Una metodologia di analisi e confronto per strumenti BPM
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3.1. Standard grafici <strong>per</strong> la modellazione 43<br />
Figura 3.1: Esempio <strong>di</strong> processo descritto con un Activity Diagram tratto da [8]<br />
interno del processo. Un Activity Diagram possiede due tipi <strong>di</strong> no<strong>di</strong> <strong>per</strong> il<br />
flusso <strong>di</strong> controllo:<br />
1. no<strong>di</strong> <strong>di</strong> azione: rappresentano i task che costituiscono il processo <strong>di</strong><br />
business. Le attività rappresentano l’esecuzione coor<strong>di</strong>nata <strong>di</strong> azioni.<br />
Vengono rappresentati come rettangoli arrotondati.<br />
2. no<strong>di</strong> <strong>di</strong> controllo: <strong>per</strong>mettono <strong>di</strong> realizzare la coor<strong>di</strong>nazione tra azioni.<br />
La struttura <strong>di</strong> controllo più importanteè la sequenza. Nella sequenza<br />
un’azione può iniziare la sua esecuzione quando un’altra azione<br />
termina la sua esecuzione.<br />
La semantica delle attività viene descritta <strong>per</strong> mezzo dei token flow. Questi<br />
possono essere <strong>di</strong> tipo control token se sono anonimi e non <strong>di</strong>stinguibili;<br />
sono, invece, <strong>di</strong> tipo object token se si riferiscono ad oggetti <strong>di</strong> dati. Il fluire<br />
dei token lungo gli archi <strong>di</strong> controllo <strong>per</strong>mette <strong>di</strong> determinare le <strong>di</strong>pendenze<br />
nell’esecuzione delle azioni. Un’azione può iniziare la sua esecuzione quando i<br />
token sono <strong>di</strong>sponibili nei suoi archi in entrata e provengono da tutte le azioni<br />
che precedono quella corrente. Quando l’azione inizia la sua esecuzione, i<br />
token vengono rimossi dagli archi in entrata e posti in quelli in uscita. A<br />
questo punto l’azione può definirsi terminata (ve<strong>di</strong> figura 3.2). All’inizio e<br />
al termine del processo notiamo due no<strong>di</strong> <strong>di</strong> controllo particolari: il nodo<br />
iniziale, il quale in<strong>di</strong>ca l’inizio dell’attività, e il nodo finale che in<strong>di</strong>ca la<br />
fine del flusso <strong>di</strong> controllo. Nel flusso <strong>di</strong> controllo le azioni possono essere<br />
eseguite al verificarsi <strong>di</strong> determinate con<strong>di</strong>zioni. Questo fatto corrisponde<br />
alla struttura <strong>di</strong> controllo chiamata XOR-split che consiste in una scelta<br />
<strong>di</strong> tipo esclusivo sulla prossima attività che deve entrare in esecuzione. La<br />
figura 3.3 mostra le tre varie tipologie <strong>di</strong> no<strong>di</strong> decisionali: