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La Toscana nuova Marzo_2022

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Il meme conosciuto come Disaster Girl

grafica, un video, una musica o qualsiasi altro contenuto

digitale di cui qualcuno vuole entrare in possesso. La

vendita di NFT è un nuovo modo di guadagnare facilmente

con l’online, e sono già molti gli artisti, gli influencer,

le celebrità, le aziende e le organizzazioni che stanno cavalcando

un’onda che, nel 2022, promette di subire un’ulteriore

impennata. Questo perché tutto ormai può essere

un NFT: basti pensare che il fondatore di Twitter, Jack

Dorsey, ha venduto il primo tweet sulla piattaforma di sua

paternità all’inizio del 2021 come NFT per quasi 3 milioni

di dollari. Il famoso “Nyan Cat” in versione Gif è stato

scambiato per 600.000 di dollari e anche i video degli

highlights NBA hanno raggiunto prezzi stellari. In effetti,

questo franchise sportivo ha già una piattaforma per

scambiare i propri NFT, cioè NBA Top Shot, e questo vale

anche nel caso della European American Football League.

Lo sviluppo degli NFT cambia il modo di acquistare

e vendere le opere d’arte digitali. Uno degli esempi più

eccezionali è quello dell’artista Beeple, il cui collage digitale

intitolato Everydays - The First 5000 Days è stato

messo all’asta l’11 marzo 2021 per 69 milioni di dollari.

Sebbene ci siano copie e versioni su Internet, l’NFT

corrisponde al contenuto originale; al creatore viene garantito

il 10% delle transazioni future. Pertanto, mentre

l’acquirente possiede i diritti di proprietà, anche i diritti

d’autore vengono preservati. Tutto questo comporta inevitabilmente

un forte impatto sulla comunicazione

digitale. Internet e l’evoluzione

delle tecnologie mobili hanno portato le

persone a stabilire dialoghi quotidiani attraverso

risorse digitali come emoji, adesivi,

meme, gif e video. A parte i casi già

citati, recentemente è emersa la conversione

in NFT di uno dei più famosi videomeme

di Internet: Charlie mi ha morso il

dito. Questo video è stato venduto come

NFT per 650.000 di dollari a maggio 2021;

vi si vede un bambino di un anno che morde

il dito del fratello di tre anni, il quale si

lamenta ad alta voce. Il padre dei bambini,

divertito dalla scena, ha caricato il video

su YouTube dove è stato visualizzato

talmente tante volte da diventare uno dei

primi meme della piattaforma. Non meno

significativo il caso della foto di una

bambina che sorride in primo piano mentre

una casa brucia sullo sfondo. Meglio

conosciuto come Disaster Girl, questo meme è stato recentemente

venduto per quasi mezzo milione di dollari. I

meme sono un elemento fondamentale nella cultura pop

digitale di oggi e un mezzo di comunicazione che anche

brand e aziende sfruttano frequentemente nelle strategie

di marketing. Sulla carta, il funzionamento di un NFT

è semplice: qualunque sia il tipo di “prodotto” – immagine,

video, audio, testo o file compresso –, questo ottiene

un identificatore che registra il nome dell’autore, il valore

iniziale e la cronologia delle vendite, insieme agli altri

metadati. Questo bene non fungibile non può quindi essere

duplicato né consumato con il suo utilizzo, tanto meno

può essere sostituito da qualcos’altro. In altre parole, in

qualsiasi casa o ufficio potrebbe esserci una replica della

Gioconda incorniciata ed esposta, ma l’originale si trova a

Parigi al Museo del Louvre e la sua riproduzione è protetta

da copyright. Repliche e versioni continueranno quindi

ad esistere, perché così è il mondo di Internet, tuttavia

il contenuto originale, oltre ad avere dei “proprietari”, permetterà

di garantire ricompense basate sulla paternità. Il

fenomeno NFT è agli inizi e c’è ancora molta strada da fare

affinché la sua tecnologia diventi massiccia e gli utenti

siano pienamente consapevoli delle sue potenzialità. Certamente

però questa nuova frontiera tecnologica ha tutte

le caratteristiche per portare ad una vera e propria rivoluzione

digitale del modo di produrre e vendere arte.

Avvocato, docente di Diritto della Proprietà Industriale

all’Università degli Studi di Firenze e giornalista pubblicista

iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, Aldo

Fittante è promotore di molti convegni e autore di numerose pubblicazioni

scientifiche, articoli in riviste prestigiose, saggi e monografie

in materia di Diritto Industriale e d’Autore.

www.studiolegalefittante.it

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