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Storia della famiglia del capitano Carresi Di Franco Caratozzolo

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“Gesù mio!”‐ esclamava la “ciciarara”‐ E ci sono stati morti?”. “Non ho sentito bene!” ribadiva<br />

Concetta. Così tra un vociare confuso di spavento e i gridolini <strong>del</strong>le donne, il cavalier Giffoni<br />

gridava dal pre<strong>del</strong>lino <strong><strong>del</strong>la</strong> sua carrozza:<br />

“Così si trattano i sovversivi socialisti … bisogna prenderli a fucilate ! Che cosa vogliono? Che uno si<br />

spogli <strong><strong>del</strong>la</strong> propria roba, sudata, e la divida con gli altri? Tutto in comune? Pure la moglie? Questi<br />

senza <strong>Di</strong>o, così bisogna trattarli!”<br />

E mentre arringava, osservava la gente intorno, per notare se approvassero o meno la sua sfuriata,<br />

naturalmente c’era l’unanimità. E riprendeva a parlare mandando fendenti con il suo bastoncino<br />

nell’aria <strong>del</strong> mattino. E mentre il cavaliere ripartiva con il suo bel calesse la gente cercava di capire<br />

le parole <strong>del</strong> banditore e <strong>del</strong> cavaliere.<br />

“Ma che vogliono questi socialisti?” domandava “faccia di gallina”. Teresa “la narda” rispondeva:<br />

“Mio marito mi raccontava che se uno ha due galline, una la deve dare a chi non ce l’ ha ! e se ha<br />

due baracche una la deve dare sempre a chi non ne ha”.<br />

Rosa “mussuni” toccata nel vivo con la storia <strong>del</strong>le galline strabuzzava gli occhi e ribadiva :<br />

“che nessuno si avvicini a casa mia ! Le galline sono mie e me le tengo !”<br />

Maria, ironicamente, ribatteva:<br />

“Si, commare Rosa, però bisogna dividere pure la fame a mio parere!”<br />

Poi con la borsa di paglia piena rientrava a casa.<br />

Lungo via marina, all’angolo, nei pressi <strong><strong>del</strong>la</strong> distilleria Cannizzaro, vi era la bottegha <strong>del</strong><br />

falegname mastro Peppe Orlando, ereditata dal padre Paolo e originario di Palmi che all’epoca<br />

aveva ventuno anni. Costui, ogni giorno, al passaggio di Maria Minutolo si faceva trovare sull’uscio<br />

<strong><strong>del</strong>la</strong> bottega e, con modi gentili, la salutava . E lei rispondeva tranquillamente al saluto,<br />

abbassando con pudore gli occhi. Tutti i giorni.<br />

Mastro Peppe, con astuzia volpina, aveva messo due specchi sulle ante <strong><strong>del</strong>la</strong> finestra <strong><strong>del</strong>la</strong><br />

bottega, che s’apriva verso l’esterno. In quella posizione strategica osservava la gente che vi<br />

passava. Quando adocchiava l’arrivo di Maria, si toglieva il cappello e la giacca piena di segatura e<br />

si fermava sull’uscio <strong><strong>del</strong>la</strong> sua porta, sciogliendosi in brodo di giuggiole. Dapprima Maria non ci<br />

fece caso, pensava:<br />

“E’ un vicino e mi saluta educatamente; nei paesi, si sa, ci conosciamo tutti ….”.<br />

Cominciò a sospettare quando Mico “pane di granu” e sua moglie Ciccia, intrattenendola con la<br />

scusa di un vestito da far aggiustare, tiravano fuori discorsi tipo:<br />

“Donna Maria la vita si fa dura: è difficile vivere da soli con quello che si vede e si sente in giro: tra<br />

socialisti, <strong>del</strong>inquenti. Io avrei paura a vivere sola”. Maria li guardava divertita e dava loro corda:<br />

“Ma io non sono sola, ho due figli a cui badare … Ma ditemi una cosa comare Ciccia, avete<br />

qualcosa da dirmi? Dove volete arrivare?”<br />

Questa volta Mico “pane di grano” s’intromise dicendo:<br />

“Avete ragione comare Maria, mia moglie parte sempre dalla creazione <strong>del</strong> mondo per dire una<br />

cosa: il fatto è che mastro Peppe Orlando, il falegname, ottima persona, seria, onesta, e gran<br />

lavoratore essendo solo e voi siete sola … “ e fece un gesto inequivocabile, come dire: unite le<br />

solitudini……<br />

“Basta così compare Mico. Io ho già due figli a cui badare, loro sono la mia passione e il mio futuro,<br />

il mio unico amore !”. Chiudeva così, garbatamente, la discussione e le parole non dette<br />

sottostanti. Ma non poteva fare a meno di pensare a quanto le avevano proposto, i vicini.<br />

“D'altronde sono ancora giovane.” A chiusura <strong>del</strong> discorso comare Ciccia ripeteva:<br />

“Comunque, donna Maria se avete bisogno di qualcosa, siamo qui: che “è meglio una mala matina<br />

che una mala vicina!”.<br />

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