Tecnologie Alimentari n°4 - Settembre 2021
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Crescono le start up<br />
agroalimentari<br />
L’industria 4.0 nelle macchine<br />
per l’essiccazione<br />
Impianti di sterilizzazione:<br />
un’analisi del settore<br />
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sommario<br />
6 In copertina<br />
Il sapore dell’Italia<br />
L’italiana SICA, tra le principali aziende europee nella lavorazione del pomodoro,<br />
coniuga tradizione e innovazione. Negli ultimi anni ha effettuato una serie<br />
di investimenti volti a migliorare la qualità e a salvaguardare la sicurezza<br />
dei consumatori. In tale contesto giocano un ruolo importante i sensori di VEGA<br />
per la misura del livello.<br />
pag. 26<br />
pag. 6<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 SETTEMBRE <strong>2021</strong><br />
2<br />
26 Emissioni sotto controllo senza perdite d’acqua<br />
Uno studio del Politecnico di Torino insieme all’Università di Ribeirão Preto<br />
illustra le tecniche a secco per la riduzione del particolato dei generatori di calore<br />
a biomassa. Partendo dal caso dell’industria della canna da zucchero in Brasile.<br />
34 Macchine per l’essiccazione 4.0<br />
Le soluzioni di Eaton hanno permesso a Officine di Cartigliano<br />
di intraprendere un percorso di trasformazione digitale finalizzata<br />
a realizzare tecnologie per l’essiccazione innovative e personalizzate.<br />
36 Efficienza energetica per il confezionamento in asettico<br />
IFFCO, specializzata nel packaging alimentare asettico, ha installato<br />
nello stabilimento di Marcianise un impianto di cogenerazione<br />
di Centrica Business Solutions, riducendo i costi energetici del 30%.<br />
42 Impianti di sterilizzazione: aumenta la richiesta<br />
Nelle applicazioni alimentari, il settore ha raggiunto un valore di 750 milioni<br />
di dollari. Un mercato ancora contenuto rispetto al pharma, ma in costante<br />
crescita, grazie all’attenzione di consumatori e normative alle esigenze<br />
della Food Safety.<br />
EDITORIALE<br />
Ripartenza italiana (A. Bignami) 4<br />
IN COPERTINA<br />
Il sapore dell’Italia 6<br />
ATTUALITÀ<br />
Filiere corte e anti-spreco: crescono le startup agrifood sostenibili 10<br />
Notizie attualità 13<br />
La filiera del gelato conquista Asia e Nordamerica 20<br />
APPUNTAMENTI<br />
Cibus Tec raddoppia: forum nel 2022, fiera nel 2023 22<br />
Un atteso ritorno in presenza per Anuga FoodTec 23<br />
INGREDIENTI<br />
Una fibra per il settore carne 24<br />
Proteine vegetali in polvere 25<br />
SCIENZA E TECNOLOGIA<br />
Emissioni sotto controllo senza perdite d’acqua 26<br />
Tra percezione della cannella e gradimento dei vini rossi 28<br />
pag. 36<br />
pag. 34<br />
pag. 42<br />
MACCHINE<br />
La sfida del cablaggio nelle linee per il packaging 30<br />
Macchine per il packaging: fatturato ai livelli pre-Covid 32<br />
Macchine per l’essiccazione 4.0 34<br />
ENERGIA<br />
Efficienza energetica per il confezionamento in asettico 36<br />
COMPONENTI<br />
Telaio in versione divisibile 38<br />
PACKAGING<br />
Una confezione sostenibile 100% carta 40<br />
Goglio si rafforza in Asia 41<br />
INDAGINE DI MERCATO<br />
Impianti di sterilizzazione: aumenta la richiesta (G. Tamburini) 42<br />
RUBRICHE<br />
Elenco inserzionisti 48<br />
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editoriale<br />
Eeditoriale<br />
|di Alessandro Bignami<br />
L’industria alimentare sta conoscendo una fase di ripresa, in linea con gli altri settori economici italiani. Con la<br />
differenza, non di poco conto, che nel 2020 la filiera del food ha subito una contrazione meno drammatica rispetto<br />
alla media delle attività produttive del Paese, una contrazione imputabile quasi completamente alle sofferenze<br />
del canale horeca. Al di là delle difficoltà di programmazione e dell’imprevedibilità della domanda nel tempo<br />
dell’emergenza, il comparto riparte comunque da una base solida e con l’obiettivo di favorire la crescita economica<br />
con metodi di produzione sempre più sostenibili.<br />
Ora si tratta più che altro di consolidare questa fase espansiva, mettendola al riparo da ulteriori turbolenze e stress<br />
sulla supply chain. I fattori di incertezza sono ancora molti: anzitutto la carenza e il rialzo del costo delle materie<br />
prime, insieme all’impennata dei costi di trasporto ed energia per trasformatori e distributori. Oltre un anno e<br />
mezzo di pandemia globale, con milioni di morti nel mondo, non poteva d’altronde non scuotere profondamente<br />
RIPARTENZA<br />
ITALIANA<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />
l’equilibrio e le abituali dinamiche della filiera produttiva, sempre più interconnessa a livello internazionale. È stato<br />
presto evidente che le infrastrutture logistiche e le reti distributive non erano pronte a supportare un ritorno della<br />
domanda così improvviso e incalzante. E l’Occidente ha ancora una volta pagato lo scotto della sua dipendenza<br />
dalle materie prime, dalle fonti energetiche e dalle produzioni del Sud e dell’Est del mondo. Ma, appunto, non era<br />
pensabile che l’emergenza globale più grave dal Secondo Dopoguerra non aprisse ampie crepe lungo la catena<br />
produttiva. Guardando però al bicchiere mezzo pieno, ovvero alla robustezza della domanda e alla ripresa degli<br />
investimenti stimolati dai fondi stanziati da Ue e Usa, si è tentati di credere a una possibile epoca di rinascita. È<br />
chiaro che questa fase espansiva non potrà ricalcare i modelli del passato, come quelli che portarono al boom<br />
degli anni Cinquanta e Sessanta. Oggi il contesto economico e soprattutto ambientale è completamente diverso.<br />
Ogni passo lungo la strada della crescita deve tenere conto della questione vitale del cambiamento climatico. Una<br />
sfida che vede il settore alimentare chiamato a ridurre progressivamente il suo impatto ambientale, attraverso<br />
anzitutto l’adozione di modalità di coltivazione e allevamento meno nocivi per suolo e aria. Così come la parte a<br />
valle della catena produttiva richiede investimenti in tecnologie di trasformazione in grado di ridurre scarti alimentari<br />
e consumi energetici, insieme alla scelta di confezioni in monomateriali dal ciclo di vita a basso impatto ambientale<br />
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in copertina<br />
L’italiana SICA, tra le<br />
principali aziende europee<br />
nella lavorazione<br />
del pomodoro, coniuga<br />
tradizione e innovazione.<br />
Negli ultimi anni<br />
ha effettuato una serie<br />
di investimenti volti<br />
a migliorare la qualità<br />
e a salvaguardare la<br />
sicurezza dei consumatori.<br />
In tale contesto giocano<br />
un ruolo importante<br />
i sensori di VEGA<br />
per la misura del livello.<br />
IL SAPORE DELL’ITALIA<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />
6<br />
Una buona conserva di pomodoro è un piacere autentico,<br />
il segreto sta nell’impiego di frutti maturi e in un<br />
processo di lavorazione ineccepibile, dal raccolto all’inscatolamento.<br />
Un’arte che l’azienda italiana con sede a<br />
Pagani (SA) ha perfezionato per offrire un prodotto che<br />
mantiene intatte le fragranze del pomodoro fresco. Il<br />
segreto di SICA? Il pomodoro viene inscatolato subito<br />
dopo il raccolto, ossia quando è maturo al punto giusto,<br />
in modo da conservarne tutto l’aroma. Inoltre, la lavorazione<br />
rapida e delicata preserva le vitamine e le preziose<br />
sostanze nutritive contenute nel pomodoro.<br />
Con una capacità produttiva di circa 100.000 tonnellate<br />
all’anno di prodotto fresco trasformato, nel frattempo<br />
SICA si annovera tra le più grandi e moderne aziende<br />
di lavorazione del pomodoro in Europa. L’azienda<br />
rifornisce essenzialmente il settore gastronomico (Ho.<br />
Re.Ca). Naturalmente ogni singola fase della produzione<br />
viene monitorata ininterrottamente tramite il rilevamento<br />
di tutti i parametri tecnico-fisici e i controlli di<br />
qualità online. Tutte le azioni sono integrate da un si-<br />
stema di tracciabilità e controllo ben organizzato.<br />
Gli sforzi e gli investimenti dell’azienda sono stati coronati<br />
dal successo: dal 1998 la produzione è in continua crescita<br />
con un incremento di circa il 20% annuo. Oltre che<br />
ai costanti investimenti nella produzione, questo è dovuto<br />
al rigoroso focus sulla qualità e sul sapore. Tutti i prodotti<br />
sono ottenuti esclusivamente con pomodoro fresco<br />
proveniente da Puglia, Campania, Basilicata, Calabria e<br />
Lazio, senza aggiunta di conservanti o antiossidanti che<br />
possano modificarne le proprietà e le caratteristiche organolettiche.<br />
LE INSIDIE DEL POMODORO<br />
Gli impianti e i sensori impiegati nella lavorazione del<br />
pomodoro non hanno vita facile: il pomodoro è infatti<br />
acido e abrasivo di natura. L’ambiente circostante rappresenta<br />
quindi una sfida per i sensori presenti in gran<br />
numero nelle singole fasi di lavorazione. Per la misura<br />
dei livelli l’azienda italiana impiega già da diversi anni gli<br />
strumenti di VEGA.<br />
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Oltre al pomodoro di per sé, ad essere<br />
insidiosi per i sensori sono anche<br />
i processi. Tutti i componenti<br />
sono sottoposti a lavaggi frequenti<br />
con acqua e alta pressione e anche<br />
le adesioni sono all’ordine del giorno.<br />
Umidità, vapore, sporco e turbolenze<br />
creano pertanto condizioni<br />
applicative difficili. Un’ulteriore sfida<br />
è rappresentata dal fatto che i sensori<br />
sono operativi solo per due o tre<br />
mesi all’anno, poiché la lavorazione<br />
del pomodoro avviene essenzialmente<br />
nel periodo del raccolto tra<br />
luglio e settembre. Devono però<br />
funzionare alla perfezione anche<br />
dopo dieci mesi di pausa, non appena<br />
vengono riavviati gli impianti. È<br />
pertanto richiesta un’elevata stabilità<br />
nel lungo periodo.<br />
In passato, per la misura di livello<br />
l’azienda impiegava trasduttori di<br />
pressione con una cella di misura<br />
metallica. Questa però veniva spesso<br />
danneggiata dall’abrasione o durante<br />
le fasi di montaggio e smontag-<br />
Nella lavorazione<br />
dei pomodori<br />
l’attenzione si<br />
concentra sul gusto<br />
e sulla qualità<br />
Le dimensioni<br />
compatte<br />
del VEGABAR<br />
82 permettono<br />
l’installazione<br />
a filo del terreno<br />
gio. Anche i sensori ultrasonori utilizzati<br />
in precedenza non erano in<br />
grado di gestire le condizioni ambientali<br />
e spesso insorgevano problemi<br />
causati dalla condensa o<br />
dall’imbrattamento. In altre parole,<br />
gli strumenti fornivano valori di misura<br />
poco affidabili.<br />
SENSORI CON AMPIO CAMPO<br />
APPLICATIVO<br />
Per questo, da circa sette anni SICA<br />
impiega sensori VEGA che hanno<br />
sostituito progressivamente la strumentazione<br />
nei più diversi punti del<br />
processo di lavorazione. Nel frattempo<br />
sono una cinquantina i punti<br />
di misura equipaggiati con i sensori<br />
dell’azienda tedesca. La<br />
maggior parte si trova nel processo<br />
di imballaggio, ma anche in molti<br />
altri ambiti.<br />
I sensori del tipo VEGABAR 82, per<br />
esempio, sono impiegati per la misura<br />
di livello in serbatoi e tubazioni<br />
contenenti pomodoro. Il VEGABAR<br />
82 è molto resistente sia all’abrasione<br />
– per cui non risente dell’acidità<br />
del pomodoro –, sia agli shock termici.<br />
Il versatile strumento standard<br />
è predisposto per temperature fino<br />
a 150°C e la resistenza al sovraccarico<br />
estremamente elevata (fattore<br />
200) lo rende unico nel suo genere<br />
sul mercato. Questo è dovuto alla<br />
cella di misura CERTEC ® che, oltre a<br />
essere estremamente robusta, garantisce<br />
anche la stabilità nel lungo<br />
termine. Le camere di misura tradizionali<br />
dei trasduttori di pressione<br />
differenziali separate ermeticamente<br />
da una membrana sono meccanicamente<br />
instabili e soggette agli sbalzi<br />
di temperatura. Al contrario, la cella<br />
di misura in ceramica CERTEC ® brevettata<br />
consente l’impiego dei sensori<br />
anche in ambienti difficili.<br />
Altri sensori sono installati nel concentratore<br />
e nella dosatrice. Qui i<br />
sensori di tipo VEGABAR 80 effettuano<br />
una misura elettronica di<br />
pressione differenziale. I trasduttori<br />
di pressione, impiegabili universalmente<br />
e realizzati con materiali<br />
omologati conformemente a FDA e<br />
CE 1935/2004, offrono massima<br />
affidabilità e sicurezza operativa.<br />
Nel concentratore si controlla il cosiddetto<br />
grado Brix, un parametro<br />
decisivo per la produzione ottimale<br />
di concentrato di pomodoro che<br />
indica il contenuto di sostanze soli-<br />
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7<br />
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PROSPETTIVE FUTURE<br />
SICA ha testato con successo l’interruttore<br />
di livello VEGAPOINT<br />
come protezione di troppo pieno<br />
nell’ambito di una serie di prove sul<br />
campo e in futuro lo impiegherà<br />
nel proprio stabilimento. L’azienda<br />
apprezza non solo la stabilità nel<br />
lungo termine e l’elevata affidabilità<br />
dei sensori, ma anche e soprattutto<br />
la qualità della collaborazione<br />
con VEGA. Questi fattori sono di<br />
fondamentale importanza, in<br />
quanto la produzione è molto breve<br />
e si deve poter fare affidamento<br />
al 100% sui componenti impiegati.<br />
Presso SICA, i sensori VEGA sono<br />
diventati un partner importante<br />
nella lavorazione rapida del pomodoro,<br />
che a sua volta è fondamentale<br />
per la realizzazione di un prodotto<br />
eccellente.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />
de in un liquido. Il liquido da cui si<br />
ricava il concentrato circola in una<br />
serpentina. La parte liquida viene<br />
estratta in un’apposita camera tramite<br />
evaporazione. La misura elettronica<br />
di pressione differenziale<br />
garantisce l’esatta misura di densità.<br />
La soluzione di misura fornisce<br />
un valore di misura affidabile nonostante<br />
i due punti di misura siano<br />
molto distanti l’uno dall’altro, mentre<br />
con la misura classica di pressione<br />
differenziale impiegata in precedenza<br />
non sempre i valori di misura<br />
erano corretti.<br />
Anche il dosaggio e l’inscatolamento<br />
sono fasi decisive del processo di<br />
lavorazione. L’aria residua deve essere<br />
eliminata in maniera rapida ed<br />
efficace e la dosatrice rotante crea<br />
delle turbolenze. La misura si concentra<br />
sul controllo del livello del<br />
materiale asportato e condotto attraverso<br />
una colonna di aspirazione.<br />
Anche qui, la misura di pressione<br />
differenziale elettronica con sensori<br />
della serie VEGABAR 80 assicura<br />
una misura affidabile e stabile non<br />
garantita dalla classica pressione<br />
differenziale.<br />
Per la misura dei<br />
livelli SICA impiega<br />
già da diversi anni<br />
gli strumenti<br />
di VEGA<br />
Il VEGABAR 82 è<br />
molto resistente<br />
sia all’abrasione -<br />
per cui non risente<br />
dell’acidità del<br />
pomodoro - sia<br />
agli shock termici<br />
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€
attualità<br />
La gestione delle<br />
eccedenze, il packaging<br />
“parlante” per<br />
condividere informazioni<br />
e il ciclo di vita<br />
trasparente sono alcune<br />
delle pratiche delle startup<br />
agrifood sostenibili.<br />
Che nel mondo,<br />
nel 2020, sono aumentate<br />
del 56%.<br />
Foto Polynatural<br />
FILIERE CORTE E ANTI-SPRECO:<br />
CRESCONO LE STARTUP<br />
AGRIFOOD SOSTENIBILI<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />
10<br />
Nell’anno dell’emergenza sanitaria continua a crescere il<br />
fermento innovativo del settore agroalimentare, con un vero<br />
e proprio boom di nuove imprese che propongono soluzioni<br />
di economia circolare e perseguono uno o più degli<br />
Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) fissati dall’Agenda<br />
2030 dell’ONU. Sono 1.808 le startup agrifood sostenibili<br />
nate a livello internazionale fra il 2016 e il 2020, il 56% in<br />
più delle 1.158 censite lo scorso anno e il 25% del totale<br />
delle startup dell’agroalimentare (7.120). Il 40% ha ottenuto<br />
almeno un finanziamento, per un totale di 5,6 miliardi di<br />
dollari raccolti, pari a una media di circa 7,7 milioni di dollari<br />
(2,5 milioni in più rispetto al 2019). Gli SDG prioritari per le<br />
startup sono la transizione a sistemi di produzione e consumo<br />
più responsabili (SDG 12), dove si concentra il 35% delle<br />
soluzioni proposte dalle nuove imprese, la lotta alla fame<br />
(SDG 2) con il 21% e la crescita economica sostenibile e inclusiva<br />
(SDG 8) con il 17%.<br />
Norvegia (24 startup agrifood, il 58% sostenibile), Israele<br />
(139 startup, 46% sostenibile) e Uganda (24 startup, 46%<br />
sostenibile) sono i paesi con la più alta percentuale di nuove<br />
imprese agrifood che perseguono obiettivi di sostenibilità. In<br />
questa classifica, l’Italia si colloca solo in dodicesima posizione<br />
con 22 startup sostenibili sulle 76 nuove imprese agrifood<br />
censite (29%), ma presenta un mercato in evidente crescita<br />
rispetto allo scorso anno: 15 startup sostenibili in più (erano<br />
7 nel 2019, il 13% del totale) e 23 milioni di dollari di investimenti<br />
raccolti contro i 300 mila dollari di un anno fa, pari<br />
a un finanziamento medio di un milione di dollari.<br />
Fra le imprese del comparto della trasformazione si diffondono<br />
pratiche di economia circolare per prevenire gli sprechi<br />
alimentari e migliorare la gestione delle eccedenze generate,<br />
fra cui la programmazione flessibile della produzione, la migliore<br />
previsione della domanda e la ridistribuzione per il<br />
consumo umano. Crescono l’interesse e gli investimenti nel<br />
packaging sostenibile, in grado di “parlare” ai diversi attori<br />
della filiera promuovendo comportamenti virtuosi, condividendo<br />
informazioni lungo i diversi stadi della filiera e facilitando<br />
alcune attività logistiche. E si riscopre il ruolo delle fi-<br />
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attualità<br />
liere corte sostenibili, che sfruttano la<br />
prossimità geografica, relazionale e<br />
informativa per accorciare le distanze<br />
fra produttori e consumatori e ridurre<br />
le diseguaglianze di redditi fra piccoli<br />
produttori e grande distribuzione.<br />
Sono i risultati della ricerca dell’Osservatorio<br />
Food Sustainability della School<br />
of Management del Politecnico di<br />
Milano, presentata a luglio durante il<br />
convegno online “Dai semi dell’innovazione,<br />
ai frutti della sostenibilità!”.<br />
“La pandemia ha avuto un forte impatto<br />
sui sistemi alimentari urbani,<br />
mettendo in crisi l’accesso al cibo per<br />
le fasce di popolazione più vulnerabili,<br />
accentuando paradosso dell’insicurezza<br />
alimentare a fronte dello spreco di<br />
cibo e stressando le filiere agroalimentari<br />
globali”, afferma Raffaella<br />
Cagliano, responsabile scientifico<br />
dell’Osservatorio Food Sustainability.<br />
“È emersa l’importanza di tracciare e<br />
condividere le informazioni e il ruolo<br />
centrale del packaging, che attraverso<br />
tecnologie e materiali innovativi si è<br />
adattato al boom dell’e-commerce. Il<br />
traguardo di una transizione sostenibile<br />
e inclusiva “from farm to fork” si<br />
potrà raggiungere solo lavorando sulla<br />
circolarità delle risorse, sull’integrazione<br />
delle diverse innovazioni disponibili,<br />
sullo sviluppo e aggiornamento<br />
delle competenze degli operatori del<br />
settore e sulla costruzione di relazioni<br />
più solide e dirette fra i diversi attori<br />
della filiera agroalimentare”.<br />
“L’emergenza non ha arrestato il fermento<br />
innovativo del settore che, nel<br />
quinquennio dal 2016 al 2020, ha visto<br />
una crescita di startup agrifood che<br />
propongono nuove soluzioni orientate<br />
agli obiettivi di sviluppo sostenibile, in<br />
particolare a porre fine alla fame, raggiungere<br />
la sicurezza alimentare e promuovere<br />
un’agricoltura sostenibile,<br />
garantire modelli sostenibili di produzione<br />
e di consumo e incentivare una<br />
crescita economica duratura, inclusiva<br />
e un lavoro dignitoso per tutti”, afferma<br />
Paola Garrone, Responsabile<br />
Scientifico dell’Osservatorio Food<br />
Sustainability. “I fornitori di servizi guidano<br />
l’innovazione sostenibile nel sistema<br />
agroalimentare (744 startup, 41%),<br />
con soluzioni per raccogliere e condividere<br />
dati e informazioni, migliorare la<br />
programmazione della produzione e la<br />
gestione delle scorte, ridurre gli sprechi.<br />
Seguono le startup attive nella fase di<br />
Food Processing (352, 20%), con investimenti<br />
in ingredienti naturali e cibi<br />
proteici alternativi, e i fornitori di tecnologia<br />
(205 startup, 11%), che offrono<br />
tecnologie innovative per l’agricoltura<br />
di precisione”.<br />
I MODELLI DI ECONOMIA CIRCOLARE<br />
PER RIDURRE GLI SCARTI<br />
Le imprese stanno adottando iniziative<br />
per recuperare e valorizzare le eccedenze<br />
generate con una logica di economia<br />
circolare, definendo priorità strategiche<br />
e criteri di gestione. Secondo un<br />
sondaggio condotto dall’Osservatorio<br />
su 109 centri di trasformazione (stabilimenti<br />
produttivi e depositi di distribuzione)<br />
di imprese con fatturato superiore<br />
a 50 milioni di euro, l’attenzione del<br />
comparto della trasformazione alimentare<br />
si concentra sulla prevenzione attraverso<br />
la programmazione flessibile<br />
della capacità produttiva (87% del<br />
