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Tecnologie Alimentari n°4 - Settembre 2021

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Crescono le start up<br />

agroalimentari<br />

L’industria 4.0 nelle macchine<br />

per l’essiccazione<br />

Impianti di sterilizzazione:<br />

un’analisi del settore<br />

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sommario<br />

6 In copertina<br />

Il sapore dell’Italia<br />

L’italiana SICA, tra le principali aziende europee nella lavorazione del pomodoro,<br />

coniuga tradizione e innovazione. Negli ultimi anni ha effettuato una serie<br />

di investimenti volti a migliorare la qualità e a salvaguardare la sicurezza<br />

dei consumatori. In tale contesto giocano un ruolo importante i sensori di VEGA<br />

per la misura del livello.<br />

pag. 26<br />

pag. 6<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 SETTEMBRE <strong>2021</strong><br />

2<br />

26 Emissioni sotto controllo senza perdite d’acqua<br />

Uno studio del Politecnico di Torino insieme all’Università di Ribeirão Preto<br />

illustra le tecniche a secco per la riduzione del particolato dei generatori di calore<br />

a biomassa. Partendo dal caso dell’industria della canna da zucchero in Brasile.<br />

34 Macchine per l’essiccazione 4.0<br />

Le soluzioni di Eaton hanno permesso a Officine di Cartigliano<br />

di intraprendere un percorso di trasformazione digitale finalizzata<br />

a realizzare tecnologie per l’essiccazione innovative e personalizzate.<br />

36 Efficienza energetica per il confezionamento in asettico<br />

IFFCO, specializzata nel packaging alimentare asettico, ha installato<br />

nello stabilimento di Marcianise un impianto di cogenerazione<br />

di Centrica Business Solutions, riducendo i costi energetici del 30%.<br />

42 Impianti di sterilizzazione: aumenta la richiesta<br />

Nelle applicazioni alimentari, il settore ha raggiunto un valore di 750 milioni<br />

di dollari. Un mercato ancora contenuto rispetto al pharma, ma in costante<br />

crescita, grazie all’attenzione di consumatori e normative alle esigenze<br />

della Food Safety.<br />

EDITORIALE<br />

Ripartenza italiana (A. Bignami) 4<br />

IN COPERTINA<br />

Il sapore dell’Italia 6<br />

ATTUALITÀ<br />

Filiere corte e anti-spreco: crescono le startup agrifood sostenibili 10<br />

Notizie attualità 13<br />

La filiera del gelato conquista Asia e Nordamerica 20<br />

APPUNTAMENTI<br />

Cibus Tec raddoppia: forum nel 2022, fiera nel 2023 22<br />

Un atteso ritorno in presenza per Anuga FoodTec 23<br />

INGREDIENTI<br />

Una fibra per il settore carne 24<br />

Proteine vegetali in polvere 25<br />

SCIENZA E TECNOLOGIA<br />

Emissioni sotto controllo senza perdite d’acqua 26<br />

Tra percezione della cannella e gradimento dei vini rossi 28<br />

pag. 36<br />

pag. 34<br />

pag. 42<br />

MACCHINE<br />

La sfida del cablaggio nelle linee per il packaging 30<br />

Macchine per il packaging: fatturato ai livelli pre-Covid 32<br />

Macchine per l’essiccazione 4.0 34<br />

ENERGIA<br />

Efficienza energetica per il confezionamento in asettico 36<br />

COMPONENTI<br />

Telaio in versione divisibile 38<br />

PACKAGING<br />

Una confezione sostenibile 100% carta 40<br />

Goglio si rafforza in Asia 41<br />

INDAGINE DI MERCATO<br />

Impianti di sterilizzazione: aumenta la richiesta (G. Tamburini) 42<br />

RUBRICHE<br />

Elenco inserzionisti 48<br />

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editoriale<br />

Eeditoriale<br />

|di Alessandro Bignami<br />

L’industria alimentare sta conoscendo una fase di ripresa, in linea con gli altri settori economici italiani. Con la<br />

differenza, non di poco conto, che nel 2020 la filiera del food ha subito una contrazione meno drammatica rispetto<br />

alla media delle attività produttive del Paese, una contrazione imputabile quasi completamente alle sofferenze<br />

del canale horeca. Al di là delle difficoltà di programmazione e dell’imprevedibilità della domanda nel tempo<br />

dell’emergenza, il comparto riparte comunque da una base solida e con l’obiettivo di favorire la crescita economica<br />

con metodi di produzione sempre più sostenibili.<br />

Ora si tratta più che altro di consolidare questa fase espansiva, mettendola al riparo da ulteriori turbolenze e stress<br />

sulla supply chain. I fattori di incertezza sono ancora molti: anzitutto la carenza e il rialzo del costo delle materie<br />

prime, insieme all’impennata dei costi di trasporto ed energia per trasformatori e distributori. Oltre un anno e<br />

mezzo di pandemia globale, con milioni di morti nel mondo, non poteva d’altronde non scuotere profondamente<br />

RIPARTENZA<br />

ITALIANA<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

l’equilibrio e le abituali dinamiche della filiera produttiva, sempre più interconnessa a livello internazionale. È stato<br />

presto evidente che le infrastrutture logistiche e le reti distributive non erano pronte a supportare un ritorno della<br />

domanda così improvviso e incalzante. E l’Occidente ha ancora una volta pagato lo scotto della sua dipendenza<br />

dalle materie prime, dalle fonti energetiche e dalle produzioni del Sud e dell’Est del mondo. Ma, appunto, non era<br />

pensabile che l’emergenza globale più grave dal Secondo Dopoguerra non aprisse ampie crepe lungo la catena<br />

produttiva. Guardando però al bicchiere mezzo pieno, ovvero alla robustezza della domanda e alla ripresa degli<br />

investimenti stimolati dai fondi stanziati da Ue e Usa, si è tentati di credere a una possibile epoca di rinascita. È<br />

chiaro che questa fase espansiva non potrà ricalcare i modelli del passato, come quelli che portarono al boom<br />

degli anni Cinquanta e Sessanta. Oggi il contesto economico e soprattutto ambientale è completamente diverso.<br />

Ogni passo lungo la strada della crescita deve tenere conto della questione vitale del cambiamento climatico. Una<br />

sfida che vede il settore alimentare chiamato a ridurre progressivamente il suo impatto ambientale, attraverso<br />

anzitutto l’adozione di modalità di coltivazione e allevamento meno nocivi per suolo e aria. Così come la parte a<br />

valle della catena produttiva richiede investimenti in tecnologie di trasformazione in grado di ridurre scarti alimentari<br />

e consumi energetici, insieme alla scelta di confezioni in monomateriali dal ciclo di vita a basso impatto ambientale<br />

e facilmente riciclabili.<br />

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in copertina<br />

L’italiana SICA, tra le<br />

principali aziende europee<br />

nella lavorazione<br />

del pomodoro, coniuga<br />

tradizione e innovazione.<br />

Negli ultimi anni<br />

ha effettuato una serie<br />

di investimenti volti<br />

a migliorare la qualità<br />

e a salvaguardare la<br />

sicurezza dei consumatori.<br />

In tale contesto giocano<br />

un ruolo importante<br />

i sensori di VEGA<br />

per la misura del livello.<br />

IL SAPORE DELL’ITALIA<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

6<br />

Una buona conserva di pomodoro è un piacere autentico,<br />

il segreto sta nell’impiego di frutti maturi e in un<br />

processo di lavorazione ineccepibile, dal raccolto all’inscatolamento.<br />

Un’arte che l’azienda italiana con sede a<br />

Pagani (SA) ha perfezionato per offrire un prodotto che<br />

mantiene intatte le fragranze del pomodoro fresco. Il<br />

segreto di SICA? Il pomodoro viene inscatolato subito<br />

dopo il raccolto, ossia quando è maturo al punto giusto,<br />

in modo da conservarne tutto l’aroma. Inoltre, la lavorazione<br />

rapida e delicata preserva le vitamine e le preziose<br />

sostanze nutritive contenute nel pomodoro.<br />

Con una capacità produttiva di circa 100.000 tonnellate<br />

all’anno di prodotto fresco trasformato, nel frattempo<br />

SICA si annovera tra le più grandi e moderne aziende<br />

di lavorazione del pomodoro in Europa. L’azienda<br />

rifornisce essenzialmente il settore gastronomico (Ho.<br />

Re.Ca). Naturalmente ogni singola fase della produzione<br />

viene monitorata ininterrottamente tramite il rilevamento<br />

di tutti i parametri tecnico-fisici e i controlli di<br />

qualità online. Tutte le azioni sono integrate da un si-<br />

stema di tracciabilità e controllo ben organizzato.<br />

Gli sforzi e gli investimenti dell’azienda sono stati coronati<br />

dal successo: dal 1998 la produzione è in continua crescita<br />

con un incremento di circa il 20% annuo. Oltre che<br />

ai costanti investimenti nella produzione, questo è dovuto<br />

al rigoroso focus sulla qualità e sul sapore. Tutti i prodotti<br />

sono ottenuti esclusivamente con pomodoro fresco<br />

proveniente da Puglia, Campania, Basilicata, Calabria e<br />

Lazio, senza aggiunta di conservanti o antiossidanti che<br />

possano modificarne le proprietà e le caratteristiche organolettiche.<br />

LE INSIDIE DEL POMODORO<br />

Gli impianti e i sensori impiegati nella lavorazione del<br />

pomodoro non hanno vita facile: il pomodoro è infatti<br />

acido e abrasivo di natura. L’ambiente circostante rappresenta<br />

quindi una sfida per i sensori presenti in gran<br />

numero nelle singole fasi di lavorazione. Per la misura<br />

dei livelli l’azienda italiana impiega già da diversi anni gli<br />

strumenti di VEGA.<br />

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Oltre al pomodoro di per sé, ad essere<br />

insidiosi per i sensori sono anche<br />

i processi. Tutti i componenti<br />

sono sottoposti a lavaggi frequenti<br />

con acqua e alta pressione e anche<br />

le adesioni sono all’ordine del giorno.<br />

Umidità, vapore, sporco e turbolenze<br />

creano pertanto condizioni<br />

applicative difficili. Un’ulteriore sfida<br />

è rappresentata dal fatto che i sensori<br />

sono operativi solo per due o tre<br />

mesi all’anno, poiché la lavorazione<br />

del pomodoro avviene essenzialmente<br />

nel periodo del raccolto tra<br />

luglio e settembre. Devono però<br />

funzionare alla perfezione anche<br />

dopo dieci mesi di pausa, non appena<br />

vengono riavviati gli impianti. È<br />

pertanto richiesta un’elevata stabilità<br />

nel lungo periodo.<br />

In passato, per la misura di livello<br />

l’azienda impiegava trasduttori di<br />

pressione con una cella di misura<br />

metallica. Questa però veniva spesso<br />

danneggiata dall’abrasione o durante<br />

le fasi di montaggio e smontag-<br />

Nella lavorazione<br />

dei pomodori<br />

l’attenzione si<br />

concentra sul gusto<br />

e sulla qualità<br />

Le dimensioni<br />

compatte<br />

del VEGABAR<br />

82 permettono<br />

l’installazione<br />

a filo del terreno<br />

gio. Anche i sensori ultrasonori utilizzati<br />

in precedenza non erano in<br />

grado di gestire le condizioni ambientali<br />

e spesso insorgevano problemi<br />

causati dalla condensa o<br />

dall’imbrattamento. In altre parole,<br />

gli strumenti fornivano valori di misura<br />

poco affidabili.<br />

SENSORI CON AMPIO CAMPO<br />

APPLICATIVO<br />

Per questo, da circa sette anni SICA<br />

impiega sensori VEGA che hanno<br />

sostituito progressivamente la strumentazione<br />

nei più diversi punti del<br />

processo di lavorazione. Nel frattempo<br />

sono una cinquantina i punti<br />

di misura equipaggiati con i sensori<br />

dell’azienda tedesca. La<br />

maggior parte si trova nel processo<br />

di imballaggio, ma anche in molti<br />

altri ambiti.<br />

I sensori del tipo VEGABAR 82, per<br />

esempio, sono impiegati per la misura<br />

di livello in serbatoi e tubazioni<br />

contenenti pomodoro. Il VEGABAR<br />

82 è molto resistente sia all’abrasione<br />

– per cui non risente dell’acidità<br />

del pomodoro –, sia agli shock termici.<br />

Il versatile strumento standard<br />

è predisposto per temperature fino<br />

a 150°C e la resistenza al sovraccarico<br />

estremamente elevata (fattore<br />

200) lo rende unico nel suo genere<br />

sul mercato. Questo è dovuto alla<br />

cella di misura CERTEC ® che, oltre a<br />

essere estremamente robusta, garantisce<br />

anche la stabilità nel lungo<br />

termine. Le camere di misura tradizionali<br />

dei trasduttori di pressione<br />

differenziali separate ermeticamente<br />

da una membrana sono meccanicamente<br />

instabili e soggette agli sbalzi<br />

di temperatura. Al contrario, la cella<br />

di misura in ceramica CERTEC ® brevettata<br />

consente l’impiego dei sensori<br />

anche in ambienti difficili.<br />

Altri sensori sono installati nel concentratore<br />

e nella dosatrice. Qui i<br />

sensori di tipo VEGABAR 80 effettuano<br />

una misura elettronica di<br />

pressione differenziale. I trasduttori<br />

di pressione, impiegabili universalmente<br />

e realizzati con materiali<br />

omologati conformemente a FDA e<br />

CE 1935/2004, offrono massima<br />

affidabilità e sicurezza operativa.<br />

Nel concentratore si controlla il cosiddetto<br />

grado Brix, un parametro<br />

decisivo per la produzione ottimale<br />

di concentrato di pomodoro che<br />

indica il contenuto di sostanze soli-<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

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PROSPETTIVE FUTURE<br />

SICA ha testato con successo l’interruttore<br />

di livello VEGAPOINT<br />

come protezione di troppo pieno<br />

nell’ambito di una serie di prove sul<br />

campo e in futuro lo impiegherà<br />

nel proprio stabilimento. L’azienda<br />

apprezza non solo la stabilità nel<br />

lungo termine e l’elevata affidabilità<br />

dei sensori, ma anche e soprattutto<br />

la qualità della collaborazione<br />

con VEGA. Questi fattori sono di<br />

fondamentale importanza, in<br />

quanto la produzione è molto breve<br />

e si deve poter fare affidamento<br />

al 100% sui componenti impiegati.<br />

Presso SICA, i sensori VEGA sono<br />

diventati un partner importante<br />

nella lavorazione rapida del pomodoro,<br />

che a sua volta è fondamentale<br />

per la realizzazione di un prodotto<br />

eccellente.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

de in un liquido. Il liquido da cui si<br />

ricava il concentrato circola in una<br />

serpentina. La parte liquida viene<br />

estratta in un’apposita camera tramite<br />

evaporazione. La misura elettronica<br />

di pressione differenziale<br />

garantisce l’esatta misura di densità.<br />

La soluzione di misura fornisce<br />

un valore di misura affidabile nonostante<br />

i due punti di misura siano<br />

molto distanti l’uno dall’altro, mentre<br />

con la misura classica di pressione<br />

differenziale impiegata in precedenza<br />

non sempre i valori di misura<br />

erano corretti.<br />

Anche il dosaggio e l’inscatolamento<br />

sono fasi decisive del processo di<br />

lavorazione. L’aria residua deve essere<br />

eliminata in maniera rapida ed<br />

efficace e la dosatrice rotante crea<br />

delle turbolenze. La misura si concentra<br />

sul controllo del livello del<br />

materiale asportato e condotto attraverso<br />

una colonna di aspirazione.<br />

Anche qui, la misura di pressione<br />

differenziale elettronica con sensori<br />

della serie VEGABAR 80 assicura<br />

una misura affidabile e stabile non<br />

garantita dalla classica pressione<br />

differenziale.<br />

Per la misura dei<br />

livelli SICA impiega<br />

già da diversi anni<br />

gli strumenti<br />

di VEGA<br />

Il VEGABAR 82 è<br />

molto resistente<br />

sia all’abrasione -<br />

per cui non risente<br />

dell’acidità del<br />

pomodoro - sia<br />

agli shock termici<br />

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STORIA COVER VEGA.indd 9 08/10/21 15:31<br />


attualità<br />

La gestione delle<br />

eccedenze, il packaging<br />

“parlante” per<br />

condividere informazioni<br />

e il ciclo di vita<br />

trasparente sono alcune<br />

delle pratiche delle startup<br />

agrifood sostenibili.<br />

Che nel mondo,<br />

nel 2020, sono aumentate<br />

del 56%.<br />

Foto Polynatural<br />

FILIERE CORTE E ANTI-SPRECO:<br />

CRESCONO LE STARTUP<br />

AGRIFOOD SOSTENIBILI<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

10<br />

Nell’anno dell’emergenza sanitaria continua a crescere il<br />

fermento innovativo del settore agroalimentare, con un vero<br />

e proprio boom di nuove imprese che propongono soluzioni<br />

di economia circolare e perseguono uno o più degli<br />

Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) fissati dall’Agenda<br />

2030 dell’ONU. Sono 1.808 le startup agrifood sostenibili<br />

nate a livello internazionale fra il 2016 e il 2020, il 56% in<br />

più delle 1.158 censite lo scorso anno e il 25% del totale<br />

delle startup dell’agroalimentare (7.120). Il 40% ha ottenuto<br />

almeno un finanziamento, per un totale di 5,6 miliardi di<br />

dollari raccolti, pari a una media di circa 7,7 milioni di dollari<br />

(2,5 milioni in più rispetto al 2019). Gli SDG prioritari per le<br />

startup sono la transizione a sistemi di produzione e consumo<br />

più responsabili (SDG 12), dove si concentra il 35% delle<br />

soluzioni proposte dalle nuove imprese, la lotta alla fame<br />

(SDG 2) con il 21% e la crescita economica sostenibile e inclusiva<br />

(SDG 8) con il 17%.<br />

Norvegia (24 startup agrifood, il 58% sostenibile), Israele<br />

(139 startup, 46% sostenibile) e Uganda (24 startup, 46%<br />

sostenibile) sono i paesi con la più alta percentuale di nuove<br />

imprese agrifood che perseguono obiettivi di sostenibilità. In<br />

questa classifica, l’Italia si colloca solo in dodicesima posizione<br />

con 22 startup sostenibili sulle 76 nuove imprese agrifood<br />

censite (29%), ma presenta un mercato in evidente crescita<br />

rispetto allo scorso anno: 15 startup sostenibili in più (erano<br />

7 nel 2019, il 13% del totale) e 23 milioni di dollari di investimenti<br />

raccolti contro i 300 mila dollari di un anno fa, pari<br />

a un finanziamento medio di un milione di dollari.<br />

Fra le imprese del comparto della trasformazione si diffondono<br />

pratiche di economia circolare per prevenire gli sprechi<br />

alimentari e migliorare la gestione delle eccedenze generate,<br />

fra cui la programmazione flessibile della produzione, la migliore<br />

previsione della domanda e la ridistribuzione per il<br />

consumo umano. Crescono l’interesse e gli investimenti nel<br />

packaging sostenibile, in grado di “parlare” ai diversi attori<br />

della filiera promuovendo comportamenti virtuosi, condividendo<br />

informazioni lungo i diversi stadi della filiera e facilitando<br />

alcune attività logistiche. E si riscopre il ruolo delle fi-<br />

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attualità<br />

liere corte sostenibili, che sfruttano la<br />

prossimità geografica, relazionale e<br />

informativa per accorciare le distanze<br />

fra produttori e consumatori e ridurre<br />

le diseguaglianze di redditi fra piccoli<br />

produttori e grande distribuzione.<br />

Sono i risultati della ricerca dell’Osservatorio<br />

Food Sustainability della School<br />

of Management del Politecnico di<br />

Milano, presentata a luglio durante il<br />

convegno online “Dai semi dell’innovazione,<br />

ai frutti della sostenibilità!”.<br />

“La pandemia ha avuto un forte impatto<br />

sui sistemi alimentari urbani,<br />

mettendo in crisi l’accesso al cibo per<br />

le fasce di popolazione più vulnerabili,<br />

accentuando paradosso dell’insicurezza<br />

alimentare a fronte dello spreco di<br />

cibo e stressando le filiere agroalimentari<br />

globali”, afferma Raffaella<br />

Cagliano, responsabile scientifico<br />

dell’Osservatorio Food Sustainability.<br />

“È emersa l’importanza di tracciare e<br />

condividere le informazioni e il ruolo<br />

centrale del packaging, che attraverso<br />

tecnologie e materiali innovativi si è<br />

adattato al boom dell’e-commerce. Il<br />

traguardo di una transizione sostenibile<br />

e inclusiva “from farm to fork” si<br />

potrà raggiungere solo lavorando sulla<br />

circolarità delle risorse, sull’integrazione<br />

delle diverse innovazioni disponibili,<br />

sullo sviluppo e aggiornamento<br />

delle competenze degli operatori del<br />

settore e sulla costruzione di relazioni<br />

più solide e dirette fra i diversi attori<br />

della filiera agroalimentare”.<br />

“L’emergenza non ha arrestato il fermento<br />

innovativo del settore che, nel<br />

quinquennio dal 2016 al 2020, ha visto<br />

una crescita di startup agrifood che<br />

propongono nuove soluzioni orientate<br />

agli obiettivi di sviluppo sostenibile, in<br />

particolare a porre fine alla fame, raggiungere<br />

la sicurezza alimentare e promuovere<br />

un’agricoltura sostenibile,<br />

garantire modelli sostenibili di produzione<br />

e di consumo e incentivare una<br />

crescita economica duratura, inclusiva<br />

e un lavoro dignitoso per tutti”, afferma<br />

Paola Garrone, Responsabile<br />

Scientifico dell’Osservatorio Food<br />

Sustainability. “I fornitori di servizi guidano<br />

l’innovazione sostenibile nel sistema<br />

agroalimentare (744 startup, 41%),<br />

con soluzioni per raccogliere e condividere<br />

dati e informazioni, migliorare la<br />

programmazione della produzione e la<br />

gestione delle scorte, ridurre gli sprechi.<br />

Seguono le startup attive nella fase di<br />

Food Processing (352, 20%), con investimenti<br />

in ingredienti naturali e cibi<br />

proteici alternativi, e i fornitori di tecnologia<br />

(205 startup, 11%), che offrono<br />

tecnologie innovative per l’agricoltura<br />

di precisione”.<br />

I MODELLI DI ECONOMIA CIRCOLARE<br />

PER RIDURRE GLI SCARTI<br />

Le imprese stanno adottando iniziative<br />

per recuperare e valorizzare le eccedenze<br />

generate con una logica di economia<br />

circolare, definendo priorità strategiche<br />

e criteri di gestione. Secondo un<br />

sondaggio condotto dall’Osservatorio<br />

su 109 centri di trasformazione (stabilimenti<br />

produttivi e depositi di distribuzione)<br />

di imprese con fatturato superiore<br />

a 50 milioni di euro, l’attenzione del<br />

comparto della trasformazione alimentare<br />

si concentra sulla prevenzione attraverso<br />

la programmazione flessibile<br />

della capacità produttiva (87% del<br />

campione), il miglioramento della previsione<br />

della domanda (83%) e l’ado-<br />

Foto Startups Real<br />

Sono 1.808 le<br />

startup agrifood<br />

sostenibili<br />

nate a livello<br />

internazionale<br />

fra il 2016 e il<br />

2020, il 25% del<br />

totale delle startup<br />

agroalimentari<br />

(7.120)<br />

zione di soluzioni di packaging innovativo<br />

(62%) e tecnologie per migliorare<br />

la conservabilità dei prodotti (56%),<br />

quest’ultime pratiche particolarmente<br />

diffuse nel segmento del fresco e a cui<br />

puntano anche la distribuzione e la ristorazione<br />

collettiva. La priorità di gestione<br />

delle eccedenze generate, invece,<br />

ricade sulla ridistribuzione per<br />

consumo umano, preferibilmente attraverso<br />

la donazione a organizzazioni<br />

non-profit (70%). Il riutilizzo per consumo<br />

animale è praticato dove possibile,<br />

mentre il riciclo in altri prodotti e il<br />

recupero energetico sono ancora poco<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

