Dic. 2010 - Bersaglieri Paceco

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lettere al direttore Egregio Signor Lansotti, il Segretario della Sezione Bersaglieri di Capua, mi ha letto la sua lettera apparsa su “Fiamme Cremisi “, circa la richiesta di informazioni sulla Medaglia a Croce coniata per il Corpo di Spedizione in Russia. Della Croce “non Ufficiale” coniata per il C.S.I.R., si conoscono più versioni; potrà trovare notizie più dettagliate ed esaustive da pagina 29 a pagina 35 con ottima riproduzione fotografica nel volume pubblicato nel 1993: Medaglie a Croce FF.AA. 1900/1989 di Adriano BRAMBILLA e Ivo FOSSATI, da E.M.I. - Editrice Militare Italiana, con sede in Milano 20133 Via Inama n.1. Nel formularLe i più sinceri auguri per la ricerca invio cordiali saluti. Gaetano Surdi Il Dr. Gianfranco Borghini da Carrara aveva chiesto notizie sul Bersagliere che aveva fatto da modello per lo scultore Publio Morbiducci per la realizzazione del Monumento al Bersagliere di Roma a Porta Pia. Il Bers. Guido Perrotta, presidente della Regione Abruzzi ha inviato quanto segue. II Bersagliere Giuseppe Carota era nato a Montesilvano (Pe) nel 1910. Partì per il servizio militare nel 1930 con destinazione Roma, 2° Bersaglieri presso la Caserma La Marmora in Trastevere. Dopo sei mesi di naia, in un imprecisato giorno di settembre un Capitano, durante una adunata reggimentale nel cortile della caserma, dopo un rapido sguardo ai Bersaglieri schierati si fermò davanti al Carota e lo inviò al Comando. Con un certo timore, salì le scale, ma risultò che era stato scelto come mo- 6 dello per dare le sembianze ad una statua dedicata al Bersagliere. Le “pose” nello studio dell’architetto Domenico Morbiducci duravano solo pochi minuti, ma si protrassero per circa un mese. L’uomo che ebbe il vanto di donare il volto al Monumento che simboleggia l’annessione di Roma al resto dell’Italia, si spense serenamente, così come era vissuto, all’età di settantasette anni, nel marzo del 1986, ma per noi abruzzesi rimarrà sempre presente come il Bersagliere di Porta Pia. Cari amici bersaglieri, di tanto in tanto, proprio come i raffreddori o i mal di pancia, torna la discussione sul se aggiornare o meno la “Preghiera del Bersagliere” di Nino Tramonti, ed eventualmente avanzare proposte. Se ne sentirebbero di tutti i colori: dalla stucchevole enfasi retorica alle infantili rime baciate, fino a ridicoli luoghi comuni del più scoraggiante pacifismo per finire con vaghezze senza sale né pepe che svilirebbero una significativa preghiera. Come già ebbi occasione di dire, e di ripetere, giù le mani dalla Preghiera di Tramonti. E’ una preghiera efficace, capace di sintesi, composta da chi sapeva scrivere e ben interpretare i sacrifici e la determinazione di questo Corpo militare. La Chiesa non ha aggiornato il Padre Nostro chiedendo all’Altissimo di perdonarci talune debolezze o di poter acquistare l’ultimo modello di telefono cellulare. E’ ferma lì, al pane e al tenerci alla larga da tutte le tentazioni. Percepisco che taluni vorrebbero abolire frasi o parole che, nelle fragilità del nostro tempo, possono apparire forti, ma che hanno un loro ben preciso significato storico e umano. Cominciamo con il tanto discusso Signore della pace e della guerra. Persino una intelligenza mediocre può ben comprendere che il Padreterno non incita alla guerra, e credo che neppure Tramonti volesse dipingerlo come un Creatore guerrafondaio. Semplicemente è quel Dio che gli umani pregano durante i tempi di pace e ancor di più, nel corso delle guerre. Tutto qui. Proprio Churchill era solito dire: in tempo di guerra la gente prega Dio e solidarizza con i soldati. Nei tempi di pace, ci si dimentica di entrambi. E’ tanto difficile da capire e da spiegare? Trovo sia molto più facile che il commentare l’elmo di Scipio alle nostre ignorantissime nuove generazioni. Eppure, l’elmo di Scipio, rimane lì, intoccabile, nell’Inno nazionale. Premesso che nella Preghiera già sono state attuate modifiche, come ad esempio quel Poggio Scanno che Tramonti non poté ovviamente inserire, ma che dà un riconoscimento ai Bersaglieri dell’Esercito del Sud, qualche distonia può apparire nel le nostre spose, visto che con l’avvento delle Bersagliere dovrebbero essere contemplati anche i loro mariti. Infine il secolo di assalti è ormai diventato quasi il doppio. Ma non sottilizziamo perché, torno a dire, una preghiera deve essere innanzitutto un simbolo, non un adeguamento alle ansie o al vezzo dei vari periodi storici. Pertanto, ogni cambiamento lo ritengo uno sfregio alla storia, alla memoria e alla filosofia di un Corpo militare, che può cambiare o modificarsi nelle forme ma non nelle finalità che lo contraddistinguono. Se anziché volerci lanciare in spericolati ammodernamenti di una Preghiera mettessimo questo impegno per “svecchiare” talune logore e obsolete mentalità esistenti nella nostra Associazione, cosa assai più impegnativa, ci assicureremmo qualche lustro di vita in più prima di veder chiuse le nostre belle Sezioni. Daniele Carozzi Caro Daniele, nulla da eccepire, anzi no: hai citato il pane, ma dimenticato il...vino! Quanto poi alle modifiche che verranno suggerite, MI SPIACE DOVERLO AMMET- TERE, perverranno solo da coloro che non scrivono mai e SOPRAT- TUTTO non si vedono mai!