campione), il miglioramento della previsione<br />
della domanda (83%) e l’ado-<br />
Foto Startups Real<br />
Sono 1.808 le<br />
startup agrifood<br />
sostenibili<br />
nate a livello<br />
internazionale<br />
fra il 2016 e il<br />
2020, il 25% del<br />
totale delle startup<br />
agroalimentari<br />
(7.120)<br />
zione di soluzioni di packaging innovativo<br />
(62%) e tecnologie per migliorare<br />
la conservabilità dei prodotti (56%),<br />
quest’ultime pratiche particolarmente<br />
diffuse nel segmento del fresco e a cui<br />
puntano anche la distribuzione e la ristorazione<br />
collettiva. La priorità di gestione<br />
delle eccedenze generate, invece,<br />
ricade sulla ridistribuzione per<br />
consumo umano, preferibilmente attraverso<br />
la donazione a organizzazioni<br />
non-profit (70%). Il riutilizzo per consumo<br />
animale è praticato dove possibile,<br />
mentre il riciclo in altri prodotti e il<br />
recupero energetico sono ancora poco<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />
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attualità<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />
esplorati per le difficoltà e i costi di implementazione.<br />
“Nel comparto della trasformazione c’è<br />
un’attenzione crescente alla prevenzione<br />
degli sprechi alimentari, ma la misurazione<br />
delle eccedenze non è ancora<br />
sistematica nelle diverse fasi del ciclo del<br />
prodotto e resta un ambito su cui lavorare<br />
e investire per introdurre processi<br />
più strutturati ed efficaci”, afferma<br />
Marco Melacini, responsabile scientifico<br />
dell’Osservatorio Food Sustainability.<br />
“L’impegno del management verso la<br />
circolarità, il coinvolgimento del personale<br />
e l’attenzione all’opinione dei media<br />
e degli altri stakeholder e le opportunità<br />
di sinergie con gli altri attori della<br />
filiera sono i principali fattori che spingono<br />
ad adottare pratiche di economia<br />
circolare. Ma emergono diverse barriere<br />
alla circolarità legate alle difficoltà operative<br />
di gestione, alla scarsa conoscenza<br />
delle soluzioni disponibili, alle incertezze<br />
normative e a una limitata comunicazione<br />
di filiera”.<br />
VERSO LA SOSTENIBILITÀ<br />
DEL FOOD PACKAGING<br />
Crescono l’attenzione e gli investimenti<br />
verso nuove soluzioni tecnologiche e<br />
di packaging capaci di migliorare la<br />
conservabilità dei prodotti e di estenderne<br />
la “shelf life”. Il packaging ha un<br />
ruolo sempre più importante nella prevenzione<br />
e riduzione delle eccedenze<br />
alimentari e la sua progettazione incide<br />
in tutte le fasi del ciclo di vita del prodotto<br />
alimentare. Un packaging è sostenibile<br />
quando promuove comportamenti<br />
virtuosi da parte del<br />
consumatore grazie alla sua facilità di<br />
uso, risigillabilità, porzionamento ecc;<br />
quando aiuta a superare le criticità delle<br />
attività logistiche come l’impilabilità,<br />
la standardizzazione o l’efficienza di<br />
manipolazione; quando è “parlante”,<br />
cioè sfrutta tecnologie innovative per<br />
condividere in tempo reale informazioni<br />
che consentono di ottimizzare la<br />
conservazione e preservare la qualità<br />
del cibo; quando migliora la tracciabilità<br />
e utilizza materiali ad alte prestazioni.<br />
“Le nuove tecnologie permettono al<br />
Oltre che sulla<br />
prossimità<br />
relazionale, le<br />
filiere corte<br />
sostenibili si<br />
basano anche<br />
sulla tracciabilità<br />
e la condivisione<br />
delle informazioni,<br />
che aumentano la<br />
consapevolezza<br />
sulla sostenibilità,<br />
incentivano<br />
l’adozione di<br />
pratiche aziendali<br />
virtuose e lo<br />
scambio delle<br />
conoscenze<br />
packaging di ‘parlare’ ai diversi attori<br />
della filiera, promuovendo comportamenti<br />
sostenibili e responsabili”, afferma<br />
Barbara Del Curto, responsabile<br />
scientifico dell’Osservatorio Food<br />
Sustainability. “Con la tecnologia è<br />
possibile raccogliere e trasmettere direttamente<br />
al consumatore informazioni<br />
sulle date critiche, la composizione<br />
e l’origine dei materiali, le<br />
caratteristiche dell’imballaggio, i rapporti<br />
di filiera e le modalità di produzione,<br />
estendendo l’esperienza del<br />
consumatore oltre la fase di acquisto<br />
e consumo. Ma l’impatto è positivo<br />
sull’intera supply chain, poiché abilita<br />
trasparenza e prossimità informativa,<br />
facilita la gestione del cibo e previene<br />
gli sprechi”.<br />
RELAZIONI PIÙ STRETTE LUNGO<br />
LA FILIERA<br />
A livello globale, il 90% delle aziende<br />
di produzione agricola rientra tra le “family<br />
farms”, ovvero piccole realtà a<br />
conduzione familiare, mentre in Europa<br />
il dato sale al 95%. Lo stadio della produzione<br />
agricola è un anello fondamentale<br />
della filiera, ma spesso le dimensioni<br />
ridotte e lo scarso potere<br />
contrattuale di queste realtà alimentano<br />
diseguaglianze nella distribuzione<br />
dei redditi lungo la filiera e il problema<br />
della povertà rurale. “Lo sviluppo delle<br />
aree rurali e il supporto ai produttori di<br />
piccola scala sono sfide che si possono<br />
vincere con ‘filiere corte sostenibili’,<br />
cioè filiere basate su relazioni quanto<br />
più dirette e durature fra i diversi attori<br />
della filiera”, afferma Federico Caniato,<br />
responsabile scientifico dell’Osservatorio<br />
Food Sustainability. “Non si tratta<br />
solo di ridurre il numero di intermediari<br />
e di anelli lungo la filiera ma di lavorare<br />
sull’intensità delle relazioni fra<br />
produttori, fornitori e consumatori”.<br />
L’Osservatorio ha identificato tre iniziative<br />
in grado di accorciare la distanza<br />
fra produttori e consumatori lungo la<br />
filiera: la formazione dei produttori,<br />
che implica interazioni dirette fra le<br />
imprese di trasformazione e i produttori,<br />
in particolare per lavorare sullo<br />
sviluppo del fornitore a lungo termine;<br />
la condivisione dei benefici e dei rischi<br />
a monte e a valle della filiera, che diminuirebbe<br />
gli svantaggi percepiti dai<br />
produttori; la determinazione congiunta<br />
di un prezzo equo attraverso<br />
accordi specifici, che ridurrebbe il divario<br />
esistente fra piccoli produttori e<br />
grande distribuzione e migliorerebbe<br />
condizioni e prestazioni dei primi.<br />
Oltre che sulla prossimità relazionale,<br />
le filiere corte sostenibili si basano anche<br />
su quella informativa. La tracciabilità<br />
delle informazioni aumenta la<br />
consapevolezza sulla sostenibilità, incentiva<br />
l’adozione di pratiche aziendali<br />
virtuose e la condivisione delle informazioni.<br />
È legata alla tipologia e alla<br />
quantità di informazioni condivise fra<br />
gli attori e ai sistemi utilizzati per raccoglierle<br />
e gestirle.<br />
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news [fatti, persone, aziende]<br />
ATLAS COPCO RAFFORZA IL PERSONALE IN VENETO<br />
Sono a Brendola, in provincia di Vicenza, e a Padova i centri di<br />
produzione, ricerca e sviluppo veneti di Atlas Copco, la multinazionale<br />
svedese che promuove l’imprenditorialità e lo sviluppo<br />
delle competenze locali. Si tratta di Ceccato Aria Compressa, società<br />
fondata nel 1936 e oggi uno dei costruttori di riferimento<br />
di compressori a vite ed essiccatori a refrigerazione, e di Varisco,<br />
nata nel 1932 e specializzata nella progettazione, produzione e<br />
distribuzione di pompe di tipo professionale per l’industria e per<br />
il drenaggio, entrate a far parte del gruppo rispettivamente nel<br />
1999 e nel 2016.<br />
Inoltre, il Gruppo, che già poteva contare su circa 550 dipendenti<br />
nel Veneto, ha registrato nell’ultimo anno un incremento del 5%<br />
nelle assunzioni, oltre all’inserimento di 20 risorse provenienti da<br />
DGM, l’ultima acquisita dal Gruppo Atlas Copco. DGM Srl è infatti<br />
un distributore di apparecchiature di aria compressa con una<br />
forte presenza sul mercato industriale locale con un servizio di<br />
assistenza 24 ore su 24 per tutti i tipi di tecnologie<br />
di aria compressa.<br />
Il modello di crescita di Atlas Copco si basa sulla<br />
sostenibilità, facendo leva su aziende locali fortemente<br />
radicate sul territorio con due obiettivi:<br />
arricchire il portafoglio prodotti per il mercato nazionale<br />
ed internazionale, così come aumentare<br />
la presenza commerciale del Gruppo sul mercato<br />
veneto. Importanti i benefici economici, fra cui lo<br />
sviluppo di imprese dell’indotto e opportunità di<br />
crescita professionale per il personale. Ceccato<br />
Aria Compressa e Varisco hanno clienti fidelizzati<br />
negli anni e collaborazioni con imprese e<br />
università per lo sviluppo di nuovi prodotti. DGM<br />
è un’azienda commerciale con un’ottima rete di<br />
vendita, importanti relazioni di business, e un team specializzato<br />
nella consulenza e servizio di tutti i tipi di marchi di aria compressa.<br />
L’appartenenza al Gruppo Atlas Copco oltre a permettere<br />
l’ampliamento del portafoglio prodotti, ha contribuito, nei casi<br />
di Ceccato Aria Compressa e Varisco, a un potenziamento delle<br />
attività di ricerca e sviluppo con arricchimento di know-how e<br />
competenze locali.<br />
“Continueremo a investire in partnership locali”<br />
“Crediamo nella decentralizzazione e nell’integrazione di competenze<br />
diversificate”, afferma Juan Manuel Tejera Martinez,<br />
General Manager di Atlas Copco Italia - Divisione Compressori.<br />
“Per ottenere successo in un settore altamente competitivo e<br />
tecnologicamente avanzato è necessario avere collaborazioni e<br />
sinergie con Università e con i settori industriali locali. Per questo<br />
motivo investiamo, e continueremo a farlo, in partnership locali.<br />
L’acquisizione di DGM, avvenuta nel gennaio del <strong>2021</strong> in un<br />
periodo ancora ricco di incertezze a causa della pandemia, è una<br />
testimonianza di questo impegno.<br />
“La relazione con Atlas Copco ha contribuito a potenziare i nostri<br />
Juan Manuel Tejera Martinez,<br />
General Manager di Atlas Copco<br />
Italia - Divisione Compressori<br />
investimenti in ricerca e sviluppo e ci ha permesso<br />
di esportare i prodotti su mercati esteri, con ottimi<br />
risultati”, afferma Ruggero Vencato, General<br />
Manager di Ceccato Aria Compressa. “Per quanto<br />
riguarda il business development siamo un centro<br />
di eccellenza per lo sviluppo e la produzione di<br />
compressori d’aria rotativi a vite da 2 a 45 KWa,<br />
essiccatori e soffianti destinati principalmente alla<br />
piccola e media industria. Siamo nati in Veneto<br />
ma la nostra crescita, supportata da Atlas Copco, ci ha permesso<br />
di veicolare i nostri prodotti in tutto il mondo. Nell’ultimo anno<br />
abbiamo investito in un nuovo stabilimento produttivo e ci stiamo<br />
occupando del trasferimento che avverrà ad ottobre”.<br />
“L’integrazione del nostro know-how e delle nostre competenze<br />
con quelle del Gruppo Atlas Copco ci ha permesso di competere<br />
sul mercato globale raggiungendo i nostri obiettivi di espansione<br />
all’estero”, afferma Daniele Lucchini, General Manager di Varisco,<br />
azienda che produce pompe per utilizzo nei processi industriali e<br />
nel drenaggio dei terreni. ”Il Gruppo ha investito pesantemente in<br />
ricerca e sviluppo facendo di Padova il centro di riferimento per la<br />
progettazione e realizzazione di nuove pompe per tutto il gruppo”.<br />
“Il piano strategico di Atlas Copco coincide con la nostra ambizione<br />
di diffondere l’efficientamento dei sistemi di aria compressa<br />
presso le imprese industriali, migliorando la loro competitività sui<br />
mercati”, afferma Fabio Bischi, ex proprietario ed ora consulente<br />
energetico per la DGM. “L’ampia gamma di prodotti, gli investimenti<br />
del Gruppo in innovazione e sostenibilità continua e la<br />
solidità finanziaria di Atlas Copco sono garanzia per il raggiungimento<br />
di questo obiettivo”.<br />
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news [fatti, persone, aziende]<br />
NUOVA MARKETING SPECIALIST IN LEISTER ITALIA<br />
Leister Technologies Italia, filiale<br />
della multinazionale svizzera leader<br />
nella progettazione e produzione<br />
di soluzioni per la lavorazione<br />
della plastica, ha una nuova<br />
Marketing Specialist: si tratta di<br />
Mariateresa Pirozzi, poco più che<br />
trentenne, ma con notevoli esperienze<br />
al suo attivo nella comunicazione<br />
e nel marketing di importanti<br />
aziende di vari settori.<br />
Pirozzi ha maturato conoscenze<br />
significative durante le sue attività<br />
lavorative in Italia e all’estero,<br />
prevalentemente nel campo del<br />
marketing e nell’organizzazione<br />
di eventi. Negli ultimi anni ha occupato<br />
posizioni di rilievo nelle<br />
funzioni marketing di aziende del<br />
segmento automotive (Renault) e<br />
aftermarket (Schaeffler), consolidando<br />
poi l’esperienza nel campo<br />
del marketing b2b nel ruolo<br />
di Marketing Specialist presso GF<br />
Machining Solutions, azienda del<br />
gruppo Georg Fischer operante<br />
nell’innovativo segmento della<br />
manifattura additiva.<br />
L’approdo in un’azienda tecnologicamente<br />
all’avanguardia come<br />
Leister costituisce quindi una<br />
naturale evoluzione nel percorso<br />
professionale di Mariateresa<br />
Pirozzi, che si troverà ad occuparsi<br />
di soluzioni allo stato dell’arte per<br />
i settori serviti dalle due divisioni<br />
dell’azienda: Process Heat, che<br />
fornisce sistemi ad aria calda per<br />
Mariateresa Pirozzi<br />
l’industria di processo, e Plastic<br />
Welding, per gli innumerevoli settori<br />
che utilizzano sistemi manuali<br />
e automatici per la saldatura delle<br />
materie plastiche, dall’edilizia alle<br />
carrozzerie, dall’ingegneria civile<br />
ai costruttori di piscine, passando<br />
per i produttori di tende, teloni e<br />
banner pubblicitari.<br />
Oltre a utilizzare le sue capacità<br />
operative, Pirozzi contribuirà con<br />
la direzione alla definizione delle<br />
strategie di comunicazione e<br />
marketing della filiale e fornirà<br />
un importante contributo alla reputazione<br />
del brand Leister sul<br />
mercato locale.<br />
“Siamo lieti di avere con noi<br />
una nuova collega con la notevole<br />
esperienza di Mariateresa<br />
Pirozzi, per supportare le nostre<br />
attività di comunicazione in Italia<br />
e dare ulteriore impulso alla conoscenza<br />
dei prodotti e del marchio<br />
Leister in Italia”, ha spiegato<br />
Paolo Possa, General Manager di<br />
Leister Technologies Italia.<br />
“SÌ A UN TAVOLO PERMANENTE SUGLI INTEGRATORI ALIMENTARI”<br />
“FederSalus accoglie con grande sostegno<br />
l’annuncio del Sottosegretario Andrea<br />
Costa, con il quale ha già avuto modo di<br />
confrontarsi in passato, circa l’istituzione<br />
di un Tavolo tecnico permanente<br />
sugli integratori alimentari<br />
presso il Ministero della Salute“,<br />
afferma Germano Scarpa, presidente<br />
di FederSalus. “Siamo<br />
Germano Scarpa, presidente<br />
di FederSalus<br />
pronti e ben lieti di mettere a disposizione<br />
la nostra esperienza e conoscenza tecnica<br />
in materia di integratori alimentari. La<br />
nostra è l’associazione di categoria più<br />
rappresentativa del settore ed<br />
è fortemente impegnata sul<br />
fronte della sensibilizzazione<br />
e del corretto utilizzo degli integratori,<br />
a tutela dei consumatori<br />
e delle stesse aziende<br />
produttrici. FederSalus rappresenta<br />
un mercato che in Italia<br />
vale quasi 3,8 miliardi di euro, circa il 29%<br />
a valore dell’intero mercato europeo. Un<br />
tavolo tecnico, con l’obiettivo di accrescere<br />
la salute dei cittadini e di implementare<br />
la corretta conoscenza e gli scopi salutistici<br />
degli integratori alimentari, è uno<br />
strumento ad oggi fondamentale per il<br />
settore, per i consumatori che sempre di<br />
più affidano il proprio benessere agli integratori<br />
e per il consolidamento e riconoscibilità<br />
di un comparto che rappresenta oggi<br />
una delle eccellenze del nostro paese”.<br />
LORENZO BERETTA RICONFERMATO ALLA PRESIDENZA DELL’ISIT<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />
“Bisogna continuare a lavorare in maniera sinergica<br />
e coesa al nostro interno, rafforzando al contempo il<br />
dialogo con le Istituzioni per affrontare uniti le nuove<br />
sfide, ma anche le opportunità, che ci attendono: ripresa<br />
economica in primis, sostenibilità e transizione<br />
ecologica, difesa dagli attacchi mediatici al settore e<br />
attenzione verso un consumatore in costante evoluzione”.<br />
Questo il primo commento di Lorenzo Beretta,<br />
rilasciato a margine dell’Assemblea annuale dell’Istituto<br />
in cui c’è stato il rinnovo delle cariche sociali.<br />
Beretta è stato confermato all’unanimità alla presidenza<br />
dell’Istituto, per dare continuità e impulso al<br />
percorso di crescita dell’Istituto in atto e che vede<br />
l’Associazione porsi con sempre maggior impegno<br />
come referente accreditato del settore della salumeria<br />
tutelata, un comparto con specificità – ma<br />
anche problematiche – distintive che richiedono<br />
un dialogo diretto e continuativo con Ministeri,<br />
Istituzioni regionali e gli altri principali portatori<br />
di interesse.<br />
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news [fatti, persone, aziende]<br />
LA GRAPPA IG AUMENTA L’EXPORT<br />
La Grappa piace anche durante la pandemia. A dirlo sono<br />
i dati Istat riferiti al 2020 in cui, nonostante l’emergenza<br />
sanitaria, la Grappa ha registrato un aumento del 13% per<br />
quanto riguarda l’esportazione. Oltre l’83% delle distillerie<br />
italiane produce Grappa, una Indicazione Geografica<br />
che nel 2020 ha rappresentato 69 mila ettanidri, con un<br />
lieve calo del 4% rispetto al 2019. Nonostante la pandemia,<br />
l’impossibilità degli spostamenti e le frontiere chiuse,<br />
l’Europa dice sì alla Grappa, confermandosi ancora una<br />
volta il maggior importatore di un’eccellenza made in Italy<br />
con la Germania capofila.<br />
Anche nel 2020 il cereale si conferma quale principale<br />
materia prima utilizzata per la produzione di alcole etilico,<br />
con quasi 700.000 ettanidri prodotti. La produzione di<br />
acquevite di vino e grappa, ovvero i distillati prodotti con<br />
le materie prime derivanti dalla filiera vitivinicola, segna<br />
invece una flessione del 2%. Nel complesso, la produzione<br />
totale di alcol etilico ed acqueviti registra un aumento del<br />
3% rispetto al 2019.<br />
Le importazioni di alcol etilico si sono attestate intorno<br />
ai 3.100.000 ettanidri, in aumento del 65% rispetto al<br />
2019 come diretta conseguenza alla forte domanda nel<br />
primo periodo di emergenza epidemiologica Covid-19.<br />
Stabile invece l’export che conferma, in linea di massima,<br />
i volumi dell’anno precedente: oltre 470 mila ettanidri<br />
di alcol etilico esportati, di cui circa l’83% destinato a<br />
Paesi dell’UE.<br />
Il 2020 registra 1 miliardo e 179 milioni di ettanidri di<br />
alcoli di origine agricola prodotti nel mondo, una lieve<br />
riduzione del 9% rispetto al 2019. Gli Stati Uniti si confermano<br />
leader indiscussi con oltre 544 milioni di ettanidri,<br />
costituendo il 46% della produzione mondiale. L’Europa<br />
costituisce il 7% della produzione mondiale con Francia,<br />
Germania e Ungheria, tra i paesi capofila. Infine, l’Italia<br />
rappresenta l’1,4% circa della produzione europea con<br />
oltre un milione di ettanidri prodotti annualmente.<br />
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news [fatti, persone, aziende]<br />
PRATOLONGO PRESIDENTE DI ASSOBIRRA<br />
Alfredo Pratolongo (Heineken<br />
Italia) è il nuovo presidente di<br />
AssoBirra, l’Associazione dei Birrai<br />
e dei Maltatori. Insieme a lui, l’Assemblea<br />
di AssoBirra ha eletto<br />
all’unanimità i tre vicepresidenti,<br />
nelle persone di Antonio Catalani<br />
(Malteria Agroalimentare Sud) in<br />
rappresentanza dei produttori<br />
di malto con delega a Materie<br />
Prime e relative Filiere, Matteo<br />
Minelli (Birra Flea) in rappresentanza<br />
dei birrifici artigianali con<br />
delega a Internazionalizzazione<br />
e Sviluppo Associativo, Federico<br />
Sannella (Birra Peroni) in rappresentanza<br />
dei grandi birrifici con<br />
delega a Transizione Ecologica e<br />
Sostenibilità.<br />
Alfredo Pratolongo succede<br />
a Michele Cason (Malteria<br />
Saplo) che rimane negli Organi<br />
di AssoBirra in qualità di Past<br />
President, mentre Andrea<br />
Bagnolini è il direttore generale<br />
dell’Associazione che cura la<br />
rappresentanza, all’interno di<br />
Confindustria e Federalimentare,<br />
delle maggiori aziende che producono<br />
e commercializzano birra<br />
e malto in Italia.<br />
Nato a Milano, Alfredo<br />
Pratolongo dal 2005 è direttore<br />
Comunicazione e Affari<br />
Istituzionali di Heineken Italia Spa,<br />
dal 2017 è stato vicepresidente<br />
di AssoBirra ed è presidente della<br />
Fondazione Birra Moretti, organizzazione<br />
senza fini di lucro con<br />
l’obiettivo istituzionale di migliorare<br />
la cultura della birra in Italia.<br />
Laureato all’Università Bocconi,<br />
successivamente frequenta la<br />
Harvard Business School e IMD.<br />
Ha sviluppato un percorso professionale<br />
in ambito comunicazione<br />
e relazioni istituzionali, operando<br />
in primarie agenzie di comunicazione,<br />
aziende italiane come<br />
Replay e multinazionali come<br />
McDonald’s Italia.<br />
Alfredo Pratolongo<br />
I FORMAGGI ITALIANI RIPRENDONO A CORRERE SUI MERCATI ESTERI<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />
16<br />
