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Storia della famiglia del capitano Carresi Di Franco Caratozzolo

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“Fai il prepotente perché sei a casa tua: se hai fegato vieni e fammi vedere quanto vali, dove vuoi<br />

tu, mano a mano!” doveva essere una scazzottata. Finì in tragedia. L’uomo fece finta di accettare<br />

la sfida mano a mano, ma ci andò armato di coltello. Antonino era minorenne, ma fisicamente<br />

piazzato e svelto come un gatto.<br />

Durante la lotta, l’avversario capendo di aver sottovalutato il ragazzo, estrasse un lungo coltello a<br />

serramanico. Alla presenza di tante persone che assistevano alla scena, Antonino afferrò i braccio<br />

di quell’uomo, e ruotando il suo braccio, lo colpì mortalmente.<br />

Antonino fu arrestato e poi, con i testimoni a suo favore, fu assolto per legittima difesa.<br />

Con l’attività che arrancava, Francesco s’inventava nuove soluzioni tecniche: ornamenti più<br />

moderni, mobili nuovi, qualche macchina nuova, partecipazione a gare d’appalto, cassette per<br />

agrumi. “Ci vorrebbe un po’ di fortuna“ ripeteva Fortunata “e sarebbe ora che questo debito la<br />

fortuna lo pagasse !”.<br />

“Coraggio Fortunata, la provvidenza <strong>Di</strong>vina ci verrà in aiuto !”‐ diceva Francesco.<br />

I cognati “americani” puntualmente scrivevano alle loro famiglie per raccontare la loro vita di<br />

“disertori”, di lavoratori portuali a Nuova York, come fosse la loro casa americana di“broccolino”.<br />

Solo Rocco scriveva molto raramente alla sua <strong>famiglia</strong>. Ma Domenica non sospettava nulla,<br />

pensava che suo marito non avesse avuto il tempo di scrivere. Il buon Capitano, invece, era<br />

informato da Gaetano di quanto stesse accadendo in America: Rocco aveva deciso di restare li per<br />

sempre.<br />

A questo punto Gaetano mise all’opera la sua capacità di convinzione, e spinse il cognato riottoso<br />

a rientrare in Italia.<br />

“Ora il gruzzoletto ce lo siamo fatti, possiamo rientrare in Italia. Ci reimbarchiamo qui e<br />

sbarchiamo a Genova”.<br />

“E che devo fare in Italia ? Qui si sta bene … si è liberi … c’è lavoro‐ diceva Rocco.<br />

Ma Gaetano insisteva: “Rocco, goditi la figlia, che ancora non conosci, come non conosco io la mia,<br />

è per i figli che abbiamo fatto questi sacrifici!” e Rocco si convinse.<br />

Dopo più di quattro anni dallo loro partenza per Nuova York i cognati rientrarono. Ed acquistarono<br />

dal demanio il terreno su cui costruire la loro casa: alla fine la scelta cadde sul terreno di fronte<br />

alla casa <strong>del</strong> Capitano o poco lontano.<br />

Intanto il fascismo aveva completato il suo colpo di stato tollerato. I moderati cristiani si resero<br />

conto nel gennaio <strong>del</strong> 1925, dopo l’omicidio Matteotti, <strong>del</strong>le “qualità politiche” <strong>del</strong> fascismo e <strong>del</strong><br />

suo “conductor” che annunciava di fatto la fine <strong>del</strong>le libertà sia individuali che collettive. Fu<br />

abolita la libertà di stampa, sciolte le organizzazioni sindacali, i partiti politici, e, i loro deputati<br />

decaduti, fu abolito il diritto di sciopero. Molti intellettuali e semplici oppositori fuggirono<br />

all’estero o si zittirono. Da oggi ogni provincia, ogni comune, ogni villaggio aveva il suo ducetto.<br />

Ogni fascista dettava legge. In ogni località, per il solo fatto di avere una camicia nera e il fez in<br />

testa, ogni fascista si sentiva padrone.<br />

Nelle strade, nelle piazze, nelle adunate o nei circoli si gridava: “Viva il Re !”‐ “Viva Mussolini !”.<br />

“Verrà un giorno che quel grido si muterà in abbasso. Verrà un giorno in cui parleranno quelli che<br />

oggi tacciono!”<br />

Così si esprimeva Pietro Nenni in quei giorni. E coloro che amavano le libertà democratiche<br />

tacquero per ventanni.<br />

Anche a Reggio e provincia fu stroncata ogni tipo di opposizione. Da quel momento in poi, ogni<br />

parola poteva costare cara; anche la semplice chiacchierata in una cantina o dal barbiere, era<br />

preceduta dal timore di essere ascoltati dal <strong>del</strong>atore di turno, che, per dispetto o per farsi bello<br />

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