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passato. È un modo anche per far sopravvivere la nostra lingua,
visto che tutti i cantanti lirici del mondo devono studiare
l’italiano per vocalizzare e leggere il libretto dell’opera. E poi
non dimentichiamo che si tratta di una forma d’arte totalmente
Made in Italy: l’abbiamo inventata noi, tutto il mondo ce la
invidia, dovremmo esserne fieri. Per tutti questi motivi penso
che non ci sia modo migliore e più efficace per divulgare la
cultura italiana all’estero se non attraverso l’opera lirica. Peccato
però che proprio in Italia i progetti del Teatro Grattacielo
fatichino ad essere accolti: ci chiamano da ogni parte del
mondo per mettere in scena i nostri spettacoli o aderire alle
nostre iniziative per le scuole. L’anno scorso in Grecia abbiamo
realizzato ben tredici spettacoli, mentre in Italia ancora
nessuno. E questo, da italiano che ama il proprio paese, mi
dispiace davvero tanto.
Com’è l’Italia vista da un italoamericano che come te diffonde
la conoscenza delle bellezze artistiche del nostro
paese all’estero?
Se dovessi dare un voto da 0 a 10 al modo in cui l’Italia promuove
sé stessa al di fuori dei confini nazionali darei 1.
Questo perché, al di là degli istituti di cultura italiana, che
peraltro sono luoghi frequentati per lo più da emigrati italiani,
il nostro paese non fa granché d’altro per promuovere
il proprio patrimonio artistico all’estero. Una situazione a
mio parere inaccettabile, soprattutto perché potremmo fare
della cultura il vero motore dell’economia italiana. Purtroppo
l’Italia continua ad adagiarsi sulla grandezza del proprio
passato, a vivere di eredità, mentre dovrebbe invece darsi
da fare affinché l’immensa bellezza artistica che i nostri
avi ci hanno lasciato sopravviva nel tempo generando nuova
ricchezza. Spesso dimentichiamo che l’Italia rappresenta
soltanto lo 0,6% della popolazione mondiale: dobbiamo
quindi faticare di più per non farci schiacciare dalla concorrenza,
ma abbiamo dalla nostra parte delle opere incredibili
e un talento creativo unici al mondo. Il colmo è che
la cultura italiana piace di più agli stranieri che agli italiani
stessi. Posso farti l’esempio degli Stati Uniti, dove tutto ciò
che è arte e creatività italiana, è tenuto in grande considerazione.
Che altro aggiungere? Mi auguro che quest’intervista
serva ad aprire degli spiragli per iniziare a collaborare
anche con Italia, magari proprio con Firenze, madrepatria
del bel canto.
Un momento della messinscena de L’Amico Fritz di Mascagni da parte della compagnia del Teatro Grattacielo nel 2021 (ph. Gustavo Mirabile)
ENZO PIZZIMENTI
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