Cheese, la manifestazione organizzata da Slow Food e Città di Bra,<br />
con circa 230 produttori ha messo in mostra il meglio della produzione<br />
lattiero-casearia di qualità italiana e internazionale: solo<br />
formaggi a latte crudo, cioè non pastorizzato; caci in molti casi naturali,<br />
ovvero senza fermenti industriali aggiunti. Espressione di un<br />
settore che si sta lentamente risollevando dopo le chiusure dovute<br />
alla pandemia, un settore fatto di aziende di piccolissime dimensioni,<br />
per le quali la natura, e con essa gli animali e il loro latte, non<br />
si è mai fermata.<br />
Ma Cheese è stata anche un momento di riflessione a 360° su<br />
una filiera che rappresenta una fetta importante del Made in Italy<br />
agroalimentare, come testimoniano i dati pubblicati per l’occasione<br />
Foto Paolo Properzi / Slow Food<br />
da Ismea, che mostrano come i formaggi italiani abbiano ripreso la<br />
corsa sui mercati esteri. Dopo la lieve flessione in valore delle esportazioni<br />
nel 2020, il primo semestre del <strong>2021</strong> ha fatto registrare un<br />
incremento a doppia cifra delle spedizioni oltre frontiera, sia nelle<br />
quantità (+11%) che in valore (+13%) sullo stesso periodo dello<br />
scorso anno. A favorire il rimbalzo, sottolinea l’Ismea sulla base<br />
degli ultimi dati del commercio estero dell’Istat, è stata la ripresa dei<br />
consumi fuori casa nei principali Paesi clienti, dopo l’allentamento<br />
delle misure restrittive determinate dalla pandemia e, per quanto<br />
riguarda gli Stati Uniti, la rimozione dei dazi che da ottobre del 2019<br />
a febbraio <strong>2021</strong> hanno gravato sui formaggi diretti verso il mercato<br />
a stelle e strisce.<br />
Nel 2020, nonostante le difficoltà del periodo pandemico e il forte<br />
rallentamento del commercio mondiale l’Italia ha esportato 463<br />
mila tonnellate di formaggi e latticini (+1,7% sul 2019) per un<br />
controvalore di 3,1 milioni di euro ( -3%), mantenendo il titolo di<br />
terzo esportatore mondiale, dietro Germania e Paesi Bassi e confermandosi<br />
il primo fornitore di due destinazioni strategiche come<br />
Francia ( principale mercato di sbocco del comparto a livello globale)<br />
e Stati Uniti (primo paese acquirente a livello extra Ue).<br />
Nel mercato domestico, come emerge dai dati relativi alla prima metà<br />
dell’anno, gli acquisti di prodotti lattiero caseari hanno registrato una<br />
generale flessione rispetto ai valori record del 2020, mantenendosi<br />
comunque al di sopra dei livelli pre-pandemici. Più da vicino, la contrazione<br />
dei consumi nel <strong>2021</strong> evidenziata dal panel famiglie Ismea-<br />
Nielsen, è stata del 4,2% in volume, dopo il picco del +10% messo<br />
a segno nel 2020, per effetto del lockdown e dello spostamento di<br />
quasi tutti i consumi tra le mura di casa. Il confronto con l’epoca prepandemica<br />
evidenzia tuttavia un netto miglioramento degli acquisti<br />
della categoria nel <strong>2021</strong>: +6,7% i volumi rispetto al 2019.<br />
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news [fatti, persone, aziende]<br />
IL VINO ITALIANO CONQUISTA LA CINA<br />
Il consumo di vino in Cina cresce nel dopo pandemia, entrando<br />
a far parte dei nuovi trend e confermandosi il quarto<br />
mercato al mondo per importazione. E l’Italia, soprattutto<br />
dopo la recente debacle delle aziende australiane a causa<br />
dei “superdazi” imposti da Pechino, può finalmente<br />
ritagliarsi un ruolo di primo piano in competizione con la<br />
Francia. Secondo le ultime stime dell’osservatorio Vinitaly-<br />
Nomisma Wine Monitor, gli ordini dei vini italiani hanno<br />
avuto una vera e propria impennata negli ultimi mesi e<br />
il nostro Paese è diventato il terzo fornitore del gigante<br />
asiatico. Non solo grandi marchi, perché il mercato cinese<br />
mostra di apprezzare il Made in Italy anche dei piccoli produttori,<br />
che propongono vere rarità enologiche. Proprio le<br />
ridotte quantità, però, possono essere il grande problema<br />
di chi vuole esportare prodotti di qualità in Cina.<br />
“Le aziende italiane – spiega Antonino La Lumia, avvocato<br />
fondatore dello Studio Lexalent, focalizzato sul tema<br />
dell’export nel settore agrifood – hanno talvolta produzioni<br />
molto limitate rispetto alle esigenze del mercato cinese<br />
e spesso non riescono a superare le difficoltà connesse<br />
alla presenza di forti dazi d’importazione e a una catena<br />
distributiva già di per sé molto lunga. Anche considerando<br />
il canale e-commerce, la politica degli sconti proposta da<br />
colossi internazionali del marketplace rende spesso impossibile<br />
per le PMI risultare competitive rispetto alla concorrenza<br />
extracomunitaria e vedere l’unicità dei propri prodotti<br />
riconosciuta dal cliente finale”.<br />
Il risultato di queste dinamiche è che le aziende italiane di<br />
nicchia – pur volendosi aprire ai mercati internazionali –<br />
rischiano di essere frenate, già in sede di progetto, dalle<br />
complicazioni legate alla “burocrazia” dell’export e ai costi<br />
di gestione, oggettivamente insostenibili in fase di start-up<br />
di un nuovo business estero.<br />
“Il mercato del Dragone è complesso e conta almeno 400<br />
milioni di potenziali clienti per il Made in Italy”, racconta<br />
Alberto Fattori, imprenditore italiano da quasi venti anni in<br />
Cina e ideatore del progetto Borgo Italiano di Weeiup.com.<br />
“Per questo bisogna conoscerlo a fondo prima di investire.<br />
Il nostro obiettivo è rendere semplice e immediato l’export:<br />
consentire anche alle aziende e ai distributori senza licenza<br />
d’importazione, che sono oltre il 95% in Italia, di utilizzare<br />
un unico strumento diretto sia per la distribuzione b2b<br />
che per il retail b2c, senza necessità di costituire alcuna<br />
struttura societaria autonoma in loco”.<br />
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17<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />
13_19_NEWS ATTUALITA.indd 17 08/10/21 15:50
news [fatti, persone, aziende]<br />
ALIMENTARE IN RIPRESA NEL <strong>2021</strong> E 2022<br />
Nel 2020, il settore alimentare ha registrato una<br />
contrazione della crescita dell’1% (ROS -3,8%),<br />
rispetto al -8,9% dell’economia italiana. La flessione<br />
del settore è dovuta principalmente alla<br />
contrazione del segmento Ho.Re.Ca. e alla riprogrammazione<br />
degli investimenti in capacità<br />
produttiva, che sono stati posticipati alla fine<br />
dell’anno. Il <strong>2021</strong> e 2022, però, segneranno<br />
subito una ripresa, con una crescita prevista di<br />
poco inferiore al 6% annuo (ROS 6,8%), un<br />
tasso superiore alla previsione di crescita del Pil<br />
italiano (4,5/5%). E la ripresa riguarderà anche<br />
l’export che nel biennio <strong>2021</strong>-2022 si prevede<br />
in aumento mediamente del 3%.<br />
Cresceranno di più i comparti delle farine e del<br />
packaging, e quest’ultimo in particolare be-<br />
L’osservatorio ha valutato le performance di<br />
854 aziende con un fatturato aggregato di 66<br />
miliardi di euro, ovvero il 75% di tutte le società<br />
di capitale operanti nel settore. Sono stati presi<br />
in esame 15 comparti, per ciascuno dei quali è<br />
stato selezionato un campione, rappresentativo<br />
dell’offerta, costituito da aziende di medie e<br />
grandi dimensioni, con sede strategica e operativa<br />
in Italia, nel periodo 2009-2020, facendo<br />
riferimento a quattro profili: crescita, redditività,<br />
produttività e struttura finanziaria. I comparti<br />
analizzati sono: acque minerali, birra, caffè,<br />
conserve, distillati, dolci e prodotti da forno,<br />
farine, food equipment (attrezzature), packaging,<br />
prodotti lattiero-caseario, olii, pasta fresca<br />
e secca, derivanti della carne, surgelati, vino.<br />
le operazioni M&A in ambito food&beverage,<br />
per chiarire fino a che punto, e in che modo,<br />
queste possono rivoluzionare il business di settore.<br />
“Un dato particolarmente significativo è<br />
quello relativo agli investimenti”, ha spiegato.<br />
“Ben il 93% delle aziende dichiara di aver realizzato<br />
negli ultimi 5 anni investimenti in sostenibilità<br />
e l’80% effettuerà ulteriori investimenti<br />
nei prossimi 3 anni. Mediamente le aziende italiane<br />
hanno incrementato i propri investimenti<br />
in sostenibilità del 38,8% negli ultimi 5 anni, a<br />
testimonianza dell’inizio di un trend di cambiamento<br />
strutturale”.<br />
“Per il nostro Gruppo bancario queste attività<br />
rappresentano la punta di diamante”, ha<br />
commentato Gabriele Corte, direttore ge-<br />
Foto Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />
neficerà della spinta del redesign sostenibile.<br />
I settori del caffè e del vino saranno interessati<br />
da crescite importanti, trainate dalla forte<br />
ripresa del segmento Ho.Re.Ca. Molto bene<br />
anche le previsioni per il comparto del food<br />
equipment, trainato dai nuovi investimenti<br />
stimolati dal piano di recovery.<br />
Sono questi, in sintesi, i risultati presentati<br />
questa mattina dal Food Industry Monitor,<br />
l’osservatorio di riferimento sul settore food<br />
italiano realizzato ogni anno dall’Università<br />
di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, in collaborazione<br />
con Ceresio Investors. L’analisi<br />
valuta le performance delle aziende, l’evoluzione<br />
dei modelli di business e i trend di<br />
mercato nazionali e internazionali.<br />
L’edizione <strong>2021</strong> (la settima) è dedicata al<br />
rapporto tra performance economiche e<br />
scelte strategiche delle aziende agroalimentari<br />
in tema di sostenibilità e innovazione.<br />
Il 56% delle aziende sta investendo in sostenibilità<br />
Dall’analisi si rileva che l’81% delle aziende intervistate<br />
si ritiene sostenibile e il 56% ha già<br />
messo in atto una strategia di sostenibilità. Il<br />
78% ha nella propria gamma uno o più prodotti<br />
sostenibili, ma la scelta non si limita ai processi<br />
produttivi: il 54% è intervenuto sul packaging<br />
e il 44% valuta la sostenibilità anche dei<br />
propri fornitori, nel momento in cui li seleziona.<br />
Inoltre, il 74% delle aziende ritiene che attuare<br />
una strategia di comunicazione sul tema abbia<br />
un impatto positivo sulle vendite, nonostante il<br />
63% ritenga che processi produttivi sostenibili<br />
implichino un aumento dei costi aziendali.<br />
Alessandro Santini, Head of Corporate &<br />
Investment per Ceresio Investors, nel corso<br />
della tavola rotonda che ha coinvolto alcuni dei<br />
protagonisti storici ed emergenti del panorama<br />
internazionale, ha portato la sua esperienza sul-<br />
nerale di Ceresio Investors, “non solo perché<br />
sono espressione del saper fare italiano e della<br />
qualità che tanto viene apprezzata all’estero,<br />
ma in quanto rappresentano uno dei settori a<br />
cui puntiamo maggiormente per investimenti<br />
e operazioni di finanza straordinaria”.<br />
“Le aziende che hanno una strategia di sostenibilità<br />
formalizzata, che hanno incrementato<br />
gli investimenti in sostenibilità negli ultimi 5<br />
anni e che comunicano in modo efficace le<br />
proprie scelte hanno performance di crescita<br />
decisamente superiori”, ha osservato Carmine<br />
Garzia, responsabile scientifico dell’Osservatorio,<br />
docente di Economia Aziendale presso l’Università<br />
di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.<br />
“Le aziende che hanno investito in sostenibilità<br />
hanno un approccio proattivo all’innovazione,<br />
in particolare di processo, e questo si riflette<br />
sulle performance di crescita, sia nel medio periodo<br />
sia nel lungo periodo”.<br />
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LM ACQUISISCE MAGNONI<br />
Il Gruppo LM si allarga, grazie all’acquisizione del 100% di Magnoni<br />
Srl, azienda modenese specializzata da oltre 60 anni nella progettazione<br />
e nella produzione di sistemi di movimentazione personalizzati<br />
ad alte performance per prodotti sfusi e confezionati del settore<br />
alimentare e del settore beverage. Magnoni collabora da molti anni<br />
con alcuni tra i marchi internazionali più famosi, fornendo sistemi di<br />
movimentazione industriale: Coca-Cola, Pepsi, Red Bull, Heineken,<br />
Mutti, Menù, Noberasco. A questi prestigiosi brand vengono fornite<br />
soluzioni efficienti e customizzate per la movimentazione di barattoli,<br />
lattine, vasi, cluster, cartoni e ogni genere di contenitore, sia sfuso<br />
che confezionato, garantendo sempre la qualità e l’eccellenza dei<br />
sistemi di movimentazione industriale Magnoni.<br />
L’acquisizione permette ad entrambe le aziende di effettuare un<br />
passo in avanti nella direzione di una risposta sempre più completa<br />
e su misura per le specifiche esigenze del cliente. Magnoni può ora<br />
contare sul know how della capogruppo, in particolare sull’attrezzata<br />
divisione interna di LM che produce i principali componenti<br />
utilizzati per il montaggio della nastreria e su un’altra sezione interamente<br />
dedicata alla realizzazione dell’automazione elettronica.<br />
Un doppio rinforzo per il brand Magnoni.<br />
Mentre per LM l’acquisizione ha permesso di ampliare la gamma di<br />
soluzioni per il packaging del food e dell’imbottigliamento, integrando<br />
sistemi totalmente customizzati, sia per i clienti storici che per<br />
quei clienti che iniziano ad interfacciarsi con LM / Magnoni solo ora.<br />
“All’interno del mercato di riferimento, LM è così in grado di<br />
rinforzare la sua posizione progettando e producendo sistemi<br />
di movimentazione nel pieno rispetto delle sue radici e al passo<br />
delle più recenti innovazioni tecnologiche”, dichiara Michele<br />
Franzoni, direttore generale del Gruppo LM. “Inoltre, l’essenziale<br />
aiuto del reparto automation impreziosisce sempre di più<br />
le applicazioni del gruppo”.<br />
L’acquisizione alimenta ulteriormente il desiderio di continua innovazione<br />
di LM, il cui ventaglio di prodotti è ora capace anche di<br />
movimentare contenuti vuoti o pieni, eliminare residui d’acqua dalla<br />
superficie dei contenitori, pulire internamente questi ultimi da corpi<br />
estranei prima del successivo riempimento e molto altro ancora.<br />
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attualità<br />
Cresce l’export di<br />
ingredienti e semilavorati<br />
per il gelato artigianale,<br />
soprattutto verso Cina,<br />
Sudest asiatico<br />
e Medio Oriente. Mentre<br />
le macchine italiane<br />
per la produzione<br />
riscuotono particolare<br />
successo in Germania<br />
e Corea del Sud.<br />
LA FILIERA DEL GELATO<br />
CONQUISTA ASIA E NORDAMERICA<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />
20<br />
Asia e Nord America sono le nuove frontiere del gelato<br />
artigianale. Lo conferma l’Osservatorio Sigep (il Salone<br />
Internazionale di Gelateria, Pasticceria, Panificazione artigianali<br />
e Caffè di Italian Exhibition Group, la cui 43ª edizione<br />
si terrà dal 22 al 26 gennaio 2022 alla Fiera di Rimini).<br />
L’export degli ingredienti e semilavorati viaggia infatti sulle<br />
rotte di Cina e Sud Est asiatico e cresce anche in Medio<br />
Oriente. Puntano verso l’estero i tre quarti dei macchinari<br />
per la produzione di gelato, con una ripresa del mercato<br />
tedesco e l’exploit della Corea del Sud. Segnale interessante<br />
per l’internazionalizzazione delle gelaterie arriva<br />
dalle insegne estere, in aumento negli ultimi 18 mesi a<br />
livello globale.<br />
INGREDIENTI: ESPORTAZIONI IN RIALZO<br />
L’export di ingredienti per il gelato artigianale nel 2019<br />
segnava una crescita del 6% sul quadriennio precedente e<br />
da lì riparte puntando a Oriente. “Il gelato è meteoropatico,<br />
segue la bella stagione a tutte le latitudini”, osserva Roberto<br />
Leardini, presidente del Gruppo Prodotti per gelato di<br />
Unione Italiana Food. “Ecco allora la crescita importante<br />
che registriamo in Medio Oriente; trend iniziato prima della<br />
pandemia. Cina e Sud Est asiatico sono mercati agli albori,<br />
da cui arrivano segnali di interesse e con un potenziale<br />
enorme nonostante il numero di gelaterie ancora molto<br />
basso”. Anche Stati Uniti ed Europa mostrano vitalità. “Il<br />
mercato europeo totalizza circa il 60% dei nostri volumi di<br />
produzione. Ricordo che la Spagna è il terzo mercato eu-<br />
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attualità<br />
ropeo, dopo la Germania, per il gelato<br />
artigianale, il cui potenziale è legato<br />
all’economia turistica. Interessante<br />
anche la Polonia. Ora quello che occorre<br />
è una promozione strutturata e<br />
sostenuta che parte dall’ICE e arriva<br />
alle aziende, passando per le Camere<br />
di Commercio”, conclude Leardini.<br />
MACCHINARI: IL 75%<br />
VA OLTRE CONFINE<br />
Tra macchine per la produzione e vetrine<br />
frigo, il 75% della produzione<br />
italiana di tecnologie professionali<br />
per le gelaterie esce dal Paese. Il <strong>2021</strong><br />
mostra segnali positivi da Germania<br />
e Corea del Sud. “In Italia il nostro<br />
settore – spiega Marco Cavedagni,<br />
presidente di Acomag, l’associazione<br />
che raggruppa i costruttori italiani di<br />
macchine per gelaterie – ha ricevuto<br />
una spinta dagli incentivi per Industria<br />
4.0, ma usciamo da un periodo in cui,<br />
tra il 2019 e il 2020, in media, abbiamo<br />
perso tra il 30 e il 35% della produzione.<br />
Il sentiment per la prima<br />
metà del <strong>2021</strong> è positivo, ci attendiamo<br />
un rimbalzo a due cifre, con la<br />
Germania molto dinamica”.<br />
Carpigiani, leader di settore, trova<br />
invece nel Far East un exploit.<br />
“Nell’anno 2020/<strong>2021</strong> l’export di<br />
macchinari – dichiara Achille Sassoli<br />
de Bianchi, Market Development<br />
Director di Carpigiani Spa – ha raggiunto<br />
il 90% a valore della nostra<br />
produzione. I Paesi esteri in cui stiamo<br />
riscontrando i risultati migliori sono la<br />
Corea del Sud, USA e Regno Unito. E<br />
anche l’Italia sta avendo una stagione<br />
particolarmente positiva”.<br />
UNA FILIERA SEMPRE<br />
PIÙ INTERNAZIONALE<br />
Un altro parametro per misurare il tasso<br />
di internazionalizzazione del gelato artigianale<br />
viene dalle conversioni tra<br />
iscrizioni a corsi di specializzazione professionale<br />
e nuove aperture commerciali.<br />
Le monitora Carpigiani per la sua<br />
Gelato University. “Nell’anno accademico<br />
2018/19 – aggiunge Kaori Ito,<br />
direttrice della Carpigiani Gelato<br />
University – abbiamo registrato 6.000<br />
iscritti ai corsi nei 20 campus nel mondo,<br />
di cui 2.500 in quello di Bologna. Di<br />
tutti questi, il 12%, cioè circa 300, ha<br />
risposto alla nostra survey ‘Where are<br />
you now?’ confermando di aver aperto<br />
un punto vendita. Per l’anno accademico<br />
2020/21 abbiamo conteggiato gli<br />
iscritti ai corsi online proposti sempre<br />
In Italia il settore<br />
delle macchine<br />
per gelaterie ha<br />
ricevuto una spinta<br />
dagli incentivi per<br />
Industria 4.0, ma<br />
esce da un periodo<br />
in cui, tra il 2019<br />
e il 2020, ha perso<br />
in media tra il 30<br />
e il 35% della<br />
produzione<br />
dalla sede di Bologna perché il dato<br />
aggregato degli altri campus tra chiusure<br />
e riaperture legate alla pandemia<br />
non è ancora completo. Dei 1.350<br />
iscritti ai corsi online tra il 1° settembre<br />
2020 e il 17 giugno <strong>2021</strong> e quelli dei<br />
corsi in presenza ripresi a giugno, notiamo<br />
che se UK, USA e Canada rimangono<br />
nella top ten, c’è sicuramente un<br />
balzo dell’India, della Turchia e della<br />
Malesia. Le ragioni di questo balzo<br />
sono da ricercarsi in costo più accessibile<br />
dei corsi online, una grande offerta<br />
di corsi in inglese, il superamento della<br />
difficoltà di ottenere un visto per entrare<br />
in Italia o anche soltanto sostenere le<br />
spese di viaggio”.<br />
“Da un monitoraggio condotto sul network<br />
Top International Gelato Chains<br />
– dichiara Antonio Verga Falzacappa,<br />
fondatore di Sistema Gelato, che accompagna<br />
le principali realtà della filiera<br />
del gelato artigianale nei processi di<br />
capitalizzazione e internazionalizzazione<br />
– con oltre 600 punti vendita in 30<br />
nazioni, negli ultimi 18 mesi è emerso<br />
un saldo positivo del 6%, pari a 36 unità<br />
su scala globale. Se teniamo conto<br />
che questi investimenti, tra aperture<br />
dirette e affiliazioni, si pianificano con<br />
almeno un anno di anticipo, possiamo<br />
concludere che se non vi fosse stata la<br />
pandemia, la crescita del settore sarebbe<br />
stata senz’altro più sostenuta. Da<br />
registrare il dinamismo espresso da<br />
marchi come la statunitense, ma con<br />
solide radici italiane, Gelato Go, e poi<br />
le italiane Venchi e La Romana che<br />
crescono rispettivamente nel Far East<br />
e in Medio Oriente. Infine, il caso della<br />
spagnola Borgonesse che conta giusto<br />
una decina di punti vendita tra Madrid<br />
e l’Andalusia, con una forte impronta<br />
manageriale, e che vuol differenziare<br />
la propria presenza fuori dai confini<br />
nazionali. Sono segnali importanti per<br />
il made in Italy perché da una nostra<br />
stima, per ogni apertura di un punto<br />
vendita all’estero, abbiamo su base<br />
decennale un effetto trascinamento di<br />
oltre 500 mila euro tra macchinari,<br />
vetrine, attrezzature e ingredienti per<br />
le nostre filiere”.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />
21<br />
20_21_art sigep.indd 21 08/10/21 15:53
appuntamenti<br />
CIBUS TEC RADDOPPIA: FORUM NEL 2022, FIERA NEL 2023<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />
Cibus Tec – l’appuntamento<br />
organizzato a Fiere di Parma e<br />
Koelnmesse, dedicato alle tecnologie<br />
per il settore alimentare<br />
e delle bevande – presenta<br />
un nuovo progetto: “Cibus Tec<br />
Forum”, la cui prima edizione<br />
si terrà a Parma il 25 e 26 ottobre<br />
2022.<br />
La rassegna Cibus Tec invece,<br />
che tutto il mondo delle tecnologie<br />
per il food & beverage<br />
ha imparato a conoscere,<br />
si terrà dal 24 al 27 ottobre<br />
2023. Uno slittamento di 12<br />
mesi reso necessario da un calendario<br />
fieristico disarmonico,<br />
nel quale è già peraltro previsto<br />
lo svolgimento della rassegna<br />
consorella Anuga FoodTec, organizzata<br />
da Koelnmesse, dal<br />
26 al 29 aprile 2022.<br />
Concordi Antonio Cellie e<br />
Thomas Rosolia – rispettivamente<br />
Amministratore<br />
Delegato e Presidente di Koeln<br />
Parma Exhibitions, braccio<br />
operativo di Cibus Tec – che<br />
non hanno avuto dubbi nel<br />
decidere la nuova strategia:<br />
“Da sempre il nostro obiettivo<br />
principale è dare agli espositori<br />
della rassegna ciò di cui<br />
hanno bisogno, come concrete<br />
opportunità di business<br />
in un calendario armonizzato<br />
di appuntamenti di settore.<br />
Da qui la nostra decisione di<br />
posticipare Cibus Tec di dodici<br />
mesi, trovando una collocazione<br />
temporale ideale nel<br />
2023, per poi riprendere dal<br />
2025 il nostro classico ritmo<br />
triennale”.<br />
Sarà dunque Anuga FoodTec a<br />
Colonia il primo grande salone<br />
internazionale delle tecnologie<br />
alimentari “post Covid”, un<br />
appuntamento al quale la rassegna<br />
partner Cibus Tec non<br />
farà mancare il proprio supporto,<br />
valorizzando le soluzioni<br />
delle aziende “tech” della propria<br />
community e sostenendo<br />
la presenza di visitatori italiani<br />
e internazionali.<br />
È dal 2016, grazie alla partnership<br />
sancita fra Fiere di Parma<br />
e Koelnmesse, che le due rassegne<br />
e le due organizzazioni<br />
mettono a fattore comune le<br />
proprie community e il proprio<br />
network di relazioni, che comprende<br />
oggi 11 mila imprese.<br />
Un momento di confronto<br />
per l’industria alimentare<br />
Nel 2022, Cibus Tec non mancherà<br />
di mettere in campo tutte<br />
le proprie competenze e la<br />
propria capacità di generare<br />
occasioni di business, offrendo<br />
ai diversi settori dell’industria<br />
alimentare un momento<br />
nazionale di confronto: Koeln<br />
Parma Exhibitions – la joint<br />
venture frutto della partnership<br />
fra gli enti fieristici di<br />
Colonia e Parma – ha infatti<br />
deciso di organizzare nella città<br />
emiliana il Cibus Tec Forum,<br />
nelle giornate del 25 e 26 ottobre<br />
2022. Saranno due giorni<br />
di incontri, analisi e approfondimenti<br />
per riaffermare la<br />
centralità di tematiche come<br />
sicurezza alimentare, materiali<br />
innovativi ed economia circolare,<br />
digitalizzazione, supply<br />
chain e sostenibilità.<br />
In altre parole, un think tank<br />
che, attraverso una ventina<br />
fra talk e convegni, vedrà confrontarsi<br />
operatori ed esperti<br />
di caratura internazionale su<br />
temi legati alla ricerca, alla<br />
economia, alle necessità delle<br />
imprese e alle modalità per lo<br />
sviluppo di nuove opportunità<br />
di networking e business.<br />
Il format – che prevede, fra<br />
l’altro, anche spazi espositivi<br />
preallestiti – sarà strutturato in<br />
cinque aree tematiche (tecnologie<br />
e soluzioni per carni, per<br />
prodotti a base latte, fruttavegetali-liquidi<br />
alimentari, cereali-piatti<br />
pronti e confezionamento)<br />
e quattro arene in cui<br />
verranno dibattuti i focus del<br />
forum.<br />
Nasce Cibus Tec Lab<br />
Cibus Tec Forum 2022 e Cibus<br />
Tec 2023 saranno affiancati da<br />
Cibus Tec Lab, il nuovo progetto<br />
educational che si tradurrà<br />
in una serie di webinar che<br />
accompagneranno l’industria<br />
alimentare e tecnologica fino<br />
alla rassegna del 2023.<br />
A corredo di questa “road<br />
map” per amplificare la portata<br />
sui mercati internazionali<br />
del “made in Italy”, Fiere<br />
di Parma parteciperà a Expo<br />
Dubai 2020 attraverso l’iniziativa<br />
“M-Eating Italy”, che<br />
prevede uno spazio per una<br />
autentica “italian food experience”<br />
riservata ai visitatori,<br />
oltre a iniziative di business<br />
matching dedicate alle aziende<br />
italiane delle tecnologie e<br />
delle soluzioni per il food & beverage.<br />
Una realizzazione che<br />
sarà attiva per tutta la durata<br />
dell’esposizione universale, dal<br />
1° ottobre <strong>2021</strong> al 31 marzo<br />
2022, e che verrà allestita non<br />
lontano dal Padiglione Italia,<br />
nei pressi del nuovo Dubai<br />
Exhibition Centre. Opportunità<br />
che saranno amplificate anche<br />
attraverso il Padiglione tedesco<br />
Campus Germany a Expo<br />
Dubai, che Koelnmesse sta<br />
organizzando e allestendo per<br />
conto del governo federale.<br />
22<br />
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appuntamenti<br />
UN ATTESO RITORNO IN PRESENZA<br />
PER ANUGA FOODTEC<br />
I protagonisti internazionali delle tecnologie e delle forniture per<br />
l’industria del food&beverage potranno finalmente ritrovarsi di<br />
persona ad Anuga FoodTec, in calendario dal 26 al 29 aprile 2022<br />
a Colonia. Il numero degli espositori che hanno già confermato la<br />
propria partecipazione indica che c’è una “gran voglia di fiera”,<br />
nonostante lo spostamento ad aprile, prima data disponibile nell’affollatissimo<br />
calendario di Koelnmesse.<br />
Anche i quotidiani contatti con i “grandi buyer” dell’industria alimentare<br />
e delle bevande testimoniano come l’evento sia molto<br />
atteso da un settore industriale dove l’evoluzione e l’innovazione<br />
sono di casa.<br />
Molti, come nella tradizione dell’evento tedesco, gli argomenti che<br />
saranno trattati negli stand degli espositori: dalla produzione al<br />
packaging, dall’imbottigliamento alla automazione, dalle sempre<br />
più performanti applicazioni digitali alla automazione, dalla logistica<br />
a tutto ciò che contribuisce a garantire la necessaria “sicurezza<br />
e igienizzazione”, oggi ancora più preziose, in un segmento così<br />
necessariamente sensibile a questi temi come l’agroalimentare.<br />
Come già annunciato ad aprile andrà in scena la prima edizione<br />
“live&digital” di Anuga FoodTec: tutti ci si attendono un quartiere<br />
fieristico affollato, ma così come per tutti gli altri eventi organizzati<br />
da Koelnmesse Gmbh anche per Anuga FoodTec è garantita una<br />
“versione” digitale che permetta a chi non può o non vuole essere<br />
in fiera di partecipare al grande evento.<br />
“Ci attendiamo una buona edizione di Anuga FoodTec, un evento<br />
la cui ultima edizione, nel purtroppo oramai lontanissimo 2018,<br />
registrò dati da record”, ricorda Thomas Rosolia, amministratore<br />
delegato di Koelnmesse Italia. “Siamo certi che la campagna vaccinale<br />
riporterà un clima di fiducia generalizzato e ci permetterà di<br />
raggiungere ottimi risultati anche nel 2022. Abbiamo già registrato<br />
un eccellente numero di iscrizioni per le prossime nuove date della<br />
manifestazione. Dati provvisori, destinati a crescere nella seconda<br />
parte dell’anno di pari passo con il progressivo calo delle misure<br />
anti-Covid che tutti ci attendiamo, perché è una battaglia che stiamo<br />
vincendo!”.<br />
Un’immagine dell’edizione 2018<br />
L’agenda<br />
H20 - Accadueo<br />
6-8 ottobre <strong>2021</strong><br />
Bologna<br />
www.accadueo.com<br />
Anuga<br />
9-13 ottobre <strong>2021</strong><br />
Colonia, Germania<br />
www.koelnmesse.it<br />
Eima International<br />
19-23 ottobre <strong>2021</strong><br />
Bologna<br />
www.eima.it<br />
SIC - Salone Industria Casearia e<br />
Conserviera<br />
22-24 ottobre <strong>2021</strong><br />
San Marco Evangelista (CE)<br />
www.saloneindustriacasearia.it<br />
Meat-Tech<br />
22-26 ottobre <strong>2021</strong><br />
Milano<br />
www.meat-tech.it<br />
Tuttofood<br />
22-26 ottobre <strong>2021</strong><br />
Milano<br />
www.tuttofood.it<br />
SAVE<br />
27-28 ottobre <strong>2021</strong><br />
Verona<br />
www.exposave.com<br />
SPS<br />
23-25 novembre <strong>2021</strong><br />
Norimberga, Germania<br />
www.sps.mesago.com/<br />
nuernberg/en.html<br />
FI Europe<br />
30 novembre - 2 dicembre <strong>2021</strong><br />
Francoforte, Germania<br />
www.figlobal.com<br />
Marcabybolognafiere<br />
19-20 gennaio 2022<br />
Bologna<br />
www.marca.bolognafiere.it<br />
SIGEP<br />
22-26 gennaio 2022<br />
Rimini<br />
www.sigep.it<br />
IPPE<br />
25-27 gennaio 2022<br />
Atlanta, Usa<br />
www.ippexpo.org<br />
Fieragricola<br />
26-29 gennaio 2022<br />
Verona<br />
www.fieragricola.it<br />
ISM e Prosweets<br />
30 gennaio - 2 febbraio 2022<br />
Colonia, Germania<br />
www.prosweets.com<br />
www.ism-cologne.com<br />
Prowein<br />
27-29 marzo 2022<br />
Düsseldorf, Germania<br />
www.prowein.it<br />
Vinitaly<br />
10-13 aprile 2022<br />
Verona<br />
www.vinitaly.com<br />
Anuga FoodTec<br />
26-29 aprile 2022<br />
Colonia, Germania<br />
www.anugafoodtec.com<br />
Ipack-Ima<br />
3-6 maggio 2022<br />
Milano<br />
www.ipackima.com<br />
IFFA<br />
14-19 maggio 2022<br />
Monaco di Baviera, Germania<br />
www.iffa.de<br />
Packaging Première<br />
24-26 maggio 2022<br />
Milano<br />
www.packagingpremiere.it<br />
Hyspack<br />
24-27 maggio 2022<br />
Barcellona, Spagna<br />
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UNA FIBRA PER IL SETTORE CARNE<br />
NUTRAVA Citrus Fiber è la fibra completamente<br />
naturale e sostenibile lanciata<br />
recentemente da CP Kelco. Ottenuta direttamente<br />
dalle scorze di agrumi, è un ingrediente<br />
clean label con ottima funzionalità<br />
strutturante, da utilizzarsi in alternativa alle<br />
tradizionali gomme. Nutrava Citrus Fiber<br />
Boost - meat è un prodotto pensato per il<br />
settore carne, per la formulazione di prodotti<br />
emulsionati, come wurstel e mortadella, e<br />
piatti pronti, grazie alle sue proprietà emulsionanti<br />
e gelificanti.<br />
Le principali caratteristiche:<br />
- grazie al processo brevettato di defibrillazione<br />
a cui la fibra è sottoposta, presenta elevata<br />
capacità di legare l’acqua (18g/g), con un netto<br />
miglioramento delle rese. Inoltre i fenomeni di<br />
sineresi sono ridotti, aumentando la stabilità<br />
dei prodotti;<br />
- crea emulsioni stabili, operando sia a freddo<br />
che a caldo;<br />
- contribuisce ad esaltare gli aromi;<br />
- tollera la presenza di sali;<br />
- è compatibile con i tradizionali processi produttivi,<br />
per una corretta attivazione necessita di<br />
forte agitazione. Lavora anche a freddo.<br />
In Italia è distribuito da Faravelli Food Division.<br />
ESTRATTO DALLA MELA EFFICACE NELLA MODULAZIONE DEL GLUCOSIO<br />
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Dallo spirito di innovazione sostenibile<br />
e dal profondo know-how tecnologico<br />
di Roelmi HPC, realtà italiana che affonda<br />
le proprie radici imprenditoriali nella<br />
lunga tradizione mediterranea, nasce<br />
SelectSIEVE ® Apple, ingrediente attivo naturale<br />
per prodotti nutraceutici che agisce<br />
sulla gestione dei livelli di glucosio nel sangue<br />
(glicemia) e la promozione del benessere<br />
cardio-metabolico dei consumatori.<br />
Estratto dalle mele (Malus domestica<br />
Borkh.), SelectSIEVE Apple presenta un<br />
profilo polifenolico specifico – standardizzato<br />
e dall’elevata efficacia biologica – risultato<br />
dei moderni processi di estrazione<br />
che consentono non solo di preservare<br />
l’efficacia biologica degli attivi naturali<br />
contenuti nel frutto, ma anche di promuovere<br />
l’impegno dell’azienda nella<br />
sostenibilità ambientale, attraverso<br />
processi di economia circolare focalizzati<br />
sulla valorizzazione di sottoprodotti<br />
nobili dell’industria alimentare.<br />
Questo ingrediente è in grado di<br />
modulare attivamente l’assorbimento<br />
di glucosio nell’organismo<br />
e ridurre significativamente<br />
la glicemia, favorendo il mantenimento<br />
dei valori normali. Inoltre, i polifenoli di<br />
SelectSIEVE Apple svolgono un’azione<br />
protettiva sul sistema cardiovascolare,<br />
promuovendone la funzionalità e agendo<br />
sul metabolismo dei lipidi e del colesterolo.<br />
Recenti evidenze cliniche non solo hanno<br />
confermato l’azione positiva dell’ingrediente<br />
di Roelmi HPC sugli indicatori del<br />
benessere cardio-metabolico, ma hanno<br />
anche dimostrato l’efficacia di SelectSIEVE<br />
Apple nel supportare i processi fisiologici<br />
che coinvolgono il fegato, grazie all’azione<br />
epatoprotettiva svolta dai suoi fitonutrienti.<br />
La variazione dei parametri epatici analizzati,<br />
e specialmente dei livelli sierici di acido<br />
urico, riflette infatti l’efficacia del prodotto<br />
nel promuovere un’azione detossificante<br />
dell’organismo, che si somma alla già elevata<br />
azione antiossidante dei polifenoli della<br />
mela.<br />
SelectSIEVE Apple è un ingrediente adatto<br />
allo sviluppo di integratori alimentari dedicati<br />
alla promozione del benessere cardiometabolico<br />
e della funzione epatica, nonché<br />
al controllo del peso e alla gestione dei<br />
sintomi vascolari associati alla menopausa.<br />
Un esempio di integratore alimentare<br />
presente sul mercato a base<br />
di SelectSIEVE Apple, Acido<br />
α-Lipoico, Mioinositolo e Acido<br />
Folico è SINOPOL ® Forte che, grazie<br />
a una formulazione brevettata,<br />
è utile a contrastare eventuali<br />
deficit di tali nutrienti. L’equilibrio<br />
fisiologico della donna in alcuni<br />
periodi della vita può risultare<br />
alterato: la regolarità di alcuni<br />
processi fisiologici è alla base della<br />
natura stessa del genere femminile.<br />
24<br />
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ingredienti<br />
PROTEINE VEGETALI IN POLVERE<br />
ABS Food propone delle proteine<br />
vegetali in polvere che<br />
garantiscono un aumento proteico<br />
del prodotto finito equiparabile<br />
a quello delle proteine<br />
animali, ma senza grassi saturi.<br />
Le alternative proteiche vegetali<br />
oltre a migliorare significativamente<br />
la salute umana, contribuiscono<br />
alla sostenibilità ambientale<br />
grazie a coltivazioni<br />
eco-compatibili.<br />
ABS Food amplia costantemente<br />
la gamma di proteine<br />
vegetali in polvere con matrici<br />
innovative, le più recenti sono<br />
le leguminose allergen free pisello,<br />
fagiolo verde e fava. Le<br />
proteine vegetali in polvere<br />
sono inserite nei preparati per<br />
la nutrizione sportiva come barrette<br />
e bevande, sono aggiunte<br />
agli impasti nei prodotti da forno.<br />
Sono utilizzate in tutte le<br />
formulazioni Low Carb e infine<br />
trovano utilizzo anche in zuppe,<br />
salse, creme spalmabili e dressing.<br />
Possono essere inoltre<br />
adottate sia nei prodotti carne<br />
e pesce e in tutto il mondo analogue.<br />
Infatti per la loro origine<br />
completamente vegetale sono<br />
ingredienti adatti anche ai consumatori<br />
vegani, vegetariani e<br />
alle nuove tendenze flexitarian.<br />
Queste referenze sono disponibili<br />
a richiesta anche nella versione<br />
biologica e gluten free.<br />
Le proteine isolate, grazie ad<br />
efficienti e moderni metodi di<br />
estrazione, conservano un’altissima<br />
percentuale di proteine<br />
e una presenza ridotta di grassi<br />
e zuccheri. Sono adatte ad<br />
aumentare l’apporto proteico<br />
senza incrementare il livello di<br />
calorie nei cibi.<br />
Le proteine isolate sono ottimi<br />
agenti emulsionanti, in grado di<br />
assorbire acqua ed olio, hanno<br />
un’ottima distensibilità e una<br />
bassa viscosità, oltre ad interessanti<br />
proprietà gelificanti e<br />
leganti. Ne esistono di diverse<br />
matrici e di diverse funzionalità<br />
a seconda del prodotto di riferimento.<br />
Le proteine concentrate sono<br />
un’alternativa ideale per incrementare<br />
il contenuto proteico<br />
in molteplici prodotti alimentari<br />
tra cui: snacks, pane, prodotti<br />
da forno, sostituti dei pasti,<br />
prodotti a base di carne, pasta,<br />
alimenti per lo sport e integratori,<br />
anche vegetariani e vegani.<br />
> estrusori > dosatori > componenti > trasporto pneumatico > sistemi completi<br />
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tempo e costi dovuti alla pulizia rapida ed efficiente e si sono dimostrati efficaci in applicazioni come la produzione<br />
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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />
25<br />
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scienza e tecnologia<br />
Uno studio del<br />
Politecnico di Torino<br />
insieme all’Università<br />
di Ribeirão Preto<br />
illustra le tecniche<br />
a secco per la<br />
riduzione del<br />
particolato<br />
dei generatori di calore<br />
a biomassa. Partendo<br />
dal caso dell’industria<br />
della canna da<br />
zucchero<br />
in Brasile.<br />
EMISSIONI SOTTO CONTROLLO<br />
SENZA PERDITE D’ACQUA<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />
26<br />
In Brasile e in altri paesi si utilizza mediamente molta acqua<br />
per mettere in funzione sistemi di abbattimento delle emissioni<br />
di particolato (indicato solitamente col termine PM),<br />
chiamati “wet scrubbers” (torri di lavaggio). In questi dispositivi<br />
si “polverizza” acqua in una colonna per inglobare le<br />
particelle nelle goccioline d’acqua. Questo sistema è utilizzato<br />
soprattutto per abbattere le emissioni provenienti da<br />
generatori di vapore alimentati con bagassa, ovvero i residui<br />
della lavorazione industriale della canna da zucchero. Il vapore<br />
e l’energia ottenuti per mezzo della combustione della<br />
bagassa sono necessari al funzionamento degli impianti per<br />
la produzione di zucchero e alcool. Tuttavia le torri di lavaggio<br />
producono fanghi che contengono sostanze nocive e per<br />
questo devono subire un trattamento specifico, senza essere<br />
smaltiti tali e quali.<br />
Esistono anche tecnologie a secco, che dunque non richiedono<br />
l’uso di acqua, oggi molto più preziosa di un tempo, e che<br />
garantiscono comunque il controllo delle emissioni. I problemi<br />
di queste tecniche innovative sono rappresentati dai costi di<br />
investimento iniziali e, molto spesso, dalle abitudini consolidate<br />
che non vengono messe in discussione, specialmente perché<br />
la maggior parte dei produttori di zucchero e alcol sono<br />
restii alle innovazioni.<br />
In un articolo di recente pubblicazione sulla rivista “Springer<br />
Nature Content Sharing Initiative”, nella sezione “Clean<br />
Technologies and Environmental Policy”, il professor Paolo<br />
Tronville – docente di Fisica Tecnica Ambientale del<br />
Dipartimento Energia “Galileo Ferraris” al Politecnico di Torino,<br />
insieme al professor Murilo Innocentini – docente di Ingegneria<br />
Chimica presso l’Università di Ribeirão Preto – parte dal caso<br />
studio dell’industria della canna da zucchero brasiliana per illustrare<br />
i problemi ambientali ed economici del sistema basato<br />
sui “wet scrubbers”, fornendo indicatori di prestazioni<br />
aggiornati e alternative per l’ottimizzazione di un sistema di<br />
www.interprogettied.com<br />
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scienza e tecnologia<br />
pulizia dei fumi allo scopo di promuovere<br />
una gestione più razionale dell’acqua<br />
pulita e delle acque reflue, con un potenziale<br />
risparmio per il settore della<br />
canna da zucchero.<br />
Nell’articolo si dimostra come l’uso di<br />
torri di lavaggio possa comportare perdite<br />
significative di acqua ed energia,<br />
così come alti costi operativi per le stazioni<br />
di trattamento delle acque reflue<br />
(WTS). Come caso studio è stato scelto<br />
appunto quello del Brasile, in quanto<br />
maggiore produttore mondiale di canna<br />
da zucchero, partendo dai dati di un tipico<br />
impianto di produzione di etanolo<br />
e zucchero nel paese sudamericano. Gli<br />
indicatori chiave delle prestazioni di un<br />
generatore di vapore e delle torri di lavaggio<br />
sono stati valutati in modo sperimentale<br />
nel corso di una stagione di<br />
raccolta della canna da zucchero e sono<br />
stati confrontati con i requisiti legali di<br />
emissioni di particolato e di qualità<br />
dell’acqua in Brasile. I risultati evidenziano<br />
l’inefficienza del sistema ad acqua,<br />
che ha utilizzato solo il 30% dell’acqua<br />
per far funzionale la torre di lavaggio e il<br />
70% per trasportare il materiale particellare<br />
secco raccolto nel condotto di<br />
scarico del generatore di vapore, negli<br />
scambiatori di calore e nel sistema di<br />
separazione con multiciclone.<br />
L’evaporazione ha causato la perdita in<br />
atmosfera del 10,5% dell’acqua di la-<br />
vaggio. Infine, il trasporto del materiale<br />
particellare umido così raccolto (7,9 t/h<br />
con il 78% di acqua al proprio interno)<br />
per lo smaltimento nei campi comporta<br />
costi significativi di carburante, oltre alle<br />
notevoli perdite di acqua. L’inefficienza<br />
è anche economica: il funzionamento<br />
della stazione di trattamento delle acque<br />
reflue ha rappresentato il 62% della spesa<br />
totale di capitale del sistema di pulizia,<br />
mentre la torre di lavaggio ha rappresentato<br />
solo il 38%.<br />
Come detto, in Brasile e altrove per decenni<br />
i “wet scrubbers” sono stati utilizzati<br />
per controllare il particolato<br />
emesso dai generatori di vapore.<br />
Questa scelta era giustificata dalle loro<br />
prestazioni accettabili nel soddisfare gli<br />
