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di Aldo Trentograzia grande, è quello che permette di continuarea camminare, cercando come gli indiosguaranì, la terra primigenia, la terra senzail male. Cioè, Tupa, Dio. Quando il filosofoHorkheimer definì l’uomo come un «pellegrinodell’Assoluto», regalava all’uomo moderno lapiù bella definizione dell’essere umano. Pellegrinodell’Assoluto! E il pellegrino è un uomocome te: «I sandali ai piedi, un bastone, lo zainoe lo sguardo ben fisso all’orizzonte». È l’immaginedell’essenzialità che definisce il cuoredell’uomo. L’uomo cerca l’Infinito. Per questaragione nacquero le religioni come tentativodi dare un volto a questa “x” sconosciuta perla quale l’uomo non si dà pace fino a che nonla trova. Tuttavia, 2000 anni fa quella “x” sifece carne e si accampò tra noi. Afferma sanGiovanni nel Prologo: «Il Verbo si fece carnee mise la sua tenda tra di noi», come unodi noi. Ebbe una madre, Maria, ebbe un padreputativo, san Giuseppe, il marito di Maria, vissetrent’anni nella loro casetta di Nazareth ededicò tre anni della sua vita per dire a tuttiquello che disse a Filippo: «Chi vede me, vedeil Padre»; «Io e il Padre siamo Uno». Certamentepotremmo dire che non ebbe moltafortuna perché, per aver svelato se stesso comeil volto del Mistero, un volto ben preciso evisibile, lo abbiamo poi messo in croce prendendocigioco di Lui. Sempre nel Prologo delsuo vangelo san Giovanni afferma: «Venne trai suoi, ma i suoi non lo riconobbero (...)Ma aquanti lo riconobbero diede la grazia di esserefigli di Dio...». E proprio quelli che lo hannoriconosciuto per primi, come Giovanni e Andrea,saranno la prima compagnia destinata arender visibile nella storia il volto di Dio. Quellacompagnia che dopo la Pentecoste si chiamòChiesa.Sempre Claudio Chieffo continua nella suacanzone: «Io vorrei vedere Dio, vorrei vedereDio, ma non è possibile: ha la faccia chetu hai, il volto che tu hai e per me è terribile».Gesù disse: «Siate “uno” affinché il mondocreda». Cioè riconoscano il volto del Padretra noi. Papa Francesco, commentandoil vangelo che vede come protagonista sanTommaso, ha esclamato: «La strada per conoscereCristo è quella di mettere il dito (pensiamoal drammatico quadro del Caravaggio)nelle piaghe vive del corpo resuscitato diCristo». La carnalità con la quale il Caravaggioci rappresenta questo scenario evangelicoè impressionante e per me è la grazia chetutti i giorni il Signore mi regala quando bacio,abbraccio i pazienti terminali la cui carnemolte volte è piena di vermi. I vermi delcorpo di Cristo. Oggi, afferma Papa Francesco,il cammino è lo stesso: vedere, toccare,baciare, abbracciare il malato, il povero perché,come affermava Padre Pio, chi fa questotocca Cristo due volte. Quando mi diciche non ti senti amato, ti senti abbandonatoda Dio, è un’esperienza che comprendo bene,perché anch’io l’ho vissuta nella mia persona.E sarà per questo motivo che Dio ad uncerto punto della mia disperazione mi ha “colpito”col Suo volto pieno di dolore, incontrandotutto un mondo di miseria e di sofferenza.Un mondo che mi ha sconvolto. Sconvolgentefino al punto che Dio mi “usò”, in compagniadi padre Paolino, per costruire le opere di caritàche sono, per tutti quelli che hanno uncuore semplice, un segno chiaro dell’evidenzadel volto del nostro Signore. Io volevo vedereDio... ma ha il viso sfigurato, il collo pieno divermi, l’utero putrefatto, le piaghe sanguinantie puzzolenti… e per me è terribile. Ma questoè il volto di Dio fatto carne.Un lungo camminoPer concludere, ti auguro che il tuo desideriodi vedere il volto di Dio cresca drammaticamenteogni giorno, perché arriverà il momentoche potrai vederlo e baciarlo. Tu hai 21 anni,io 66. Coraggio, perché la vita è un lungocammino. La cosa fondamentale è che il donodi questa drammaticità non finisca mai perchése ciò dovesse accadere, vedrai soltanto il voltodegli idoli che come afferma il Salmo «hannobocca e non parlano, naso e non annusano,occhi e non vedono, orecchie e non sentono».Perciò il peccato più grande è il borghesismodel cuore, la tranquillità della vita. Non dimenticarequello che affermava Camus: «Guardacome fa questa società a distruggere i suoi figli:li fa diventare borghesi». Tranquillo amico,ecco, la carriera, la fidanzata, la famiglia, l’automobile...Questa società somiglia ai pirañasdei grandi fiumi del Brasile, che in pochi minutiriducono un animale a uno scheletro bianco.E allora che faremo di questi morti vivi chenon avendo un’anima al mattino tanto menol’avranno a mezzogiorno e alla sera?Un suggerimento: leggi il Capitolo X del SensoReligioso del Servo di Dio Luigi Giussani. Lopuoi chiedere in qualunque libreria. Certamenteti sarà di grande aiuto per iniziare a vederela presenza del Mistero nel mondo, quella Presenzafatta carne nella pienezza del tempo inGesù. E non dimenticare che quel volto che desiderivedere si mostrerà all’improvviso comeun bel giorno dopo una notte di tempesta.paldo.trento@gmail.com| | 9 ottobre 2013 | 45

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