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La festa fu celebrata con gran pompa;<br />
quando stava per terminare le fate<br />
offrirono alla bimba i loro doni: la prima<br />
le donò la virtù, la seconda la bellezza,<br />
la terza la ricchezza, e così via, porgendo<br />
alla piccola principessa tutto quel che si<br />
può desiderare al mondo.<br />
Undici fate avevano già formulato il loro<br />
augurio, quando improvvisamente giunse<br />
la tredicesima. Irritata per non essere<br />
stata invitata entrò nella sala dove si stava<br />
svolgendo il ricevimento e, senza salutare<br />
né guardare nessuno, disse ad alta voce: "A<br />
quindici anni la principessa si pungerà con<br />
un fuso e cadrà a terra morta". Quindi, senza<br />
aggiungere altro, voltò le spalle e lasciò la<br />
sala. Fra la gente atterrita, si fece avanti la<br />
dodicesima fata, che doveva ancora formulare<br />
il suo voto; non poteva annullare il<br />
crudele decreto, ma poteva mitigarlo e disse:<br />
“La principessa non morirà ma cadrà in<br />
un sonno profondo che durerà cent’anni”.<br />
La profezia si avverò: la ragazza si punse<br />
con un fuso e cadde in un sonno profondo<br />
che coinvolse tutta la corte.<br />
La notizia si sparse rapidamente; la<br />
bellezza di Rosaspina era ben nota per cui<br />
negli anni seguenti molti principi tentarono<br />
di attraversare la barriera di rovi che si<br />
era creata intorno al castello, per cercare<br />
di svegliarla; tuttavia nessuno vi riuscì: i<br />
rami erano troppo intricati perché qualcuno<br />
potesse vincerli.<br />
I cento anni di<br />
sonno stavano per<br />
compiersi quando<br />
un ennesimo<br />
principe arrivò nel<br />
paese; aveva sentito<br />
raccontare la storia<br />
della principessa e<br />
della corte addormentata<br />
insieme a<br />
lei, e aveva deciso<br />
di salvarla. Giunto<br />
al roveto che circondava<br />
il castello,<br />
anziché incontrare<br />
una barriera di<br />
spine trovò soltanto<br />
una siepe fiorita,<br />
che spontaneamente<br />
si separò per lasciarlo<br />
passare, congiungendosi<br />
poi alle sue<br />
spalle. Nel cortile<br />
del castello egli vide<br />
cavalli e cani che<br />
dormivano sdraiati<br />
al suolo quindi, proseguendo,<br />
raggiunse<br />
il salone delle feste, dove il Re e la Regina<br />
giacevano addormentati, e con loro tutta<br />
la corte.<br />
Il principe andò oltre, il silenzio era<br />
tale che udiva solo il proprio respiro;<br />
finalmente giunse alla torre e aprì la porta<br />
della stanzetta in cui giaceva Rosaspina.<br />
Era così bella che il giovane non riusciva a<br />
distoglierne lo sguardo; le si accostò e, chinandosi,<br />
non potè fare a meno di baciarla.<br />
A quel bacio Rosaspina aprì gli occhi e si<br />
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