standard ambientali, dall’abbondanza<br />
di risorse idriche e dal fatto che il loro<br />
funzionamento era più semplice e<br />
meno costoso di altre operazioni di pulizia<br />
a secco. Tuttavia, il progressivo inasprimento<br />
dei limiti di emissione di<br />
materiale particellare, così come la necessità<br />
di una gestione più razionale<br />
dell’acqua e delle acque reflue in queste<br />
applicazioni, ha cambiato questi<br />
presupposti. Nonostante la vasta letteratura<br />
tecnica sui “wet scrubber”, la<br />
mancanza di indicatori aggiornati sulle<br />
loro prestazioni nella industria della<br />
canna da zucchero ha finora impedito<br />
la loro ottimizzazione.<br />
Schema<br />
di funzionamento<br />
del sistema<br />
di abbattimento<br />
delle emissioni<br />
di particolato<br />
(Wet Scrubber)<br />
con le relative<br />
problematiche<br />
In tutti i casi in cui esistono processi produttivi<br />
che generano correnti gassose<br />
calde che necessitano di essere depurate<br />
da materiale particellare, l’analisi<br />
dell’articolo può essere utile allo scopo<br />
di dimostrare che l’uso di torri di lavaggio<br />
causa una perdita di energia e di<br />
acqua che può essere ovviato con l’adozione<br />
di sistemi a secco.<br />
IL PROGETTO DI UN IMPIANTO PILOTA<br />
IN BRASILE<br />
“Grazie ai risultati ottenuti con questo<br />
studio – commenta il professor Paolo<br />
Tronville – ci auguriamo di potere presto<br />
installare in Brasile un impianto pilota<br />
che possa concretamente dimostrare<br />
come è possibile coniugare un<br />
minore impatto ambientale e costo di<br />
esercizio pur mantenendo il controllo<br />
delle emissioni”.<br />
“La partnership tra POLITO e UNAERP è<br />
stata essenziale per dimostrare che la<br />
gestione dell’acqua utilizzata per la pulizia<br />
dei fumi prodotti da generatori di<br />
vapore alimentati a bagassa è ancora<br />
trascurata e antieconomica in gran parte<br />
degli impianti che producono zucchero<br />
ed etanolo. In questo modo si sciupano<br />
energia termica e acqua, entrambe<br />
risorse preziose al giorno d’oggi”, sottolinea<br />
il professor Murilo Innocentini. “Gli<br />
stessi problemi possono verificarsi in<br />
tutti i generatori di vapore alimentati a<br />
biomassa dove si usa acqua per controllare<br />
le emissioni di particolato e limitare<br />
l’impatto ambientale. La nostra partnership<br />
propone alternative per l’implementazione<br />
e l’ottimizzazione di tecnologie<br />
di pulizia dei fumi a secco per<br />
aiutare le industrie a rispettare i limiti<br />
delle emissioni di PM ma con risparmi<br />
nel processo. La nostra intenzione è stabilire<br />
una partnership con le industrie<br />
interessate a tale ottimizzazione, per<br />
esempio, attraverso la costruzione di un<br />
impianto pilota per mettere alla prova i<br />
collettori a secco, o anche il ridimensionamento<br />
dei loro scrubber a umido affinché<br />
diventino più economici ed ecologici.<br />
Ingegneri e studenti di POLITO e<br />
UNAERP sono i benvenuti a bordo per<br />
affrontare questa sfida”.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />
27<br />
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scienza e tecnologia<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />
28<br />
LASER FOTOACUSTICO CONTRO LE SOFISTICAZIONI<br />
Si chiama “SafeFood”, lo ha realizzato Enea<br />
ed è il primo sistema laser fotoacustico contro<br />
le sofisticazioni alimentari a disposizione<br />
di industrie alimentari e grandi catene di distribuzione.<br />
Il prototipo è in grado di rintracciare,<br />
in tempo reale, contaminanti su campioni<br />
non trattati con il prelievo di piccole<br />
quantità di prodotto. “Il sistema laser è stato<br />
progettato per essere installato lungo le linee<br />
di produzione. È facilmente trasportabile e si<br />
caratterizza per la rapidità di esecuzione della<br />
misura che viene svolta in pochi minuti”,<br />
spiega Luca Fiorani, ricercatore Enea del<br />
Laboratorio Diagnostiche e Metrologia del<br />
Centro Ricerche Enea di Frascati.<br />
La tecnica laser fotoacustica, oltre che per<br />
la rapidità, si distingue per la precisione e<br />
l’affidabilità nella rilevazione di alcune<br />
importanti frodi alimentari, come quelle<br />
che riguardano pesce, riso, succhi di frutta,<br />
olio, latte e spezie, in particolare origano<br />
e zafferano.<br />
I ricercatori Enea stanno già lavorando a un<br />
secondo prototipo da utilizzare direttamente<br />
nei punti vendita, dagli scaffali dei negozi<br />
ai banchi del mercato. “Il sistema che<br />
abbiamo messo a punto, infatti, non richiede<br />
il pretrattamento del campione con reagenti<br />
chimici e può quindi essere facilmente<br />
utilizzato da personale non specializzato,<br />
dopo una breve formazione”, sottolinea<br />
Fiorani.<br />
Il primo banco di prova per il prototipo è<br />
stata la rivelazione rapida di zafferano adulterato.<br />
Lo zafferano autentico, ottenuto da<br />
un fiore con tre stimmi che vengono raccolti<br />
ed essiccati, ha un alto costo e per questo<br />
si rischia che venga tagliato con un colorante,<br />
la tartrazina, o con spezie gialle come la<br />
curcuma. Partendo dallo zafferano puro,<br />
sono stati preparati vari campioni contaminati,<br />
per arrivare a concentrazioni di tartrazina<br />
e curcuma del 2%, in modo da testare<br />
la capacità del sistema di rivelarne quantità<br />
particolarmente basse. I risultati dello studio<br />
sono stati pubblicati in un articolo sulla rivista<br />
internazionale Sensors.<br />
Una tecnica usata in diagnostica medica<br />
Alla base di SafeFood c’è la spettroscopia<br />
laser fotoacustica, una tecnica già usata in<br />
diagnostica medica, rivelazione di esplosivi<br />
e monitoraggio dell’inquinamento, che<br />
dopo i lavori pionieristici con i laser a CO 2<br />
,<br />
oggi si avvale delle prestazioni e delle dimensioni<br />
ridotte dei laser a cascata quantica.<br />
Il sistema utilizza luce e suono per funzionare:<br />
gran parte della luce prodotta dal<br />
fascio laser è modulata a una frequenza<br />
acustica e inviata nella cella fotoacustica,<br />
dove interagisce con il campione generando<br />
un’onda sonora che viene captata da un<br />
microfono, il cui segnale viene successivamente<br />
amplificato. “L’onda sonora è tanto<br />
più forte quanto maggiore è l’assorbimento<br />
del campione: in questo modo si misura lo<br />
spettro di assorbimento infrarosso del campione,<br />
con il vantaggio, rispetto ad altre<br />
tecniche spettroscopiche, di poterlo irraggiare<br />
con una sorgente molto più potente.<br />
Gli spettri di un alimento e, quindi, di un<br />
contaminante non sono sempre chiaramente<br />
distinguibili. Fortunatamente, è possibile<br />
applicare agli spettri tecniche sofisticate,<br />
come l’analisi delle componenti principali,<br />
che consentono di discriminare differenti<br />
composti”, spiega Fiorani.<br />
Questo sistema laser ha già fatto il grande<br />
salto dal laboratorio all’industria. “Abbiamo<br />
un accordo con un’azienda dell’apicoltura<br />
per il controllo della filiera del miele, a partire<br />
dalla rilevazione della presenza di pesticidi<br />
in polline e api. Inoltre, abbiamo stipulato<br />
un contratto con l’azienda Chelab<br />
della multinazionale Mérieux NutriSciences<br />
Corporation, presente in 24 paesi, con 100<br />
laboratori e 7 mila dipendenti, che mira a<br />
proteggere la salute dei consumatori in tutto<br />
il mondo e offre una vasta gamma di<br />
servizi analitici e di consulenza per prodotti<br />
alimentari, ambientali, agrochimici, di consumo,<br />
cosmetici e farmaceutici”, conclude<br />
Fiorani.<br />
I ricercatori Enea stanno collaborando anche<br />
con altre due aziende in materia di antisofisticazione:<br />
Orsell, un’azienda di distribuzione<br />
di prodotti per l’alimentazione<br />
zootecnica, e Tecnoalimenti, un consorzio<br />
di ricerca tecnico-scientifica e per l’innovazione<br />
nell’industria agroalimentare, costituito<br />
da 31 imprese, che rappresentano circa<br />
il 12% delle vendite del settore in Italia, con<br />
la partecipazione del Fondo Ricerca<br />
Applicata del MIUR.<br />
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scienza e tecnologia<br />
MACROWINE HA RIUNITO GLI SCIENZIATI DELLA VITICOLTURA<br />
Chiude con un bilancio positivo l’ottava<br />
edizione di Macrowine, l’evento di riferimento<br />
mondiale per la ricerca scientifica<br />
nel settore vitivinicolo organizzato da<br />
Fondazione Edmund Mach, Università<br />
degli Studi di Verona e dall’Università degli<br />
Studi di Torino. Un grande successo di<br />
partecipazione: dal 23 al 30 giugno 428<br />
delegati di 23 paesi sono stati impegnati<br />
in 10 sessioni live della durata complessiva<br />
di 20 ore, ospitando i risultati più originali<br />
ed innovativi ottenuti dai centri di ricerca<br />
internazionali nel settore della<br />
vitienologia mondiale.<br />
L’edizione <strong>2021</strong> ha proposto un ricco programma<br />
di elevato livello scientifico, con<br />
argomenti che hanno spaziato dalla vigna<br />
al bicchiere, ovvero dalla diversità varietale<br />
dell’uva e dalle pratiche per una viticoltura<br />
sostenibile all’ecosistema microbico,<br />
dal campo al consumo finale, senza tralasciare<br />
la shelf life dei vini e gli strumenti a<br />
disposizione per supportare una viticoltura<br />
di precisione e innovativa.<br />
Hanno partecipato ricercatori da tutto il<br />
mondo, ma anche operatori e tecnici delle<br />
aziende produttrici ( il 18% dei partecipanti),<br />
molti dei quali provenienti dal<br />
mondo anglosassone. Nella cerimonia di<br />
chiusura i referenti organizzativi dei tre<br />
enti Maurizio Ugliano (Università di<br />
Verona), Luca Rolle (Università di Torino)<br />
e Fulvio Mattivi (Fondazione Edmund<br />
Mach) hanno passato il testimone all’Università<br />
di Bordeaux, a cui è stata assegnata<br />
l’organizzazione di Macrowine 2023.<br />
C’È UNA CORRELAZIONE TRA PERCEZIONE<br />
DELLA CANNELLA E GRADIMENTO DEI VINI ROSSI<br />
Una ricerca condotta dall’Università di Trieste,<br />
in collaborazione con l’ospedale materno infantile<br />
Burlo Garofolo, ha scoperto per la prima<br />
volta la correlazione genetica tra un recettore<br />
dell’olfatto, la percezione della cannella e<br />
il senso di piacevolezza per i vini rossi che contengono<br />
cinnamaldeide, una sostanza che dà<br />
origine a sentori di cannella. Si tratta di un<br />
nuovo passo nel campo della genetica delle<br />
Il professor Paolo Gasparini, ordinario<br />
di genetica medica all’Università di Trieste,<br />
insieme al suo team<br />
www.interprogettied.com<br />
preferenze alimentari, al punto che è stato<br />
incluso da Elsevier, casa editrice della rivista<br />
Food, Quality & Preference che ha pubblicato<br />
lo studio e principale editore mondiale in ambito<br />
medico e scientifico, nella newsletter periodica<br />
che presenta gli studi più interessanti<br />
ai giornalisti di tutto il mondo.<br />
Il professor Paolo Gasparini, ordinario di genetica<br />
medica all’Università di Trieste, responsabile<br />
del servizio di genetica medica e direttore<br />
del dipartimento dei servizi di<br />
diagnostica avanzata presso l’IRCCS Burlo<br />
Garofolo, studia da anni la genetica degli organi<br />
di senso, insieme al team di ricercatrici<br />
Maria Pina Concas, Anna Morgan, Giulia<br />
Pelliccione e Giorgia Girotto. Le preferenze<br />
alimentari individuali sono influenzate da<br />
molti fattori come la cultura, la disponibilità<br />
di cibo, gli aspetti nutrizionali e la genetica,<br />
che analizza come i geni coinvolti in queste<br />
funzioni determinano la capacità percettiva.<br />
Tra i fattori genetici, un esempio significativo<br />
riguarda il gene TAS2R38, determinante per<br />
le differenze individuali nella percezione del<br />
gusto amaro. In particolare, è noto che le variazioni<br />
del gene TAS2R38 determinano le<br />
preferenze per diversi cibi amari come le verdure<br />
brassiche, le bevande alcoliche, ma anche<br />
i cibi piccanti, i dolci e i grassi aggiunti.<br />
Che un individuo apprezzi o meno il gusto<br />
amaro, dipende dalla genetica.<br />
A oggi, si sa ancora poco riguardo alla genetica<br />
dell’olfatto, una funzione umana fondamentale<br />
per interagire con l’ambiente e molto<br />
complessa, considerato che esseri umani percepiscono<br />
gli odori attraverso un repertorio di<br />
oltre 400 recettori olfattivi (OR).<br />
Nello studio di Università di Trieste e IRCCS<br />
Burlo Garofolo viene descritta un’associazione<br />
significativa tra il riconoscimento degli odori<br />
della cannella e la variante rs317787, situata<br />
in un gruppo di geni di recettori olfattivi. Sulla<br />
base di questi dati, i ricercatori hanno replicato<br />
l’effetto della stessa variante (rs317787)<br />
sull’identificazione degli odori della cannella<br />
ed è stata esaminata ogni possibile associazione<br />
con il gradimento del vino, che quando<br />
invecchiato in botti di legno è caratterizzato<br />
da aromi di cannella.<br />
L’analisi è stata condotta su un campione di<br />
2.374 individui italiani provenienti da “isolati<br />
genetici”, cioè piccole comunità geograficamente<br />
isolate dove è presente una certa<br />
omogeneità genetica. L’analisi dei risultati ha<br />
confermato che l’allele rs317787-T è associato<br />
a una migliore identificazione della cannella<br />
e, allo stesso tempo, a un maggiore<br />
gusto per il vino rosso.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />
29<br />
28_29_news scienza e tecnologia.indd 29 13/10/21 15:29
macchine<br />
Lapp ha soddisfatto<br />
la necessità di Acmi<br />
di semplificare<br />
il cablaggio,<br />
a bordo macchina,<br />
dei robot impiegati<br />
nei palettizzatori<br />
e depalettizzatori.<br />
LA SFIDA DEL CABLAGGIO<br />
NELLE LINEE PER IL PACKAGING<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />
30<br />
Elevata personalizzazione e riduzione del time-to-market:<br />
queste le motivazioni che hanno condotto Acmi<br />
Spa – azienda italiana specializzata nella produzione di<br />
linee complete di confezionamento, chiavi in mano,<br />
per il settore food & beverage – a scegliere Lapp – leader<br />
nello sviluppo e produzione di soluzioni integrate<br />
nella tecnologia di connessione e cablaggio – in qualità<br />
di partner di riferimento per i cavi speciali, destinati<br />
ai sistemi di automazione delle proprie linee. Un rapporto<br />
consolidato in oltre 15 anni di collaborazione e<br />
testimoniato, più recentemente, dallo sviluppo di un<br />
kit di cavi ad hoc per applicazioni robot.<br />
Dal 1984, Acmi è attiva nell’ambito dell’automazione<br />
del confezionamento. Ha depositato molteplici brevetti<br />
che, negli anni, hanno tracciato nuove frontiere del<br />
packaging. Inoltre, l’impiego di sistemi robotici ha permesso<br />
all’azienda di ricoprire una posizione all’avanguardia<br />
in termini di prestazioni, affidabilità e durata<br />
nel tempo delle linee. Al cuore dei progetti di cablaggio<br />
delle macchine Acmi, vi è la capacità di Lapp di rispondere<br />
alle diverse istanze tecniche, in funzione delle<br />
specifiche esigenze. In dettaglio, Lapp gestisce l’intero<br />
processo per il cablaggio, dallo studio all’ingegnerizzazione,<br />
lavorando fianco a fianco con il team del cliente.<br />
“Collaboriamo con Lapp da diversi anni e, spesso, sono<br />
proprio i clienti finali a richiedere l’utilizzo dei suoi cavi<br />
e accessori, universalmente riconosciuti per le caratteristiche<br />
di funzionalità e affidabilità”, dichiara Stefano<br />
Maio, coordinatore e referente di produzione area<br />
Hardware di Acmi. “Oltre alla qualità e all’ampia offerta<br />
di prodotti, la differenza nella scelta di Lapp, quale<br />
partner per il cablaggio delle nostre linee, risiede nell’ascolto<br />
attivo delle nostre esigenze. Questo si traduce<br />
in un approccio sempre propositivo nel consigliare e<br />
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macchine<br />
Tecnologia di connessione<br />
proporre, sulla base della loro esperienza,<br />
l’opzione più adatta per<br />
ogni situazione, con particolare attenzione<br />
sia in termini tecnici, che<br />
d’investimento”.<br />
UN KIT SU MISURA DI CAVI PRONTI<br />
DA INSTALLARE<br />
La consulenza qualificata del team<br />
Lapp ha soddisfatto, infatti, la necessità<br />
di Acmi di semplificare il cablaggio,<br />
a bordo macchina, dei robot<br />
impiegati nei palettizzatori e<br />
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Tra le soluzioni che compongono il pacchetto fornito da Lapp<br />
ad Acmi spiccano i cavi per applicazioni flessibili delle gamme<br />
Ölflex ed Etherline e i sistemi di protezione del brand Silvyn<br />
depalettizzatori. In tal senso, grazie<br />
alla famiglia di cavi precablati<br />
ÖLFLEX ® Connect, Lapp ha realizzato<br />
un kit “su misura” di cavi pronti<br />
da installare che, oltre a ridurre notevolmente<br />
i tempi di cablaggio in<br />
fase di montaggio e smontaggio<br />
dell’impianto, assicura sempre il<br />
corretto posizionamento dei cavi,<br />
prevenendone eventuali danneggiamenti.<br />
Tra le soluzioni che compongono<br />
il pacchetto spiccano i<br />
cavi per applicazioni flessibili delle<br />
Lapp è leader nella fornitura di prodotti per la<br />
tecnologia di connessione e distribuisce cavi<br />
elettrici, pressacavi, connettori e accessori per<br />
un ampio campo di applicazioni industriali, anche<br />
in ambito Industry 4.0. Integratore di sistemi<br />
e soluzioni su misura, vanta, inoltre, un servizio<br />
qualificato che costituisce il valore<br />
aggiunto per il cliente.<br />
Lapp, azienda a conduzione familiare sin dalla sua<br />
fondazione nel 1959, conta a livello mondiale<br />
oltre 4.600 dipendenti, 20 siti produttivi e oltre<br />
43 filiali commerciali, per un fatturato di 1.128<br />
milioni di euro nel 2019/2020.<br />
La sede di Desio ospita un magazzino automatizzato<br />
collegato alle sedi logistiche europee del<br />
gruppo, per un totale di 40.000 referenze sempre<br />
disponibili, per consegne rapide e puntuali ovunque.<br />
LAPP opera in Italia nei seguenti settori:<br />
macchine e impianti, ingegneria industriale, industria<br />
alimentare, energia e mobilità.<br />
gamme Ölflex ed ETHERLINE ® e i<br />
sistemi di protezione del brand<br />
SILVYN ® . Infine, il kit garantisce rilevanti<br />
benefici anche per i clienti<br />
finali, in virtù della facilità e rapidità<br />
di manutenzione e sostituzione, attività<br />
che non richiedono fermi della<br />
linea.<br />
“La richiesta di automazione nell’industria<br />
del packaging è in aumento:<br />
prestazioni elevate e flessibilità, coniugate<br />
alla riduzione dei tempi di<br />
inattività, sono elementi strategici.<br />
In tal senso, i costruttori sono alla<br />
costante ricerca di metodi innovativi<br />
per aumentare l’efficienza delle<br />
proprie macchine”, dichiara<br />
Gaetano Grasso, Head of product<br />
management and marketing di<br />
Lapp. “Ringraziamo Acmi per la costante<br />
fiducia lungo un percorso di<br />
crescita, che ha visto evolvere e rafforzare<br />
la relazione tra le nostre due<br />
realtà, dalla fornitura dei primi cavi,<br />
fino alla progettazione e realizzazione<br />
di ambiziosi progetti e sistemi<br />
per le linee di automazione”.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />
31<br />
30_31_ART acmi lapp.indd 31 11/10/21 11:57
macchine<br />
MACCHINE PER IL PACKAGING: IL FATTURATO TORNA AI LIVELLI PRE-COVID<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />
Matteo Gentili,<br />
presidente di Ucima<br />
Il settore delle macchine automatiche<br />
per il confezionamento<br />
e l’imballaggio chiude<br />
il primo semestre del <strong>2021</strong><br />
con un solido +21% rispetto<br />
allo stesso periodo del 2020.<br />
Tra gennaio e giugno l’export<br />
ha segnato un +19,3%, mentre<br />
il mercato domestico ha<br />
fatto registrare un +31,2%,<br />
sempre in confronto al fatturato<br />
del primo semestre 2020.<br />
Con questi dati l’intero comparto<br />
torna ai livelli pre-pandemia,<br />
con una differenza del<br />
solo -1,8% rispetto al primo<br />
semestre del 2019 (anno del<br />
record con il superamento a<br />
fine anno degli 8 miliardi di<br />
fatturato). Un risultato frutto<br />
del cumulato tra il primo trimestre<br />
(concluso con un<br />
+9,2%) e il secondo trimestre,<br />
nel quale le imprese associate<br />
hanno aumentato la<br />
variazione di fatturato rispetto<br />
a un anno fa al +29,4%. La<br />
crescita è simile sia sul mercato<br />
domestico (+34%), sia su<br />
quello estero (+28,4% in rapporto<br />
all’anno scorso). Il<br />
Centro Studi di Ucima-Mecs<br />
ha fornito anche i dati sugli<br />
ordini, cresciuti del +10,9%<br />
nel secondo trimestre e del<br />
+10,7% se si considera l’intero<br />
primo semestre.<br />
Lo stesso Centro Studi ha poi<br />
fornito i risultati del 2020, riportati<br />
nella nona Indagine<br />
Statistica Nazionale che ogni<br />
anno fotografa l’andamento<br />
del comparto. L’anno scorso i<br />
costruttori italiani di macchine<br />
automatiche per il packaging<br />
hanno sostanzialmente confermato<br />
il giro d’affari dell’anno<br />
procedente: dopo il record<br />
del 2019, il comparto registra<br />
infatti un calo contenuto su<br />
base annua pari al -2,9%, assestandosi<br />
su 7,81 miliardi, in<br />
linea con il risultato del 2018<br />
(7,9 miliardi). L’anno alle spalle<br />
ha visto inoltre aumentare<br />
sia il numero delle aziende<br />
censite (635 in totale, +3,1%),<br />
sia il numero degli occupati,<br />
salito a 35.630 addetti, con<br />
una crescita del 7%.<br />
I mercati internazionali<br />
e quello interno<br />
