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Na Itália, Lula incentiva investimentos no Brasil ... - Comunità italiana

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Opinione<br />

Fabio Porta<br />

fabioporta@fabioporta.com<br />

Il mondo cambia<br />

L’elezione di Barack Obama e la speranza di un nuovo mondo all’insegna del multilateralismo. La grande<br />

aspettativa e l’interesse che in Italia e in <strong>Brasil</strong>e han<strong>no</strong> accompagnato questo storico avvenimento<br />

Mentre stringevo la ma<strong>no</strong><br />

al Presidente <strong>Lula</strong>, qui<br />

a Roma a pochi giorni<br />

dall’elezione di Barack<br />

Obama a Presidente degli Stati<br />

Uniti d’America, pensavo tra me e<br />

me: “Questo secolo è iniziato con<br />

l’elezione di un metalmeccanico<br />

<strong>no</strong>rdesti<strong>no</strong> a Presidente della Repubblica<br />

del <strong>Brasil</strong>e e adesso prosegue<br />

con un afro-america<strong>no</strong> per<br />

la prima volta Presidente della<br />

più grande potenza mondiale:<br />

forse <strong>no</strong>n è soltanto u<strong>no</strong> slogan<br />

continuare a dire che ‘un nuovo<br />

mondo è possibile’!”<br />

La vittoria di Obama è sicuramente<br />

un evento di portata storica<br />

straordinaria, e per capirlo<br />

basta osservare l’effetto, <strong>no</strong>n soltanto<br />

mediatico, della sua elezione<br />

in tutto il mondo. Il mondo<br />

africa<strong>no</strong>, l’Asia ed il medio-oriente,<br />

l’Europa e il Sudamerica han<strong>no</strong><br />

seguito come <strong>no</strong>n accadeva da<br />

anni l’andamento e l’esito della<br />

campagna elettorale americana.<br />

Gli otto pe<strong>no</strong>si anni del Presidente<br />

George Bush, segnati dalla<br />

disastrosa guerra in Irak e terminati<br />

con una delle più gravi crisi<br />

finanziarie mondiali dopo il crollo<br />

delle borse del 1929, sembrava<strong>no</strong><br />

diventati un macig<strong>no</strong> capace<br />

di chiudere e mortificare definitivamente<br />

le speranze di un mondo<br />

nuovo, all’insegna di un multilateralismo<br />

in grado di superare<br />

l’unilateralismo america<strong>no</strong> rafforzatosi<br />

dopo il crollo del sistema<br />

sovietico che aveva caratterizzato<br />

la fine del secolo scorso.<br />

La voglia di cambiamento, divenuta<br />

in questi ultimi mesi quasi<br />

un imperativo categorico, ha<br />

così accompagnato e portato al<br />

trionfo elettorale Barack Obama,<br />

sospinto dalla forza delle nuove<br />

generazioni bianche, dagli ispanici<br />

e dagli afro-americani, come<br />

anche da milioni di ‘tifosi’ che<br />

a qualsiasi latitudine della terra<br />

han<strong>no</strong> sperato e creduto fortemente<br />

in un cambiamento capace<br />

di incidere anche su u<strong>no</strong> scenario<br />

internazionale così trasformatosi<br />

in questi ultimi anni.<br />

Torniamo a <strong>Lula</strong>. Nel corso<br />

del G20 dei Presidenti delle<br />

Banche Centrali e dei Ministri<br />

dell’Eco<strong>no</strong>mia, il Presidente brasilia<strong>no</strong><br />

ha chiesto a gran voce “nuove<br />

regole per governare la crisi” e<br />

soprattutto “una nuova architettura<br />

finanziaria” in grado di dare<br />

peso e voce ai Paesi emergenti come<br />

anche a quelli in via di sviluppo.<br />

Anche questa è una richiesta<br />

di cambiamento ormai <strong>no</strong>n più<br />

eludibile e prorogabile. Il prossimo<br />

an<strong>no</strong> saran<strong>no</strong> le eco<strong>no</strong>mie del<br />

