Na Itália, Lula incentiva investimentos no Brasil ... - Comunità italiana
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Opinione<br />
Franco Urani<br />
Opinione<br />
Ezio Maranesi<br />
eziomaranesi@terra.com.br<br />
In tempi di<br />
recessione<br />
L’ondata di insolvenze è arrivata come un immenso e inatteso<br />
tsumani, con effetti generalizzati e conseguenze imprevedibili<br />
Gli squilibri del vorticoso<br />
sviluppo uma<strong>no</strong> da tempo<br />
desta<strong>no</strong> profonde preoccupazioni.<br />
Ricordiamo di seguito<br />
alcuni effetti: la crescita incontrollabile<br />
della popolazione; le<br />
emigrazioni di masse di disperati<br />
nei paesi sviluppati; l’aumento dei<br />
divari sociali; il sorgere improvviso<br />
di nuove grandi potenze mondiali<br />
quali Cina ed India; i consumi<br />
esagerati di beni voluttuari per<br />
le pressioni del mercato e di una<br />
martellante pubblicità con pesanti<br />
indebitamenti personali; lo sfruttamento<br />
del pianeta che ormai eccede<br />
nettamente le sue possibilità<br />
di rigenerazione; gli e<strong>no</strong>rmi sprechi<br />
e l’ingente accumulo di rifiuti<br />
sempre più difficili da smaltire;<br />
l’inquinamento della terra, del cielo<br />
e la variazione ormai incontrollabile<br />
delle condizioni atmosferiche<br />
con l’elevazione della temperatura<br />
e la fusione accellerata dei<br />
ghiacci; la precarietà del lavoro; il<br />
tempo di vita umana che si allunga<br />
rapidamente grazie alle nuove<br />
tec<strong>no</strong>logie mediche (fatto di per<br />
sé positivo, ma assai oneroso per<br />
la società); la mancanza di ideali<br />
e il superamento delle tradizioni;<br />
una generalizzata politica inefficiente,<br />
corrotta e di bassissimo livello;<br />
guerre insensate ed interminabili;<br />
la droga che dilaga e debilita<br />
i <strong>no</strong>stri giovani, e si potrebbe<br />
andare avanti.<br />
E poi vi è il flagello della libera<br />
finanza globalizzata, antietica,<br />
basata sulla politica di pochi miliardari<br />
e dei loro rampanti giovani<br />
collaboratori per speculare pesantemente<br />
sulle presunte tendenze<br />
del mercato, provocando fe<strong>no</strong>meni<br />
inattesi e rapidissimi, con e<strong>no</strong>rmi<br />
applicazioni e spostamenti di<br />
capitali spesso allo scoperto; un<br />
caos senza frontiere, che ha provocato<br />
recentemente aumenti del<br />
50/100% di beni basici quali petrolio,<br />
rame, minerale di ferro,<br />
prodotti siderurgici e agricoli, che<br />
so<strong>no</strong> poi improvvisamente crollati<br />
di prezzo dallo scorso settembre,<br />
trattandosi di fe<strong>no</strong>meni prettamente<br />
speculativi.<br />
Si crea<strong>no</strong> così e<strong>no</strong>rmi masse<br />
finanziarie vaganti generate da<br />
speculatori internazionali, sceicchi,<br />
paesi tipo Cina che accumula<strong>no</strong><br />
– per politiche di lavoro e<br />
ambientali lontanissime dai livelli<br />
europei e <strong>no</strong>rdamericani – ingenti<br />
saldi nella bilancia commerciale,<br />
mentre altri paesi e la maggioranza<br />
dei piccoli e medi risparmiatori<br />
vengo<strong>no</strong> rapidamente depauperati<br />
delle loro risorse e risparmi.<br />
U<strong>no</strong> dei grossi problemi della<br />
crisi di Settembre è che so<strong>no</strong> state<br />
colpite pesantemente le banche,<br />
di cui varie di prima grandezza. Fi<strong>no</strong><br />