In linea con il 2019 il fatturato<br />
estero pesa per il 78%, pari a<br />
6,08 miliardi, ma subisce un<br />
calo del 4,1%. L’Unione europea<br />
si conferma la principale<br />
area di destinazione delle<br />
macchine italiane per il packaging<br />
e assorbe il 41% (2.087<br />
milioni di euro) del fatturato<br />
totale; seguita dall’Asia, al secondo<br />
posto con un valore di<br />
985,8 milioni di euro ed<br />
un’incidenza del 19,4%, e dal<br />
Nord America al terzo posto,<br />
con 733,1 milioni di euro<br />
(14,4%). Il Nord America è<br />
l’unica macroarea che, con un<br />
+5,9%, registra una crescita<br />
del fatturato rispetto al 2019,<br />
anno in cui l’export si fermò a<br />
6 9 1 , 9 m i l i o n i d i e u r o .<br />
Seguono Europa extra-UE<br />
(area che vale l’8,6%, con<br />
439,7 milioni), Africa e<br />
Oceania (8,4%) e Centro e<br />
Sud America (8,2%).<br />
Con 1,72 miliardi il mercato<br />
domestico è cresciuto nel corso<br />
del 2020, marcando un<br />
+1,9% rispetto al 2019 e confermando<br />
il trend positivo degli<br />
ultimi anni.<br />
Food&beverage primo<br />
settore di applicazione<br />
Nella suddivisione tra i settori<br />
clienti il 2020 conferma la<br />
predominanza del food & beverage,<br />
che incide per il<br />
58,2% sul volume d’affari<br />
complessivo. Il food, in particolare,<br />
vale da solo il 32,2%<br />
del fatturato totale (2.516<br />
milioni di euro), il beverage il<br />
26,0% con 2.032 milioni di<br />
euro di ricavi. Insieme registrano<br />
una crescita sul 2019<br />
pari al +1,7%.<br />
Il terzo posto per volumi spetta<br />
come nel 2019 al settore<br />
farmaceutico, con 1.356 milioni<br />
di euro (17,4% del totale).<br />
Segue il settore cosmetico,<br />
l’unico che cresce tra i<br />
settori non food, con 348,7<br />
milioni di fatturato e un balzo<br />
dell’11,4%. A chiudere la graduatoria<br />
sono i clienti dell’industria<br />
chimica, con 270 milioni<br />
di euro.<br />
La famiglia delle macchine<br />
per il packaging primario resta<br />
preponderante con il<br />
53,2% della distribuzione del<br />
fatturato, seguita dal packaging<br />
secondario (18,8%) e<br />
dalle macchine per il fine linea<br />
(13,9%).<br />
La struttura produttiva<br />
e le aspettative per il <strong>2021</strong><br />
Le 635 aziende italiane che<br />
producono macchinari per il<br />
confezionamento e l’imballaggio<br />
si concentrano principalmente<br />
lungo l’asse della<br />
via Emilia da Piacenza a Rimini<br />
– la cosiddetta packaging valley<br />
– con distretti produttivi<br />
a n c h e i n L o m b a r d i a ,<br />
Piemonte, Veneto e Toscana.<br />
L’analisi per classe di fatturato<br />
evidenzia la netta prevalenza<br />
di aziende di piccola dimensione<br />
(quelle sotto i 10 milioni<br />
di euro di fatturato costituiscono<br />
il 79% delle imprese),<br />
che pesano però circa il 17%<br />
sul fatturato complessivo.<br />
Mentre le realtà industriali più<br />
strutturate (sono 51 quelle<br />
sopra i 25 milioni di euro) realizzano<br />
il 68% del fatturato<br />
e il 74% delle esportazioni.<br />
“I dati del primo semestre<br />
<strong>2021</strong> dicono molto della bontà<br />
del lavoro fatto nel 2020,<br />
quando le nostre aziende non<br />
si sono mai fermate”, commenta<br />
Matteo Gentili, presidente<br />
di Ucima. “Anzi, il comparto<br />
ha colto l’occasione<br />
della difficile situazione nazionale<br />
e internazionale per migliorare<br />
e affinare ulteriormente<br />
le proprie soluzioni sul<br />
fronte delle tecnologie digitali<br />
e, per ora, ne stiamo vedendo<br />
i frutti”.<br />
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macchine<br />
Le soluzioni di Eaton<br />
hanno permesso<br />
a Officine di Cartigliano<br />
di intraprendere un<br />
percorso di trasformazione<br />
digitale finalizzata<br />
a realizzare tecnologie<br />
per l’essiccazione<br />
innovative e personalizzate.<br />
MACCHINE PER<br />
L’ESSICCAZIONE 4.0<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />
34<br />
Officine di Cartigliano Spa – azienda italiana specializzata<br />
nello studio, progettazione e produzione di<br />
tecnologie per la lavorazione del pellame, applicate<br />
anche al settore alimentare – ha scelto Eaton per<br />
produrre macchine per l’essiccazione all’avanguardia<br />
e personalizzate sulla base delle specifiche esigenze<br />
dei clienti.<br />
L’integrazione delle soluzioni di Eaton ha supportato<br />
il processo di digitalizzazione dell’azienda e l’implementazione<br />
di una vision 4.0, abilitando grazie alla<br />
piattaforma SmartWire-DT e ad altri dispositivi intelligenti<br />
una gestione lean, smart ed efficiente dell’attività<br />
produttiva.<br />
L’azienda è stata inoltre in grado di ridurre i tempi di<br />
cablaggio del 50%, beneficiando di un impianto tre<br />
volte meno ingombrante e di un aspetto estetico delle<br />
macchine notevolmente migliorato.<br />
L’ESIGENZA DI UNA CONSERVAZIONE OTTIMALE FUORI DAL<br />
CICLO FRIGORIFERO<br />
Nel settore alimentare è consuetudine che alcuni prodotti<br />
vengano venduti e consumati in Paesi differenti da<br />
quello di origine, con il conseguente rischio di deterioramento<br />
nel lasso di tempo che intercorre tra la produzione<br />
e il consumo. Officine di Cartigliano ha quindi<br />
dovuto affrontare una sfida logistica e di conservazione<br />
che necessitava di una soluzione innovativa per assicurare<br />
una conservazione ottimale al di fuori del ciclo frigorifero<br />
e il mantenimento della qualità dei prodotti<br />
trattati.<br />
È stato perciò necessario implementare un sistema di<br />
gestione delle macchine e delle relative componenti in<br />
grado di fornire in real time informazioni sullo stato di<br />
essiccazione del prodotto, al fine di ridurre al minimo gli<br />
scarti e i fermi macchina indesiderati, con la possibilità<br />
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macchine<br />
di intervenire tempestivamente anche<br />
da remoto su eventuali malfunzionamenti.<br />
UNA SOLUZIONE SU MISURA PER LA<br />
DIGITALIZZAZIONE<br />
Eaton ha studiato le necessità di<br />
Officine di Cartigliano, con cui era già<br />
attiva una collaborazione, lavorando<br />
per identificare una soluzione smart,<br />
all’avanguardia e customer based per<br />
la digitalizzazione e modernizzazione<br />
delle macchine. Il progetto ha previsto<br />
l’integrazione nelle apparecchiature<br />
dell’azienda di una soluzione<br />
completa e rivoluzionaria composta<br />
dal pannello PLC HMI XV300, dal sistema<br />
di cablaggio intelligente<br />
SmartWire-DT (IP20 e IP67/69K), interruttori<br />
di protezione motore PKE,<br />
oltre ai fusibili elettronici PXS24 e alla<br />
pulsanteria RMQ-Titan.<br />
“Dopo aver valutato anche le proposte<br />
di altri player del mercato, Eaton<br />
è stata confermata per la fiducia maturata<br />
nel corso delle collaborazioni<br />
passate e per l’affidabilità delle sue<br />
soluzioni, professionali e all’avanguardia,<br />
nonché per l’efficienza del<br />
servizio di assistenza e supporto.<br />
Crediamo molto nell’innovazione,<br />
tanto da investire ogni anno il 15-<br />
20% del nostro fatturato in Ricerca e<br />
Sviluppo: affidarci a un partner che<br />
condividesse i nostri stessi valori si è<br />
rivelata una scelta vincente”, ha dichiarato<br />
Fernando Bressan, R&D<br />
Director - RF Division di Officine di<br />
Cartigliano.<br />
Nel dettaglio, l’implementazione di<br />
SmartWire-DT ha permesso di ridurre<br />
notevolmente l’ingombro dei cavi, i<br />
costi di progettazione e installazione,<br />
e di ottimizzare la manutenzione assicurando<br />
la continuità di servizio della<br />
macchina.<br />
Sostituendo il tradizionale e dispendioso<br />
cablaggio del circuito di comando<br />
con un singolo cavo SmartWire-DT,<br />
è stato inoltre possibile connettere il<br />
pannello PLC all’interno del quadro,<br />
dislocando i sensori e gli attuatori al<br />
suo esterno per ottenere maggiore<br />
semplificazione, sicurezza e riduzione<br />
degli errori. Il PLC HMI XV300 – con la<br />
sua grafica avanzata, touch screen<br />
capacitivo e tempi di risposta rapidi –<br />
ha permesso di migliorare l’interazione<br />
uomo-macchina e di semplificare<br />
la gestione dell’impianto, grazie a<br />
un’interfaccia utente estremamente<br />
intuitiva paragonabile a quella di uno<br />
smartphone.<br />
Inoltre, l’implementazione di<br />
SmartWire-DT ha agevolato la disponibilità<br />
di una maggiore quantità di<br />
dati e informazioni dettagliate in grado<br />
di abilitare un migliore controllo di<br />
processo, una diagnostica più approfondita<br />
e, non da ultimo, la manutenzione<br />
predittiva. I dati raccolti vengono<br />
infatti trasferiti in sicurezza e velocemente<br />
al cloud e, grazie al web server<br />
integrato, le informazioni rilevate dal<br />
campo vengono automaticamente<br />
convertite in pagine web basate su<br />
HTML-5 e visualizzate tramite il PLC<br />
HMI XV300.<br />
Infine, in occasione di questo progetto,<br />
Il progetto<br />
ha previsto<br />
l’integrazione<br />
di una soluzione<br />
completa composta<br />
dal pannello PLC<br />
HMI XV300,<br />
dal sistema<br />
di cablaggio<br />
intelligente<br />
SmartWire-DT<br />
(IP20 e IP67/69K),<br />
interruttori di<br />
protezione motore<br />
PKE, oltre ai<br />
fusibili elettronici<br />
PXS24 e alla<br />
pulsanteria RMQ-<br />
Titan<br />
Officine di Cartigliano ha utilizzato per<br />
la prima volta i fusibili elettronici PXS24<br />
di Eaton per migliorare la protezione<br />
dei circuiti a 24 V DC. Tale soluzione ha<br />
permesso di identificare velocemente i<br />
sovraccarichi e interrompere selettivamente<br />
l’alimentazione delle parti della<br />
macchina interessate, dando la possibilità<br />
all’azienda di tenere sotto controllo<br />
(anche virtualmente) l’intero sistema,<br />
oltre a prevenire i danni di ampia portata<br />
e rendere possibile lo spegnimento<br />
controllato del sistema.<br />
I BENEFICI NELLA GESTIONE DEI<br />
PROCESSI E DEI COSTI<br />
Nel contesto del mercato alimentare,<br />
caratterizzato per sua natura da una<br />
necessità crescente di soluzioni personalizzabili,<br />
l’offerta di Eaton ha<br />
permesso a Officine di Cartigliano di<br />
intraprendere un percorso innovativo<br />
di Digital Transformation che si è tradotto<br />
in benefici concreti dal punto<br />
di vista della gestione dei processi e<br />
dei costi, nonché di ulteriore crescita<br />
aziendale.<br />
“La soluzione SmartWire-DT è stata<br />
una grande sorpresa, una funzionalità<br />
aggiuntiva che si è rivelata determinante:<br />
senza questo sistema intelligente,<br />
semplice e veloce, le<br />
dimensioni dell’impianto sarebbero<br />
state tre volte maggiori. Inoltre, i tempi<br />
di cablaggio sono stati ridotti del<br />
50%. Anche l’aspetto estetico della<br />
macchina è indubbiamente migliorato:<br />
ora ci sono 6/7 cavi che escono dal<br />
quadro, in passato – con il cablaggio<br />
tradizionale – erano 60”, ha continuano<br />
Bressan.<br />
Infine, la possibilità di controllare da<br />
remoto il sistema abilitato da Eaton<br />
ha aperto nuove frontiere di gestione<br />
a distanza: Officine di Cartigliano è<br />
ora in grado di aprire una comunicazione<br />
con l’apparecchiatura e di intervenire<br />
tempestivamente in caso di<br />
necessità. Considerando che l’80%<br />
delle macchine viene esportata, questa<br />
funzionalità ha rappresentato un<br />
importante ed elevato valore aggiunto<br />
per il business.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />
www.interprogettied.com<br />
35<br />
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energia<br />
IFFCO, specializzata<br />
nel packaging alimentare<br />
asettico, ha installato<br />
nello stabilimento<br />
di Marcianise un impianto<br />
di cogenerazione<br />
di Centrica Business<br />
Solutions, riducendo<br />
i costi energetici del 30%.<br />
EFFICIENZA ENERGETICA<br />
PER IL CONFEZIONAMENTO<br />
IN ASETTICO<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />
36<br />
A Marcianise, in provincia di Caserta, è presente un distretto<br />
industriale d’eccellenza, dove sono localizzate<br />
importanti aziende del settore food & beverage a livello<br />
globale.<br />
IFFCO, azienda multinazionale operante nel settore del<br />
packaging alimentare, nata 25 anni fa in Campania e oggi<br />
di proprietà di una multinazionale basata negli Emirati<br />
Arabi, è la terza punta di diamante presente a Marcianise<br />
dopo Algida e Coca-Cola.<br />
Specializzata nella produzione di creme vegetali da cucina,<br />
spray e da montare, destinate sia ai professionisti di<br />
settore (cuochi, pasticcieri ecc.) sia al consumo domestico,<br />
l’azienda ha installato la soluzione presentata da Centrica<br />
Business Solutions, preferita rispetto ad altre proposte per<br />
l’elevata competenza nel settore alimentare.<br />
Lo stabilimento di IFFCO è estremamente energivoro, in<br />
quanto opera a ciclo continuo in un impianto di circa<br />
40.000 metri quadri, di cui la metà coperti, dove lavorano<br />
140 persone su tre turni e sfrutta la produzione e l’utilizzo<br />
del vapore a 14 bar per la sterilizzazione dei propri<br />
prodotti.<br />
La produzione alimentare dell’impianto, infatti, avviene<br />
in ambienti che operano in regime asettico, peculiarità<br />
che sono solitamente tipiche del settore farmaceutico.<br />
Proprio per la necessità di utilizzare il vapore, senza gravare<br />
eccessivamente sui costi energetici, IFFCO aveva già<br />
provveduto a installare, circa 15 anni fa, un primo cogeneratore,<br />
ospitato in un locale appositamente progettato<br />
e adiacente alle linee produttive, giunto però a fine vita.<br />
L’azienda ha così iniziato un’attenta valutazione di ciò che<br />
offriva il mercato per individuare l’opzione più indicata<br />
per soddisfare le proprie esigenze e ha optato per la soluzione<br />
presentata da Centrica Business Solutions, entrata<br />
in funzione nel corso del 2020.<br />
www.interprogettied.com<br />
36_37_ART centrica.indd 36 11/10/21 12:07
energia<br />
L’IMPORTANZA DI UN APPROVVIGIO-<br />
NAMENTO ENERGETICO STABILE<br />
“Data la deperibilità delle materie<br />
prime e dei prodotti, il settore alimentare<br />
risulta particolarmente vulnerabile<br />
ai tempi di inattività e alle<br />
interruzioni di corrente”, dichiara<br />
Christian Stella, Managing Director<br />
di Centrica Business Solutions Italia.<br />
“Con la maggior parte dei processi<br />
di produzione che dipende in maniera<br />
preponderante dall’energia, possedere<br />
un approvvigionamento<br />
energetico stabile e affidabile è fondamentale<br />
al fine di garantire che i<br />
produttori soddisfino gli standard<br />
normativi e le aspettative dei consumatori.<br />
Inoltre, l’elevata automazione<br />
dei processi, tipica del settore<br />
food & beverage, al fine di migliorare<br />
l’efficienza operativa e affrontare<br />
la carenza di personale, comporta<br />
una maggiore vulnerabilità ai guasti<br />
alle apparecchiature o alle interruzioni<br />
di corrente”.<br />
Centrica Business Solutions ha progettato,<br />
costruito e avviato il cogeneratore,<br />
realizzato su misura per adattarsi<br />
ai locali precedenti, con<br />
configurazione a “isola”, e ciò significa<br />
che in caso di interruzione o problemi<br />
alla linea elettrica proveniente<br />
dall’esterno, il cogeneratore è in grado<br />
di intervenire in tempo reale per<br />
garantire la continuità di funzionamento<br />
dei reparti chiave (come, ad<br />
esempio, i serbatoi asettici).<br />
L’impianto, che IFFCO ha scelto di<br />
acquistare direttamente, è composto<br />
da un’unità di cogenerazione E1165<br />
motorizzata Rolls Royce, dalla potenza<br />
elettrica nominale di 1.250 kWe,<br />
in grado di coprire circa il 70% del<br />
fabbisogno elettrico del sito.<br />
Grazie a una caldaia a recupero fumi<br />
viene prodotto anche vapore saturo<br />
alla pressione di 14 bar, che viene<br />
convogliato nell’impianto produttivo<br />
per le fasi di sterilizzazione Ultra-high<br />
temperature (UHT) dei prodotti.<br />
Centrica Business Solutions eroga a<br />
IFFCO un servizio di manutenzione<br />
pluriennale full-service all risk, che<br />
comprende anche test periodici sulle<br />
performance, volti ad assicurare la<br />
buona riuscita dell’investimento del<br />
cliente. Inoltre, ha seguito tutte le<br />
pratiche autorizzative, in aggiunta a<br />
quelle relative all’ottenimento dei titoli<br />
di efficienza energetica, particolarmente<br />
stringenti nel settore alimentare.<br />
“Abbiamo scelto Centrica Business<br />
Solutions perché i suoi specialisti si<br />
sono dimostrati quelli più competenti<br />
nel settore alimentare, e si sono<br />
avvicinati più di tutti gli altri ai nostri<br />
Christian Stella,<br />
Managing Director<br />
di Centrica<br />
Business Solutions<br />
Italia<br />
L’impianto,<br />
che IFFCO ha<br />
acquistato<br />
direttamente,<br />
è composto<br />
da un’unità di<br />
cogenerazione<br />
E1165 motorizzata<br />
Rolls Royce, dalla<br />
potenza elettrica<br />
nominale di<br />
1.250 kWe, in<br />
grado di coprire<br />
circa il 70%<br />
del fabbisogno<br />
elettrico del sito<br />
calcoli preliminari”, commenta<br />
Stefano Marasco, Operations and<br />
Supply Chain Director di IFFCO.<br />
“Inoltre, i colleghi dello stabilimento<br />
adiacente al nostro, di proprietà di<br />
Coca-Cola, hanno adottato un impianto<br />
gemello rispetto a quello scelto<br />
da noi e ci hanno riferito di essere<br />
molto soddisfatti sia sul fronte della<br />
tecnologia sia su quello dell’assistenza<br />
post-vendita”.<br />
Grazie al nuovo impianto, la decarbonizzazione<br />
di IFFCO supera le mille<br />
tonnellate l’anno di CO 2<br />
risparmiata.<br />
Inoltre, avviare un processo di efficientamento<br />
energetico, può comportare<br />
anche importanti vantaggi<br />
economici. L’incidenza dell’energia è<br />
tra le prime 4 voci di costo di un’azienda,<br />
come nel caso di IFFCO, e viste<br />
le peculiarità del mercato, caratterizzato<br />
da prodotti e prezzi<br />
abbastanza omologati, il risparmio<br />
sul prodotto finito, calcolato tra il 5 e<br />
il 7%, offre un vantaggio competitivo<br />
importante.<br />
Il risparmio in termini di costi economici<br />
valutato da IFFCO dovrebbe consentire<br />
all’azienda un ritorno dell’investimento<br />
in circa due anni. Grazie<br />
alla produzione di energia elettrica,<br />
IFFCO riduce infatti di circa il 30% i<br />
costi energetici, che prima ammontavano<br />
a circa 1,3 milioni di euro<br />
all’anno.<br />
Grazie a questi risultati, i prossimi<br />
passi nel percorso energetico di<br />
IFFCO sono la valutazione dell’adozione<br />
della trigenerazione e del fotovoltaico,<br />
oltre che il monitoraggio<br />
evoluto e in tempo reale dei parametri<br />
dell’impianto.<br />
www.interprogettied.com<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />
37<br />
36_37_ART centrica.indd 37 11/10/21 12:07
componenti<br />
TELAIO IN VERSIONE DIVISIBILE<br />
I telai brevettati KEL-SNAP-S forniscono un montaggio rapido<br />
e senza attrezzi per i supporti passacavo KEL / KEL-U /<br />
KEL-QUICK / KEL-FG-A di Icotek. Gli armadi elettrici possono<br />
essere dotati del telaio KEL-SNAP in anticipo dal produttore<br />
per facilitare il successivo assemblaggio da parte del costruttore<br />
della macchina. Le piastre cieche BPK-SNAP vengono<br />
utilizzate quando i passacavi non sono più necessari o per<br />
chiudere le aperture prima del trasporto. Una guarnizione è<br />
già integrata nel telaio KEL-SNAP-S su entrambi i lati. Poiché<br />
il telaio snap-in è divisibile, può anche essere adattato senza<br />
problemi. In caso di modifica di un KEL-SNAP già installato,<br />
è possibile sostituirlo con un nuovo telaio senza dover scollegare<br />
tutti i cavi già passati e senza dover smontare il KEL<br />
esistente. Non è necessario far passare i cavi attraverso il<br />
KEL-SNAP-S, poiché il telaio divisibile viene agganciato insieme<br />
solo quando i cavi sono già stati fatti passare attraverso<br />
l’apertura.<br />
È possibile creare un’apertura di 46 mm invece di 36 mm. In<br />
questo modo è possibile far passare connettori multipolari<br />
preassemblati. Lo schema di foratura è identico alle altre<br />
soluzioni di ingresso cavi di icotek (eccezione: KEL-SNAP-B).<br />
I telai divisibili snap-in KEL-SNAP-S di icotek raggiungono la<br />
classe di protezione IP 54 (certificata secondo DIN EN 60529).<br />
La temperatura di esercizio è compresa tra -40°C e +140°C<br />
(statico).<br />
Campioni e certificati possono essere richiesti al produttore.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />
SOLUZIONI A INNESTO RAPIDO PUSH-FIT<br />
John Guest (Gruppo RWC) presenta la sua<br />
gamma di soluzioni a innesto rapido<br />
push-fit per uso alimentare, distribuzione<br />
bevande e trattamento acqua. Dal punto<br />
di ingresso al punto di utilizzo fino ai collegamenti<br />
all’interno delle apparecchiature,<br />
le soluzioni push-fit di John Guest migliorano<br />
le prestazioni del sistema e<br />
forniscono efficienza di installazione e di<br />
funzionamento senza comprometterne la<br />
qualità o l’integrità.<br />
La gamma John Guest si adatta a molteplici<br />
applicazioni per la fornitura di bevande<br />
sempre ottime e fresche: distributori<br />
d’acqua e refrigeratori, apparecchi per la<br />
produzione di birra a caldo, distributori<br />
automatici di bevande, macchine per la<br />
produzione di gelato e sistemi di spillatura<br />
della birra. Inoltre, in termini di trattamento<br />
dell’acqua sia domestica che negli<br />
edifici commerciali, è ideale per addolcimento,<br />
refrigerazione, filtraggio, osmosi,<br />
pulizia, sanificazione e altro<br />
