Wine Couture 05-06/2021
Wine Couture è la testata giornalistica che offre approfondimenti e informazione di qualità sul vino e quanto gli ruota attorno. È una narrazione di terroir, aziende ed etichette. Storytelling confezionato su misura e che passa sempre dalla viva voce dei protagonisti, dalle riflessioni attorno a un calice o dalle analisi di un mercato in costante fermento. Wine Couture è il racconto di un mondo che da anni ci entusiasma e di cui, con semplicità, vogliamo continuare a indagare ogni specifica e peculiare sfumatura, condividendo poi scoperte e storie con appassionati, neofiti e operatori del comparto.
Wine Couture è la testata giornalistica che offre approfondimenti e informazione di qualità sul vino e quanto gli ruota attorno. È una narrazione di terroir, aziende ed etichette. Storytelling confezionato su misura e che passa sempre dalla viva voce dei protagonisti, dalle riflessioni attorno a un calice o dalle analisi di un mercato in costante fermento. Wine Couture è il racconto di un mondo che da anni ci entusiasma e di cui, con semplicità, vogliamo continuare a indagare ogni specifica e peculiare sfumatura, condividendo poi scoperte e storie con appassionati, neofiti e operatori del comparto.
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9<br />
Tommy Banks, che a luglio, con il fratello James, darà il<br />
via alle vendite di una linea griffata Banks Brothers che include<br />
un Syrah Mourvèdre e uno Chardonnay sudafricani.<br />
Ma soprattutto il più volte premio Oscar Francis Ford<br />
Coppola, di recente sbarcato anche in Italia, grazie alla<br />
partnership distributiva con Gruppo Meregalli, con la sua<br />
Diamond Collection FF Coppola <strong>Wine</strong>ry, dove sono inclusi<br />
i californiani Chardonnay, Sauvignon, Pinot Noir e il<br />
Sofia Rosé Brut. Sul fronte italiano, il riferimento nel vino<br />
in lattina resta la realtà bolognese Cantine Sgarzi Luigi,<br />
da anni uno dei principali produttori europei con le linee<br />
Ciao, marchio registrato sin dal 2003, Perla Rossa e Villa<br />
Francesca. Mentre il nuovo che avanza è rappresentato<br />
dalla veronese Zai, acronimo che sta per Zona Altamente<br />
Innovativa, che da poco ha lanciato una gamma ecosostenibile<br />
di sei referenze dal packaging accattivante. Una proposta<br />
declinata in chiave bio e vegan, che si distingue per<br />
il basso contenuto calorico e la ridotta gradazione alcolica,<br />
in quanto uno stile di vita healthy è ciò a cui Zai ambisce.<br />
Indizi e storie diverse, a ribadire che spazio ce n’è per una<br />
soluzione che punta a “svecchiare” la tradizionale staticità<br />
che caratterizza il mondo del vino, ma anche e innanzitutto<br />
a offrire maggiore praticità in termini di occasioni di<br />
consumo.<br />
Cosa dicono i numeri? Nel 2020 il mercato globale del<br />
vino in lattina ha superato i 210 milioni di dollari. Tra<br />
<strong>2021</strong> e 2028, il tasso annuo di crescita composto (Cagr)<br />
sarà del 13,2% (fonte: Canned <strong>Wine</strong> Market Report, <strong>2021</strong><br />
– 2028, Grand View Research, maggio <strong>2021</strong>). Si supererà,<br />
dunque, prima della fine del decennio un volume d’affari<br />
di 570 milioni di dollari, con i vini frizzanti a continuare a<br />
fare la parte del leone nel segmento, proseguendo stabili<br />
nell’imporsi come il 66% delle vendite. Il Nord America<br />
rimarrà ancora per anni il punto di riferimento per il mercato<br />
del vino in lattina: nello scorso esercizio, da solo, ha<br />
cubato il 53% del business. Ma attenzione all’Asia, dove si<br />
stimano percentuali maggiori di crescita da qui al 2028,<br />
con in prima fila l’India, seguita da Cina, Giappone e Corea<br />
del Sud.<br />
