MAP - Magazine Alumni Politecnico di Milano #9 - PRIMAVERA 2021
Il Magazine dei Designer, Architetti, Ingegneri del Politecnico di Milano - Numero 9 - Primavera 2021
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Un nuovo laboratorio laser al <strong>Politecnico</strong> per stu<strong>di</strong>are l’interazione<br />
tra luce e molecole. È l’ambizioso progetto TOMATTO, vincitore<br />
dell’ERC Synergy Grant: 12 milioni per 6 anni.<br />
In ogni momento la luce del Sole mette<br />
in moto meccanismi dentro e tra le<br />
molecole, muove le cose. Per capire<br />
cosa accade dopo che la luce ha colpito<br />
una molecola bisogna allora tentare,<br />
per così <strong>di</strong>re, <strong>di</strong> fotografare quegli<br />
istanti con flash rapi<strong>di</strong>ssimi. «Come per<br />
la fotografia <strong>di</strong> un proiettile sparato<br />
contro una mela: si usa un flash molto<br />
veloce così da congelare i momenti»,<br />
spiega Mauro Nisoli, professore <strong>di</strong><br />
fisica e fotonica al <strong>Politecnico</strong>. «Ma<br />
per fotografare cosa succede agli<br />
elettroni in una molecola colpita da<br />
fotoni, servono flash estremamente<br />
più rapi<strong>di</strong>». Da qui nasce il progetto<br />
TOMATTO, che mette assieme le forze<br />
<strong>di</strong> <strong>Politecnico</strong>, Università Autonoma<br />
<strong>di</strong> Madrid e Università Complutense<br />
<strong>di</strong> Madrid, e che è tra i vincitori del<br />
finanziamento europeo ERC Synergy<br />
Grant, il primo al <strong>Politecnico</strong>. L’intento:<br />
simulare quello che succede in natura,<br />
lanciando un fascio <strong>di</strong> luce su una<br />
molecola e sondandone gli effetti con<br />
un flash <strong>di</strong> impulsi laser ultravioletti,<br />
soltanto qualche attosecondo dopo,<br />
un miliardesimo <strong>di</strong> miliardesimo <strong>di</strong><br />
secondo dopo.<br />
«Tutto comincia a Erice, esattamente<br />
due anni fa», racconta Nisoli. «Ci<br />
trovavamo lì perché si teneva una<br />
scuola proprio sugli attosecon<strong>di</strong>,<br />
organizzata da me e da un collega<br />
americano al Centro Ettore Majorana.<br />
Parlando del bando ERC Synergy<br />
con Fernando Martín dell’Università<br />
Autonoma <strong>di</strong> Madrid, abbiamo pensato<br />
che sarebbe stato bello mettere<br />
assieme la parte teorica, il suo campo, e<br />
sperimentale, il mio». Così, nel maggio<br />
2019 Fernando ha poi coinvolto Nazario<br />
Martín dell’Università Complutense,<br />
esperto <strong>di</strong> chimica organica. «Per i<br />
due mesi successivi ci siamo incontrati<br />
quoti<strong>di</strong>anamente su Skype, così l’idea<br />
ha preso forma».<br />
L’ERC Synergy è destinato a ricerche <strong>di</strong><br />
grande respiro, come quella appunto<br />
<strong>di</strong> TOMATTO. «Il bello della ricerca<br />
nel campo degli attosecon<strong>di</strong> è che<br />
non puoi fare tutto da solo» racconta<br />
Nisoli. «Una volta generati gli impulsi<br />
ad attosecon<strong>di</strong> e fatte le misure,<br />
ancora non si è capito il processo<br />
fisico innescato dagli impulsi». Grazie<br />
all’aiuto <strong>di</strong> un teorico, perciò, si cerca<br />
<strong>di</strong> capire cosa è successo dentro la<br />
molecola colpita dalla luce e come<br />
questo possa <strong>di</strong>pendere dalla struttura<br />
chimica della molecola stessa:<br />
servono complesse simulazioni. «La<br />
prima misura ad attosecon<strong>di</strong> su una<br />
molecola, pubblicata su Nature nel<br />
2010, l’abbiamo fatta noi nel laboratorio<br />
ad attosecon<strong>di</strong> del Dipartimento<br />
<strong>di</strong> Fisica, ed era sulla molecola <strong>di</strong><br />
idrogeno, la molecola più semplice<br />
in assoluto. In quel caso Fernando ha<br />
usato il supercomputer MareNostrum,<br />
installato al Barcelona Supercomputing<br />
Center per simulare con estremo<br />
dettaglio il processo fisico messo in<br />
moto dai nostri impulsi ad attosecon<strong>di</strong>.<br />
Grazie a queste simulazioni abbiamo<br />
capito il processo. Qui vogliamo fare<br />
un salto <strong>di</strong> qualità e indagare molecole<br />
molto più complicate».<br />
Se i processi <strong>di</strong> trasferimento <strong>di</strong> carica<br />
dentro le molecole <strong>di</strong>pendono dalla<br />
struttura molecolare, allora la sfida può<br />
essere quella <strong>di</strong> manipolare la struttura<br />
e variarla così da far fare qualcosa<br />
<strong>di</strong> specifico alla molecola. Nazario<br />
Martín, chimico organico che completa<br />
il terzetto, con il suo team si occuperà<br />
proprio della sintesi delle molecole<br />
e ne altererà la struttura, seguendo<br />
la ricetta elaborata tra esperimenti al<br />
<strong>Politecnico</strong> e simulazioni teoriche.<br />
Stu<strong>di</strong>are e controllare cosa succede<br />
in una molecola su scale temporali<br />
ultrarapide, rappresenta una linea<br />
<strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> grande interesse e in<br />
continuo sviluppo. Con TOMATTO i<br />
ricercatori cercheranno <strong>di</strong> guardare<br />
<strong>di</strong>rettamente dentro al motore<br />
molecolare e a come gli elettroni<br />
rispondono all’assorbimento della<br />
luce. «Quando le molecole assorbono i<br />
fotoni, i nuclei rimangono inizialmente<br />
fermi ma gli elettroni, molto più<br />
leggeri, si “accorgono” subito che<br />
è successo qualcosa e si mettono<br />
in moto: ciò avviene sulla scala<br />
temporale degli attosecon<strong>di</strong>», spiega<br />
Nisoli. All’Attosecond Research Center<br />
del <strong>Politecnico</strong>, le molecole saranno<br />
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