MEMORIE ILLUSTRI DI PALAZZOLO SULL'OGLIO - Ti Racconto ...

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ziare in sete, possiede una macinatora da orzo e vinazzoli che pure affi tta. Nel 1750 il fi latoio-torcitoio è condotto da Aurelio Rossetti, nel 1762 dal Faustino stesso. Nel 1767 passa in eredità al nipote Alfonso, fi glio di Gio. Battista, che lo fa gestire a Gio. Battista Omboni, il quale nel 1789 dichiara che il fi latoio è di 4 piante, cioè due di fi lato e due di torto (il fi latoio ha n.26 valighi di 16 bacchetti per valego...)e che è atto a lavorare sete in trame e in orsogli all’uso di Piemonte. L’Omboni aggiunge che vi lavorano 20 uomini, compresi alcuni ragazzi apprendisti e 30 donne con produzione di 10.000 libre di seta nell’arco di 6/7 mesi. Riguardo alla mercede degli operai gli uomini ricevono 10 soldi nel fi lato e 5 nel torto. Le donne soldi 12 per ogni libra piccola di orsoglio lavorato e molto meno se lavorano in trama. Vi sono poi numerose donne incannatrici a domicilio, “che traducono la seta delle matasse sopra i rocchetti” e che ricevono, secondo la qualità della seta, soldi 20/24 per ogni libretta lavorata. li, e di diversi capitali passivi, e massime d’ un solo sopra cui paga annualmente £.170: s.12 a noi noto - Il venerando Ospitale di Brescia possede un fi latoglio pervenutogli in eredità per la morte del qm. Nob. sig. Giovan Battista Nazzino tenuto in affi tto dalli Nob. Co. Prior e Fratelli Duranti, quanto sia l’affi tto non lo sappiamo Francesco Amboni qm. Giovanni Battista possede un fi latoglio, con cui lavora alla sorte, al presente affi ttato al sig. Antonio Cavaleri cittadino, quanto sia l’affi tto non lo sappiamo -Gioseppo Paganino qm. Baldasare possede un fi latoglio, lavora alla sorte non avendo capitali e molto tempo dell’anno sta vacante,può ricavare £.560. Ha l’aggravio della moglie con quatro fi glioli maschij, e quatro femine nubili, ed ha molti debiti a noi noti oltre il livello perpetuo dell’ aqua de £.190, che paga alla spett. Comunità di Chiari -Sig. Antonio Cavaleri cittadino, possede un fi latoglio, con cui lavora le proprie sete, ha l’aggravio d’una nuora, due nipoti, qual sia l’utile puossa ricavare non lo sappiamo, tenendo in affi tto e lavorando le proprie sete anche con li fi latogli del suddetto Amboni e del Nob. Sig. Co: Faustino Durante infrascritto -Nob. sig. Co: Faustino Durante cittadino possede un fi latoglio tenuto in affi tto del sudetto sig. Cavaleri -Sig. Giuseppe Mutio possede un fi latoglio, con cui parte lavora ad altri parte dell’anno, parte sete proprie, e parte resta vacuo, può ritraere lire settecento £.700. Ha l’aggravio di moglie con tre fi glioli ed una femina nubile 20
Il 24 agosto 1794, secondo il Pezzoni 4 , i ladri sono entrati nel fi latoio ed hanno rubato 19 aspe di organzino. Nel 1810 Alfonso Duranti ha in catasto, ai nn. 1043-1044, un fi latoio di seta al piano superiore della casa del massaro, un torcitoio a 4 piante con la relativa acqua. 3 - Il piccolo fi latoio dei Palazzoli Antonio Palazzoli di Pompeo (1670-1740) sposato con Laura Zamara, gestore della spezieria Palazzoli, nel 1710 circa aveva impiantato “nella sua casa un fi latoio di seta d’una rotha con trej ordeni compreso il terraneo, descritta in estimo 1641 al n. 133 di Francesco Rizzino, stimata L. 3500” 5 .La casa era in contrada del Carvasaglio e usufruiva come forza motrice dell’acqua sgolatizia del bocchetto Zamara della seriola Vetra. Nella nota dei miglioramenti6 risulterebbe iniziatore don Giovanni. Nel 1727 Antonio dichiarava di avere 57 anni, di avere in famiglia il fratello rev. don Giovanni di 53 anni ed il fi glio Zaccaria di 4. Proprio Zaccaria, nato nel 1723 e morto a 22 anni nel 1745, dichiara nel 1744 che “ha uno zio prete vecchio, tre sorelle nubili, fa l’arte dello speziale di sola medicina, può haver d’utilità scudi 60. Ha un fi latoglietto d’una sola piantella sopra quale ha tanto capitale passivo, che non è suo e lo affi tta per il pagamento dell’interessarij de’ capitali”.Il fi latoio intestato a don Giovanni (1674-1765) e ai suoi fratelli è gestito dal capo-maestro Lorenzo Cominassi, viene affi ttato nel 1733, in contropartita del pagamento degli interessi sul capitale a Giacomo Costa, che aveva due fornelli per la trattura ed era esperto di macchine da fi latoio. Il vecchio prete si affi da nel 1762 ad Aurelio Rossetti che sei anni dopo ne diviene proprietario. 4 F. Chiappa, I prodromi delle attività imprenditoriali private palazzolesi, Palazzolo, Masneri, 1988, p. 61 G. Pezzoni, Istoria dei fatti accaduti nel paese di Palazzolo a cura di F. Ghidotti, Palazzolo, Soc. Storica Palazzolese, 1987, p. 147 5 F. Chiappa, Prodromi. p. 50. 6 Nella nota dei miglioramenti risulta che il prete Giovanni Palazzoli ha fatto fabbricar un fi latoio di seta di due ordini in casa sua in contrada di Carvasaglio, valutato L.800 21
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