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sull’ultimo arrivato». L’intuizione del 2003 si chiamaMail-Up, il sistema per l’email marketing professionale,oggi leader del mercato italiano: «Dal 2009 siamocresciuti molto velocemente, passando da venticinquedipendenti a un team di ottanta persone e aprendoaltre due sedi, a Milano e a San Francisco». Per Lucaarrivare a Milano rappresenta una scommessa vinta:«Quando abbiamo cominciato non c’erano ancorai social network, il web marketing era agli albori eGoogle AdWords un miraggio. Avere la sede a Cremonacomplicava le cose, perché il territorio è principalmenteagricolo e poco interessato alle nuove tecnologie.Arrivare a Milano ha significato entrare in un mercatopiù propenso al nostro genere di business».L’importanza degli insuccessiOggi Mail-Up può contare su cinquemila clienti e ungrado di soddisfazione a un passo dal cento per cento.Il tutto grazie a un’intuizione semplice, come raccontaLuca: «L’esigenza di mandare delle comunicazionimirate e di massa accomuna tutti i nostri clientiche sono distribuiti in quasi tutti i settori merceologici,dall’industria ai servizi fino all’e-commerce. Duei fattori che hanno giocato a nostro favore: lo spostamentodegli investimenti aziendali dai canali tradizionalia quelli digitali e l’aumento e la diffusione dellaconoscenza informatica». Per i due soci il segreto dellaloro azienda è racchiuso nella sua “unicità”: «Quandoabbiamo capito che c’erano le basi per crescere beneabbiamo abbandonato tutte le altre attività e ci siamoconcentrati solo su Mail-Up. Abbiamo rischiato moltoma oggi possiamo affermare con orgoglio di aver avutol’intuizione giusta e di essere riusciti a farci conosceree apprezzare in un settore complesso».Una scelta fuori dal coro, come ammette il direttoremarketing Marco Massara, arrivato a Mail-Up dopouna lunga esperienza nel mondo delle agenzie web:«Sin da subito ho capito che qui si respirava un’ariadiversa. Nel mondo delle agenzie web si fa di tuttoper un cliente, dalla newsletter al sito web, dire “no”non è un’opzione da prendere in considerazione. Mail-Up, invece, si prefigge un unico, importante obiettivo:fornire al cliente lo strumento migliore per inviarecomunicazioni». Accanto alla sede milanese e a quellastorica di Cremona, dove altri tre soci si occupanodi gestire la parte tecnica e finanziaria, c’è la sedeestera di San Francisco: «Nel 2006 – spiega Nazzareno– abbiamo provato a scommettere sull’esportazionedel modello negli Stati Uniti e così abbiamo apertoun piccolo ufficio. L’esperienza è stata fallimentare,abbiamo perso un po’ di soldi perché la persona sceltasi è rivelata “una fregatura”. Fortunatamente eravamoriusciti a gettare un seme». Oggi la sede di San Franciscoconta quattro dipendenti e duecento clienti fidelizzati.Un successo inaspettato nel mercato più difficilee importante al mondo: «In America abbiamo circa400 competitor molto evoluti. I clienti sono diversida quelli italiani, hanno esigenze tecniche più sofisticatee grosse aspettative di customer care. Se un clienteha un problema pretende una risposta immediata,mentre in Italia, ahinoi, siamo abituati ad aspettare».Per Luca è importante sottolineare anche gli insuccessi:«Nessuno parla mai degli errori fatti, invecesecondo noi sbagliare è importante. Bisogna commetterequalche passo falso per aggiustare il tiro e prenderela giusta direzione». Una direzione che punta allaqualità, ricorda Marco: «Per un’azienda italiana cacciareun cliente è una “bestemmia”. Da Mail-Up, invece,i clienti che fanno spam vengono messi “in quarantena”e se la cosa persiste il contratto viene rescisso».Il motivo lo spiega Luca: «Lo facciamo per rispettodei nostri utilizzatori. Abbiamo un team dedicatoalla verifica dell’uso adeguato della piattaforma daparte dei clienti. È uno sforzo ulteriore ma ne vale lapena, soprattutto in prospettiva futura. Sappiamo cheil nostro modello è esportabile, gestire un buon servizioa livello globale è la sfida dei prossimi anni».Paola D’Antuono| | 9 ottobre 2013 | 37

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