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CHI È CHIgli occhi del terroreGiovani, carinee fondamentalisteNel volto delle occidentali arruolate neljihad globale lo smarrimento di unasocietà che come una famiglia ripudiatanon riconosce più le proprie figlie| DI laura borselliÈ bastato il sospetto CHe nell’attentatodi nairobi fosse coinvolta una ingleseconvertita all’islam per gettare sale suuna ferita dolorosa e incomprensibileMuriel Degauque, belga, detiene il triste primato di essere laprima donna occidentale ad essersi fatta esploderecome kamikaze in Iraq. È successo nel 2005. In IraqMuriel, originaria delle campagne vicino alla cittadina di Charleroi,ci arriva passando in macchina dalla Turchia al seguito delsuo terzo marito. Ha 38 anni e il 9 novembre, giorno in cui l’Europaricorda l’anniversario della caduta del Muro di Berlino, siimbottisce di esplosivo e si avvicina a una pattuglia della poliziairachena a Baquba, a nord di Baghdad. Cinque agenti muoionosul colpo e un altro ufficiale e quattrocivili rimangono seriamente feriti.Miriam – questo il suo nome dopo la conversioneall’islam – ci mette un po’ ad esalarel’ultimo respiro. I primi soccorritoritrovano a pochi passi dal corpo il passaportocon il suo vero nome e l’incredibileverità sulle sue origini. Dalla notizia della“kamikaze belga” all’identificazione dellafamiglia della ragazza passa poco tempo.La mamma di Muriel dirà di averlopensato subito, guardando la tv, che quellafollia atroce poteva essere opera dellasua bambina. Non riusciva a raggiungerlaal telefono da diverse settimane. Nonche i rapporti fossero di quelli in cui cisi dava la buonanotte ogni sera. Il matrimoniocon Issam Goris, belga di originimarocchine anche lui ucciso in Iraq dasoldati americani mentre stava per sferrareun attacco suicida, aveva definitivamenteallontanato Muriel dalla famiglia.Già dopo la conversione concomitante almatrimonio col primo marito (anch’eglidi origine nordafricana) nel tranquillocul-de-sac di Avenue de l’Europe, Murielnon si trovava più a casa sua: lei intenta aseguire i dettami di una nuova religione, isuoi genitori convinti che il marito le stessefacendo il lavaggio del cervello. «Eradiventata più musulmana di un musulmano– racconterà la madre ai giornalidopo la tragedia. Subito dopo la conversioneindossava un semplice velo, macon l’ultimo marito passò allo chador».Quando va a trovare i genitori non permetteche si aprano birre né si accendala tv. Nelle immancabili e terribili intervisteai vicini di casa della “ragazza normale”qualcuno ricorda l’incidente d’auto incui morì il fratello diciottenne di Murielquando lei era appena un’adolescente.«Muriel mi disse che sarebbe volutamorire al posto del fratello. Tutti lo amavano».Al quadro di apparente normalitàche cova la follia sembra non mancarenulla: il trauma infantile, l’amore peruomini affascinanti e autoritari, il sensodi sicurezza nell’abbracciare con fervoreuna nuova religione, la presa di distanzainflessibile dalle proprie origini.Come una puntata di HomelandIl telefonino, i vestiti, la tv, le ciambelledi McDonald’s in orgogliosa trasgressioneai menù salutisti dei giorni normali.E poi quelle cose meno futili, i libriche fin da piccolissime gli abbiamo messoin mano, la musica che hanno ascoltatocon noi, le scuole e i master delle grandiopportunità. Arriva un giorno in cuiprendono tutto quello che gli abbiamoinsegnato o trasmesso, i vizi e l’educazione,prendono la nostra eredità e decidonoche si è trasformata in un peso insopportabile,che è quella la zavorra da buttarea mare per veleggiare verso la felicità.Che può essere persino nascosta nelladedizione a uomini inflessibili, devoti auna religione che a poco a poco si rivelaessere quella del fondamentalismo. Qualchegiorno fa è emerso che tra i terroristicoinvolti nell’attentato contro il centrocommerciale di Nairobi ci sarebbe ancheuna cittadina inglese. La polizia è ancoraancorata alla cautela, ma per diversigiorni l’ipotesi che in quel commandodi morte ci fosse anche Samantha Lewthwaite,vedova di uno degli attentatoridel 7 luglio a Londra e ricercata per terrorismoin Kenya, ha gettato sale su unaferita particolarmente dolorosa e incomprensibile,che si riapre ogni volta che siha notizia di una storia simile a quella diMuriel, di una donna occidentale con-Foto: AP/LaPresse30 | 9 ottobre 2013 | |

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