

dall’utente al momento dell’utilizzo o<br />

del conferimento, fornendo indicazioni<br />

chiare e, infine, se proprio sono<br />

necessarie componenti plastiche aggiuntive<br />

bisogna fare in modo che<br />

avvenga la separazione della fibra di<br />

carta dalle componenti in plastica nel<br />

pulper.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.6 <strong>2020</strong><br />

www.interprogettied.com<br />

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