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Storia della famiglia del capitano Carresi Di Franco Caratozzolo

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insormontabili. I carri a trazione animale potevano “senza gran fatica” portare le merci utilizzando<br />

una serie di infrastrutture, pronte nell’area gioiese. Il prodotto notevolmente più<br />

commercializzato era l’olio lampante prodotto in gran quantità nella piana dai frantoi.<br />

Altri prodotti commercializzati e trasportati nel Mediterraneo con i velieri erano: legnami, grano,<br />

granone, carbone da legna, agrumi, vino. Lo stoccaggio <strong>del</strong>l’olio lampante era fatto in grandi<br />

cisterne verticali poste sottoterra un po’ dappertutto a Gioia Tauro: il paese era cresciuto sul<br />

vuoto quasi totalmente, tanto che la città vecchia era chiamata, per questo motivo, Piano <strong>del</strong>le<br />

Fosse ma, anche la parte più moderna era altrettanto piena di fosse.<br />

I proprietari di queste cisterne erano stranieri e avevano in mano il monopolio <strong>del</strong> commercio<br />

<strong>del</strong>l’olio; essi erano :<br />

1. Cisterne “Maurigoffe” una società olandese che edificò la struttura nel 1783 (da cui prese<br />

nome la salita, che poi divenne via Trento). Le sue cinquattotto cisterne potevano<br />

contenere 24000 quintali di olio.<br />

2. Cisterne Serra‐Cardinale (palazzo Musco) edificata nel 1700 circa.<br />

3. Cisterne Gagliardi in piazza Mercato risalenti al 1780 circa.<br />

4. Cisterne Averni di Genova in via Trento risalenti al 1780.<br />

5. Cisterne Cordopatri in via Rimembranze <strong>del</strong> 1830.<br />

6. Magazzini Gargano, Zaffiro, Gambar<strong><strong>del</strong>la</strong>, Pisani, risalenti al 1845 tutti in via Lomoro.<br />

7. Cisterne Rossi salita Giffoni <strong>del</strong> 1845.<br />

8. Magazzini barone Musco <strong>del</strong> 1800 circa, via De Rosa.<br />

9. Magazzini Bianchi piazza <strong><strong>del</strong>la</strong> posata <strong>del</strong> 1850 circa.<br />

10. Cisterne Starace via Roma <strong>del</strong> 1850 circa.<br />

11. Cisterne Castellano via Roma <strong>del</strong> 1850 circa.<br />

12. Cisterne Aloia via Roma <strong>del</strong> 1850 circa.<br />

13. Cisterna Gargano via piccola velocità <strong>del</strong> 1835.<br />

14. Magazzini D’urso via Torino <strong>del</strong> 1895.<br />

15. Magazzini di via 24 maggio.<br />

I sopraelencati gestivano in proprio il commercio o erano rappresentanti consolari di paesi<br />

stranieri. L’oro verde era utilizzato dalla maggior parte <strong>del</strong>le nazioni europee per l’illuminazione<br />

pubblica.<br />

I vice‐consoli ebbero in mano il potere politico oltre che economico <strong>del</strong>l’area. Molto spesso<br />

costoro erano in lotta fra loro per la poltrona di sindaco o per quella di consigliere provinciale, tra<br />

questi: il cav. Briglia, il cav. Giffoni, il cav. Baldari, il cav. Tripodi.<br />

Assenti sul piano politico ma non su quello economico i latifondisti nobili.<br />

I nobili con sede a Gioia erano i Serra‐ Cardinale maritata Musco, il barone Cordopatri.<br />

L’attività di trasporto <strong>del</strong>l’oro verde, tramite velieri, era curata da un’ efficiente dogana,<br />

localizzata alla fine di via marina, scendendo, sul lato sinistro <strong><strong>del</strong>la</strong> spiaggia. I rapporti tra dogana,<br />

capitaneria e rappresentanze varie erano gestite da agenti marittimi e spedizionieri doganali:<br />

Tarantino, Sofi ecc. Gioia Tauro dipendeva dall’agricoltura <strong><strong>del</strong>la</strong> piana e questa dalle infrastrutture<br />

gioiesi per la loro commercializzazione. A complemento di tutto, una serie d' impianti industriali,<br />

localizzati in loco, chiudeva un ciclo di trasformazione, con un elevato grado di verticalizzazione<br />

produttiva: nulla si perdeva di queste attività. Si fosse trattato di olive, agrumi, uva o boschi di<br />

conifere, grano.<br />

“ Scendendo lungo la sterrata via marina, a metà strada, era localizzata una raffineria costruita da<br />

una società straniera, poi diventata Benedetto e C. oleificio". Quasi al confine con la spiaggia<br />

sorgeva la distilleria Cannizzaro.” I proprietari erano di Palmi. Questo impianto produceva alcool<br />

etilico dai residui <strong><strong>del</strong>la</strong> pigiatura <strong>del</strong>l’uva cumulati davanti alla distilleria. I carri tirati dai buoi o<br />

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