Dic. 2010 - Bersaglieri Paceco
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controcanto<br />
trovare quasi tutto quello che ci sarebbe<br />
servito: avevamo a disposizione<br />
una grande cucina attrezzata e<br />
porte ed infissi in quantità abbondante<br />
come combustibile. C’era quasi<br />
tutto. Mancava solo roba da mangiare.<br />
All’ingresso di Dnepropetrowsk<br />
avevo vista un magazzino tedesco<br />
che forse aveva ancora del cibo e sapevo<br />
che tra alleati c’è l’obbligo di<br />
assistenza reciproca.<br />
Pensai: basta esibire le carte con<br />
la firma giusta.<br />
La cassa del Comando poteva essere<br />
aperta solo da un graduato, ma<br />
era l’ultimo dei problemi.<br />
Sapevo a grandi linee cosa ci fosse<br />
dentro e pensai che avrei trovato<br />
qualcosa che mi avrebbe potuto aiutare.<br />
La portai al piano di sopra, ruppi<br />
i sigilli e la aprii. Dentro c’era<br />
quello che cercavo: tanti moduli e<br />
una caterva di timbri. Non appena<br />
rintracciati gli stampati che mi interessavano,<br />
li misi sul tavolo insieme a<br />
una quarantina di timbri ed al tampone.<br />
Trovai anche la penna e l’inchiostro..<br />
C’erano anche i soldi delle paghe,<br />
ma non mi interessava nient’altro<br />
e la richiusi.<br />
Iniziai la mia personale battaglia<br />
con i moduli. Non li avevo visti prima<br />
e dovevo essere certo di indovinare<br />
quelli giusti e di formulare la richiesta<br />
nei modi conformi apponendo<br />
solo i timbri appropriati. Se l’addetto<br />
tedesco avesse ricevuto una richiesta<br />
sbagliata, sarebbe stato tutto inutile a<br />
forse un epilogo non onorevole per<br />
quei soldati italiani che avrei dovuto<br />
inviare con la mia richiesta.<br />
1 moduli erano prestampati con<br />
l’elenco di che cosa fosse possibile<br />
chiedere. Non ricordo se fossero<br />
scritti sia in italiano che in tedesco o<br />
se accanto alle parole “carne” e “pane”<br />
aggiungemmo “Fleisch” e<br />
“Brot”. Fatto sta che attorniato dai<br />
miei compagni presi un modulo e lo<br />
compilai. Ci misi su qualche timbro e<br />
firmai: Polato. Due soldati partirono<br />
per il magazzino tedesco.<br />
Cosa mai sarebbe successo? Il camion<br />
con mezzo bue e un carico di<br />
pagnotte fece ingresso nel cortile dopo<br />
circa un’ora. C’era da mangiare!<br />
All’arrivo del primo carico, subito<br />
gli altri miei compagni si misero a<br />
caccia di legna per fare fuoco: smontarono<br />
porte e infissi, ruppero tavoli e<br />
sedie.<br />
Organizzai un turno rigido, tutti<br />
quelli che ci raggiungevano dovevano<br />
ricevere almeno una tazza di brodo<br />
caldo, un pezzetto di carne e un bel<br />
pezzo di pane.<br />
Dopo un giorno o due presi un altro<br />
modulo. Chiesi solo carne e pane,<br />
le due cose essenziali, non volevo<br />
sbagliare, non conoscendo il tedesco.<br />
Timbrai e firmai di nuovo Polato. Il<br />
camion partì vuoto e tornò pieno<br />
un’altra volta. Andammo avanti casi<br />
per un altro po’ e intanto continuavano<br />
ad affluire soldati, tutti allo stremo.<br />
Arrivò anche una compagnia di<br />
bersaglieri con un ufficiale con un<br />
centinaio di uomini. Anche loro chiedevano<br />
da mangiare. L’Ufficiale si<br />
informò su chi comandasse e lo portarono<br />
da me. “Da mangiare ce n’è,<br />
ma vi dovete mettere a lavorare. Dovete<br />
darci una mano, caricare e scaricare,<br />
procurare la legna, preparare<br />
delle tavolate. Dissi: “organizzi tutto<br />
lei.”. L’Ufficiale si mise ai comando<br />
e divise gli uomini in gruppi di lavoro,<br />
a ognuno dei quali, come gli avevo<br />
chiesto, mise uno dei miei compagni<br />
. Tutto funzionava perfettamente:<br />
vennero preparate delle tavolate e la<br />
cucina lavorava a pieno regime, c’era<br />
chi tagliava la carne in piccole parti<br />
in modo che ognuno ne avesse un<br />
pezzetto, chi affettava il pane, chi attizzava<br />
il fuoco.<br />
Quel comandante, mi pare fosse<br />
un tenente, si dimostrò veramente capace,<br />
averne di così nell’esercito!<br />
La voce che c’era un reparto della<br />
sussistenza e dei bersaglieri che davano<br />
da mangiare si sparse in breve<br />
tempo. Arrivavano continuamente<br />
nuovi soldati e da noi ricevevano un<br />
mestolo di brodo caldo, un pezzo di<br />
carne e una fetta di pane tedesco. Dopo<br />
altri tre o quattro giorni fummo<br />
raggiunti da un gruppo di Ufficiali e<br />
da diversi soldati sfuggiti da Voroshilovgrad<br />
all’accerchiamento dei russi<br />
grazie ai tedeschi. Gli ufficiali chiesero<br />
chi dirigesse le operazioni e tra i<br />
<strong>Bersaglieri</strong> spuntò una della Sussistenza<br />
che riferì che era Polato, il loro<br />
Comandante: “Qui dirigiamo noi -<br />
aggiunse un altro mio compagno -<br />
cioè lei, signor Comandante” (anche<br />
se in ritardo lo aveva riconosciuto).<br />
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