eco dai reparti LA BRIGATA POZZUOLO DEL FRIULI- SUBENTRA ALLA GARIBALDI AL COMANDO DEL CONTINGENTE ITALIANO Il 9 novembre 2010, nella base “Millevoi” a Shama nel Libano Sud ha avuto luogo il passaggio di responsabilità alla guida del contingente italiano e del settore ovest di UNIFIL ( United Nation Interim in Lebanon ) fra la brigata bersaglieri “Garibaldi”, comandata dal Generale Giuseppenicola Tota e la brigata di cavalleria “Pozzuolo del Friuli”comandata dal Generale Guglielmo Luigi Miglietta. La cerimonia si è svolta alla presenza del Comandante operativo di vertice interforze, Generale di Corpo d’Armata Giorgio Cornacchione, Comandante di UNIFIL, del Generale spagnolo Alberto Asarta Cuevas, dell’Ambasciatore Italiano, Giuseppe Morabito, del Comandante delle Forze del Libano del Sud, Generale Sadek Tleis e di autorità civili e religiose locali. Nel periodo maggio - novembre di quest’anno il contingente multinazionale, guidato dal Generale Tota, forte di circa 4000 peacekeepers di 7 nazioni diverse, ha operato nel Sud del Libano, in un’area compresa fra il fiume Litani e la Blue Line ( linea di demarcazione fra Libano ed Israele), ottenendo risultati di assoluto rilievo. L’attività operativa, che ha garantito in pieno l’osservanza della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, è stata condotta in stretta collaborazione con le Forze Armate Libanesi: 30.000 pattuglie e oltre 2.700.000 km percorsi hanno assicurato il costante e capillare controllo del territorio. Circa 100 progetti, con una spesa di 1,6 milioni di euro, nel settore CIMIC (cooperazione civile-militare) hanno messo la popolazione del Sud del Paese al centro degli sforzi, coinvolgendo le comunità ed i leaders locali nell’individuare ed affrontare i problemi legati alla ricostruzione, all’energia, all’educazione, alla sanità, all’agricoltura, allo sviluppo. Il Generale Tota, nel suo discorso di commiato , ha detto “ lasciamo questa terra sicuramente arricchiti dal punto di vista umano e professionale. Consapevoli di ave- re conquistato, con il nostro diuturno operare, l’amicizia di un popolo forte e rispettato per la sua storia e le sue tradizioni”. Nel corso della cerimonia Tota è stato insignito della medaglia di Cavaliere dell’Ordine Nazionale del Cedro, su concessione del Presidente della Repubblica Libanese Michel Souleiman. L’operazione “LEONTE V, è la decima missione per la brigata “Garibaldi”, che dal 1995 è stata schierata due volte in Bosnia, tre in Kosovo, tre in Iraq e due in Libano e, in ogni occasione, ha consolidato l’immagine dei peacekeepers italiani nel mondo. Ten. Col. Francesco Tirino, Capo Cellula P.I. Sector West di UNIFIL Nella mattinata del 28 Settembre a Bari, nella Caserma “Capitano Michele Milano”, sede del 7° Bersaglieri, ha avuto luogo la cerimonia di cambio di comando al vertice della Brigata Corazzata “Pinerolo” fra il Generale di Brigata Roberto D’Alessandro cedente ed il Generale di Brigata Mario Ruggiero, alla presenza del Generale C. A. Francesco Tarricone. L’Associazione era rappresentata dal Generale Michele Genchi - Presidente Regionale Puglia -nonché dai Labari e dai Soci delle Sezioni ANB di Bari, Sannicandro di Bari, Turi e Trinitapoli. Al termine della cerimonia il generale C.A. Francesco Tarricone ha esternato pubblicamente il proprio apprezzamento per la sfilata dei Bersaglieri dell’Associazione mettendo in rilievo la compattezza, la dinamicità, lo spirito e anche l’abbigliamento, uguale per tutti (abito scuro e cravatta cremisi). Dalla relazione di Giorgio Riccio Nella foto il Commissario Straordinario della Federazione Provinciale dell’Istituto del Nastro Azzurro, Bersagliere Generale Arnaldo Cassano, eletto Vice Presidente 7
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