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attualità<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

esplorati per le difficoltà e i costi di implementazione.<br />

“Nel comparto della trasformazione c’è<br />

un’attenzione crescente alla prevenzione<br />

degli sprechi alimentari, ma la misurazione<br />

delle eccedenze non è ancora<br />

sistematica nelle diverse fasi del ciclo del<br />

prodotto e resta un ambito su cui lavorare<br />

e investire per introdurre processi<br />

più strutturati ed efficaci”, afferma<br />

Marco Melacini, responsabile scientifico<br />

dell’Osservatorio Food Sustainability.<br />

“L’impegno del management verso la<br />

circolarità, il coinvolgimento del personale<br />

e l’attenzione all’opinione dei media<br />

e degli altri stakeholder e le opportunità<br />

di sinergie con gli altri attori della<br />

filiera sono i principali fattori che spingono<br />

ad adottare pratiche di economia<br />

circolare. Ma emergono diverse barriere<br />

alla circolarità legate alle difficoltà operative<br />

di gestione, alla scarsa conoscenza<br />

delle soluzioni disponibili, alle incertezze<br />

normative e a una limitata comunicazione<br />

di filiera”.<br />

VERSO LA SOSTENIBILITÀ<br />

DEL FOOD PACKAGING<br />

Crescono l’attenzione e gli investimenti<br />

verso nuove soluzioni tecnologiche e<br />

di packaging capaci di migliorare la<br />

conservabilità dei prodotti e di estenderne<br />

la “shelf life”. Il packaging ha un<br />

ruolo sempre più importante nella prevenzione<br />

e riduzione delle eccedenze<br />

alimentari e la sua progettazione incide<br />

in tutte le fasi del ciclo di vita del prodotto<br />

alimentare. Un packaging è sostenibile<br />

quando promuove comportamenti<br />

virtuosi da parte del<br />

consumatore grazie alla sua facilità di<br />

uso, risigillabilità, porzionamento ecc;<br />

quando aiuta a superare le criticità delle<br />

attività logistiche come l’impilabilità,<br />

la standardizzazione o l’efficienza di<br />

manipolazione; quando è “parlante”,<br />

cioè sfrutta tecnologie innovative per<br />

condividere in tempo reale informazioni<br />

che consentono di ottimizzare la<br />

conservazione e preservare la qualità<br />

del cibo; quando migliora la tracciabilità<br />

e utilizza materiali ad alte prestazioni.<br />

“Le nuove tecnologie permettono al<br />

Oltre che sulla<br />

prossimità<br />

relazionale, le<br />

filiere corte<br />

sostenibili si<br />

basano anche<br />

sulla tracciabilità<br />

e la condivisione<br />

delle informazioni,<br />

che aumentano la<br />

consapevolezza<br />

sulla sostenibilità,<br />

incentivano<br />

l’adozione di<br />

pratiche aziendali<br />

virtuose e lo<br />

scambio delle<br />

conoscenze<br />

packaging di ‘parlare’ ai diversi attori<br />

della filiera, promuovendo comportamenti<br />

sostenibili e responsabili”, afferma<br />

Barbara Del Curto, responsabile<br />

scientifico dell’Osservatorio Food<br />

Sustainability. “Con la tecnologia è<br />

possibile raccogliere e trasmettere direttamente<br />

al consumatore informazioni<br />

sulle date critiche, la composizione<br />

e l’origine dei materiali, le<br />

caratteristiche dell’imballaggio, i rapporti<br />

di filiera e le modalità di produzione,<br />

estendendo l’esperienza del<br />

consumatore oltre la fase di acquisto<br />

e consumo. Ma l’impatto è positivo<br />

sull’intera supply chain, poiché abilita<br />

trasparenza e prossimità informativa,<br />

facilita la gestione del cibo e previene<br />

gli sprechi”.<br />

RELAZIONI PIÙ STRETTE LUNGO<br />

LA FILIERA<br />

A livello globale, il 90% delle aziende<br />

di produzione agricola rientra tra le “family<br />

farms”, ovvero piccole realtà a<br />

conduzione familiare, mentre in Europa<br />

il dato sale al 95%. Lo stadio della produzione<br />

agricola è un anello fondamentale<br />

della filiera, ma spesso le dimensioni<br />

ridotte e lo scarso potere<br />

contrattuale di queste realtà alimentano<br />

diseguaglianze nella distribuzione<br />

dei redditi lungo la filiera e il problema<br />

della povertà rurale. “Lo sviluppo delle<br />

aree rurali e il supporto ai produttori di<br />

piccola scala sono sfide che si possono<br />

vincere con ‘filiere corte sostenibili’,<br />

cioè filiere basate su relazioni quanto<br />

più dirette e durature fra i diversi attori<br />

della filiera”, afferma Federico Caniato,<br />

responsabile scientifico dell’Osservatorio<br />

Food Sustainability. “Non si tratta<br />

solo di ridurre il numero di intermediari<br />

e di anelli lungo la filiera ma di lavorare<br />

sull’intensità delle relazioni fra<br />

produttori, fornitori e consumatori”.<br />

L’Osservatorio ha identificato tre iniziative<br />

in grado di accorciare la distanza<br />

fra produttori e consumatori lungo la<br />

filiera: la formazione dei produttori,<br />

che implica interazioni dirette fra le<br />

imprese di trasformazione e i produttori,<br />

in particolare per lavorare sullo<br />

sviluppo del fornitore a lungo termine;<br />

la condivisione dei benefici e dei rischi<br />

a monte e a valle della filiera, che diminuirebbe<br />

gli svantaggi percepiti dai<br />

produttori; la determinazione congiunta<br />

di un prezzo equo attraverso<br />

accordi specifici, che ridurrebbe il divario<br />

esistente fra piccoli produttori e<br />

grande distribuzione e migliorerebbe<br />

condizioni e prestazioni dei primi.<br />

Oltre che sulla prossimità relazionale,<br />

le filiere corte sostenibili si basano anche<br />

su quella informativa. La tracciabilità<br />

delle informazioni aumenta la<br />

consapevolezza sulla sostenibilità, incentiva<br />

l’adozione di pratiche aziendali<br />

virtuose e la condivisione delle informazioni.<br />

È legata alla tipologia e alla<br />

quantità di informazioni condivise fra<br />

gli attori e ai sistemi utilizzati per raccoglierle<br />

e gestirle.<br />

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news [fatti, persone, aziende]<br />

ATLAS COPCO RAFFORZA IL PERSONALE IN VENETO<br />

Sono a Brendola, in provincia di Vicenza, e a Padova i centri di<br />

produzione, ricerca e sviluppo veneti di Atlas Copco, la multinazionale<br />

svedese che promuove l’imprenditorialità e lo sviluppo<br />

delle competenze locali. Si tratta di Ceccato Aria Compressa, società<br />

fondata nel 1936 e oggi uno dei costruttori di riferimento<br />

di compressori a vite ed essiccatori a refrigerazione, e di Varisco,<br />

nata nel 1932 e specializzata nella progettazione, produzione e<br />

distribuzione di pompe di tipo professionale per l’industria e per<br />

il drenaggio, entrate a far parte del gruppo rispettivamente nel<br />

1999 e nel 2016.<br />

Inoltre, il Gruppo, che già poteva contare su circa 550 dipendenti<br />

nel Veneto, ha registrato nell’ultimo anno un incremento del 5%<br />

nelle assunzioni, oltre all’inserimento di 20 risorse provenienti da<br />

DGM, l’ultima acquisita dal Gruppo Atlas Copco. DGM Srl è infatti<br />

un distributore di apparecchiature di aria compressa con una<br />

forte presenza sul mercato industriale locale con un servizio di<br />

assistenza 24 ore su 24 per tutti i tipi di tecnologie<br />

di aria compressa.<br />

Il modello di crescita di Atlas Copco si basa sulla<br />

sostenibilità, facendo leva su aziende locali fortemente<br />

radicate sul territorio con due obiettivi:<br />

arricchire il portafoglio prodotti per il mercato nazionale<br />

ed internazionale, così come aumentare<br />

la presenza commerciale del Gruppo sul mercato<br />

veneto. Importanti i benefici economici, fra cui lo<br />

sviluppo di imprese dell’indotto e opportunità di<br />

crescita professionale per il personale. Ceccato<br />

Aria Compressa e Varisco hanno clienti fidelizzati<br />

negli anni e collaborazioni con imprese e<br />

università per lo sviluppo di nuovi prodotti. DGM<br />

è un’azienda commerciale con un’ottima rete di<br />

vendita, importanti relazioni di business, e un team specializzato<br />

nella consulenza e servizio di tutti i tipi di marchi di aria compressa.<br />

L’appartenenza al Gruppo Atlas Copco oltre a permettere<br />

l’ampliamento del portafoglio prodotti, ha contribuito, nei casi<br />

di Ceccato Aria Compressa e Varisco, a un potenziamento delle<br />

attività di ricerca e sviluppo con arricchimento di know-how e<br />

competenze locali.<br />

“Continueremo a investire in partnership locali”<br />

“Crediamo nella decentralizzazione e nell’integrazione di competenze<br />

diversificate”, afferma Juan Manuel Tejera Martinez,<br />

General Manager di Atlas Copco Italia - Divisione Compressori.<br />

“Per ottenere successo in un settore altamente competitivo e<br />

tecnologicamente avanzato è necessario avere collaborazioni e<br />

sinergie con Università e con i settori industriali locali. Per questo<br />

motivo investiamo, e continueremo a farlo, in partnership locali.<br />

L’acquisizione di DGM, avvenuta nel gennaio del <strong>2021</strong> in un<br />

periodo ancora ricco di incertezze a causa della pandemia, è una<br />

testimonianza di questo impegno.<br />

“La relazione con Atlas Copco ha contribuito a potenziare i nostri<br />

Juan Manuel Tejera Martinez,<br />

General Manager di Atlas Copco<br />

Italia - Divisione Compressori<br />

investimenti in ricerca e sviluppo e ci ha permesso<br />

di esportare i prodotti su mercati esteri, con ottimi<br />

risultati”, afferma Ruggero Vencato, General<br />

Manager di Ceccato Aria Compressa. “Per quanto<br />

riguarda il business development siamo un centro<br />

di eccellenza per lo sviluppo e la produzione di<br />

compressori d’aria rotativi a vite da 2 a 45 KWa,<br />

essiccatori e soffianti destinati principalmente alla<br />

piccola e media industria. Siamo nati in Veneto<br />

ma la nostra crescita, supportata da Atlas Copco, ci ha permesso<br />

di veicolare i nostri prodotti in tutto il mondo. Nell’ultimo anno<br />

abbiamo investito in un nuovo stabilimento produttivo e ci stiamo<br />

occupando del trasferimento che avverrà ad ottobre”.<br />

“L’integrazione del nostro know-how e delle nostre competenze<br />

con quelle del Gruppo Atlas Copco ci ha permesso di competere<br />

sul mercato globale raggiungendo i nostri obiettivi di espansione<br />

all’estero”, afferma Daniele Lucchini, General Manager di Varisco,<br />

azienda che produce pompe per utilizzo nei processi industriali e<br />

nel drenaggio dei terreni. ”Il Gruppo ha investito pesantemente in<br />

ricerca e sviluppo facendo di Padova il centro di riferimento per la<br />

progettazione e realizzazione di nuove pompe per tutto il gruppo”.<br />

“Il piano strategico di Atlas Copco coincide con la nostra ambizione<br />

di diffondere l’efficientamento dei sistemi di aria compressa<br />

presso le imprese industriali, migliorando la loro competitività sui<br />

mercati”, afferma Fabio Bischi, ex proprietario ed ora consulente<br />

energetico per la DGM. “L’ampia gamma di prodotti, gli investimenti<br />

del Gruppo in innovazione e sostenibilità continua e la<br />

solidità finanziaria di Atlas Copco sono garanzia per il raggiungimento<br />

di questo obiettivo”.<br />

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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

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news [fatti, persone, aziende]<br />

NUOVA MARKETING SPECIALIST IN LEISTER ITALIA<br />

Leister Technologies Italia, filiale<br />

della multinazionale svizzera leader<br />

nella progettazione e produzione<br />

di soluzioni per la lavorazione<br />

della plastica, ha una nuova<br />

Marketing Specialist: si tratta di<br />

Mariateresa Pirozzi, poco più che<br />

trentenne, ma con notevoli esperienze<br />

al suo attivo nella comunicazione<br />

e nel marketing di importanti<br />

aziende di vari settori.<br />

Pirozzi ha maturato conoscenze<br />

significative durante le sue attività<br />

lavorative in Italia e all’estero,<br />

prevalentemente nel campo del<br />

marketing e nell’organizzazione<br />

di eventi. Negli ultimi anni ha occupato<br />

posizioni di rilievo nelle<br />

funzioni marketing di aziende del<br />

segmento automotive (Renault) e<br />

aftermarket (Schaeffler), consolidando<br />

poi l’esperienza nel campo<br />

del marketing b2b nel ruolo<br />

di Marketing Specialist presso GF<br />

Machining Solutions, azienda del<br />

gruppo Georg Fischer operante<br />

nell’innovativo segmento della<br />

manifattura additiva.<br />

L’approdo in un’azienda tecnologicamente<br />

all’avanguardia come<br />

Leister costituisce quindi una<br />

naturale evoluzione nel percorso<br />

professionale di Mariateresa<br />

Pirozzi, che si troverà ad occuparsi<br />

di soluzioni allo stato dell’arte per<br />

i settori serviti dalle due divisioni<br />

dell’azienda: Process Heat, che<br />

fornisce sistemi ad aria calda per<br />

Mariateresa Pirozzi<br />

l’industria di processo, e Plastic<br />

Welding, per gli innumerevoli settori<br />

che utilizzano sistemi manuali<br />

e automatici per la saldatura delle<br />

materie plastiche, dall’edilizia alle<br />

carrozzerie, dall’ingegneria civile<br />

ai costruttori di piscine, passando<br />

per i produttori di tende, teloni e<br />

banner pubblicitari.<br />

Oltre a utilizzare le sue capacità<br />

operative, Pirozzi contribuirà con<br />

la direzione alla definizione delle<br />

strategie di comunicazione e<br />

marketing della filiale e fornirà<br />

un importante contributo alla reputazione<br />

del brand Leister sul<br />

mercato locale.<br />

“Siamo lieti di avere con noi<br />

una nuova collega con la notevole<br />

esperienza di Mariateresa<br />

Pirozzi, per supportare le nostre<br />

attività di comunicazione in Italia<br />

e dare ulteriore impulso alla conoscenza<br />

dei prodotti e del marchio<br />

Leister in Italia”, ha spiegato<br />

Paolo Possa, General Manager di<br />

Leister Technologies Italia.<br />

“SÌ A UN TAVOLO PERMANENTE SUGLI INTEGRATORI ALIMENTARI”<br />

“FederSalus accoglie con grande sostegno<br />

l’annuncio del Sottosegretario Andrea<br />

Costa, con il quale ha già avuto modo di<br />

confrontarsi in passato, circa l’istituzione<br />

di un Tavolo tecnico permanente<br />

sugli integratori alimentari<br />

presso il Ministero della Salute“,<br />

afferma Germano Scarpa, presidente<br />

di FederSalus. “Siamo<br />

Germano Scarpa, presidente<br />

di FederSalus<br />

pronti e ben lieti di mettere a disposizione<br />

la nostra esperienza e conoscenza tecnica<br />

in materia di integratori alimentari. La<br />

nostra è l’associazione di categoria più<br />

rappresentativa del settore ed<br />

è fortemente impegnata sul<br />

fronte della sensibilizzazione<br />

e del corretto utilizzo degli integratori,<br />

a tutela dei consumatori<br />

e delle stesse aziende<br />

produttrici. FederSalus rappresenta<br />

un mercato che in Italia<br />

vale quasi 3,8 miliardi di euro, circa il 29%<br />

a valore dell’intero mercato europeo. Un<br />

tavolo tecnico, con l’obiettivo di accrescere<br />

la salute dei cittadini e di implementare<br />

la corretta conoscenza e gli scopi salutistici<br />

degli integratori alimentari, è uno<br />

strumento ad oggi fondamentale per il<br />

settore, per i consumatori che sempre di<br />

più affidano il proprio benessere agli integratori<br />

e per il consolidamento e riconoscibilità<br />

di un comparto che rappresenta oggi<br />

una delle eccellenze del nostro paese”.<br />

LORENZO BERETTA RICONFERMATO ALLA PRESIDENZA DELL’ISIT<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

“Bisogna continuare a lavorare in maniera sinergica<br />

e coesa al nostro interno, rafforzando al contempo il<br />

dialogo con le Istituzioni per affrontare uniti le nuove<br />

sfide, ma anche le opportunità, che ci attendono: ripresa<br />

economica in primis, sostenibilità e transizione<br />

ecologica, difesa dagli attacchi mediatici al settore e<br />

attenzione verso un consumatore in costante evoluzione”.<br />

Questo il primo commento di Lorenzo Beretta,<br />

rilasciato a margine dell’Assemblea annuale dell’Istituto<br />

in cui c’è stato il rinnovo delle cariche sociali.<br />

Beretta è stato confermato all’unanimità alla presidenza<br />

dell’Istituto, per dare continuità e impulso al<br />

percorso di crescita dell’Istituto in atto e che vede<br />

l’Associazione porsi con sempre maggior impegno<br />

come referente accreditato del settore della salumeria<br />

tutelata, un comparto con specificità – ma<br />

anche problematiche – distintive che richiedono<br />

un dialogo diretto e continuativo con Ministeri,<br />

Istituzioni regionali e gli altri principali portatori<br />

di interesse.<br />

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news [fatti, persone, aziende]<br />

LA GRAPPA IG AUMENTA L’EXPORT<br />

La Grappa piace anche durante la pandemia. A dirlo sono<br />

i dati Istat riferiti al 2020 in cui, nonostante l’emergenza<br />

sanitaria, la Grappa ha registrato un aumento del 13% per<br />

quanto riguarda l’esportazione. Oltre l’83% delle distillerie<br />

italiane produce Grappa, una Indicazione Geografica<br />

che nel 2020 ha rappresentato 69 mila ettanidri, con un<br />

lieve calo del 4% rispetto al 2019. Nonostante la pandemia,<br />

l’impossibilità degli spostamenti e le frontiere chiuse,<br />

l’Europa dice sì alla Grappa, confermandosi ancora una<br />

volta il maggior importatore di un’eccellenza made in Italy<br />

con la Germania capofila.<br />

Anche nel 2020 il cereale si conferma quale principale<br />

materia prima utilizzata per la produzione di alcole etilico,<br />

con quasi 700.000 ettanidri prodotti. La produzione di<br />

acquevite di vino e grappa, ovvero i distillati prodotti con<br />

le materie prime derivanti dalla filiera vitivinicola, segna<br />

invece una flessione del 2%. Nel complesso, la produzione<br />

totale di alcol etilico ed acqueviti registra un aumento del<br />

3% rispetto al 2019.<br />

Le importazioni di alcol etilico si sono attestate intorno<br />

ai 3.100.000 ettanidri, in aumento del 65% rispetto al<br />

2019 come diretta conseguenza alla forte domanda nel<br />

primo periodo di emergenza epidemiologica Covid-19.<br />

Stabile invece l’export che conferma, in linea di massima,<br />

i volumi dell’anno precedente: oltre 470 mila ettanidri<br />

di alcol etilico esportati, di cui circa l’83% destinato a<br />

Paesi dell’UE.<br />

Il 2020 registra 1 miliardo e 179 milioni di ettanidri di<br />

alcoli di origine agricola prodotti nel mondo, una lieve<br />

riduzione del 9% rispetto al 2019. Gli Stati Uniti si confermano<br />

leader indiscussi con oltre 544 milioni di ettanidri,<br />

costituendo il 46% della produzione mondiale. L’Europa<br />

costituisce il 7% della produzione mondiale con Francia,<br />

Germania e Ungheria, tra i paesi capofila. Infine, l’Italia<br />

rappresenta l’1,4% circa della produzione europea con<br />

oltre un milione di ettanidri prodotti annualmente.<br />

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news [fatti, persone, aziende]<br />

PRATOLONGO PRESIDENTE DI ASSOBIRRA<br />

Alfredo Pratolongo (Heineken<br />

Italia) è il nuovo presidente di<br />

AssoBirra, l’Associazione dei Birrai<br />

e dei Maltatori. Insieme a lui, l’Assemblea<br />

di AssoBirra ha eletto<br />

all’unanimità i tre vicepresidenti,<br />

nelle persone di Antonio Catalani<br />

(Malteria Agroalimentare Sud) in<br />

rappresentanza dei produttori<br />

di malto con delega a Materie<br />

Prime e relative Filiere, Matteo<br />

Minelli (Birra Flea) in rappresentanza<br />

dei birrifici artigianali con<br />

delega a Internazionalizzazione<br />

e Sviluppo Associativo, Federico<br />

Sannella (Birra Peroni) in rappresentanza<br />

dei grandi birrifici con<br />

delega a Transizione Ecologica e<br />

Sostenibilità.<br />

Alfredo Pratolongo succede<br />

a Michele Cason (Malteria<br />

Saplo) che rimane negli Organi<br />

di AssoBirra in qualità di Past<br />

President, mentre Andrea<br />

Bagnolini è il direttore generale<br />

dell’Associazione che cura la<br />

rappresentanza, all’interno di<br />

Confindustria e Federalimentare,<br />

delle maggiori aziende che producono<br />

e commercializzano birra<br />

e malto in Italia.<br />

Nato a Milano, Alfredo<br />

Pratolongo dal 2005 è direttore<br />

Comunicazione e Affari<br />

Istituzionali di Heineken Italia Spa,<br />

dal 2017 è stato vicepresidente<br />

di AssoBirra ed è presidente della<br />

Fondazione Birra Moretti, organizzazione<br />

senza fini di lucro con<br />

l’obiettivo istituzionale di migliorare<br />

la cultura della birra in Italia.<br />

Laureato all’Università Bocconi,<br />

successivamente frequenta la<br />

Harvard Business School e IMD.<br />

Ha sviluppato un percorso professionale<br />

in ambito comunicazione<br />

e relazioni istituzionali, operando<br />

in primarie agenzie di comunicazione,<br />

aziende italiane come<br />

Replay e multinazionali come<br />

McDonald’s Italia.<br />

Alfredo Pratolongo<br />

I FORMAGGI ITALIANI RIPRENDONO A CORRERE SUI MERCATI ESTERI<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

16<br />

Cheese, la manifestazione organizzata da Slow Food e Città di Bra,<br />

con circa 230 produttori ha messo in mostra il meglio della produzione<br />

lattiero-casearia di qualità italiana e internazionale: solo<br />

formaggi a latte crudo, cioè non pastorizzato; caci in molti casi naturali,<br />

ovvero senza fermenti industriali aggiunti. Espressione di un<br />

settore che si sta lentamente risollevando dopo le chiusure dovute<br />

alla pandemia, un settore fatto di aziende di piccolissime dimensioni,<br />

per le quali la natura, e con essa gli animali e il loro latte, non<br />

si è mai fermata.<br />

Ma Cheese è stata anche un momento di riflessione a 360° su<br />

una filiera che rappresenta una fetta importante del Made in Italy<br />

agroalimentare, come testimoniano i dati pubblicati per l’occasione<br />

Foto Paolo Properzi / Slow Food<br />

da Ismea, che mostrano come i formaggi italiani abbiano ripreso la<br />

corsa sui mercati esteri. Dopo la lieve flessione in valore delle esportazioni<br />

nel 2020, il primo semestre del <strong>2021</strong> ha fatto registrare un<br />

incremento a doppia cifra delle spedizioni oltre frontiera, sia nelle<br />

quantità (+11%) che in valore (+13%) sullo stesso periodo dello<br />

scorso anno. A favorire il rimbalzo, sottolinea l’Ismea sulla base<br />

degli ultimi dati del commercio estero dell’Istat, è stata la ripresa dei<br />

consumi fuori casa nei principali Paesi clienti, dopo l’allentamento<br />

delle misure restrittive determinate dalla pandemia e, per quanto<br />

riguarda gli Stati Uniti, la rimozione dei dazi che da ottobre del 2019<br />

a febbraio <strong>2021</strong> hanno gravato sui formaggi diretti verso il mercato<br />

a stelle e strisce.<br />

Nel 2020, nonostante le difficoltà del periodo pandemico e il forte<br />

rallentamento del commercio mondiale l’Italia ha esportato 463<br />

mila tonnellate di formaggi e latticini (+1,7% sul 2019) per un<br />

controvalore di 3,1 milioni di euro ( -3%), mantenendo il titolo di<br />

terzo esportatore mondiale, dietro Germania e Paesi Bassi e confermandosi<br />

il primo fornitore di due destinazioni strategiche come<br />

Francia ( principale mercato di sbocco del comparto a livello globale)<br />

e Stati Uniti (primo paese acquirente a livello extra Ue).<br />

Nel mercato domestico, come emerge dai dati relativi alla prima metà<br />

dell’anno, gli acquisti di prodotti lattiero caseari hanno registrato una<br />

generale flessione rispetto ai valori record del 2020, mantenendosi<br />

comunque al di sopra dei livelli pre-pandemici. Più da vicino, la contrazione<br />

dei consumi nel <strong>2021</strong> evidenziata dal panel famiglie Ismea-<br />

Nielsen, è stata del 4,2% in volume, dopo il picco del +10% messo<br />

a segno nel 2020, per effetto del lockdown e dello spostamento di<br />

quasi tutti i consumi tra le mura di casa. Il confronto con l’epoca prepandemica<br />

evidenzia tuttavia un netto miglioramento degli acquisti<br />

della categoria nel <strong>2021</strong>: +6,7% i volumi rispetto al 2019.<br />

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news [fatti, persone, aziende]<br />

IL VINO ITALIANO CONQUISTA LA CINA<br />

Il consumo di vino in Cina cresce nel dopo pandemia, entrando<br />

a far parte dei nuovi trend e confermandosi il quarto<br />

mercato al mondo per importazione. E l’Italia, soprattutto<br />

dopo la recente debacle delle aziende australiane a causa<br />

dei “superdazi” imposti da Pechino, può finalmente<br />

ritagliarsi un ruolo di primo piano in competizione con la<br />

Francia. Secondo le ultime stime dell’osservatorio Vinitaly-<br />

Nomisma Wine Monitor, gli ordini dei vini italiani hanno<br />

avuto una vera e propria impennata negli ultimi mesi e<br />

il nostro Paese è diventato il terzo fornitore del gigante<br />

asiatico. Non solo grandi marchi, perché il mercato cinese<br />

mostra di apprezzare il Made in Italy anche dei piccoli produttori,<br />

che propongono vere rarità enologiche. Proprio le<br />

ridotte quantità, però, possono essere il grande problema<br />

di chi vuole esportare prodotti di qualità in Cina.<br />

“Le aziende italiane – spiega Antonino La Lumia, avvocato<br />

fondatore dello Studio Lexalent, focalizzato sul tema<br />

dell’export nel settore agrifood – hanno talvolta produzioni<br />

molto limitate rispetto alle esigenze del mercato cinese<br />

e spesso non riescono a superare le difficoltà connesse<br />

alla presenza di forti dazi d’importazione e a una catena<br />

distributiva già di per sé molto lunga. Anche considerando<br />

il canale e-commerce, la politica degli sconti proposta da<br />

colossi internazionali del marketplace rende spesso impossibile<br />

per le PMI risultare competitive rispetto alla concorrenza<br />

extracomunitaria e vedere l’unicità dei propri prodotti<br />

riconosciuta dal cliente finale”.<br />

Il risultato di queste dinamiche è che le aziende italiane di<br />

nicchia – pur volendosi aprire ai mercati internazionali –<br />

rischiano di essere frenate, già in sede di progetto, dalle<br />

complicazioni legate alla “burocrazia” dell’export e ai costi<br />

di gestione, oggettivamente insostenibili in fase di start-up<br />

di un nuovo business estero.<br />

“Il mercato del Dragone è complesso e conta almeno 400<br />

milioni di potenziali clienti per il Made in Italy”, racconta<br />

Alberto Fattori, imprenditore italiano da quasi venti anni in<br />

Cina e ideatore del progetto Borgo Italiano di Weeiup.com.<br />

“Per questo bisogna conoscerlo a fondo prima di investire.<br />

Il nostro obiettivo è rendere semplice e immediato l’export:<br />

consentire anche alle aziende e ai distributori senza licenza<br />

d’importazione, che sono oltre il 95% in Italia, di utilizzare<br />

un unico strumento diretto sia per la distribuzione b2b<br />

che per il retail b2c, senza necessità di costituire alcuna<br />

struttura societaria autonoma in loco”.<br />

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17<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

13_19_NEWS ATTUALITA.indd 17 08/10/21 15:50


news [fatti, persone, aziende]<br />

ALIMENTARE IN RIPRESA NEL <strong>2021</strong> E 2022<br />

Nel 2020, il settore alimentare ha registrato una<br />

contrazione della crescita dell’1% (ROS -3,8%),<br />

rispetto al -8,9% dell’economia italiana. La flessione<br />

del settore è dovuta principalmente alla<br />

contrazione del segmento Ho.Re.Ca. e alla riprogrammazione<br />

degli investimenti in capacità<br />

produttiva, che sono stati posticipati alla fine<br />

dell’anno. Il <strong>2021</strong> e 2022, però, segneranno<br />

subito una ripresa, con una crescita prevista di<br />

poco inferiore al 6% annuo (ROS 6,8%), un<br />

tasso superiore alla previsione di crescita del Pil<br />

italiano (4,5/5%). E la ripresa riguarderà anche<br />

l’export che nel biennio <strong>2021</strong>-2022 si prevede<br />

in aumento mediamente del 3%.<br />

Cresceranno di più i comparti delle farine e del<br />

packaging, e quest’ultimo in particolare be-<br />

L’osservatorio ha valutato le performance di<br />

854 aziende con un fatturato aggregato di 66<br />

miliardi di euro, ovvero il 75% di tutte le società<br />

di capitale operanti nel settore. Sono stati presi<br />

in esame 15 comparti, per ciascuno dei quali è<br />

stato selezionato un campione, rappresentativo<br />

dell’offerta, costituito da aziende di medie e<br />

grandi dimensioni, con sede strategica e operativa<br />

in Italia, nel periodo 2009-2020, facendo<br />

riferimento a quattro profili: crescita, redditività,<br />

produttività e struttura finanziaria. I comparti<br />

analizzati sono: acque minerali, birra, caffè,<br />

conserve, distillati, dolci e prodotti da forno,<br />

farine, food equipment (attrezzature), packaging,<br />

prodotti lattiero-caseario, olii, pasta fresca<br />

e secca, derivanti della carne, surgelati, vino.<br />

le operazioni M&A in ambito food&beverage,<br />

per chiarire fino a che punto, e in che modo,<br />

queste possono rivoluzionare il business di settore.<br />

“Un dato particolarmente significativo è<br />

quello relativo agli investimenti”, ha spiegato.<br />

“Ben il 93% delle aziende dichiara di aver realizzato<br />

negli ultimi 5 anni investimenti in sostenibilità<br />

e l’80% effettuerà ulteriori investimenti<br />

nei prossimi 3 anni. Mediamente le aziende italiane<br />

hanno incrementato i propri investimenti<br />

in sostenibilità del 38,8% negli ultimi 5 anni, a<br />

testimonianza dell’inizio di un trend di cambiamento<br />

strutturale”.<br />

“Per il nostro Gruppo bancario queste attività<br />

rappresentano la punta di diamante”, ha<br />

commentato Gabriele Corte, direttore ge-<br />

Foto Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

neficerà della spinta del redesign sostenibile.<br />

I settori del caffè e del vino saranno interessati<br />

da crescite importanti, trainate dalla forte<br />

ripresa del segmento Ho.Re.Ca. Molto bene<br />

anche le previsioni per il comparto del food<br />

equipment, trainato dai nuovi investimenti<br />

stimolati dal piano di recovery.<br />

Sono questi, in sintesi, i risultati presentati<br />

questa mattina dal Food Industry Monitor,<br />

l’osservatorio di riferimento sul settore food<br />

italiano realizzato ogni anno dall’Università<br />

di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, in collaborazione<br />

con Ceresio Investors. L’analisi<br />

valuta le performance delle aziende, l’evoluzione<br />

dei modelli di business e i trend di<br />

mercato nazionali e internazionali.<br />

L’edizione <strong>2021</strong> (la settima) è dedicata al<br />

rapporto tra performance economiche e<br />

scelte strategiche delle aziende agroalimentari<br />

in tema di sostenibilità e innovazione.<br />

Il 56% delle aziende sta investendo in sostenibilità<br />

Dall’analisi si rileva che l’81% delle aziende intervistate<br />

si ritiene sostenibile e il 56% ha già<br />

messo in atto una strategia di sostenibilità. Il<br />

78% ha nella propria gamma uno o più prodotti<br />

sostenibili, ma la scelta non si limita ai processi<br />

produttivi: il 54% è intervenuto sul packaging<br />

e il 44% valuta la sostenibilità anche dei<br />

propri fornitori, nel momento in cui li seleziona.<br />

Inoltre, il 74% delle aziende ritiene che attuare<br />

una strategia di comunicazione sul tema abbia<br />

un impatto positivo sulle vendite, nonostante il<br />

63% ritenga che processi produttivi sostenibili<br />

implichino un aumento dei costi aziendali.<br />

Alessandro Santini, Head of Corporate &<br />

Investment per Ceresio Investors, nel corso<br />

della tavola rotonda che ha coinvolto alcuni dei<br />

protagonisti storici ed emergenti del panorama<br />

internazionale, ha portato la sua esperienza sul-<br />

nerale di Ceresio Investors, “non solo perché<br />

sono espressione del saper fare italiano e della<br />

qualità che tanto viene apprezzata all’estero,<br />

ma in quanto rappresentano uno dei settori a<br />

cui puntiamo maggiormente per investimenti<br />

e operazioni di finanza straordinaria”.<br />

“Le aziende che hanno una strategia di sostenibilità<br />

formalizzata, che hanno incrementato<br />

gli investimenti in sostenibilità negli ultimi 5<br />

anni e che comunicano in modo efficace le<br />

proprie scelte hanno performance di crescita<br />

decisamente superiori”, ha osservato Carmine<br />

Garzia, responsabile scientifico dell’Osservatorio,<br />

docente di Economia Aziendale presso l’Università<br />

di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.<br />

“Le aziende che hanno investito in sostenibilità<br />

hanno un approccio proattivo all’innovazione,<br />

in particolare di processo, e questo si riflette<br />

sulle performance di crescita, sia nel medio periodo<br />

sia nel lungo periodo”.<br />

18<br />

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LM ACQUISISCE MAGNONI<br />

Il Gruppo LM si allarga, grazie all’acquisizione del 100% di Magnoni<br />

Srl, azienda modenese specializzata da oltre 60 anni nella progettazione<br />

e nella produzione di sistemi di movimentazione personalizzati<br />

ad alte performance per prodotti sfusi e confezionati del settore<br />

alimentare e del settore beverage. Magnoni collabora da molti anni<br />

con alcuni tra i marchi internazionali più famosi, fornendo sistemi di<br />

movimentazione industriale: Coca-Cola, Pepsi, Red Bull, Heineken,<br />

Mutti, Menù, Noberasco. A questi prestigiosi brand vengono fornite<br />

soluzioni efficienti e customizzate per la movimentazione di barattoli,<br />

lattine, vasi, cluster, cartoni e ogni genere di contenitore, sia sfuso<br />

che confezionato, garantendo sempre la qualità e l’eccellenza dei<br />

sistemi di movimentazione industriale Magnoni.<br />

L’acquisizione permette ad entrambe le aziende di effettuare un<br />

passo in avanti nella direzione di una risposta sempre più completa<br />

e su misura per le specifiche esigenze del cliente. Magnoni può ora<br />

contare sul know how della capogruppo, in particolare sull’attrezzata<br />

divisione interna di LM che produce i principali componenti<br />

utilizzati per il montaggio della nastreria e su un’altra sezione interamente<br />

dedicata alla realizzazione dell’automazione elettronica.<br />

Un doppio rinforzo per il brand Magnoni.<br />

Mentre per LM l’acquisizione ha permesso di ampliare la gamma di<br />

soluzioni per il packaging del food e dell’imbottigliamento, integrando<br />

sistemi totalmente customizzati, sia per i clienti storici che per<br />

quei clienti che iniziano ad interfacciarsi con LM / Magnoni solo ora.<br />

“All’interno del mercato di riferimento, LM è così in grado di<br />

rinforzare la sua posizione progettando e producendo sistemi<br />

di movimentazione nel pieno rispetto delle sue radici e al passo<br />

delle più recenti innovazioni tecnologiche”, dichiara Michele<br />

Franzoni, direttore generale del Gruppo LM. “Inoltre, l’essenziale<br />

aiuto del reparto automation impreziosisce sempre di più<br />

le applicazioni del gruppo”.<br />

L’acquisizione alimenta ulteriormente il desiderio di continua innovazione<br />

di LM, il cui ventaglio di prodotti è ora capace anche di<br />

movimentare contenuti vuoti o pieni, eliminare residui d’acqua dalla<br />

superficie dei contenitori, pulire internamente questi ultimi da corpi<br />

estranei prima del successivo riempimento e molto altro ancora.<br />

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attualità<br />

Cresce l’export di<br />

ingredienti e semilavorati<br />

per il gelato artigianale,<br />

soprattutto verso Cina,<br />

Sudest asiatico<br />

e Medio Oriente. Mentre<br />

le macchine italiane<br />

per la produzione<br />

riscuotono particolare<br />

successo in Germania<br />

e Corea del Sud.<br />

LA FILIERA DEL GELATO<br />

CONQUISTA ASIA E NORDAMERICA<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

20<br />

Asia e Nord America sono le nuove frontiere del gelato<br />

artigianale. Lo conferma l’Osservatorio Sigep (il Salone<br />

Internazionale di Gelateria, Pasticceria, Panificazione artigianali<br />

e Caffè di Italian Exhibition Group, la cui 43ª edizione<br />

si terrà dal 22 al 26 gennaio 2022 alla Fiera di Rimini).<br />

L’export degli ingredienti e semilavorati viaggia infatti sulle<br />

rotte di Cina e Sud Est asiatico e cresce anche in Medio<br />

Oriente. Puntano verso l’estero i tre quarti dei macchinari<br />

per la produzione di gelato, con una ripresa del mercato<br />

tedesco e l’exploit della Corea del Sud. Segnale interessante<br />

per l’internazionalizzazione delle gelaterie arriva<br />

dalle insegne estere, in aumento negli ultimi 18 mesi a<br />

livello globale.<br />

INGREDIENTI: ESPORTAZIONI IN RIALZO<br />

L’export di ingredienti per il gelato artigianale nel 2019<br />

segnava una crescita del 6% sul quadriennio precedente e<br />

da lì riparte puntando a Oriente. “Il gelato è meteoropatico,<br />

segue la bella stagione a tutte le latitudini”, osserva Roberto<br />

Leardini, presidente del Gruppo Prodotti per gelato di<br />

Unione Italiana Food. “Ecco allora la crescita importante<br />

che registriamo in Medio Oriente; trend iniziato prima della<br />

pandemia. Cina e Sud Est asiatico sono mercati agli albori,<br />

da cui arrivano segnali di interesse e con un potenziale<br />

enorme nonostante il numero di gelaterie ancora molto<br />

basso”. Anche Stati Uniti ed Europa mostrano vitalità. “Il<br />

mercato europeo totalizza circa il 60% dei nostri volumi di<br />

produzione. Ricordo che la Spagna è il terzo mercato eu-<br />

20_21_art sigep.indd 20 08/10/21 15:53


attualità<br />

ropeo, dopo la Germania, per il gelato<br />

artigianale, il cui potenziale è legato<br />

all’economia turistica. Interessante<br />

anche la Polonia. Ora quello che occorre<br />

è una promozione strutturata e<br />

sostenuta che parte dall’ICE e arriva<br />

alle aziende, passando per le Camere<br />

di Commercio”, conclude Leardini.<br />

MACCHINARI: IL 75%<br />

VA OLTRE CONFINE<br />

Tra macchine per la produzione e vetrine<br />

frigo, il 75% della produzione<br />

italiana di tecnologie professionali<br />

per le gelaterie esce dal Paese. Il <strong>2021</strong><br />

mostra segnali positivi da Germania<br />

e Corea del Sud. “In Italia il nostro<br />

settore – spiega Marco Cavedagni,<br />

presidente di Acomag, l’associazione<br />

che raggruppa i costruttori italiani di<br />

macchine per gelaterie – ha ricevuto<br />

una spinta dagli incentivi per Industria<br />

4.0, ma usciamo da un periodo in cui,<br />

tra il 2019 e il 2020, in media, abbiamo<br />

perso tra il 30 e il 35% della produzione.<br />

Il sentiment per la prima<br />

metà del <strong>2021</strong> è positivo, ci attendiamo<br />

un rimbalzo a due cifre, con la<br />

Germania molto dinamica”.<br />

Carpigiani, leader di settore, trova<br />

invece nel Far East un exploit.<br />

“Nell’anno 2020/<strong>2021</strong> l’export di<br />

macchinari – dichiara Achille Sassoli<br />

de Bianchi, Market Development<br />

Director di Carpigiani Spa – ha raggiunto<br />

il 90% a valore della nostra<br />

produzione. I Paesi esteri in cui stiamo<br />

riscontrando i risultati migliori sono la<br />

Corea del Sud, USA e Regno Unito. E<br />

anche l’Italia sta avendo una stagione<br />

particolarmente positiva”.<br />

UNA FILIERA SEMPRE<br />

PIÙ INTERNAZIONALE<br />

Un altro parametro per misurare il tasso<br />

di internazionalizzazione del gelato artigianale<br />

viene dalle conversioni tra<br />

iscrizioni a corsi di specializzazione professionale<br />

e nuove aperture commerciali.<br />

Le monitora Carpigiani per la sua<br />

Gelato University. “Nell’anno accademico<br />

2018/19 – aggiunge Kaori Ito,<br />

direttrice della Carpigiani Gelato<br />

University – abbiamo registrato 6.000<br />

iscritti ai corsi nei 20 campus nel mondo,<br />

di cui 2.500 in quello di Bologna. Di<br />

tutti questi, il 12%, cioè circa 300, ha<br />

risposto alla nostra survey ‘Where are<br />

you now?’ confermando di aver aperto<br />

un punto vendita. Per l’anno accademico<br />

2020/21 abbiamo conteggiato gli<br />

iscritti ai corsi online proposti sempre<br />

In Italia il settore<br />

delle macchine<br />

per gelaterie ha<br />

ricevuto una spinta<br />

dagli incentivi per<br />

Industria 4.0, ma<br />

esce da un periodo<br />

in cui, tra il 2019<br />

e il 2020, ha perso<br />

in media tra il 30<br />

e il 35% della<br />

produzione<br />

dalla sede di Bologna perché il dato<br />

aggregato degli altri campus tra chiusure<br />

e riaperture legate alla pandemia<br />

non è ancora completo. Dei 1.350<br />

iscritti ai corsi online tra il 1° settembre<br />

2020 e il 17 giugno <strong>2021</strong> e quelli dei<br />

corsi in presenza ripresi a giugno, notiamo<br />

che se UK, USA e Canada rimangono<br />

nella top ten, c’è sicuramente un<br />

balzo dell’India, della Turchia e della<br />

Malesia. Le ragioni di questo balzo<br />

sono da ricercarsi in costo più accessibile<br />

dei corsi online, una grande offerta<br />

di corsi in inglese, il superamento della<br />

difficoltà di ottenere un visto per entrare<br />

in Italia o anche soltanto sostenere le<br />

spese di viaggio”.<br />

“Da un monitoraggio condotto sul network<br />

Top International Gelato Chains<br />

– dichiara Antonio Verga Falzacappa,<br />

fondatore di Sistema Gelato, che accompagna<br />

le principali realtà della filiera<br />

del gelato artigianale nei processi di<br />

capitalizzazione e internazionalizzazione<br />

– con oltre 600 punti vendita in 30<br />

nazioni, negli ultimi 18 mesi è emerso<br />

un saldo positivo del 6%, pari a 36 unità<br />

su scala globale. Se teniamo conto<br />

che questi investimenti, tra aperture<br />

dirette e affiliazioni, si pianificano con<br />

almeno un anno di anticipo, possiamo<br />

concludere che se non vi fosse stata la<br />

pandemia, la crescita del settore sarebbe<br />

stata senz’altro più sostenuta. Da<br />

registrare il dinamismo espresso da<br />

marchi come la statunitense, ma con<br />

solide radici italiane, Gelato Go, e poi<br />

le italiane Venchi e La Romana che<br />

crescono rispettivamente nel Far East<br />

e in Medio Oriente. Infine, il caso della<br />

spagnola Borgonesse che conta giusto<br />

una decina di punti vendita tra Madrid<br />

e l’Andalusia, con una forte impronta<br />

manageriale, e che vuol differenziare<br />

la propria presenza fuori dai confini<br />

nazionali. Sono segnali importanti per<br />

il made in Italy perché da una nostra<br />

stima, per ogni apertura di un punto<br />

vendita all’estero, abbiamo su base<br />

decennale un effetto trascinamento di<br />

oltre 500 mila euro tra macchinari,<br />

vetrine, attrezzature e ingredienti per<br />

le nostre filiere”.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

21<br />

20_21_art sigep.indd 21 08/10/21 15:53


appuntamenti<br />

CIBUS TEC RADDOPPIA: FORUM NEL 2022, FIERA NEL 2023<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

