Interni la lettera del cavaliere ai moderatiGentile Direttore, non misfuggono, e non mi sonomai sfuggiti i problemiche affrontano l’Italia cheamo ed i miei concittadini.La situazione internazionalecontinua a essere incerta. I datieconomici nazionali non sono indirizzatialla ripresa. E, nonostante le puntualiresistenze del centrodestra un esorbitantecarico fiscale continua a deprimerela nostra industria, i commerci, i bilancidelle famiglie.Pesa uno scenario globale ed europeonel quale vengono colpiti non tanto i paesicon i conti in disordine, ma i paesi chesono destabilizzati politicamente e neiquali, come l’Italia, parlamento e governosono di fatto delegittimati, impeditia legiferare, svuotati di consenso e sostituitidall’azione quotidiana, pervasiva edeversiva della magistratura politicizzata.Quanti danni ha procurato all’Italiaun ventennio di assalto alla politica, allasocietà, all’economia, da parte dei cosiddetti“magistrati democratici” e dei loroalleati nel mondo dell’editoria, dei salotti,delle lobby? Quanto male ha fatto agliitaliani, dei quali mi onoro di essere unodei tanti, una giustizia al servizio di certiobbiettivi politici?Agli inizi degli anni Novanta eravamotra i primi in Europa in termini di ricchezzae di qualità della vita. Siamo divenutii fanalini di coda, che elemosinanoliquidità a una Unione Europea germanizzata.Tutto ciò è accaduto grazie anchea quella che grottescamente hanno ancoraoggi il coraggio di chiamare “supplenzadei giudici alla politica”.Quanta spudoratezza occorre per esibiretale “supplenza” da parte di un presidentedell’Associazione nazionale magistrati,il quale ancora il 29 settembre,rivendicava come azione buona e giustala pratica chiusura delle acciaierie Ilva,la chiusura delle aziende del suo indottocioè di una persecuzione giudiziaria violentae sistematica di chiunque non sipiegasse agli interessi e al potere di quellaparte che noi genericamente enunciamocome “sinistra”. Ma che in realtà è rappresentatada quei poteri e forze radicaintutta Italia e la conseguente distruzionedi decine di migliaia di posti di lavoro,la messa in strada di decine di migliaiadi famiglie? Bene, ancora il 29 settembresecondo l’Anm il caso dell’acciaieriapiù grande d’Europa chiusa d’imperio daun pubblico ministero sarebbe «un chiaroesempio del fallimento di altri poteridello Stato». Cioè un “chiaro esempio”di impeccabile giustizia poiché «la magistraturaè costretta a intervenire di frontea certe ipotesi di reato con gli strumentipropri del codice».Certo, le acciaierie tedesche e cinesigodranno di come i giudici italiani interpretano“gli strumenti propri del codice”.Ma qualunque persona dotata di un minimobuon senso può capire che in una scaladi interventi da 1 a 10 si sarebbe dovutoe potuto trovare ben altro rimedio chela chiusura d’imperio di un’azienda strategicaper l’Italia che occupa decine dimigliaia di operai.La prepotenza del potere giudiziarioMa di quanti casi Ilva è lastricata la stradache ci ha condotto nell’inferno diuna Costituzione manomessa e sostituitacon le carte di un potere giudiziarioche ha preso il posto di parlamento egoverno? Ovunque si volga il capo, questoventennio è stato caratterizzato daquesta presuntuosa, arrogante,prepotente azioneda parte del potere giudiziario.Hanno “rovesciatocome un calzino l’Italia”,come da programmaesplicitamente rivendicatoda uno dei pm del pooldi Mani Pulite dei primianni Novanta, ed ecco il bel risultato: népulizia né giustizia. Ma il deserto.Non è il caso Berlusconi che conta.Conta tutto ciò che, attraverso il caso SilvioBerlusconi, è rivelatore dell’interavicenda italiana dal 1993 ad oggi. Il caso«Hanno “rovesciato l’italia comeun calzino”, come da programmaesplicitamente rivendicato da unodei pm del pool di Mani Pulitedei primi anni novanta, ed eccoil bel risultato: il deserto»16 | 9 ottobre 2013 | |
Il presidente della RepubblicaGiorgio Napolitanoe il presidente delconsiglio Enrico Lettane. Dopo di che, ogni italianopuò guardare i fatti e riconoscerecon quale e quanta pervicacia,insolenza e cattiveriale forze della sinistra e il lorobraccio armato giudiziario sisono coalizzate per impedircidi scegliere e percorrere unastrada di riforme necessarieal paese.Foto: Infophotote nello Stato, nelle amministrazioni pubbliche,nei giornali, che sono responsabilidella rapina sistemica e del debito pubblicoimposti agli italiani.Berlusconi non è uno di quegliimprenditori fasulli che ha chiuso fabbricheo ha fatto a spezzatini di aziende perdarsi alla speculazione finanziaria. Berlusconinon è uno di quelli che hanno spolpatoTelecom o hanno fatto impresa congli aiuti di Stato. Berlusconi è un imprenditoreche ha creato un gruppo che è arrivatoa dare lavoro a 56 mila italiani e chenel suo indotto impiega altre decine edecine di migliaia di lavoratori.Berlusconi non è uno di quegliimprenditori e parassiti del capitalismodi Stato che hanno rubato all’Italia. Berlusconiè uno dei tanti grandi e piccoliimprenditori che al loro paese hannodato lavoro e ricchezza. Per questo,l’esempio e l’eccellenza di questaItalia che lavora dovevano essere invidiati,perseguitati e annientati (questoera l’obbiettivo di sentenze come quellache ci ha estorto 500 milioni di euroe, pensavano loro, ci avrebbe ridotto sullastrico) dalle forze della conservazio-Le forze anti BerlusconiCosì, all’apice del nostro consensoe nel cuore di una devastantecrisi economica invecedi collaborare alla tenutadell’Italia, le forze “anti” SilvioBerlusconi e quelle avversariedi quella Italia buonae laboriosa Italia che si eraespressa alle urne in modoquasi plebiscitario, si sonocoalizzate e trasformate inuna forza del male. Cioè inun fascio di poteri giudiziari,editoriali, finanziari, decisia usare la fase economicarecessiva non per il benedell’Italia, ma per completarnel’opera di distruzioneattraverso la distruzione delparlamento, del governo e delloro leader eletti dal popolonel 2008. Così, nel 2011, dopo un annodi oscure manovre e di tentati ribaltoni,di spionaggio e di aggressione allamia vita privata, di falsificazioni a mezzostampa e di carte giudiziarie costruitead arte manovrando lo spread si è fattocadere il governo che io guidavo su mandatodegli elettori.Così, oggi, dopo due anni, le condizionidell’Italia e della sovranità italianasono tali che anche imprese di paesi benpiù deboli del nostro riescono ad acquisiree a controllare le nostre industrie strategiche,spendendo due soldi.| | 9 ottobre 2013 | 17