WineCouture 1-2/2024
WineCouture è la testata giornalistica che offre approfondimenti e informazione di qualità sul vino e quanto gli ruota attorno. È una narrazione di terroir, aziende ed etichette. Storytelling confezionato su misura e che passa sempre dalla viva voce dei protagonisti, dalle riflessioni attorno a un calice o dalle analisi di un mercato in costante fermento. WineCouture è il racconto di un mondo che da anni ci entusiasma e di cui, con semplicità, vogliamo continuare a indagare ogni specifica e peculiare sfumatura, condividendo poi scoperte e storie con appassionati, neofiti e operatori del comparto.
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20<br />
CHAMPAGNE<br />
Un racconto<br />
di tanti mondi<br />
Dall’alfa del Grand Cru di Ambonnay<br />
all’omega dell’unicità di Les Riceys, l’uomo al centro in Champagne<br />
Foto St. Vincent: Marcello Brunetti<br />
DI FRANCESCA MORTARO E MATTEO BORRÈ<br />
In che cosa risiede la magia dello<br />
Champagne? In un insieme di<br />
elementi che vanno ben oltre la<br />
consacrazione che l’ha condotta<br />
a divenire nel 2015 Patrimonio<br />
dell’Umanità dell’Unesco grazie a suoi<br />
Coteaux, Maisons e Caves. Tra vigne,<br />
cantine, Craie e vini, dov’è l’uomo? I<br />
Vigneron e le Vigneronne innanzitutto<br />
che ogni giorno sudano tra i filari per<br />
trasformare quel che è un dono in un<br />
frutto prezioso. Si parla tanto dell’unicità<br />
del Climat e del Terroir di Champagne,<br />
ma poco dell’unicità di chi poi è la<br />
vera forza motrice di un universo intero.<br />
Un mondo variopinto, che ancora oggi<br />
poggia le sue fondamenta su un rito che<br />
non è solo augurio di buon auspicio per<br />
l’annata, ma più di tutto ribadisce la centralità<br />
del fattore umano, derivazione di<br />
una vocazione che si fa nel calice divina.<br />
Ambonnay, il Grand Cru<br />
dalla vocazione divina<br />
I mantelli rossi spiccano nel corteo di<br />
persone che s’infila nelle piccole vie del<br />
paese. Ad indossarli i Vigneron, protagonisti<br />
di una giornata che celebra lo<br />
Champagne e chi lo produce. Ad Ambonnay,<br />
comune Grand Cru a sud est<br />
di Reims famoso per il suo Pinot Noir,<br />
la festa di Saint Vincent, patrono dei<br />
vignaioli, comincia al mattino presto,<br />
quado nelle case c’è fermento e i bambini<br />
vestono gli abiti della tradizione. Alle<br />
nove tutto il paese si riversa in<br />
una delle tante cantine per<br />
la colazione: Champagne<br />
e formaggio per<br />
tutti. Poi una banda<br />
scandisce l’inizio<br />
della parte più solenne<br />
della giornata.<br />
A guidare la<br />
processione verso la<br />
chiesa gli stendardi,<br />
le autorità e una piccola<br />
botte di legno che contiene<br />
la cuvée speciale che i produttori<br />
hanno creato insieme e che verrà<br />
utilizzata come vino per la messa. Nei<br />
secoli la ritualità è rimasta la stessa ma si<br />
fonde con una gratitudine sempre nuova<br />
per la generosità della natura. In un<br />
villaggio che conta più vigne che case, la<br />
cifra distintiva delle persone è proprio<br />
il rispetto per quel terroir – in questo<br />
caso, uno dei più straordinari di tutta<br />
la Champagne – che regala uve speciali.<br />
Ma c’è anche la consapevolezza che<br />
senza il “manico” del Vigneron, il vino<br />
non esisterebbe. È nel binomio che lega<br />
natura e uomo che l’essenza di questa<br />
festa si esprime: l’uno non può<br />
esistere senza l’altra. Ed è<br />
qui che affonda le radici<br />
la storia di Ambonnay:<br />
nella sua terra e<br />
nei suoi uomini. La<br />
fortuna di questo<br />
luogo – che vanta i<br />
filari più prestigiosi<br />
della regione – si<br />
lega indissolubilmente<br />
alle vite delle famiglie<br />
che da decenni fanno<br />
il vino portandolo all’eccellenza.<br />
Nomi come Egly Ouriet, Marie Noëlle<br />
Ledru, Eric Rodez, Jacques Beaufort<br />
sono senza dubbio tra i più conosciuti,<br />
ma sta nascendo una generazione di<br />
giovani, capitanata da Antoine Coutier,<br />
presidente della confraternita della<br />
Saint Vincent del villaggio, pronti a rac-<br />
coglierne il testimone. La festa diventa<br />
allora l’occasione per stringere e consolidare<br />
i rapporti, per discutere del futuro<br />
e per scambiarsi pareri. Nel cuore della<br />
giornata, tra un calice e l’altro, a tavola si<br />
respira la voglia di sentirsi parte di una<br />
storia comune e condividere il lavoro<br />
fatto. Ognuno con i propri vini esprime<br />
sfumature diverse della stessa trama.<br />
Dai millesimati ai parcellari, passando<br />
per i monovitigno e le cuvèe fatte nella<br />
cantina della cooperativa: tutto si lega<br />
al medesimo filo rosso. Passione, dedizione,<br />
cura in vigna, precisione in cantina:<br />
Ambonnay è questo, ma non solo.<br />
In ogni sorso raccontato, ne corrisponde<br />
un altro pieno di mistero. Ed è nelle<br />
pieghe del non detto che si nasconde il<br />
fascino di questo villaggio in festa. Nello<br />
scorrere delle ore, scandite da formati<br />
di bottiglie sempre più grandi, arriva<br />
la sera. I bambini sono già a dormire,<br />
ma c’è chi ancora non vuole lasciar treminare<br />
la giornata. Nelle Crayères sotterranee,<br />
Ambonnay diventa un’unica<br />
grande cantina. Nei cunicoli fatti di quel<br />
gesso friabile tanto famoso si stappano<br />
grandi Vintage à la volée. Il tempo quasi