Cibus Tec – l’appuntamento<br />

organizzato a Fiere di Parma e<br />

Koelnmesse, dedicato alle tecnologie<br />

per il settore alimentare<br />

e delle bevande – presenta<br />

un nuovo progetto: “Cibus Tec<br />

Forum”, la cui prima edizione<br />

si terrà a Parma il 25 e 26 ottobre<br />

2022.<br />

La rassegna Cibus Tec invece,<br />

che tutto il mondo delle tecnologie<br />

per il food & beverage<br />

ha imparato a conoscere,<br />

si terrà dal 24 al 27 ottobre<br />

2023. Uno slittamento di 12<br />

mesi reso necessario da un calendario<br />

fieristico disarmonico,<br />

nel quale è già peraltro previsto<br />

lo svolgimento della rassegna<br />

consorella Anuga FoodTec, organizzata<br />

da Koelnmesse, dal<br />

26 al 29 aprile 2022.<br />

Concordi Antonio Cellie e<br />

Thomas Rosolia – rispettivamente<br />

Amministratore<br />

Delegato e Presidente di Koeln<br />

Parma Exhibitions, braccio<br />

operativo di Cibus Tec – che<br />

non hanno avuto dubbi nel<br />

decidere la nuova strategia:<br />

“Da sempre il nostro obiettivo<br />

principale è dare agli espositori<br />

della rassegna ciò di cui<br />

hanno bisogno, come concrete<br />

opportunità di business<br />

in un calendario armonizzato<br />

di appuntamenti di settore.<br />

Da qui la nostra decisione di<br />

posticipare Cibus Tec di dodici<br />

mesi, trovando una collocazione<br />

temporale ideale nel<br />

2023, per poi riprendere dal<br />

2025 il nostro classico ritmo<br />

triennale”.<br />

Sarà dunque Anuga FoodTec a<br />

Colonia il primo grande salone<br />

internazionale delle tecnologie<br />

alimentari “post Covid”, un<br />

appuntamento al quale la rassegna<br />

partner Cibus Tec non<br />

farà mancare il proprio supporto,<br />

valorizzando le soluzioni<br />

delle aziende “tech” della propria<br />

community e sostenendo<br />

la presenza di visitatori italiani<br />

e internazionali.<br />

È dal 2016, grazie alla partnership<br />

sancita fra Fiere di Parma<br />

e Koelnmesse, che le due rassegne<br />

e le due organizzazioni<br />

mettono a fattore comune le<br />

proprie community e il proprio<br />

network di relazioni, che comprende<br />

oggi 11 mila imprese.<br />

Un momento di confronto<br />

per l’industria alimentare<br />

Nel 2022, Cibus Tec non mancherà<br />

di mettere in campo tutte<br />

le proprie competenze e la<br />

propria capacità di generare<br />

occasioni di business, offrendo<br />

ai diversi settori dell’industria<br />

alimentare un momento<br />

nazionale di confronto: Koeln<br />

Parma Exhibitions – la joint<br />

venture frutto della partnership<br />

fra gli enti fieristici di<br />

Colonia e Parma – ha infatti<br />

deciso di organizzare nella città<br />

emiliana il Cibus Tec Forum,<br />

nelle giornate del 25 e 26 ottobre<br />

2022. Saranno due giorni<br />

di incontri, analisi e approfondimenti<br />

per riaffermare la<br />

centralità di tematiche come<br />

sicurezza alimentare, materiali<br />

innovativi ed economia circolare,<br />

digitalizzazione, supply<br />

chain e sostenibilità.<br />

In altre parole, un think tank<br />

che, attraverso una ventina<br />

fra talk e convegni, vedrà confrontarsi<br />

operatori ed esperti<br />

di caratura internazionale su<br />

temi legati alla ricerca, alla<br />

economia, alle necessità delle<br />

imprese e alle modalità per lo<br />

sviluppo di nuove opportunità<br />

di networking e business.<br />

Il format – che prevede, fra<br />

l’altro, anche spazi espositivi<br />

preallestiti – sarà strutturato in<br />

cinque aree tematiche (tecnologie<br />

e soluzioni per carni, per<br />

prodotti a base latte, fruttavegetali-liquidi<br />

alimentari, cereali-piatti<br />

pronti e confezionamento)<br />

e quattro arene in cui<br />

verranno dibattuti i focus del<br />

forum.<br />

Nasce Cibus Tec Lab<br />

Cibus Tec Forum 2022 e Cibus<br />

Tec 2023 saranno affiancati da<br />

Cibus Tec Lab, il nuovo progetto<br />

educational che si tradurrà<br />

in una serie di webinar che<br />

accompagneranno l’industria<br />

alimentare e tecnologica fino<br />

alla rassegna del 2023.<br />

A corredo di questa “road<br />

map” per amplificare la portata<br />

sui mercati internazionali<br />

del “made in Italy”, Fiere<br />

di Parma parteciperà a Expo<br />

Dubai 2020 attraverso l’iniziativa<br />

“M-Eating Italy”, che<br />

prevede uno spazio per una<br />

autentica “italian food experience”<br />

riservata ai visitatori,<br />

oltre a iniziative di business<br />

matching dedicate alle aziende<br />

italiane delle tecnologie e<br />

delle soluzioni per il food & beverage.<br />

Una realizzazione che<br />

sarà attiva per tutta la durata<br />

dell’esposizione universale, dal<br />

1° ottobre <strong>2021</strong> al 31 marzo<br />

2022, e che verrà allestita non<br />

lontano dal Padiglione Italia,<br />

nei pressi del nuovo Dubai<br />

Exhibition Centre. Opportunità<br />

che saranno amplificate anche<br />

attraverso il Padiglione tedesco<br />

Campus Germany a Expo<br />

Dubai, che Koelnmesse sta<br />

organizzando e allestendo per<br />

conto del governo federale.<br />

22<br />

www.interprogettied.com<br />

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appuntamenti<br />

UN ATTESO RITORNO IN PRESENZA<br />

PER ANUGA FOODTEC<br />

I protagonisti internazionali delle tecnologie e delle forniture per<br />

l’industria del food&beverage potranno finalmente ritrovarsi di<br />

persona ad Anuga FoodTec, in calendario dal 26 al 29 aprile 2022<br />

a Colonia. Il numero degli espositori che hanno già confermato la<br />

propria partecipazione indica che c’è una “gran voglia di fiera”,<br />

nonostante lo spostamento ad aprile, prima data disponibile nell’affollatissimo<br />

calendario di Koelnmesse.<br />

Anche i quotidiani contatti con i “grandi buyer” dell’industria alimentare<br />

e delle bevande testimoniano come l’evento sia molto<br />

atteso da un settore industriale dove l’evoluzione e l’innovazione<br />

sono di casa.<br />

Molti, come nella tradizione dell’evento tedesco, gli argomenti che<br />

saranno trattati negli stand degli espositori: dalla produzione al<br />

packaging, dall’imbottigliamento alla automazione, dalle sempre<br />

più performanti applicazioni digitali alla automazione, dalla logistica<br />

a tutto ciò che contribuisce a garantire la necessaria “sicurezza<br />

e igienizzazione”, oggi ancora più preziose, in un segmento così<br />

necessariamente sensibile a questi temi come l’agroalimentare.<br />

Come già annunciato ad aprile andrà in scena la prima edizione<br />

“live&digital” di Anuga FoodTec: tutti ci si attendono un quartiere<br />

fieristico affollato, ma così come per tutti gli altri eventi organizzati<br />

da Koelnmesse Gmbh anche per Anuga FoodTec è garantita una<br />

“versione” digitale che permetta a chi non può o non vuole essere<br />

in fiera di partecipare al grande evento.<br />

“Ci attendiamo una buona edizione di Anuga FoodTec, un evento<br />

la cui ultima edizione, nel purtroppo oramai lontanissimo 2018,<br />

registrò dati da record”, ricorda Thomas Rosolia, amministratore<br />

delegato di Koelnmesse Italia. “Siamo certi che la campagna vaccinale<br />

riporterà un clima di fiducia generalizzato e ci permetterà di<br />

raggiungere ottimi risultati anche nel 2022. Abbiamo già registrato<br />

un eccellente numero di iscrizioni per le prossime nuove date della<br />

manifestazione. Dati provvisori, destinati a crescere nella seconda<br />

parte dell’anno di pari passo con il progressivo calo delle misure<br />

anti-Covid che tutti ci attendiamo, perché è una battaglia che stiamo<br />

vincendo!”.<br />

Un’immagine dell’edizione 2018<br />

L’agenda<br />

H20 - Accadueo<br />

6-8 ottobre <strong>2021</strong><br />

Bologna<br />

www.accadueo.com<br />

Anuga<br />

9-13 ottobre <strong>2021</strong><br />

Colonia, Germania<br />

www.koelnmesse.it<br />

Eima International<br />

19-23 ottobre <strong>2021</strong><br />

Bologna<br />

www.eima.it<br />

SIC - Salone Industria Casearia e<br />

Conserviera<br />

22-24 ottobre <strong>2021</strong><br />

San Marco Evangelista (CE)<br />

www.saloneindustriacasearia.it<br />

Meat-Tech<br />

22-26 ottobre <strong>2021</strong><br />

Milano<br />

www.meat-tech.it<br />

Tuttofood<br />

22-26 ottobre <strong>2021</strong><br />

Milano<br />

www.tuttofood.it<br />

SAVE<br />

27-28 ottobre <strong>2021</strong><br />

Verona<br />

www.exposave.com<br />

SPS<br />

23-25 novembre <strong>2021</strong><br />

Norimberga, Germania<br />

www.sps.mesago.com/<br />

nuernberg/en.html<br />

FI Europe<br />

30 novembre - 2 dicembre <strong>2021</strong><br />

Francoforte, Germania<br />

www.figlobal.com<br />

Marcabybolognafiere<br />

19-20 gennaio 2022<br />

Bologna<br />

www.marca.bolognafiere.it<br />

SIGEP<br />

22-26 gennaio 2022<br />

Rimini<br />

www.sigep.it<br />

IPPE<br />

25-27 gennaio 2022<br />

Atlanta, Usa<br />

www.ippexpo.org<br />

Fieragricola<br />

26-29 gennaio 2022<br />

Verona<br />

www.fieragricola.it<br />

ISM e Prosweets<br />

30 gennaio - 2 febbraio 2022<br />

Colonia, Germania<br />

www.prosweets.com<br />

www.ism-cologne.com<br />

Prowein<br />

27-29 marzo 2022<br />

Düsseldorf, Germania<br />

www.prowein.it<br />

Vinitaly<br />

10-13 aprile 2022<br />

Verona<br />

www.vinitaly.com<br />

Anuga FoodTec<br />

26-29 aprile 2022<br />

Colonia, Germania<br />

www.anugafoodtec.com<br />

Ipack-Ima<br />

3-6 maggio 2022<br />

Milano<br />

www.ipackima.com<br />

IFFA<br />

14-19 maggio 2022<br />

Monaco di Baviera, Germania<br />

www.iffa.de<br />

Packaging Première<br />

24-26 maggio 2022<br />

Milano<br />

www.packagingpremiere.it<br />

Hyspack<br />

24-27 maggio 2022<br />

Barcellona, Spagna<br />

www.hyspack.com<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

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23<br />

22_23_news appuntamenti.indd 23 11/10/21 11:04


ingredienti<br />

UNA FIBRA PER IL SETTORE CARNE<br />

NUTRAVA Citrus Fiber è la fibra completamente<br />

naturale e sostenibile lanciata<br />

recentemente da CP Kelco. Ottenuta direttamente<br />

dalle scorze di agrumi, è un ingrediente<br />

clean label con ottima funzionalità<br />

strutturante, da utilizzarsi in alternativa alle<br />

tradizionali gomme. Nutrava Citrus Fiber<br />

Boost - meat è un prodotto pensato per il<br />

settore carne, per la formulazione di prodotti<br />

emulsionati, come wurstel e mortadella, e<br />

piatti pronti, grazie alle sue proprietà emulsionanti<br />

e gelificanti.<br />

Le principali caratteristiche:<br />

- grazie al processo brevettato di defibrillazione<br />

a cui la fibra è sottoposta, presenta elevata<br />

capacità di legare l’acqua (18g/g), con un netto<br />

miglioramento delle rese. Inoltre i fenomeni di<br />

sineresi sono ridotti, aumentando la stabilità<br />

dei prodotti;<br />

- crea emulsioni stabili, operando sia a freddo<br />

che a caldo;<br />

- contribuisce ad esaltare gli aromi;<br />

- tollera la presenza di sali;<br />

- è compatibile con i tradizionali processi produttivi,<br />

per una corretta attivazione necessita di<br />

forte agitazione. Lavora anche a freddo.<br />

In Italia è distribuito da Faravelli Food Division.<br />

ESTRATTO DALLA MELA EFFICACE NELLA MODULAZIONE DEL GLUCOSIO<br />

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Dallo spirito di innovazione sostenibile<br />

e dal profondo know-how tecnologico<br />

di Roelmi HPC, realtà italiana che affonda<br />

le proprie radici imprenditoriali nella<br />

lunga tradizione mediterranea, nasce<br />

SelectSIEVE ® Apple, ingrediente attivo naturale<br />

per prodotti nutraceutici che agisce<br />

sulla gestione dei livelli di glucosio nel sangue<br />

(glicemia) e la promozione del benessere<br />

cardio-metabolico dei consumatori.<br />

Estratto dalle mele (Malus domestica<br />

Borkh.), SelectSIEVE Apple presenta un<br />

profilo polifenolico specifico – standardizzato<br />

e dall’elevata efficacia biologica – risultato<br />

dei moderni processi di estrazione<br />

che consentono non solo di preservare<br />

l’efficacia biologica degli attivi naturali<br />

contenuti nel frutto, ma anche di promuovere<br />

l’impegno dell’azienda nella<br />

sostenibilità ambientale, attraverso<br />

processi di economia circolare focalizzati<br />

sulla valorizzazione di sottoprodotti<br />

nobili dell’industria alimentare.<br />

Questo ingrediente è in grado di<br />

modulare attivamente l’assorbimento<br />

di glucosio nell’organismo<br />

e ridurre significativamente<br />

la glicemia, favorendo il mantenimento<br />

dei valori normali. Inoltre, i polifenoli di<br />

SelectSIEVE Apple svolgono un’azione<br />

protettiva sul sistema cardiovascolare,<br />

promuovendone la funzionalità e agendo<br />

sul metabolismo dei lipidi e del colesterolo.<br />

Recenti evidenze cliniche non solo hanno<br />

confermato l’azione positiva dell’ingrediente<br />

di Roelmi HPC sugli indicatori del<br />

benessere cardio-metabolico, ma hanno<br />

anche dimostrato l’efficacia di SelectSIEVE<br />

Apple nel supportare i processi fisiologici<br />

che coinvolgono il fegato, grazie all’azione<br />

epatoprotettiva svolta dai suoi fitonutrienti.<br />

La variazione dei parametri epatici analizzati,<br />

e specialmente dei livelli sierici di acido<br />

urico, riflette infatti l’efficacia del prodotto<br />

nel promuovere un’azione detossificante<br />

dell’organismo, che si somma alla già elevata<br />

azione antiossidante dei polifenoli della<br />

mela.<br />

SelectSIEVE Apple è un ingrediente adatto<br />

allo sviluppo di integratori alimentari dedicati<br />

alla promozione del benessere cardiometabolico<br />

e della funzione epatica, nonché<br />

al controllo del peso e alla gestione dei<br />

sintomi vascolari associati alla menopausa.<br />

Un esempio di integratore alimentare<br />

presente sul mercato a base<br />

di SelectSIEVE Apple, Acido<br />

α-Lipoico, Mioinositolo e Acido<br />

Folico è SINOPOL ® Forte che, grazie<br />

a una formulazione brevettata,<br />

è utile a contrastare eventuali<br />

deficit di tali nutrienti. L’equilibrio<br />

fisiologico della donna in alcuni<br />

periodi della vita può risultare<br />

alterato: la regolarità di alcuni<br />

processi fisiologici è alla base della<br />

natura stessa del genere femminile.<br />

24<br />

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ingredienti<br />

PROTEINE VEGETALI IN POLVERE<br />

ABS Food propone delle proteine<br />

vegetali in polvere che<br />

garantiscono un aumento proteico<br />

del prodotto finito equiparabile<br />

a quello delle proteine<br />

animali, ma senza grassi saturi.<br />

Le alternative proteiche vegetali<br />

oltre a migliorare significativamente<br />

la salute umana, contribuiscono<br />

alla sostenibilità ambientale<br />

grazie a coltivazioni<br />

eco-compatibili.<br />

ABS Food amplia costantemente<br />

la gamma di proteine<br />

vegetali in polvere con matrici<br />

innovative, le più recenti sono<br />

le leguminose allergen free pisello,<br />

fagiolo verde e fava. Le<br />

proteine vegetali in polvere<br />

sono inserite nei preparati per<br />

la nutrizione sportiva come barrette<br />

e bevande, sono aggiunte<br />

agli impasti nei prodotti da forno.<br />

Sono utilizzate in tutte le<br />

formulazioni Low Carb e infine<br />

trovano utilizzo anche in zuppe,<br />

salse, creme spalmabili e dressing.<br />

Possono essere inoltre<br />

adottate sia nei prodotti carne<br />

e pesce e in tutto il mondo analogue.<br />

Infatti per la loro origine<br />

completamente vegetale sono<br />

ingredienti adatti anche ai consumatori<br />

vegani, vegetariani e<br />

alle nuove tendenze flexitarian.<br />

Queste referenze sono disponibili<br />

a richiesta anche nella versione<br />

biologica e gluten free.<br />

Le proteine isolate, grazie ad<br />

efficienti e moderni metodi di<br />

estrazione, conservano un’altissima<br />

percentuale di proteine<br />

e una presenza ridotta di grassi<br />

e zuccheri. Sono adatte ad<br />

aumentare l’apporto proteico<br />

senza incrementare il livello di<br />

calorie nei cibi.<br />

Le proteine isolate sono ottimi<br />

agenti emulsionanti, in grado di<br />

assorbire acqua ed olio, hanno<br />

un’ottima distensibilità e una<br />

bassa viscosità, oltre ad interessanti<br />

proprietà gelificanti e<br />

leganti. Ne esistono di diverse<br />

matrici e di diverse funzionalità<br />

a seconda del prodotto di riferimento.<br />

Le proteine concentrate sono<br />

un’alternativa ideale per incrementare<br />

il contenuto proteico<br />

in molteplici prodotti alimentari<br />

tra cui: snacks, pane, prodotti<br />

da forno, sostituti dei pasti,<br />

prodotti a base di carne, pasta,<br />

alimenti per lo sport e integratori,<br />

anche vegetariani e vegani.<br />

> estrusori > dosatori > componenti > trasporto pneumatico > sistemi completi<br />

COMPONENTI DI COPERION.<br />

TECNOLOGIA INNOVATIVA.<br />

DESIGN IGIENICO.<br />

+ Sistema di controllo velocità rotore RotorCheck<br />

+ Disponibili versioni per lavaggio in CIP<br />

+ Massima affidabilità operativa<br />

+ Accessibilità ottimale<br />

+ Pulizia senza residui<br />

Le rotocelle e i deviatori innovativi di Coperion definiscono gli standard nelle applicazioni sanitarie. Risparmiano<br />

tempo e costi dovuti alla pulizia rapida ed efficiente e si sono dimostrati efficaci in applicazioni come la produzione<br />

di latte in polvere e alimenti per l’infanzia. www.coperion.com/components/hygienic<br />

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Via Volturno, 37<br />

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Tel: +39 039 883107<br />

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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

25<br />

24_25_news ingredienti.indd 25 11/10/21 11:18


scienza e tecnologia<br />

Uno studio del<br />

Politecnico di Torino<br />

insieme all’Università<br />

di Ribeirão Preto<br />

illustra le tecniche<br />

a secco per la<br />

riduzione del<br />

particolato<br />

dei generatori di calore<br />

a biomassa. Partendo<br />

dal caso dell’industria<br />

della canna da<br />

zucchero<br />

in Brasile.<br />

EMISSIONI SOTTO CONTROLLO<br />

SENZA PERDITE D’ACQUA<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

26<br />

In Brasile e in altri paesi si utilizza mediamente molta acqua<br />

per mettere in funzione sistemi di abbattimento delle emissioni<br />

di particolato (indicato solitamente col termine PM),<br />

chiamati “wet scrubbers” (torri di lavaggio). In questi dispositivi<br />

si “polverizza” acqua in una colonna per inglobare le<br />

particelle nelle goccioline d’acqua. Questo sistema è utilizzato<br />

soprattutto per abbattere le emissioni provenienti da<br />

generatori di vapore alimentati con bagassa, ovvero i residui<br />

della lavorazione industriale della canna da zucchero. Il vapore<br />

e l’energia ottenuti per mezzo della combustione della<br />

bagassa sono necessari al funzionamento degli impianti per<br />

la produzione di zucchero e alcool. Tuttavia le torri di lavaggio<br />

producono fanghi che contengono sostanze nocive e per<br />

questo devono subire un trattamento specifico, senza essere<br />

smaltiti tali e quali.<br />

Esistono anche tecnologie a secco, che dunque non richiedono<br />

l’uso di acqua, oggi molto più preziosa di un tempo, e che<br />

garantiscono comunque il controllo delle emissioni. I problemi<br />

di queste tecniche innovative sono rappresentati dai costi di<br />

investimento iniziali e, molto spesso, dalle abitudini consolidate<br />

che non vengono messe in discussione, specialmente perché<br />

la maggior parte dei produttori di zucchero e alcol sono<br />

restii alle innovazioni.<br />

In un articolo di recente pubblicazione sulla rivista “Springer<br />

Nature Content Sharing Initiative”, nella sezione “Clean<br />

Technologies and Environmental Policy”, il professor Paolo<br />

Tronville – docente di Fisica Tecnica Ambientale del<br />

Dipartimento Energia “Galileo Ferraris” al Politecnico di Torino,<br />

insieme al professor Murilo Innocentini – docente di Ingegneria<br />

Chimica presso l’Università di Ribeirão Preto – parte dal caso<br />

studio dell’industria della canna da zucchero brasiliana per illustrare<br />

i problemi ambientali ed economici del sistema basato<br />

sui “wet scrubbers”, fornendo indicatori di prestazioni<br />

aggiornati e alternative per l’ottimizzazione di un sistema di<br />

www.interprogettied.com<br />

26_27_ART polito.indd 26 11/10/21 11:39


scienza e tecnologia<br />

pulizia dei fumi allo scopo di promuovere<br />

una gestione più razionale dell’acqua<br />

pulita e delle acque reflue, con un potenziale<br />

risparmio per il settore della<br />

canna da zucchero.<br />

Nell’articolo si dimostra come l’uso di<br />

torri di lavaggio possa comportare perdite<br />

significative di acqua ed energia,<br />

così come alti costi operativi per le stazioni<br />

di trattamento delle acque reflue<br />

(WTS). Come caso studio è stato scelto<br />

appunto quello del Brasile, in quanto<br />

maggiore produttore mondiale di canna<br />

da zucchero, partendo dai dati di un tipico<br />

impianto di produzione di etanolo<br />

e zucchero nel paese sudamericano. Gli<br />

indicatori chiave delle prestazioni di un<br />

generatore di vapore e delle torri di lavaggio<br />

sono stati valutati in modo sperimentale<br />

nel corso di una stagione di<br />

raccolta della canna da zucchero e sono<br />

stati confrontati con i requisiti legali di<br />

emissioni di particolato e di qualità<br />

dell’acqua in Brasile. I risultati evidenziano<br />

l’inefficienza del sistema ad acqua,<br />

che ha utilizzato solo il 30% dell’acqua<br />

per far funzionale la torre di lavaggio e il<br />

70% per trasportare il materiale particellare<br />

secco raccolto nel condotto di<br />

scarico del generatore di vapore, negli<br />

scambiatori di calore e nel sistema di<br />

separazione con multiciclone.<br />

L’evaporazione ha causato la perdita in<br />

atmosfera del 10,5% dell’acqua di la-<br />

vaggio. Infine, il trasporto del materiale<br />

particellare umido così raccolto (7,9 t/h<br />

con il 78% di acqua al proprio interno)<br />

per lo smaltimento nei campi comporta<br />

costi significativi di carburante, oltre alle<br />

notevoli perdite di acqua. L’inefficienza<br />

è anche economica: il funzionamento<br />

della stazione di trattamento delle acque<br />

reflue ha rappresentato il 62% della spesa<br />

totale di capitale del sistema di pulizia,<br />

mentre la torre di lavaggio ha rappresentato<br />

solo il 38%.<br />

Come detto, in Brasile e altrove per decenni<br />

i “wet scrubbers” sono stati utilizzati<br />

per controllare il particolato<br />

emesso dai generatori di vapore.<br />

Questa scelta era giustificata dalle loro<br />

prestazioni accettabili nel soddisfare gli<br />

standard ambientali, dall’abbondanza<br />

di risorse idriche e dal fatto che il loro<br />

funzionamento era più semplice e<br />

meno costoso di altre operazioni di pulizia<br />

a secco. Tuttavia, il progressivo inasprimento<br />

dei limiti di emissione di<br />

materiale particellare, così come la necessità<br />

di una gestione più razionale<br />

dell’acqua e delle acque reflue in queste<br />

applicazioni, ha cambiato questi<br />

presupposti. Nonostante la vasta letteratura<br />

tecnica sui “wet scrubber”, la<br />

mancanza di indicatori aggiornati sulle<br />

loro prestazioni nella industria della<br />

canna da zucchero ha finora impedito<br />

la loro ottimizzazione.<br />

Schema<br />

di funzionamento<br />

del sistema<br />

di abbattimento<br />

delle emissioni<br />

di particolato<br />

(Wet Scrubber)<br />

con le relative<br />

problematiche<br />

In tutti i casi in cui esistono processi produttivi<br />

che generano correnti gassose<br />

calde che necessitano di essere depurate<br />

da materiale particellare, l’analisi<br />

dell’articolo può essere utile allo scopo<br />

di dimostrare che l’uso di torri di lavaggio<br />

causa una perdita di energia e di<br />

acqua che può essere ovviato con l’adozione<br />

di sistemi a secco.<br />

IL PROGETTO DI UN IMPIANTO PILOTA<br />

IN BRASILE<br />

“Grazie ai risultati ottenuti con questo<br />

studio – commenta il professor Paolo<br />

Tronville – ci auguriamo di potere presto<br />

installare in Brasile un impianto pilota<br />

che possa concretamente dimostrare<br />

come è possibile coniugare un<br />

minore impatto ambientale e costo di<br />

esercizio pur mantenendo il controllo<br />

delle emissioni”.<br />

“La partnership tra POLITO e UNAERP è<br />

stata essenziale per dimostrare che la<br />

gestione dell’acqua utilizzata per la pulizia<br />

dei fumi prodotti da generatori di<br />

vapore alimentati a bagassa è ancora<br />

trascurata e antieconomica in gran parte<br />

degli impianti che producono zucchero<br />

ed etanolo. In questo modo si sciupano<br />

energia termica e acqua, entrambe<br />

risorse preziose al giorno d’oggi”, sottolinea<br />

il professor Murilo Innocentini. “Gli<br />

stessi problemi possono verificarsi in<br />

tutti i generatori di vapore alimentati a<br />

biomassa dove si usa acqua per controllare<br />

le emissioni di particolato e limitare<br />

l’impatto ambientale. La nostra partnership<br />

propone alternative per l’implementazione<br />

e l’ottimizzazione di tecnologie<br />

di pulizia dei fumi a secco per<br />

aiutare le industrie a rispettare i limiti<br />

delle emissioni di PM ma con risparmi<br />

nel processo. La nostra intenzione è stabilire<br />

una partnership con le industrie<br />

interessate a tale ottimizzazione, per<br />

esempio, attraverso la costruzione di un<br />

impianto pilota per mettere alla prova i<br />

collettori a secco, o anche il ridimensionamento<br />

dei loro scrubber a umido affinché<br />

diventino più economici ed ecologici.<br />

Ingegneri e studenti di POLITO e<br />

UNAERP sono i benvenuti a bordo per<br />

affrontare questa sfida”.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

27<br />

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scienza e tecnologia<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