a qualche tempo fa, la funzione<br />
della banca era quella di raccogliere<br />
i risparmi dei cittadini, di scegliere<br />
oculatamente iniziative produttive<br />
da finanziare entro le loro<br />
possibilità, di dare ai risparmiatori<br />
un equo compenso, così come avvenuto<br />
per esempio nell´Italia del<br />
dopoguerra con la trasformazione<br />
di decine di migliaia di famiglie<br />
contadine in piccoli industriali che<br />
si so<strong>no</strong> via via consorziati e potenziati<br />
costituendo i famosi distretti<br />
industriali. L’errore recente delle<br />
banche - ed anche principale motivo<br />
delle attuali tempeste finanziarie<br />
- è stato quello di abbondare<br />
nella facile concessione dei mutui<br />
a lunga scadenza (anche trentennali)<br />
per l’agognato acquisto della<br />
casa propria, estendendoli a coloro<br />
che <strong>no</strong>n dava<strong>no</strong> sufficienti garanzie<br />
finanziarie, anche per l’ormai<br />
dilagare del lavoro precario. I bassi<br />
tassi d’interesse rendeva<strong>no</strong> apparentemente<br />
l’operazione di acquisto<br />
più conveniente dell’affitto,<br />
senza tenere conto che gli interessi<br />
era<strong>no</strong> generalmente variabili,<br />
che il boom dei mutui aveva provocato<br />
un parallelo boom immobiliare<br />
con prezzi alle stelle, che la<br />
garanzia dell’immobile spesso <strong>no</strong>n<br />
è sufficiente, sia per i tempi legali<br />
che richiede il riscatto, sia perché<br />
la retrazione del mercato provoca<br />
la riduzione di prezzo del bene pig<strong>no</strong>rato.<br />
Potendo le banche, nel<br />
liberismo e globalizzazione fi<strong>no</strong>ra<br />
vigenti, prestare molto di più di<br />
quanto possedeva<strong>no</strong>, girava<strong>no</strong> poi<br />
titoli ad organizzazioni finanziarie<br />
internazionali spesso insediate in<br />
paradisi fiscali. Con l’aumento delle<br />
inadempienze si è poi scatenato<br />
ovunque un panico, certamente<br />
eccessivo, che ha fatto scoppiare<br />
improvvisamente la cosiddetta<br />
bolla che ha scosso profondamente<br />
tutti i mercati. Gli Stati so<strong>no</strong><br />
stati costretti ad intervenire pesantemente<br />
in soccorso delle loro<br />
banche, e i risparmiatori indotti a<br />
smobilizzare i loro risparmi in borsa<br />
con crollo delle quotazioni azionarie.<br />
Nel caso del <strong>Brasil</strong>e – che<br />
aveva operato con cautela e prudenza<br />
– si è verificato l’accellerato<br />
ritiro delle applicazioni finanziarie<br />
straniere e dei lucri delle multinazionali,<br />
per far fronte alle prementi<br />
necessità dei paesi d´origine.<br />
Temendosi una flessione econ<strong>no</strong>mica,<br />
so<strong>no</strong> rapidamente crollati i<br />
prezzi delle materie prime.<br />
Difficile dire che cosa succederà,<br />
se una pausa dello sviluppo<br />
eco<strong>no</strong>mico o, più probabilmente<br />
in Europa ed America, una recessione,<br />
di chissà quale entità, che<br />
gli esperti ritengo<strong>no</strong> che durerà<br />
quanto me<strong>no</strong> fi<strong>no</strong> a tutto, o gran<br />
parte, del 2009, occorre vedere<br />
con quali conseguenze sociali. Altra<br />
incognita è se gli Stati avran<strong>no</strong><br />
disponibilità sufficienti a sostenere<br />
banche, eco<strong>no</strong>mia, disoccupazione,<br />
o se saran<strong>no</strong> costretti ad<br />
emettere carta moneta con conseguenze<br />
inflazionistiche, e questo<br />
