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Dic. 2010 - Bersaglieri Paceco

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sport cremisi<br />

Bers. SEVERINO CANAVESI: Presente!<br />

A chi non possiede i capelli bianchi questo nome dirà<br />

poco o nulla. Si tratta invece di un campione del ciclismo<br />

eroico la cui carriera è coincisa con quella di veri e propri<br />

fenomeni: Binda, Guerra, Coppi che oscurarono altri corridori,<br />

forse meno predisposti al protagonismo, ma altrettanto<br />

formidabili. E’ il caso di Severino Canavesi, Bersagliere<br />

nella vita e nello sport del quale nel 2011 ricorre il<br />

100° anniversario della nascita.<br />

Nasce infatti il 27 gennaio 1911 a Gorla Maggiore<br />

(VA) da famiglia modestissima. Si innamora della bici sin<br />

da giovanissimo aiutando nella bottega di ciclista Giuseppe<br />

Groli che anni dopo diventerà suo suocero. Lo anima<br />

un carattere umile, ma serio e deciso, che lo sprona a cimentarsi<br />

sulle asperità della Valle Olona. L’esordio alle<br />

gare avviene nel 1926 ottenendo sei brillanti vittorie. Ben<br />

dodici l’anno seguente con 13 secondi posti. Da notare<br />

che in quegli anni le corse erano assai più rare di adesso.<br />

Passato nella categoria superiore, nel 1928 debutta con<br />

due vittorie e vari piazzamenti; nel 1929 vince anche la<br />

San Geo, uno dei traguardi più ambiti dai dilettanti, battendo<br />

campioni come Guerra, Bovet, Bonativa. Nel 1930 e<br />

‘31 ottiene prestigiosi risultati, presagio di un fulgido futuro.<br />

Nel 1932 chiamato al servizio di leva viene arruolato<br />

nel 12° Rgt. <strong>Bersaglieri</strong> di stanza a Milano e assegnato al<br />

Btg. ciclisti. Nei 18 mesi di servizio i suoi superiori chiudono<br />

un occhio concedendogli di allenarsi. Un ricordo indimenticabile<br />

per la comunità del suo paese è il passaggio<br />

in uniforme da Bersagliere ciclista quando furono effettuate<br />

le grandi manovre dell’Esercito italiano. Un’intera<br />

armata transitò per Gorla Maggiore passata in rassegna<br />

dall’allora comandante, il Duca di Bergamo. Proprio il<br />

gruppo dei <strong>Bersaglieri</strong> ciclisti col nostro campione rese gli<br />

onori al Comandante con un applauditissimo presentatarm.<br />

Nel 1934, dopo intensi allenamenti, vince tra l’altro i<br />

campionati lombardo e italiano di ciclocross nonché la Tre<br />

Valli Varesine con un ottimo terzo posto nella Coppa Bernocchi<br />

(la vincerà nel ‘41), gare allora considerate di grandissimo<br />

rilievo. Negli anni successivi ottiene vittorie e<br />

piazzamenti in prestigiose competizioni meritandosi dal<br />

grande giornalista sportivo Emilio Colombo i titoli di “gazzella”<br />

e “vicerè della montagna”. La coppia Canavesi-Introzzi<br />

domina anche nelle riunioni in pista disputate all’Arena<br />

o al Vigorelli di Milano. Di lui la Gazzetta dello<br />

Sport scrive: “...è il direttore generale dell’orchestra, sprona<br />

i suoi compagni, li incita, li richiama...parecchi gli attori<br />

ma uno solo il protagonista: Canavesi...nel suo cuore divampa<br />

la fiamma di un orgoglio sconosciuto “. All’arrivo<br />

di una tappa del giro d’Italia al Vigorelli Severino viene<br />

contornato da un folto gruppo di ex <strong>Bersaglieri</strong>, con in testa<br />

il loro capo Giuseppe Vaccaro, che lo coprono di elogi.<br />

In quel tempo i guadagni erano pochi; la moglie Ida ricordava<br />

che Severino rinunciava quasi sempre a medaglie<br />

o coppe per scambiarle per pochi soldi con qualche generoso<br />

tifoso; gli ingaggi infatti erano appena sufficienti per<br />

vivere modestamente. Nel 1941 Canavesi è richiamato alle<br />

armi con destinazione Livorno, poi trasferito a Milano dove<br />

può partecipare a qualche gara. Dal 1941 al 1946 il Giro<br />

d’Italia viene sospeso ed anche le altre competizioni si<br />

diradano. In caserma Severino è benvoluto dai superiori<br />

per cui gode di ampia possibilità d’allenamento e di partecipazione<br />

a riunioni, specialmente al Vigorelli.<br />

Dopo il periodo bellico, nel 1945 Canavesi continua<br />

ad allenarsi metodicamente nella speranza di poter rientrare<br />

in qualche formazione ma i suoi 34 anni costituiscono<br />

un ostacolo insormontabile. Deve arrangiarsi. Corre<br />

perciò come indipendente con una maglia sulla quale<br />

la moglie ha ricamato CANAVESI e con una bici costruita<br />

con le proprie mani, utilizzando materiali parzialmente<br />

donatigli da simpatizzanti. A questo punto emerge<br />

il carattere, lo spirito indomito e battagliero del Bersagliere.<br />

Partecipa al campionato italiano senza una squadra,<br />

senza alcun tipo di assistenza, tecnica o morale, da<br />

solo contro i campioni più acclamati: Coppi, Bartali,<br />

Servadei, Ricci, Cottur, Valetti che in ogni momento possono<br />

beneficiare di qualsiasi sostegno. Dopo varie scaramucce<br />

iniziali Canavesi va in fuga, giusto per guadagnare<br />

ad un traguardo volante un paio di tubolari, merce preziosa<br />

a quel tempo, giacché quelli con cui corre gli sono<br />

stati fraternamente omaggiati da un direttore sportivo.<br />

Avendo però acquisito un discreto vantaggio i grandi<br />

mandano i loro gregari alla caccia del fuggitivo ma il<br />

Bersagliere vuole vincere, lo VUOLE fermamente, tutta-<br />

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