30.12.2012 Views

Storia della famiglia del capitano Carresi Di Franco Caratozzolo

Storia della famiglia del capitano Carresi Di Franco Caratozzolo

Storia della famiglia del capitano Carresi Di Franco Caratozzolo

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

“Morgantina”, che collegava Bagnara con Messina, carica di merce. Il <strong>capitano</strong> non sapeva ancora<br />

<strong>del</strong> cataclisma umano e geografico che aveva sconvolto la Calabria e la Sicilia, ringraziava <strong>Di</strong>o che a<br />

suo figlio gli era stata risparmiata l’inumana vicenda. Non avrebbe mai e poi mai immaginato il<br />

rischio corso dall’equipaggio <strong><strong>del</strong>la</strong> tartana. In fase di aggancio degli ormeggi <strong>del</strong> veliero anche i<br />

marinai avevano udito quel pauroso e cupo rombo e, di colpo, una serie d’incendi scoppiò in vari<br />

punti di Messina; a questo si era aggiunto una grande quantità di vapore acqueo provenire dalle<br />

profondità <strong>del</strong> mare, molto strane in verità. Fu un’intuizione <strong>del</strong> Capitano <strong><strong>del</strong>la</strong> tartana quella di<br />

serrare la vela e prender più vento per allontanarsi. Poi si sentirono sollevare come un fuscello da<br />

un' ondata enorme, da una seconda e da una terza, che andavano a schiantarsi con fragore sui<br />

moli <strong>del</strong> porto di Messina completando l’opera distruttiva iniziata dal terremoto e dagli incendi,<br />

uccidendo coloro che si erano rifugiati verso il mare pensando di salvarsi.<br />

Gli aiuti arrivarono con molto ritardo (la storia si ripete sempre). A Bagnara i senza tetto furono<br />

migliaia, trovarono riparo dal freddo pungente di quei giorni, sui vagoni ferroviari bloccati<br />

opportunamente dentro le stazioni o utilizzando le poche case intatte.<br />

La solidarietà nazionale e internazionale fu straordinaria. Navi cariche di rifornimenti e medicinali<br />

raggiunsero le zone terremotate, dove, intanto, la flotta russa, aveva dato i primi soccorsi<br />

trovandosi in esercitazione, sul mar Tirreno in quei terribili frangenti.<br />

Il <strong>capitano</strong> <strong>Carresi</strong> considerava di cominciare daccapo, ricostruendo la casa. Ma, fece i conti senza<br />

l’oste. Felicia, alterata dall’evento, <strong><strong>del</strong>la</strong> sua casa crollata da rifare non ne volle saper nulla. E a<br />

nulla valsero le preghiere dei figli o i quarantotto anni suonati <strong>del</strong> marito.<br />

Costretto dal sistema nervoso ormai epilettico <strong><strong>del</strong>la</strong> moglie, il <strong>capitano</strong> decise di trasferirsi,<br />

ricominciare una nuova vita a Gioia Tauro marina.<br />

Gioia Tauro, per sua fortuna e dei suoi abitanti, fu risparmiata da questo spaventoso cataclisma:<br />

qualche edificio danneggiato, nessuna vittima. La cittadina, divenne il punto nodale di stoccaggio<br />

di legname per le baracche o di generi alimentari, da distribuire ai terremotati.<br />

Il <strong>Carresi</strong> acquistò, con l’aiuto dei tanti amici che aveva a Gioia, il terreno dal demanio con un<br />

finanziamento garantito da una legge <strong>del</strong>lo Stato, ottenne legname Americano, e, da un falegname<br />

<strong>del</strong> luogo fece montare la baracca, voluta fortemente da Felicia in legno, che divenne la sua nuova<br />

abitazione. Così nell’estate <strong>del</strong> 1909 la <strong>famiglia</strong> <strong>Carresi</strong> lasciò Bagnara tra le lacrime assieme a<br />

tante altre famiglie colpite da identico destino.<br />

10

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!