WineCouture 1-2/2024
WineCouture è la testata giornalistica che offre approfondimenti e informazione di qualità sul vino e quanto gli ruota attorno. È una narrazione di terroir, aziende ed etichette. Storytelling confezionato su misura e che passa sempre dalla viva voce dei protagonisti, dalle riflessioni attorno a un calice o dalle analisi di un mercato in costante fermento. WineCouture è il racconto di un mondo che da anni ci entusiasma e di cui, con semplicità, vogliamo continuare a indagare ogni specifica e peculiare sfumatura, condividendo poi scoperte e storie con appassionati, neofiti e operatori del comparto.
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Photo: jon-tyson-unsplash<br />
C<br />
hampagne, una bolla già scoppiata? È<br />
una delle grandi domande di questo<br />
inizio d’anno, almeno a leggere alcuni<br />
articoli della stampa generalista e – a<br />
dirla tutta – i commenti di (presunti)<br />
esperti di settore. Già si grida, infatti, alla crisi, al crollo<br />
del mercato: “Al lupo! Al lupo!”, insomma. Il parere<br />
di chi scrive è sicuramente molto meno allarmista, ma<br />
proviamo a fare chiarezza. I dati ufficiali dicono che<br />
nel 2023 sono state vendute 299 milioni di bottiglie di<br />
Champagne: 127 milioni in Francia e 172 milioni nel<br />
resto del mondo. Questi numeri, paragonati a quelli<br />
del 2022, indicano un calo dell’8,2%. Stessa variazione<br />
sia per le vendite domestiche sia a livello internazionale.<br />
Ma occorre allargare la visuale e compiere un’analisi<br />
critica di dati e trend, che andrebbero valutati in<br />
modo un po’ più approfondito rispetto alla semplice<br />
lettura della prima riga di una tabella. Cominciamo a<br />
dire che il trend negativo di vendite in “volume” (numero<br />
di bottiglie) è molto più attenuato se guardiamo<br />
lo stesso dato in “valore” (numero di bottiglie per<br />
prezzo di vendita). Il 2023 ha comunque chiuso sopra<br />
i 6 miliardi di euro, secondo anno record della storia<br />
dopo il 2022. Questo dato ci porta già ad una prima<br />
considerazione: il mercato si sta “spostando verso l’alto”,<br />
cioè si vendono mediamente bottiglie più care. Il<br />
che può significare (e anticipiamo che entrambe le ipotesi<br />
sono vere) che c’è stato un incremento del prezzo<br />
DI ANDREA SILVELLO<br />
19<br />
della medesima bottiglia e che è cambiato il mix delle<br />
bottiglie vendute. Negli ultimi anni abbiamo assistito<br />
a ritocchi importanti sui listini di vendita all’ingrosso:<br />
spesso a doppia cifra e non raramente per più anni<br />
consecutivi. Questo è valso sicuramente per le grandi<br />
Maison e le grandi Coop ma anche, almeno in parte,<br />
per i Vigneron. Chiaro che l’elasticità della domanda<br />
al variare del prezzo non è infinita (direbbe un economista);<br />
detto in soldoni: se in un qualsiasi mercato<br />
il prezzo di un bene continua a crescere, ad un certo<br />
punto la domanda (acquisti) si riduce. Questa è sicuramente<br />
una delle ragioni della flessione registrata<br />
nel corso dell’ultimo anno. D’altro canto, la gamma<br />
disponibile sul mercato si è ampliata: se fino a un po’<br />
di anni fa era difficile trovare più di due o tre bottiglie<br />
per singolo Vigneron, oggi spesso siamo al doppio.<br />
Sono stati introdotti Champagne “parcellari”, quasi<br />
tutti producono almeno una cuvée non dosata, lo stesso<br />
valga per i Rosé che ormai in gamma difficilmente<br />
mancano, si tende a millesimare molto più spesso (anche<br />
per ragioni derivanti dal cambiamento climatico,<br />
sia chiaro), negli ultimissimi anni sono stati introdotti<br />
da larga parte dei produttori i Coteaux Champenois<br />
(vini fermi bianchi, rossi o rosati prodotti in Champagne).<br />
Queste sono solo alcune delle ragioni per cui sul<br />
