Tecnologie Alimentari n°4 - Settembre 2021
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scienza e tecnologia<br />
MACROWINE HA RIUNITO GLI SCIENZIATI DELLA VITICOLTURA<br />
Chiude con un bilancio positivo l’ottava<br />
edizione di Macrowine, l’evento di riferimento<br />
mondiale per la ricerca scientifica<br />
nel settore vitivinicolo organizzato da<br />
Fondazione Edmund Mach, Università<br />
degli Studi di Verona e dall’Università degli<br />
Studi di Torino. Un grande successo di<br />
partecipazione: dal 23 al 30 giugno 428<br />
delegati di 23 paesi sono stati impegnati<br />
in 10 sessioni live della durata complessiva<br />
di 20 ore, ospitando i risultati più originali<br />
ed innovativi ottenuti dai centri di ricerca<br />
internazionali nel settore della<br />
vitienologia mondiale.<br />
L’edizione <strong>2021</strong> ha proposto un ricco programma<br />
di elevato livello scientifico, con<br />
argomenti che hanno spaziato dalla vigna<br />
al bicchiere, ovvero dalla diversità varietale<br />
dell’uva e dalle pratiche per una viticoltura<br />
sostenibile all’ecosistema microbico,<br />
dal campo al consumo finale, senza tralasciare<br />
la shelf life dei vini e gli strumenti a<br />
disposizione per supportare una viticoltura<br />
di precisione e innovativa.<br />
Hanno partecipato ricercatori da tutto il<br />
mondo, ma anche operatori e tecnici delle<br />
aziende produttrici ( il 18% dei partecipanti),<br />
molti dei quali provenienti dal<br />
mondo anglosassone. Nella cerimonia di<br />
chiusura i referenti organizzativi dei tre<br />
enti Maurizio Ugliano (Università di<br />
Verona), Luca Rolle (Università di Torino)<br />
e Fulvio Mattivi (Fondazione Edmund<br />
Mach) hanno passato il testimone all’Università<br />
di Bordeaux, a cui è stata assegnata<br />
l’organizzazione di Macrowine 2023.<br />
C’È UNA CORRELAZIONE TRA PERCEZIONE<br />
DELLA CANNELLA E GRADIMENTO DEI VINI ROSSI<br />
Una ricerca condotta dall’Università di Trieste,<br />
in collaborazione con l’ospedale materno infantile<br />
Burlo Garofolo, ha scoperto per la prima<br />
volta la correlazione genetica tra un recettore<br />
dell’olfatto, la percezione della cannella e<br />
il senso di piacevolezza per i vini rossi che contengono<br />
cinnamaldeide, una sostanza che dà<br />
origine a sentori di cannella. Si tratta di un<br />
nuovo passo nel campo della genetica delle<br />
Il professor Paolo Gasparini, ordinario<br />
di genetica medica all’Università di Trieste,<br />
insieme al suo team<br />
www.interprogettied.com<br />
preferenze alimentari, al punto che è stato<br />
incluso da Elsevier, casa editrice della rivista<br />
Food, Quality & Preference che ha pubblicato<br />
lo studio e principale editore mondiale in ambito<br />
medico e scientifico, nella newsletter periodica<br />
che presenta gli studi più interessanti<br />
ai giornalisti di tutto il mondo.<br />
Il professor Paolo Gasparini, ordinario di genetica<br />
medica all’Università di Trieste, responsabile<br />
del servizio di genetica medica e direttore<br />
del dipartimento dei servizi di<br />
diagnostica avanzata presso l’IRCCS Burlo<br />
Garofolo, studia da anni la genetica degli organi<br />
di senso, insieme al team di ricercatrici<br />
Maria Pina Concas, Anna Morgan, Giulia<br />
Pelliccione e Giorgia Girotto. Le preferenze<br />
alimentari individuali sono influenzate da<br />
molti fattori come la cultura, la disponibilità<br />
di cibo, gli aspetti nutrizionali e la genetica,<br />
che analizza come i geni coinvolti in queste<br />
funzioni determinano la capacità percettiva.<br />
Tra i fattori genetici, un esempio significativo<br />
riguarda il gene TAS2R38, determinante per<br />
le differenze individuali nella percezione del<br />
gusto amaro. In particolare, è noto che le variazioni<br />
del gene TAS2R38 determinano le<br />
preferenze per diversi cibi amari come le verdure<br />
brassiche, le bevande alcoliche, ma anche<br />
i cibi piccanti, i dolci e i grassi aggiunti.<br />
Che un individuo apprezzi o meno il gusto<br />
amaro, dipende dalla genetica.<br />
A oggi, si sa ancora poco riguardo alla genetica<br />
dell’olfatto, una funzione umana fondamentale<br />
per interagire con l’ambiente e molto<br />
complessa, considerato che esseri umani percepiscono<br />
gli odori attraverso un repertorio di<br />
oltre 400 recettori olfattivi (OR).<br />
Nello studio di Università di Trieste e IRCCS<br />
Burlo Garofolo viene descritta un’associazione<br />
significativa tra il riconoscimento degli odori<br />
della cannella e la variante rs317787, situata<br />
in un gruppo di geni di recettori olfattivi. Sulla<br />
base di questi dati, i ricercatori hanno replicato<br />
l’effetto della stessa variante (rs317787)<br />
sull’identificazione degli odori della cannella<br />
ed è stata esaminata ogni possibile associazione<br />
con il gradimento del vino, che quando<br />
invecchiato in botti di legno è caratterizzato<br />
da aromi di cannella.<br />
L’analisi è stata condotta su un campione di<br />
2.374 individui italiani provenienti da “isolati<br />
genetici”, cioè piccole comunità geograficamente<br />
isolate dove è presente una certa<br />
omogeneità genetica. L’analisi dei risultati ha<br />
confermato che l’allele rs317787-T è associato<br />
a una migliore identificazione della cannella<br />
e, allo stesso tempo, a un maggiore<br />
gusto per il vino rosso.<br />
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