Dossier - Consulenti del Lavoro
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Piazza Cavour<br />
marcate differenziazioni territoriali – e da notevoli<br />
problemi strutturali –, partecipa alla formazione<br />
<strong>del</strong> PIL per l’8,1% e <strong>del</strong> valore aggiunto<br />
per l’8,3%, valori ben superiori a quelli riscontrabili<br />
sia nel Mezzogiorno che in Italia.<br />
Accanto all’attività primaria di coltivazione, si è<br />
negli ultimi decenni sviluppato un discreto<br />
indotto, soprattutto nel Basso Tavoliere, di piccole<br />
e medie imprese trasformatrici specializzate nella<br />
lavorazione dei principali prodotti locali.<br />
Importante è il settore <strong>del</strong>le produzioni e manutenzioni<br />
di impianti industriali grazie alla presenza<br />
nel capoluogo provinciale di grandi aziende<br />
<strong>del</strong> settore metalmeccanico (Sofim, Alenia);<br />
sono presenti aziende industriali con nuove iniziative<br />
rivenienti dalla realizzazione <strong>del</strong> Contratto<br />
d'Area di Manfredonia che dovrebbe originare,<br />
a regime, circa 100 unità produttive di piccole<br />
e medie dimensioni operanti nel comparto<br />
<strong>del</strong>l'industria manifatturiera leggera. Infine importante<br />
è il comparto turistico, connotato da<br />
un crescente aumento dei flussi legati alle risorse<br />
naturali <strong>del</strong>la costa Garganica da un lato, ed<br />
alla presenza di oltre sei milioni annui di pellegrini<br />
a San Giovanni Rotondo, in deciso e costante<br />
aumento.<br />
IL MERCATO DEL LAVORO E DELLE<br />
RELAZIONI INDUSTRIALI<br />
I dati sul mercato <strong>del</strong> lavoro non sono positivi.<br />
Mostrano una strutturale scarsa capacità di creare<br />
occasioni di lavoro, in particolare per i giovani.<br />
Mentre nei primi anni <strong>del</strong> nuovo secolo si era<br />
manifestata una tendenza al superamento <strong>del</strong>le<br />
disparità esistenti con le medie nazionali, ultimamente<br />
tale tendenza pare essersi progressivamente<br />
ridotta. Forte e crescente la presenza <strong>del</strong><br />
lavoro irregolare. In base a stime Istat vi erano<br />
ben 300 mila lavoratori irregolari , pari al 21%<br />
<strong>del</strong>le forze lavoro totali , con un progressivo incremento<br />
rispetto alla situazione – già critica –<br />
degli anni ’90. Secondo stime condotte dall’Ipres,<br />
il lavoro irregolare ammonterebbe al 30%<br />
circa <strong>del</strong> totale, a fronte di quasi il 34% nel Mezzogiorno.<br />
Al suo interno prevale la quota di lavoratori<br />
irregolari in senso stretto, rispetto alle<br />
altre voci costitute da occupati non dichiarati,<br />
dagli stranieri non residenti e dai secondi lavori.<br />
Il tasso di irregolarità è comunque inferiore rispetto<br />
alle medie riscontrabili nelle altre regioni <strong>del</strong><br />
meridione. È decisamente più alto nel settore <strong>del</strong>l’agricoltura<br />
e dei servizi, mentre rimane stabile –<br />
pur permanendo a livelli alti – nel settore edile.<br />
L’eccessiva diffusione <strong>del</strong>le forme di lavoro salturario<br />
ed atipico rende più forte l’incertezza e la condizione<br />
di precarietà in particolare dei giovani. Una<br />
forte quota dei posti di lavoro creatisi negli ultimi<br />
anni è a tempo determinato.<br />
La popolazione straniera in Puglia è costituita<br />
da oltre 35 mila persone, di cui ben il 94% sono<br />
extra-comunitari con permesso di soggiorno.<br />
Tale quota risulta abbastanza elevata se paragonata<br />
a quella espressa dal Mezzogiorno (93%)<br />
ed, in particolare, dall’Italia in cui gli extra-comunitari<br />
rappresentano l’89% <strong>del</strong> totale <strong>del</strong>la<br />
popolazione straniera.<br />
L’accesso al mercato <strong>del</strong> lavoro <strong>del</strong>la componente<br />
femminile risulta essere ancora oggi molto limitato:<br />
il tasso di attività (calcolato sulla popolazione<br />
con più di 15 anni) è, infatti, in Puglia<br />
molto basso (44%) e determinato in grandissima<br />
misura proprio dalla modestissima attività femminile<br />
(27,3%), mentre quella maschile (61%) è<br />
allineata ai valori nazionali e di poco superiore a<br />
quella <strong>del</strong> Mezzogiorno.<br />
VVocci dallla PProvvincciiaa<br />
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