Tecnologie Alimentari n°4 - Settembre 2021
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editoriale<br />
Eeditoriale<br />
|di Alessandro Bignami<br />
L’industria alimentare sta conoscendo una fase di ripresa, in linea con gli altri settori economici italiani. Con la<br />
differenza, non di poco conto, che nel 2020 la filiera del food ha subito una contrazione meno drammatica rispetto<br />
alla media delle attività produttive del Paese, una contrazione imputabile quasi completamente alle sofferenze<br />
del canale horeca. Al di là delle difficoltà di programmazione e dell’imprevedibilità della domanda nel tempo<br />
dell’emergenza, il comparto riparte comunque da una base solida e con l’obiettivo di favorire la crescita economica<br />
con metodi di produzione sempre più sostenibili.<br />
Ora si tratta più che altro di consolidare questa fase espansiva, mettendola al riparo da ulteriori turbolenze e stress<br />
sulla supply chain. I fattori di incertezza sono ancora molti: anzitutto la carenza e il rialzo del costo delle materie<br />
prime, insieme all’impennata dei costi di trasporto ed energia per trasformatori e distributori. Oltre un anno e<br />
mezzo di pandemia globale, con milioni di morti nel mondo, non poteva d’altronde non scuotere profondamente<br />
RIPARTENZA<br />
ITALIANA<br />
TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />
l’equilibrio e le abituali dinamiche della filiera produttiva, sempre più interconnessa a livello internazionale. È stato<br />
presto evidente che le infrastrutture logistiche e le reti distributive non erano pronte a supportare un ritorno della<br />
domanda così improvviso e incalzante. E l’Occidente ha ancora una volta pagato lo scotto della sua dipendenza<br />
dalle materie prime, dalle fonti energetiche e dalle produzioni del Sud e dell’Est del mondo. Ma, appunto, non era<br />
pensabile che l’emergenza globale più grave dal Secondo Dopoguerra non aprisse ampie crepe lungo la catena<br />
produttiva. Guardando però al bicchiere mezzo pieno, ovvero alla robustezza della domanda e alla ripresa degli<br />
investimenti stimolati dai fondi stanziati da Ue e Usa, si è tentati di credere a una possibile epoca di rinascita. È<br />
chiaro che questa fase espansiva non potrà ricalcare i modelli del passato, come quelli che portarono al boom<br />
degli anni Cinquanta e Sessanta. Oggi il contesto economico e soprattutto ambientale è completamente diverso.<br />
Ogni passo lungo la strada della crescita deve tenere conto della questione vitale del cambiamento climatico. Una<br />
sfida che vede il settore alimentare chiamato a ridurre progressivamente il suo impatto ambientale, attraverso<br />
anzitutto l’adozione di modalità di coltivazione e allevamento meno nocivi per suolo e aria. Così come la parte a<br />
valle della catena produttiva richiede investimenti in tecnologie di trasformazione in grado di ridurre scarti alimentari<br />
e consumi energetici, insieme alla scelta di confezioni in monomateriali dal ciclo di vita a basso impatto ambientale<br />
e facilmente riciclabili.<br />
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