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Wine Couture 05-06/2021

Wine Couture è la testata giornalistica che offre approfondimenti e informazione di qualità sul vino e quanto gli ruota attorno. È una narrazione di terroir, aziende ed etichette. Storytelling confezionato su misura e che passa sempre dalla viva voce dei protagonisti, dalle riflessioni attorno a un calice o dalle analisi di un mercato in costante fermento. Wine Couture è il racconto di un mondo che da anni ci entusiasma e di cui, con semplicità, vogliamo continuare a indagare ogni specifica e peculiare sfumatura, condividendo poi scoperte e storie con appassionati, neofiti e operatori del comparto.

Wine Couture è la testata giornalistica che offre approfondimenti e informazione di qualità sul vino e quanto gli ruota attorno. È una narrazione di terroir, aziende ed etichette. Storytelling confezionato su misura e che passa sempre dalla viva voce dei protagonisti, dalle riflessioni attorno a un calice o dalle analisi di un mercato in costante fermento. Wine Couture è il racconto di un mondo che da anni ci entusiasma e di cui, con semplicità, vogliamo continuare a indagare ogni specifica e peculiare sfumatura, condividendo poi scoperte e storie con appassionati, neofiti e operatori del comparto.

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24<br />

GIRAMONDO<br />

Photo: manuel venturini -Unsplash<br />

Chardonnay e Pinot Noir sotto la lente d’ingrandimento.<br />

Performance e trend sul mercato italiano. Parlano otto distributori<br />

DI MATTEO BORRÈ<br />

Chardonnay e Pinot Noir. Pinot Noir e<br />

Chardonnay. Gemelli diversi. Il bianco e il<br />

nero. Da sempre abituati a viaggiare fianco<br />

a fianco. Ma capaci di esaltarsi anche in solitaria.<br />

Due vitigni che condividono i nobili<br />

natali: originari entrambi della Borgogna hanno lungo il<br />

corso dei secoli spiccato il volo, conquistando quasi ogni<br />

angolo del mondo. Dalla natia Francia sono giunti anche<br />

nel Belpaese, dove oggi sono diffusissimi. Ma tra Europa,<br />

America e Oceania, è difficile non ritrovare nelle destinazioni<br />

più rinomate alla coltivazione della vite questi due<br />

Campioni, con la C maiuscola. Già, perché parliamo di<br />

due veri e propri vitigni passe-partout. Amati e al contempo<br />

odiati, coccolati o rifiutati: non possono esistere mezze<br />

misure con nessuno dei due. I numeri dicono che si tratta<br />

di varietà in grande salute. Il Pinot Noir, o Blauer Burgunder,<br />

conta oltre 110mila ettari coltivati nel mondo. Meglio<br />

di lui fa lo Chardonnay, con più di 210mila ettari (fonte<br />

Oiv). Ma la costante è un trend in crescita per entrambi.<br />

Lo Chardonnay trova casa in 41 Paesi attorno al globo. E<br />

anche il Pinot Noir è un vero e proprio fenomeno planetario,<br />

grazie alla sua capacità di adattarsi ai climi più freschi,<br />

con ampia diffusione in Europa, ma anche nei vigneti del<br />

Nuovo Mondo: dagli Stati Uniti all’Australia, passando dal<br />

Cile fino al Sud Africa. La ricerca genetica afferma che lo<br />

Chardonnay è il risultato dell’incrocio del Gouais Blanc<br />

con il Pinot. Uniti, dunque, fin da principio, insieme danno<br />

vita ad alcuni degli spumanti più rinomati al mondo. Internazionali<br />

fino in fondo: anche in un gusto che si adatta<br />

bene ai più diversi palati. Ha buon potenziale di invecchiamento,<br />

il migliore tra i vini bianchi, lo Chardonnay. Nelle<br />

zone temperate, il Pinot Noir riesce a offrire il meglio di sé,<br />

regalando vini rossi moderatamente acidi che sono riconosciuti<br />

per la loro complessità aromatica e finezza. Ma qual<br />

è il loro stato di salute sul mercato italiano? <strong>Wine</strong><strong>Couture</strong><br />

lo ha chiesto a otto dei principali distributori che operano<br />

nel nostro Paese.<br />

Il trend e il mercato in Italia<br />

“È necessario fare una netta distinzione tra il Pinot Noir e<br />

lo Chardonnay”, esordisce Luca Cuzziol, amministratore<br />

unico di Cuzziol GrandiVini. “Il primo gode di maggiore<br />

salute e sfrutta la sua straordinaria versatilità che lo colloca<br />

nel canale mescita con vini in acquisto all’Horeca fino<br />

a 12 euro, nella ristorazione di buon livello con prodotti,<br />

sempre in acquisto all’Horeca, fino a 35 euro e nell’universo<br />

del fine dining con etichette anche oltre i 100 euro.<br />

In aggiunta, il Pinot Noir gode del traino della Borgogna,<br />

sconosciuta ai più, ma al top della richiesta dei grandi appassionati.<br />

Inoltre, da segnalare come gli spumanti quali i<br />

Blanc de Noirs – soprattutto francesi – stiano attualmente<br />

vivendo un grande momento”. Ma c’è di più, sottolinea<br />

Cuzziol: “Va ricordato come il Pinot nero si possa vinificare<br />

anche in bianco – oltre che declinare in bollicine – e<br />

questo lo rende intrigante per il pubblico tra i 20 ed i 40<br />

anni. Grande forza, per noi in Italia, è che il Pinot Noir non<br />

è ritenuto pienamente un vitigno internazionale e questa<br />

percezione aiuta molto in un Paese come il nostro che, pur<br />

curioso ed esterofilo, rimane attento alle proprie origini.<br />

Da ultimo, c’è la trasversalità nel panel di offerta dei vini da<br />

uve Pinot Noir, validi in aperitivo, con un amuse-bouche,<br />

con la carne e con il pesce. Lo Chardonnay, al contrario,<br />

sfrutta bene solo il posizionamento nell’alta ristorazione,<br />

mentre negli altri canali è alla pari di tante altre proposte a<br />

volte modali – come Ribolla o Passerina – più interessanti<br />

per gli operatori”. E il trend non è particolarmente positivo<br />

neanche sul versante più spumeggiante. “Per la bolla”,<br />

prosegue Cuzziol, “dopo anni di incontrastato dominio<br />

nello Champagne, il Blanc de Blancs ora sta perdendo un<br />

po’ di terreno, che però recupera in Italia grazie alle performance<br />

del TrentoDoc”. Anche in termini di gusto e scelte<br />

sono necessari dei distinguo nel raffronto tra le due varietà<br />

internazionali. “Per il Pinot Noir la richiesta è alta sia per il<br />

made in Italy, Alto Adige in testa, seguito da Oltrepò Pavese<br />

e da tante piccole produzioni locali della penisola, sia per<br />

l’estero. Negli ultimi due anni c’è una maggiore attenzione<br />

anche verso paesi come Austria, Germania e Usa. La dimensione<br />

delle cantine non rappresenta una discriminante<br />

nella scelta del prodotto, anche se come per altre tipologie<br />

di vino più il consumatore cresce, maggiore è il suo interesse<br />

per i piccoli vigneron o vins de garage. Lo Chardonnay

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