28<br />

LASER FOTOACUSTICO CONTRO LE SOFISTICAZIONI<br />

Si chiama “SafeFood”, lo ha realizzato Enea<br />

ed è il primo sistema laser fotoacustico contro<br />

le sofisticazioni alimentari a disposizione<br />

di industrie alimentari e grandi catene di distribuzione.<br />

Il prototipo è in grado di rintracciare,<br />

in tempo reale, contaminanti su campioni<br />

non trattati con il prelievo di piccole<br />

quantità di prodotto. “Il sistema laser è stato<br />

progettato per essere installato lungo le linee<br />

di produzione. È facilmente trasportabile e si<br />

caratterizza per la rapidità di esecuzione della<br />

misura che viene svolta in pochi minuti”,<br />

spiega Luca Fiorani, ricercatore Enea del<br />

Laboratorio Diagnostiche e Metrologia del<br />

Centro Ricerche Enea di Frascati.<br />

La tecnica laser fotoacustica, oltre che per<br />

la rapidità, si distingue per la precisione e<br />

l’affidabilità nella rilevazione di alcune<br />

importanti frodi alimentari, come quelle<br />

che riguardano pesce, riso, succhi di frutta,<br />

olio, latte e spezie, in particolare origano<br />

e zafferano.<br />

I ricercatori Enea stanno già lavorando a un<br />

secondo prototipo da utilizzare direttamente<br />

nei punti vendita, dagli scaffali dei negozi<br />

ai banchi del mercato. “Il sistema che<br />

abbiamo messo a punto, infatti, non richiede<br />

il pretrattamento del campione con reagenti<br />

chimici e può quindi essere facilmente<br />

utilizzato da personale non specializzato,<br />

dopo una breve formazione”, sottolinea<br />

Fiorani.<br />

Il primo banco di prova per il prototipo è<br />

stata la rivelazione rapida di zafferano adulterato.<br />

Lo zafferano autentico, ottenuto da<br />

un fiore con tre stimmi che vengono raccolti<br />

ed essiccati, ha un alto costo e per questo<br />

si rischia che venga tagliato con un colorante,<br />

la tartrazina, o con spezie gialle come la<br />

curcuma. Partendo dallo zafferano puro,<br />

sono stati preparati vari campioni contaminati,<br />

per arrivare a concentrazioni di tartrazina<br />

e curcuma del 2%, in modo da testare<br />

la capacità del sistema di rivelarne quantità<br />

particolarmente basse. I risultati dello studio<br />

sono stati pubblicati in un articolo sulla rivista<br />

internazionale Sensors.<br />

Una tecnica usata in diagnostica medica<br />

Alla base di SafeFood c’è la spettroscopia<br />

laser fotoacustica, una tecnica già usata in<br />

diagnostica medica, rivelazione di esplosivi<br />

e monitoraggio dell’inquinamento, che<br />

dopo i lavori pionieristici con i laser a CO 2<br />

,<br />

oggi si avvale delle prestazioni e delle dimensioni<br />

ridotte dei laser a cascata quantica.<br />

Il sistema utilizza luce e suono per funzionare:<br />

gran parte della luce prodotta dal<br />

fascio laser è modulata a una frequenza<br />

acustica e inviata nella cella fotoacustica,<br />

dove interagisce con il campione generando<br />

un’onda sonora che viene captata da un<br />

microfono, il cui segnale viene successivamente<br />

amplificato. “L’onda sonora è tanto<br />

più forte quanto maggiore è l’assorbimento<br />

del campione: in questo modo si misura lo<br />

spettro di assorbimento infrarosso del campione,<br />

con il vantaggio, rispetto ad altre<br />

tecniche spettroscopiche, di poterlo irraggiare<br />

con una sorgente molto più potente.<br />

Gli spettri di un alimento e, quindi, di un<br />

contaminante non sono sempre chiaramente<br />

distinguibili. Fortunatamente, è possibile<br />

applicare agli spettri tecniche sofisticate,<br />

come l’analisi delle componenti principali,<br />

che consentono di discriminare differenti<br />

composti”, spiega Fiorani.<br />

Questo sistema laser ha già fatto il grande<br />

salto dal laboratorio all’industria. “Abbiamo<br />

un accordo con un’azienda dell’apicoltura<br />

per il controllo della filiera del miele, a partire<br />

dalla rilevazione della presenza di pesticidi<br />

in polline e api. Inoltre, abbiamo stipulato<br />

un contratto con l’azienda Chelab<br />

della multinazionale Mérieux NutriSciences<br />

Corporation, presente in 24 paesi, con 100<br />

laboratori e 7 mila dipendenti, che mira a<br />

proteggere la salute dei consumatori in tutto<br />

il mondo e offre una vasta gamma di<br />

servizi analitici e di consulenza per prodotti<br />

alimentari, ambientali, agrochimici, di consumo,<br />

cosmetici e farmaceutici”, conclude<br />

Fiorani.<br />

I ricercatori Enea stanno collaborando anche<br />

con altre due aziende in materia di antisofisticazione:<br />

Orsell, un’azienda di distribuzione<br />

di prodotti per l’alimentazione<br />

zootecnica, e Tecnoalimenti, un consorzio<br />

di ricerca tecnico-scientifica e per l’innovazione<br />

nell’industria agroalimentare, costituito<br />

da 31 imprese, che rappresentano circa<br />

il 12% delle vendite del settore in Italia, con<br />

la partecipazione del Fondo Ricerca<br />

Applicata del MIUR.<br />

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28_29_news scienza e tecnologia.indd 28 11/10/21 11:44


scienza e tecnologia<br />

MACROWINE HA RIUNITO GLI SCIENZIATI DELLA VITICOLTURA<br />

Chiude con un bilancio positivo l’ottava<br />

edizione di Macrowine, l’evento di riferimento<br />

mondiale per la ricerca scientifica<br />

nel settore vitivinicolo organizzato da<br />

Fondazione Edmund Mach, Università<br />

degli Studi di Verona e dall’Università degli<br />

Studi di Torino. Un grande successo di<br />

partecipazione: dal 23 al 30 giugno 428<br />

delegati di 23 paesi sono stati impegnati<br />

in 10 sessioni live della durata complessiva<br />

di 20 ore, ospitando i risultati più originali<br />

ed innovativi ottenuti dai centri di ricerca<br />

internazionali nel settore della<br />

vitienologia mondiale.<br />

L’edizione <strong>2021</strong> ha proposto un ricco programma<br />

di elevato livello scientifico, con<br />

argomenti che hanno spaziato dalla vigna<br />

al bicchiere, ovvero dalla diversità varietale<br />

dell’uva e dalle pratiche per una viticoltura<br />

sostenibile all’ecosistema microbico,<br />

dal campo al consumo finale, senza tralasciare<br />

la shelf life dei vini e gli strumenti a<br />

disposizione per supportare una viticoltura<br />

di precisione e innovativa.<br />

Hanno partecipato ricercatori da tutto il<br />

mondo, ma anche operatori e tecnici delle<br />

aziende produttrici ( il 18% dei partecipanti),<br />

molti dei quali provenienti dal<br />

mondo anglosassone. Nella cerimonia di<br />

chiusura i referenti organizzativi dei tre<br />

enti Maurizio Ugliano (Università di<br />

Verona), Luca Rolle (Università di Torino)<br />

e Fulvio Mattivi (Fondazione Edmund<br />

Mach) hanno passato il testimone all’Università<br />

di Bordeaux, a cui è stata assegnata<br />

l’organizzazione di Macrowine 2023.<br />

C’È UNA CORRELAZIONE TRA PERCEZIONE<br />

DELLA CANNELLA E GRADIMENTO DEI VINI ROSSI<br />

Una ricerca condotta dall’Università di Trieste,<br />

in collaborazione con l’ospedale materno infantile<br />

Burlo Garofolo, ha scoperto per la prima<br />

volta la correlazione genetica tra un recettore<br />

dell’olfatto, la percezione della cannella e<br />

il senso di piacevolezza per i vini rossi che contengono<br />

cinnamaldeide, una sostanza che dà<br />

origine a sentori di cannella. Si tratta di un<br />

nuovo passo nel campo della genetica delle<br />

Il professor Paolo Gasparini, ordinario<br />

di genetica medica all’Università di Trieste,<br />

insieme al suo team<br />

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preferenze alimentari, al punto che è stato<br />

incluso da Elsevier, casa editrice della rivista<br />

Food, Quality & Preference che ha pubblicato<br />

lo studio e principale editore mondiale in ambito<br />

medico e scientifico, nella newsletter periodica<br />

che presenta gli studi più interessanti<br />

ai giornalisti di tutto il mondo.<br />

Il professor Paolo Gasparini, ordinario di genetica<br />

medica all’Università di Trieste, responsabile<br />

del servizio di genetica medica e direttore<br />

del dipartimento dei servizi di<br />

diagnostica avanzata presso l’IRCCS Burlo<br />

Garofolo, studia da anni la genetica degli organi<br />

di senso, insieme al team di ricercatrici<br />

Maria Pina Concas, Anna Morgan, Giulia<br />

Pelliccione e Giorgia Girotto. Le preferenze<br />

alimentari individuali sono influenzate da<br />

molti fattori come la cultura, la disponibilità<br />

di cibo, gli aspetti nutrizionali e la genetica,<br />

che analizza come i geni coinvolti in queste<br />

funzioni determinano la capacità percettiva.<br />

Tra i fattori genetici, un esempio significativo<br />

riguarda il gene TAS2R38, determinante per<br />

le differenze individuali nella percezione del<br />

gusto amaro. In particolare, è noto che le variazioni<br />

del gene TAS2R38 determinano le<br />

preferenze per diversi cibi amari come le verdure<br />

brassiche, le bevande alcoliche, ma anche<br />

i cibi piccanti, i dolci e i grassi aggiunti.<br />

Che un individuo apprezzi o meno il gusto<br />

amaro, dipende dalla genetica.<br />

A oggi, si sa ancora poco riguardo alla genetica<br />

dell’olfatto, una funzione umana fondamentale<br />

per interagire con l’ambiente e molto<br />

complessa, considerato che esseri umani percepiscono<br />

gli odori attraverso un repertorio di<br />

oltre 400 recettori olfattivi (OR).<br />

Nello studio di Università di Trieste e IRCCS<br />

Burlo Garofolo viene descritta un’associazione<br />

significativa tra il riconoscimento degli odori<br />

della cannella e la variante rs317787, situata<br />

in un gruppo di geni di recettori olfattivi. Sulla<br />

base di questi dati, i ricercatori hanno replicato<br />

l’effetto della stessa variante (rs317787)<br />

sull’identificazione degli odori della cannella<br />

ed è stata esaminata ogni possibile associazione<br />

con il gradimento del vino, che quando<br />

invecchiato in botti di legno è caratterizzato<br />

da aromi di cannella.<br />

L’analisi è stata condotta su un campione di<br />

2.374 individui italiani provenienti da “isolati<br />

genetici”, cioè piccole comunità geograficamente<br />

isolate dove è presente una certa<br />

omogeneità genetica. L’analisi dei risultati ha<br />

confermato che l’allele rs317787-T è associato<br />

a una migliore identificazione della cannella<br />

e, allo stesso tempo, a un maggiore<br />

gusto per il vino rosso.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

29<br />

28_29_news scienza e tecnologia.indd 29 13/10/21 15:29


macchine<br />

Lapp ha soddisfatto<br />

la necessità di Acmi<br />

di semplificare<br />

il cablaggio,<br />

a bordo macchina,<br />

dei robot impiegati<br />

nei palettizzatori<br />

e depalettizzatori.<br />

LA SFIDA DEL CABLAGGIO<br />

NELLE LINEE PER IL PACKAGING<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

30<br />

Elevata personalizzazione e riduzione del time-to-market:<br />

queste le motivazioni che hanno condotto Acmi<br />

Spa – azienda italiana specializzata nella produzione di<br />

linee complete di confezionamento, chiavi in mano,<br />

per il settore food & beverage – a scegliere Lapp – leader<br />

nello sviluppo e produzione di soluzioni integrate<br />

nella tecnologia di connessione e cablaggio – in qualità<br />

di partner di riferimento per i cavi speciali, destinati<br />

ai sistemi di automazione delle proprie linee. Un rapporto<br />

consolidato in oltre 15 anni di collaborazione e<br />

testimoniato, più recentemente, dallo sviluppo di un<br />

kit di cavi ad hoc per applicazioni robot.<br />

Dal 1984, Acmi è attiva nell’ambito dell’automazione<br />

del confezionamento. Ha depositato molteplici brevetti<br />

che, negli anni, hanno tracciato nuove frontiere del<br />

packaging. Inoltre, l’impiego di sistemi robotici ha permesso<br />

all’azienda di ricoprire una posizione all’avanguardia<br />

in termini di prestazioni, affidabilità e durata<br />

nel tempo delle linee. Al cuore dei progetti di cablaggio<br />

delle macchine Acmi, vi è la capacità di Lapp di rispondere<br />

alle diverse istanze tecniche, in funzione delle<br />

specifiche esigenze. In dettaglio, Lapp gestisce l’intero<br />

processo per il cablaggio, dallo studio all’ingegnerizzazione,<br />

lavorando fianco a fianco con il team del cliente.<br />

“Collaboriamo con Lapp da diversi anni e, spesso, sono<br />

proprio i clienti finali a richiedere l’utilizzo dei suoi cavi<br />

e accessori, universalmente riconosciuti per le caratteristiche<br />

di funzionalità e affidabilità”, dichiara Stefano<br />

Maio, coordinatore e referente di produzione area<br />

Hardware di Acmi. “Oltre alla qualità e all’ampia offerta<br />

di prodotti, la differenza nella scelta di Lapp, quale<br />

partner per il cablaggio delle nostre linee, risiede nell’ascolto<br />

attivo delle nostre esigenze. Questo si traduce<br />

in un approccio sempre propositivo nel consigliare e<br />

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proporre, sulla base della loro esperienza,<br />

l’opzione più adatta per<br />

ogni situazione, con particolare attenzione<br />

sia in termini tecnici, che<br />

d’investimento”.<br />

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La consulenza qualificata del team<br />

Lapp ha soddisfatto, infatti, la necessità<br />

di Acmi di semplificare il cablaggio,<br />

a bordo macchina, dei robot<br />

impiegati nei palettizzatori e<br />

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Tra le soluzioni che compongono il pacchetto fornito da Lapp<br />

ad Acmi spiccano i cavi per applicazioni flessibili delle gamme<br />

Ölflex ed Etherline e i sistemi di protezione del brand Silvyn<br />

depalettizzatori. In tal senso, grazie<br />

alla famiglia di cavi precablati<br />

ÖLFLEX ® Connect, Lapp ha realizzato<br />

un kit “su misura” di cavi pronti<br />

da installare che, oltre a ridurre notevolmente<br />

i tempi di cablaggio in<br />

fase di montaggio e smontaggio<br />

dell’impianto, assicura sempre il<br />

corretto posizionamento dei cavi,<br />

prevenendone eventuali danneggiamenti.<br />

Tra le soluzioni che compongono<br />

il pacchetto spiccano i<br />

cavi per applicazioni flessibili delle<br />

Lapp è leader nella fornitura di prodotti per la<br />

tecnologia di connessione e distribuisce cavi<br />

elettrici, pressacavi, connettori e accessori per<br />

un ampio campo di applicazioni industriali, anche<br />

in ambito Industry 4.0. Integratore di sistemi<br />

e soluzioni su misura, vanta, inoltre, un servizio<br />

qualificato che costituisce il valore<br />

aggiunto per il cliente.<br />

Lapp, azienda a conduzione familiare sin dalla sua<br />

fondazione nel 1959, conta a livello mondiale<br />

oltre 4.600 dipendenti, 20 siti produttivi e oltre<br />

43 filiali commerciali, per un fatturato di 1.128<br />

milioni di euro nel 2019/2020.<br />

La sede di Desio ospita un magazzino automatizzato<br />

collegato alle sedi logistiche europee del<br />

gruppo, per un totale di 40.000 referenze sempre<br />

disponibili, per consegne rapide e puntuali ovunque.<br />

LAPP opera in Italia nei seguenti settori:<br />

macchine e impianti, ingegneria industriale, industria<br />

alimentare, energia e mobilità.<br />

gamme Ölflex ed ETHERLINE ® e i<br />

sistemi di protezione del brand<br />

SILVYN ® . Infine, il kit garantisce rilevanti<br />

benefici anche per i clienti<br />

finali, in virtù della facilità e rapidità<br />

di manutenzione e sostituzione, attività<br />

che non richiedono fermi della<br />

linea.<br />

“La richiesta di automazione nell’industria<br />

del packaging è in aumento:<br />

prestazioni elevate e flessibilità, coniugate<br />

alla riduzione dei tempi di<br />

inattività, sono elementi strategici.<br />

In tal senso, i costruttori sono alla<br />

costante ricerca di metodi innovativi<br />

per aumentare l’efficienza delle<br />

proprie macchine”, dichiara<br />

Gaetano Grasso, Head of product<br />

management and marketing di<br />

Lapp. “Ringraziamo Acmi per la costante<br />

fiducia lungo un percorso di<br />

crescita, che ha visto evolvere e rafforzare<br />

la relazione tra le nostre due<br />

realtà, dalla fornitura dei primi cavi,<br />

fino alla progettazione e realizzazione<br />

di ambiziosi progetti e sistemi<br />

per le linee di automazione”.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

