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I Quaderni di WineCouture Marzo-Aprile / 2024

I Quaderni di WineCouture sono monografie, disponibili gratuitamente al pubblico nel loro formato cartaceo presso le enoteche dell'associazione Vinarius, dedicate a una tipologia specifica, a un particolare momento di consumo o a un’area di produzione, che si pone l’obiettivo di fornire ai consumatori una “guida all’acquisto” e alla conoscenza delle etichette disponibili sul mercato, mediante il racconto delle stesse e delle cantine che le producono.

I Quaderni di WineCouture sono monografie, disponibili gratuitamente al pubblico nel loro formato cartaceo presso le enoteche dell'associazione Vinarius, dedicate a una tipologia specifica, a un particolare momento di consumo o a un’area di produzione, che si pone l’obiettivo di fornire ai consumatori una “guida all’acquisto” e alla conoscenza delle etichette disponibili sul mercato, mediante il racconto delle stesse e delle cantine che le producono.

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“Il vino non si beve soltanto: si annusa, si osserva, si<br />

degusta, si sorseggia... E se ne parla”. Così la pensava<br />

Edoardo VII, re in Inghilterra un secolo fa. E quando<br />

si è a tavola, è importante avere sempre una buona storia o un<br />

aneddoto da raccontare. Ecco qualche curiosità che ancora non<br />

sai sulla Lugana e il suo vino Doc.<br />

Il Lugana è vino <strong>di</strong> confine: quello che separa la<br />

Lombar<strong>di</strong>a dal Veneto con le province <strong>di</strong> Brescia e<br />

Verona. Una porzione <strong>di</strong> terra che si affaccia su quel<br />

Lago <strong>di</strong> Garda (detto anche Benàco) che è il più esteso<br />

d’Italia e ha come suo immissario principale (il corso<br />

d’acqua che entra nel bacino) il Sarca, mentre l’emissario<br />

(il fiume che ne esce) è il Mincio.<br />

Benàco è la denominazione <strong>di</strong> origine latina dell’oggi<br />

largamente più noto come Lago <strong>di</strong> Garda. Già Virgilio<br />

menziona l’operosa campagna <strong>di</strong> quelle zone nel<br />

secondo libro delle Georgiche: “O dovrò ricordare i mari che<br />

la bagnano? I suoi gran<strong>di</strong> laghi? Tu, Lario, e te, Benaco che<br />

si gonfia con flutti e impeto <strong>di</strong> mare?”. Ma altre citazioni alla<br />

zona le si possono trovare anche nell’Eneide, passando per<br />

il canto XX dell’Inferno dantesco (“Suso in Italia bella giace<br />

un laco, / a piè de l’Alpe che serra Lamagna / sovra Tiralli,<br />

ch’ha nome Benaco”, vv. 61-3), fino all’ode barbara “Sirmione”<br />

del Carducci (“Ecco la verde Sirmio nel lucido lago sorride,<br />

/ fiore de le penisole. / Il sol la guarda e vezzeggia: somiglia<br />

d’intorno il Benaco / una gran tazza argentea / cui placido<br />

olivo per gli orli niti<strong>di</strong> corre / misto a l’eterno lauro”, vv. 1-6) o<br />

al componimento poetico “Per la Coppa del Benaco” del Vate,<br />

Gabriele D’Annunzio.<br />

La Turbiana risulta essere un parente stretto del Trebbiano<br />

<strong>di</strong> Soave, mentre gli ultimi risultati in materia hanno<br />

evidenziato come si <strong>di</strong>stanzi da quello che è un vitigno<br />

a cui un tempo era apparentato: quel Ver<strong>di</strong>cchio dei Castelli <strong>di</strong><br />

Jesi a cui è affine in termini genetici ma <strong>di</strong>fferente dal punto <strong>di</strong><br />

vista fenologico, agronomico ed enologico.<br />

Quel para<strong>di</strong>so che è il Lago <strong>di</strong> Garda, uno dei panorami<br />

più belli del Nord Italia, se oggi è un colorato crocevia<br />

<strong>di</strong> uliveti e vigneti, nell’antichità era soltanto una<br />

landa selvaggia e acquitrinosa. Non a caso, il nome Lugana<br />

deriva da “Lucana” il cui etimo rimanda al latino “Lucus”,<br />

ovvero bosco. E fino al ‘400 proprio <strong>di</strong> una boscaglia paludosa<br />

si trattava, prima che un’importante opera <strong>di</strong>sboscamento<br />

condusse a una prima bonifica.<br />

Nel 1693, le “Memorie bresciane” <strong>di</strong> Ottavio<br />

Rossi citano il vino bianco “gagliardo e soave” <strong>di</strong><br />

un’ancora “fangosa Lugana”.<br />

12<br />

Il Lugana non è un vino bianco che è necessario bere prima<br />

della fine dell’estate. All’opposto, è il classico esempio <strong>di</strong><br />

quanto la tipologia possa andare in profon<strong>di</strong>tà anche in<br />

termini <strong>di</strong> longevità. Così, quella che è la versione “base”, il Doc,<br />

potrà rimanere tranquillamente in cantina anche per tre anni,<br />

mentre le versioni Superiore e Riserva hanno una potenzialità<br />

evolutiva che può tranquillamente svilupparsi lungo una decina<br />

d’anni.<br />

Le bollicine in Lugana vantano una storia più antica <strong>di</strong><br />

quel che si possa immaginare. Pionieri furono, a fine ‘800<br />

un gruppo d’industriali della Champagne, che in visita a<br />

San Martino della Battaglia tentarono – senza grande successo<br />

– d’investire sulla spumantizzazione del Lugana. Il gruppo<br />

arrivò ad<strong>di</strong>rittura a creare a Rivoltella del Garda, una frazione <strong>di</strong><br />

Desenzano, una cantina per la produzione <strong>di</strong> uno spumante a<br />

Metodo Classico sul modello delle bollicine francesi più famose.<br />

La vite in Lugana sembra ci sia stata da sempre: famosi<br />

sono, infatti, i vinaccioli <strong>di</strong> Vitis Silvestris ritrovati presso<br />

le palafitte <strong>di</strong> Peschiera del Garda e risalenti all’Età del<br />

Bronzo. Ma questi semi non fanno ipotizzare a una vera e<br />

propria attività enologica a quell’epoca: il vino, è più probabile<br />

sia arrivato fra il VII ed il V secolo a. C. portato dagli Etruschi,<br />

quando estero il loro dominio sino alla valle del Po.<br />

Leggenda narra <strong>di</strong> un banchetto che il padre del noto poeta<br />

romano Catullo avrebbe offerto al <strong>di</strong>vino Cesare, per far<br />

perdonare una serie <strong>di</strong> sconvenienti epigrammi scritti<br />

dal figlio e ostili nei confronti del celebre politico (“Non ho<br />

per niente voglia <strong>di</strong> piacerti, o Cesare, né m’importa <strong>di</strong> saperti<br />

bianco o nero”, Carme XCIII). Riappacificazione non ci fu, ma<br />

sembra che Cesare abbia quantomeno conservato un ottimo<br />

ricordo del vino Retico bevuto nell’occasione, tanto da fargli<br />

acquisire la qualifica <strong>di</strong> “Panacea del Garda”.<br />

Pillole<br />

<strong>di</strong> Lugana<br />

per fare bella<br />

figura a tavola<br />

(e non solo)

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