Tecnologie Alimentari n°4 - Settembre 2021
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news [fatti, persone, aziende]<br />
IL VINO ITALIANO CONQUISTA LA CINA<br />
Il consumo di vino in Cina cresce nel dopo pandemia, entrando<br />
a far parte dei nuovi trend e confermandosi il quarto<br />
mercato al mondo per importazione. E l’Italia, soprattutto<br />
dopo la recente debacle delle aziende australiane a causa<br />
dei “superdazi” imposti da Pechino, può finalmente<br />
ritagliarsi un ruolo di primo piano in competizione con la<br />
Francia. Secondo le ultime stime dell’osservatorio Vinitaly-<br />
Nomisma Wine Monitor, gli ordini dei vini italiani hanno<br />
avuto una vera e propria impennata negli ultimi mesi e<br />
il nostro Paese è diventato il terzo fornitore del gigante<br />
asiatico. Non solo grandi marchi, perché il mercato cinese<br />
mostra di apprezzare il Made in Italy anche dei piccoli produttori,<br />
che propongono vere rarità enologiche. Proprio le<br />
ridotte quantità, però, possono essere il grande problema<br />
di chi vuole esportare prodotti di qualità in Cina.<br />
“Le aziende italiane – spiega Antonino La Lumia, avvocato<br />
fondatore dello Studio Lexalent, focalizzato sul tema<br />
dell’export nel settore agrifood – hanno talvolta produzioni<br />
molto limitate rispetto alle esigenze del mercato cinese<br />
e spesso non riescono a superare le difficoltà connesse<br />
alla presenza di forti dazi d’importazione e a una catena<br />
distributiva già di per sé molto lunga. Anche considerando<br />
il canale e-commerce, la politica degli sconti proposta da<br />
colossi internazionali del marketplace rende spesso impossibile<br />
per le PMI risultare competitive rispetto alla concorrenza<br />
extracomunitaria e vedere l’unicità dei propri prodotti<br />
riconosciuta dal cliente finale”.<br />
Il risultato di queste dinamiche è che le aziende italiane di<br />
nicchia – pur volendosi aprire ai mercati internazionali –<br />
rischiano di essere frenate, già in sede di progetto, dalle<br />
complicazioni legate alla “burocrazia” dell’export e ai costi<br />
di gestione, oggettivamente insostenibili in fase di start-up<br />
di un nuovo business estero.<br />
“Il mercato del Dragone è complesso e conta almeno 400<br />
milioni di potenziali clienti per il Made in Italy”, racconta<br />
Alberto Fattori, imprenditore italiano da quasi venti anni in<br />
Cina e ideatore del progetto Borgo Italiano di Weeiup.com.<br />
“Per questo bisogna conoscerlo a fondo prima di investire.<br />
Il nostro obiettivo è rendere semplice e immediato l’export:<br />
consentire anche alle aziende e ai distributori senza licenza<br />
d’importazione, che sono oltre il 95% in Italia, di utilizzare<br />
un unico strumento diretto sia per la distribuzione b2b<br />
che per il retail b2c, senza necessità di costituire alcuna<br />
struttura societaria autonoma in loco”.<br />
www.interprogettied.com<br />
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TECNOLOGIE ALIMENTARI N.4 <strong>2021</strong><br />
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