Vado e Torno_2024-03

La fine del sodalizio con Iveco,
inaugurato nel 2019, ha decisamente
rimodulato il business di Nikola:
niente Europa e focus sul mercato
nordamericano. Allo stesso tempo,
il costruttore di Phoenix, in Arizona,
si è concentrato sull’idrogeno,
creando il brand Hyla e puntando alla
promozione dell’ecosistema dedicato.
Nel 2023, Nikola ha prodotto 42
truck a idrogeno e ne ha venduti 35,
secondo quanto comunicato all’inizio
di quest’anno. E poche settimane fa
ha aperto la prima stazione di servizio
Hyla in California per il rifornimento di
idrogeno. La Borsa, però, piange: per
la seconda volta in meno di un anno
Nikola rischia il ‘delisting’ dal Nasdaq
della Borsa americana per il prezzo
troppo basso delle sue azioni.
ARRIVAL
È LA FINE DI
UN SOGNO
NIKOLA MOTORS
TRA IDROGENO
E RISCHIO DELISTING
VOLTA TRUCKS
RISORGERÀ DALLE
SUE CENERI?
Il fallimento di Volta Trucks è stata una
sorpresa. Il costruttore svedese pareva
ben avviato: molto interesse e grossi
pre-ordini (1.500 veicoli da Db Schenker).
Ma la parabola del fornitore di batterie
Proterra, colpito da problemi di liquidità,
ha fatto naufragare tutto, o quasi. Anche
se il fondo d’investimento Luxor capital
group ha rilevato il marchio e promesso
una seconda vita, pare inevitabile un
(grosso) ridimensionamento. Intanto,
gran parte dei quasi mille dipendenti ha
trovato nuovo impiego. Uno spiraglio
di luce arriva dal nuovo accordo stretto
con Steyr Automotive per riprendere la
produzione del Volta Zero. Col presidio
italiano praticamente smantellato, è
difficile pensare al rilancio a breve del
progetto Volta Trucks nel nostro Paese.
TESLA
QUEL SEMI
È UN MISTERO
Produrre van elettrici, autobus e auto in
microfabbriche, ricavate nei siti dismessi, in
alcuni paesi europei. Progetto rivoluzionario,
naufragato di fronte alla difficoltà di
‘inventarsi’ costruttori. I primi scricchiolii col
passo indietro del primo Ceo, Denis Sverdlov,
poi i licenziamenti in Gran Bretagna con lo
stop a bus e auto. Con i soli van elettrici
da mandare in Nordamerica, nemmeno le
iniezioni di liquidità degli investitori sono
riuscite a salvare la baracca. Così, il mese
scorso è arrivata la notizia della bancarotta.
Quando si parla di Tesla, e di Elon
Musk, gli entusiasti e detrattori si
scatenano. Vale per le auto e, a maggior
ragione, per i camion. Il celebre Semi è
stato annunciato nel lontano 2017, con
la promessa di venderlo entro due anni
e di garantire 800 chilometri con una
ricarica. Da allora, buio en solo alla fine
del 2022, la prima consegna a Pepsico
(un veicolo) e l’avvio di alcuni test su
strada. All’inizio dello scorso anno,
Tesla ha annunciato investimenti per 3,6
miliardi di dollari nel suo stabilimento
per le linee dei Semi. Da allora, poco
altro, se non l’annuncio di Musk di inizio
produzione di serie nel 2024.
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