31<br />

30_31_ART acmi lapp.indd 31 11/10/21 11:57


macchine<br />

MACCHINE PER IL PACKAGING: IL FATTURATO TORNA AI LIVELLI PRE-COVID<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

Matteo Gentili,<br />

presidente di Ucima<br />

Il settore delle macchine automatiche<br />

per il confezionamento<br />

e l’imballaggio chiude<br />

il primo semestre del <strong>2021</strong><br />

con un solido +21% rispetto<br />

allo stesso periodo del 2020.<br />

Tra gennaio e giugno l’export<br />

ha segnato un +19,3%, mentre<br />

il mercato domestico ha<br />

fatto registrare un +31,2%,<br />

sempre in confronto al fatturato<br />

del primo semestre 2020.<br />

Con questi dati l’intero comparto<br />

torna ai livelli pre-pandemia,<br />

con una differenza del<br />

solo -1,8% rispetto al primo<br />

semestre del 2019 (anno del<br />

record con il superamento a<br />

fine anno degli 8 miliardi di<br />

fatturato). Un risultato frutto<br />

del cumulato tra il primo trimestre<br />

(concluso con un<br />

+9,2%) e il secondo trimestre,<br />

nel quale le imprese associate<br />

hanno aumentato la<br />

variazione di fatturato rispetto<br />

a un anno fa al +29,4%. La<br />

crescita è simile sia sul mercato<br />

domestico (+34%), sia su<br />

quello estero (+28,4% in rapporto<br />

all’anno scorso). Il<br />

Centro Studi di Ucima-Mecs<br />

ha fornito anche i dati sugli<br />

ordini, cresciuti del +10,9%<br />

nel secondo trimestre e del<br />

+10,7% se si considera l’intero<br />

primo semestre.<br />

Lo stesso Centro Studi ha poi<br />

fornito i risultati del 2020, riportati<br />

nella nona Indagine<br />

Statistica Nazionale che ogni<br />

anno fotografa l’andamento<br />

del comparto. L’anno scorso i<br />

costruttori italiani di macchine<br />

automatiche per il packaging<br />

hanno sostanzialmente confermato<br />

il giro d’affari dell’anno<br />

procedente: dopo il record<br />

del 2019, il comparto registra<br />

infatti un calo contenuto su<br />

base annua pari al -2,9%, assestandosi<br />

su 7,81 miliardi, in<br />

linea con il risultato del 2018<br />

(7,9 miliardi). L’anno alle spalle<br />

ha visto inoltre aumentare<br />

sia il numero delle aziende<br />

censite (635 in totale, +3,1%),<br />

sia il numero degli occupati,<br />

salito a 35.630 addetti, con<br />

una crescita del 7%.<br />

I mercati internazionali<br />

e quello interno<br />

In linea con il 2019 il fatturato<br />

estero pesa per il 78%, pari a<br />

6,08 miliardi, ma subisce un<br />

calo del 4,1%. L’Unione europea<br />

si conferma la principale<br />

area di destinazione delle<br />

macchine italiane per il packaging<br />

e assorbe il 41% (2.087<br />

milioni di euro) del fatturato<br />

totale; seguita dall’Asia, al secondo<br />

posto con un valore di<br />

985,8 milioni di euro ed<br />

un’incidenza del 19,4%, e dal<br />

Nord America al terzo posto,<br />

con 733,1 milioni di euro<br />

(14,4%). Il Nord America è<br />

l’unica macroarea che, con un<br />

+5,9%, registra una crescita<br />

del fatturato rispetto al 2019,<br />

anno in cui l’export si fermò a<br />

6 9 1 , 9 m i l i o n i d i e u r o .<br />

Seguono Europa extra-UE<br />

(area che vale l’8,6%, con<br />

439,7 milioni), Africa e<br />

Oceania (8,4%) e Centro e<br />

Sud America (8,2%).<br />

Con 1,72 miliardi il mercato<br />

domestico è cresciuto nel corso<br />

del 2020, marcando un<br />

+1,9% rispetto al 2019 e confermando<br />

il trend positivo degli<br />

ultimi anni.<br />

Food&beverage primo<br />

settore di applicazione<br />

Nella suddivisione tra i settori<br />

clienti il 2020 conferma la<br />

predominanza del food & beverage,<br />

che incide per il<br />

58,2% sul volume d’affari<br />

complessivo. Il food, in particolare,<br />

vale da solo il 32,2%<br />

del fatturato totale (2.516<br />

milioni di euro), il beverage il<br />

26,0% con 2.032 milioni di<br />

euro di ricavi. Insieme registrano<br />

una crescita sul 2019<br />

pari al +1,7%.<br />

Il terzo posto per volumi spetta<br />

come nel 2019 al settore<br />

farmaceutico, con 1.356 milioni<br />

di euro (17,4% del totale).<br />

Segue il settore cosmetico,<br />

l’unico che cresce tra i<br />

settori non food, con 348,7<br />

milioni di fatturato e un balzo<br />

dell’11,4%. A chiudere la graduatoria<br />

sono i clienti dell’industria<br />

chimica, con 270 milioni<br />

di euro.<br />

La famiglia delle macchine<br />

per il packaging primario resta<br />

preponderante con il<br />

53,2% della distribuzione del<br />

fatturato, seguita dal packaging<br />

secondario (18,8%) e<br />

dalle macchine per il fine linea<br />

(13,9%).<br />

La struttura produttiva<br />

e le aspettative per il <strong>2021</strong><br />

Le 635 aziende italiane che<br />

producono macchinari per il<br />

confezionamento e l’imballaggio<br />

si concentrano principalmente<br />

lungo l’asse della<br />

via Emilia da Piacenza a Rimini<br />

– la cosiddetta packaging valley<br />

– con distretti produttivi<br />

a n c h e i n L o m b a r d i a ,<br />

Piemonte, Veneto e Toscana.<br />

L’analisi per classe di fatturato<br />

evidenzia la netta prevalenza<br />

di aziende di piccola dimensione<br />

(quelle sotto i 10 milioni<br />

di euro di fatturato costituiscono<br />

il 79% delle imprese),<br />

che pesano però circa il 17%<br />

sul fatturato complessivo.<br />

Mentre le realtà industriali più<br />

strutturate (sono 51 quelle<br />

sopra i 25 milioni di euro) realizzano<br />

il 68% del fatturato<br />

e il 74% delle esportazioni.<br />

“I dati del primo semestre<br />

<strong>2021</strong> dicono molto della bontà<br />

del lavoro fatto nel 2020,<br />

quando le nostre aziende non<br />

si sono mai fermate”, commenta<br />

Matteo Gentili, presidente<br />

di Ucima. “Anzi, il comparto<br />

ha colto l’occasione<br />

della difficile situazione nazionale<br />

e internazionale per migliorare<br />

e affinare ulteriormente<br />

le proprie soluzioni sul<br />

fronte delle tecnologie digitali<br />

e, per ora, ne stiamo vedendo<br />

i frutti”.<br />

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macchine<br />

Le soluzioni di Eaton<br />

hanno permesso<br />

a Officine di Cartigliano<br />

di intraprendere un<br />

percorso di trasformazione<br />

digitale finalizzata<br />

a realizzare tecnologie<br />

per l’essiccazione<br />

innovative e personalizzate.<br />

MACCHINE PER<br />

L’ESSICCAZIONE 4.0<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

34<br />

Officine di Cartigliano Spa – azienda italiana specializzata<br />

nello studio, progettazione e produzione di<br />

tecnologie per la lavorazione del pellame, applicate<br />

anche al settore alimentare – ha scelto Eaton per<br />

produrre macchine per l’essiccazione all’avanguardia<br />

e personalizzate sulla base delle specifiche esigenze<br />

dei clienti.<br />

L’integrazione delle soluzioni di Eaton ha supportato<br />

il processo di digitalizzazione dell’azienda e l’implementazione<br />

di una vision 4.0, abilitando grazie alla<br />

piattaforma SmartWire-DT e ad altri dispositivi intelligenti<br />

una gestione lean, smart ed efficiente dell’attività<br />

produttiva.<br />

L’azienda è stata inoltre in grado di ridurre i tempi di<br />

cablaggio del 50%, beneficiando di un impianto tre<br />

volte meno ingombrante e di un aspetto estetico delle<br />

macchine notevolmente migliorato.<br />

L’ESIGENZA DI UNA CONSERVAZIONE OTTIMALE FUORI DAL<br />

CICLO FRIGORIFERO<br />

Nel settore alimentare è consuetudine che alcuni prodotti<br />

vengano venduti e consumati in Paesi differenti da<br />

quello di origine, con il conseguente rischio di deterioramento<br />

nel lasso di tempo che intercorre tra la produzione<br />

e il consumo. Officine di Cartigliano ha quindi<br />

dovuto affrontare una sfida logistica e di conservazione<br />

che necessitava di una soluzione innovativa per assicurare<br />

una conservazione ottimale al di fuori del ciclo frigorifero<br />

e il mantenimento della qualità dei prodotti<br />

trattati.<br />

È stato perciò necessario implementare un sistema di<br />

gestione delle macchine e delle relative componenti in<br />

grado di fornire in real time informazioni sullo stato di<br />

essiccazione del prodotto, al fine di ridurre al minimo gli<br />

scarti e i fermi macchina indesiderati, con la possibilità<br />

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macchine<br />

di intervenire tempestivamente anche<br />

da remoto su eventuali malfunzionamenti.<br />

UNA SOLUZIONE SU MISURA PER LA<br />

DIGITALIZZAZIONE<br />

Eaton ha studiato le necessità di<br />

Officine di Cartigliano, con cui era già<br />

attiva una collaborazione, lavorando<br />

per identificare una soluzione smart,<br />

all’avanguardia e customer based per<br />

la digitalizzazione e modernizzazione<br />

delle macchine. Il progetto ha previsto<br />

l’integrazione nelle apparecchiature<br />

dell’azienda di una soluzione<br />

completa e rivoluzionaria composta<br />

dal pannello PLC HMI XV300, dal sistema<br />

di cablaggio intelligente<br />

SmartWire-DT (IP20 e IP67/69K), interruttori<br />

di protezione motore PKE,<br />

oltre ai fusibili elettronici PXS24 e alla<br />

pulsanteria RMQ-Titan.<br />

“Dopo aver valutato anche le proposte<br />

di altri player del mercato, Eaton<br />

è stata confermata per la fiducia maturata<br />

nel corso delle collaborazioni<br />

passate e per l’affidabilità delle sue<br />

soluzioni, professionali e all’avanguardia,<br />

nonché per l’efficienza del<br />

servizio di assistenza e supporto.<br />

Crediamo molto nell’innovazione,<br />

tanto da investire ogni anno il 15-<br />

20% del nostro fatturato in Ricerca e<br />

Sviluppo: affidarci a un partner che<br />

condividesse i nostri stessi valori si è<br />

rivelata una scelta vincente”, ha dichiarato<br />

Fernando Bressan, R&D<br />

Director - RF Division di Officine di<br />

Cartigliano.<br />

Nel dettaglio, l’implementazione di<br />

SmartWire-DT ha permesso di ridurre<br />

notevolmente l’ingombro dei cavi, i<br />

costi di progettazione e installazione,<br />

e di ottimizzare la manutenzione assicurando<br />

la continuità di servizio della<br />

macchina.<br />

Sostituendo il tradizionale e dispendioso<br />

cablaggio del circuito di comando<br />

con un singolo cavo SmartWire-DT,<br />

è stato inoltre possibile connettere il<br />

pannello PLC all’interno del quadro,<br />

dislocando i sensori e gli attuatori al<br />

suo esterno per ottenere maggiore<br />

semplificazione, sicurezza e riduzione<br />

degli errori. Il PLC HMI XV300 – con la<br />

sua grafica avanzata, touch screen<br />

capacitivo e tempi di risposta rapidi –<br />

ha permesso di migliorare l’interazione<br />

uomo-macchina e di semplificare<br />

la gestione dell’impianto, grazie a<br />

un’interfaccia utente estremamente<br />

intuitiva paragonabile a quella di uno<br />

smartphone.<br />

Inoltre, l’implementazione di<br />

SmartWire-DT ha agevolato la disponibilità<br />

di una maggiore quantità di<br />

dati e informazioni dettagliate in grado<br />

di abilitare un migliore controllo di<br />

processo, una diagnostica più approfondita<br />

e, non da ultimo, la manutenzione<br />

predittiva. I dati raccolti vengono<br />

infatti trasferiti in sicurezza e velocemente<br />

al cloud e, grazie al web server<br />

integrato, le informazioni rilevate dal<br />

campo vengono automaticamente<br />

convertite in pagine web basate su<br />

HTML-5 e visualizzate tramite il PLC<br />

HMI XV300.<br />

Infine, in occasione di questo progetto,<br />

Il progetto<br />

ha previsto<br />

l’integrazione<br />

di una soluzione<br />

completa composta<br />

dal pannello PLC<br />

HMI XV300,<br />

dal sistema<br />

di cablaggio<br />

intelligente<br />

SmartWire-DT<br />

(IP20 e IP67/69K),<br />

interruttori di<br />

protezione motore<br />

PKE, oltre ai<br />

fusibili elettronici<br />

PXS24 e alla<br />

pulsanteria RMQ-<br />

Titan<br />

Officine di Cartigliano ha utilizzato per<br />

la prima volta i fusibili elettronici PXS24<br />

di Eaton per migliorare la protezione<br />

dei circuiti a 24 V DC. Tale soluzione ha<br />

permesso di identificare velocemente i<br />

sovraccarichi e interrompere selettivamente<br />

l’alimentazione delle parti della<br />

macchina interessate, dando la possibilità<br />

all’azienda di tenere sotto controllo<br />

(anche virtualmente) l’intero sistema,<br />

oltre a prevenire i danni di ampia portata<br />

e rendere possibile lo spegnimento<br />

controllato del sistema.<br />

I BENEFICI NELLA GESTIONE DEI<br />

PROCESSI E DEI COSTI<br />

Nel contesto del mercato alimentare,<br />

caratterizzato per sua natura da una<br />

necessità crescente di soluzioni personalizzabili,<br />

l’offerta di Eaton ha<br />

permesso a Officine di Cartigliano di<br />

intraprendere un percorso innovativo<br />

di Digital Transformation che si è tradotto<br />

in benefici concreti dal punto<br />

di vista della gestione dei processi e<br />

dei costi, nonché di ulteriore crescita<br />

aziendale.<br />

“La soluzione SmartWire-DT è stata<br />

una grande sorpresa, una funzionalità<br />

aggiuntiva che si è rivelata determinante:<br />

senza questo sistema intelligente,<br />

semplice e veloce, le<br />

dimensioni dell’impianto sarebbero<br />

state tre volte maggiori. Inoltre, i tempi<br />

di cablaggio sono stati ridotti del<br />

50%. Anche l’aspetto estetico della<br />

macchina è indubbiamente migliorato:<br />

ora ci sono 6/7 cavi che escono dal<br />

quadro, in passato – con il cablaggio<br />

tradizionale – erano 60”, ha continuano<br />

Bressan.<br />

Infine, la possibilità di controllare da<br />

remoto il sistema abilitato da Eaton<br />

ha aperto nuove frontiere di gestione<br />

a distanza: Officine di Cartigliano è<br />

ora in grado di aprire una comunicazione<br />

con l’apparecchiatura e di intervenire<br />

tempestivamente in caso di<br />

necessità. Considerando che l’80%<br />

delle macchine viene esportata, questa<br />

funzionalità ha rappresentato un<br />

importante ed elevato valore aggiunto<br />

per il business.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

www.interprogettied.com<br />

35<br />

34_35_ART eaton.indd 35 11/10/21 12:05


energia<br />

IFFCO, specializzata<br />

nel packaging alimentare<br />

asettico, ha installato<br />

nello stabilimento<br />

di Marcianise un impianto<br />

di cogenerazione<br />

di Centrica Business<br />

Solutions, riducendo<br />

i costi energetici del 30%.<br />

EFFICIENZA ENERGETICA<br />

PER IL CONFEZIONAMENTO<br />

IN ASETTICO<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

36<br />

A Marcianise, in provincia di Caserta, è presente un distretto<br />

industriale d’eccellenza, dove sono localizzate<br />

importanti aziende del settore food & beverage a livello<br />

globale.<br />

IFFCO, azienda multinazionale operante nel settore del<br />

packaging alimentare, nata 25 anni fa in Campania e oggi<br />

di proprietà di una multinazionale basata negli Emirati<br />

Arabi, è la terza punta di diamante presente a Marcianise<br />

dopo Algida e Coca-Cola.<br />

Specializzata nella produzione di creme vegetali da cucina,<br />

spray e da montare, destinate sia ai professionisti di<br />

settore (cuochi, pasticcieri ecc.) sia al consumo domestico,<br />

l’azienda ha installato la soluzione presentata da Centrica<br />

Business Solutions, preferita rispetto ad altre proposte per<br />

l’elevata competenza nel settore alimentare.<br />

Lo stabilimento di IFFCO è estremamente energivoro, in<br />

quanto opera a ciclo continuo in un impianto di circa<br />

40.000 metri quadri, di cui la metà coperti, dove lavorano<br />

140 persone su tre turni e sfrutta la produzione e l’utilizzo<br />

del vapore a 14 bar per la sterilizzazione dei propri<br />

prodotti.<br />

La produzione alimentare dell’impianto, infatti, avviene<br />

in ambienti che operano in regime asettico, peculiarità<br />

che sono solitamente tipiche del settore farmaceutico.<br />

Proprio per la necessità di utilizzare il vapore, senza gravare<br />

eccessivamente sui costi energetici, IFFCO aveva già<br />

provveduto a installare, circa 15 anni fa, un primo cogeneratore,<br />

ospitato in un locale appositamente progettato<br />

e adiacente alle linee produttive, giunto però a fine vita.<br />

L’azienda ha così iniziato un’attenta valutazione di ciò che<br />

offriva il mercato per individuare l’opzione più indicata<br />

per soddisfare le proprie esigenze e ha optato per la soluzione<br />

presentata da Centrica Business Solutions, entrata<br />

in funzione nel corso del 2020.<br />

www.interprogettied.com<br />

36_37_ART centrica.indd 36 11/10/21 12:07


energia<br />

L’IMPORTANZA DI UN APPROVVIGIO-<br />

NAMENTO ENERGETICO STABILE<br />

“Data la deperibilità delle materie<br />

prime e dei prodotti, il settore alimentare<br />

risulta particolarmente vulnerabile<br />

ai tempi di inattività e alle<br />

interruzioni di corrente”, dichiara<br />

Christian Stella, Managing Director<br />

di Centrica Business Solutions Italia.<br />

“Con la maggior parte dei processi<br />

di produzione che dipende in maniera<br />

preponderante dall’energia, possedere<br />

un approvvigionamento<br />

energetico stabile e affidabile è fondamentale<br />

al fine di garantire che i<br />

produttori soddisfino gli standard<br />

normativi e le aspettative dei consumatori.<br />

Inoltre, l’elevata automazione<br />

dei processi, tipica del settore<br />

food & beverage, al fine di migliorare<br />

l’efficienza operativa e affrontare<br />

la carenza di personale, comporta<br />

una maggiore vulnerabilità ai guasti<br />

alle apparecchiature o alle interruzioni<br />

di corrente”.<br />

Centrica Business Solutions ha progettato,<br />

costruito e avviato il cogeneratore,<br />

realizzato su misura per adattarsi<br />

ai locali precedenti, con<br />

configurazione a “isola”, e ciò significa<br />

che in caso di interruzione o problemi<br />

alla linea elettrica proveniente<br />

dall’esterno, il cogeneratore è in grado<br />

di intervenire in tempo reale per<br />

garantire la continuità di funzionamento<br />

dei reparti chiave (come, ad<br />

esempio, i serbatoi asettici).<br />

L’impianto, che IFFCO ha scelto di<br />

acquistare direttamente, è composto<br />

da un’unità di cogenerazione E1165<br />

motorizzata Rolls Royce, dalla potenza<br />

elettrica nominale di 1.250 kWe,<br />

in grado di coprire circa il 70% del<br />

fabbisogno elettrico del sito.<br />

Grazie a una caldaia a recupero fumi<br />

viene prodotto anche vapore saturo<br />

alla pressione di 14 bar, che viene<br />

convogliato nell’impianto produttivo<br />

per le fasi di sterilizzazione Ultra-high<br />

temperature (UHT) dei prodotti.<br />

Centrica Business Solutions eroga a<br />

IFFCO un servizio di manutenzione<br />

pluriennale full-service all risk, che<br />

comprende anche test periodici sulle<br />

performance, volti ad assicurare la<br />

buona riuscita dell’investimento del<br />

cliente. Inoltre, ha seguito tutte le<br />

pratiche autorizzative, in aggiunta a<br />

quelle relative all’ottenimento dei titoli<br />

di efficienza energetica, particolarmente<br />

stringenti nel settore alimentare.<br />

“Abbiamo scelto Centrica Business<br />

Solutions perché i suoi specialisti si<br />

sono dimostrati quelli più competenti<br />

nel settore alimentare, e si sono<br />

avvicinati più di tutti gli altri ai nostri<br />

Christian Stella,<br />

Managing Director<br />

di Centrica<br />

Business Solutions<br />

Italia<br />

L’impianto,<br />

che IFFCO ha<br />

acquistato<br />

direttamente,<br />

è composto<br />

da un’unità di<br />

cogenerazione<br />

E1165 motorizzata<br />

Rolls Royce, dalla<br />

potenza elettrica<br />

nominale di<br />

1.250 kWe, in<br />

grado di coprire<br />

circa il 70%<br />

del fabbisogno<br />

elettrico del sito<br />

calcoli preliminari”, commenta<br />

Stefano Marasco, Operations and<br />

Supply Chain Director di IFFCO.<br />

“Inoltre, i colleghi dello stabilimento<br />

adiacente al nostro, di proprietà di<br />

Coca-Cola, hanno adottato un impianto<br />

gemello rispetto a quello scelto<br />

da noi e ci hanno riferito di essere<br />

molto soddisfatti sia sul fronte della<br />

tecnologia sia su quello dell’assistenza<br />

post-vendita”.<br />

Grazie al nuovo impianto, la decarbonizzazione<br />

di IFFCO supera le mille<br />

tonnellate l’anno di CO 2<br />

risparmiata.<br />

Inoltre, avviare un processo di efficientamento<br />

energetico, può comportare<br />

anche importanti vantaggi<br />

economici. L’incidenza dell’energia è<br />

tra le prime 4 voci di costo di un’azienda,<br />

come nel caso di IFFCO, e viste<br />

le peculiarità del mercato, caratterizzato<br />

da prodotti e prezzi<br />

abbastanza omologati, il risparmio<br />

sul prodotto finito, calcolato tra il 5 e<br />

il 7%, offre un vantaggio competitivo<br />

importante.<br />

Il risparmio in termini di costi economici<br />

valutato da IFFCO dovrebbe consentire<br />

all’azienda un ritorno dell’investimento<br />

in circa due anni. Grazie<br />

alla produzione di energia elettrica,<br />

IFFCO riduce infatti di circa il 30% i<br />

costi energetici, che prima ammontavano<br />

a circa 1,3 milioni di euro<br />

all’anno.<br />

Grazie a questi risultati, i prossimi<br />

passi nel percorso energetico di<br />

IFFCO sono la valutazione dell’adozione<br />

della trigenerazione e del fotovoltaico,<br />

oltre che il monitoraggio<br />

evoluto e in tempo reale dei parametri<br />

dell’impianto.<br />

www.interprogettied.com<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

37<br />

36_37_ART centrica.indd 37 11/10/21 12:07


componenti<br />

TELAIO IN VERSIONE DIVISIBILE<br />

I telai brevettati KEL-SNAP-S forniscono un montaggio rapido<br />

e senza attrezzi per i supporti passacavo KEL / KEL-U /<br />

KEL-QUICK / KEL-FG-A di Icotek. Gli armadi elettrici possono<br />

essere dotati del telaio KEL-SNAP in anticipo dal produttore<br />

per facilitare il successivo assemblaggio da parte del costruttore<br />

della macchina. Le piastre cieche BPK-SNAP vengono<br />

utilizzate quando i passacavi non sono più necessari o per<br />

chiudere le aperture prima del trasporto. Una guarnizione è<br />

già integrata nel telaio KEL-SNAP-S su entrambi i lati. Poiché<br />

il telaio snap-in è divisibile, può anche essere adattato senza<br />

problemi. In caso di modifica di un KEL-SNAP già installato,<br />

è possibile sostituirlo con un nuovo telaio senza dover scollegare<br />

tutti i cavi già passati e senza dover smontare il KEL<br />

esistente. Non è necessario far passare i cavi attraverso il<br />

KEL-SNAP-S, poiché il telaio divisibile viene agganciato insieme<br />

solo quando i cavi sono già stati fatti passare attraverso<br />

l’apertura.<br />

È possibile creare un’apertura di 46 mm invece di 36 mm. In<br />

questo modo è possibile far passare connettori multipolari<br />

preassemblati. Lo schema di foratura è identico alle altre<br />

soluzioni di ingresso cavi di icotek (eccezione: KEL-SNAP-B).<br />

I telai divisibili snap-in KEL-SNAP-S di icotek raggiungono la<br />

classe di protezione IP 54 (certificata secondo DIN EN 60529).<br />

La temperatura di esercizio è compresa tra -40°C e +140°C<br />

(statico).<br />

Campioni e certificati possono essere richiesti al produttore.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

SOLUZIONI A INNESTO RAPIDO PUSH-FIT<br />

John Guest (Gruppo RWC) presenta la sua<br />

gamma di soluzioni a innesto rapido<br />

push-fit per uso alimentare, distribuzione<br />

bevande e trattamento acqua. Dal punto<br />

di ingresso al punto di utilizzo fino ai collegamenti<br />

all’interno delle apparecchiature,<br />

le soluzioni push-fit di John Guest migliorano<br />

le prestazioni del sistema e<br />

forniscono efficienza di installazione e di<br />

funzionamento senza comprometterne la<br />

qualità o l’integrità.<br />

La gamma John Guest si adatta a molteplici<br />

applicazioni per la fornitura di bevande<br />

sempre ottime e fresche: distributori<br />

d’acqua e refrigeratori, apparecchi per la<br />

produzione di birra a caldo, distributori<br />

automatici di bevande, macchine per la<br />

produzione di gelato e sistemi di spillatura<br />

della birra. Inoltre, in termini di trattamento<br />

dell’acqua sia domestica che negli<br />

edifici commerciali, è ideale per addolcimento,<br />

refrigerazione, filtraggio, osmosi,<br />

pulizia, sanificazione e altro<br />

ancora.<br />

Le soluzioni JG, uniche e innovative,<br />

includono valvole<br />

d’intercettazione, valvole di<br />

non ritorno, tubi LLDPE e accessori vari.<br />

Le valvole di intercettazione a T di John<br />

Guest sono realizzate in Resina Acetalica<br />

con O-ring in EPDM, incorporano una<br />

valvola di non ritorno che impedisce il<br />

reflusso dei liquidi e una valvola a sfera<br />

in plastica da 1/4 di giro con leva all-inone.<br />

In grado di sopportare una pressione<br />

idrica di 12 bar a 20°C e di 6 bar a<br />

65°C, le valvole di intercettazione a T<br />

sono adatte per un utilizzo con acqua<br />

potabile e sono le uniche sul mercato in<br />

cui la leva è in un corpo<br />

unico con la valvola a<br />

sfera, annullando praticamente il rischio<br />

di rottura, più comune nei prodotti in cui<br />

la leva è a sé stante. Inoltre il prodotto è<br />

realizzato interamente in plastica, si evitano<br />

così problemi di corrosione, accumulo<br />

di calcare e ogni rischio di presenza<br />

di piombo nella fornitura idrica.<br />

Tra le soluzioni di John Guest è presente<br />

anche un kit di installazione acqua che<br />

include, oltre alla valvola di intercettazione<br />

con valvola di non ritorno integrata,<br />

anche un tubo alimentare dal diametro<br />

interno di 6,35 mm, un raccordo per<br />

elettrovalvola a filetto ¾ BSP femmina<br />

con guarnizione e un gomito con codolo<br />

girevole per il raccordo per elettrovalvola.<br />

Il kit è disponibile con attacco 3/8”x<br />

3/8” BSP e 3/8”x 1/2” BSP.<br />

Grazie a questo kit, è possibile beneficiare<br />

di una connessione push-fit a tenuta<br />

stagna, in grado di sostenere una<br />

portata superiore, e di un’estrema semplicità<br />

di installazione anche in spazi ristretti<br />

senza l’utilizzo di attrezzi, contando<br />

sulla massima sicurezza di non inquinare<br />

l’impianto dell’acqua a monte. Tutti i<br />

componenti possiedono certificazione<br />

alimentare quindi non sono tossici per gli<br />

alimenti.<br />

38<br />

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38_39_news componenti.indd 38 11/10/21 12:13


