11.08.2015 Views

Alla

Scarica il pdf - Settimanale Tempi

Scarica il pdf - Settimanale Tempi

SHOW MORE
SHOW LESS
  • No tags were found...

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Sull’asse Roma-Madrid non èandato in scena un generico«fallimento dell’ItaliaSpa» come invece ha titolatoRepubblica. Né tantomenosi è scritto l’ultimo capitolodi quel complesso e variegato insiemedi cessioni di successo di imprese emarchi italiani (da Parmalat a Ducati, daLoro Piana a Riso Scotti) a grandi gruppiesteri finanziariamente in salute. Operazioniche hanno tenuto banco nell’ultimoanno e che buona parte dei medianazionali ha voluto raccontare sotto ilcappello – a dire il vero un po’ approssimativo– dell’“Italia in saldo”. Senza farealcun distinguo tra caso e caso, quasi sitrattasse semplicemente di una monumentalee autolesionista campagna di saldiestivi e folli svendite.Niente di tutto questo. Il passaggio diTelecom Italia alla spagnola Telefónica,per mezzo del progressivo aumento dellasua quota in Telco (principale azionistadi Telecom con il 22,4 per cento e dicui potrà aggiudicarsi il totale controlloa partire dal 2014) rappresenta piuttostol’amaro epilogo – reso possibile dalmercato ma probabilmente caldeggiatoanche dall’attuale azionariato (Generali,Mediobanca, Unicredit e Intesa San Paolo)sulla via del disimpegno – della lunga stagionedel capitalismo italiano. Oltrechédell’azienda pubblica così come l’Italial’aveva conosciuta fino al tempo delle privatizzazionidei primi anni Novanta. Lastagione, per dirla con Marco Borsa, dei«capitani di sventura»; quella del capitalismo,per intendersi, dei Colaninno e deiTronchetti Provera, degli Agnelli e dei DeBenedetti. Di Telecom, ma anche di Alitalia,sulla cui carcassa si aggira famelicala compagnia franco-olandese Air France-Klm. Un capitalismo alimentatosi di lega-mi preferenziali tra manager e politica,intrecci oscuri tra industriali e banche disistema, fatto di speculazione in borsa eindebitamenti esagerati, scarsa competitivitàe cicli innovativi mancati. Un capitalismoche è divenuto incompatibile conil funzionamento di una moderna democraziae, prima ancora, con le regole delmercato globalizzato. E che, forse, sta perconoscere il suo crepuscolo.Sulla stagione dei «capitani coraggiosi»e della grande industria italiana moltoè già stato scritto e tanto altro potrebbeessere narrato ancora. Oggi, tuttavia, queigrandi gruppi industriali stanno conoscendomutamenti profondi. Non soloTelecom o Alitalia. Ma anche, per fareun esempio, la Fiat di Sergio Marchionneche, come spiega a Tempi Marco Fortis,docente di Economia industriale e Commercioestero all’Università Cattolica diMilano, in Italia «non ha più la stessa for-8 | 9 ottobre 2013 | |

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!