sarebbe un altro grosso guaio.<br />
La sensazione è che siamo arrivati<br />
ad una svolta, molto pericolosa.<br />
E cioè, fermi restando i<br />
principi della libera concorrenza<br />
capitalistica, gli Stati dovrebbero<br />
disporre in un prossimo futuro<br />
dei mezzi e strutture per organizzare,<br />
orientare, <strong>incentiva</strong>re e<br />
controllare gli investimenti utili<br />
all’umanità.. Dopo l’indigestione<br />
consumistica e speculativa, dovrebbe<br />
cioè gradualmente sorgere<br />
l’UOMO NUOVO, cosciente<br />
degli autentici valori esistenziali,<br />
dell’importanza di preservare<br />
l’ambiente, dell’armoniosa convivenza<br />
in giustizia sociale, della<br />
necessità di limitare i consumi<br />
ed eliminare gli sprechi, di<br />
aumentare le sue co<strong>no</strong>scenze e<br />
qualità etica di vita. Ci conforta<br />
al riguardo l’elezione del 4/11<br />
alla presidenza degli Stati Uniti<br />
- massima potenza eco<strong>no</strong>mica,<br />
principale responsabile dei <strong>no</strong>stri<br />
progressi e problemi - di Barack<br />
Obama, che potrebbe rappresentare<br />
– per età, razza, umili origini,<br />
programmi – l’inizio dell’era<br />
che auspichiamo.<br />
Sog<strong>no</strong> di<br />
una <strong>no</strong>tte di<br />
quasi estate<br />
Il costo delle riforme: perdere le elezioni<br />
Primavera 2013: elezioni<br />
politiche in arrivo. Berlusconi,<br />
che crede poco ai<br />
sondaggi degli altri, lapis<br />
in ma<strong>no</strong>, fa i suoi conti. Esamina,<br />
una per una, le riforme fatte<br />
durante il quinquennio di gover<strong>no</strong>.<br />
Aveva deciso nel 2008, con<br />
l’aiuto di Tremonti, di raddrizzare<br />
i conti pubblici. Aveva anche<br />
letto “La Casta” e “La Deriva”, i<br />
due libri di G.Stella e S.Rizzo che<br />
racconta<strong>no</strong> le incredibili demenziali<br />
forme di sperpero del danaro<br />
pubblico, e aveva deciso di intervenire<br />
sulle vergog<strong>no</strong>se situazioni<br />
di privilegio di cui <strong>no</strong>n pochi<br />
italiani godeva<strong>no</strong>. Situazioni che<br />
si era<strong>no</strong> sedimentate nel tempo,<br />
legalmente e illegalmente, difficili<br />
da rimuovere perché la legge,<br />
o le abitudini, o i sindacati, o le<br />
mafie, o le caste, ecc. le aveva<strong>no</strong><br />
pietrificate e rese inattaccabili.<br />
Sapeva di poter soltanto “iniziare”<br />
un processo: solo un cambio<br />
generazionale avrebbe digerito il<br />
risanamento della palude. Sapeva<br />
anche che toccare gli ingiusti privilegi<br />
di alcuni milioni di italiani<br />
che gli aveva<strong>no</strong> dato il voto voleva<br />
dire rischiare il posto, ma pensò<br />
che valeva la pena tentare.<br />
Iniziò con la scuola. L’università<br />
era la parte cruciale. Baronie,<br />
clientelismo, migliaia di sedi e di<br />
cattedre inutili: un fronte potente<br />
che drenava soldi pubblici e<br />
impediva una ricerca seria e impegnata.<br />
Un fronte che mobilitò<br />
le piazze: la sinistra studentesca<br />
sempre e comunque contro,<br />
contro persi<strong>no</strong> i propri interessi<br />
degli studenti. La riforma riuscì,<br />
ma Berlusconi perse voti. Pensò<br />
poi alla previdenza sociale. Aveva<br />
fatto passare, tra e<strong>no</strong>rmi difficoltà,<br />
l’aumento dell’età pensionabile<br />
per evitare la bancarotta<br />
dell’INPS. Aveva fatto cancellare<br />
migliaia di pensioni di invalidità<br />