RIVISTA<br />

DELL’<br />

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70% - LO/MI - COSTO COPIA €10,00<br />

ANNO IX - NUMERO 1 - FEBBRAIO/MARZO 2020<br />

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icf<br />

APPUNTAMENTI<br />

ENERGIA<br />

SPS Italia: 10 temi per L’industria chimica<br />

per il 2020 un dialogo fra uomo e tecnologia punta a ridurre i consumi<br />

INDUSTRIA<br />

CHIMICA E<br />

FARMACEUTICA<br />

ANNOXI NUMERO1 FEBBRAIO/MARZO2020<br />

PRODUZIONE CHIMICA<br />

Le previsioni<br />

POSTE ITALIANE SPA•SPED. IN ABB. POSTALE•70%•LO/MI•COSTO COPIA € 8,00<br />

Il mercato globale<br />

degli emulsionanti<br />

RIVISTA DELLE<br />

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Gli investimenti nell’efficienza Materiali e certificazioni<br />

energetica della produzione alimentare per il packaging sostenibile<br />

SISTEMI PER PRODURRE<br />

POSTE ITALIANE SPA • SPED. IN ABB. POSTALE • 70% • L0/MI • COSTO COPIA € 8,00<br />

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la ubfornitura<br />

Bimestrale - anno XI - n°1 gennaio/febbraio 2020<br />

Pag. 10<br />

Pag. 20<br />

Pag. 32<br />

PMI<br />

SPS<br />

MACCHINE UTENSILI<br />

L’eccellenza dell’imprenditoria Se uomo e tecnologia Maggiore produttività nelle<br />

italiana<br />

dialogano sul futuro lavorazioni complesse<br />

ARCOPLEX GROUP<br />

“Le imprese italiane<br />

supereranno l’emergenza”<br />

ATTUALITÀ<br />

Plastic tax: una misura<br />

che fa discutere<br />

VERSALIS<br />

Opzioni per una<br />

circolarità virtuosa<br />

la<br />

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plastic a<br />

OGGI<br />

e<br />

DOMANI<br />

ANNOXXXI N.1 GENNAIO/FEBBRAIO 2020<br />

INSIEME<br />

CE LA FAREMO<br />

GUARDIAN TM<br />

ICF - Rivista dell'Industria Chimica<br />

e Farmaceutica è la nuova rivista di<br />

Interprogetti che, oltre ad offrire un quadro<br />

esaustivo sullo stato dell'arte dei due<br />

settori di riferimento, rappresenta uno<br />

strumento di lavoro qualificato, attraverso<br />

una presentazione completa dell'innovazione<br />

tecnologica ad essi dedicata.<br />

<strong>Tecnologie</strong> <strong>Alimentari</strong>, la rivista<br />

tecnico-scientifica di riferimento per<br />

i tecnologi alimentari, illustra le reali<br />

innovazioni, con i contributi dei massimi<br />

esperti dei diversi comparti del<br />

settore. Ingredienti macchine e attrezzature<br />

per ottenere l'eccellenza<br />

del prodotto alimentare.<br />

La Subfornitura, la rivista che presenta<br />

l'attuale realtà della lavorazione<br />

per conto terzi, i cui protagonisti<br />

hanno acquisito una maggiore specializzazione<br />

e collaborano con il<br />

committente per la messa a punto<br />

del prodotto finito.<br />

La Plastica Oggi e Domani rivista<br />

dedicata al settore materie plastiche<br />

che fornisce, un’informazione esaustiva<br />

sulle nuove tecnologie, i materiali<br />

e le applicazioni.<br />

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RIVISTA<br />

DELL’ INDUSTRIA<br />

CHIMICA E<br />

FARMACEUTICA<br />

Italia: ❏ spedizione ordinaria 40,00 €<br />

❏ contrassegno 43,00 €<br />

Estero: ❏ spedizione ordinaria 58,50 €<br />

❏ spedizione prioritaria Europa 65,00 €<br />

❏ spedizione prioritaria Africa, America, Asia 92,00 €<br />

❏ spedizione prioritaria Oceania 140,00 €<br />

Italia: ❏ spedizione ordinaria 61,00 €<br />

❏ contrassegno 65,00 €<br />

Estero: ❏ spedizione ordinaria 89,50 €<br />

❏ spedizione prioritaria Europa 101,00 €<br />

❏ spedizione prioritaria Africa, America, Asia 125,00 €<br />

❏ spedizione prioritaria Oceania 140,00 €<br />

Italia: ❏ spedizione ordinaria 61,00 €<br />

❏ contrassegno 65,00 €<br />

Estero: ❏ spedizione ordinaria 89,50 €<br />

❏ spedizione prioritaria Europa 101,00 €<br />

❏ spedizione prioritaria Africa, America, Asia 125,00 €<br />

❏ spedizione prioritaria Oceania 140,00 €<br />

Indirizzo a cui vanno effettuate le spedizioni:<br />

Nome ..............................................................................................<br />

Cognome........................................................................................<br />

Ditta/ente ........................................................................................<br />

Via...................................................................................................<br />

Città ...............................................................................................<br />

Prov .................Cap ..........................Naz .......................................<br />

Tel. ..................................................................................................<br />

e-mail .............................................................................................<br />

Informativa a richiesta di consenso - d.lgs 196/2003. Ai sensi dell’art.11 della Legge 675/96<br />

ed in relazione all’informativa che avete fornito sui dati richiesti, si esprime il consenso al trattamento<br />

ed alla comunicazione degli stessi.<br />

Firma ...............................................................................................<br />

Modalità di pagamento:<br />

❏<br />

Assegno bancario allegato alla presente in busta chiusa<br />

❏ Bonifico bancario IBAN IT10 T031 0422 9030 0000 0820 424<br />

❏<br />

Carta di credito:<br />

❏<br />

❏<br />

Scadenza ..................................................................................<br />

Italia: ❏ spedizione ordinaria 45,00 €<br />

❏ contrassegno 48,00 €<br />

Estero: ❏ spedizione ordinaria 60,00 €<br />

❏ spedizione prioritaria Europa 70,00 €<br />

❏ spedizione prioritaria Africa, America, Asia 85,00 €<br />

❏ spedizione prioritaria Oceania 100,00 €<br />

n. carta<br />

Titolare carta .............................................................................<br />

Firma ...............................................................................................<br />

Servizio abbonamenti<br />

Interprogetti Editori Srl - Via Statale 39 - 23888 La Valletta Brianza (LC)<br />

Tel/fax +39 039 5153705 - E-mail: abbonamenti@interprogettied.com<br />

38_39_news componenti.indd 39 11/10/21 12:13


packaging<br />

CONFEZIONE SOSTENIBILE 100% CARTA<br />

All’appuntamento con Sana <strong>2021</strong>, la<br />

Cooperativa Agricola Gino Girolomoni si è<br />

presentata con una rinnovata identità di<br />

marca, frutto di un lungo percorso affrontato<br />

nell’ultimo anno insieme alla Branding<br />

Agency italiana Robilant Associati, che ha<br />

portato a una messa a fuoco dei valori di<br />

sempre in un nuovo pack sostenibile e in un<br />

linguaggio contemporaneo.<br />

Fedele al pensiero e al lascito di Gino<br />

Girolomoni, la Girolomoni di oggi ribadisce<br />

il suo sogno e il suo impegno: “Dignità alla<br />

terra!” che diventa pay-off del brand e sancisce<br />

in questo modo visione, obiettivo e<br />

missione dell’impresa, anche per il futuro.<br />

L’impegno della Cooperativa è rivolto a una<br />

filiera integrata 100% biologica. Il grano<br />

viene coltivato in circa 400 aziende agricole<br />

italiane di cui il 76% marchigiane, viene macinato<br />

nel molino di proprietà, diventa semola<br />

che viene impastata con l’acqua di<br />

collina nel pastificio adiacente e si trasforma<br />

in pasta venduta in tutto il mondo.<br />

Il packaging, appunto, rappresenta l’ultimo<br />

anello di una intera filiera virtuosa e sostenibile.<br />

“Ci siamo interrogati a lungo su quale<br />

fosse la soluzione di confezionamento<br />

ideale per ‘chiudere il cerchio’, gestendo<br />

direttamente anche questo passaggio nella<br />

maniera meno impattante possibile”, spiega<br />

Giovanni Battista Girolomoni, presidente<br />

della cooperativa agricola e figlio del fondatore<br />

Gino. “Abbiamo scelto la carta”.<br />

Due tipi di confezionamento sono stati scelti<br />

per le 2 linee di prodotto principali. Per la<br />

linea Grano Duro, la gamma accessibile,<br />

una bobina 100% carta da foreste gestite<br />

in maniera responsabile - certificato classe<br />

A Aticelca. Gli inchiostri di stampa sono a<br />

base acqua e le lacche termosaldanti sono<br />

a base acqua e prive di solventi. Per i Grani<br />

Antichi, la nostra gamma più preziosa, abbiamo<br />

scelto un sacchetto in 100% carta<br />

riciclabile da foreste gestite in maniera responsabile,<br />

con finestra separabile in pellicola<br />

di cellulosa, differenziabile nell’umido.<br />

La finestra, applicata a registro per evitare<br />

sprechi, valorizza la grana e il colore delle<br />

nostre paste da grani antichi, rendendo giustizia<br />

alla ricchezza di sfumature dei nostri<br />

prodotti.<br />

UNA NUOVA SOCIETÀ PER LA FORNITURA DI PACKAGING SMART<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

Eviosys, protagonista nel settore degli imballaggi<br />

metallici, è da oggi una nuova società<br />

indipendente che si pone come priorità l’innovazione<br />

e la sostenibilità. L’azienda è il più<br />

grande produttore europeo di imballaggi in<br />

acciaio e alluminio per alimenti, con centinaia<br />

di clienti nell’industria alimentare e dei beni<br />

di consumo, a livello locale, europeo e mondiale.<br />

L’azienda si concentrerà su soluzioni di<br />

imballaggio uniche e innovative, combinando<br />

una ricca esperienza con una sempre più<br />

elevata attenzione all’innovazione, alla ricerca<br />

e allo sviluppo. La sostenibilità è alla base<br />

della filosofia aziendale di Eviosys, che presenta<br />

una gamma di prodotti realizzata con<br />

materiali riciclabili al 100%. La società promuoverà<br />

lo sviluppo di imballaggi totalmente<br />

ecologici, realizzando soluzioni che aiutino<br />

i clienti a raggiungere i loro obiettivi di sostenibilità,<br />

proteggendo al contempo il pianeta,<br />

le persone e le comunità.<br />

Con sette studi di progettazione e tre laboratori<br />

in tutta Europa, Eviosys rafforzerà il<br />

proprio ruolo di leader nelle soluzioni di<br />

smart packaging, offrendo proposte interessanti<br />

e innovative per aiutare i clienti a distinguersi<br />

dalla concorrenza e a cogliere le opportunità<br />

di crescita.<br />

Eviosys è la più grande realtà manifatturiera<br />

di settore in Europa, con 6.300 dipendenti,<br />

operanti in 44 sedi situate in 17 diversi paesi<br />

tra Europa, Medio Oriente e Africa (la cosiddetta<br />

area EMEA). Con i suoi impianti di produzione<br />

collocati in modo strategico, Eviosys<br />

continuerà il proprio impegno per la qualità<br />

indiscussa dei suoi prodotti che contribuiscono<br />

a preservare e promuovere la reputazione<br />

di brand locali e internazionali in oltre 100<br />

paesi di tutto il mondo.<br />

Tomás López, manager con decenni di esperienza<br />

alla guida di aziende del settore metal<br />

packaging, sarà il CEO. López è stato in precedenza<br />

amministratore delegato di Mivisa,<br />

prima dell’acquisizione da parte di Crown<br />

Holdings, avvenuta nel 2014. “Questo è un<br />

momento molto interessante per l’industria<br />

del packaging”, dichiara López. Eviosys combina<br />

200 anni di esperienza nella conservazione<br />

dei prodotti e nella promozione dei<br />

brand alla particolare attenzione all’innovazione<br />

per proteggere il pianeta. Con l’ampia<br />

presenza dell’azienda in tutta l’area EMEA, il<br />

lancio di Eviosys assume il significato di un<br />

vero e proprio cambio di passo per l’intero<br />

settore, che porterà a un packaging smart e<br />

sostenibile per tutti”.<br />

40<br />

www.interprogettied.com<br />

40_41_NEWS PACKAGING.indd 40 11/10/21 12:15


packaging<br />

GOGLIO SI RAFFORZA IN ASIA<br />

Goglio potenzia la propria presenza in<br />

Asia grazie a Simest. L’azienda di<br />

Daverio (VA) – tra i leader in Europa nel<br />

packaging flessibile – ha lanciato un<br />

nuovo piano di investimenti da oltre 15<br />

milioni di euro della Goglio Tianjin<br />

Packaging, la controllata cinese costituita<br />

nel 2004 in partnership con Simest<br />

e attiva sul mercato asiatico attraverso<br />

uno stabilimento a Tianjin attualmente<br />

specializzato nella produzione di grandi<br />

sacchi per il confezionamento di semilavorati<br />

di frutta ad uso industriale.<br />

Il piano verrà sostenuto da Simest che<br />

sottoscriverà un aumento di capitale per<br />

un ammontare di 6 milioni di euro, di<br />

cui 3 a valere sul Fondo di Venture<br />

Capital, strumento agevolativo gestito<br />

in convenzione con il Ministero degli<br />

Affari Esteri e della Cooperazione<br />

Internazionale.<br />

L’obiettivo dell’operazione è costruire<br />

all’interno dello stabilimento di Tianjin<br />

– che si estende su una superficie di<br />

54.000 m 2 , impiega circa 200 dipendenti<br />

ed è stato recentemente insignito<br />

del “Premio Panda per l’Innovazione”<br />

per gli investimenti in innovazione, ricerca<br />

e sviluppo tecnologico – un nuovo<br />

impianto unico nel suo genere in Cina<br />

per dimensioni e per la tecnologia d’avanguardia.<br />

Tale impianto permetterà<br />

incrementare la capacità produttiva,<br />

migliorare la qualità e la tipologia dei<br />

materiali utilizzati per i prodotti già in<br />

catalogo ed ampliare la gamma di specialità<br />

prodotte, introducendo i materiali<br />

ecosostenibili e quelli utilizzati per<br />

il confezionamento dei prodotti alimentari,<br />

soprattutto del caffè. Goglio mira<br />

in particolare a intercettare la sempre<br />

crescente domanda di caffè che sta sperimentando<br />

la Cina e il mercato asiatico<br />

legata alla diffusione di catene come<br />

Starbucks, Costa Coffee e anche<br />

McDonalds, nonché alla nascita in anni<br />

recenti, di catene di caffetterie locali<br />

come Luckin Coffee.<br />

“L’ampliamento dell’impianto di Tianjin<br />

– spiega Davide Jarach responsabile<br />

Sviluppo Strategico di Goglio Spa e presidente<br />

di Goglio Tianjin Packaging – ci<br />

consentirà di incrementare la nostra capacità<br />

produttiva e integrarla con nuove<br />

soluzioni che adesso non possiamo realizzare,<br />

come ad esempio le confezioni<br />

per il caffè, settore nel quale abbiamo<br />

expertise e leadership riconosciute a livello<br />

internazionale. Il nostro obiettivo è<br />

cogliere le eccezionali prospettive di sviluppo<br />

che presentano il mercato cinese<br />

e quello asiatico più in generale. In<br />

quest’ottica siamo lieti di poter fare affidamento<br />

su un partner affidabile come<br />

Simest, che in questi anni ha fornito un<br />

supporto importantissimo alla nostra<br />

crescita in questi mercati”.<br />

“Affiancare aziende come Goglio che,<br />

nonostante l’attuale momento di forte<br />

discontinuità, puntano sulla ricerca e<br />

sull’innovazione, è il nostro principale<br />

obiettivo”, ha dichiarato Mauro<br />

Alfonso, amministratore delegato di<br />

Simest. “Abbiamo supportato il Gruppo<br />

Goglio sin dal suo ingresso in Cina e<br />

siamo orgogliosi di continuare a sostenerne<br />

l’azione di potenziamento internazionale.<br />

Da 30 anni Simest si propone<br />

come partner istituzionale delle aziende<br />

italiane che investono all’estero, facilitando<br />

le relazioni con le autorità locali<br />

e, anche grazie all’intervento del Fondo<br />

di Venture Capital, ottimizzando la<br />

struttura finanziaria dell’iniziativa”.<br />

IL COCCO PER LA PRIMA VOLTA NEL DOYPACK<br />

Da Frullà Bio un’autentica novità<br />

per il mercato Italia: il cocco<br />

arriva per la prima volta nel<br />

doypack. La linea dedicata alla<br />

frutta frullata biologica si arricchisce,<br />

infatti, di un mix che propone<br />

in un unico doypack da<br />

100 grammi tre frutti per un<br />

gusto autentico, appagante e<br />

inconfondibile: mela, cocco,<br />

ananas. Si tratta di una novità<br />

per il mercato italiano, dove esistono<br />

doypack dal gusto tropicale,<br />

ma fino ad ora nessuno<br />

proponeva fra i frutti il cocco.<br />

Frullà è il marchio di Natura<br />

Nuova che da una decina di<br />

anni identifica i prodotti a base<br />

di frutta fresca frullata. Prodotti<br />

nati da un’accurata selezione<br />

delle materie prime. Solo frutta,<br />

senza l’aggiunta di zuccheri,<br />

conservanti o altri ingredienti.<br />

Per una merenda sana e gustosa.<br />

Frullà racchiude la bontà e le<br />

virtù della frutta fresca grazie a<br />

un metodo esclusivo di lavorazione:<br />

l’estrazione a freddo, che<br />

in pochi secondi e in ambiente<br />

asettico trasforma la frutta in<br />

polpa pronta, gustosa e genuina,<br />

scartando torsoli e buccia.<br />

Frullà aiuta ad assumere ogni<br />

giorno una delle cinque porzioni<br />

di frutta e verdura raccomandata<br />

dai nutrizionisti.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

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41<br />

40_41_NEWS PACKAGING.indd 41 11/10/21 12:15


indagine di mercato<br />

Nelle applicazioni<br />

alimentari, il settore<br />

ha raggiunto un<br />

valore di 750<br />

milioni di dollari.<br />

Un mercato ancora<br />

contenuto rispetto<br />

al pharma, ma<br />

in costante<br />

crescita, grazie<br />

all’attenzione<br />

di consumatori<br />

e normative<br />

alle esigenze della<br />

Food Safety.<br />

Foto Hyperbaric<br />

di Giuseppe<br />

Tamburini<br />

IMPIANTI DI STERILIZZAZIONE:<br />

AUMENTA LA RICHIESTA<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

42<br />

La sterilizzazione degli alimenti è un processo utilizzato<br />

dall’industria alimentare soprattutto per conferire a prodotti<br />

in confezioni ermetiche conservabilità, stabilità e<br />

sicurezza dal punto di vista microbiologico. La sterilizzazione<br />

è una delle principali e più fondamentali tecniche<br />

di conservazione degli alimenti; un alimento, dopo che è<br />

stato preparato per il consumo, se non utilizzato subito<br />

deve essere conservato, ovvero reso stabile e sicuro per<br />

un determinato periodo di tempo. Il processo di sterilizzazione<br />

infatti comporta l’eliminazione o, per lo meno,<br />

l’inattivazione dei microrganismi e degli enzimi eventualmente<br />

presenti nell’alimento, che potrebbero produrre<br />

modifiche strutturali e/o chimiche in grado di dar luogo<br />

a modificazioni indesiderate dal punto di vista microbiologico<br />

e, di conseguenza, avere un impatto negativo sulla<br />

salute del consumatore.<br />

La sterilizzazione è qualcosa di più della disinfezione, in<br />

quanto tende a distruggere tutte le forme vegetative (siano<br />

esse batteri patogeni e non) che siano presenti nell’alimento,<br />

mentre la disinfezione si limita a distruggere i<br />

germi patogeni esterni al prodotto da disinfettare.<br />

La sterilizzazione si differenzia anche dalla pastorizzazione,<br />

che usa temperature più basse (tra i 60 e gli 85°C),<br />

per un tempo abbastanza prolungato, e non distrugge le<br />

spore e i microrganismi resistenti anche a temperature<br />

elevate. Ne consegue che l’alimento che è stato pastorizzato<br />

si conserva per tempi più brevi, e necessita di precise<br />

modalità di conservazione, quali la refrigerazione.<br />

In sintesi, si può affermare che la sterilizzazione fa sì che<br />

l’alimento non solo si conservi per lunghi periodi di tempo,<br />

ma che venga anche garantita la sua stabilità e sicurezza<br />

biologica.<br />

Il mercato mondiale degli impianti di sterilizzazione per<br />

l’industria agro-alimentare ha raggiunto nel 2020 il valowww.interprogettied.com<br />

