La demenza in Toscana
Pubblicazione - Agenzia Regionale di Sanità della Toscana
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LA DEMENZA IN TOSCANA<br />
polazione dell’area (distribuzione per età e sesso) ma non delle eventuali differenze<br />
geografiche rispetto alla distribuzione della patologia. Si ritiene, dunque, che i numeri<br />
forniti vadano letti come dato <strong>in</strong>dicativo, da correggere eventualmente sulla base<br />
dell’esperienza degli operatori <strong>in</strong>formati sulle caratteristiche del territorio.<br />
Un altro limite consiste nel fatto che il calcolo del numero di soggetti dementi tra i<br />
residenti <strong>in</strong> RSA è stato ottenuto dalle stime della proporzione di soggetti con decadimento<br />
cognitivo moderato o severo (Cognitive Performance Scale - CPS ≥3)tra i<br />
soggetti istituzionalizzati, presentata dall’ARS nel 2007, ma è importante tenere presente<br />
che non sempre il decadimento cognitivo è associato a <strong>demenza</strong>. In uno studio<br />
di Hartmaier [19], adottando la CPS (cut-off: CPS ≥ 2) come diagnosi di <strong>demenza</strong><br />
(MMSE ≥ 24) sono state rilevate sensibilità e specificità entrambe del 94%. Anche<br />
lo studio di concordanza tra i due strumenti, presentato dal medesimo autore, evidenzia<br />
un valore di concordanza di 0,82 che, secondo la categorizzazione proposta da<br />
Fleiss [14], viene <strong>in</strong>terpretato come almost perfect agreement (accordo quasi perfetto).<br />
Nel leggere i dati si deve, dunque, tener conto che le numerosità da noi calcolate,<br />
che considerano i casi con CPS ≥ 3, potrebbero implicare una m<strong>in</strong>ore sensibilità e<br />
una maggiore specificità rispetto agli studi appena citati e forse una lieve sottostima<br />
della prevalenza reale. Ciò riguarda, tuttavia, solo la parte di prevalenza calcolata tra<br />
gli istituzionalizzati che, stimata <strong>in</strong> 7.503, rappresenta meno del 9% della prevalenza<br />
totale.<br />
Un ulteriore limite è costituito dalla scarsa precisione dei tassi d’<strong>in</strong>cidenza sui quali<br />
si è basata la nostra stima (v. tabella 1.3). Tale imprecisione è legata alla scarsa numerosità<br />
di casi <strong>in</strong>cidenti riscontrati, soprattutto nelle fasce d’età 65-69 e 70-74. <strong>La</strong><br />
scelta di produrre comunque queste stime è legata al fatto che lo studio ILSA resta<br />
uno dei pochi studi italiani che fornisce dati sull’<strong>in</strong>cidenza, oltre che sulla prevalenza,<br />
e che ci consente, qu<strong>in</strong>di, di produrre stime attendibili, se pur da guardare con le<br />
dovute cautele.<br />
Il punto di forza delle stime prodotte è l’utilizzo di dati forniti da studi <strong>in</strong> cui<br />
un campione casuale rappresentativo della popolazione è stato esam<strong>in</strong>ato mediante<br />
screen<strong>in</strong>g e successiva verifica diagnostica cl<strong>in</strong>ica f<strong>in</strong>o a produrre una diagnosi di<br />
<strong>demenza</strong> (prevalente o <strong>in</strong>cidente). L’utilizzo di questo metodo garantisce una elevata<br />
sensibilità nell’identificazione dei soggetti dementi che non è possibile ottenere <strong>in</strong><br />
studi che applicano procedure d’identificazione differenti. Ad esempio, i dati ottenuti<br />
tramite l’analisi dei flussi sanitari, pur essendo <strong>in</strong>teressanti, come vedremo nelle parti<br />
2 e 3, non sono utili per la produzione di buone stime di prevalenza e <strong>in</strong>cidenza<br />
della <strong>demenza</strong>, <strong>in</strong> quanto risentono del fatto che molti soggetti con <strong>demenza</strong> lieve<br />
o moderata non hanno mai ricevuto una diagnosi cl<strong>in</strong>ica e non seguono terapie, che<br />
parte dei soggetti dementi non ricorrono per la <strong>demenza</strong> al servizio sanitario e che,<br />
nell’uso dei servizi sanitari dovuto ad altri motivi, la presenza di <strong>demenza</strong> non viene<br />
rilevata <strong>in</strong> modo sistematico [16].<br />
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