Pubblicazione - Agenzia Regionale di Sanità della Toscana
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10. Tempestività dell’intervento nella frattura <strong>di</strong> femore<br />
Figura XVIII - Interventi <strong>di</strong> frattura collo del femore: tempo me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> attesa tra ricovero e intervento.<br />
INDICATORE<br />
TEMPO DI ATTESA TRA RICOVERO E INTERVENTO<br />
FRATTURA<br />
il giorno successivo<br />
2 giorni dopo<br />
stesso giorno<br />
al ricovero<br />
il ricovero<br />
dal 3° giorno in poi<br />
0,7% 9,1% 19,8% 70,4%<br />
entro 1 giorno: 9,8%<br />
entro 2 giorni: 29,6%<br />
Figura XIX - Interventi in elezione: tempo me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> attesa tra ricovero e intervento.<br />
t<br />
INDICATORE<br />
TEMPO DI ATTESA TRA RICOVERO E INTERVENTO<br />
ELEZIONE<br />
il giorno successivo<br />
2 giorni dopo<br />
stesso giorno<br />
al ricovero<br />
Il ricovero<br />
dal 3° giorno in poi<br />
1,4% 55,2% 28,9% 14,4%<br />
entro 1 giorno: 56,6%<br />
entro 2 giorni: 85,5%<br />
t<br />
Commento - Il tempo d’attesa tra ricovero e intervento è un in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> qualità dell’assistenza ai<br />
pazienti con frattura <strong>di</strong> femore internazionalmente riconosciuto, il cui valore standard non dovrebbe<br />
superare le 24 h (qualunque sia il tipo <strong>di</strong> intervento: sostituzione protesica o osteosintesi). Il PSR<br />
<strong>della</strong> <strong>Toscana</strong> 2005-2007 ha identificato un obiettivo specifico <strong>di</strong> miglioramento <strong>di</strong> questo<br />
in<strong>di</strong>catore, fissando uno standard iniziale a 48 h.<br />
Nei casi <strong>di</strong> frattura la proporzione <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> sostituzione effettuata entro 1 giorno dal ricovero<br />
non raggiunge il 10%, mentre la proporzione <strong>di</strong> interventi effettuati entro 2 giorni non raggiunge il<br />
30%. Risultati simili emergono anche dall’analisi dei dati SDO 2000-2005 (non riportati in questo<br />
report). La <strong>di</strong>scussione con i chirurghi ha messo in evidenza motivazioni sia professionali (ad es. i<br />
protocolli anestesiologici in pazienti che assumono farmaci antiaggreganti o anticoagulanti) sia<br />
organizzativi (ad es. <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> sale operatorie). Il problema va affrontato nelle singole<br />
aziende, analizzandone la variabilità e la specificità delle azioni correttive.<br />
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