42_47_ART TAMBURINI.indd 42 11/10/21 12:17


indagine di mercato<br />

Figura 1 – Mercato mondiale degli impianti di sterilizzazione per<br />

industria alimentare: 2010 – 2020<br />

Tabella 1 - Mercato mondiale degli impianti<br />

di sterilizzazione per industria alimentare suddiviso<br />

per area geografica: anno 2020<br />

IMA% (Incremento medio annuo percentuale):<br />

2010 - 2020: + 6,2%<br />

2010 - 2016: + 7,1%<br />

2016 - 2020: + 4,9%<br />

Fonte: analisi incrociata produttori di impianti – industrie alimentari<br />

Area geografica Milioni $<br />

Nord America, di cui: 190<br />

. USA 175<br />

. Canada 15<br />

America Latina, di cui: 35<br />

. Brasile 15<br />

. Messico 12<br />

. altri paesi 8<br />

Europa Occidentale 234<br />

Europa dell’ Est 14<br />

CSI, di cui: 17<br />

. Russia 11<br />

. altri paesi 6<br />

Asia – Pacifico 225<br />

Africa 10<br />

Medio Oriente 25<br />

Totale mondo 750<br />

Fonte: analisi incrociata produttori di impianti<br />

industrie alimentari<br />

re di 750 milioni di dollari, con un<br />

tasso di crescita del 6,2% medio annuo<br />

nell’arco dell’ultimo decennio,<br />

con un evidente rallentamento negli<br />

anni più recenti, in relazione al generale<br />

rallentamento dell’economia<br />

mondiale (figura 1).<br />

Si tratta ancora di un mercato di dimensioni<br />

ridotte, decisamente inferiore<br />

a quello degli impianti di sterilizzazione<br />

per il settore farmaceutico,<br />

valutato in circa 5,6 miliardi di dollari,<br />

ma che sta assumendo crescente importanza,<br />

in relazione alla crescente<br />

attenzione dei consumatori e della<br />

stessa normativa alle tematiche concernenti<br />

la “food safety”.<br />

Attualmente l’Europa Occidentale<br />

rappresenta il mercato di maggiori<br />

dimensioni, seguita dall’Asia-Pacifico<br />

(tabella 1); in Europa Occidentale circa<br />

i due terzi della domanda di impianti<br />

è concentrata in quattro paesi:<br />

Italia, Germania, Francia e Regno<br />

Unito. In termini di singolo paese,<br />

comunque, gli USA sono, per ora, il<br />

mercato di maggiori dimensioni a livello<br />

mondiale; tra i paesi “emergenti”<br />

la Cina è decisamente il primo<br />

mercato, con una quota di circa il<br />

60% sull’intero mercato asiatico<br />

(vedi tabella 2), e il secondo mercato<br />

a livello mondiale dopo gli USA. Si<br />

tratta però di un mercato di contenuto<br />

tecnologico di qualità inferiore rispetto<br />

ai mercati occidentali. In generale,<br />

in tutti i paesi “emergenti” la<br />

tecnologia della sterilizzazione per<br />

industria alimentare è ancora ad uno<br />

stadio larvale.<br />

Vi sono alimenti, quali ad esempio i<br />

cereali, che già di per se stessi posseggono<br />

caratteristiche che li rendono<br />

facilmente conservabili per lungo<br />

tempo e pertanto, nelle opportune<br />

Si può<br />

ragionevolmente<br />

ipotizzare un tasso<br />

di crescita del<br />

settore a livello<br />

mondiale del 6,3%<br />

medio annuo,<br />

sostanzialmente in<br />

linea col tasso di<br />

crescita registrato<br />

nell’ultimo<br />

decennio, per<br />

arrivare ad<br />

attestarsi a 960<br />

milioni di dollari<br />

nel 2024<br />

Foto Soluciones Integrales de Combustion<br />

condizioni, possono mantenersi inalterati<br />

anche per anni a temperatura<br />

ambiente. La stessa cosa non si può<br />

dire per gli alimenti a base di carne o<br />

pesce, che sono facilmente contaminabili<br />

e alterabili dai microrganismi;<br />

questo perché si tratta di alimenti ricchi<br />

in proteine, che possono essere<br />

trasformate in composti che alterano<br />

gli alimenti, ad opera dei microrganismi.<br />

La tecnologia della sterilizzazione<br />

si applica comunque ad un’ampia<br />

gamma di generi alimentari: bevande,<br />

aromi e spezie, legumi, semi commestibili,<br />

amidi, vegetali, frutta, frutta<br />

essiccata e disidratata, condimenti,<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

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43<br />

42_47_ART TAMBURINI.indd 43 11/10/21 12:17


indagine di mercato<br />

Figura 2 - Mercato mondiale degli impianti di sterilizzazione per<br />

industria alimentare suddiviso per area geografica (in %): anno 2020<br />

Tabella 2 - Mercato degli impianti di sterilizzazione<br />

per industria alimentare in Asia - Pacifico suddiviso<br />

per paese: anno 2020<br />

Paese Milioni $<br />

Giappone 20<br />

Cina 135<br />

India 12<br />

Sud Corea 10<br />

Australia - Nuova Zelanda 13<br />

Altri paesi 35<br />

Totale Asia - Pacifico 225<br />

Fonte: analisi incrociata produttori di impianti -<br />

industrie alimentari<br />

carni, pollame, pesce, prodotti dell’industria<br />

lattiero-casearia, gelatine ecc.<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

LE TECNOLOGIE A DISPOSIZIONE<br />

In base alla tecnologia usata, gli impianti<br />

di sterilizzazione possono essere<br />

classificati come segue:<br />

• sterilizzazione a bassa temperatura:<br />

avviene per un periodo di tempo di<br />

qualche decina di minuti a temperature<br />

comprese tra i 100°C e i 120°C.<br />

Viene generalmente utilizzata per<br />

sterilizzare cibi inscatolati vegetali<br />

(quali ortaggi, legumi, frutta) o inscatolati<br />

di carne o pesce. Può essere<br />

effettuata in bagno aperto (per<br />

esempio per conserve e concentrato<br />

di pomodoro o conserve di frutta),<br />

oppure in autoclave a pH superiore a<br />

4,5 (per esempio per inscatolati a<br />

base di carne o pesce). L’autoclave è<br />

una camera pressurizzata con annessa<br />

una caldaia che produce vapore<br />

saturo; l’autoclave è inoltre dotata di<br />

sistemi di controllo della temperatura<br />

e della pressione. Questo tipo di sterilizzazione<br />

(nota anche come appertizzazione,<br />

dal nome del suo inventore<br />

nel 1804: Nicola Francois<br />

Appert) viene effettuata subito dopo<br />

il confezionamento dell’alimento,<br />

prima di iniziare la distribuzione e lo<br />

stoccaggio. La sterilizzazione a bassa<br />

temperatura è quella più ampiamente<br />

utilizzata: costituisce quasi il 30%<br />

Foto Steriflow<br />

del totale tecniche di sterilizzazione<br />

applicate agli alimenti (tabella 3);<br />

• sterilizzazione UHT (Ultra High<br />

Temperature) indiretta: tecnica di sterilizzazione<br />

più recente, avviene a temperature<br />

più elevate (140-150°C) per<br />

pochi secondi e sull’alimento sfuso. Il<br />

vantaggio dell’esposizione alle alte<br />

temperature per pochi secondi è che le<br />

caratteristiche nutrizionali ed organolettiche<br />

dell’alimento vengono alterate<br />

in maniera molto inferiore rispetto alla<br />

sterilizzazione a basse temperature. Lo<br />

scambiatore di calore utilizzato è costituito<br />

da una serie di piastre ravvicinate.<br />

La sterilizzazione UHT indiretta si applica<br />

ad alimenti che debbono poi essere<br />

L’Europa<br />

Occidentale<br />

rappresenta il<br />

mercato di maggiori<br />

dimensioni per<br />

gli impianti di<br />

sterilizzazione,<br />

seguita dall’Asia-<br />

Pacifico. In Europa<br />

Occidentale circa<br />

i due terzi della<br />

domanda di impianti<br />

è concentrata in<br />

quattro paesi: Italia,<br />

Germania, Francia<br />

e Regno Unito<br />

confezionati in modo asettico: per<br />

esempio latte a lunga conservazione,<br />

yogurt, omogeneizzati, vino, succhi di<br />

frutta. Questo processo presenta però<br />

alcuni svantaggi: l’elevata temperatura<br />

a cui sono sottoposti gli alimenti infatti<br />

disattiva le vitamine e denaturalizza<br />

le proteine. Inoltre, il latte UHT risulta<br />

generalmente meno gustoso rispetto<br />

al classico latte pastorizzato e al latte<br />

crudo; il latte appena munto (detto<br />

latte crudo) viene spillato ancora, in<br />

qualche raro caso, direttamente dal<br />

consumatore, che lo viene a spillare da<br />

appositi distributori installati nelle fattorie<br />

di allevamento di mucche;<br />

• sterilizzazione UHT diretta (detta<br />

44<br />

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42_47_ART TAMBURINI.indd 44 11/10/21 12:17


indagine di mercato<br />

Tabella 3 - Mercato mondiale degli impianti<br />

di sterilizzazione degli alimenti per tipo di tecnica<br />

utilizzata: anno 2020<br />

Figura 3 - Mercato degli impianti di sterilizzazione per industria<br />

alimentare in Asia-Pacifico suddiviso per paese (in %): anno 2020<br />

Tecnologia utilizzata Milioni $<br />

Sterilizzazione a bassa tempe-ratura 218<br />

Sterilizzazione UHT indiretta 110<br />

Sterilizzazione UHT diretta (upperizzazione) 90<br />

Sterilizzazione mediante ra-diazioni 155<br />

Sterilizzazione chimica 27<br />

Sterilizzazione mediante filtra-zione con membrane 130<br />

Altre tecnologie di sterilizza-zione 20<br />

Totale 750<br />

Fonte: analisi incrociata produttori di impianti -<br />

industrie alimentari<br />

anche upperizzazione): avviene sempre<br />

a 140 -150°C e per pochi secondi:<br />

in questo caso si inietta vapore<br />

surriscaldato nel prodotto sfuso; il<br />

calore è a diretto contatto con l’alimento.<br />

Il processo può essere effettuato:<br />

- per iniezione: la pressione del vapore<br />

iniettato è mantenuta alta; l’iniezione<br />

avviene sull’alimento liquido<br />

pre-riscaldato. Successivamente l’alimento<br />

viene raffreddato sotto vuoto,<br />

eliminando l’acqua inevitabilmente<br />

iniettata;<br />

- oppure per infusione: in questo<br />

caso il calore viene immesso nell’alimento<br />

in modo che si formi un sottile<br />

film. L’alimento viene posto all’interno<br />

di una camera di vapore<br />

mantenuto ad alta pressione; successivamente<br />

l’alimento viene raffreddato,<br />

sempre sotto vuoto, come nel<br />

caso del metodo ad iniezione. La<br />

sterilizzazione UHT diretta è quella<br />

che maggiormente mantiene inalterate<br />

le caratteristiche nutrizionali e<br />

organolettiche dell’alimento, in relazione<br />

al fatto che sono molto brevi i<br />

tempi di applicazione. In particolare<br />

poi, ricorrendo al metodo per infusione<br />

è più probabile evitare le scottature<br />

di alcune porzioni di alimento, che<br />

possono essere un po’ più frequenti<br />

col metodo a iniezione;<br />

• sterilizzazione mediante radiazioni<br />

(nota anche come radurizzazione o<br />

radioconservazione): le radiazioni ionizzanti<br />

devono il loro nome al fatto<br />

che fanno espellere elettroni alle molecole<br />

colpite, con formazione di ioni.<br />

La derrata alimentare viene esposta<br />

a dosi controllate di radiazioni ionizzanti<br />

ad alta energia (raggi gamma,<br />

raggi X, raggi UV o fasci di elettroni),<br />

allo scopo di:<br />

- inibire l’azione degli enzimi e delle<br />

spore che possono causare il deterioramento<br />

degli alimenti: in tal modo<br />

viene aumentata la shelf life dell’alimento;<br />

- disattivare le cellule batteriche e altri<br />

microrganismi patogeni e parassiti<br />

presenti, uccidendoli e ostacolandone<br />

la riproduzione. In tal modo<br />

viene ridotta la probabilità di contaminazione<br />

dell’alimento con specie<br />

esterne, nonché la probabilità di intossicazioni.<br />

È una tecnologia particolarmente<br />

utilizzata per carni rosse,<br />

pollame, prodotti ittici;<br />

- ritardare il degrado organolettico<br />

dell’alimento, la germinazione di bulbi,<br />

radici, tuberi: ciò risulta particolarmente<br />

utile per aumentare il periodo<br />

di commercializzazione dell’alimento<br />

e, pertanto, anche la possibilità di<br />

esportare il prodotto in paesi ad elevata<br />

distanza rispetto al paese di produzione;<br />

- eliminare l’utilizzo di alcune sostanze<br />

chimiche artificiali come i pesticidi<br />

o gli erbicidi, banditi in quanto possibili<br />

agenti cancerogeni.<br />

Come sorgenti di raggi UV si utilizzano<br />

lampade a vapori di mercurio a<br />

bassa pressione. In particolare, l’utilizzo<br />

dei raggi UV-C permette di eliminare<br />

E. coli, Salmonella, Listeria e<br />

altri agenti patogeni di origine alimentare,<br />

ed è un metodo molto sicuro<br />

e comprovato per prolungare la<br />

conservazione di cibi e bevande. I<br />

raggi UV però hanno scarso potere<br />

di penetrazione, e vengono trattenuti<br />

dal vetro, dalla plastica e dall’acqua<br />

anche in strato molto sottile; inoltre<br />

possono esercitare azione microbica<br />

intorno alla lunghezza d’onda di 265<br />

nm, il che può danneggiare alcune<br />

basi azotate del DNA.<br />

I raggi gamma sono ottenuti per disintegrazione<br />

di elementi radioattivi,<br />

quali Cesio 137 o Cobalto 60.<br />

L’alimento, tramite un nastro trasportatore,<br />

viene fatto passare sotto un<br />

fascio di radiazioni sprigionate da<br />

una sorgente radioattiva o da un generatore<br />

di elettroni. Qualora come<br />

fonte radioattiva si utilizzi il Cobalto<br />

60 si devono usare particolari precauzioni:<br />

le placche di Cobalto 60 sono<br />

protette da spesse pareti in calcestruzzo<br />

immerse sotto metri d’acqua;<br />

solo al momento dell’utilizzo vengono<br />

fatte uscire. Se da una parte l’ir-<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

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45<br />

42_47_ART TAMBURINI.indd 45 11/10/21 12:17


aggiamento non è causa di reazioni<br />

nucleari negli alimenti, che quindi<br />

non diventano radioattivi, dati i bassi<br />

livelli di energia in gioco, questa tecnica<br />

presenta però alcuni limiti: non<br />

può eliminare o disattivare tutte le<br />

cariche virali o le tossine presenti, o<br />

prevenire eventuali contaminazioni<br />

successive.<br />

Un vantaggio della tecnica a radiazioni<br />

rispetto ai processi termici però è<br />

che rispetto a questi ultimi altera<br />

molto di meno il prodotto; inoltre i<br />

tempi impiegati per la rottura di specifici<br />

legami chimici sono decisamente<br />

minori.<br />

In generale comunque va consideraindagine<br />

di mercato<br />

Figura 4 - Mercato mondiale degli impianti di sterilizzazione degli<br />

alimenti per tipo di tecnica utilizzata (in %): anno 2020<br />

Tabella 4 - Previsioni di sviluppo del mercato mondiale degli impianti<br />

di sterilizzazione per industria alimentare: 2020 – 2024 (1)<br />

TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />

46<br />

Area geografica / paese Miliardi $ IMA% (2)<br />

2020 2024<br />

Nord America 190 254 + 7,5<br />

Europa Occidentale 234 273 + 3,9<br />

Giappone 20 23 + 3,6<br />

Cina 135 198 + 10,0<br />

India 12 17 + 9,1<br />

Resto Asia – Pacifico 58 71 + 5,2<br />

Russia 11 12 + 2,2<br />

Brasile 15 17 + 3,2<br />

Messico 12 14 + 3,9<br />

Resto mondo 63 81 + 6,5<br />

Totale mondo 750 960 + 6,3<br />

(1)<br />

Tutti i dati sono a $ costante 2020<br />

(2)<br />

IMA% = Incremento medio annuo percentuale 2020 – 2024<br />

Fonte: consensus produttori di impianti – industrie alimentari<br />

to che le radiazioni ionizzanti sono<br />

altamente penetranti e pericolose<br />

(possono per esempio provocare gravi<br />

danni agli occhi e alla pelle);<br />

• filtrazione: vengono impiegati filtri<br />

in materiale diverso (acetato o nitrato<br />

di cellulosa, porcellana porosa ecc).<br />

La filtrazione però da alcuni non è<br />

considerata un vero e proprio metodo<br />

di sterilizzazione, in quanto i filtri<br />

non sempre sono in grado di trattenere<br />

alcune tipologie di virus;<br />

• sterilizzazione con mezzi chimici:<br />

prevede l’uso di agenti disinfettanti e<br />

antisettici, che possono essere prodotti<br />

chimici inorganici (aventi la funzione<br />

di denaturare le proteine e<br />

inattivare gli enzimi), oppure prodotti<br />

chimici organici. Tra i prodotti chimici<br />

più usati si citano il perossido di<br />

idrogeno e l’ossido di etilene. Un<br />

metodo di conservazione degli alimenti<br />

è anche l’affumicatura: l’affumicatura<br />

è utilizzata soprattutto per<br />

alimenti a base di carne o pesce, insaccati,<br />

e alcuni tipi di latticini (quali<br />

ad esempio le provole affumicate).<br />

L’azione chimica è dovuta ad alcune<br />

sostanze – in particolare il fenolo –<br />

che si sviluppano per combustione<br />

umida di particolari tipi di legno<br />

(quercia, castagno, faggio, ontano,<br />

ginepro);<br />

• altri vari, quali:<br />

- tecnologia HPP (High Pressure<br />

Processing - Trattamento ad Alta<br />

Pressione): è una tecnologia relativamente<br />

recente, che permette di trattare<br />

gli alimenti con una pressione<br />

idrostatica elevatissima (dell’ordine<br />

delle migliaia di atmosfere) inducendo<br />

l’inattivazione batterica. Grazie a<br />

questo processo eseguito a freddo,<br />

gli alimenti sono sicuri dal punto di<br />

vista microbiologico e, al contempo,<br />

mantengono integri e più a lungo i<br />

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valori nutritivi e organolettici;<br />

- tecnologia ultrasonica: come tecnica<br />

di processo alimentare non termica,<br />

gli ultrasuoni forniscono un trattamento<br />

delicato ma efficace che<br />

intensifica i sapori, stabilizza e conserva<br />

succhi, frullati e puree. Oltre ad<br />

essere utilizzati per la stabilizzazione e<br />

conservazione, gli ultrasuoni offrono<br />

altre molteplici possibilità per applicazioni<br />

nella lavorazione degli alimenti,<br />

quali ad esempio: miscelazione, omogeneizzazione<br />

del latte, emulsificazione,<br />

dispersione, distruzione cellulare<br />

ed estrazione di materiale intracellulare,<br />

attivazione o disattivazione di<br />

enzimi (che dipende dall’intensità<br />

degli ultrasuoni), liquefazione del<br />

miele, congelamento del gelato, cristallizzazione<br />

dello zucchero per pasticceria,<br />

idrogenazione di oli commestibili,<br />

intenerimento della carne,<br />

maturazione, invecchiamento di vini<br />

e liquori, ossidazione.<br />

La scelta di un tipo di processo da<br />

usare rispetto all’altro va fatta considerando<br />

una serie di fattori: per<br />

esempio, alcuni microorganismi sono<br />

resistenti alla pastorizzazione (processo<br />

termico), ma non alle radiazioni;<br />

per contro, alcuni virus a bassa<br />

termoresistenza, resistono alle radiazioni.<br />

Pertanto la scelta della tecnica<br />

di sterilizzazione da usare va valutata<br />

di volta in volta, così come il dosaggio<br />

dell’irraggiamento va stabilito caso<br />

per caso, in base al tipo di effetto che<br />

si vuole ottenere.<br />

La tecnologia della<br />

sterilizzazione<br />

si applica<br />

ad un’ampia<br />

gamma di generi<br />

alimentari:<br />

bevande, aromi<br />

e spezie, legumi,<br />

semi commestibili,<br />

amidi, vegetali,<br />

frutta, frutta<br />

essiccata e<br />

disidratata,<br />

condimenti,<br />

carni, pollame,<br />

pesce, prodotti<br />

dell’industria<br />

lattiero-casearia,<br />

gelatine ecc.<br />

PREVISTO UN TREND POSITIVO<br />

NEI PROSSIMI ANNI<br />

La domanda di impiantistica per la<br />

sterilizzazione nell’industria alimentare<br />

sarà determinata nei prossimi<br />

anni da una serie di elementi:<br />

• innanzitutto l’aumento della popolazione<br />

e del reddito medio pro-capite<br />

nei paesi in via di evoluzione, con<br />

conseguente aumento dei consumi<br />

alimentari;<br />

• crescente attenzione da parte dei<br />

consumatori, e sotto la spinta della<br />

normativa, agli aspetti concernenti la<br />

sicurezza degli alimenti e delle relative<br />

confezioni; si sono infatti verificati<br />

più di una volta, soprattutto per<br />

alimenti di provenienza dai paesi<br />

asiatici, casi di intossicazione, a volte<br />

anche mortale, dovuta ad alimenti<br />

mal conservati e non sterilizzati;<br />

• è in continuo aumento l’interscambio<br />

tra paesi, spesso anche distanti<br />

tra loro, di generi alimentari confezionati:<br />

ciò significa che i cibi e le bevande<br />

devono conservarsi per tempi<br />

anche lunghi durante il viaggio di<br />

trasporto da un paese all’altro;<br />

• un fattore che potrebbe in parte<br />

fungere da freno al mercato potrebbe<br />

essere rappresentato da una certa<br />

crescente diffidenza da parte dei<br />

consumatori per cibi sottoposti a<br />

processi di lavorazione industriale;<br />

questo elemento, comunque, può<br />

essere solo in grado di rallentare il<br />

crescente consumo da parte della<br />

popolazione mondiale di cibi elaborati<br />

e trasformati con processi industriali<br />

(processed food), a scapito dei<br />

cibi “non lavorati”, in relazione al<br />

cambiamento degli stili di vita della<br />

popolazione stessa.<br />

In sintesi, si può concludere che la<br />

domanda di impianti per la sterilizzazione<br />

di alimenti e bevande sia<br />

destinata a crescere a ritmi positivi<br />

anche nei prossimi anni; si può ragionevolmente<br />

ipotizzare un tasso di<br />

crescita del mercato mondiale del<br />

6,3% medio annuo, sostanzialmente<br />

in linea col tasso di crescita registrato<br />

nell’ultimo decennio, per arrivare<br />

ad attestarsi a 960 milioni di<br />

dollari nel 2024.<br />

Il paese a maggior tasso di crescita<br />

sarà ancora la Cina (tabella 4), che<br />

già nel primo semestre <strong>2021</strong> ha messo<br />

a segno un marcato rialzo record<br />

del PIL rispetto al primo semestre<br />

2020, trainato da produzione, consumi<br />

interni ed esportazioni; segue<br />

l’India; per quest’ultimo paese la<br />

temporanea battuta d’arresto non<br />

intacca minimamente la fiducia<br />

sull’imminente ripresa.<br />

Una componente sempre più importante<br />

in questo mercato sarà rappresentata<br />

dall’engineering, comprendente<br />

una serie di voci: layout<br />

dell’impianto, definizione di tutti i<br />

parametri di processo, definizione,<br />

tra la serie infinita di possibili combinazioni<br />

tempo/temperatura, di quella<br />

più appropriata in funzione dei<br />

singoli specifici problemi da risolvere,<br />

individuazione dei microrganismi da<br />

distruggere, definizione della curva<br />

di calore, controlli microbiologici da<br />

effettuare, valutazione del fattore<br />

sicurezza, determinazione del sufficiente<br />

effetto stabilizzante, valutazione<br />

economica e del ROI (Return on<br />

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DIRETTORE RESPONSABILE: Simone Ghioldi<br />

REDAZIONE: Alessandro Bignami (a.bignami@interprogettied.com),<br />

Eva De Vecchis (e.devecchis@interprogettied.com)<br />

HA COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Giuseppe Tamburini<br />

IMPAGINAZIONE: Vincenzo De Rosa, Simona Viapiana, Rossella Rossi (www.studiograficopage.it)<br />

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Via Statale 39 - 23888 La Valletta Brianza (LC)<br />

Redazione, vendite e abbonamenti<br />

Tel/fax +39 039 5153705<br />

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VENDITE: Simone Ghioldi (vendite@interprogettied.com)<br />

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Estero: spedizione ordinaria € 89,50, spedizione prioritaria Europa € 101,00<br />

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Una copia € 8,00<br />

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dall’editore ai sensi dell’art. 74 primo comma lettera C del 26/10/72 n.633 e successive modificazioni e<br />

integrazioni. Pertanto non può essere rilasciata fattura.<br />

Registrazione Tribunale di Milano n. 30 in data 23/01/1987<br />

Direttore responsabile: Simone Ghioldi<br />

Finito di stampare il 30/9/<strong>2021</strong> presso Aziende Grafiche Printing S.r.l.<br />

Via Milano, 5 - 20068 Peschiera Borromeo (MI)<br />

Informativa ai sensi dell’art. 13 d. lgs. 196/2003. I dati sono trattati, con modalità anche informatiche, per l’invio<br />

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39, vengono conservati gli archivi personali e di immagini fotografiche cui i giornalisti, praticanti, pubblicisti e altri<br />

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