BRIC (<strong>Brasil</strong>e, Russia, India e Cina)<br />

a sospingere l’eco<strong>no</strong>mia mondiale;<br />

tutti gli altri Stati avanzati affronteran<strong>no</strong><br />

la recessione mondiale. Un<br />

dato come questo è sufficiente per<br />

spiegare l’entità di una vera e propria<br />

‘rivoluzione’, che in pochi anni<br />

ha sconvolto il sistema internazionale<br />

e per motivare la necessità di<br />

un nuovo ordine mondiale in grado<br />

di regolare i processi eco<strong>no</strong>micofinanziari,<br />

a partire dal commercio<br />

internazionale, ancora eccessivamente<br />

e ingiustamente ingessato<br />

da blocchi e protezioni volute<br />

da quelli che una volta consideravamo<br />

i paesi ricchi (e che adesso<br />

<strong>no</strong>n lo so<strong>no</strong> più tanto, mentre altri<br />

attori eco<strong>no</strong>mici si so<strong>no</strong> affacciati<br />

sulla scena mondiale).<br />

È per queste ragioni che<br />

l’elezione del nuovo Presidente<br />

degli Stati Uniti è un avvenimento<br />

storico, che va al di là delle<br />

semplici considerazioni di politica<br />

interna americana, ma anche<br />

al di là delle ovvie ricadute internazionali<br />

dell’insediamento di un<br />

nuovo inquili<strong>no</strong> alla Casa Bianca.<br />

Vista dall’Italia l’elezione di<br />

Obama ha sicuramente un significato<br />

particolare: proprio in questi<br />

mesi il <strong>no</strong>stro Paese è alle prese<br />

con una crisi eco<strong>no</strong>mica che <strong>no</strong>n<br />

ha precedenti nel dopoguerra.<br />

Al tempo stesso il grande<br />

flusso di immigrati, quasi sempre<br />

giunti in Italia per fare lavori che<br />

i <strong>no</strong>stri connazionali <strong>no</strong>n fan<strong>no</strong><br />

più, ha fatto crescere in maniera<br />

preoccupante episodi di razzismo<br />

e inciviltà. L’attuale gover<strong>no</strong><br />

ha spesso “soffiato sul fuoco”,<br />

sfruttando demagogicamente tale<br />

xe<strong>no</strong>fobia e alimentando sentimenti<br />

di odio razziale attraverso<br />

precise misure legislative (le<br />

impronte digitali per schedare i<br />

bambini rom, le classi separate<br />

per immigrati…).<br />

Le infelici ‘battute’ del Presidente<br />

Berlusconi sul neo-Presidente<br />

degli Stati Uniti “bello, giovane<br />

e… abbronzato” <strong>no</strong>n migliora<strong>no</strong><br />

di certo tale situazione e, come<br />

ha giustamente detto la figlia<br />

di Bob Kennedy, “so<strong>no</strong> un pessimo<br />

esempio per l’Italia che ha problemi<br />

di integrazione etnica”.<br />

So<strong>no</strong> tante quindi le ragioni<br />

che ci spingo<strong>no</strong> a guardare con<br />

speranza e fiducia all’America del<br />

21 gennaio 2009, data della celebrazione<br />

ufficiale di insediamento<br />

del Presidente Barack Obama<br />

alla Casa Bianca.<br />

“Il mondo cambia” si leggeva<br />

su un manifesto affisso in tutta<br />

Italia all’indomani delle storiche<br />

elezioni americane. Il <strong>no</strong>stro augurio<br />

è che questo cambiamento<br />

sia seguito dalla costruzione di un<br />

nuovo modello di relazioni internazionali,<br />

fondato su un reale multilateralismo<br />

e su una corretta ed<br />

equa integrazione dei sistemi eco<strong>no</strong>mici<br />

e commerciali; un modello<br />

in grado di dare nuovo slancio alle<br />

eco<strong>no</strong>mie in recessione dei Paesi<br />

avanzati, ma anche di sostenere la<br />

crescita dei Paesi emergenti.<br />

Solo da questo positivo ‘choc’<br />

potrà nascere il ‘mondo nuovo’<br />

che tutti auspichiamo, capace di<br />

integrare sempre più i Paesi in<br />

via di sviluppo, oggi terribilmente<br />

e inevitabilmente ai margini<br />

di un sistema finanziario internazionale<br />

interessato soltanto a<br />

‘salvare il salvabile’ e <strong>no</strong>n più in<br />

grado di dare risposte credibili al<br />

futuro del sistema politico-eco<strong>no</strong>mico<br />

mondiale.<br />

Molto grande<br />

In piena turbolenza provocata dalla crisi eco<strong>no</strong>mica mondiale,<br />

due delle maggiori banche private brasiliane, Itaú e Unibanco,<br />

han<strong>no</strong> annunciato il mese scorso la fusione delle loro operazioni.<br />

