Wine Couture 05-06/2021
Wine Couture è la testata giornalistica che offre approfondimenti e informazione di qualità sul vino e quanto gli ruota attorno. È una narrazione di terroir, aziende ed etichette. Storytelling confezionato su misura e che passa sempre dalla viva voce dei protagonisti, dalle riflessioni attorno a un calice o dalle analisi di un mercato in costante fermento. Wine Couture è il racconto di un mondo che da anni ci entusiasma e di cui, con semplicità, vogliamo continuare a indagare ogni specifica e peculiare sfumatura, condividendo poi scoperte e storie con appassionati, neofiti e operatori del comparto.
Wine Couture è la testata giornalistica che offre approfondimenti e informazione di qualità sul vino e quanto gli ruota attorno. È una narrazione di terroir, aziende ed etichette. Storytelling confezionato su misura e che passa sempre dalla viva voce dei protagonisti, dalle riflessioni attorno a un calice o dalle analisi di un mercato in costante fermento. Wine Couture è il racconto di un mondo che da anni ci entusiasma e di cui, con semplicità, vogliamo continuare a indagare ogni specifica e peculiare sfumatura, condividendo poi scoperte e storie con appassionati, neofiti e operatori del comparto.
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6<br />
È<br />
una battaglia ormai vinta e qualche “enofighetto” di<br />
turno dovrà rassegnarsi. Fuori da ogni previsione (o<br />
forse no!) il Bag in Box ha conquistato anche l’Italia,<br />
dopo aver visto il fenomeno diffondersi marcatamente<br />
in tutta Europa negli ultimi anni. Di fatto, racchiuso in<br />
sacche di alluminio ricoperte da cartone, l’amato nettare<br />
sta ottenendo sempre più consensi e un vero e proprio<br />
movimento di mercato e di trend si è già consolidato.<br />
Richiesto e acquistato, dal consumatore privato al<br />
settore ristorativo, il Bag in Box è sempre più utilizzato<br />
e piace tanto, specie ai giovani bevitori. Con la sua forma,<br />
la praticità d’uso e il packaging, suscita compagnia<br />
e quotidianità.<br />
Tante sono poi le aziende che hanno iniziato a confezionare<br />
il proprio sfuso di qualità in Bag in Box, cosa<br />
impensabile solo qualche tempo fa: i più erano restii a<br />
farlo, in quanto ritenevano che “svilisse” il proprio prodotto.<br />
Il perché è presto spiegato: da un punto di vista estetico,<br />
il formato è certamente più vicino a evocare il brick,<br />
quindi l’idea di una produzione industriale poco<br />
pregiata, piuttosto che l’immaginario naturale, vivo<br />
e sensuale, ricco di cultura e tradizioni legato invece<br />
alla bottiglia. Ma il cambio di rotta e idee ha garantito<br />
il successo del Bag in Box, portandolo di tutta risposta<br />
sugli scaffali delle enoteche più blasonate fino alla nascita<br />
di veri e propri e-commerce dedicati. Vale la pena,<br />
dunque, rimboccarsi le maniche e mettere sul tavolo<br />
della discussione questo simpatico e pratico modo di<br />
confezionare il vino.<br />
Entrando nello specifico del Bag in Box, possiamo analizzarne<br />
la struttura per poi definirne eventuali pro e<br />
contro. Abbiamo la sacca (Bag) costituita da un materiale<br />
plastico poliaccoppiato: poliestere metallizzato<br />
con alluminio e polietilene per prodotti alimentari.<br />
Materiali che proteggono il vino dalla luce, dall’aria, da<br />
gas o altri agenti contaminanti e, in parte, anche da determinanti<br />
sbalzi di temperatura. La scatola (Box) è invece<br />
comunemente in cartone: protegge il sacco da urti<br />
e da eventuale schiacciamento, è maneggevole e impilabile,<br />
dunque il massimo dell’efficienza sia in termini<br />
di trasporto sia di stoccaggio. Infine, ogni dispenser ha<br />
una valvola che impedisce il passaggio dell’aria anche<br />
dopo l’apertura.<br />
E i formati? Quanti ne vogliamo. Da il più comune è da<br />
1,5 lt sino ad arrivare ai più grandi, molto utilizzati nel<br />
comparto Horeca, da 10 a 20 lt.<br />
Mettendo da parte il lato romantico, che da sempre<br />
vede il vino vestito del vetro delle comuni bottiglie<br />
di qualsivoglia forma, e rimanendo sull’oggettività di<br />
questo contenitore, il Bag in Box potrà non essere esteticamente<br />
accattivante, non potrà certamente essere<br />
scelto per vini da invecchiamento, privilegiando quelli<br />
di pronta beva, ma porta con sé davvero molti aspetti<br />
positivi interessanti e da non sottovalutare. A iniziare<br />
dall’essere estremamente pratico: garantisce infatti una<br />
protezione del vino dalla luce, dagli odori, dal contatto<br />
con agenti esterni, è di facile stoccaggio e una delle sue<br />
qualità più interessanti, e che risponde sicuramente ai<br />
dubbi dei più scettici, è quella di mantenere il prodotto<br />
conservato una volta aperto fino a tre settimane. Chiuso,<br />
invece, il Bag in Box garantisce una conservazione<br />
dai quattro ai 12 mesi.<br />
Altro fattore molto importante è il ridotto impatto ambientale,<br />
cosa da non sottovalutare vista la forte esigenza<br />
di tutela e sostenibilità con la quale la nostra società<br />
deve fare i conti. Infatti, sia per il peso e l’ingombro ridotto,<br />
che minimizzano l’inquinamento dovuto al trasporto,<br />
sia per il riciclo del sacco e della scatola, separabili<br />
e smaltibili nella raccolta differenziata, comporta<br />
emissioni di anidride carbonica contenute.<br />
È davvero allora una questione di forma e contenuto?<br />
Sì. Nessuno potrà mai mettere in dubbio l’eleganza, la<br />
gestualità e la bellezza della bottiglia di un buon vino, ci<br />
mancherebbe. Ma sarebbe una pazzia non accettare un<br />
nuovo modo per portare il vino a tavola. Quindi, dalla<br />
bottiglia al calice: sì. Dal Bag in Box al calice: pure.<br />
DI IRENE FORNI<br />
TREND<br />
Ode al Bag in Box<br />
Una questione di forma e contenuto.<br />
Per una soluzione sempre più presente e di qualità.