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JIHAD GLOBALE/1 ESTERIrestare calmi e di non cedere alla tentazionedi reazioni violente». Sull’attentatodel 22 settembre è intervenuto da Londraanche l’arcivescovo anglicano di CanterburyJustin Welby: «L’apparenza spessoinganna, io credo che i cristiani sianoattaccati semplicemente per la loro fede.Non è sbagliato dire, specie per i mortidi Peshawar, che abbiamo visto più di80 martiri negli ultimi giorni». Sono statiattaccati, continua, «perché stavanotestimoniando la loro fede in Gesù Cristoandando in chiesa».Le condanne all’attentato non sonomancate, anche da parte musulmana.Maulana Tariq Shah, studioso musulmanodi Peshawar, ha ricordato che «l’islamci insegna a proteggere le minoranze.Questo atto è una barbarie»; Hafeez NaumanKadir, membro dell’Islamic IdeologyCouncil, ha espresso vicinanza «ainostri fratelli e sorelle cristiani colpiti daterroristi che non hanno alcuna religione»;Suhail Lokhandwala, leader islamicodella vicina India, ha detto che «comeseguace del profeta Maometto e devoto ad<strong>Alla</strong>h voglio ricordare che il vero islamnon sostiene alcun tipo di violenza, chicompie attentati simili non ha religione.Ovunque l’islam rappresenta la maggioranzadeve proteggere le minoranze».La violenza di Boko HaramMa Samir Khalil Samir, padre gesuita, trai maggiori studiosi del pensiero arabo cristianoe dell’islam, in un articolo scrittoper AsiaNews sottolinea: «Non è correttodire che “i terroristi non hanno alcunareligione”. (…) Essi si dichiarano islamici.Anzi, pretendono di essere i veri islamici,che applicano fedelmente la sharia.Purtroppo, i musulmani moderati, quasiper una mania, cercano di annacquaretutto, allontanando le critiche dalla lororeligione. (…) Io vorrei credere loro, madomando: cosa state facendo per combatterequesto falso islam? Ogni settimana ciGLI INCONTRILA LIBERTà RELIGIOSAMonsignor Coutts, Amicone e GiorelloMartedì 8 ottobre, ore 18, presso l’Universitàdegli studi di Milano (via Festadel perdono 7), l’arcidiocesi di Milano incollaborazione con Aiuto alla Chiesa chesoffre, organizza l’incontro La libertàreligiosa. L’arcivescovo di Karachi monsignorJoseph Coutts porterà la sua testimonianzasulla situazione della Chiesain Pakistan. Parteciperanno il direttoredi Tempi Luigi Amicone, l’ordinario difilosofia Giulio Giorello e monsignor LucaBressan, vicario episcopale della Cultura.DALLA SIRIA AL QUOTIDIANOMonsigno Nazzaro e Domenico QuiricoIl Centro Culturale di Lecco e Ora ProSiria invitano all’incontro Dalla Siria alQuotidiano con monsignor GiuseppeNazzaro, già vicario apostolico di Aleppo,e il reporter Domenico Quirico. L’incontrosi terrà mercoledì 9 ottobre alle ore 21presso il Teatro Cenacolo Francescano(piazza Cappuccini 3, Lecco).sono nuovi gruppi fondamentalisti chenascono retti dagli imam che li guidanoe li appoggiano nell’usare la violenza controi cristiani o contro un gruppo musulmanoo contro i miscredenti. La maggioranzadei musulmani dice: “Questo non èvero islam!”. Allora occorre lottare controquesta falsità, occorre dare indicazioniprecise, chiedere alla polizia di fermare imassacri». Nella grande maggioranza deicasi niente di tutto ciò avviene. Per questol’arcivescovo di Jos e presidente dellaConferenza episcopale nigeriana, IgnatiusKaigama, accusa: «Boko Haram non èpiù un fenomeno locale. Non siamo piùdi fronte, come qualche anno fa, a gruppidi guerriglieri armati solo di archi e frecce,ma dobbiamo affrontare un’organizzazioneben finanziata. Le nostre autoritàdevono identificare da dove provengonoi fondi e le armi che alimentano BokoHaram e dove i suoi uomini vengonoaddestrati. Sfortunatamente questo non èancora accaduto e i terroristi continuanoa provocare lutti e sofferenze, imbarazzandole autorità del nostro paese».«NON è GIuSTO dIRE: “i TERRORISTI NON haNNO RELIGIONE”.ESSI pRETENdONO di ESSERE i vERI ISLaMICI. I musuLMaNIMOdERaTI COSa faNNO pER baTTERE quESTO faLSO ISLam?»L’instabilità in Medio OrienteLo stesso avviene in Pakistan, come spiegail vescovo protestante di PeshawarHumphrey Peters: «I cristiani fanno benea essere spaventati. Possono essere accusatie incriminati con la legge discriminatoriasulla blasfemia, come accaduto adAsia Bibi, o essere uccisi, come successoal ministro cattolico Shahbaz Bhatti e algovernatore musulmano Salman Taseer,solo perché hanno cercato di difenderla».E per cambiare questa situazione le belleparole di condanna del primo ministroNawaz Sharif non bastano: «Tutti vengonoqui a dire quanto gli dispiace ma bisognafare qualcosa di più. Nessuno vienemai incriminato per gli attentati ai cristianiin Pakistan». L’instabilità crescentein Medio Oriente, Asia e Nord Africa hafatto salire un coro unanime di condannanei confronti della cosiddetta “Primaveraaraba”, che nata da desideri autenticidi libertà e dignità, «si è trasformatain inverno, in ferro e fuoco, in stragi edistruzioni, proprio quando i popoli aspiravanoa una nuova vita e a delle riforme,nell’universo della globalizzazione».La dolorosa conclusione del Consiglio deipatriarchi cattolici d’Oriente, riunitosi inLibano lo scorso 27 settembre, viene confermatanella sostanza da un’intervi-| | 9 ottobre 2013 | 23

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