La transazione è risultata nella creazione della maggior banca<br />

dell’America Latina, con attivi totali di 575,1 miliardi di reais. Il<br />

valore di mercato della nuova banca sarebbe di circa 40 miliardi<br />

di dollari. Ciò fa sì che l’Itaú Unibanco Holding occupi il quarto<br />

posto nel ranking di imprese lati<strong>no</strong>americane, dopo le brasiliane<br />

Petrobras e Vale, e la messicana América Móvil.<br />

Appena grande<br />

Dopo sei mesi di negoziati, il Banco do <strong>Brasil</strong> ha acquisito il<br />

71,25% del controllo azionario della Nova Caixa, banca statale<br />

di São Paulo. È stato un affare di 5,3 miliardi di reais. È stato<br />

un ulteriore passo del Banco do <strong>Brasil</strong> per riconquistare la leadership<br />

del mercato dopo aver perso la posizione dovuto alla fusione<br />

dell’Itaú con l’Unibanco. Lo stesso presidente <strong>Lula</strong> si è impegnato<br />

a rendere fattibile l’affare insieme al governatore José Serra. L’affare<br />

rafforza del 12% il totale di attivi del Banco do <strong>Brasil</strong>, che<br />

passa a 512,4 miliardi di reais. I<strong>no</strong>ltre aumenta del 15% il volume<br />

di affari totali: 264 miliardi di reais. Malgrado ciò il Banco do <strong>Brasil</strong><br />

rimane ancora l’11% mi<strong>no</strong>re dell’ Itaú Unibanco Holding.<br />

Missione SP 1<br />

In contemporanea alla visita del presidente Luiz Inácio <strong>Lula</strong> da<br />

Silva a Roma ha avuto luogo la missione guidata dal governatore<br />

mineiro Aécio Neves in Piemonte. Il vice governatore di São<br />

Paulo e segretario di Desenvolvimento Alberto Goldman è rimasto<br />

sei giorni nelle Marche. È andato a co<strong>no</strong>scere i sistemi produttivi<br />

locali insieme ad imprenditori e rappresentanti di città<br />

che compongo<strong>no</strong> gli Arranjos Produtivos Locais (APLs) del settore<br />

mobiliero nello stato (Mirassol, Votuporanga e Regione Metropolitana).<br />

Goldman si è recato nel Centro Tec<strong>no</strong>logico per il settore<br />

mobiliero delle Marche (Cosmob), che riunisce piccole e medie<br />

imprese mobiliere e conta su un moder<strong>no</strong> centro di ricerche che<br />

analizza e certifica materiali e prodotti.<br />

Missione SP 2<br />

La delegazione paulista è anche passata da Como, città vicina<br />

a Mila<strong>no</strong>, dove ha visitato il distretto industriale della seta e<br />

un centro incubatore di imprese a Sesto San Giovanni.<br />

— L’Italia ha già una cultura di piccole e medie imprese e di<br />

sistemi produttivi, per questo qui l’iniziativa è totalmente privata.<br />

A São Paulo il gover<strong>no</strong> dello stato dovrà dare la prima spinta<br />

fi<strong>no</strong> a quando questi APLs potran<strong>no</strong> camminare da soli, in perfetta<br />

collaborazione tra le imprese coinvolte — segnala Goldman.<br />

Caffè<br />

La crisi eco<strong>no</strong>mica che scuote il mondo <strong>no</strong>n altererà i piani<br />

della Lavazza in <strong>Brasil</strong>e. Lo afferma il direttore dell’azienda<br />

in <strong>Brasil</strong>e, Massimo Locatelli. Secondo lui, la torrefazione <strong>italiana</strong><br />

