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Emozioni visive
a cura di Marco Gabbuggiani
Temporanei incroci di vita
Testo e foto di Marco Gabbuggiani
Niente è eterno e niente avrebbe significato se lo fosse. Immaginiamo
per un attimo di sapere fin da subito che quello che stiamo
vivendo sarà uguale per sempre. Ci aspetterebbe una vita piatta
ed insignificante che renderebbe l’esistenza una noia davvero
insopportabile. Faremmo tutto svogliatamente sapendo perfettamente
che ogni cosa rimarrebbe sempre e comunque com’è.
Una tristezza infinita! Chi crede al destino è convinto che il percorso
di vita di una persona sia in qualche modo segnato dalla
nascita, anche se è ben diverso il modo in cui si affronta questo
percorso talvolta tortuoso. Siamo come due fili in tensione che
vanno per la loro strada e che incrociano nel corso della vita altri
fili ed altre persone producendo, talvolta, quelle magiche scintille
che illuminano il percorso con il meraviglioso stato d’animo chiamato
amore. Un’enorme bellissima scintilla come due fili dell’alta
tensione che si toccano, la stessa scintilla che scaturisce tra
due persone innamorate. Una scintilla che facciamo di tutto per
vivere più a lungo possibile ma che sappiamo sarà inevitabilmente
destinata ad affievolirsi e spegnersi. Ci sono però uomini che
si aggrappano a questa scintilla in maniera morbosa ed egoistica
pretendendo che sia eterna e che la persona con cui entrano
in contatto non abbia il diritto di continuare a percorrere la propria
strada. E allora invece di fare di tutto per mantenerla viva nel
tempo con comportamenti adeguati, cercano di annodare quei fili
a sé stessi con violenza, arrivando addirittura ad interromperne
il percorso e… la vita. Quest’anno ho voluto esprimere il mio pensiero
sulla Festa della donna ricorrendo ad una metafora scaturitami
da una foto scattata un po’ di tempo fa. Forse proprio per
il fatto che il giorno dello scatto era l’8 marzo, forse perché quel
giorno ero mentalmente predisposto a questo argomento, sta di
fatto che la scattai perché mi sembrò che quei fili raffigurassero
una sorta d’incrocio di vite, immaginando i meravigliosi fuochi
d’artificio che sarebbero scaturiti se fossero arrivati a toccarsi tra
loro, esattamente come succede tra due persone che, incontrandosi,
si innamorano. Onestamente non so proprio capacitarmi di
come certi uomini possano pensare di annodare violentemente
a sé stessi i fili della vita della persona che dicono di amare fino
al punto di togliergli la vita, forti della loro maggiore prestanza
fisica. Contrariamente a come viene definita di solito ovvero
“sesso debole”, la donna, nella sua meravigliosa bellezza e grazia
(troppo spesso confusa con debolezza), diventa in questi casi
l’elemento forte della coppia mentre l’uomo assume il ruolo del
“debole” che, con l’emancipazione della stessa, non arrivando a
competerci mentalmente, ricorre tragicamente alla forza fisica.
E come rimediare a questo immane errore esistenziale? Con le
leggi? Anche. Queste servono per proteggere le donne, ma se si
vogliono davvero cambiare le cose occorre iniziare ad educare i
“maschietti” al rispetto della donna, alla parità, senza ricorrere alla
violenza in cui l’essere umano è solito cadere nel momento in
cui cerebralmente e verbalmente non riesce più a reggere il confronto.
E sperando che si possa arrivare a questo educando le
generazioni future, mando un abbraccio a tutte le donne che mi
leggono, chiedendo scusa per le violenze che subiscono a nome
di quei miei simili che, piccoli, meschini e debolissimi, pretendono
di “annodare” le loro vite usando la maggior forza che madre
natura gli ha, in questo caso, ingiustamente dato. Buona Festa
della donna a tutte!
marco.gabbuggiani@gmail.com
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