mercato l’offerta è aumentata, e rispetto alle “Cuvée<br />
Tradition” o “Grande Reserve” tipiche di un tempo,<br />
oggi anche i Vigneron propongono una maggiore pro-<br />
Analisi critica di un<br />
anno di Champagne<br />
Considerazioni a margine del 2023:<br />
dati e futuro della bollicina francese più amata<br />
fondità di scelta con un mix che è certamente spostato<br />
verso l’alto. Questo è possibile anche perché – lato<br />
domanda – il consumatore è più istruito, educato, attendo<br />
e curioso di assaggiare novità. Osservando, poi,<br />
i dati 2023 suddivisi per “categoria” di produttore ci<br />
accorgiamo di come Maison e Cooperative abbiano<br />
subito maggiormente il rimbalzo negativo del mercato<br />
a fronte di una sostanziale tenuta (-2,7%) dei Vigneron.<br />
Le Maison rappresentano stabilmente più del 70%<br />
del giro d’affari, a fronte di uno scarso 20% dei Vigneron,<br />
ma seppur con crescite non sostanziali in valore<br />
assoluto i piccoli produttori stanno conquistando il<br />
loro spazio su un mercato solidamente ad appannaggio<br />
delle grandi realtà. Torniamo ora ad analizzare in maniera<br />
asettica i numeri ma ampliamo un po’ la visuale<br />
temporale. 299 milioni di bottiglie vendute nel 2023<br />
in calo rispetto alle 325 milioni del 2022. Una crescita<br />
modesta rispetto all’anno precedente (322 milioni)<br />
con il mercato domestico in leggero calo e un’accelerazione<br />
di poco inferiore al 5% per l’estero. Terzo miglior<br />
risultato della storia della denominazione dopo l’anno<br />
da sogno 2007 (339 milioni) e il 1999 (327 milioni).<br />
Record storico per quanto riguarda il valore: 6,3 miliardi<br />
di euro (primo anno in cui sono stati superati i 6<br />
miliardi di euro, peraltro), davanti al 2021 (5,7 miliardi<br />
di euro). Nel 2020, anno che tristemente ricordiamo<br />
tutti per la nota crisi sanitaria che ha fermato il mondo,<br />
il contatore delle bottiglie vendute si era fermato a 245<br />
milioni. Un dato che se paragonato alle 297 milioni<br />
di bottiglie del 2019 segnala una contrazione di circa<br />
il 18%. Tra il 2019 e il 2022, il prezzo medio di una<br />
bottiglia di Champagne è cresciuto di poco meno del<br />
15% con un incremento superiore all’internazionale<br />
rispetto al mercato francese: un trend sostanzialmente<br />
confermato anche nell’anno appena concluso. Tornando<br />
ai dati in volume, occorre notare come il numero di<br />
bottiglie vendute all’estero nel 2023 (in calo di circa<br />
l’8% sul 2022, ricordiamolo) risulta comunque nettamente<br />
superiore al dato del 2019 (172 milioni vs. 156<br />
milioni). Per uno sviluppo del mercato internazionale<br />
che continua senza sosta da ormai una decina di anni:<br />
è da tempo che l’export supera le vendite destinate al<br />
mercato domestico. I primi cinque Paesi consumatori<br />
(Stati Uniti, Uk, Giappone, Italia e Germania) continuano<br />
a crescere e a farla da padroni con una quota<br />
ben superiore al 50% dell’intero venduto oltreconfine.<br />
Cosa aspettarsi, dunque, nel futuro quale tendenza di<br />
medio termine? Una sostanziale tenuta del mercato in<br />
termini di volume (diciamo tra 300 e 320 milioni di<br />
bottiglie mediamente) con un prezzo medio in crescita<br />
e, pertanto, un corrispettivo in valore sempre superiore<br />
ai 6 miliardi di euro. C’è da attendersi, poi, che<br />
la quota internazionale pesi sempre di più rispetto al<br />
mercato domestico e che i principali cinque o sei Paesi<br />
importatori mantengano la propria predominanza.<br />
Infine, è ipotizzabile che le Maison continueranno a<br />
farla da padrone, ma che sul lungo termine i Vigneron<br />
aumenteranno in numero e guadagneranno, un pezzo<br />
alla volta, piccole quote di mercato.<br />
Photo: Giorgia Spina<br />
CHAMPAGNE