Caracas, 3 de octubre de 2003 - Offnews.info

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86Guatemala davanti a Venezuela in voto per seggio a Consiglio OnuIl presidente venezuelano Hugo Chavez ha rischiato ieri una sconfittapolitica per mano del piccolo paese del Guatemala, appoggiato dagli Usa,nella sua corsa a un seggio nel potente Consiglio di Sicurezza, dove l'Italiaha ottenuto ieri, come da previsioni, uno dei 15 posti non permanenti.A un certo momento delle 10 votazioni previste, condotte dai 192 membridell'Assemblea Generale, il Venezuela si trovava in situazione di parità conil Guatemala, ma alla fine della giornata si trovava con 77 voti conquistaticontro 110, un risultato simile a quello ottenuto nel primo ballottaggio ottoore prima.La votazione prosegue oggi e si concluderà quando una nazione raggiungerài due terzi dei favori richiesti dall'Assemblea, a meno che non dovessespuntare un terzo candidato, come compromesso fra le parti. Nel 1979l'Assemblea è stata costretta a votare 155 volte in una corsa agguerrita fraColombia e Cuba, con il Messico che alla fine è stato eletto come candidatodi compromesso.La votazione per un posto da concedere a una nazione sudamericana si ètrasformata in una battaglia fra Stati Uniti e Venezuela, che sotto la guida diChavez ha tentato di formare un'alleanza in Asia, Africa e Medioriente perlanciare una sfida agli interessi internazionali di Washington."Penso che dobbiamo essere realisti", ha detto ai giornalisti il ministro degliEsteri del Guatemala Gert Rosenthal, precisando che se il voto dovesserimanere lo stesso per diversi giorni "bisognerebbe probabilmente pensare aun candidato del continente che ottenga un consenso unanime"."Ma ancora non è il momento", ha concluso Rosenthal.Il Consiglio di Sicurezza è composto da cinque membri permanenti chehanno il diritto di veto -- Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia -- e da altre 10 nazioni che hanno diritto a un seggio temporaneo di due anni,dei quali cinque vengono eletti ogni anno.
87Per quanto riguarda le altre nazioni, Sudafrica, Indonesia, Italia e Belgiohanno ricevuto i voti necessari per ottenere il posto della durata di due anni,a cominciare dal primo gennaio del prossimo anno.Prenderanno il posto di Tanzania, Giappone, Danimarca e Grecia. E' laprima volta in assoluto che il Sudafrica ottiene un posto al consiglio, le cuidecisioni prese su temi come la pace e la sicurezza mondiale sono vincolantiper tutti gli altri membri delle Nazioni Unite.Chavez contro "el diablo" il Venezuela alláttacco di Bush - lo scontroLa RepubblicaWASHINGTON - Ha chiamato il suo nervoso ambasciatore «a un assaltocon la baionette». Ha riscosso cambiali e promesso favori e petrolio anazioni africane, centramericane, arabe, asiatiche, ma ancora non ce l´hafatta a sconfiggere «el Diablo» e a strappare un seggio al Consiglio diSicurezza dellÓnu. Il nuovo Castro con il petrolio, Hugo Chavez, stavivendo ore dínferno mentre le 192 nazioni presenti allÓnu votano perscegliere il quinto membro temporaneo del Consiglio, dopo le facili vittoriedi Italia, Belgio, Sudafrica e Indonesia, e nella lotta biblica tra i dollari del«Diablo Bush» e i petrodollari del diavoletto indio, il Venezuela non ce lafarà, dicono i grandi cinici in completo blu del Palazzo di Vetro. Mentre ilVenezuela e il Guatemala, il candidato civetta del diavolo yanqui, duellanofra di loro per i 128 voti necessari per la vittoria, dietro le porte chiuse sicerca il terzo candidato, il candidato di compromesso.Sono stati i soldi e il petrolio promessi a delegazioni di piccole nazionisempre sensibili al danaro a disperdere «lódore di zolfo» dell´«imperialismoamericano», come lo ha definito lui. E se la votazioni ancora continuano, il«Hugo Chavez Travelling Circus», il circo viaggiante del più stravaganteleader vivente dellÁmerica Latina, ha avuto nel Palazzo di Vetro il successodi pubblico che il suo vivace impresario sperava.Aveva forse un pochino esagerato nella retorica, anche davanti a unaaudience come lássemblea dellÓnu dove il «Bush Bashing», le bastonate aBush, raccolgono sempre ampi consensi. Avere definito il Presidenteamericano come un «asshole» (che possiamo tradurre eufemisticamente
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