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Dic. 2010 - Bersaglieri Paceco

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figure da ricordare a cura di Mario Galante<br />

re al cannone anticarro “42/37”. In<br />

quella zona è schierata anche la “Folgore”,<br />

separata dai bersaglieri da una<br />

zona di sabbie mobili.<br />

In prima linea la situazione è difficile:<br />

per alloggio si scava una buca,<br />

ricoprendola con un telo per proteggersi<br />

dal sole e dal freddo della notte;<br />

per mangiare si aspettava il buio per<br />

evitare le mosche; c’è scarsità di<br />

mezzi, negli spostamenti spesso devono<br />

“trainare” a mano il cannone.<br />

La situazione peggiora progressivamente,<br />

i rifornimenti scarseggiano,<br />

fino a novembre quando, durante la<br />

battaglia di El Alamein, il fronte cede.<br />

Ad un certo punto il reparto si<br />

trova abbandonato a se stesso, senza<br />

ordini e senza collegamenti.<br />

Si ritirano distruggendo armi e<br />

materiali per non lasciarli al nemico.<br />

Vagano per due giorni nel deserto, fino<br />

a quando vengono catturati dai<br />

soldati inglesi e condotti ad Alessandria<br />

d’Egitto (altri due giorni di cammino<br />

nel deserto). Poi con dei camion<br />

verso il Cairo dove, controllati<br />

e registrati, vengono inviati nei campi<br />

di prigionia di Suez. Sono sistemati<br />

in tende, 12 prigionieri ognuna, la razione<br />

di cibo è di 10 litri di “brodaglia”<br />

a base di lenticchie ogni 100<br />

persone, però, prima di prendere la<br />

propria razione, bisogna spostare gli<br />

insetti che galleggiano nella pentola.<br />

Luciano comincia ad avere grossi<br />

problemi di salute, ha il corpo pieno<br />

di piaghe e arriva a pesare 32 kg.<br />

Spesso viene visitato dai medici inglesi,<br />

che comunque si limitano a<br />

constatare la situazione; comunque<br />

sopravvive. Alla fine del 1944, insieme<br />

ad altri prigionieri, viene imbarcato<br />

ed inviato in Gran Bretagna.<br />

La nave trasporta circa settemila<br />

prigionieri e passa per Gibilterra con<br />

destinazione Glasgow in Scozia, però,<br />

per sfuggire alla caccia dei sommergibili<br />

tedeschi compie un giro<br />

molto largo attraverso l’oceano atlantico,<br />

avvicinandosi molto alle coste<br />

statunitensi. A destinazione i prigionieri<br />

vengono rivestiti ed inviati nei<br />

vari campi di lavoro sparsi in tutta la<br />

nazione; Luciano viene inviato vicino<br />

a Londra.<br />

Nel campo vivono in baracche, lavorano<br />

alla coltivazione degli ortaggi<br />

e ricevono viveri in natura come i<br />

soldati inglesi. Complessivamente il<br />

livello di vita è più accettabile rispetto<br />

al campo di Suez.<br />

Ancor privo di notizie della famiglia<br />

viene rimpatriato nel giugno<br />

1946 ed imbarcato vicino a Londra,<br />

sbarca a Taranto e prosegue con mezzi<br />

di fortuna, anche su carri merci<br />

aperti, per giungere in stazione a Mestre<br />

ove, con altri commilitoni concordano<br />

con una coppia di macchinisti<br />

diretti a Portogruaro di usufruire<br />

del loro treno merci appena fuori dalla<br />

stazione dove il convoglio rallenta<br />

consentendo loro la salita.<br />

Giunto a Portogruaro trova il fratello<br />

Narciso in stazione, ma con il ritorno<br />

a casa i problemi non erano finiti,<br />

trova un paese in ginocchio, non<br />

c’è lavoro, non ci sono soldi, ed il fisico<br />

è ovato, dopo diversi anni ritornerà<br />

ad una vita normale, ma sempre<br />

fiero di aver fatto il proprio dovere e<br />

di essere ancora un Bersagliere!<br />

La nipote<br />

Sergente dei <strong>Bersaglieri</strong><br />

Mario Baccaglini<br />

Caro papà, grazie per l’esempio<br />

della tua tenacia soprattutto nelle dif-<br />

ficoltà, grazie per la tua autorevole<br />

tenerezza, grazie per la sincerità e<br />

coerenza tra fatti e parole nonostante<br />

i limiti e la fragilità di ogni uomo,<br />

grazie per la puntualità e precisione<br />

con cui ricordavi le persone nei giorni<br />

dei loro compleanni, anniversari di<br />

matrimonio e di morte (compresi i<br />

commilitoni del terzo sia di Lendinara<br />

di Rovigo che di Ravenna).<br />

Semplici gesti: una telefonata, un<br />

biglietto, un gesto geniale e creativo<br />

del tuo faidate; una poesia in rima, un<br />

gioco nuovo per un bimbo, magari<br />

con la matematica che tu amavi, una<br />

storia raccontata, inventata o tratta<br />

dalla tua esperienza di vita, mai scontata;<br />

gesti sempre orientati a far imparare<br />

qualcosa. D’altronde hai sempre<br />

vissuto affrontando la vita da vero<br />

Sergente dei <strong>Bersaglieri</strong>, la corsa<br />

della fanfara, con le piume al vento e<br />

sorridenti ognor recita una canzone.<br />

Il tuo funerale nel giorno della natività<br />

della Madonna di cui porti il<br />

nome, come quello della Madonna<br />

del Pilastrello di Lendinara (il Santuario<br />

che hai frequentato fin da bambino)<br />

e della Madonna del Cammino,<br />

Patrona dei <strong>Bersaglieri</strong>. Sicuramente<br />

il flik flok ha scandito il tuo arrivo in<br />

cielo e a noi figli continui a dire bimbo<br />

alza la testa, il pianto non far<br />

brillar, del babbo tuo le gesta la Patria<br />

non potrà scordar.<br />

Arrivederci papà.<br />

Cinzia<br />

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