MEMORIE ILLUSTRI DI PALAZZOLO SULL'OGLIO - Ti Racconto ...

3 - La trattura domestica della seta
Il 6 maggio 1630 Bartolomeo Galignani fu Giovita fa testamento
mentre si trova in un luogo piuttosto insolito per un atto notarile:
i prati d’Oglio, dove si era rifugiato per sfuggire alla peste che in
quei mesi infuriava in paese.
Tra le altre diposizioni impartite, come ultime volontà, vuole che”
succedino nella detta eredità Antonio et Marco, fratelli Galignani,
suoi nepoti e suoi fi gli ugualmente con questo: primo che habbino a
dare a Camillo similmente terzo fratello liri cento plt. E che tutto il
rame et fornimento di tirar la seda sia di Antonio eccetto un sedello
et una ramina qual sia di Marco....” 3
Ad Antonio Galignani, morto prima del 1637, che aveva
ereditato gli strumenti per la trattura della seta, subentrano i fi gli
Gian Giacomo, Giovita e Bartolomeo.
L’operazione utilizzava una tecnologia estremamente semplice
e rudimentale: un recipiente con acqua riscaldata da un fornello a
legna ed un aspo per avvolgere il fi lo, si svolgeva a livello familiare,
con manodopera non specializzata, cioè contadini produttori
di “galette”, soprattutto donne, che col loro lavoro integravano
l’economia della famiglia.
Individuato l’inizio del fi lamento (capofi lo) si univano le bave
(i fi lamenti) di più bozzoli per formare il fi lo di seta che, avvolto
sull’aspo dava la matassa greggia o tratta. Questa seta poteva essere
impiegata direttamente al telaio, oppure subiva il processo della
torcitura.
4 - I fornelli per la trattura
Nei documenti del secolo XVIII si può seguire lo svolgersi di
questa attività a Palazzolo che, senza soluzione di continuità, durerà
fi no alla metà del ‘900.
3 Sulla famiglia Galignani v. F. Ghidotti, Famiglie palazzolesi dal secolo XV al secolo
XVIII, Chiari, Nordpress, 2002, pp. 32-36
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