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Storia della famiglia del capitano Carresi Di Franco Caratozzolo

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Romanzo<br />

“Da Bagnara a Gioia Tauro”<br />

Fu così che il <strong>capitano</strong> <strong>Carresi</strong>, perse la casa, quella fredda mattina <strong>del</strong> 28 dicembre <strong>del</strong> 1908 a<br />

causa di un terremoto seguito da maremoto, che sconquassò la Sicilia e la Calabria provocando la<br />

morte di oltre centomila persone.<br />

Si stava preparando a partire, per imbarcarsi al comando <strong>del</strong> veliero da 50 tonnellate Nuova<br />

Antonietta, in rada a Gioia Tauro.<br />

Mentre sorbiva un caffè assieme alla moglie Felicia in cucina, udì un boato, cupo, grave, seguito da<br />

un sussulto. Anche la fioca luce <strong>del</strong> lume a petrolio sembrò spegnersi.<br />

‐“Terremoto”‐, rifletté tra sé il <strong>capitano</strong>, e, senza parlare, lentamente, per non impaurire la moglie<br />

Felicia aprì la porta.<br />

E’ noto che gli animali sentano con anticipo l’arrivo dei terremoti, ma stranamente, nell’occasione,<br />

il <strong>capitano</strong> non udì il solito latrare dei cani o il chiocciare <strong>del</strong>le galline o altri rumori amici. Vi era un<br />

silenzio irreale, come se tutta la natura si fosse fermata, presagio che qualche cosa stesse per<br />

accadere. <strong>Di</strong> li a poco, sentì un violento e secco movimento ondulatorio che lo fece rientrare<br />

rapidamente, svegliò i figli ed urlò “Fuori, fuori"! "Prendete le coperte e scappate!”<br />

Il terremoto ebbe una durata di circa trentotto secondi. Mezzi addormentati i figli più grandicelli<br />

uscirono correndo, mentre i genitori portavano in salvo i più piccini, tentando di tenersi in<br />

equilibrio con il pavimento <strong><strong>del</strong>la</strong> loro casa che oscillava e sussultava come un uomo in agonia.<br />

Felicia, con la figlia più piccola in braccio, Antonietta, guadagnò l’uscita, urlando. E i suoi gridi si<br />

confondevano con quelli degli altri scampati formando un tragico coro greco.<br />

D’improvviso la parete sud <strong><strong>del</strong>la</strong> casa, sotto l’effetto <strong>del</strong>lo stimolo potente scatenatasi dal ventre<br />

<strong><strong>del</strong>la</strong> terra crollò come un fuscello sradicato durante una bufera di vento. La caduta <strong><strong>del</strong>la</strong> parete si<br />

portò appresso le travi di legno che reggevano il soffitto e le tegole e il rumore <strong>del</strong> crollo <strong><strong>del</strong>la</strong> casa<br />

<strong>del</strong> <strong>capitano</strong> si confuse con quello <strong>del</strong>le altre abitazioni che venivano giù, amplificati dal silenzio<br />

mattutino.<br />

Come periodicamente accadeva la morte bussava ancora una volta in quelle contrade povere e<br />

sventurate.<br />

In quel lembo <strong>del</strong>l’Italia meridionale, martirizzato dall’infausto evento, Bagnara contò novantasei<br />

morti e 720 feriti, e l’80% di case distrutte o danneggiate.<br />

Accorato di fronte al caos, al terrore <strong><strong>del</strong>la</strong> moglie e dei figli, alla polvere che si alzava verso la volta<br />

<strong>del</strong> cielo, il <strong>capitano</strong> <strong>Carresi</strong> si chiedeva, perché ? Perché una terra tanto più è bella e povera, tanto<br />

più deve subire gli oltraggi di una sorte avversa ?<br />

E’ come se la natura stessa, gelosa <strong><strong>del</strong>la</strong> propria bellezza, abbia voluto punirsi, per<br />

controbilanciare nascondendo nel suo seno un mostro che, di tanto in tanto fa uscire a sfregiare<br />

ciò che ha creato violentando crudamente lo splendore <strong>del</strong>le sue creature: un mare stupendo,<br />

dove il cielo vi si specchia col suo più vezzoso azzurro per trasformarsi in grigio quando il cielo è<br />

nuvoloso. Completava tanta bellezza, l’affascinante visione <strong>del</strong>le isole Eolie e <strong><strong>del</strong>la</strong> Sicilia, ancor<br />

più splendide da ammirare durante la stagione fredda, quando l’aria tersa schiarisce i profili e<br />

l’immaginazione, fino a farti scoprire i personaggi mitici che ispirarono grandi poeti e alimentarono<br />

tante leggende: Scilla, Cariddi, Eolo il dio dei venti e re <strong>del</strong>le isole Eolie, Ulisse.<br />

Bagnara, è racchiusa in una affascinante insenatura, protetta da montagne alte e selvagge che si<br />

caricano di variegati colori a seconda <strong>del</strong> tipo di macchia arborea abbarbicata sui suoi fianchi le<br />

cui forre, d’improvviso, si addolciscono, degradando in terrazze coltivate a vigneto e che produce<br />

l’uva zibibbo famosa già dai tempi più antichi.<br />

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