WineCouture 1-2/2024
WineCouture è la testata giornalistica che offre approfondimenti e informazione di qualità sul vino e quanto gli ruota attorno. È una narrazione di terroir, aziende ed etichette. Storytelling confezionato su misura e che passa sempre dalla viva voce dei protagonisti, dalle riflessioni attorno a un calice o dalle analisi di un mercato in costante fermento. WineCouture è il racconto di un mondo che da anni ci entusiasma e di cui, con semplicità, vogliamo continuare a indagare ogni specifica e peculiare sfumatura, condividendo poi scoperte e storie con appassionati, neofiti e operatori del comparto.
WineCouture è la testata giornalistica che offre approfondimenti e informazione di qualità sul vino e quanto gli ruota attorno. È una narrazione di terroir, aziende ed etichette. Storytelling confezionato su misura e che passa sempre dalla viva voce dei protagonisti, dalle riflessioni attorno a un calice o dalle analisi di un mercato in costante fermento. WineCouture è il racconto di un mondo che da anni ci entusiasma e di cui, con semplicità, vogliamo continuare a indagare ogni specifica e peculiare sfumatura, condividendo poi scoperte e storie con appassionati, neofiti e operatori del comparto.
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
21<br />
si ferma. Sorsi inaspettatamente freschi<br />
e vivi svelano quel segreto fino ad ora taciuto:<br />
in quelle bottiglie i Vigneron nascondono<br />
la loro impronta immortale.<br />
L’unicità di Les Riceys,<br />
perla della Côte Des Bar<br />
La straordinaria bellezza della Champagne<br />
e dello Champagne è dettata dalla<br />
sua infinita variazione di sfumature: nel<br />
calice, nelle persone, nei territori. Esistono<br />
però zone nella patria delle bollicine<br />
francesi più amate al mondo, che sebbene<br />
non abbiano la medesima aurea di<br />
altre maggiormente celebrate nel corso<br />
del tempo, nondimeno rappresentano un<br />
tassello fondamentale per comprendere<br />
l’incredibile unicità del savoir-faire e<br />
della tradizione champenoise. Come nel<br />
caso di Les Riceys e del suo terroir, l’unico<br />
angolo di Champagne dov’è possibile<br />
trovare tutti e tre i vini che hanno creato<br />
il mito di questa grande terra: volti differenti<br />
di cosa significhi essere Vigneron<br />
qui, sul suo limitare, ormai quasi giunti<br />
alle porte della Borgogna. Siamo, infatti,<br />
lontani da Reims e da Epernay, in un fazzoletto<br />
di terra rimasto a lungo in bilico<br />
tra due regioni e due mondi. Gli stessi<br />
che poi è possibile ritrovare nel calice,<br />
proprio grazie a vini che vi nascono. Il<br />
borgo medievale di Les Riceys, con i suoi<br />
844 ettari di vigne, è oggi non soltanto il<br />
più grande comune viticolo della Champagne,<br />
ma anche l’unico a potersi fregiare<br />
delle tre Denominazioni della Aoc,<br />
ovvero l’omonima tipologia di bollicine,<br />
i Coteaux Champenois e il Rosé des Riceys.<br />
Situata sulle rocce calcare del Kimmeridgiano,<br />
intervallate da piccole valli<br />
strette e verdeggianti, la fisarmonica di<br />
colline forma un vero e proprio mosaico<br />
che gode di molteplici esposizioni.<br />
Ci troviamo nel regno del Pinot Noir,<br />
cui è dedicato oltre l’80% dei filari, ma<br />
in un territorio dove la vigna non appare<br />
immediatamente all’orizzonte. È una<br />
ricompensa da conquistare, incamminandosi<br />
lungo i boschi che abbracciano<br />
i pendii pazientemente curati nel corso<br />
dei secoli dagli uomini per coltivare la<br />
vite e dove fanno capolino, sparse qua<br />
e là, le “cadole”, rifugi di pietra circolari,<br />
tipici della zona di Bar-sur-Seine, che i<br />
vignaioli usavano un tempo come riparo.<br />
Poi, spazio a tutta la magia di suoli<br />
argilloso-calcareo della stessa natura di<br />
quello dei grandi cru di Chablis e alla<br />
possibilità di beneficiare di un sole che<br />
tutta la regione gli invidia: così, a Les<br />
Riceys prendono forma vini dall’anima<br />
elegante e leggera. Come detto, siamo<br />
in un territorio a lungo conteso tra due<br />
“confini”: la Borgogna e la Champagne, i<br />
cui rispettivi duchi e conti litigavano per<br />
accaparrarsi il vino dalle sue uve. Ed è<br />
così che questo Cru, bourguignonne sin<br />
dal 830, divenne champenois nel XIII<br />
secolo. Una dualità rimasta viva anche<br />
in seguito e ancora per lunga data, fino<br />
alla parola finale decretata nel 1927 con<br />
l’inserimento ufficiale dell’Aube e di<br />
Les Riceys nella denominazione Champagne.<br />
Un racconto, quello di questo<br />
angolo di Francia, che oggi vive, insieme<br />
ai suoi volti, anche in un docu-film<br />
firmato da Domaine Alexandre Bonnet,<br />
tra i maggiori protagonisti della rinascita<br />
della Côte des Bar dove vanta 47 ettari di<br />
vigne di proprietà, in collaborazione con<br />
TY Studio. È un legame, quello che unisce<br />
la Maison, parte dal 1998 del Gruppo<br />
Lanson Bcc, e la terra in cui è nata<br />
nel 1934, che oggi si fa omaggio all’anima<br />
e alla tradizione champenoise. Cosa<br />
rende unica la perla della Côte Des Bar<br />
sono innanzitutto i suoi uomini e donne,<br />
come testimonia un anno di riprese<br />
che attraversano le quattro stagioni di<br />
uno dei territori più indomiti e ancora<br />
incontaminati della Champagne. Una<br />
storia che si rinnova, vendemmia dopo<br />
vendemmia: grazie ad Arnaud, Eric,<br />
Jean Philippe, Didier, Patrice, Segolène e<br />
Charles, Laurent, Guy, Serges, Claudine,<br />
Alain e Irvin. I nomi che compongono<br />
una comunità dedita per il 90% al lavoro<br />
nelle vigne. I volti di chi vive la terra ogni<br />
giorno e ne raccoglie i frutti, che siano<br />
presidenti di una grande Maison come<br />
Domaine Alexandre Bonnet, l’uomo che<br />
ne cura i vigneti, l’enologo, la fioraia del<br />
paese, il primo cittadino o semplicemente<br />
chi circa 30 anni fa ha restaurato con<br />
le sue mani una delle antiche “cadole”, affinché<br />
la memoria fosse tramandata alle<br />
generazioni future. Il cortometraggio si<br />
conclude con il capitolo più importante:<br />
La Famille. Con la scena finale, un rurale<br />
e affollatissimo Déjeuner sur l’herbe, che<br />
vede la famiglia di Les Riceys ritrovarsi<br />
per festeggiare la fine della vendemmia,<br />
a testimoniare il legame indissolubile tra<br />
i vini e le bollicine più amate al mondo<br />
e quel heritage umano senza il quale lo<br />
Champagne e la Champagne non sarebbero<br />
quel che sono oggi.<br />
CHAMPAGNE