Dic. 2010 - Bersaglieri Paceco
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ecensioni e ultime notizie<br />
GAETANO PROTA, Quando<br />
abbiamo tempo non abbiamo<br />
più tempo Poesie e pensieri II<br />
Volume - Istituto Grafico<br />
Editoriale Italiano, Napoli <strong>2010</strong>,<br />
pp. 176, € 15,00.<br />
Rileggendo<br />
questo volume<br />
che il<br />
Bersagliere<br />
Gaetano Prota<br />
ha fatto recapitare<br />
in<br />
Redazione<br />
colpisce l’illuminatapresentazione<br />
del Dr. Rodolfo<br />
Rubino che, ritornando a quanto<br />
aveva attentamente letto e riordinato<br />
secondo il suo metodo, aveva deciso<br />
di presentare non solo il libro in<br />
quanto tale, ma di avvicinare al lettore<br />
lo stesso poeta che per molti versi,<br />
per quell’attaccamento alla sua avventurosa<br />
vita e soprattutto all’amore,<br />
sente a lui profondamente vicino.<br />
Sulla seconda aletta di questo suo<br />
“Poesie e Pensieri 1956-2003”, c’è<br />
una sua massima che anticipa tutta la<br />
saggezza di cui Prota si avvale:<br />
“Si muore davvero quando le speranze<br />
muoiono“,<br />
confermata da quell’altro verso che<br />
recita:<br />
“Un uomo che non spera è morto<br />
prima di morire”.<br />
E la morte gli è sempre presente,<br />
sempre vicina, non gli fa paura; è un<br />
traguardo che tutti dobbiamo tagliare<br />
ed è solo questione di tempo, ma ci<br />
invita a considerarla sempre presente,<br />
pronta a portarci in un mondo forse<br />
migliore, nella speranza dell’eternità.<br />
L’evoluzione del poeta è confermata<br />
sia nella poesia napoletana che di<br />
quella in lingua; ci sono poesie dove<br />
canta l’amore per la sua donna a tutto<br />
il mondo e con infinita gioia lo grida<br />
in Nu suonno:<br />
“Ammore, ammore mio, quanto sì<br />
bella<br />
Sì doce comma ‘nu suonno ca se sonna<br />
‘Nu suonno ‘e primmavera ‘mbarzamata<br />
‘<br />
Nu suonno ca m’àccire senza morte<br />
‘Nu suonno ca me strazia chianu<br />
chianu<br />
Rubino ricorda ancora che per Prota<br />
la notte rappresenta la vita che forse<br />
è troppo breve e lui la vorrebbe eterna<br />
per il suo grande amore. Ma come<br />
si può in un breve scritto parlare di<br />
un poeta? Sostiene infatti che dovrebbe<br />
soffermarsi su ogni poesia e tesserne<br />
le lodi, ma poi toglierebbe al<br />
lettore il piacere di trovare in quei<br />
versi momenti di gioia, di vita, di<br />
passione e soprattutto d’amore che<br />
oggi un’umanità così distratta, così<br />
angosciata, così infelice ha smarrito.<br />
Sottolinea inoltre che non potrà dimenticare<br />
Prota, nelle sue vesti di<br />
nonno bersagliere che vive per i suoi<br />
adorati Gaetano, Emanuela ed Alessandro<br />
che compaiono in tutto il loro<br />
splendore: ad esempio cita i dolci<br />
versi dedicati alla piccola Fragolina :<br />
Piccolo sole, sei le gioie che verranno<br />
Perla di rugiada che odori d’eterno<br />
Sei un angelo caduto dal tetto del<br />
cielo ...<br />
La poesia di Prota non ha confini, la<br />
si trova inoltre limpida e felice nei<br />
suoi Pensieri, frutto di una saggezza<br />
e di un’esperienza di vita pienamente<br />
vissuta e soggiunge, commentando<br />
questi versi:<br />
La fama arriva dopo la morte<br />
La fame...arriva prima!<br />
Ma non si tratta solo di un volume di<br />
poesie, in questo suo secondo volume<br />
Gaetano Prota ha cercato nella storia<br />
ed ha trovato un papa nella sua famiglia:<br />
Clemente XI, al secolo Gian<br />
Francesco Albani dei nobili di Urbino,<br />
uomo di grande valore il cui pontificato<br />
risale ai tumultuosi anni dell’inizio<br />
del 1700 fino al 1721 e quasi<br />
scusandosi aggiunge di aver cercato<br />
di documentare quanto in suo possesso<br />
per affermare questa sua nobile<br />
appartenenza.<br />
Ha riportato altresì una lettera di compiacimento<br />
pervenutagli dal presidente<br />
della Repubblica Carlo Azelio<br />
Ciampi, non ché una rarissima riproduzione<br />
, per la prima volta pubblicata<br />
in Italia, del “Padre Nostro” in aramaico<br />
e tante altre piacevolissime cose.<br />
In questo contesto ci piace riportare il<br />
finale della poesia ‘O berzagliere :<br />
E corre, corre, corre...<br />
E corre doppo morto<br />
E quanno arriva là<br />
S’arrapene tutt’ e pporte<br />
E Isso dice ...trase...<br />
Sì berzagliere e trase!<br />
Ca tu sì degno è Dio.<br />
Ci uniamo al Rubino nell’augurare a<br />
Gaetano Prota di continuare a scrivere<br />
sempre, a scrivere di tutto, sia di<br />
Napoli e del suo mare, della natura,<br />
del cielo, degli alberi, dei fiori, delle<br />
stelle, sia della morte che non ci fa<br />
paura, ma soprattutto del suo immenso<br />
amore, vivo e palpitante, per la sua<br />
meravigliosa e carissima Eva.<br />
Dalla Presentazione<br />
di Rodolfo Rubino<br />
Vito LARAIA: Lungo il filo della<br />
memoria. Pagg. 135, Potenza,<br />
<strong>2010</strong>, S.I.P.<br />
Quando si<br />
narrano episodi<br />
di vita<br />
vissuta, specialmente<br />
di<br />
guerra, si rischia<br />
di cadereinvolontariamente<br />
in<br />
una retorica<br />
che, a volte,<br />
fa dubitare<br />
della veridicità di quanto scritto. Non<br />
succede quanto si legge questo libro<br />
scritto da Laraia, un Bersagliere, un<br />
nonno Bersagliere che, sollecitato dal<br />
nipote Luigi, ha deciso di affidare alle<br />
stampe i suoi ricordi di vita vissuta<br />
nei reparti bersaglieri nel corso dell’ultimo<br />
conflitto, una testimonianza<br />
umana e storico rievocativa che si distacca<br />
dagli abituali diari di guerra<br />
proprio per il messaggio che se ne<br />
trae e soprattutto per la personalità ed<br />
il nome dell’Autore, Presidente onorario<br />
dell’ ANB Basilicata.<br />
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