vuole inaugurare una fabbrica propria di cialde di caffè espresso<br />

nell’asse Rio-São Paulo, sulla Via Dutra, entro la fine del 2010. Sarà<br />

la prima unità dell’azienda fuori dall’Italia. La nuova fabbrica<br />

darà impiego diretto a cento persone.<br />

Dicembre è il mese dell’avvento,<br />

dei giorni dell’attesa, per<br />

i cristiani u<strong>no</strong> dei momenti più<br />

importanti, l’avvento del Messia,<br />

figlio di Dio.<br />

Quest’an<strong>no</strong> il sentimento<br />

dell’attesa di un nuovo messia<br />

pervade il mondo laico.<br />

L’avvento al potere del primo<br />

presidente suntanned degli Stati<br />

Uniti è caricato d’aspettative<br />

mirabolanti, a Barak Obama si<br />

attribuisce la capacità di risolvere<br />

tutte le questioni più spi<strong>no</strong>se<br />

sul tavolo della politica mondiale,<br />

accompagnate dalla crisi<br />

dell’eco<strong>no</strong>mia statunitense.<br />

L’attesa durerà fi<strong>no</strong> al venti<br />

gennaio, data dell’investitura<br />

ufficiale, della reale presa<br />

del potere, e sarebbe bene che<br />

il clima d’euforia si moderasse,<br />

perché Obama <strong>no</strong>n è figlio di<br />

Dio, è semplicemente un esponente<br />

del Partito Democratico<br />

america<strong>no</strong>, arrivato al potere,<br />

<strong>no</strong>n per unzione divina, ma grazie<br />

alla macchina organizzativa<br />

del suo partito, alle ricchissime<br />

donazioni dei settori industriali<br />

a questi legati e alla volontà del<br />

popolo america<strong>no</strong>.<br />

Il grande merito della sua<br />

vittoria è certamente nel fatto<br />

di aver ridato agli USA il primato<br />

dei valori occidentali, in<strong>no</strong>vando<br />

soprattutto quello dell’uguaglianza,<br />

dimostrando che <strong>no</strong>n solo<br />

può arrivare al potere un cittadi<strong>no</strong><br />

delle classi più povere,<br />

si pensi a <strong>Lula</strong>,<br />

ma anche chi proviene<br />

da un’etnia<br />

emarginata e che<br />

fu schiava, cresciuto<br />

<strong>no</strong>n nel territorio<br />

metropolita<strong>no</strong>,<br />

ma nelle<br />

Hawaii e poi in<br />

Indonesia.<br />

Obama sa<br />

perfettamente<br />

che l’elettorato<br />

negro è solo<br />

<strong>no</strong>tizie / articolo<br />

La finestra<br />

Daniele Mengacci<br />

danielemengacci@pwz.com.br<br />

Nu ovo Messia<br />

il 12%, ad eleggerlo so<strong>no</strong> stati gli<br />

esponenti della etnia che ha sempre<br />

dominato l’eco<strong>no</strong>mia e il potere<br />

negli USA, l’establishment WASP<br />

(white, anglosaxon,protestant),<br />

salvo la parentesi Kennedy, che<br />

era cattolico.<br />

Tanto lo sa che, ancor prima<br />

del suo insediamento, ha chiesto<br />

a Bush di destinare risorse al sosteg<strong>no</strong><br />

dell’industria automobilistica<br />

americana, richiesta ortodossa<br />

per un Democratico, isolazionista<br />

e con poca simpatia per<br />

il liberismo.<br />

La <strong>no</strong>vità Obama si confermerà<br />

tale <strong>no</strong>n solo se saprà ridefinire<br />

la presenza militare degli<br />

alleati in Iran e Afganistan, se<br />

saprà riportare gli USA sulla via<br />

del rispetto della legalità e dei<br />

diritti umani , e ha già annunciato<br />

la chiusura delle ig<strong>no</strong>bili prigioni<br />

segrete di Guantanamo.<br />

Soprattutto potrà dare nuovo<br />

impulso all’eco<strong>no</strong>mia mondiale<br />

concordando con la ridefinizione<br />

delle regole dei mercati finanziari<br />

e la riforma degli organismi internazionali.<br />

Tutti i paesi più importanti<br />

concorda<strong>no</strong> in allargare i vari G7,<br />

G8, G20 alle potenze emergenti,<br />

ormai più che sviluppate.<br />

L’Italia ne ha rico<strong>no</strong>sciuto<br />

perfi<strong>no</strong> la necessità, espressa dal<br />

Capo del Gover<strong>no</strong> nel suo incontro<br />

con il presidente<br />

<strong>Lula</strong>, che di<br />

questa necessità<br />

è stato il primo<br />

difensore.<br />

Obama ha<br />

dunque nelle<br />

mani, grazie<br />

ad un’insolita<br />

congiuntura di crisi<br />

e d’opportunità, di volontà<br />

politiche positive dei suoi<br />

partners, e grazie alla sua personalità<br />

carismatica e determinata,<br />

la possibilità di<br />

costruire un Mundo Novo<br />

et Mirabilis.<br />

Divulgação<br />

14 C o m u n i t à I t a l i a n a / De z e m b r o 2008<br />

D e z e m b r o 2008 / Co m u n i t à I t a l i a n a 15

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