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Storia della famiglia del capitano Carresi Di Franco Caratozzolo

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“Bella ‘gnura aiu lu sposu carceratu,<br />

ma pe’ ‘cchiù pena lu figghiu ‘nnegatu !”<br />

Nci dissi la Signora:<br />

“Vatindi figghia mia e non dubitari,<br />

e ‘pe setti mercolì pe’ Maria hai e digiunari.”<br />

Li marinai ettàru li riti ‘nta<br />

chiddu mari e cù ‘na fedi grandi.<br />

Iddi stessi restaru stupiti quando<br />

Tirare ‘nu picciriddu ciangenti.<br />

Li marinari restaru stupiti dicendu:<br />

“Figghiu, cu ti sarbau ?”<br />

“Fu la Madonnedda chi a fiancu<br />

di la me mamma ‘nc’appariu !”<br />

“Questo fu uno dei miracoli compiuti dalla Madonna <strong>del</strong> Carmine tanto tempo fa. Salvò il bambino<br />

e fece uscire il marito dal carcere!” concluse la mamma. Le figlie erano rimaste con gli occhi<br />

incantati, durante il racconto <strong>del</strong> miracolo. Poi una di esse chiese:<br />

“Mamma ci raccontate un miracolo <strong><strong>del</strong>la</strong> Madonna <strong>del</strong> Rosario? –<br />

“No, no ‐ rispondeva l’altra ‐ raccontateci un miracolo <strong><strong>del</strong>la</strong> Madonna dei poveri !”<br />

Alla fine Felicia le spediva tutte a letto seccata.<br />

La sveglia mattutina era anch’essa un rituale scandito dai soliti rumori, che tutta la <strong>famiglia</strong><br />

conosceva bene. I primi a passare erano i contadini, che si recavano verso gli orti, incrociando,<br />

contemporaneamente, le capre di massaro ‘Ntoni che, belando si fermavano, per abitudine,<br />

davanti alla porta dei clienti, come se una voce li obbligasse a farlo. Felicia o una <strong>del</strong>le due figlie<br />

più grandi, porgeva il “botto” (contenitore metallico) per il latte e, come al solito, rimproveravano<br />

il capraio:<br />

“Non fate tanta schiuma!” lo pagava e rientrava in casa.<br />

L’igiene, nella <strong>famiglia</strong> <strong>Carresi</strong>, era fondamentale. Ogni mattina tutte le signorine, comprese le più<br />

piccine, facevano toeletta. Scioglievano i capelli e li lavavano, dandosi il cambio l’una con l’altra o<br />

facevano il bagno dentro una vasca mobile di legno. Usavano saponi profumati che il Capitano o<br />

Enzo portavano dalle città lontane. Semmai ci fu proverbio più azzeccato per le sorelle, è stato:<br />

“Tutte per una, una per tutte !”. Le loro discussioni, non erano mai esagerate.<br />

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