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O poeta e a cidade no mundo romano - Universidade de Coimbra

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Paolo Fe<strong>de</strong>li<br />

L’elegia si apre con una espressione di attonito stupore <strong>de</strong>l <strong>poeta</strong>, poco<br />

disposto a cre<strong>de</strong>re alle chiacchiere su un dissoluto comportamento di Cinzia:<br />

nel verso iniziale al ritmo spondaico si unisco<strong>no</strong> – a scandire la riflessione<br />

di Properzio e a conferirle peso – l’insistente allitterazione <strong>de</strong>lla <strong>de</strong>ntale<br />

e l’iperbato, che dilata l’ampiezza <strong>de</strong>lla fama in ogni angolo <strong>de</strong>lla città;<br />

accortamente Cinzia viene accostata a Roma, perché è Roma l’ambiente <strong>de</strong>lle<br />

sue dissolutezze.<br />

All’inter<strong>no</strong> <strong>de</strong>lla città quale scenario <strong>de</strong>ll’amore, lo spazio in cui esso<br />

si concretizza si restringe alla casa e al letto di Cinzia. Tranne che nella 4.8,<br />

Properzio <strong>no</strong>n parla mai <strong>de</strong>lla propria casa come di un luogo d’amore, ma<br />

sempre si <strong>de</strong>scrive mentre fiducioso si presenta alla porta <strong>de</strong>lla casa di Cinzia.<br />

Talora <strong>no</strong>n sembra incontrare ostacoli sul proprio cammi<strong>no</strong>, come avviene nel<br />

caso di 1.3, allorché reduce dal banchetto coglie Cinzia ancora addormentata<br />

dopo una <strong>no</strong>tte di vana attesa, o di 2.29b, in cui la stessa situazione si ripropone<br />

di buon matti<strong>no</strong>. In entrambe le circostanze, vista la facilità <strong>de</strong>ll’accesso da parte<br />

<strong>de</strong>ll’amante, si potrebbe pensare alla casa di Properzio: ma <strong>no</strong>n esisto<strong>no</strong> accenni<br />

a una vita in comune, sia pure per brevi periodi, e questa in<strong>de</strong>terminatezza, che<br />

talora dà luogo ad apparenti contraddizioni, in realtà si iscrive nella vaghezza<br />

stessa con cui è caratterizzata la figura di Cinzia, ora meretrix ora matrona.<br />

L’eccezione è costituita da 4.8, ma dipen<strong>de</strong> dalle modalità di esecuzione<br />

<strong>de</strong>l tentativo di rivalsa <strong>de</strong>l <strong>poeta</strong> nei confronti <strong>de</strong>l tradimento di Cinzia: se la<br />

donna amata ha <strong>de</strong>ciso di scorazzare fra Roma e Lanuvio sul cocchio di un<br />

ricco ed eccentrico amante, sarà nella propria dimora a Roma, sull’Esquili<strong>no</strong>,<br />

che Properzio organizzerà un festi<strong>no</strong> consolatorio con due donnine allegre.<br />

Ma il ritor<strong>no</strong> improvviso e inatteso di Cinzia è quello tipico di una domina che<br />

consi<strong>de</strong>ra violato lo spazio <strong>de</strong>ll’amore a lei sola riservato, e per questo motivo<br />

– oltre a <strong>de</strong>ttare le regole di un rin<strong>no</strong>vato foedus – provve<strong>de</strong> alle purificazioni<br />

di rito, prima di sancire la pace con una battaglia erotica sul letto di Properzio.<br />

Se, però, la <strong>no</strong>rma vuole che a Roma lo spazio <strong>de</strong>gli amanti sia quello<br />

<strong>de</strong>lla casa di Cinzia – che anche per questo motivo palesa la condizione di<br />

meretrix più spesso di quella di matrona – allora <strong>no</strong>n c’è da meravigliarsi né <strong>de</strong>i<br />

frequenti accenni ai custo<strong>de</strong>s che impedisco<strong>no</strong> l’ingresso né <strong>de</strong>lla raffigurazione<br />

di una dimora in cui tutti posso<strong>no</strong> entrare perché Cinzia si comporta come<br />

una gran<strong>de</strong> cortigiana; 6 una dimora dove i giovani si disputa<strong>no</strong> animosamente<br />

la prece<strong>de</strong>nza e con i loro reiterati appelli <strong>no</strong>n le consento<strong>no</strong> di dormire. 7 È<br />

6 2.6.1-6 Non ita complebant Ephyraeae Laidos aedis, / ad cuius iacuit Graecia tota fores; / turba<br />

Menandreae fuerat nec Thaidos olim / tanta, in qua populus lusit Ericthonius; / nec quae <strong>de</strong>letas potuit<br />

componere Thebas, / Phryne tam multis facta beata viris.<br />

7 2.19.5-6 nulla neque ante tuos orietur rixa fenestras, / nec tibi clamatae somnus amarus erit. La<br />

rixa ante Cynthiae fenestras a cui allu<strong>de</strong> Properzio nel v. 5 sarà con ogni probabilità una disputa<br />

fra spasimanti avvinazzati perché reduci dal banchetto e <strong>de</strong>si<strong>de</strong>rosi di avere la prece<strong>de</strong>nza nei<br />

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