Tornando in Europa e volgendo lo sguardo Oltralpe, da citare<br />
in tema di vino in lattina il paradigmatico caso di Anne-Victoire<br />
Monrozier (foto in basso), meglio nota online<br />
come Miss Vicky <strong>Wine</strong>, cofondatrice della community<br />
Vinocamp e produttrice in Beaujolais, insieme al padre, al<br />
Château des Moriers. Durante l’anno della pandemia ha<br />
lanciato con successo Ô Joie, un Fleurie Aoc proposto in<br />
lattina che ha subito conquistato tanti appassionati. “Grazie<br />
a Vinocamp ho sempre avuto la fortuna di rimanere in<br />
contatto con quanto di più innovativo ci fosse nel mondo<br />
del vino”, ha raccontato a <strong>Wine</strong><strong>Couture</strong>. “Così è stato anche<br />
con il vino in lattina. Assaggiandolo, mi sono resa conto<br />
che cambiava completamente l’esperienza di fruizione.<br />
Ho ragionato sugli prospettive e possibilità di consumo,<br />
soprattutto tra i giovani. E mi sono focalizzata innanzitutto<br />
sull’assoluta praticità del formato, che rappresenta qualcosa<br />
con una reale utilità nel quotidiano”. Con l’avvento<br />
della pandemia, la decisione di provare a percorrere la<br />
nuova strada. “Mi sono detta che il momento era quello<br />
giusto per prendersi un rischio e lanciare una proposta<br />
di questo tipo”, ha sottolineato Anne-Victoire Monrozier.<br />
“Quello del vino in lattina è un progetto nato anche per<br />
uscire dalla monotonia di un quotidiano in un tempo<br />
difficile in cui ci era impedito d’incontrare fisicamente le<br />
persone. E per me vincere la sfida della pandemia è stato<br />
proprio questo: dare vita a qualcosa d’innovativo”. Una<br />
scelta azzeccata. “Ho optato per un rischio calcolato, producendo<br />
4mila lattine, che sono riuscita a vendere, tanto<br />
che abbiamo riassortito lo stock con 2mila pezzi”. Il debutto<br />
è passato anche per una campagna di crowfunding che<br />
ha visto aderire 85 sostenitori e permesso di ricevere un<br />
primo immediato feedback. “La scommessa non è però<br />
ancora vinta in maniera definitiva, ma le prospettive per<br />
ampliare gli orizzonti ci sono. Posso dire di essere soddisfatta<br />
di questo debutto, perché ha innanzitutto schiarito<br />
ogni dubbio intorno a uno degli elementi più stressanti in<br />
un progetto come questo: se le persone avrebbero o meno<br />
amato il vino che gli proponevo”, ha evidenziato Anne-Victoire<br />
Monrozier. “Alcuni acquirenti hanno riacquistato il<br />
vino in lattina, a dimostrazione di come ci siano locali in<br />
cui questo genere di offerta funziona e può trovare la sua<br />
dimensione”.<br />
Ma quale il giudizio di Anne-Victoire Monrozier sul “revival”<br />
del vino in lattina? La sua risposta è chiara: “C’è un<br />
interesse crescente e non è la prima volta che succede. Siamo<br />
di fronte a un’ottima occasione, perché stiamo vivendo<br />
un periodo di profondi cambiamenti. Il vino in lattina è<br />
molto più di una moda, perché ha una vera utilità. È infatti<br />
una soluzione leggera, non occupa grande spazio, non richiede<br />
la necessità di avere a portata di mano un cavatappi.<br />
Ci sono diverse tipologie di attività che potrebbero beneficiarne:<br />
dagli hotel, per cui rappresenterebbe la soluzione<br />
ideale quando parliamo di minibar, a quei ristoranti, a partire<br />
da quelli che fanno take away, passando per chi propone<br />
cucine particolari, come il cibo cinese o thai, ma anche<br />
alle pizzerie, che non hanno l’abitudine di avere una carta<br />
vini particolarmente strutturata. La praticità del formato<br />
del vino in lattina rappresenta il punto di non ritorno, anche<br />
in direzione dell’innovazione”. La rivoluzione è dunque<br />
solo all’inizio?<br />
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