fasulle e ridimensionare migliaia<br />
di pensioni “dorate”. Ottenne un<br />
successo parziale – le leggi e<br />
i sindacati <strong>no</strong>n permisero di fare<br />
meglio – ma perse molti voti.<br />
Tentò allora di far pagare le tasse<br />
a chi <strong>no</strong>n le pagava. Fu una lotta<br />
durissima e i successi furo<strong>no</strong><br />
modesti, ma si era dato inizio ad<br />
un processo che avrebbe potuto<br />
cambiare la società. Gli evasori<br />
era<strong>no</strong> milioni, ed era<strong>no</strong> tutti voti<br />
persi. Volle la modernizzazione<br />
della pubblica amministrazione:<br />
costrinse i fannulloni a lavorare,<br />
soppresse migliaia di enti inutili,<br />
premiò il merito. L’efficienza dei<br />
servizi migliorò, ma aveva perso<br />
un altro mezzo milione di voti.<br />
Affrontò a muso duro i molti NO-<br />
TAV che diceva<strong>no</strong> <strong>no</strong> alle opere di<br />
infrastruttura: vinse molte battaglie<br />
e perse altri voti. Molte riforme<br />
si fecero e altri voti si persero;<br />
feriva<strong>no</strong> privilegi ritenuti<br />
sacrosanti.<br />
In altre campi i risultati furo<strong>no</strong><br />
modestissimi: per esempio<br />
<strong>no</strong>n era stato ridotto il numero<br />
dei politici ed il loro costo. Sarebbe<br />
stata infatti necessaria<br />
la partecipazione di tutto l’arco<br />
parlamentare per modificare la<br />
Costituzione, e nulla fu fatto.<br />
Poco migliorò l’efficienza della<br />
magistratura, e <strong>no</strong>n si fan<strong>no</strong> riforme<br />
profonde senza il supporto<br />
efficiente della legge. Le varie<br />
camorre continuaro<strong>no</strong> a prosperare;<br />
leggi se ne fecero, ma il<br />
cancro rimase. È un problema di<br />
cultura e di coscienze.<br />
Berlusconi fece il conto di<br />
quanti voti gli restava<strong>no</strong>: circa<br />
una ventina, tra cui il suo. Le elezioni<br />
era<strong>no</strong> perse, ma <strong>no</strong>n le speranze,<br />
<strong>no</strong><strong>no</strong>stante la modestia dei<br />
risultati. Alme<strong>no</strong> ci aveva provato.<br />
Decise di ritirarsi dalla politica.<br />
Nel 2035 una nuova Italia gli<br />
dedicherà un monumento.<br />
Al risveglio dal sog<strong>no</strong>, in<br />
quel matti<strong>no</strong> di quasi estate del<br />
<strong>no</strong>vembre 2008, scorsi come di<br />
costume i giornali italiani in internet.<br />
Sciopero delle università,<br />
sciopero dei piloti Alitalia, le solite<br />
dichiarazioni inutili dei politici,<br />
quelle idiote degli intellettuali<br />
alla Camilleri, quelle distruttive<br />
dei giornalisti alla Travaglio, casi<br />
di mafia e di mala-sanità, la difficile<br />
quadratura dei conti pubblici<br />
e privati, il conservatorismo dei<br />
<strong>no</strong>stri sindacati mesozoici. Normale<br />
amministrazione. Mi chiedo,<br />
ma è una domanda superflua,<br />
se <strong>no</strong>n sia la sinistra progressista<br />
che adori il <strong>no</strong>stro immobilismo. È<br />
chiaro che c’è bisog<strong>no</strong> di un’azione<br />
forte di gover<strong>no</strong> per cambiare<br />
l’Italia. E c’è bisog<strong>no</strong> che cambi<strong>no</strong><br />
le coscienze degli italiani. Ci<br />
vuole poi un condottiero che guidi<br />
il processo e che accetti di perdere<br />
le prossime elezioni. Dubito<br />
che Berlusconi abbia la vocazione<br />
del martire.<br />
12<br />
C o m u n i t à I t a l i a n a / De z e m b r o 2008