ancora.<br />
Le soluzioni JG, uniche e innovative,<br />
includono valvole<br />
d’intercettazione, valvole di<br />
non ritorno, tubi LLDPE e accessori vari.<br />
Le valvole di intercettazione a T di John<br />
Guest sono realizzate in Resina Acetalica<br />
con O-ring in EPDM, incorporano una<br />
valvola di non ritorno che impedisce il<br />
reflusso dei liquidi e una valvola a sfera<br />
in plastica da 1/4 di giro con leva all-inone.<br />
In grado di sopportare una pressione<br />
idrica di 12 bar a 20°C e di 6 bar a<br />
65°C, le valvole di intercettazione a T<br />
sono adatte per un utilizzo con acqua<br />
potabile e sono le uniche sul mercato in<br />
cui la leva è in un corpo<br />
unico con la valvola a<br />
sfera, annullando praticamente il rischio<br />
di rottura, più comune nei prodotti in cui<br />
la leva è a sé stante. Inoltre il prodotto è<br />
realizzato interamente in plastica, si evitano<br />
così problemi di corrosione, accumulo<br />
di calcare e ogni rischio di presenza<br />
di piombo nella fornitura idrica.<br />
Tra le soluzioni di John Guest è presente<br />
anche un kit di installazione acqua che<br />
include, oltre alla valvola di intercettazione<br />
con valvola di non ritorno integrata,<br />
anche un tubo alimentare dal diametro<br />
interno di 6,35 mm, un raccordo per<br />
elettrovalvola a filetto ¾ BSP femmina<br />
con guarnizione e un gomito con codolo<br />
girevole per il raccordo per elettrovalvola.<br />
Il kit è disponibile con attacco 3/8”x<br />
3/8” BSP e 3/8”x 1/2” BSP.<br />
Grazie a questo kit, è possibile beneficiare<br />
di una connessione push-fit a tenuta<br />
stagna, in grado di sostenere una<br />
portata superiore, e di un’estrema semplicità<br />
di installazione anche in spazi ristretti<br />
senza l’utilizzo di attrezzi, contando<br />
sulla massima sicurezza di non inquinare<br />
l’impianto dell’acqua a monte. Tutti i<br />
componenti possiedono certificazione<br />
alimentare quindi non sono tossici per gli<br />
alimenti.<br />
38<br />
www.interprogettied.com<br />
38_39_news componenti.indd 38 11/10/21 12:13
RIVISTA<br />
DELL’<br />
POSTE ITALIANE SPA - SPED. IN ABB. POSTALE<br />
70% - LO/MI - COSTO COPIA €10,00<br />
ANNO IX - NUMERO 1 - FEBBRAIO/MARZO 2020<br />
www.interprogettied.com<br />
icf<br />
APPUNTAMENTI<br />
ENERGIA<br />
SPS Italia: 10 temi per L’industria chimica<br />
per il 2020 un dialogo fra uomo e tecnologia punta a ridurre i consumi<br />
INDUSTRIA<br />
CHIMICA E<br />
FARMACEUTICA<br />
ANNOXI NUMERO1 FEBBRAIO/MARZO2020<br />
PRODUZIONE CHIMICA<br />
Le previsioni<br />
POSTE ITALIANE SPA•SPED. IN ABB. POSTALE•70%•LO/MI•COSTO COPIA € 8,00<br />
Il mercato globale<br />
degli emulsionanti<br />
RIVISTA DELLE<br />
www.interprogettied.com<br />
Gli investimenti nell’efficienza Materiali e certificazioni<br />
energetica della produzione alimentare per il packaging sostenibile<br />
SISTEMI PER PRODURRE<br />
POSTE ITALIANE SPA • SPED. IN ABB. POSTALE • 70% • L0/MI • COSTO COPIA € 8,00<br />
www.interprogettied.com<br />
la ubfornitura<br />
Bimestrale - anno XI - n°1 gennaio/febbraio 2020<br />
Pag. 10<br />
Pag. 20<br />
Pag. 32<br />
PMI<br />
SPS<br />
MACCHINE UTENSILI<br />
L’eccellenza dell’imprenditoria Se uomo e tecnologia Maggiore produttività nelle<br />
italiana<br />
dialogano sul futuro lavorazioni complesse<br />
ARCOPLEX GROUP<br />
“Le imprese italiane<br />
supereranno l’emergenza”<br />
ATTUALITÀ<br />
Plastic tax: una misura<br />
che fa discutere<br />
VERSALIS<br />
Opzioni per una<br />
circolarità virtuosa<br />
la<br />
www.interprogettied.com<br />
plastic a<br />
OGGI<br />
e<br />
DOMANI<br />
ANNOXXXI N.1 GENNAIO/FEBBRAIO 2020<br />
INSIEME<br />
CE LA FAREMO<br />
GUARDIAN TM<br />
ICF - Rivista dell'Industria Chimica<br />
e Farmaceutica è la nuova rivista di<br />
Interprogetti che, oltre ad offrire un quadro<br />
esaustivo sullo stato dell'arte dei due<br />
settori di riferimento, rappresenta uno<br />
strumento di lavoro qualificato, attraverso<br />
una presentazione completa dell'innovazione<br />
tecnologica ad essi dedicata.<br />
<strong>Tecnologie</strong> <strong>Alimentari</strong>, la rivista<br />
tecnico-scientifica di riferimento per<br />
i tecnologi alimentari, illustra le reali<br />
innovazioni, con i contributi dei massimi<br />
esperti dei diversi comparti del<br />
settore. Ingredienti macchine e attrezzature<br />
per ottenere l'eccellenza<br />
del prodotto alimentare.<br />
La Subfornitura, la rivista che presenta<br />
l'attuale realtà della lavorazione<br />
per conto terzi, i cui protagonisti<br />
hanno acquisito una maggiore specializzazione<br />
e collaborano con il<br />
committente per la messa a punto<br />
del prodotto finito.<br />
La Plastica Oggi e Domani rivista<br />
dedicata al settore materie plastiche<br />
che fornisce, un’informazione esaustiva<br />
sulle nuove tecnologie, i materiali<br />
e le applicazioni.<br />
icf<br />
RIVISTA<br />
DELL’ INDUSTRIA<br />
CHIMICA E<br />
FARMACEUTICA<br />
Italia: ❏ spedizione ordinaria 40,00 €<br />
❏ contrassegno 43,00 €<br />
Estero: ❏ spedizione ordinaria 58,50 €<br />
❏ spedizione prioritaria Europa 65,00 €<br />
❏ spedizione prioritaria Africa, America, Asia 92,00 €<br />
❏ spedizione prioritaria Oceania 140,00 €<br />
Italia: ❏ spedizione ordinaria 61,00 €<br />
❏ contrassegno 65,00 €<br />
Estero: ❏ spedizione ordinaria 89,50 €<br />
❏ spedizione prioritaria Europa 101,00 €<br />
❏ spedizione prioritaria Africa, America, Asia 125,00 €<br />
❏ spedizione prioritaria Oceania 140,00 €<br />
Italia: ❏ spedizione ordinaria 61,00 €<br />
❏ contrassegno 65,00 €<br />
Estero: ❏ spedizione ordinaria 89,50 €<br />
❏ spedizione prioritaria Europa 101,00 €<br />
❏ spedizione prioritaria Africa, America, Asia 125,00 €<br />
❏ spedizione prioritaria Oceania 140,00 €<br />
Indirizzo a cui vanno effettuate le spedizioni:<br />
Nome ..............................................................................................<br />
Cognome........................................................................................<br />
Ditta/ente ........................................................................................<br />
Via...................................................................................................<br />
Città ...............................................................................................<br />
Prov .................Cap ..........................Naz .......................................<br />
Tel. ..................................................................................................<br />
e-mail .............................................................................................<br />
Informativa a richiesta di consenso - d.lgs 196/2003. Ai sensi dell’art.11 della Legge 675/96<br />
ed in relazione all’informativa che avete fornito sui dati richiesti, si esprime il consenso al trattamento<br />
ed alla comunicazione degli stessi.<br />
Firma ...............................................................................................<br />
Modalità di pagamento:<br />
❏<br />
Assegno bancario allegato alla presente in busta chiusa<br />
❏ Bonifico bancario IBAN IT10 T031 0422 9030 0000 0820 424<br />
❏<br />
Carta di credito:<br />
❏<br />
❏<br />
Scadenza ..................................................................................<br />
Italia: ❏ spedizione ordinaria 45,00 €<br />
❏ contrassegno 48,00 €<br />
Estero: ❏ spedizione ordinaria 60,00 €<br />
❏ spedizione prioritaria Europa 70,00 €<br />
❏ spedizione prioritaria Africa, America, Asia 85,00 €<br />
❏ spedizione prioritaria Oceania 100,00 €<br />
n. carta<br />
Titolare carta .............................................................................<br />
Firma ...............................................................................................<br />
Servizio abbonamenti<br />
Interprogetti Editori Srl - Via Statale 39 - 23888 La Valletta Brianza (LC)<br />
Tel/fax +39 039 5153705 - E-mail: abbonamenti@interprogettied.com<br />
38_39_news componenti.indd 39 11/10/21 12:13
packaging<br />
CONFEZIONE SOSTENIBILE 100% CARTA<br />
All’appuntamento con Sana <strong>2021</strong>, la<br />
Cooperativa Agricola Gino Girolomoni si è<br />
presentata con una rinnovata identità di<br />
marca, frutto di un lungo percorso affrontato<br />
nell’ultimo anno insieme alla Branding<br />
Agency italiana Robilant Associati, che ha<br />
portato a una messa a fuoco dei valori di<br />
sempre in un nuovo pack sostenibile e in un<br />
linguaggio contemporaneo.<br />
Fedele al pensiero e al lascito di Gino<br />
Girolomoni, la Girolomoni di oggi ribadisce<br />
il suo sogno e il suo impegno: “Dignità alla<br />
terra!” che diventa pay-off del brand e sancisce<br />
in questo modo visione, obiettivo e<br />
missione dell’impresa, anche per il futuro.<br />
L’impegno della Cooperativa è rivolto a una<br />
filiera integrata 100% biologica. Il grano<br />
viene coltivato in circa 400 aziende agricole<br />
italiane di cui il 76% marchigiane, viene macinato<br />
nel molino di proprietà, diventa semola<br />
che viene impastata con l’acqua di<br />
collina nel pastificio adiacente e si trasforma<br />
in pasta venduta in tutto il mondo.<br />
Il packaging, appunto, rappresenta l’ultimo<br />
anello di una intera filiera virtuosa e sostenibile.<br />
“Ci siamo interrogati a lungo su quale<br />
fosse la soluzione di confezionamento<br />
ideale per ‘chiudere il cerchio’, gestendo<br />
direttamente anche questo passaggio nella<br />
maniera meno impattante possibile”, spiega<br />
Giovanni Battista Girolomoni, presidente<br />
della cooperativa agricola e figlio del fondatore<br />
Gino. “Abbiamo scelto la carta”.<br />
Due tipi di confezionamento sono stati scelti<br />
per le 2 linee di prodotto principali. Per la<br />
linea Grano Duro, la gamma accessibile,<br />
una bobina 100% carta da foreste gestite<br />
in maniera responsabile - certificato classe<br />
A Aticelca. Gli inchiostri di stampa sono a<br />
base acqua e le lacche termosaldanti sono<br />
a base acqua e prive di solventi. Per i Grani<br />
Antichi, la nostra gamma più preziosa, abbiamo<br />
scelto un sacchetto in 100% carta<br />
riciclabile da foreste gestite in maniera responsabile,<br />
con finestra separabile in pellicola<br />
di cellulosa, differenziabile nell’umido.<br />
La finestra, applicata a registro per evitare<br />
sprechi, valorizza la grana e il colore delle<br />
nostre paste da grani antichi, rendendo giustizia<br />
alla ricchezza di sfumature dei nostri<br />
prodotti.<br />
UNA NUOVA SOCIETÀ PER LA FORNITURA DI PACKAGING SMART<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />
Eviosys, protagonista nel settore degli imballaggi<br />
metallici, è da oggi una nuova società<br />
indipendente che si pone come priorità l’innovazione<br />
e la sostenibilità. L’azienda è il più<br />
grande produttore europeo di imballaggi in<br />
acciaio e alluminio per alimenti, con centinaia<br />
di clienti nell’industria alimentare e dei beni<br />
di consumo, a livello locale, europeo e mondiale.<br />
L’azienda si concentrerà su soluzioni di<br />
imballaggio uniche e innovative, combinando<br />
una ricca esperienza con una sempre più<br />
elevata attenzione all’innovazione, alla ricerca<br />
e allo sviluppo. La sostenibilità è alla base<br />
della filosofia aziendale di Eviosys, che presenta<br />
una gamma di prodotti realizzata con<br />
materiali riciclabili al 100%. La società promuoverà<br />
lo sviluppo di imballaggi totalmente<br />
ecologici, realizzando soluzioni che aiutino<br />
i clienti a raggiungere i loro obiettivi di sostenibilità,<br />
proteggendo al contempo il pianeta,<br />
le persone e le comunità.<br />
Con sette studi di progettazione e tre laboratori<br />
in tutta Europa, Eviosys rafforzerà il<br />
proprio ruolo di leader nelle soluzioni di<br />
smart packaging, offrendo proposte interessanti<br />
e innovative per aiutare i clienti a distinguersi<br />
dalla concorrenza e a cogliere le opportunità<br />
di crescita.<br />
Eviosys è la più grande realtà manifatturiera<br />
di settore in Europa, con 6.300 dipendenti,<br />
operanti in 44 sedi situate in 17 diversi paesi<br />
tra Europa, Medio Oriente e Africa (la cosiddetta<br />
area EMEA). Con i suoi impianti di produzione<br />
collocati in modo strategico, Eviosys<br />
continuerà il proprio impegno per la qualità<br />
indiscussa dei suoi prodotti che contribuiscono<br />
a preservare e promuovere la reputazione<br />
di brand locali e internazionali in oltre 100<br />
paesi di tutto il mondo.<br />
Tomás López, manager con decenni di esperienza<br />
alla guida di aziende del settore metal<br />
packaging, sarà il CEO. López è stato in precedenza<br />
amministratore delegato di Mivisa,<br />
prima dell’acquisizione da parte di Crown<br />
Holdings, avvenuta nel 2014. “Questo è un<br />
momento molto interessante per l’industria<br />
del packaging”, dichiara López. Eviosys combina<br />
200 anni di esperienza nella conservazione<br />
dei prodotti e nella promozione dei<br />
brand alla particolare attenzione all’innovazione<br />
per proteggere il pianeta. Con l’ampia<br />
presenza dell’azienda in tutta l’area EMEA, il<br />
lancio di Eviosys assume il significato di un<br />
vero e proprio cambio di passo per l’intero<br />
settore, che porterà a un packaging smart e<br />
sostenibile per tutti”.<br />
40<br />
www.interprogettied.com<br />
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packaging<br />
GOGLIO SI RAFFORZA IN ASIA<br />
Goglio potenzia la propria presenza in<br />
Asia grazie a Simest. L’azienda di<br />
Daverio (VA) – tra i leader in Europa nel<br />
packaging flessibile – ha lanciato un<br />
nuovo piano di investimenti da oltre 15<br />
milioni di euro della Goglio Tianjin<br />
Packaging, la controllata cinese costituita<br />
nel 2004 in partnership con Simest<br />
e attiva sul mercato asiatico attraverso<br />
uno stabilimento a Tianjin attualmente<br />
specializzato nella produzione di grandi<br />
sacchi per il confezionamento di semilavorati<br />
di frutta ad uso industriale.<br />
Il piano verrà sostenuto da Simest che<br />
sottoscriverà un aumento di capitale per<br />
un ammontare di 6 milioni di euro, di<br />
cui 3 a valere sul Fondo di Venture<br />
Capital, strumento agevolativo gestito<br />
in convenzione con il Ministero degli<br />
Affari Esteri e della Cooperazione<br />
Internazionale.<br />
L’obiettivo dell’operazione è costruire<br />
all’interno dello stabilimento di Tianjin<br />
– che si estende su una superficie di<br />
54.000 m 2 , impiega circa 200 dipendenti<br />
ed è stato recentemente insignito<br />
del “Premio Panda per l’Innovazione”<br />
per gli investimenti in innovazione, ricerca<br />
e sviluppo tecnologico – un nuovo<br />
impianto unico nel suo genere in Cina<br />
per dimensioni e per la tecnologia d’avanguardia.<br />
Tale impianto permetterà<br />
incrementare la capacità produttiva,<br />
migliorare la qualità e la tipologia dei<br />
materiali utilizzati per i prodotti già in<br />
catalogo ed ampliare la gamma di specialità<br />
prodotte, introducendo i materiali<br />
ecosostenibili e quelli utilizzati per<br />
il confezionamento dei prodotti alimentari,<br />
soprattutto del caffè. Goglio mira<br />
in particolare a intercettare la sempre<br />
crescente domanda di caffè che sta sperimentando<br />
la Cina e il mercato asiatico<br />
legata alla diffusione di catene come<br />
Starbucks, Costa Coffee e anche<br />
McDonalds, nonché alla nascita in anni<br />
recenti, di catene di caffetterie locali<br />
come Luckin Coffee.<br />
“L’ampliamento dell’impianto di Tianjin<br />
– spiega Davide Jarach responsabile<br />
Sviluppo Strategico di Goglio Spa e presidente<br />
di Goglio Tianjin Packaging – ci<br />
consentirà di incrementare la nostra capacità<br />
produttiva e integrarla con nuove<br />
soluzioni che adesso non possiamo realizzare,<br />
come ad esempio le confezioni<br />
per il caffè, settore nel quale abbiamo<br />
expertise e leadership riconosciute a livello<br />
internazionale. Il nostro obiettivo è<br />
cogliere le eccezionali prospettive di sviluppo<br />
che presentano il mercato cinese<br />
e quello asiatico più in generale. In<br />
quest’ottica siamo lieti di poter fare affidamento<br />
su un partner affidabile come<br />
Simest, che in questi anni ha fornito un<br />
supporto importantissimo alla nostra<br />
crescita in questi mercati”.<br />
“Affiancare aziende come Goglio che,<br />
nonostante l’attuale momento di forte<br />
discontinuità, puntano sulla ricerca e<br />
sull’innovazione, è il nostro principale<br />
obiettivo”, ha dichiarato Mauro<br />
Alfonso, amministratore delegato di<br />
Simest. “Abbiamo supportato il Gruppo<br />
Goglio sin dal suo ingresso in Cina e<br />
siamo orgogliosi di continuare a sostenerne<br />
l’azione di potenziamento internazionale.<br />
Da 30 anni Simest si propone<br />
come partner istituzionale delle aziende<br />
italiane che investono all’estero, facilitando<br />
le relazioni con le autorità locali<br />
e, anche grazie all’intervento del Fondo<br />
di Venture Capital, ottimizzando la<br />
struttura finanziaria dell’iniziativa”.<br />
IL COCCO PER LA PRIMA VOLTA NEL DOYPACK<br />
Da Frullà Bio un’autentica novità<br />
per il mercato Italia: il cocco<br />
arriva per la prima volta nel<br />
doypack. La linea dedicata alla<br />
frutta frullata biologica si arricchisce,<br />
infatti, di un mix che propone<br />
in un unico doypack da<br />
100 grammi tre frutti per un<br />
gusto autentico, appagante e<br />
inconfondibile: mela, cocco,<br />
ananas. Si tratta di una novità<br />
per il mercato italiano, dove esistono<br />
doypack dal gusto tropicale,<br />
ma fino ad ora nessuno<br />
proponeva fra i frutti il cocco.<br />
Frullà è il marchio di Natura<br />
Nuova che da una decina di<br />
anni identifica i prodotti a base<br />
di frutta fresca frullata. Prodotti<br />
nati da un’accurata selezione<br />
delle materie prime. Solo frutta,<br />
senza l’aggiunta di zuccheri,<br />
conservanti o altri ingredienti.<br />
Per una merenda sana e gustosa.<br />
Frullà racchiude la bontà e le<br />
virtù della frutta fresca grazie a<br />
un metodo esclusivo di lavorazione:<br />
l’estrazione a freddo, che<br />
in pochi secondi e in ambiente<br />
asettico trasforma la frutta in<br />
polpa pronta, gustosa e genuina,<br />
scartando torsoli e buccia.<br />
Frullà aiuta ad assumere ogni<br />
giorno una delle cinque porzioni<br />
di frutta e verdura raccomandata<br />
dai nutrizionisti.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />
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41<br />
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indagine di mercato<br />
Nelle applicazioni<br />
alimentari, il settore<br />
ha raggiunto un<br />
valore di 750<br />
milioni di dollari.<br />
Un mercato ancora<br />
contenuto rispetto<br />
al pharma, ma<br />
in costante<br />
crescita, grazie<br />
all’attenzione<br />
di consumatori<br />
e normative<br />
alle esigenze della<br />
Food Safety.<br />
Foto Hyperbaric<br />
di Giuseppe<br />
Tamburini<br />
IMPIANTI DI STERILIZZAZIONE:<br />
AUMENTA LA RICHIESTA<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />
42<br />
La sterilizzazione degli alimenti è un processo utilizzato<br />
dall’industria alimentare soprattutto per conferire a prodotti<br />
in confezioni ermetiche conservabilità, stabilità e<br />
sicurezza dal punto di vista microbiologico. La sterilizzazione<br />
è una delle principali e più fondamentali tecniche<br />
di conservazione degli alimenti; un alimento, dopo che è<br />
stato preparato per il consumo, se non utilizzato subito<br />
deve essere conservato, ovvero reso stabile e sicuro per<br />
un determinato periodo di tempo. Il processo di sterilizzazione<br />
infatti comporta l’eliminazione o, per lo meno,<br />
l’inattivazione dei microrganismi e degli enzimi eventualmente<br />
presenti nell’alimento, che potrebbero produrre<br />
modifiche strutturali e/o chimiche in grado di dar luogo<br />
a modificazioni indesiderate dal punto di vista microbiologico<br />
e, di conseguenza, avere un impatto negativo sulla<br />
salute del consumatore.<br />
La sterilizzazione è qualcosa di più della disinfezione, in<br />
quanto tende a distruggere tutte le forme vegetative (siano<br />
esse batteri patogeni e non) che siano presenti nell’alimento,<br />
mentre la disinfezione si limita a distruggere i<br />
germi patogeni esterni al prodotto da disinfettare.<br />
La sterilizzazione si differenzia anche dalla pastorizzazione,<br />
che usa temperature più basse (tra i 60 e gli 85°C),<br />
per un tempo abbastanza prolungato, e non distrugge le<br />
spore e i microrganismi resistenti anche a temperature<br />
elevate. Ne consegue che l’alimento che è stato pastorizzato<br />
si conserva per tempi più brevi, e necessita di precise<br />
modalità di conservazione, quali la refrigerazione.<br />
In sintesi, si può affermare che la sterilizzazione fa sì che<br />
l’alimento non solo si conservi per lunghi periodi di tempo,<br />
ma che venga anche garantita la sua stabilità e sicurezza<br />
biologica.<br />
Il mercato mondiale degli impianti di sterilizzazione per<br />
l’industria agro-alimentare ha raggiunto nel 2020 il valowww.interprogettied.com<br />
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indagine di mercato<br />
Figura 1 – Mercato mondiale degli impianti di sterilizzazione per<br />
industria alimentare: 2010 – 2020<br />
Tabella 1 - Mercato mondiale degli impianti<br />
di sterilizzazione per industria alimentare suddiviso<br />
per area geografica: anno 2020<br />
IMA% (Incremento medio annuo percentuale):<br />
2010 - 2020: + 6,2%<br />
2010 - 2016: + 7,1%<br />
2016 - 2020: + 4,9%<br />
Fonte: analisi incrociata produttori di impianti – industrie alimentari<br />
Area geografica Milioni $<br />
