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Storia della famiglia del capitano Carresi Di Franco Caratozzolo

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Il collegamento fra la marina e Gioia centro era composto da una lunga strada sterrata, che nel<br />

periodo <strong>del</strong>le piogge diventava impraticabile anche per i carri o i traini, creando danni alla<br />

principale attività economica <strong><strong>del</strong>la</strong> piana intera. Tanto che da diversi anni, gli imprenditori privati,<br />

commercianti, artigiani, armatori ecc. avevano espressamente chiesto al sindaco la sistemazione di<br />

quell’unico collegamento viario.<br />

“Nel 1905 il consiglio comunale <strong>del</strong>iberò di contrarre un mutuo con la C.D.P. di ottantamila lire “<br />

……………. e con il supporto fattivo e congruo <strong><strong>del</strong>la</strong> prefettura di R.C. …… ed il 25 novembre 1905 il<br />

prefetto visita la via marina ……….. coadiuvando il comune onde facilitare il perfezionamento <strong>del</strong><br />

mutuo”.<br />

Come sempre l’ente pubblico sopperiva le necessità dei privati. Una vecchia teoria economica<br />

affermava che il vero capitalista nasceva dal commercio, cioè, non era il proprietario dei mezzi di<br />

produzione, il proprietario terriero o l’artigiano, ma colui che acquistava il prodotto e lo rivendeva<br />

nei mercati più remunerativi.<br />

Le imprese commerciali private pur traendone le maggiori ricchezze non contribuivano al<br />

sostegno <strong>del</strong>le spese necessarie per asfaltare la strada (siamo in regime liberale).<br />

Finalmente nel 1908 quella vitale arteria di collegamento fu asfaltata con lastroni lavici,<br />

provenienti dalla Sicilia e trasportati dai velieri. La capitale <strong><strong>del</strong>la</strong> industria olearia e, più in<br />

generale, <strong>del</strong> commercio <strong><strong>del</strong>la</strong> provincia, attivava un consistente giro finanziario che costituì una<br />

<strong>del</strong>le risorse economiche <strong><strong>del</strong>la</strong> regione principali.<br />

Anche la pesca era importante nell’economia gioiese. Bastava recarsi sulla spiaggia lato Bu<strong>del</strong>lo<br />

per notare una variopinta quantità di barche da pesca di grandezza variabile: rinchie, luntre,<br />

buzzetti, paranze, iole. Ognuna di queste barche apparteneva, in genere, ad un gruppo familiare.<br />

Le paranze avevano un equipaggio con al comando un padrone marittimo. Le prime, le piccole,<br />

erano barche a remi, le altre a vela. I pescatori, a forza di braccia andavano a pescare al massimo<br />

entro due miglia; in luoghi più distanti ci arrivavano con le vele.<br />

La barca era il loro sostentamento, assieme agli usuali strumenti per la pesca: le reti, a paranza,<br />

ragno, strascico, giacchio, lampara, tramaglio, conso, “rizzilli” ecc. , ed essa veniva badata, curata<br />

come persona di <strong>famiglia</strong>. Nei giorni di ferma il pescatore, che era il medico, la visitava per<br />

riscontrare eventuali malattie: controllava il fasciame battendo con una mazzetta per ascoltarne la<br />

risposta. Un eco <strong>del</strong> legno diverso poteva significare una qualche lesione. Toglievano con un<br />

raschietto quella barbetta dovuta all’acqua di mare o pitturavano la poppa o la prua. Mentre un<br />

membro <strong><strong>del</strong>la</strong> <strong>famiglia</strong> svolgeva questo compito, un altro apriva la rete sulla spiaggia e riparava la<br />

lacerazione provocata durante qualche calata in mare. Alcuni di essi avevano un abbigliamento<br />

particolare che si tramandava da secoli: cappellino formato basco di cotone spesso, ed un<br />

maglione intrecciato in modo particolare dalle loro donne con i ferretti, pantaloni alla zuava, però<br />

stretti ai ginocchi e non usavano scarpe: chi li osservava avrebbe potuto supporre che non<br />

usassero calzature perché sempre con i piedi in acqua: non era un accorgimento tecnico, ma una<br />

questione di povertà. Allora le disuguaglianze di classe erano visibili ad occhio nudo, chiare,<br />

distinte: il loro aspetto esteriore; i poveri svestiti, scalzi, sporchi con il cappello in mano; la piccola<br />

e media borghesia curata e vestita discretamente; la nobiltà terriera o i ricchi borghesi, eleganti<br />

con bastoncino, cappello, scarpe in suola o stivaloni, giacche di lana pettinata, carrozze ecc.<br />

I pescatori, come i contadini, seguivano il ritmo <strong>del</strong>le stagioni per la loro attività: il periodo <strong>del</strong>le<br />

alici, <strong><strong>del</strong>la</strong> neonata, dei tonnetti, <strong>del</strong>le seppie, per questo usavano varie reti o lenze o arpioni o la<br />

lampada a cherosene o petrolio per le aguglie.<br />

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