MEMORIE ILLUSTRI DI PALAZZOLO SULL'OGLIO - Ti Racconto ...

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solare gli commissionerà la sua opera principale, per la quale gli saranno pagati prima del 1672 cento ragnesi «per la fatica da lui fatta nella descrittione et istoria della Città e Vescovado di Trento…avendo egli impiegato grave fatica et consumato a sue spese due e più anni» e, nel 1673, altri cinquecento per il completamento dell’opera con l’aggiunta di una seconda parte 25 . A Trento Michelangelo Mariani mostrò «tutto il lucore del suo genio, così disponibile alle celebrazioni occasionali accademiche e così convincente e sensibile ai relativi compensi» 26 . Il 22 giugno 1675 l’illustrissimo Principe (cioè il vescovo di Trento) convocò «li signori Accademici, ai quali fu proposto l’assiduo impiego, diligenza, e zelo del signor Accademico Intrepido [ossia, il Mariani] esercitati a benefi cio, utile ed honorevolezza di questa Accademia, quindi per corrisponder con un segno di gratitudine, fù concluso di riconoscere in parte li suoi impieghi con ducati 12, de quali fu commesso l’isborso al S. Cassiere» 27 . Dagli estimi della città di Trento, consultati da padre Frumenzio Ghetta, non risulta che don Mariani vi possedesse case o terreni, mentre della sua permanenza a Trento ha trovato testimonianze in documenti conservati nell’Archivio di Stato cittadino. Si tratta di due atti notarili del 1672 (uno dell’11 giugno, notaio Siciliani Giacomo Antonio, e l’altro del 27 settembre, notaio Benolli Tomaso) in cui don Mariani fi gura come testimone in transazioni ed è descritto come cittadino di Trento. Nell’atto del notaio Benolli è inoltre confermata la sua origine bresciana e annotata la sua paternità. C’è scritto, infatti, che il «rev.ndo presbitero domino Joanne Michaele q. Johannis Francisci Mariani brixiense, incola Tridenti, [è] testibus vocatis et rogatis» 28 . Terminato il suo impegno come precettore in casa Lener, «per 25 Cfr. Aldo Chemelli, Trento e le sue stampe: il Seicento, op. cit., p. 31-32 26 Aldo Chemelli, Introduzione all’opera del Mariani, op. cit, p. XII 27 Aldo Chemelli, Trento e le sue stampe: il Seicento, op. cit., p. 38 28 Trento, Archivio di Stato, Notai della pretura di Trento, 1672, carta 169 verso e carta 63 48
non stare indarno, tornò a legarsi all’ambiente veneziano, dove pubblicò alcuni opuscoli dal tono brillante e laudativo» 29 . Poco dopo il suo arrivo a Venezia, con altri autori concorse alla stesura delle Meraviglie della città di Venezia epilogate all’illustrissimo sign. Ottavio Labia, «dando subito un saggio di quanto poteva la sua fantasia con la nuova etimologia di Venezia, o meglio del suo ritorno alla città ospitale: Veni-etiam» 30 . A Venezia, come vedremo, egli scrisse diverse opere e visse - si è già accennato - gli ultimi anni della sua vita. Così come sappiamo che nella città lagunare, e precisamente nella parrocchia di Sant’Antonino, egli morirà di tubercolosi nel 1694. Tuttavia, non si sa con certezza in quale sestriere egli abbia abitato con continuità. Dalle ricerche di padre Ghetta siamo a conoscenza che nel febbraio 1695 don Mariani non si era ancora trasferito nella citata parrocchia. Infatti, per la visita pastorale del 6 febbraio 1695, nel dettagliato elenco dei sacerdoti della parrocchia, o dimoranti in essa, non fi gura il suo nome. Può darsi che a Venezia, almeno per un certo periodo, Michelangelo Mariani abbia vissuto con i fratelli Vincenzo e Gio Battista, entrambi più giovani. Il primo, farmacista in Piazza San Marco, e il secondo, l’ultimo dei fratelli Mariani, sacerdote pure lui nel convento dei Gerolamini di San Sebastiano. Col fratello Vincenzo don Michelangelo aveva anche interessi culturali in comune perché presso la sua farmacia aveva sede un importante cenacolo culturale veneziano dell’epoca: l’Accademia dei Paragonisti, di cui entrambi i fratelli erano membri e animatori. L’esistenza di questa accademia a Venezia trova conferma in un’operetta del carmelitano Sebastiano Steffani, pubblicata nel 1684. Scrive, infatti, il religioso, al riguardo, che «fra i ridotti più frequentati in questi giorni, la specieria dè signori Mariani, essendo situata nel cuore di questa regia, nella gran piazza di s. Marco, si vede sempre ripiena di soggetti cospicui, e per lettere e per nobiltà 29 Aldo Chemelli, Introduzione all’opera del Mariani, op. cit, p. XII 30 Ibid., p. XII 49
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