Nord America, di cui: 190<br />
. USA 175<br />
. Canada 15<br />
America Latina, di cui: 35<br />
. Brasile 15<br />
. Messico 12<br />
. altri paesi 8<br />
Europa Occidentale 234<br />
Europa dell’ Est 14<br />
CSI, di cui: 17<br />
. Russia 11<br />
. altri paesi 6<br />
Asia – Pacifico 225<br />
Africa 10<br />
Medio Oriente 25<br />
Totale mondo 750<br />
Fonte: analisi incrociata produttori di impianti<br />
industrie alimentari<br />
re di 750 milioni di dollari, con un<br />
tasso di crescita del 6,2% medio annuo<br />
nell’arco dell’ultimo decennio,<br />
con un evidente rallentamento negli<br />
anni più recenti, in relazione al generale<br />
rallentamento dell’economia<br />
mondiale (figura 1).<br />
Si tratta ancora di un mercato di dimensioni<br />
ridotte, decisamente inferiore<br />
a quello degli impianti di sterilizzazione<br />
per il settore farmaceutico,<br />
valutato in circa 5,6 miliardi di dollari,<br />
ma che sta assumendo crescente importanza,<br />
in relazione alla crescente<br />
attenzione dei consumatori e della<br />
stessa normativa alle tematiche concernenti<br />
la “food safety”.<br />
Attualmente l’Europa Occidentale<br />
rappresenta il mercato di maggiori<br />
dimensioni, seguita dall’Asia-Pacifico<br />
(tabella 1); in Europa Occidentale circa<br />
i due terzi della domanda di impianti<br />
è concentrata in quattro paesi:<br />
Italia, Germania, Francia e Regno<br />
Unito. In termini di singolo paese,<br />
comunque, gli USA sono, per ora, il<br />
mercato di maggiori dimensioni a livello<br />
mondiale; tra i paesi “emergenti”<br />
la Cina è decisamente il primo<br />
mercato, con una quota di circa il<br />
60% sull’intero mercato asiatico<br />
(vedi tabella 2), e il secondo mercato<br />
a livello mondiale dopo gli USA. Si<br />
tratta però di un mercato di contenuto<br />
tecnologico di qualità inferiore rispetto<br />
ai mercati occidentali. In generale,<br />
in tutti i paesi “emergenti” la<br />
tecnologia della sterilizzazione per<br />
industria alimentare è ancora ad uno<br />
stadio larvale.<br />
Vi sono alimenti, quali ad esempio i<br />
cereali, che già di per se stessi posseggono<br />
caratteristiche che li rendono<br />
facilmente conservabili per lungo<br />
tempo e pertanto, nelle opportune<br />
Si può<br />
ragionevolmente<br />
ipotizzare un tasso<br />
di crescita del<br />
settore a livello<br />
mondiale del 6,3%<br />
medio annuo,<br />
sostanzialmente in<br />
linea col tasso di<br />
crescita registrato<br />
nell’ultimo<br />
decennio, per<br />
arrivare ad<br />
attestarsi a 960<br />
milioni di dollari<br />
nel 2024<br />
Foto Soluciones Integrales de Combustion<br />
condizioni, possono mantenersi inalterati<br />
anche per anni a temperatura<br />
ambiente. La stessa cosa non si può<br />
dire per gli alimenti a base di carne o<br />
pesce, che sono facilmente contaminabili<br />
e alterabili dai microrganismi;<br />
questo perché si tratta di alimenti ricchi<br />
in proteine, che possono essere<br />
trasformate in composti che alterano<br />
gli alimenti, ad opera dei microrganismi.<br />
La tecnologia della sterilizzazione<br />
si applica comunque ad un’ampia<br />
gamma di generi alimentari: bevande,<br />
aromi e spezie, legumi, semi commestibili,<br />
amidi, vegetali, frutta, frutta<br />
essiccata e disidratata, condimenti,<br />
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43<br />
42_47_ART TAMBURINI.indd 43 11/10/21 12:17
indagine di mercato<br />
Figura 2 - Mercato mondiale degli impianti di sterilizzazione per<br />
industria alimentare suddiviso per area geografica (in %): anno 2020<br />
Tabella 2 - Mercato degli impianti di sterilizzazione<br />
per industria alimentare in Asia - Pacifico suddiviso<br />
per paese: anno 2020<br />
Paese Milioni $<br />
Giappone 20<br />
Cina 135<br />
India 12<br />
Sud Corea 10<br />
Australia - Nuova Zelanda 13<br />
Altri paesi 35<br />
Totale Asia - Pacifico 225<br />
Fonte: analisi incrociata produttori di impianti -<br />
industrie alimentari<br />
carni, pollame, pesce, prodotti dell’industria<br />
lattiero-casearia, gelatine ecc.<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />
LE TECNOLOGIE A DISPOSIZIONE<br />
In base alla tecnologia usata, gli impianti<br />
di sterilizzazione possono essere<br />
classificati come segue:<br />
• sterilizzazione a bassa temperatura:<br />
avviene per un periodo di tempo di<br />
qualche decina di minuti a temperature<br />
comprese tra i 100°C e i 120°C.<br />
Viene generalmente utilizzata per<br />
sterilizzare cibi inscatolati vegetali<br />
(quali ortaggi, legumi, frutta) o inscatolati<br />
di carne o pesce. Può essere<br />
effettuata in bagno aperto (per<br />
esempio per conserve e concentrato<br />
di pomodoro o conserve di frutta),<br />
oppure in autoclave a pH superiore a<br />
4,5 (per esempio per inscatolati a<br />
base di carne o pesce). L’autoclave è<br />
una camera pressurizzata con annessa<br />
una caldaia che produce vapore<br />
saturo; l’autoclave è inoltre dotata di<br />
sistemi di controllo della temperatura<br />
e della pressione. Questo tipo di sterilizzazione<br />
(nota anche come appertizzazione,<br />
dal nome del suo inventore<br />
nel 1804: Nicola Francois<br />
Appert) viene effettuata subito dopo<br />
il confezionamento dell’alimento,<br />
prima di iniziare la distribuzione e lo<br />
stoccaggio. La sterilizzazione a bassa<br />
temperatura è quella più ampiamente<br />
utilizzata: costituisce quasi il 30%<br />
Foto Steriflow<br />
del totale tecniche di sterilizzazione<br />
applicate agli alimenti (tabella 3);<br />
• sterilizzazione UHT (Ultra High<br />
Temperature) indiretta: tecnica di sterilizzazione<br />
più recente, avviene a temperature<br />
più elevate (140-150°C) per<br />
pochi secondi e sull’alimento sfuso. Il<br />
vantaggio dell’esposizione alle alte<br />
temperature per pochi secondi è che le<br />
caratteristiche nutrizionali ed organolettiche<br />
dell’alimento vengono alterate<br />
in maniera molto inferiore rispetto alla<br />
sterilizzazione a basse temperature. Lo<br />
scambiatore di calore utilizzato è costituito<br />
da una serie di piastre ravvicinate.<br />
La sterilizzazione UHT indiretta si applica<br />
ad alimenti che debbono poi essere<br />
L’Europa<br />
Occidentale<br />
rappresenta il<br />
mercato di maggiori<br />
dimensioni per<br />
gli impianti di<br />
sterilizzazione,<br />
seguita dall’Asia-<br />
Pacifico. In Europa<br />
Occidentale circa<br />
i due terzi della<br />
domanda di impianti<br />
è concentrata in<br />
quattro paesi: Italia,<br />
Germania, Francia<br />
e Regno Unito<br />
confezionati in modo asettico: per<br />
esempio latte a lunga conservazione,<br />
yogurt, omogeneizzati, vino, succhi di<br />
frutta. Questo processo presenta però<br />
alcuni svantaggi: l’elevata temperatura<br />
a cui sono sottoposti gli alimenti infatti<br />
disattiva le vitamine e denaturalizza<br />
le proteine. Inoltre, il latte UHT risulta<br />
generalmente meno gustoso rispetto<br />
al classico latte pastorizzato e al latte<br />
crudo; il latte appena munto (detto<br />
latte crudo) viene spillato ancora, in<br />
qualche raro caso, direttamente dal<br />
consumatore, che lo viene a spillare da<br />
appositi distributori installati nelle fattorie<br />
di allevamento di mucche;<br />
• sterilizzazione UHT diretta (detta<br />
44<br />
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indagine di mercato<br />
Tabella 3 - Mercato mondiale degli impianti<br />
di sterilizzazione degli alimenti per tipo di tecnica<br />
utilizzata: anno 2020<br />
Figura 3 - Mercato degli impianti di sterilizzazione per industria<br />
alimentare in Asia-Pacifico suddiviso per paese (in %): anno 2020<br />
Tecnologia utilizzata Milioni $<br />
Sterilizzazione a bassa tempe-ratura 218<br />
Sterilizzazione UHT indiretta 110<br />
Sterilizzazione UHT diretta (upperizzazione) 90<br />
Sterilizzazione mediante ra-diazioni 155<br />
Sterilizzazione chimica 27<br />
Sterilizzazione mediante filtra-zione con membrane 130<br />
Altre tecnologie di sterilizza-zione 20<br />
Totale 750<br />
Fonte: analisi incrociata produttori di impianti -<br />
industrie alimentari<br />
anche upperizzazione): avviene sempre<br />
a 140 -150°C e per pochi secondi:<br />
in questo caso si inietta vapore<br />
surriscaldato nel prodotto sfuso; il<br />
calore è a diretto contatto con l’alimento.<br />
Il processo può essere effettuato:<br />
- per iniezione: la pressione del vapore<br />
iniettato è mantenuta alta; l’iniezione<br />
avviene sull’alimento liquido<br />
pre-riscaldato. Successivamente l’alimento<br />
viene raffreddato sotto vuoto,<br />
eliminando l’acqua inevitabilmente<br />
iniettata;<br />
- oppure per infusione: in questo<br />
caso il calore viene immesso nell’alimento<br />
in modo che si formi un sottile<br />
film. L’alimento viene posto all’interno<br />
di una camera di vapore<br />
mantenuto ad alta pressione; successivamente<br />
l’alimento viene raffreddato,<br />
sempre sotto vuoto, come nel<br />
caso del metodo ad iniezione. La<br />
sterilizzazione UHT diretta è quella<br />
che maggiormente mantiene inalterate<br />
le caratteristiche nutrizionali e<br />
organolettiche dell’alimento, in relazione<br />
al fatto che sono molto brevi i<br />
tempi di applicazione. In particolare<br />
poi, ricorrendo al metodo per infusione<br />
è più probabile evitare le scottature<br />
di alcune porzioni di alimento, che<br />
possono essere un po’ più frequenti<br />
col metodo a iniezione;<br />
• sterilizzazione mediante radiazioni<br />
(nota anche come radurizzazione o<br />
radioconservazione): le radiazioni ionizzanti<br />
devono il loro nome al fatto<br />
che fanno espellere elettroni alle molecole<br />
colpite, con formazione di ioni.<br />
La derrata alimentare viene esposta<br />
a dosi controllate di radiazioni ionizzanti<br />
ad alta energia (raggi gamma,<br />
raggi X, raggi UV o fasci di elettroni),<br />
allo scopo di:<br />
- inibire l’azione degli enzimi e delle<br />
spore che possono causare il deterioramento<br />
degli alimenti: in tal modo<br />
viene aumentata la shelf life dell’alimento;<br />
- disattivare le cellule batteriche e altri<br />
microrganismi patogeni e parassiti<br />
presenti, uccidendoli e ostacolandone<br />
la riproduzione. In tal modo<br />
viene ridotta la probabilità di contaminazione<br />
dell’alimento con specie<br />
esterne, nonché la probabilità di intossicazioni.<br />
È una tecnologia particolarmente<br />
utilizzata per carni rosse,<br />
pollame, prodotti ittici;<br />
- ritardare il degrado organolettico<br />
dell’alimento, la germinazione di bulbi,<br />
radici, tuberi: ciò risulta particolarmente<br />
utile per aumentare il periodo<br />
di commercializzazione dell’alimento<br />
e, pertanto, anche la possibilità di<br />
esportare il prodotto in paesi ad elevata<br />
distanza rispetto al paese di produzione;<br />
- eliminare l’utilizzo di alcune sostanze<br />
chimiche artificiali come i pesticidi<br />
o gli erbicidi, banditi in quanto possibili<br />
agenti cancerogeni.<br />
Come sorgenti di raggi UV si utilizzano<br />
lampade a vapori di mercurio a<br />
bassa pressione. In particolare, l’utilizzo<br />
dei raggi UV-C permette di eliminare<br />
E. coli, Salmonella, Listeria e<br />
altri agenti patogeni di origine alimentare,<br />
ed è un metodo molto sicuro<br />
e comprovato per prolungare la<br />
conservazione di cibi e bevande. I<br />
raggi UV però hanno scarso potere<br />
di penetrazione, e vengono trattenuti<br />
dal vetro, dalla plastica e dall’acqua<br />
anche in strato molto sottile; inoltre<br />
possono esercitare azione microbica<br />
intorno alla lunghezza d’onda di 265<br />
nm, il che può danneggiare alcune<br />
basi azotate del DNA.<br />
I raggi gamma sono ottenuti per disintegrazione<br />
di elementi radioattivi,<br />
quali Cesio 137 o Cobalto 60.<br />
L’alimento, tramite un nastro trasportatore,<br />
viene fatto passare sotto un<br />
fascio di radiazioni sprigionate da<br />
una sorgente radioattiva o da un generatore<br />
di elettroni. Qualora come<br />
fonte radioattiva si utilizzi il Cobalto<br />
60 si devono usare particolari precauzioni:<br />
le placche di Cobalto 60 sono<br />
protette da spesse pareti in calcestruzzo<br />
immerse sotto metri d’acqua;<br />
solo al momento dell’utilizzo vengono<br />
fatte uscire. Se da una parte l’ir-<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />
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aggiamento non è causa di reazioni<br />
nucleari negli alimenti, che quindi<br />
non diventano radioattivi, dati i bassi<br />
livelli di energia in gioco, questa tecnica<br />
presenta però alcuni limiti: non<br />
può eliminare o disattivare tutte le<br />
cariche virali o le tossine presenti, o<br />
prevenire eventuali contaminazioni<br />
successive.<br />
Un vantaggio della tecnica a radiazioni<br />
rispetto ai processi termici però è<br />
che rispetto a questi ultimi altera<br />
molto di meno il prodotto; inoltre i<br />
tempi impiegati per la rottura di specifici<br />
legami chimici sono decisamente<br />
minori.<br />
In generale comunque va consideraindagine<br />
di mercato<br />
Figura 4 - Mercato mondiale degli impianti di sterilizzazione degli<br />
alimenti per tipo di tecnica utilizzata (in %): anno 2020<br />
Tabella 4 - Previsioni di sviluppo del mercato mondiale degli impianti<br />
di sterilizzazione per industria alimentare: 2020 – 2024 (1)<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />
46<br />
Area geografica / paese Miliardi $ IMA% (2)<br />
2020 2024<br />
Nord America 190 254 + 7,5<br />
Europa Occidentale 234 273 + 3,9<br />
Giappone 20 23 + 3,6<br />
Cina 135 198 + 10,0<br />
India 12 17 + 9,1<br />
Resto Asia – Pacifico 58 71 + 5,2<br />
Russia 11 12 + 2,2<br />
Brasile 15 17 + 3,2<br />
Messico 12 14 + 3,9<br />
Resto mondo 63 81 + 6,5<br />
Totale mondo 750 960 + 6,3<br />
(1)<br />
Tutti i dati sono a $ costante 2020<br />
(2)<br />
IMA% = Incremento medio annuo percentuale 2020 – 2024<br />
Fonte: consensus produttori di impianti – industrie alimentari<br />
to che le radiazioni ionizzanti sono<br />
altamente penetranti e pericolose<br />
(possono per esempio provocare gravi<br />
danni agli occhi e alla pelle);<br />
• filtrazione: vengono impiegati filtri<br />
in materiale diverso (acetato o nitrato<br />
di cellulosa, porcellana porosa ecc).<br />
La filtrazione però da alcuni non è<br />
considerata un vero e proprio metodo<br />
di sterilizzazione, in quanto i filtri<br />
non sempre sono in grado di trattenere<br />
alcune tipologie di virus;<br />
• sterilizzazione con mezzi chimici:<br />
prevede l’uso di agenti disinfettanti e<br />
antisettici, che possono essere prodotti<br />
chimici inorganici (aventi la funzione<br />
di denaturare le proteine e<br />
inattivare gli enzimi), oppure prodotti<br />
chimici organici. Tra i prodotti chimici<br />
più usati si citano il perossido di<br />
idrogeno e l’ossido di etilene. Un<br />
metodo di conservazione degli alimenti<br />
è anche l’affumicatura: l’affumicatura<br />
è utilizzata soprattutto per<br />
alimenti a base di carne o pesce, insaccati,<br />
e alcuni tipi di latticini (quali<br />
ad esempio le provole affumicate).<br />
L’azione chimica è dovuta ad alcune<br />
sostanze – in particolare il fenolo –<br />
che si sviluppano per combustione<br />
umida di particolari tipi di legno<br />
(quercia, castagno, faggio, ontano,<br />
ginepro);<br />
• altri vari, quali:<br />
- tecnologia HPP (High Pressure<br />
Processing - Trattamento ad Alta<br />
Pressione): è una tecnologia relativamente<br />
recente, che permette di trattare<br />
gli alimenti con una pressione<br />
idrostatica elevatissima (dell’ordine<br />
delle migliaia di atmosfere) inducendo<br />
l’inattivazione batterica. Grazie a<br />
questo processo eseguito a freddo,<br />
gli alimenti sono sicuri dal punto di<br />
vista microbiologico e, al contempo,<br />
mantengono integri e più a lungo i<br />
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di processo alimentare non termica,<br />
gli ultrasuoni forniscono un trattamento<br />
delicato ma efficace che<br />
intensifica i sapori, stabilizza e conserva<br />
succhi, frullati e puree. Oltre ad<br />
essere utilizzati per la stabilizzazione e<br />
conservazione, gli ultrasuoni offrono<br />
altre molteplici possibilità per applicazioni<br />
nella lavorazione degli alimenti,<br />
quali ad esempio: miscelazione, omogeneizzazione<br />
del latte, emulsificazione,<br />
dispersione, distruzione cellulare<br />
ed estrazione di materiale intracellulare,<br />
attivazione o disattivazione di<br />
enzimi (che dipende dall’intensità<br />
degli ultrasuoni), liquefazione del<br />
miele, congelamento del gelato, cristallizzazione<br />
dello zucchero per pasticceria,<br />
idrogenazione di oli commestibili,<br />
intenerimento della carne,<br />
maturazione, invecchiamento di vini<br />
e liquori, ossidazione.<br />
La scelta di un tipo di processo da<br />
usare rispetto all’altro va fatta considerando<br />
una serie di fattori: per<br />
esempio, alcuni microorganismi sono<br />
resistenti alla pastorizzazione (processo<br />
termico), ma non alle radiazioni;<br />
per contro, alcuni virus a bassa<br />
termoresistenza, resistono alle radiazioni.<br />
Pertanto la scelta della tecnica<br />
di sterilizzazione da usare va valutata<br />
di volta in volta, così come il dosaggio<br />
dell’irraggiamento va stabilito caso<br />
per caso, in base al tipo di effetto che<br />
si vuole ottenere.<br />
La tecnologia della<br />
sterilizzazione<br />
si applica<br />
ad un’ampia<br />
gamma di generi<br />
alimentari:<br />
bevande, aromi<br />
e spezie, legumi,<br />
semi commestibili,<br />
amidi, vegetali,<br />
frutta, frutta<br />
essiccata e<br />
disidratata,<br />
condimenti,<br />
carni, pollame,<br />
pesce, prodotti<br />
dell’industria<br />
lattiero-casearia,<br />
gelatine ecc.<br />
PREVISTO UN TREND POSITIVO<br />
NEI PROSSIMI ANNI<br />
La domanda di impiantistica per la<br />
sterilizzazione nell’industria alimentare<br />
sarà determinata nei prossimi<br />
anni da una serie di elementi:<br />
• innanzitutto l’aumento della popolazione<br />
e del reddito medio pro-capite<br />
nei paesi in via di evoluzione, con<br />
conseguente aumento dei consumi<br />
alimentari;<br />
• crescente attenzione da parte dei<br />
consumatori, e sotto la spinta della<br />
normativa, agli aspetti concernenti la<br />
sicurezza degli alimenti e delle relative<br />
confezioni; si sono infatti verificati<br />
più di una volta, soprattutto per<br />
alimenti di provenienza dai paesi<br />
asiatici, casi di intossicazione, a volte<br />
anche mortale, dovuta ad alimenti<br />
mal conservati e non sterilizzati;<br />
• è in continuo aumento l’interscambio<br />
tra paesi, spesso anche distanti<br />
tra loro, di generi alimentari confezionati:<br />
ciò significa che i cibi e le bevande<br />
devono conservarsi per tempi<br />
anche lunghi durante il viaggio di<br />
trasporto da un paese all’altro;<br />
• un fattore che potrebbe in parte<br />
fungere da freno al mercato potrebbe<br />
essere rappresentato da una certa<br />
crescente diffidenza da parte dei<br />
consumatori per cibi sottoposti a<br />
processi di lavorazione industriale;<br />
questo elemento, comunque, può<br />
essere solo in grado di rallentare il<br />
crescente consumo da parte della<br />
popolazione mondiale di cibi elaborati<br />
e trasformati con processi industriali<br />
(processed food), a scapito dei<br />
cibi “non lavorati”, in relazione al<br />
cambiamento degli stili di vita della<br />
popolazione stessa.<br />
In sintesi, si può concludere che la<br />
domanda di impianti per la sterilizzazione<br />
di alimenti e bevande sia<br />
destinata a crescere a ritmi positivi<br />
anche nei prossimi anni; si può ragionevolmente<br />
ipotizzare un tasso di<br />
crescita del mercato mondiale del<br />
6,3% medio annuo, sostanzialmente<br />
in linea col tasso di crescita registrato<br />
nell’ultimo decennio, per arrivare<br />
ad attestarsi a 960 milioni di<br />
dollari nel 2024.<br />
Il paese a maggior tasso di crescita<br />
sarà ancora la Cina (tabella 4), che<br />
già nel primo semestre <strong>2021</strong> ha messo<br />
a segno un marcato rialzo record<br />
del PIL rispetto al primo semestre<br />
2020, trainato da produzione, consumi<br />
interni ed esportazioni; segue<br />
l’India; per quest’ultimo paese la<br />
temporanea battuta d’arresto non<br />
intacca minimamente la fiducia<br />
sull’imminente ripresa.<br />
Una componente sempre più importante<br />
in questo mercato sarà rappresentata<br />
dall’engineering, comprendente<br />
una serie di voci: layout<br />
dell’impianto, definizione di tutti i<br />
parametri di processo, definizione,<br />
tra la serie infinita di possibili combinazioni<br />
tempo/temperatura, di quella<br />
più appropriata in funzione dei<br />
singoli specifici problemi da risolvere,<br />
individuazione dei microrganismi da<br />
distruggere, definizione della curva<br />
di calore, controlli microbiologici da<br />
effettuare, valutazione del fattore<br />
sicurezza, determinazione del sufficiente<br />
effetto stabilizzante, valutazione<br />
economica e del ROI (Return on<br />
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REDAZIONE: Alessandro Bignami (a.bignami@interprogettied.com),<br />
Eva De Vecchis (e.devecchis@interprogettied.com)<br />
HA COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Giuseppe Tamburini<br />
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integrazioni. Pertanto non può essere rilasciata fattura.<br />
Registrazione Tribunale di Milano n. 30 in data 23/01/1987<br />
Direttore responsabile: Simone Ghioldi<br />
Finito di stampare il 30/9/<strong>2021</strong> presso Aziende Grafiche Printing S.r.l.<br />
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